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Β«Finalmente ti ho trovato.Β» Max si fermΓ² di fronte al tavolo della biblioteca, uno dei tanti disposti fra i mastodontici e antichi scaffali, e posΓ² le mani sui fianchi. Β«Nessuno pareva sapere dove fossi andato a cacciarti. Sono dovuto ricorrere al nostro legame di sangue per rintracciarti.Β» Era un vero peccato che a Obyria i cellulari non funzionassero.
ScavalcΓ² la panca che si trovava dirimpetto a quella su cui sedeva Dario e si accomodΓ². Lo guardΓ² alzare lo sguardo e abbozzare un piccoloΒ  e contrito sorriso. Β«Scusami, Γ¨ solo che... non riuscivo a dormire e mi sono alzato presto.Β» In mano aveva delle pergamene dall'aspetto molto antico. Andava avanti in quel modo da quando aveva parlato con Lucifero.

Max lo studiΓ² con attenzione. Β«Altri incubi, vero?Β» domandΓ², provando a nascondere l'ansia. Β«Non hai riposato per niente, te lo leggo in faccia.Β»

L'altro vampiro esitΓ². Β«Stanno diventando sempre piΓΉ invasivi e numerosi. Mi spaventano da morire, in generale, perΓ²...Β»

Β«Ricordi quello di ieri notte?Β»

«Sì. E come stavo per dirti, stavolta è stato diverso.» Dario esitò ancora, tamburellando le dita sul legno. «Se ti racconto cosa ho visto e cosa è successo, prometti di non prendermi per matto.»

Maximilian sorrise di sbieco. Β«Ma tu sei mattoΒ» lo contraddisse con affetto. Β«Dai, spara. Ormai le stranezze sono il mio pane quotidiano.Β»

Β«Okay, allora... come reagiresti se ti dicessi che sembrava tutto reale e vivido? Come se in realtΓ  non stessi sognando, ma... semplicemente fossi riuscito a raggiungere una sorta di luogo realmente esistente, ma solo situato in una realtΓ , anzi una dimensione, diversa dalla nostra?Β»

Max sbattΓ© le palpebre. Β«Beh, direi che Γ¨ bizzarro, a tratti inquietante, ma interessante. Continua.Β»

Β«Era tutto molto surreale e strano, ma per una volta non mi sono sentito in pericolo o come se dovessi temere da un momento all'altro l'arrivo di qualcosa o qualcuno che potesse essere per me una minaccia. In qualche maniera... mi sentivo a casa e piΓΉ mi guardavo attorno, piΓΉ realizzavo di esserci giΓ  stato tante altre volte, eppure so di non aver mai visto un luogo del genere. Non in questa vita. Capisci?Β»

Β«Pensi sia legato a Rasya?Β»

«All'inizio non lo ritenevo probabile, finché non sono andato da Iago e gli ho chiesto di poter consultare alcuni dei volumi che ha riportato con sé dopo il viaggio a Sverthian.» Dario accennò a tre libri a loro volta dall'aria che andava oltre il semplice termine antico. «Togliendo che sono scritti in lingua sverthiana e non ho comunque avuto problemi a comprendere tale dialetto, è ciò che ho trovato nelle loro pagine a lasciarmi intendere che sono molte le cose riguardo Rasya che ignoravamo.» Aprì uno dei libri e in fretta rintracciò il punto che voleva portare in esame. Capovolse il volume e con il magro indice picchiettò su un trafiletto scritto in caratteri che parevano quasi un connubio di rune molto arcaiche e l'antico alfabeto greco, ma anche qualcosa che Maximilian non seppe classificare. «Se te lo stai chiedendo, Max, a mio parere qui c'è qualcosa che riconduce persino all'alfabeto meroitico, di per sé antichissimo.»

Β«Oh, dio, ma come fai a sapere tutta questa roba? Sei un nerd altamente potenziato, altro che storie!Β» esclamΓ² il biondo. Gli girava la testa giΓ  a sentire quelle cose.

L'altro lo squadrò duramente. «Concentrati, mente pigra» lo ammonì. «E sta' a sentire: qui dice che Rasya era una divinità in pratica spuria, ovvero non era presente nei primi accenni della mitologia sverthiana. Il suo culto venne alla ribalta solo nella seconda era che, in termini umani, più o meno, corrisponderebbe a un intervallo di tempo da collocare insieme al pieno sviluppo della civiltà dell'antica Grecia. Anzi, come spiega sotto, addirittura dopo. Non si sa con certezza, ma fatto sta che Rasya non era in alcun modo parte del pantheon primordiale degli dei di Sverthian. Tutto ciò conferma quanto mi ha riferito Lucifero dopo che l'ho sì e no torchiato, ovvero che Rasya non era altro che uno dei suoi fratelli. Era fra gli esseri celesti più antichi e...»

Β«Buono, buono!Β» lo interruppe Max, sconvolto. Β«Rasya era un angelo?Β»

«Oh, avanti! Tieni il passo!» Dario gesticolò animatamente. «Tutto ebbe inizio da lì, quando avvenne quel pandemonio dell'epurazione a danno dei Nephilim. Rasya prima era una sorta di angelo dispensatore di protezione e serenità a beneficio dei dormienti, e per evidenti ragioni sin da lì ho pensato istintivamente a Morfeo! Perciò ho chiesto a Lucifero se per caso suo fratello, in realtà, si fosse in seguito fatto passare per quella divinità, e sai cosa mi ha risposto?»

Β«Era lui?Β»

Β«Certo che no! Andiamo, Max, fa' lavorare il cervello!Β»

Max lo amava e lo adorava, specialmente quando lo vedeva così immerso e coinvolto in una questione, così appassionato, ma accidenti se non l'avrebbe strangolato quando dava per scontato che il prossimo potesse stargli sempre dietro e capire cosa gli circolava nel cervello.

Β«Sono scemo e non capisco, perciΓ² spiegati ed elabora per entrambiΒ» tagliΓ² corto.

Β«Oh, e va bene! Insomma, Morfeo era ed Γ¨ ancora, visto che Γ¨ tuttora vivo e vegeto, il figlio di Rasya!Β»

Β«Cosa?Β»

«Sì, la mia reazione è stata quasi la medesima. In effetti è scontato.»

Β«... sto per lanciarti qualcosa, giuro.Β»

Dario sbuffΓ². Β«Va bene, va bene. Le domande che mi sono posto, a quel punto, sono queste: come diavolo Γ¨ possibile che poi Rasya sia diventato una divinitΓ  della morte? DivinitΓ  che presenta, fra l'altro, molte analogie non solo con esseri come Ade, Hela e persino Anubi o... addirittura come l'entitΓ  Caronte, il traghettatore di anime per eccellenza! Era un angelo con il compito di vegliare sui sogni dei mortali e c'entra ben poco con la morte, giusto? La seconda domanda Γ¨ la seguente: cosa ci azzeccava con il pantheon greco, visto e considerato che Morfeo ne fa parte? E la terza domanda Γ¨ questa: da dove Γ¨ saltato fuori Morfeo?Β»

Max sbattΓ© le palpebre. Β«Non fai ancora uso dei Fiori del Buio, vero?Β» chiese serio.

L'altro tamburellΓ² le dita con aria seccata sul libro, guardandolo fisso. Β«Non mi stai prestando la benchΓ© minima attenzione.Β»

Β«Ti sto ascoltando, ma non ti offendere quando dico che sembri un iperattivo da manuale, Sherlock Holmes-Alla-Seconda!Β»

Β«No, non sto prendendo un bel niente. Capiscimi, vado matto per questa roba!Β»

Β«Va bene, quindi?Β»

Β«Quindi Lucifero alla fine ha vuotato veramente il sacco, e giuro che avrei voluto prenderlo a legnate per non aver subito chiarito un paio di cosette che ci avrebbero semplificato l'esistenza, specialmente a me.Β»

Β«Ti ascolto.Β»

«Ebbene, dopo l'annientamento dei Nephilim, Rasya riuscì a mettere in salvo i propri figli avuti con una mortale, ma lei venne invece uccisa da Michele. Questo causò una profonda spaccatura nei ranghi angelici, ma Rasyel, all'epoca ancora si chiamava così, in poche parole era arrabbiato come non mai e decise di allontanarsi dai fratelli. Ebbe inizio quella che in questo libro», Dario recuperò un quarto volume, «viene chiamata la corruzione di Rasyel. È stato Lucifero a darmelo, lo conservava nel suo Archivio degli Oggetti Illeciti all'Inferno e lo ha recuperato prima di venir sì e no sbattuto fuori dal proprio regno. In pratica, da quel momento in avanti Rasyel andò corrompendo progressivamente la propria Grazia fino a renderla qualcosa di diverso e di oscuro. Fu l'odio che iniziò a covare nei confronti della propria famiglia a manomettere la sua natura angelica e un tempo benevola. Lucifero ha detto che aveva in origine delle ali iridescenti, ma quando poi lo incontrò molto tempo dopo, in seguito all'auto-esilio, scoprì che erano diventate nere. Rasyel, dunque, era davvero il primo angelo caduto, un predecessore del Diavolo stesso, e tutto ciò è stato però celato ai posteri, anche se non so perché.»

