π²ππππππππππ- πΏππππ π·
Non tutti gli amori sono destinati a durare in eterno. Non sempre il filo rosso che unisce due anime resiste alle intemperie; a volte finisce per spezzarsi o danneggiarsi; altre volte, invece, si snoda fino al punto da far allontanare coloro che invece dovrebbe tenere uniti, causando una dolorosa separazione.Β
Gareth ha continuato ad amare una sola, unica persona, per secoli, letteralmente, e l'ha amata cosΓ¬ tanto da non rendersi conto, dopo averla incontrata di nuovo, di quanto fosse cambiata nel corso del tempo. Spesso ci si innamora del ricordo di una persona, della idea che ci si fa di essa, non di ciΓ² che Γ¨ realmente.Β
In questa one-shot affronterΓ² la rottura definitiva fra Gareth e Dario, perchΓ© onestamente sento il bisogno di fronteggiarla per lasciarmela alle spalle e gioire della seconda possibilitΓ che ho scelto di dare a Max, sapendo che Γ¨ un personaggio valido e forse l'uomo migliore da affiancare al Dario del presente e del futuro. Ovviamente la OS ha luogo dopo il capitolo XLIX di "Tenebre", "Inevitabile". Spero di poter dare prima o poi una gioia anche a Gareth, perchΓ© lui, contrariamente al Reth di "Eutopia" *coff coff* merita di essere felice e di amare qualcuno ed essere ricambiato completamente. Ad ogni modo, vi lascio alla lettura. Spero che questo extra possa piacere, anche se triste!
Oltre a questa scena, perΓ², ve ne saranno altre due abbastanza rilevanti che faranno da trampolino di lancio alla seconda parte, in fase di correzione, e... beh, quella sarΓ tosta da digerire per via di un chiarimento che ho deciso finalmente di fare su una questione che magari appariva strana in "Tredici Rose" e ho scelto di affrontare. Torno a dire che non sarΓ piacevole e che forse Dario potrΓ apparire a tratti... odioso, tanto per dirne una.
Comunque non spoilero oltre e vi lascio alla lettura!
Β«Ogni uomo ha dei ricordi che racconterebbe solo agli amici. Ha anche cose nella mente che non rivelerebbe neanche agli amici, ma solo a se stesso, e in segreto. Ma ci sono altre cose che un uomo ha paura di rivelare persino a se stesso, e ogni uomo perbene ha un certo numero di cose del genere accantonate nella mente.Β»
β FΓ«dor MichajloviΔ Dostoevskij
Max si mise seduto fra le lenzuola sgualcite e arruffate del letto, guardando il vampiro che amava, e che finalmente aveva deciso di amarlo a propria volta e dargli una seconda possibilitΓ , sgusciare via dalle coperte e raggiungere il tavolino di legno riccamente intagliato sul quale v'erano due calici di cristallo e una caraffa del medesimo materiale con all'interno del vino speziato al miele e mescolato, ovviamente, al sangue.
Dopo essere finalmente usciti dal Giardino d'Inverno si erano recati nella stanza di Wildbrook e una volta là dentro... beh, avevano fatto l'amore di nuovo, perdendo il conto fra un'effusione bollente e l'altra. Nel loro caso non era così strano e assurdo: in passato, quando si erano fidanzati per la prima volta, avevano trascorso chissà quante notti intere a letto, facendo di tanto una pausa, solo per poi tornare avvinghiati l'uno all'altro in un abbraccio ben poco casto.
In fatto di appetito sessuale Dario non era granchΓ© cambiato, bisognava proprio ammetterlo.
Eppure... eppure lo vedo che non Γ¨ sereno. Qualcosa lo tormenta e so bene di che si tratta.
PassΓ² in rassegna il corpo nudo e glabro dell'altro, la schiena flessuosa del medesimo colore del riverbero lunare, i fianchi stretti, le natiche che parevano esser state scolpite nel marmo da Canova in persona. Sarebbe potuto passare davvero per un'efebica statua, se solo non ci fosse stata la cascata di capelli castano ramati a far da contrasto con il resto del corpo. Volute ondulate che terminavano in boccoli incastonati fra le scapole e celavano alla vista il rilievo della colonna vertebrale.
Lo osservΓ² versarsi in gola del vino, poi posare sul tavolo il calice vuotato in un sol sorso e sospirare.
