꧁86꧂
Y/n's pov
Sono a tanto così dal perdere il fiato, in più sento tutto attorno a me iniziare a girare senza finire mai. Mi maledico per aver bevuto a quest'ora del pomeriggio. Sorvolo sulla cosa accorgendomi di essere finalmente arrivata all'entrata dell'edificio, iniziando così a guardarmi attorno con foga: devo trovarlo, devo assolutamente trovarlo. Non vedo peró la sua macchina tra quelle parcheggiate davanti e rincomincio così a correre di qua e di lá per vedere se riesco a scovarlo da qualche parte: niente da fare. Tasto le mie tasche con fare sbadato in cerca del telefono e lo tiro fuori, istigata a fare il suo numero. Le mie mani si avvicinano ai numerini presenti sulla schermata, quando ricordo di non aver mai preso il suo contatto telefonico "Merda!" sbotto, rincominciando a correre con la rabbia e l'ansia che mi pervadono: questa volta direzione casa, spero e prego che sia lì. I sensi di colpa mi stanno investendo come se mi fossi gettata sotto un treno mentre le mie gambe si appesantiscono ad ogni passo fatto verso la mia abitazione. Mentre proseguo di fretta verso casa controllo che ore siano sul mio cellulare. Il rapido cambio di visuale accentua il mio mal di testa, cosa che fa girare tutto attorno a me ancora più insistentemente. Arrivo a inciampare sui miei stessi piedi e casco a terra percorrendo qualche centimetro sul cemento per inerzia. Un forte bruciore si fa largo nel mio corpo e sento il fastidio della ferita arrivarmi alle tempie umide. "che male.." mugolo, provando a toccare la ferita ma bloccandomi dal sangue che vi scorre sopra. Improvvisi flashback mi ritornano alla memoria e i brividi attraversano il mio corpo: ho bisogno di un attimo. Devo calmarmi. Inspiro ed espiro lentamente e provo a lasciar perdere la cosa nonostante il disagio che mi sta arrecando. ricontrollo l'orario: sono appena le tre di pomeriggio. Mi alzo pigramente da terra e mi dirigo dolorante verso casa. Una volta entrata nel palazzo saluto velocemente gli addetti alla sicurezza senza smettere di correre (per quanto possa chiamarlo così il mio"camminare-velocemente-come-un-pinguino-") e prendo l'ascensore fortunatamente aperto intascando quello che avevo tra le mani e premendo il bottone del terzo piano. Spero di trovarlo in casa, devo assolutamente scusarmi.
Non solo mi ha scorrazzato dove volessi senza lamentarsi per un secondo, ma si è anche sorbito mia madre, è andato a cercarmi un divano e ha dovuto aspettarmi chissà per quanto tempo in auto. Tamburello nervosamente i piedi a terra intanto che l'elevatore sale e una volta arrivata al nostro pianerottolo accelero il passo fino alla sua porta. Suono il campanello e busso un paio di volte, l'ansia e l'impeto mi stanno massacrando: se c'è una cosa che odio, è dare fastidio alle persone.
Grazie al cielo, il leggero cigolio della porta mi fa capire che c'è qualcuno dall'altra parte. Di fatto questa si apre, facendomi apparire davanti la figura di Seo-Joon. Non gli lascio neanche il tempo di dire qualcosa che mi ritrovo a inchinarmi un numero infinito di volte provando ad ignorare il tremendo mal di testa "ti prego, ti prego perdonami, mi ero completamente dimenticata di te" dico frettolosamente. Realizzo che ciò che ho appena detto suonava meglio nella mia testa, il mio subconscio impreca come non mai "c-cioè, intendevo dire che-"
Non mi lascia finire. La sua risata riecheggia in tutto il piano e mi entra nelle orecchie come un ariete sbattuto su una porta, cosa che mi porta ad alzare gli occhi dalla confusione della cosa. "non sei arrabbiato?" chiedo stranita. Fa no con la testa "ti ho vista uscire con i ragazzi, immaginavo sareste andati a pranzo, cosí sono tornato a casa" accenna un sorriso. Mamma mia, dovrei sentirmi meglio, ma la cosa non fa che farmi stare con i sensi di colpa ancora più intensificati. "davvero" lo guardo negli occhi "davvero, ti chiedo scusa, per tutto" mormoro prendendomi le mani e giocandoci dall'imbarazzo e dal disagio. In tutta risposta sento la sua di mano appoggiarsi sul mio capo e mi ci da qualche colpetto con fare dolce "non preoccuparti" sorride, allontanandosi poi da me, dandomi le spalle e camminando verso non so dove con nonchalance "d-dove vai?". Mi fa cenno di entrare con la mano senza voltarsi, così varco timidamente la soglia confusa. Lui non risponde e sparisce dietro una porta, da cui esce qualche secondo dopo con qualcosa in mano: credo sia un kit di medicazione o qualcosa del genere.Lancio una rapida occhiata alle mie condizioni e alzo le mani "oh! tranquillo, non c'è bisogno!" mento, con le ferite che mi implorano di accettare il suo aiuto. "avanti, vieni, ci metteremo pochissimo" ridacchia in modo quasi contagioso, prima di aggiungere "Jungkook puó stare tranquillo, non ti farò niente che possa renderlo geloso".