Max ci pensΓ² su. Β«Beh... c'era di che vergognarsi, non ti pare? Specialmente considerando la porcata nei confronti dei Nephilim. Si trattΓ² di un autentico genocidio, a rigor di logica, e se avessero permesso alla faccenda di Rasyel di fare il giro dell'intero Mondo Ultraterreno... insomma, probabilmente sarebbe saltato fuori un gran bel casino, forse una rivolta in piena regola. Voglio dire che tutti avrebbero pensato questo: se lo ha fatto lui, allora posso farlo anche io. L'insabbiamento fu una mossa puramente politica, a mio parere.Β»

Β«Potrebbe essereΒ» replicΓ² Dario con molto giudizio, trovandosi d'accordo con lui. Β«Spiegherebbe molti arcani, in effetti.Β»

Β«In fin dei conti fecero la stessa cosa con te, in un certo senso, quando ti diedero la colpa della morte di Richard e solo per non ammettere che probabilmente, all'epoca, c'erano membri all'interno della cerchia di regnanti di Obyria che si ritrovavano invischiati in chissΓ  quali affari loschi riconducibili ad Arwin. Preferirono dare la colpa a te e al diavolo la trasparenza. Di nuovo: mossa politica e strategica. Un capro espiatorio per permettere ai piΓΉ di scamparla e proseguire indisturbati con le loro occupazioni.Β»

Β«GiΓ Β» commentΓ² l'altro vampiro, roteando gli occhi, poi perΓ² abbozzΓ² un sorriso, si sporse e baciΓ² al volo il fidanzato. Β«Finalmente riconosco il vampiro intelligente di cui mi sono innamorato. Ciao, Max, mi sei mancato!Β»

«Piantala e va' avanti, diva isterica!» rise Maximilian, ringraziando di essere morto e solo perché gli evitava di arrossire ad ogni piè sospinto.

Β«Bene, a questo punto sappiamo perchΓ© di Rasyel non ci Γ¨ mai pervenuto alcunchΓ©, se non documenti e rimembranze che Lucifero, forse, redasse personalmente, anche se dovette tenere per sΓ© su richiesta di Michele quanto accaduto.Β»

Β«Quindi come si ricollega tutto ciΓ² a Morfeo?Β»

Β«Te lo spiego subito: Azrael.Β»

Β«Che c'entra lei?Β»

Β«Era sua sorella, e con sua sorella voglio dire che vennero creati insieme. Condividevano la medesima natura, solo che poi si era sviluppata in maniere differenti, quasi agli antipodi, ed erano complementari: lui si occupava dei sogni e del riposo fine a se stesso, legato alla vita, lei invece era quella che dispensava il riposo eterno, la morte. Come lo yin e lo yang, in sostanza, che devono coesistere e non possono semplicemente annullarsi a vicenda. Si susseguivano in un cerchio infinito.Β»

Β«Quindi?Β»

Β«Non ci arrivi proprio?Β»

Max riflettΓ©, poi spalancΓ² la bocca. Β«PuttanateΒ» sentenziΓ² infine. Β«Non puΓ² essere.Β»

«Invece ti dico che è proprio come pensi. Parole di Lucifero, non mie, e sembra che fosse quasi normale all'epoca. Per gli dèi o persino per le stesse creature celesti non è come per i mortali.»

Β«Ah, quindi dalle loro parti Γ¨ permesso spassarsela con le proprie sorelle?Β»

«A quanto pare sì. Perciò... in poche parole, quei due erano regolarmente sposati, lo furono almeno dopo l'epurazione dei Nephilim. Con l'andare del tempo si discostarono dal Mondo Ultraterreno e piuttosto fraternizzarono con gli Olimpi.»

Β«E da qui venne fuori Thanatos.Β»

Β«Esatto.Β»

Β«E Rasyel invece stava dietro le quinte?Β»

Β«MacchΓ©, si prese anche lui la propria fetta di prestigio: presso il popolo dei Greci, infatti, v'era il culto di molte divinitΓ , una delle quali era Hypnos, il dio del sonno. I Greci poi vollero intendere la storia come gli aggradava, ma noi sappiamo invece che in realtΓ  Hypnos e Thanatos erano compagni e dalla loro unione nacquero poi altre divinitΓ , tre delle quali erano per l'appunto Morfeo, Icelo e Fantaso.Β»

Β«AccidentiΒ» commentΓ² Max. Β«Bisogna essere dei veri stronzi per chiamare uno dei propri figli Icelo.Β»

Β«L'altro nome con cui Γ¨ conosciuto risulta essere Fobetore, a te la scelta.Β»

Β«Va bene, ritratto tutto, ma erano comunque degli stronzi.Β»

Dario fece una pausa. «E qui iniziano le vere stranezze. Ad esempio: perché mai Rasya, Hypnos o qualunque nome si voglia affibbiargli, si ritrovò a Sverthian e a governarne l'aldilà? Come riuscì Grober ad assoggettarlo e a renderlo praticamente suo schiavo? Chi gli disse come farlo senza restare vittima dell'ira d'un'entità feroce e aggressiva qual era all'epoca Rasya, quando qualcuno osava sfidarlo? È evidente che fosse, inoltre, uno abbastanza astuto e difficile da ingannare, figuriamoci da asservire, quindi cosa accadde?» Sospirò e si massaggiò le tempie. «Quando... insomma, quando io e te abbiamo discusso l'ultima volta e poi Sophie ci ha praticamente impedito di scappare e costretti ad affrontarci a vicenda, mi ero fermato a questo punto e non riuscivo a proseguire. Lucifero mi ha decisamente offerto diversi spunti di riflessione, è vero, ma non è abbastanza e sembra sempre restio a parlare del fratello, ancor di più se si osa nominare Grober. Recalcitrante come un vecchio mulo, fidati.»

Β«Siamo sicuri che non stia nascondendo qualcos'altro?Β»

«È dalla nostra parte, lo ha già dimostrato ampiamente. Non mi sta particolarmente simpatico, sia chiaro, ma credimi... gli si legge negli occhi che intende andare fino in fondo.»

Max perΓ² volle insistere: Β«Eppure lui e Grober erano regolarmente sposati, sovrani dell'Inferno e avevano persino adottato Lilith e scelto di renderla immortale trasformandola nel primo demone affinchΓ© potesse restare con loro e vivere in eterno. Mi sembrano motivazioni sufficienti per un eventuale doppiogioco, non ti pare? Voglio dire... Grober Γ¨ parte della sua famiglia, era e resta il suo sposo, Dario. Come possiamo esser certi che la volontΓ  di Lucifero sia di fermare a qualsiasi costo quel mostro, anche se dovessimo ricorrere alla sua eliminazione?Β»

«Ah-ah, non ci provare» lo ammonì l'altro vampiro. «Vuole ciò che vogliamo noi: che tutto finisca. Credimi, è disposto a uccidere lui stesso Grober, nel caso le cose si mettessero male e tutto finisca per andare in malora, qualunque piano abbiano in mente James e Alex. La corsa ai ripari, a quel punto, spetterebbe a Lucifero. A mio parere è il solo che potrebbe tenergli realmente testa. Se Grober lo ha attaccato per primo, senza che la guerra vera e propria fosse iniziata, vuol dire che lo teme e voleva neutralizzarlo almeno in parte per avere un vantaggio.»