Max deglutì e si fece coraggio, alzandosi e raggiungendolo. Lo fece voltare lentamente, con delicatezza, e lo guardò negli occhi. «Non dobbiamo per forza strombazzare ai quattro venti che stiamo di nuovo insieme» disse cauto. «Possiamo aspettare, se non te la senti ancora di rendere palese la situazione agli altri.»
Le labbra di Dario tremarono ed egli scosse il capo debolmente. Β«Non Γ¨ questo. Non prenderla per il verso sbagliato, ma... non posso non pensare a Gareth. Manco da diverse ore e sarΓ sicuramente preoccupato per me. Prima di... tutto quello che Γ¨ successo oggi, gli avevo detto che sarei passato da lui. Sai... ha preferito stabilirsi altrove e non restare a palazzo. Non faccio che immaginarlo mentre resta sveglio ad aspettarmi, e intanto io mi trovo qui, con te, dopo aver fatto sesso sfrenato per ore.Β» Fece un respiro profondo e alzΓ² gli occhi al cielo, quasi come se la gravitΓ avrebbe impedito alle lacrime che campeggiavano nel suo sguardo avrebbe impedito ad esse di scendere e tradire la sua angoscia, i suoi sensi di colpa. Β«N-Non ho mai fatto una cosa del genere alle persone con cui sono stato in passato. A nessuna ho mai inferto un colpo del genere. N-Non Γ¨ da me...Β»
Β«... tradireΒ» terminΓ² al suo posto Max, addolorato.
«à successo solo un'altra volta, ma forse...»
«Beh, non credo che possiamo ritenerla valida. In fin dei conti fra noi era finita da tempo, solo che avevamo scelto di allungare l'agonia» ammise Maximilian. «All'epoca non la pensavo così, ma dopo averci riflettuto per anni... insomma, sono arrivato alla conclusione che non mi avevi tradito affatto. Ci eravamo già lasciati, in un certo senso.»
Dario sorrise forzatamente. «Oh, beh! Sia come sia, eccomi qui, finalmente a farti compagnia nel fango in cui mi sono sempre guardato bene dallo sprofondare!» replicò sardonico. «Ci meritiamo a vicenda, suppongo. Due canaglie fedifraghe.» La voce gli morì in gola.
Maximilian scosse la testa. Β«Non vederla a questa maniera.Β»
Β«Ho tradito la sua fiducia. Come potrei non vedere tutto a questa maniera? Non ho scusanti, se non... se non di aver avuto fretta di riempire il vuoto che sentivo ogni volta che ti guardavo. Non nego di amarlo ancora e che... probabilmente... lo amerΓ² sempre e per sempre, ma lui merita qualcuno che possa essere suo e di nessun altro. E noi meritiamo una seconda occasione per far funzionare finalmente le cose come si deve. Amo te piΓΉ di quanto abbia mai amato chiunque altro e nemmeno Gareth potrebbe reggere il confronto.Β»
Poco tempo fa ho detto che ti odiavo, ma era una bugia. La veritΓ Γ¨ che non riuscivo a guardarti senza voler prenderti a ceffoni per aver rovinato tutto quanto.
Max gli scostΓ² i capelli dal viso e gli sfiorΓ² la guancia. Β«Capisco come ti senti, se puΓ² consolare. In parte, almeno.Β»
Β«Devo parlargli ora. PiΓΉ aspetto e piΓΉ sarΓ difficile affrontare l'argomento.Β» Notando l'espressione del vampiro piΓΉ giovane, Dario sospirΓ². Β«Ho le idee chiare, te lo giuro. So cosa devo fare e cosa va fatto. Non cambierΓ² idea, Max. PiΓΉ di ogni altra cosa... voglio stare con te e credere alla menzogna che tutto questo durerΓ per sempre. Voglio credere che per noi ci sia ancora un'intera eternitΓ da trascorrere assieme. N-Ne ho bisogno.Β» PosΓ² le dita sul torace scolpito del biondo e abbozzΓ² un sorriso dal retrogusto amaro. Β«Comunque... credo... credo che prima di andare in Romania per presiedere al Concilio... io debba almeno provare a conoscere mia figlia. Devo farlo e... m-magari non ti va, ma... non me la sento di farlo da solo. Ti andrebbe di...?Β»
Maximilian sbuffò una risata e si intenerì nel rendersi conto che l'altro pareva terrorizzato all'idea di affrontare una ragazzina di due anni e mezzo. «Non sei cambiato di una virgola, sotto sotto. Sei pronto ad affrontare Orfeo, Dracula e Carmilla e compagnia bella, ma tremi al pensiero del dover incontrare tua figlia. Sei una sagoma!»