Non so perchè, ma una volta pronunciate quelle parole sento morirmi sul viso il sorriso formato pochi secondi fa e una strana sensazione si fa largo in me. Non doveva dirlo, non doveva dire quella cosa. Istintivamente, faccio un passo indietro, andando a sbattere con la schiena contro la maniglia della porta. Seo-Joon mi guarda perplesso, ma dopo aver capito la gravità di ciò che ha detto, cambia espressione e inizia a scusarsi molteplici volte. "n-non fa niente". E invece no. Ci sono rimasta davvero male. Nonostante stamattina lo abbia baciato, Jungkook non ha detto nè fatto niente per farmi capire che sarebbe tornato con me. Nonostante provi con tutta me stessa a rifiutarlo, è stato solo un momento di debolezza, un cedimento. Joon fa qualche passo nella mia direzione, prendendomi delicatamente l'avambraccio. "sono stato uno stronzo, scusami. Pensavo si fossero risolte le cose, invece..a quanto pare.." sussurra. Sarà stato l'alcool, sarà stata la frustrazione, ma finisco con prendermela ingiustamente contro di lui. Mi discosto dalla sua presa, gli occhi iniziano a bruciarmi come non mai "no" dico. Pensavo mi sarebbe uscito in modo più sicuro, invece si ritrova come grugnito, un mugolio serrato dal magone. "Non si è risolto niente, non si è risolto assolutamente niente!". La testa inizia a girarmi ancora più intrepidamente e inizio a faticare nel mantenere in equilibrio il mio corpo. il tono mi si abbassa di colpo "non sei uno stronzo, Seo-Joon. Sono io, la stronza. Mi sono comportata di merda, frequentando persone che lo hanno fatto stare male, e ora mi odia. Non lo biasimo neanche" rido, una risata rotta dal pianto. Alzo gli occhi al ragazzo che ho di fronte, una grande frustrazione mi travolge "e poi, tu che ne sai, scusa?" sbotto, mentre la mia testa mi prega di non farlo, di non peggiorare la situazione. "E che te ne deve importare, di me e di lui?" mi sposto e indietreggio, quasi uscendo dalla porta dandole le spalle, con gli occhi fissi su di Joon, che guardano con sguardo perso di fronte a lui. "è solo un amore perduto. E' stato qualcosa, io lo amo ancora, ma ora non siamo più niente!" grido, accelerando il passo all'indietro. "Assolutamente nient...!" di colpo sento la mia schiena tremante sbattere contro qualcosa e ciò mi porta a interrompere l'inappropriato sfogo. Giro il viso rapidamente per capire chi sia il soggetto, quando sento mancare un battito e la nausea salirmi nello stomaco.