Β«Cynder afferma, perΓ², che secondo un certo angelo profeta di nostra conoscenza il lavoro piΓΉ grosso ricadrebbe su Andrew. Pare che sia lui, in realtΓ , quello designato a risolvere la situazione.Β»

Dario deglutì. «Lo so, ma come ho detto già a Skyler: non intendo permettere a nessuno di forzarlo a fare qualcosa che non vuole fare. Quando tornerà sarà distrutto, Max, e loro pretendono che si rimetta subito in sesto per andare a guerreggiare contro Grober. Dimenticano che non è un fantoccio, che ha dei sentimenti, tragedie alle spalle, motivazioni valide per chiamarsi fuori da questo casino. Non mi va a genio forzargli la mano.»

Max lo guardΓ², ma non pareva voler giudicarlo. Β«Di' la veritΓ : vorresti che lo facesse. Vorresti che scegliesse di far fare tutto a qualcun altro e che restasse al sicuro. Giusto?Β»

«Nessuno può biasimarmi per questo. Tu penseresti la stessa cosa se al posto di Andrew ci fosse Vera, no? Insomma, le permetteresti di affrontare Satana in persona, al culmine dei suoi oscuri poteri, con il rischio di non fare ritorno da viva? Rimarresti a guardare mentre... mentre Grober la tortura nella mente, poi nel corpo, e infine la schiaccia come se fosse un insetto qualsiasi sulla sua strada? C'è il rischio che accada questo, Max. Dicono che Andrew abbia ogni carta in regola per vincere, ma se non fosse così? Se ci stessimo solo agiando sugli allori?» Dario tacque. «Ho promesso ai suoi genitori di proteggerlo, anche a costo della mia stessa vita. Ho giurato a Markus, sul suo letto di morte, che non avrei badato a spese né a sacrifici pur di guardare le spalle a Andrew e a Skyler.»

Β«Skyler?Β»

Β«Ci arrivi da solo e vorrei non lo dicessi a lui. SarΓ  giΓ  abbastanza imbarazzante confrontarmi con Andrew, non mi va di peggiorare tutto quanto dicendo la veritΓ  anche a Skyler. Iago, a quanto pare, non riesce proprio a tenere a freno la lingua per colpa dell'evidente gelosia nei confronti di Andrew. Detesto dirlo, ma Alex ha incasinato veramente i miei piani. Non serve essere dei geni per capire come sta la storia. Iago ha accumulato tanta di quella tensione, da quel che ha raccontato, da essersi fatto sfuggire piΓΉ di un paio di cosette sul sottoscritto: gli ha detto perchΓ© ero stato indulgente con lui, quello che feci piΓΉ di cent'anni fa e anche che venni nominato suo Padrino da Scarlett e Markus. Ha reso vano ogni mio singolo sforzo che ho compiuto negli ultimi trent'anni.Β»

Β«E... allora? Sai anche qual Γ¨ stata la reazione di Andrew?Β»

Β«Dico, vuoi scherzare? Allora un bel niente. Non ho voluto sapere altro, non avevo il coraggio di scoprire cosa pensi ora di me quel ragazzo. Probabilmente mi disprezza, proprio come farebbe qualsiasi persona dotata di buonsenso. Avrebbe tutte le ragioni del globo per detestarmi.Β»

Max scosse la testa. Β«Secondo me, invece, si vede proprio che hai fatto di tutto e di piΓΉ per evitarlo e non affezionarti a lui piΓΉ di quanto giΓ  non lo fossi sin dalla sua nascita. Mi dispiace dirti, perΓ², che grazie a questo non conosci l'uomo che Andrew Γ¨ diventato. Sei un testone e parti subito dal presupposto che dicendo la veritΓ  farai del male a quella persona, il che Γ¨ un ragionamento sbagliato e stupido.Β»

Β«Vorrei vedere te al mio posto.Β»

Β«Al tuo posto avrei permesso a Andrew di vivere sapendo giΓ  tutto di Obyria e della storia della sua famiglia. Tu lo hai allontanato dalla veritΓ  pensando di proteggerlo, e lo capisco, ma guarda a cosa ha portato l'avergli celato ogni cosa. Non puoi proteggere le persone da pericoli dei quali neppure sono al corrente. Sicuramente quel ragazzo avrΓ  un bel po' di domande e tu, se davvero gli vuoi bene, dovrai rispondere a tutte quante e affrontarlo. Lo hai fatto con Lorenzo, puoi farlo anche con lui.Β»

«È diverso.»

Β«Solo per il fatto che probabilmente Andrew non ti odia, se non perchΓ© crede, da quel che ho sentito, che all'inizio tu volessi soffiargli da sotto il naso Alex.Β»

Dario fece una smorfia ed emise un lamento frustrato. Β«Ancora circola quella storia?Β» commentΓ² infastidito, ben memore delle accuse di Brian Herden in merito alla questione; accuse per le quali un vampiro meno ragionevole avrebbe avuto il gran piacere di far saltare la testa a un certo ex sceriffo con la lingua troppo lunga. Un gran bel granchio, non c'era alcun dubbio. Β«Come se giΓ  gli altri Esper non mi avessero dato gatte da pelare e problemi a non finire, nei secoli passati. Lo stavo solo tenendo d'occhio, diamine. Lungi da me voler creare qualsivoglia inciucio, credimiΒ»

Β«E come la mettiamo con l'avergli permesso di incontrare suo figlio?Β» insistΓ© Max, deciso ad arrivare in fondo all'arcano. Se la veritΓ  era ben altra, voleva sentirla, dato che si prospettava una questione interessante.

Il moro sbuffΓ² sonoramente. Β«E va bene, va bene! Mi sentivo in colpa, tutto qui!Β»

Β«E perchΓ© mai?Β»

«Vuoi la verità? Io... io ho odiato quel ragazzo per anni, Max! Quando all'ultimo presentai al funerale di Andrew, lo vidi e ti giuro che fu mia moglie a dirmi che sarebbe stata una pessima idea agguantare quel marmocchio e fargli sputare la verità su cosa era successo a Andrew veramente. Perché sentivo che sapeva qualcosa, glielo si leggeva in faccia, ma non parlava, continuava a nascondere tutto anche allo sceriffo di Hanging Creek!» Fece una pausa. Era chiaramente innervosito. «Quando... quando Andrew sparì e tu me lo riferisti... ero sotto shock, ma poi, quando arrivai in città e tu mi hai raccontasti i dettagli, quando mi dicesti che era stato Alex a lanciare l'allarme... feci subito due più due, specialmente quando mi informai, anni dopo, e scoprii che era imparentato con Fawkes, il serial killer.»

Ci mancò poco che a Maximilian non cadesse la mascella inferiore sulla scrivania, tale era il suo shock. Si chiese come avesse potuto uno come Dario essere così cieco e pieno di pregiudizi che erano stati smentiti sì e no da decenni. «Credevi lo avesse ucciso?» fece sconvolto. «Questa sì che è bella!»

«Smettila di prendermi in giro. Per un po' l'ho pensato, sì. Quando mi recai a Hanging Creek, però, mi rivolsi allo sceriffo e lo convinsi a farmi parlare con Alexander. Accadde lo stesso giorno in cui tu mi riferisti a grandi linee cos'era successo.»

Β«E come facesti a convincere Keegan, scusa? Era testardo come un somaro, anzi due volte tanto!Β»

Dario esitΓ², poi fece spallucce e puntΓ² altrove lo sguardo, mugugnando: Β«F.B.IΒ».

L'altro lo squadrΓ² con aria ragionevolmente scettica. Β«Pazzesco. E se l'Γ¨ bevuta?Β»

«Fino all'ultima goccia. Sono abituato a lavorare sotto copertura, lo sai. È stato il mio lavoro finché Atlas non mi ha messo all'angolo e costretto ad accettare quelle stupide elezioni. Sia sempre maledetto quel giorno.»

Β«Fra te e James non so chi sia il piΓΉ sconsiderato, dico davvero. Chi dei due ha fatto scuola all'altro, giusto per chiarire?Β»

Β«Falla finita. Avevo bisogno di sapere.Β»

Β«Va bene, e cosa ti disse Alex?Β»

«Niente. Proprio niente. E lo ammetto: lo misi sotto torchio e feci il poliziotto cattivo, ma ottenni solo di farlo spaventare a morte. Si ridusse al mutismo e non volle più rispondere alle mie domande e non potevo rischiare oltre o di usare le mie capacità. Non sarei neppure dovuto trovarmi lì, in teoria. Non volle sputare il rospo, anche se gli leggevo negli occhi che sapeva la verità, sapeva cos'era accaduto a Andrew, solo che probabilmente pensava che un agente dell'F.B.I non avrebbe creduto a cose come i vampiri. Il mio fu un errore di calcolo, purtroppo.»

