
𝐏𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐮𝐞: 𝐀𝐜𝐭 𝐈
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<Roleplay a tema Genshin Impact>
Di _-sxuron-_ e -lycxris
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I festival che si tenevano a Liyue erano ben noti in tutto Teyvat; c'era chi li conosceva perché ne aveva sentito parlare, chi vi aveva partecipato o chi si stava organizzando per prendere parte ad uno di quei magnifici eventi organizzati dai Qixing, che come sempre facevano di tutto per dar vanto della propria città agli occhi degli abitanti delle altre regioni. Nel periodo che segue quello che noi chiameremmo Capodanno, a Liyue era tradizione celebrare una festa con l'obbiettivo di lasciarsi alle spalle l'anno precedente e guardare al futuro, festa nota a tutti col nome di Fenghuang Rite, da cui l'omonima associazione di mercanti aveva preso il nome. I giorni dedicati al festival erano caratterizzati da vivaci colori e allegre ballate: in tutta Liyue si vedevano appese decorazioni dai colori caldi, come il rosso e l'arancione, con sopra il simbolo della festa, la fenice. L'animale che muore e rinasce dalle proprie ceneri, in tale occasione volto a raffigurare metaforicamente il passaggio d'anno in anno, il lasciarsi alle spalle gli affari del passato e guardare al futuro: un festival incentrato sul commercio, sul mercato, in cui si dà la possibilità a chiunque di cominciare l'anno al meglio.
Camminando, accompagnati dalle risate dei bambini e dagli schiamazzi tipici di ogni festival, sui bordi delle strade sorgevano numerosissime bancarelle con prodotti provenienti dall'intero Teyvat: se da una parte il delicato profumino dei piatti tipici di Liyue stimolava l'appetito, non si poteva ignorare la vivacità dei piatti di Monstradt o la bellezza minimalistica di quelli di Inazuma. In quel breve periodo dell'anno a Liyue si potevano vedere visitatori originari delle più diverse nazioni: voltandosi a destra si poteva sentire l'accento di Fontaine, accompagnato dai click di una Kamera in azione sul punto di immortalare in una splendida foto una famiglia; guardando verso l'alto, sul ponte che portava all'entrata della Northland Bank vi era un gruppo di fatui, riconoscibili dalle uniformi, che si stavano godendo quella breve vacanza, sorridendosi l'un l'altro e scambiandosi pareri sugli acquisti; immancabile era la presenza dei cavalieri di Monstradt, invitati a godersi la cerimonia dallo stesso organizzatore della festa. Bao Jin, l'ombra che gestisce la Fenghuang Trade Company, nonché colui che su richiesta del Tianquan di Liyue aveva predisposto ogni cosa, con perfezione millimetrica, affinché il festival potesse essere di gradimento a chiunque.
Aveva scelto un luogo strategico, ma dopotutto non gli era stato difficile comprendere la direzione in cui il flusso di visitatori si muovesse; pareva un bardo senza l'arpa, un cantastorie un po' improvvisato, eppure la gente lo circondava con estremo interesse, quasi come se non riuscisse ad ignorare le parole che fuoriuscivano dalle sue attente labbra. Quelli che riuscivano ad allontanarsi, liberandosi dalle troppo interessanti informazioni che il ragazzo stava incautamente esponendo al pubblico, borbottavano tra loro quanto fosse strano vedere un cantastorie in vesti tipiche di Liyue, poiché di solito erano tutti tipici della terra della poesia e dei bardi, Monstradt. Eppure lui con innaturale leggiadria catturava l'attenzione dei passanti, persino dei bambini, che incuriositi si sedevano ai suoi piedi, desiderosi di ascoltare una delle sue storie. Dopotutto era un comune cantastorie, no? Avrebbe sicuramente avuto qualche affascinante leggenda da ricordare. Ma signori e signore, lui era lì proprio per quel motivo: voleva farsi ascoltare anzi, doveva farsi ascoltare o le fatiche sopportate fino a quel momento sarebbero state vane e lui non poteva sopportarlo, non voleva.
<< Non trovate ironico come l'uomo fin dal suo primo respiro senta il richiamo primordiale di ciò che non potrà mai ottenere? Di come queste creature limitate e spezzate siano attratte da un infinito che non possono comprendere, dalla linea sottile che separa la loro imperfezione dalla perfezione del divino? Un anelito impossibile, ma incombente dalla notte dei tempi, a cui l'umanità, non potendone ignorare il richiamo, compensa con delle pallide e sbiadite imitazioni, ricercando l'immortalità nella memoria di altre creature mortali e decadenti quanto loro. Accontentandosi di vivere nei ricordi, perché impossibilitato a soddisfare quel bisogno beffardo e incombente che gli lacera il petto. Perché nessuno nasce mortale e diventa infinito. Oppure perché così ci hanno fatto credere. Vedete, le creature infinite, che noi chiamiamo col volgare nome di arconti, gelose della loro immortalità, hanno cancellato per secoli dalla memoria un uomo; l'unico uomo che è diventato immortale senza il permesso di Celestia.>> ci fu una pausa e un sorpreso bisbiglio di fondo: di cosa stava parlando quello strano cantastorie dai capelli rossastri? Nessuno ricordava di aver udito una simile storia o almeno, così i presenti credevano. Eppure la memoria non dovrebbe ingannare: un uomo in grado di raggiungere un simile obbiettivo sarebbe dovuto essere onorato, non dimenticato. Silenzio! Ecco che il ragazzo riprende.