Β«Non ci so fare coi ragazzini. Lo sai.Β»
«Stupidaggini. Il punto è che hai paura di deludere le aspettative di Fedra e... insomma, è normale che sia così. Vuoi essere il padre che lei si è immaginata, il genitore che merita. Magari non è la stessa cosa, ma in fin dei conti ho dovuto crescere Vera insieme a Rose ancor prima che Jake facesse ritorno e ho provato le stesse identiche cose, anche io ero insicuro. Durante le prime settimane è stata dura, avevo sempre paura di sbagliare qualcosa e in più... era davvero difficile convivere con il pensiero che quella bambina fosse il risultato della relazione fra l'uomo che amavo e la donna che forse, se mai lui fosse tornato, mi avrebbe sottratto per sempre ogni possibilità e speranza. Non è stato semplice, ma ho superato le mie paure perché Rose era disperata e una bambina aveva bisogno di tutto il supporto possibile per affrontare il mondo esterno.»
Dario deglutì. «In realtà ... ho paura anche di un'altra cosa. Da quando ho scoperto che Fedra era viva, che avevo ancora la possibilità di essere padre, ho il terrore che tutto possa andare in malora come accadde con Anna. Ho ritrovato mia figlia, ma ho paura di conoscerla perché al tempo stesso temo che possano portarla di nuovo via da me. La tengo a distanza perché... non sopporterei di affezionarmi e poi, di colpo, di vederla sparire. Non reggerei anche a questo colpo.»
Non c'era nulla di peggio di una speranza tradita o infranta, d'altronde.
Β«Nessuno puΓ² biasimarti per questo, ma non puoi permettere a queste paure di impedirti di crescere la tua unica figlia e, soprattutto, di impedire a lei di conoscerti. Sei il solo genitore che le resti e sa la veritΓ , sa chi sei e non aspetta altro che fare la conoscenza di suo padre. Non farla attendere oltre. Poni fine a questa situazione che va avanti da due anni, da quando lei Γ¨ nata. Immagina come debba essersi sentita fino ad ora, soprattutto sapendo che vi trovate nello stesso luogo. Una ragazzina piΓΉ grande di lei, a questo punto, si sarebbe forse addirittura convinta che tu non voglia aver nulla a che fare con lei e non serve dirti quanto orribile sia una prospettiva del genere.Β» Max gli prese entrambe le mani, guardandolo negli occhi. Β«Prima, perΓ², affronta Gareth. Un passo alla volta, okay? Dimentica per un attimo il resto, tutti gli impegni che ti sei preso. Qui si sta parlando della tua vita e... non voglio che tu faccia l'errore che facesti giΓ anni fa, quando rischiasti di mandarla all'aria nel tentativo di star dietro ai problemi altrui.Β»
Quella storia del mettere al primo posto sempre il prossimo e del dimenticarsi di se stesso doveva finire una volta per tutte. Non era sano, non era eticamente giusto. Per quanto gli riguardava, riteneva l'abnegazione tutto fuorchΓ© una virtΓΉ. Smetteva di esser tale quando l'equilibrio veniva meno e ci si dimenticava di aiutare la propria persona, non solo il prossimo.
Gli baciΓ² il dorso della mano sinistra, quella che si diceva fosse strettamente legata al cuore.
Β«Io ti rimarrΓ² accanto, proprio come ho promesso di fare, ma tu dovrai impegnarti in prima persona. Voglio solo che tu ricordi questo: anche tu hai una vita personale per la quale vale la pena lottare e restare vivo.Β»
Si chiuse la porta alle spalle e si rigirΓ² nervosamente le chiavi fra le dita della mano. Le luci dell'ingresso del cottage situato nelle campagne nei pressi di Obyria erano accese. Gareth gli aveva fatto avere delle chiavi di riserva in modo che potesse entrare senza dover aspettare che lui venisse ad aprirgli.