Β«Eri coinvolto emotivamente, ovvio che poi ti mettesti nel sacco da solo. Te lo dicevo che sarebbe stato solo un errore gestire tutto da solo, senza qualcuno a far da intermediario, ma ovviamente non hai dato retta nΓ© a me nΓ© a tua moglie.Β» Max alzΓ² gli occhi al cielo, sospirando. Β«Lui non ricorda niente di quella volta?Β»

Β«Certo che no. Prima avevo fatto venire direttamente da New Orleans una strega amica di Sophie: le dissi di manomettere la memoria del ragazzo. AndΓ² tutto liscio e no, Alex non ricorda niente di quel giorno. So come non lasciare tracce, quando voglio, e non potevo permettere che se ne andasse in giro a raccontare a qualcuno di come un sedicente agente dei servizi segreti lo avesse messo all'angolo e minacciato con la galera pur di fargli sputare il rospo.Β»

Β«Se solo ne fossi venuto a conoscenza all'epoca, ti avrei preso a ceffoni. PerciΓ² ti sentivi in colpa per aver terrorizzato un ragazzino di diciotto anni? Certo che sei un bellimbusto di prima categoria! Sei stato sleale!Β»

«Non mi sentivo in colpa per quello. Il punto è che...», Dario sospirò. Non era sicuro se continuare o meno. Provava sincera vergogna per l'atteggiamento che aveva adottato nei confronti degli eventi accaduti in Oregon. «Continuai ad avere un informatore appostato a Hanging Creek. Sapevo che lasciar perdere del tutto la città sarebbe stato un errore e... avevo ragione. Questo informatore mi riferiva che ogni anno, in seguito al ritrovamento del cadavere di Andrew, Alex era solito tornare in città per far visita alla tomba di Andrew e io ero così accecato dalla convinzione che fosse stata sua la colpa, che avesse fatto apposta di trascinare in quel bosco Andrew o di averlo comunque abbandonato al proprio destino, da essere sicuro che il suo fosse un comportamento da manuale. Il carnefice, seppur indiretto, che torna sul luogo del crimine. Mi sono detto che c'era da aspettarselo, considerando la sua parentela con Fawkes. Che avesse nel sangue l'indole da assassino. Ormai iniziavo a nutrire seri sospetti e ad avvallare teorie su teorie, visto che più invecchiava e più sembrava diventare la copia sputata del suo prozio.»

Β«Ma fosti tu a cercare di far commutare la pena di Fawkes in ergastolo, se ben ricordo. Eri dalla sua parte, sapevi che qualcosa non tornava in quella storia.Β»

Β«Non ero ancora certo se mi avesse detto la veritΓ  fino in fondo o meno. Non sapevamo niente della possessione nΓ© di Grober, ricordi? A volte mi ripetevo che Fawkes mi avesse semplicemente mentito e messo nel sacco per tentare di muovermi a pietΓ . Credevo di non poter fidarmi davvero della sua parola. In fin dei conti era un criminale.Β»

Β«Una volta non avresti pensato certe cose, sapendo cosa significa essere visti come dei reietti senza speranza di redenzione. Non pensavo che la crudeltΓ  fosse diventata una prerogativa anche tua.Β»

Β«Non lo conoscevo abbastanza bene da poter elargire un giudizio sicuro. Non Γ¨ crudeltΓ , ma semplice buonsenso.Β»

Β«Quindi a tuo parere Alex aveva ereditato la vena assassina del lontano zio e quest'ultima era affiorata, per chissΓ  quale motivo astruso, con Andrew?Β» insistΓ© Max, ignorandolo.

Β«PiΓΉ o meno il succo era quello.Β»

Β«Ho conosciuto suocere meno perfide di te e poliziotti meno ricolmi di pregiudizi, senza offesa. Di stronzate ne ho sentite, ma questa le batte tutte.Β»

Β«Da che parte stai?Β»

Β«Da quella della ragione e tu, mio caro, avevi torto marcio.Β»

Dario squadrΓ² il fidanzato con aria imbronciata e contrariata. Β«Avevo le mie ottime ragioniΒ» protestΓ² borbottando.

Β«Hai adattato i fatti alle teorie. Un errore da principiante.Β»

Β«Vuoi piantarla? Mi sono dato dell'idiota da solo giΓ  troppe volte.Β»

Β«Quindi perchΓ© ti sentivi in colpa?Β»

«Perché... quando l'informatore mi avvisò che forse il Mostro di Hanging Creek poteva esser tornato e che forse Alex per primo si trovava in grave pericolo...», Dario di nuovo esitò. «Non volli fare niente. Mi dissi che non mi riguardava, che Alex avrebbe avuto presto solo ciò che meritava. Aveva provocato la morte di Andrew, in un modo o nell'altro, e solo questo mi era sufficiente a sentenziare che non meritava il mio aiuto né la mia pietà. Ripensavo solo, ancora e ancora, a quando ero tornato in quella maledetta città per esaminare di persona il cadavere. Ripensavo a tutti i segni che avevo visto sul corpo di un ragazzo che avevo quasi visto nascere e avevo tenuto in braccio quando era appena un neonato. Non riuscivo a immaginare quanto dolore dovesse aver provato prima di morire e quanto lunga fosse stata l'agonia. Il mio figlioccio era morto a venticinque anni dopo averne trascorsi sette imprigionato e seviziato da Arwin, mentre quell'Alex, invece, era andato avanti, si era fatto la propria vita e tutto il resto. Dov'era la giustizia in tutto questo? Perché mai avrei dovuto mostrare pietà quando a Andrew, invece, non ne era stata offerta alcuna? Ho visto Scarlett perdere il senno dopo aver visto il cadavere torturato del figlio e la sola persona che avrebbe forse potuto evitare la tragedia sin dal principio aveva invece voltato le spalle alla coscienza e scelto di tacere. Non condannarmi così duramente, Max. In quel momento pensavo solo a tutto il dolore che io per primo ancora provavo, nonché la rabbia che avevo accumulato negli anni.» 

Non aveva bisogno di guardare Max per sapere che lo stava fissando con aria scioccata e incredula.

Β«PerciΓ²... non feci niente. Voltai le spalle alla questione e mi convinsi a intervenire solo quando Askan venne da me, pregandomi di ascoltarlo, e mi disse chi era in realtΓ  il sedicente Mostro di Hanging Creek. Quando mi rivelΓ² che Andrew era il responsabile di quelle morti... mi sentii male. Sapevo cosa sarebbe successo se nessuno lo avesse fermato, e non volevo che finisse come me, in prigione e condannato per sempre solo perchΓ© aveva sofferto e stava ancora soffrendo. Non volevo sbilanciarmi con Askan, perΓ², e feci la mia parte in base al ruolo che ricoprivo, ma... speravo davvero che il piano avrebbe funzionato. Pensavo sul serio che tutto sarebbe finito quando avessimo catturato Arwin, e invece niente. Come ben si sa, Γ¨ andato tutto a puttane e altro non era che la punta di un dannato iceberg con il quale stiamo per avere una disastrosa collisione. Tra non molto Obyria andrΓ  a far compagnia al Titanic in fondo all'oceano della rovina.Β»

Max non negava di essere esterrefatto dopo aver saputo i reali retroscena di quella faccenda. Non si era aspettato una simile confessione e mai avrebbe pensato che Dario fosse stato capace di una tale indifferenza, cosΓ¬ tanta da farlo sembrare la copia sputata di Atlas, il suo predecessore, nonchΓ© β€Ÿnonno" vampiresco, visto che egli aveva trasformato Arwin. Capitava sovente che alcune caratteristiche del Creatore, durante la cessione del sangue all'umano designato, finissero per essere trasmesse in qualche modo al vampiro neonato e, forse, alla stirpe che poi il nuovo non-morto avrebbe iniziato a propria volta. Non era cosΓ¬ scontato, dunque, che in effetti alcuni tratti del carattere e del modo di fare di Atlas fossero stati tramandati, attraverso Arwin, a Dario.Β  Non era scontato proprio perchΓ© solamente Atlas si sarebbe potuto comportare a quel modo, accecato dalla convinzione di avere ragione e di essere nel giusto, di star agendo in nome della giustizia nella sua forma piΓΉ crudele. Max, d'altronde, aveva conosciuto di persona il precedente Principe della Notte, l'aveva conosciuto e non era stata una bella esperienza. Un uomo di ghiaccio e pietra.