<< Egli era un alchimista. La sua fama giungeva da ogni parte del mondo, e gente da tutte le nazioni accorreva nella sua bottega, ricercando consigli e bramando ricchezza. Mai nella storia era esistito un uomo più saggio e sapiente di lui, e forse mai più esisterà. E la sua mente mortale, unica nel suo genere, riuscì nell'impresa ancora più straordinaria di attrarre a sé il cuore di una creatura immortale, spirito di ghiaccio di bellezza eterna e dolorosa. Il loro amore si consumò nel modo disperato e passionale delle creature che non possono che cogliere l'attimo nel breve tempo a loro concesso. La dea del ghiaccio ne rimase ancora più rapita, e abbandonò il suo regno di neve e di brina per vivere con l'alchimista in questa splendida città, Liyue, e per molto tempo vissero insieme all'apice della felicità, condividendo un amore perfetto e irripetibile.>> I volti dei presenti esprimevano interesse e curiosità per la particolare storia che il cantastorie stava narrando, tutti tranne uno: una donna dai capelli scuri e dagli occhi magenta sembrò incupirsi mano a mano che il giovane parlava. Se lo conosceva? Eccome, ricordava quella voce, ma non aveva creduto di poterla risentire in una simile circostanza, lui che tra tutti fino a quel giorno aveva mantenuto un profilo basso, eseguendo quanto gli veniva ordinato e parlando solo come portavoce della sua signora. Oh no, a loro non piacevano i traditori e questo era ben noto; la donna voltò le spalle a quel misero teatrino messo in scena dal ragazzo e si allontanò rapidamente: il traditore avrebbe pagato, ma sarebbero stati loro ad occuparsi di lui, lei doveva solo riferire quanto udito.
<< Ma col tempo le cose iniziarono a mutare: una screziatura argentata nella chioma castana di lui, delle piccole rughe al bordo dei suoi occhi, i piccoli acciacchi che giorno per giorno diventavano sempre più frequenti. E vedendo il suo amato invecchiare inesorabilmente, la creatura divina dovette fare i conti per la prima volta con la dura realtà che quell'amore non sarebbe potuto durare per sempre. Ma questo lei non poteva tollerarlo. Perciò, escogitò con l'aiuto dell'uomo un piano per condurlo al desiderio ultimo della sua specie: l'immortalità. Vedete, per quanto per secoli gli uomini si siano adoperati per raggiungerla, erano sempre stati mancanti dell'ingrediente più fondamentale di tutti: il volere di una creatura immortale. Solo una creatura eterna può soddisfare il bisogno più recondito dell'umanità. Solo una creatura eterna può rendere, beh, eterni. E credetemi, lei desiderava amarlo per sempre più di qualsiasi cosa. Perciò, dopo mesi di ricerche condotte nelle più antiche biblioteche del mondo, unendo le competenze alchimiche di lui e la sapienza divina di lei, riuscirono a scoprire che la ricetta dell'impossibile era ironicamente piuttosto semplice; tuttavia, ciò che serviva per attuarla era pressappoco introvabile. Ma se da una parte l'ambizione dell'alchimista trovava completa soddisfazione solo nell'aver trovato la soluzione al desiderio impossibile della sua specie, per la regina di ghiaccio questo non era abbastanza. Non si sarebbe fermata finché non avrebbe condiviso il dono dell'immortalità con l'uomo che aveva giurato di amare in eterno. Viaggiò per mesi alla ricerca degli ingredienti necessari: un frutto dal praticamente estinto albero di Aballon e del legno dello stesso per fabbricarvi una coppa, una pinta di acqua pura della leggendaria fonte di Lanfruta e infine un cinque foglie di Ratis>> fu interrotto, il cantautore, dall'innocente e curiosa voce di un bambino dall'accento di Fontaine. La domanda era semplice, la coppa e il frutto non potevano essere presi dallo stesso albero? La risposta del giovane deluse assai le semplici ma fragili aspettative del bambino: toccare il fusto dell'albero avrebbe fatto raggrinzire il frutto anche se questo era già stato colto.