Jungkook's pov
Prendo un boccone di noodles con aria indifferente, indifferente al fatto che y/n sia corsa via senza degnarmi di uno sguardo. O almeno così dovrebbe sembrare, perchè dentro sto morendo. E si, è perchè se n'è andata per quello lì. Almeno, per quanto il mio corpo volesse, non l'ho inseguita e ho lasciato correre. "Jungkook?" mi sento chiamare. Alzo gli occhi dal piatto e noto che tutti mi stanno guardando "che stai facendo?" mugola Jimin, sembra..arrabbiato? Confuso? non sto capendo. Nel dubbio, tiro giù un altro sorso di Soju. Un azione che ormai mi sembra così abituale. Sento il braccio esser colpito da qualcosa, che si ritrova essere la mano di Taehyung "yah! ma che ti prende!?". Inizio a perdere le staffe "che diavolo c'è insomma!". Tutti si lanciano una rapida occhiata "non la segui?" mi rispondono. Sbuffo falsamente divertito e bevo ancora: non mi sto ubriacando e la cosa mi sta urtando parecchio. Se non mi fossi ormai abituato a ingurgitare sostanziali quantità di liquori e alcolici, in questo momento non ce l'avrei in testa. "ma sei stupido o cosa?" sentono le mie orecchie. Le tempie iniziano a fremere, il mio animo incomincia a scaldarsi. "non vorrebbe, che la segua" mi limito a rispondere. "e invece sì". Gli occhi si spostano dal legno scarno ma ben levigato del tavolo e incrociano quelli di yoongi "conoscendola, vorrebbe che la seguissi" aggiunge, chiedendo con la mano a Jin di passargli il piatto di carne e versando un po' di salsa colante sulla sua bistecca. "vai, vuoi farti ripetere quanto tu sia scemo? non credo". Pulisce i lati della sua bocca con un tovagliolo bianco panna e fa per bere un sorso d'acqua. Le sue labbra sfiorano il bordo del bicchiere, ma non vi si posano "che stai aspettando?" intima con voce roca. Sospiro e decido di ascoltarlo, di ascoltare il me stesso che da cinque minuti ad ora non fa che ripetermi di uscire da. questo dannato locale. "noi dopo andiamo a casa, facci uno squillo per dirci che state bene!" urla Namjoon, la sua voce si affievolisce, finchè il rumore della gente sparisce completamente una volta chiusa la porta dietro di me. Dove sarà andata? Sicuramente davanti all'edificio a cercare la sua macchina. Mi avvio velocemente verso di questo, ma una volta arrivato all'ingresso non trovo nessuno, così continuo la strada verso casa sua senza smettere di correre. Mentre mi guardo attorno noto una piccola macchia rossa sul marciapiede e dopo un rapido, indifferente sguardo continuo quello che stavo facendo. Dovrebbero pulire meglio i luoghi pubblici, il sangue dei senzatetto che si aggirano per la zona o di animali randagi potrebbe avere trasportare qualche malattia, lasciarlo così in bella vista non è molto prudente. Comunque ignoro la cosa in quanto raggiunta la meta. Entro e noto l'ascensore chiudersi "sig. Jeon?" sento chiamarmi. Mi giro: è una delle guardie "sta cercando y/n?". Annuisco con l'affanno in corpo. "E' appena salita". Mi giro verso l'ascensore. Ringrazio l'interlocutore e mi avvio verso le scale, quando noto il cartello "pulizie in corso". Merda. Ritorno davanti alle porte e aspetto che il numerino si fermi. Vedo dal piccolo schermetto nero il numero tre. Sarà in quel piano, che abita y/n. Non appena i tasti si spengono, premo il dito richiamandolo qui. aspetto con poca pazienza e salgo rapidamente non appena le porte si aprono. digito il fantomatico numero sul moderno pulsante freddo e aspetto nuovamente di arrivare. Mentre salgo, l'ascensore si ferma al secondo piano per accogliere una persona: una vecchia signora mi sorride mentre entra, le faccio spazio e mi inchino per rispetto, quello non deve mancare mai. "E' di fretta signorino?" chiede con voce tremante, non so cosa rispondere. Vorrei dirle di sì ma è ridotta talmente male che ho paura morirebbe non appena realizzerebbe di avere un ostacolo al suo cammino "no, signora". Lei fa un lungo, troppo lungo, sospiro di sollievo e mi sorride "bene, perchè sono in ritardo per un appuntamento alla spa e se non mi presento finiranno per disdire". ridacchia tossendo miserabilmente. Spa? A malapena si regge in piedi. Se le facessero un massaggio, si spezzerebbe tra le mani di chi la tocca. Brividi di disgusto mi pervadono, mentre lei preme il pulsante dell'attico.
[...]
Finalmente sono arrivato dove dovevo. Delle voci non troppo in lontananza riecheggiano nell'aria, è palesemente y/n, e mi sembra stia...urlando? Accelero il passo, ma mi fermo di colpo, non appena noto la porta aperta e la chiarezza delle voci che mi confermano la provenienza da quell'appartamento. "E che te ne deve importare, di me e di lui?" le gambe mi cedono per un secondo, la voce di y/n mi spezza il cuore. Faccio un passo in avanti, arrivando davanti alla porta. Seo-Joon mi guarda, ma non accenna ad alcuna reazione. Rimane fermo, serio, e ascolta quello che sta dicendo y/n, che indietreggia pesantemente con il corpo "è solo un amore perduto. E' stato qualcosa, io lo amo ancora, ma ora non siamo più niente!". Il suo corpo è a pochi centimetri dal mio, il mio respiro accelera. Continua a camminare verso di me dandomi le spalle, finchè non ci sbatte completamente contro "Assolutamente nient...!" si blocca. Mi scoppia il petto, non riesco a stare calmo, fremo sul posto. Perchè Seo-Joon sta sorridendo? Perchè sembra così indifferente alla cosa?
Y/n si gira verso di me, mostrandomi il suo viso rigato dalle lacrime e la sua espressione sorpresa.
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