Maximilian lesse negli occhi del fidanzato che questi era consapevole di tutto ciΓ².

Dario abbassΓ² poi lo sguardo. Β«Dillo pure: sono stato crudele e ingiusto.Β»

«Non ti addolcirò la pillola. Sei stato a dir poco uno stronzo presuntuoso e spero tu sia consapevole che forse avresti potuto salvare molte vite, se solo avessi agito prima, però... resti in parte umano, no? Il dolore fa fare cose stupide, altre volte crudeli. Non sono nessuno per giudicarti veramente e penso che tu abbia fatto abbastanza ammenda. Probabilmente non sarebbe cambiato granché e ci saremmo comunque ritrovati a questo punto. È Grober ad aver sempre mosso i fili. Siamo qui perché è ciò che voleva sin dal principio. Progetta questo momento da secoli, forse da millenni, e noi... fino ad ora non siamo stati altro che marionette su un teatrino da lui abilmente allestito.»

Β«CiΓ² non toglie che Andrew finirebbe solo per odiarmi, e so che sarei costretto a dirgli ogni cosa, non solo ciΓ² che mi farebbe apparire dalla parte della ragione. Scoprirebbe che il vero responsabile dei suoi peggiori sensi di colpa Γ¨ proprio il sottoscritto, e io... io non sopporterei di essere odiato proprio da lui, fra tanti altri. Non lo sopporterei.Β»

Bizzarro pensare a come certe volte piΓΉ si facesse di tutto per proteggere una persona e piΓΉ tutto andasse in malora. Nel suo caso pareva una vera e autentica costante.

Maximilian deglutì. «Detesto dovertelo dire, ma se gli vuoi realmente bene... allora dovrai dirglielo e accettare le conseguenze delle tue azioni, come abbiamo fatto e ancora facciamo tutti noi. Digli la verità e forse, un giorno... magari potrebbe anche perdonarti, ammesso che tu decida di spiegargli perché hai fatto quel che hai fatto.»

L'altro tacque. Se solo quel giorno di tanti anni prima si fosse fermato, anzichΓ© andare via, e avesse rivolto la parola a quel ragazzo che era andato a far visita al padre moribondo in ospedale, forse... forse le cose sarebbero realmente potute andare in modo diverso. Sarebbe bastato parlargli, dirgli la veritΓ , non perderlo di vista e non permettere a Scarlett di portare il figlio nell'ultimo posto dove sarebbero dovuti andare. Quella povera donna, rimasta per tanto tempo all'oscuro delle faccende di Obyria, non si era resa conto di aver scelto la tranquilla cittΓ  di provincia sbagliata dove ricominciare da zero. Lui era venuto a risaperlo solo in seguito, purtroppo, e Scarlett aveva ignorato il suo consiglio non troppo velato di rivolgere altrove lo sguardo e lasciare Hanging Creek. I problemi finanziari l'avevano costretta a stringere i denti e a sperare per il meglio, ma quella stessa speranza l'aveva infine tradita e condotta al disastro.

Max allungΓ² le dita e gli strinse una mano. Β«So a cosa stai pensando e fidati, ormai Γ¨ tardi per immergerti in un mare di β€Ÿse" e β€Ÿforse". Sai, non ti ho mai detto che conobbi Alex molto prima degli eventi di Hanging Creek. Ricordi cosa ha detto Sophie? Ebbene, quella sera il padre di Alex aveva perso il portafogli e fummo io e Christian a trovarlo per caso fuori dall'ospedale. Incoraggiai Chris a riportarglielo subito e... venne proprio Alex ad aprire. Era un ragazzino, all'epoca, ma... non smetto mai di pensare a quella volta e di chiedermi se le cose sarebbero potute andare diversamente se solo Daniel avesse prestato maggior attenzione a suo figlio e al malessere che si portava dentro. Vidi un ragazzino infelice e solo, incapace di comunicare con il proprio padre o di avvertirne l'affetto o la vicinanza. Provai pietΓ , ma per ovvie ragioni non mi intromisi, ma forse... col senno di poi... avrei almeno potuto lanciare una frecciatina garbata a Daniel.Β» Fece una pausa. Β«Le cose sono andate male, Γ¨ vero, ma Andrew e Alex si sono salvati a vicenda. La veritΓ  Γ¨ questa, Dario, e la sofferenza che entrambi hanno provato li ha resi piΓΉ forti e maturi. Alex Γ¨ diventato un padre affettuoso e abnegante proprio perchΓ© sapeva cosa voleva dire vivere accanto a un genitore distante e sempre concentrato sul lavoro. Andrew... beh, nessuno meglio di lui ha attraversato un percorso di crescita piΓΉ sofferto e profondo, credo. Sicuramente sarebbe stato un brav'uomo anche senza soffrire, ma il dolore lo ha portato a provare compassione e a essere piΓΉ comprensivo.Β»

Un'altra pausa.Β 

«Se solo tu anni fa avessi prestato attenzione ai miei tanti resoconti, specie quando ti dissi, poco dopo la scomparsa di Andrew, che era improbabile che Alex fosse coinvolto attivamente nella sparizione o avesse addirittura fatto del male al ragazzo che amava, sin da subito avresti capito che era la verità e che quel ragazzo era innocente. Venne persino pestato a sangue a scuola per Andrew, per difenderlo dagli altri bulli. Quale assassino in erba e con la coscienza sporca avrebbe potuto fingere tanta lealtà, tanto coraggio? Te lo raccontai anche, ma sicuramente ricordi solo che Andrew a un certo punto finì in ospedale per colpa di alcuni compagni di scuola e di un certo Woomingan che non conoscevi e vedevi solo come possibile causa dei guai della persona che a lungo avevi sempre tentato di proteggere.»

Dario contrasse la mascella e di nuovo incrociΓ² le braccia, come faceva sempre quando si chiudeva a riccio e non voleva ammettere di essere nel torto. Β«Ero piΓΉ preoccupato per il mio figlioccio, senza offesa.Β»

Β«E si dΓ  il caso che quella volta il tuo figlioccio se la cavΓ² anche grazie al poveretto che poi tu, per anni, continuasti a vedere come il solo responsabile della morte di Andrew, il quale, tra parentesi, quel giorno uccise per sbaglio quei bulli con l'aiuto del medaglione.Β»

Il moro dal suo sguardo capì subito. «Non guardare me. Fu Sophie a mandarlo a Scarlett. Voleva che per una buona volta si decidesse a dire la verità a Andrew, ma come sappiamo... fu un vero fiasco, specie per via di Arwin. Lo dicevo che non avrebbe fatto altro che confondere acque già torbide, ma Sophie è un'altra che ascolta solo quando le pare.»

Max sospirΓ². Β«Mandasti me a Hangin Creek per via di Skyler, vero?Β»

Β«Anche, lo ammetto. Dopo la faccenda di Feridan Town Skyler era distrutto e non potevo star dietro sia a lui che a Andrew da solo e visto che era ancora in corso un'autentica inchiesta sul massacro di Feridan Town, considerando che Skyler era a sua volta il mio figlioccio, ancor prima di Andrew, era mio dovere occuparmene. Era rimasto orfano, dopotutto, Dorothy era morta per mano di AndrΓ©, anzi Grober. Gli restavamo solo io e Sophie, oltre che suo nonno.Β»

Β«Pensi che dirai anche a Skyler la veritΓ ?Β»

Β«Non lo so. Francamente non avrei voluto dire alcunchΓ© neppure a Andrew.Β»

Β«Beh, Iago ti ha risparmiato la fatica. Direi che a questo punto tanto vale fare le cose come si deve.Β»

Dario fece una smorfia. Β«Probabilmente hai ragione. Come al solito.Β» Non negava che volentieri avrebbe strangolato Iago, perΓ².