<< Per quanto l'impresa fosse ardua, non c'è nulla che possa opporsi alla volontà di un dio. E fidatevi delle mie parole, la dea del ghiaccio era disposta a sacrificare tutto per lui. Partì una notte, senza dire niente al suo amato, sparì all'improvviso e senza lasciare alcuna traccia, come la neve in una tiepida giornata di primavera. Rimase in viaggio per quelli che dovevano essere mesi, ma i mesi diventarono anni. Per un primo momento, il cuore dell'alchimista fu straziato dal dolore per la perdita della sua amata, che suppose ne avesse avuto abbastanza della sua decadenza mortale. Non volle ricevere più nessuno e si richiuse in richiuse in sé stesso, diventando un eremita. Col passare del tempo, la ferita aperta si trasformò più in un dolore sordo e permanente, che si accentuava ogni giorno, quando si sedeva nel posto speciale del suo giardino che aveva condiviso per anni con la sua amata. Cercava come poter di sopprimere la scintilla di speranza del suo cuore, invano. Una qualche parte di lui sapeva che sarebbe tornata. E infatti, lei tornò. E portò con sé gli ingredienti impossibili da trovare. Si avvicinò all'uomo, troppo attonito e sopraffatto dalla gioia per dire qualsiasi cosa, gli prese la mano e lo condusse dentro la casa che un tempo avevano condiviso. E, insieme, prepararono il sidro dell'immortalità: infusero il frutto di Aballon nell'acqua della sorgente magica, unendovi le foglie del raro Ratis, per poi servire tutto nella coppa.>> fu interrotto ancora, da un curioso "e poi?" di una bambina in abiti tipici di Inazuma, visibilmente interessata dalla storia che stava ascoltando per la prima volta. Una storia dimenticata, o volutamente cancellata... chissà.
<< E infine lui bevve, e divenne immortale. Tutto il tormento, tutte le fatiche, erano state ricompensate. O così credevano. Come vi ho detto prima, gli arconti sono parecchio gelosi della loro immortalità. Perché è l'unica cosa che separa la nostra imperfezione dalla loro perfezione. E vedere un uomo, per quanto straordinario, diventare come loro? Beh, semplicemente non poterono accettarlo. La dea del ghiaccio lottò con tutte le sue forze per proteggere il suo amato, ma non poté tenere testa a tutti i suoi compagni arconti. Le portarono via il suo amato, per sempre. E l'unico uomo che per un secondo raggiunse l'anelito più recondito dei suoi simili, morì. La dea di ghiaccio, dilaniata dal dolore e dal rimpianto, ritornò nel suo regno, e le altre divinità cancellarono ogni prova che l'alchimista fosse mai esistito. E all'unico uomo che raggiunse la vera immortalità, non restò neanche la soddisfazione di viverla nei ricordi.>> la storia senza lieto fine che raccontava dell'amore della Tsaritsa era ormai di dominio pubblico: cavalieri di Monstradt, mercanti di Liyue, samurai in visita da Inazuma, attori di Fontaine, Fatui di Snezhnaya e chi più ne ha più ne metta udirono di una tragica storia d'amore che anche Rex Lapis aveva voluto dimenticare, come parte di un tanto tremendo contratto. Desiderare l'immortalità per poi venir condannati alla damnatio memoriae, a nessuno è augurata una storia simile. Ma ora, sulle labbra dei visitatori del festival sorgeva una domanda: come faceva il cantastorie a conoscere una leggenda che persino gli arconti vollero dimenticare?
Averkiy, nascondendosi dietro ad una teatrale espressione commossa, si stava attentamente guardando attorno: poco tempo, gli restava troppo poco tempo per rivelare i segreti che sarebbero dovuti rimaner sigillati entro quel ciclopico portone di ghiaccio, segreti rivelati solo a loro, ai più fedeli cagnolini di una dea dal cuore infranto, se ancora ne aveva uno.
Eccoci finalmente giunti alla fine di questo chilometrico prologo, che vi consiglio di leggere attentamente perché su questa leggenda- opportunamente inventata- si baserà tutta la trama. Lo so che è estremamente lungo come capitolo introduttivo, ma non potevo riassumere e permettevi di cogliere bene allo stesso tempo l'ambientazione. Per questo motivo vi prego di sopportare la lunga introduzione, poiché onestamente ne è valsa la pena scrivere così tanto.
Tornando a noi: sono ben accetti commenti, teorie ecc. Chi ha un occhio attento capirà già subito la piega che sta prendendo la situazione, ho volutamente inserito il nome del cantastorie per un motivo, no?
Teorie a parte, questo capitolo avrà due commenti di role: quello che si chiamerà "Liyue Harbor" e quello che sarà riferito al cantastorie che sta rubando il lavoro a Venti. Nel capitolo di Liyue Harbor la role sarà libera, potrete ruolare dove volete e come volete, con chi volete, senza distinzione di affiliazione. Quel capitolo è lì per permettere ai vostri personaggi di interagire, se volete io e Law siamo ben disposte a ruolare con voi gli npc di Liyue, su richiesta, e persino gli Harbringers.
Nel capitolo con il cantastorie si ruolerà principalmemte con lui stesso, che a turno faremo io e Law: lui sarà lì a rispondere alle domande del pubblico, chiunque gli ascoltatori siano (attenzione: non risponderà alle domande dei Fatui, sa chi sono e starà ben attento a non lasciarsi ingannare). Sappiate che la role con il cantastorie sarà a tempo limitato perché ad un certo punto succederà una particolare cosa e non sarà più possibile ruolarci. Per questo motivo se volete farlo vi consiglio di sbrigarvi.
• Non abbiamo deciso un tempo massimo per cui questo capitolo rimarrà attivo, presumibilmente due settimane minimo: avete tempo!
Con questa spiegazione, buona role a tutti!
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