Deglutì a fatica udendo i suoi passi affrettarsi e infine Herrick giungere dal soggiorno, raggiungerlo in fretta e stringerlo forte fra le braccia. «Ero preoccupato!» esalò. «Nessuno sapeva dirmi dov'eri andato a cacciarti e ho temuto che...», scosse il capo e si scostò per guardarlo. «Stai bene, per fortuna» concluse, rasserenato.
Dario sentì il cuore andare in pezzi. Ti fidi così tanto di me da non sospettare minimamente del sottoscritto.
Β«M-Mi dispiaceΒ» mormorΓ². Β«Non volevo spaventarti.Β» Si disse di non tardare oltre con le spiegazioni e con la veritΓ . Non poteva sostenere un secondo di piΓΉ la recita. Β«Devo... devo parlarti. Vieni.Β» Attese che lo seguisse e non osΓ² indugiare sulla sua espressione confusa mentre raggiungevano il salotto. Lo osservΓ² sedersi sul divano e malgrado l'iniziale impulso di voler accomodarsi al suo fianco, rimase dove si trovava, di fronte a lui, incapace di parlare, di dirgli la veritΓ .Β
Hai sempre avuto un cuore stupendo, buono e generoso. Sei un brav'uomo, una persona come ormai poche ce ne sono al mondo, e io... io sono stato capace solo di farti soffrire.
Dolore...
Al momento era tutto ciΓ² che riusciva a sentire. Gli comprimeva il petto, gli faceva mancare il respiro nei polmoni e gli mandava in tilt il cervello, gli impediva di distaccarsi, di restare lucido e calmo. Finalmente sapeva come doveva essersi sentito Max tanti anni addietro. Faceva davvero schifo.
Β«Che succede?Β» incalzΓ² Herrick, turbato dal suo atteggiamento. Β«Stai male?Β»
Che qualcuno mi dia la forza...
Β«N-No, i-io...Β», Dario cercΓ² di riprendere il controllo, ma in realtΓ non faceva che arrancare nel pantano dei sensi di colpa. Si disse che forse avrebbe fatto meglio a lasciar parlare le azioni e dunque, lentamente, si portΓ² le dita della mano destra all'anulare sinistro e poi, tremando, si sfilΓ² l'anello di fidanzamento. Β«Non posso sposarti, GarethΒ» disse con voce flebile. Β«Ti amo, ma... amo anche un'altra persona, una persona che ha avuto modo di conoscere la parte di me piΓΉ oscura e meno apprezzabile e degna di ammirazione e rispetto. Tu mi credi un uomo dai saldi principi morali, ma non lo sono piΓΉ da tanto tempo. Non sono l'uomo che credi, Gareth, nΓ© quello che meriti di avere al tuo fianco.Β»
Sollevò lo sguardo e si pentì di averlo fatto, se ne pentì amaramente quando vide negli occhi di Reth il dolore, il riflesso sputato di ciò che lui stesso stava provando. Era come guardarsi allo specchio e faceva male, davvero male.
«Cosa?» sussurrò Herrick, il quale non riusciva a capacitarsi di un cambiamento di rotta così repentino.
Qualcosa, all'improvviso, scattΓ² in Dario, il quale prese a camminare avanti e indietro, snervato. Β«Ti ho tradito! Va bene? Ti ho tradito!Β» sbottΓ² in lacrime. Β«E non serve che ti dica chi Γ¨ la persona per la quale ti sto lasciando! Lo sai! Lo sapevi sin dall'inizio, ma non hai detto niente! Non l'hai fatto perchΓ© ti fidavi di me, perchΓ© pensavi che...Β», si arrestΓ² e subito dopo imprecΓ² come poche volte gli era successo di fare. Β«MaledizioneΒ» singhiozzΓ², coprendosi la bocca con entrambe le mani e dando le spalle a Gareth. La vergogna che provava era immensa, troppa perchΓ© potesse tollerare la sua espressione sbigottita e sempre piΓΉ consapevole del significato di quanto aveva appena udito.
CercΓ² di controllare il respiro, ma non riusciva a calmarsi. Si sentiva di nuovo sull'orlo del baratro. Ritrasse le mani. Β«Ecco la persona che stavi per sposare. Questo Γ¨ chi sono realmente: un uomo egoista, un traditore.Β» Voleva che si arrabbiasse con lui, che gli dicesse di non voler vederlo mai piΓΉ, rendere la crepa un'autentica spaccatura, ma non c'era rabbia sul viso di Gareth. C'era solo la sofferenza di un cuore che era stato appena fatto a pezzi.