Max sorrise di sbieco. Β«E la cosa ti infastidisce.Β»

Β«Non sai quanto.Β»

Β«Non capisco, perΓ², perchΓ© non preferisti, invece, affidare un compito del genere a Leda o a qualcun altro piΓΉ vicino a te.Β»

Β«Sai giΓ  che fu lei a convincermi a scegliere te.Β»

Β«Avresti potuto dire di no.Β»

Il moro sbuffΓ². Β«Ah, che fastidio.Β»

Maximilian si permise di gongolare per qualche attimo, ma quasi subito il suo sorrisetto assunse una connotazione amara. Β«Lei lo sapeva. Lo aveva sempre saputo.Β»

«Lo sapeva eccome» replicò rauco Dario. «Ero io a non voler parlarne. Pensavo che ormai tu fossi diventato acqua passata, ma non era così. Leda sapeva che una parte di me le sarebbe sempre stata preclusa per il semplice fatto che su di essa c'era il tuo nome impresso a fuoco. Lo capì fino in fondo proprio la sera del debutto di Andrew in società, un po' di tempo dopo che era nato. Quella sera... a un certo punto, non mi ricordo bene perché o cosa provocò quella reazione, mi sentii soffocare dal vuoto che sentivo sin da quando ci eravamo lasciati. Le mie crisi di panico erano sparite con te e ricomparse con la tua assenza, ma quella fu la peggiore di tutte, mai provato niente del genere. Non avevo voluto affrontare sul serio il dolore della separazione e quello fu il risultato.»

Il biondo deglutì. «Perché, allora, il giorno che andasti via dicesti di non amarmi più? Perché mentire?» chiese, la voce che rischiava di morirgli in gola da un momento all'altro. Non credeva di ricordare un momento più doloroso di quello, se si lasciava da parte l'aver poi dovuto vedere in fin di vita l'uomo che aveva continuato ad amare per tanti anni.

Le labbra di Dario tremarono. Β«Non ce la facevo piΓΉ, Max. Eravamo arrivati ai ferri corti, lo sai. Mi sentivo in trappola.Β»

Β«E...?Β»

Β«E credevo che non ci fosse altra soluzione, se non lasciarti andare e permetterti di tornare a essere felice. Una persona che ti tradisce con altri non Γ¨ una persona felice, dopotutto. NΓ© io nΓ© tu lo eravamo, non prendiamoci in giro, e a te non era mai andato a genio che una parte della mia vita ti fosse sempre rimasta preclusa.Β»

Β«Beh, non sono stato felice per anni, neanche dopo aver conosciuto Jake. Ho avuto il coraggio di confessargli i miei sentimenti solo quando ci trovavamo in pericolo di vita, anche se sapevo che ci sarebbe sempre stata Rose al primo posto nel suo cuore. Penso di essere condannato a vedermela con dei bisessuali confusi.Β»

Β«Uhm, io non mi sono mai definito tale, in realtΓ , se ben ricordi.Β»

Β«Eri sposato con una donna. Avete avuto una figlia.Β»

Β«Non vuol dire niente. Le etichette non fanno per me e sai che l'ultima cosa a cui bado quando sto con qualcuno Γ¨ che si tratti di una donna o di un uomo. Per me ha poca rilevanza.Β»

Β«Beh, resta il fatto che avresti potuto parlarmi di come ti sentivi, invece di allontanarti e uscirtene, un bel giorno, dicendomi che eri innamorato di qualcun altro e stavi per lasciarmi. Ti avrei ascoltato.Β»

Β«Max, senza offesa, ma solo un giorno prima mi avevi tradito. Davvero mi avresti prestato attenzione? Credi sul serio che avremmo potuto discuterne in modo civile?Β»

Max si morse il labbro inferiore. Β«Probabilmente no.Β»

Β«Appunto.Β»

Β«Considerando che la sera prima di lasciarmi eri rimasto con Leda tutto il tempo e avevate fatto ripetutamente sesso, perΓ², credo che possiamo considerarci pari.Β»

«Ovvio che sì.»

Malgrado l'argomento spinoso, stavano parlando tranquillamente. A un certo punto si scambiarono persino un sorriso colpevole l'uno con l'altro.Β 

Β«Sophie ha ragione: siamo due idioti.Β»

Β«VeroΒ» concordΓ² Dario. Β«Solo che io sono piΓΉ bello.Β»

Β«Ma io sono piΓΉ alto, almeno.Β» Max sbuffΓ² una risata e scosse il capo. Β«Mi chiedo, piuttosto, quale ruolo avrΓ² quando ci sarΓ  la guerra. Voglio dire... non sono bravissimo con le armi e fare del male agli altri mi fa sentire uno schifo, specie da quando sono diventato un infermiere. Mi sento quasi fuoriposto, qui.Β»

Dario tornΓ² a stringergli la mano. Β«Io invece spero con tutto il cuore che tu resti lontano dalla battaglia. Voglio dire... visto che sei un infermiere, potresti prestare soccorso ai feriti e roba simile, no? Non devi per forza mettere te stesso in pericolo.Β»

Β«Ma io voglio lottare insieme a te al resto dello schieramento. Voglio farla pagare a Grober per tutto quello che ha causato.Β»

Β«Lascia che siamo io e gli altri a fargliela pagare anche in tuo nome. Ti prego, Max. Non riuscirei a concentrarmi sapendo che sei chissΓ  dove a rischiare la vita.Β»

Β«Vale lo stesso per me.Β» Max gli strinse la mano con maggior forza. Β«Sono rimasto a guardare impotente per undici anni. Per undici anni ti ho visto varcare la soglia di casa nostra senza sapere se ti avrei rivisto vivo o meno. All'epoca ero inesperto e non avrei mai potuto esserti d'aiuto, ma dopo essermela vista con Logan Durby e con Killian Somerton, credimi quando ti dico che ho imparato a difendermi e a difendere le persone a cui tengo. Magari non sarΓ² all'altezza di gente del calibro di Grober e dei suoi generali, ma posso comunque guardarti le spalle.Β»

Dario capì subito che non si riferiva solo alla guerra. «Max, il Concilio di Brasov è un covo di vipere velenose, non di vampiri, e non voglio che tu debba vedertela con gente come Carmilla, tanto per fare un esempio. Sono pericolosi, Max, molto pericolosi. Tutti loro.»

Β«Io sono il tuo compagnoΒ» si permise di ricordargli Maximilian. Β«E ho promesso di restarti accanto fino alla fine, se Γ¨ ciΓ² a cui dovrai andare incontro.Β»

«Sono più antichi di te, Max, alcuni anche più di me e fidati, Dracula non vedrebbe di buon occhio la tua presenza sì e no ingiustificata.»

Β«Non mi importa.Β» Wildbrook fece una breve pausa. Β«Al massimo presentami come tuo consorte, almeno forniresti a tutti loro un valido motivo per farmi restare.Β»

Β«Eh?Β» fece l'altro, stralunato.

«Hai capito benissimo. Non ti sto chiedendo di sposarmi, solo di far finta di essere sposati. Solo per assicurarmi che uno di loro non decida di giocarti un tiro mancino e sì, per evitare che il signor Dracula-Zanne-Lunghe allunghi anche qualcos'altro. Al contrario di Petya e degli altri so dei tuoi trascorsi con lui e... va bene, ammetto di essere troppo geloso per consentirti di andare laggiù e magari restare pericolosamente da solo con quel dongiovanni.» Diversi anni prima Dario gli aveva raccontato, infatti, di aver avuto un passato piuttosto bollente con Dracomir Ullah, in arte Dracula. Si erano conosciuti ancor prima di rivedersi poi alla nascita del Concilio cui Dario aveva dovuto partecipare nelle vesti di guardia personale di Richard. Non serviva neppure aggiungere che se la fossero spassata sotto il naso del Principe della Notte, il quale aveva interpretato il nobile ruolo dello scemo della situazione. Cosa fosse successo in seguito, Dario mai aveva voluto spiegarlo né narrarlo, e Max all'epoca non aveva neppure tentato di forzarlo a parlare, sapendo com'era fatto.

Ad ogni modo, quello era un motivo piΓΉ che valido e sacrosanto per temere l'ormai imminente incontro fra gli esponenti massimi della razza vampirica. Maximilian si fidava di Dario, ma non poteva dire la stessa cosa per quanto concerneva Dracula, il quale non aveva niente da perdere e tutto da guadagnare, nonchΓ© milioni di motivi per cercare di suggellare un'alleanza fra i propri domini e quelli del Regno della Notte, da sempre ambiti. Facevano venire l'acquolina in bocca ai piΓΉ incalliti conquistatori, anche se nessuno era mai riuscito a sottrarli alla ferrea presa dei vampiri obyriani. La loro, d'altronde, era la sottospecie piΓΉ feroce e aggressiva che esistesse, difficile da assoggettare, persino indomabile.