Forse Max ha ragione su di me. Forse... forse sono davvero una persona crudele.
Reth dovette tentare diverse volte prima di riuscire a parlare: Β«PerchΓ©?Β» chiese. Β«Dove ho sbagliato?Β»
«Non hai sbagliato mai niente con me» replicò l'altro. «Mai, neppure una volta. Mai, Gareth. Pensavo di aver dimenticato Max, ma stavo solo mentendo a me stesso e anche a te. Soprattutto a te. Credevo che con te al mio fianco sarei stato capace di andare avanti e sì, di dimenticare lui, ma era l'uomo di una volta a crederlo. Quella persona sarebbe stata degna di stare al tuo fianco, ma non... non questa» aggiunse, indicandosi con malcelato disprezzo. «Non voglio che tu sprechi altro tempo per me, Gareth. Voglio che tu ami ancora, che ti innamori di nuovo e di qualcuno che possa amarti completamente, senza ripensamenti né limiti.»
Gareth abbassΓ² lo sguardo, ma era lo stesso palese che stesse piangendo a propria volta. Β«Non ti basta la mia presenza qui, oggi, per capire?Β» chiese rauco. Β«Se sono tornato in vita, Γ¨ stato solo grazie al tuo amore per me, al nostro amore. Mi pregasti di non essere morto e io... in un certo senso... riuscii a sentirti e a fare come mi avevi detto. Sei stato tu a volermi di nuovo con te e per secoli ho sperato di riaverti con me, di poter stare insieme a te di nuovo, finalmente liberi dal giogo di Richard. Ti ho aspettato, ti ho sognato ogni notte, ho sentito la tua mancanza ogni singolo giorno. Sono legato a te in modo indissolubile, Dario, ma... n-non voglio che questo ti freni dall'inseguire la felicitΓ . S-Se con me senti di non poter essere felice sul serio, allora... allora non pensare a me e prosegui sul cammino che hai deciso per te stesso. Saperti felice, anche se al fianco di qualcun altro, per me sarΓ sempre meglio che vederti rimpiangere di aver scelto me. Non lo sopporterei.Β»
Si sentiva morire, privato della sola ragione valida che gli avesse consentito di resistere per secoli allo strazio dell'immortalità e della solitudine, dell'esser stato scacciato dalla comunità dei licantropi e dei lupi mannari, deriso da quella dei vampiri, privato di un posto dove sentirsi realmente a casa e accettato. Aveva atteso così a lungo di poter riunirsi all'uomo che amava con lo stesso ardore di secoli addietro, ma a quanto pareva la sua sorte era di rimanere da solo.
Β«Non amerΓ² nessuno come ho amato e amo teΒ» disse con spiazzante onestΓ , trasparente come il cristallo, guardando l'anello che teneva fra due dita. Le lacrime, tuttavia, gli impedivano di vedere realmente ciΓ² che lo circondava.
Fa male sapere che non sono abbastanza per te, che non posso renderti felice come una volta. Fa così male...
RicacciΓ² indietro i singhiozzi. Β«N-Non te la prendere, m-ma ora... o-ora vorrei... vorrei stare un po' da soloΒ» disse con molta fatica. Β«Ti pregoΒ» aggiunse, la voce spezzata.
Dario, tuttavia, non si mosse. Non voleva andarsene e lasciarlo in quello stato. Lo conosceva bene, fin troppo bene, e sapeva di non dover abbandonarlo. Non poteva essere così crudele. Non ce la faceva.
Non parlò, agì solamente, avvicinandosi e chinandosi per stringerlo a sé. «Mi dispiace» disse fra le lacrime. «Scusami.»
Gli fece male sentirlo aggrapparsi ai propri vestiti e singhiozzare senza più ritegno alcuno, così come il realizzare di non poter in alcun modo placare il suo dolore. Era stato lui ad affondare la lama, a procurargli quella sofferenza, e sapeva che avrebbe convissuto per sempre con quell'ennesima colpa, quell'ennesimo peso sulla coscienza.
Non proprio per sempre, si corresse con amarezza. SarΓ probabilmente il per sempre piΓΉ breve di tutta la mia esistenza.
Sapeva che in teoria avrebbe potuto far rimarginare lo squarcio nell'anima di Gareth, ma non poteva farlo senza il suo consenso.