Dario, perΓ², non stava pensando a niente di tutto questo. Guardava Max in silenzio, le parole di quest'ultimo che continuavano a risuonare nella sua mente. Era chiaro che stesse dicendo sul serio e non avesse voluto in alcun modo riportare a galla la recente proposta di matrimonio malamente declinata, eppure...

«Sì» replicò di getto il vampiro dai capelli bruni, le mani che tremavano.

Β«Okay. Quindi... farΓ² la conoscenza di Dracula e il resto di quei disadattati, se...Β»

Β«No, non dicevo questo!Β» Il moro prese le mani del biondo e sorrise raggiante. Β«Accetto la tua proposta.Β»

Β«Quale proposta?Β»

Β«Mi prendi in giro?Β»

Β«No, io...Β»

«Max, ti sto dicendo di sì, come avrei dovuto fare... probabilmente sin dall'inizio. La mia risposta è sì, voglio sposarti.»

Il biondo si sporse, certo di aver capito male. Non poteva aver udito ciΓ² che pensava di aver sentito, giusto?

«A-Aspetta... t-tu... v-voglio dire... t-tu v-vuoi sposarmi? Cioè... per davvero? Davvero davvero?» biascicò.

Il sorriso smagliante, bellissimo e spontaneo del vampiro che amava fu il colpo di grazia per i suoi nervi messi già a dura prova. «Davvero davvero, sciocco!» Dario frugò sotto la camicia che indossava ed estrasse dal colletto una catenella. A Maximilian prese quasi un accidente non appena si rese conto che era il ciondolo dalla forma di testa di volpe, quello che lui stesso gli aveva regalato molti anni prima, quando avevano festeggiato il Natale per la prima volta assieme. Eccolo lì, intatto e conservato alla perfezione, come se mai il tempo fosse trascorso. «Non sarà un anello vero e proprio, ma per me significa più di qualsiasi diamante da mille carati.»

Va bene. Ora basta.

Max si ricompose e lentamente si alzò, aggirò il tavolo e fece rimetter su l'altro vampiro, poi lo trascinò sì e no fuori dalla biblioteca.

Dario era sconvolto. Β«Uhm... dove stiamo andando? Non ho finito le mie ricerche!Β» La serietΓ  di Wildbrook lo spiazzava e faceva preoccupare.

Il piΓΉ giovane non rispose e fu tutto piΓΉ chiaro non appena egli spinse il fidanzato oltre una porta. Non gli diede il tempo di dire alcunchΓ© e lo baciΓ² con passione e irruenza. Quel momento era diverso dai precedenti. Era il coronamento di un'attesa che pensava sarebbe durata in eterno e, invece, si era conclusa nel migliore dei modi. Non c'era disperazione nΓ© paura dell'ignoto. C'erano solo abbandono e ardore.

Dario si separΓ² da lui per riprender fiato, mezzo intontito. I baci di Max avevano sempre avuto quell'effetto simile all'ebbrezza del vino sui suoi sensi e la sua ragione. Quell'uomo aveva sempre avuto qualcosa di speciale, inutile negarlo. Β«Non vuoi aspettare neanche la prima notte di nozze?Β» scherzΓ², lasciandolo fare mentre gli ricopriva il collo e ogni centimetro di petto con baci focosi mentre lo privava degli abiti.

Max sorrise di sbieco. Β«Per me Γ¨ sempre come se fosse la prima notte di nozzeΒ» replicΓ² rauco, spingendolo giΓΉ sul letto, senza essere troppo brusco. Un attimo dopo gli fu sopra e tornΓ² a baciarlo, piΓΉ lentamente, assaporando le sue labbra, irretito non solo da lui, dalla sua vicinanza, ma anche dal sentore dolce ed esotico di gelsomino. Gli afferrΓ² le gambe e nello stesso istante spinse in avanti col bacino, facendo scontrare i loro corpi una prima volta e facendo trasalire Dario, il quale si morse il labbro inferiore a sangue per non gemere come la piΓΉ volgare delle meretrici.

Il biondo ghignΓ². Β«Accidenti, ti sono mancato eccome.Β»

Β«Non capisci nienteΒ» biascicΓ² il moro, punto sul vivo.

«Capisco l'essenziale» replicò a tono l'altro, mentre si sbottonava la camicia. Dario, però, talmente ne ebbe abbastanza della sua lentezza che alla fine decise di dargli una mano, borbottando come una pentola, nel frattempo. In un modo o nell'altro riuscì a spogliarlo del tutto e Max lo lasciò fare, finché non fu il suo turno di restituire la cortesia. Se la prese comoda e si divertì parecchio a far venire all'amato il nervoso. «Va bene che sei impaziente, ma calmati.»

Dario restrinse lo sguardo, gli prese il viso e lo guardΓ² dritto negli occhi, serio come la peste. Β«Zitto e scopami, per Dio.Β»

«Molto romantico.» Max soffocò una risata e tornò a baciarlo. Cercò di non essere troppo brutale, malgrado il bisogno che aveva di lui, quando unì i loro corpi una prima volta. Lo fece lentamente, senza fretta, permettendogli di abituarsi e cercando di non pensare che fino a poco tempo prima un altro uomo aveva trovato ricetta fra quelle braccia. Si era ripromesso di non lasciarsi più sopraffare dalla gelosia ed era deciso a mantenere la parola. Gli forzò dolcemente le mani ai lati del capo e rimase fermo per assaporare quell'attimo, il primo di tanti altri, almeno sperava.

Era stupendo, proprio come lo aveva ricordato per tanti anni, eppure qualcosa in lui era diverso.

Β«Ti amoΒ» sussurrΓ² contro le sue labbra, le loro fronti talmente vicine da poter sfiorarsi e toccarsi. Malgrado di momenti speciali e romantici ve ne fossero stati a iosa fra loro in passato, quello era in assoluto il piΓΉ bello di tutti. Se ne convinse quando vide Dario sorridergli come non aveva fatto per tanto tempo. Quel sorriso splendido e speciale che solo in rare occasioni era riuscito a strappargli, prezioso piΓΉ di qualsiasi diamante al mondo. Β«Ti amo anch'io.Β» Max gli concesse a malapena il tempo di terminare la frase prima di tornare a baciarlo con ancora piΓΉ passione. I sospiri e i lievi gemiti deliziati dell'altro erano per lui una droga, lo incoraggiavano a proseguire la danza dei loro corpi intrecciati e il lascivo scontro fra le loro labbra. Il profumo di gelsomino gli inondava le narici, inebriante e sensuale, per lui il miglior afrodisiaco che ci fosse. E mentre lo baciava e si spingeva nelle sue carni al ritmo di una musica che solamente loro parevano udire, lasciava vagare le mani sulla pelle levigata di Dario, morbida come il velluto, eppure allo stesso tempo serica come quella di una statua di puro marmo.Β 

Amava il modo in cui faceva scorrere le dita fra i suoi capelli, amava ogni cosa di lui.

Il moro lo fece fermare. Ansimava, le labbra inturgidite per via dei tanti baci che si erano scambiati. Non aveva colore sulle gote, ovviamente, ma l'espressione lasciva e quasi selvaggia parlava piΓΉ di tanti altri dettagli. Non disse niente e lo spinse giΓΉ sulle coperte, gli si mise cavalcioni e proseguirono a quel modo, con lui che, proprio com'era accaduto la seconda volta che erano stati insieme, non aveva resistito alla tentazione di avere il pieno controllo dell'amplesso.

Max, però, a sua volta era cambiato, non era più il vampiro campagnolo e inesperto di un tempo. Fu quasi brutale nell'avvicinarlo di più a sé, le loro membra così vicine da poter fondersi in un unico fremente groviglio di lussuria. Gli sfiorò il collo con la punta del naso diritto, poi lo sostituì con le labbra socchiuse, infine con i piccoli e affilati canini che negli attimi di frenesia era impossibile celare. Non gli chiese il permesso né lo avvertì, affondò semplicemente le zanne nella sua giugulare e subito il sapore intenso e quasi esotico del suo sangue gli inondò la bocca. Lo aveva fatto più volte, ma ognuna di essere era sempre stata come la prima in assoluto, e lo fu anche quella. 
AffondΓ² le dita nella folta e lunga chioma del promesso sposo e lo fece chinare di piΓΉ verso di sΓ©, con l'altro braccio invece gli cingeva la bianca ed esile schiena. I movimenti erano piΓΉ lenti, come se un mare in tempesta si fosse finalmente deciso a tornare pian piano allo stato di quiete iniziale. Un dondolio lento e sensuale, dolce e famelico allo tempo stesso, l'unione dei corpi profonda, le membra grondanti d'estasi.Β 
Se per Max quella mescolanza di effusioni, di spinte e umide melodie era sublime, per Dario era a dir poco paradisiaca, complice quella sorta di doppia penetrazione. Non aveva la più pallida idea se a eccitarlo di più fosse l'avere Maximilian dentro di sé, fin dove lo consentiva la loro anatomia, oppure le sue zanne che mantenevano aperti i due fori sulla giugulare e consentivano al suo sangue di continuare a scorrere, di fluire fuori come l'acqua di un rigagnolo di montagna. Sapeva solo che gli era mancato tutto questo, ma ancor di più gli era mancato Max in sé per sé. A lungo aveva negato a se stesso tale verità, in quanto dolorosa e a volte insopportabile, ma proprio come era accaduto già una volta, non era riuscito a resistergli. Di braccia che lo avevano stretto ve n'erano state molte, ma niente era mai stato paragonabile ai momenti trascorsi fra quelle di Wildbrook, il vampiro che inizialmente lui aveva respinto e cercato di scoraggiare in ogni maniera, solo per poi lasciarsi soggiogare dal suo fascino innato e da bravo ragazzo della porta accanto, così diverso dalle persone che era stato solito frequentare.

Lo amava. Accidenti se lo amava.

Lo amava e lo aveva fino ad allora amato così tanto da arrivare persino a odiarlo, lui che raramente era stato capace di odiare qualcuno.

Lo aveva odiato per svariate ragioni, ma in fin dei conti l'amore e l'odio erano gemelli, si facevano compagnia sopra una delicata fune il cui equilibrio era facile da sconvolgere.

Si era detto che odiarlo avrebbe un giorno reso piΓΉ semplice il guardare avanti, ma si era sbagliato.

Lo sentì ritrarsi, le zanne scivolare fuori dalla giugulare, la sua lingua passare sopra i fori sanguinanti e sigillarli. Tale ultima azione gli causò un intenso ed inequivocabile spasmo che lo portò a stringersi a Maximilian più di prima e a soffocare i gemiti di piacere sulla sua spalla. Inarcò la schiena di istinto quando avvertì le sue dita ripercorrere l'arco della sua colonna vertebrale e poi serrarsi brevemente sul suo fondoschiena. Lo sentì venire, scorrere dentro di lui e spingere finché l'orgasmo non si esaurì e passò come una marea in procinto di ritirarsi.

Alcuni minuti piΓΉ tardi giacquero abbracciati sul letto, fra le lenzuola arruffate e i cuscini sprimacciati, circondati dalla sontuositΓ  di una delle tante stanze degli ospiti di quel palazzo da fiaba. Nessuno dei due parlΓ², non ce n'era granchΓ© bisogno.
Max era intento a disegnare forme astratte sulla schiena del fidanzato ornata dal grande tatuaggio raffigurante la Volpe a Nove Code giapponese, una delle poche cose che erano rimaste intatte nell'altro vampiro nel corso degli anni, da quando si erano conosciuti.Β 

Dopo un po', tuttavia, sentì di dover dire una cosa in particolare. Sfiorò i capelli all'amato e poi, con delicatezza, gli fece sollevare il viso in modo che potessero guardarsi negli occhi.

Per un attimo si concesse di spaziare in quelle due perle scure dove al momento regnava il più spudorato abbandono, poi: «Non sono perfetto, lo so bene, e so anche che in futuro discuteremo ancora, sicuramente ci diremo le cose più orribili, solo per poi tornare più uniti che mai. So di avere tanti difetti, ma ti prego... ti prego... non lasciarmi di nuovo. Non lo sopporterei». Parlò in modo schietto e diretto, senza la minima traccia di vergogna. Le cose stavano così, che a loro piacesse o meno. Ormai era sicuro di volere una sola persona al mondo e che non si sarebbe accontentato di niente di meno.

Sapeva bene che l'esistenza di Dario ormai era costantemente sul filo del rasoio, un passo falso e ad attenderlo ci sarebbero stati le Tenebre e il vuoto, ma non se la sentiva di smettere di sperare fino in fondo. Voleva credere che ci fosse ancora una possibilitΓ  per il futuro che tanto tempo addietro avevano sognato di condividere.

Che male c'era nello sperare che un giorno sarebbero tornati a vivere assieme e lui, chiudendosi alle spalle la porta di casa, avrebbe visto la persona che amava venirgli incontro e baciarlo con slancio e... perchΓ© no? Vedere la piccola Fedra trotterellare in direzione sua e pretendere di essere presa in braccio al volo. Riusciva a figurarselo con dolorosa, dolce-amara abbondanza di dettagli, senza neppure sapere che Dario, in cuor proprio, condivideva appieno tale visione rosea del futuro.

Β«Non spetta a me questa scelta, ormai, lo sai beneΒ» replicΓ² il moro con amarezza. Β«Per quanto mi riguarda, perΓ²... non vado da nessuna parte.Β» Chiuse per qualche istante le palpebre al dolce tocco di Max, il quale era impegnato nel ripercorrere la forma delle sue labbra. Secondi piΓΉ tardi tornΓ² a posare il capo sullo sterno scolpito del fidanzato, lo sguardo ora lontano e perso nei pensieri.

Maximilian esitΓ². Β«Non per rigirare il coltello nella piaga, ma... sai come sta Gareth? Voglio dire...Β»

Β«So solo che non dovrΓ  soffrire per causa nostra, specialmente non per me.Β»

Il biondo capì che non era il caso di approfondire l'argomento. Aveva scelto lui stesso, d'altronde, di voler restarne fuori e non voler sapere cosa fosse accaduto o meno quando Dario aveva confessato all'ex non solo di averlo tradito, ma di aver deciso di troncare il loro fidanzamento.

C'erano domande che, semplicemente, era meglio non porre.

Il vampiro dai capelli scuri si scostΓ² e scivolΓ² di fianco all'altro. Β«Se solo potessi, rimarrei per sempre in questo letto, accanto a te, e al diavolo Grober.Β»

C'era dell'altro del quale avrebbe voluto metter a parte il futuro marito, ma forse... forse era meglio lasciar perdere. Le sole persone a esserne al corrente erano Metatron, ovviamente, e Sophie, la quale aveva capito senza neppure chiedere alcunché. Aveva capito quando aveva visto il suo marchio degli Stregoni del Buio, evocato non grazie a una stregoneria compiuta, bensì una sorta di scambio per rimediare a un grave errore commesso e salvare così più di una vita. Si portava dietro il fardello del marchio sin da quando gli eventi di Hanging Creek erano culminati nel disastro e lui aveva capito che Andrew, dopo aver saputo della dipartita del suo amato Alex, avrebbe lottato solo per andare incontro alla morte e alla fine del dolore, non per sopravvivere. Non appena lui se ne era reso conto, aveva dovuto fare una scelta e compiere l'impensabile, qualcosa che tanti avrebbero considerato contronatura e oltremodo pericoloso. Era così che aveva inavvertitamente lasciato la porta socchiusa a Grober stesso, anche se in quel momento non ci aveva minimamente pensato. 
La veritΓ , nuda e cruda, era che era stato fra i primi a venir a sapere della questione dei Sigilli e di Valknut, sopratutto, solo per poi capire che qualcuno sarebbe dovuto correre ai ripari senza badare a eventuali conseguenze.

Β«A cosa pensi?Β» La voce di Max lo riportΓ² al presente e strappΓ² ai ricordi dell'anno prima. Dario lo guardΓ² e scosse la testa. Β«A niente in particolare. Piuttosto... visto che il tempo ormai stringe e dovremo partire, penso... penso sia arrivato il momento di affrontare lo scoglio piΓΉ grande per me al momento.Β»

Max capì subito. «Fedra.»

«Sì. Credo sia ora che io conosca mia figlia e... voglio che sia presente anche tu.»

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