Β«Lascia che ti aiuti un'ultima voltaΒ» gli disse in un sussurro. Β«Lascia che metta fine allo strazio. Ti prego.Β»
Β«Non voglio dimenticareΒ» replicΓ² Herrick, guardandolo con gli occhi arrossati e gonfi a causa del pianto. Β«Non voglio dimenticarti.Β»
Β«Non dimenticherai tutto quanto. Solo... solo cosa provi per me.Β»
Β«M-Ma...Β»
«Se ciò che dici è vero, allora mi rifiuto di sottoporti ad altro dolore inutile» insisté il vampiro. «à l'unico modo per permetterti di andare avanti e guardare al futuro senza più curarti di ciò che è stato.» Gli prese il viso fra le mani, scostandogli i capelli fulvi dalla fronte. «Sarà come prendere una boccata d'aria fresca, credimi. Non devi far altro che ascoltare la mia voce e fare ciò che ti dico. Lascia che sia io a chiudere per sempre la porta per te.»
Non c'era altro modo. Gareth meritava un po' di pace, di essere di nuovo felice. Il legame andava spezzato e quell'amore doveva esser estirpato alla radice. CiΓ² che era morto o morente andava rimosso prima che potesse far danni e avvelenare ciΓ² che di vitale ancora restava.
Gli scacciΓ² le lacrime dalle guance. Β«Chiudi gli occhiΒ» gli intimΓ², cercando di tener ferma la voce. Β«Chiudi gli occhi, Gareth. Ci vorrΓ un attimo, niente di piΓΉ.» Β
Β«Finalmente ti ho trovato.Β»
Sollevò lo sguardo da terra e guardò in alto, verso Petya che si era fermato di fronte a lui e lo squadrava con aria preoccupata. Fece vagare gli occhi per i giardini imperiali in stato ancora pietoso. Appena era tornato dalla ben poco allegra visita a Gareth, non se l'era sentita di tornare da Max, non subito, almeno. Eccolo lì, su una panchina di pietra, dopo aver fatto uso delle proprie capacità psichiche per l'ennesima volta. Usarle lo aveva sempre prosciugato delle forze, trattandosi di funzionalità complesse che andavano oltre l'ipnosi standard, tecnica comune in tutti in non-morti.
Da Empatico qual era, non poteva far a meno di assorbire come una spugna le emozioni altrui, provarle sulla propria pelle come se fossero proprie. Congiungersi con la mente afflitta di Gareth, seppur per pochi istanti, era stato orribile e logorante. Non era stato semplice neppure sradicare via i sentimenti d'amore di quell'uomo per lui e modificare tanti, troppi ricordi, in modo che la loro relazione avesse potuto assumere i connotati d'una semplice e fraterna amicizia.
Non si era mai spinto così oltre, mai così in profondità , perciò, al momento, si sentiva prosciugato da ogni punto di vista possibile. La cosa che poi lo aveva fatto non poco preoccupare era l'aver sentito il marchio sul braccio, quello degli Stregoni del Buio, quasi bruciare, come se di colpo si fosse risvegliato. Probabilmente, senza volerlo, aveva attinto anche all'energia dei propri poteri per evitare di fallire nel modificare i ricordi di Reth, trattandosi di una soluzione radicale e invasiva.
Β«Stai da schifo, sai?Β» disse rauco, studiando l'aspetto generale del sovrano dell'Oltrespecchio, sempre che potesse esser ancora ritenuto tale. Un re senza corona, senza trono e privo d'un regno, poteva ancora essere definito cosΓ¬?Β
Petya fece una smorfia. Β«Neanche tu sei messo granchΓ© bene, amico.Β»
«Touché.» Dario schiarì la voce. «Ti serviva qualcosa?»
Β«Non proprio. Sei il solo che probabilmente non sia arrivato ancora a detestarmi anche solo perchΓ© respiro.Β»
Il vampiro tacque, poi: Β«So di... insomma, di te e Desya. Mi dispiace, davveroΒ».
Β«Anche a me dispiace, ma in fin dei conti sono andato a cercarmela e comunque... fin troppe cose ci remavano contro sin dal principio.Β» Petya si lasciΓ² cadere accanto all'amico. Β«Questo non rende meno difficile tutto, perΓ².Β»
Β«So di che parli.Β» Dario si passΓ² due dita sugli occhi. Β«Ho rotto con Gareth, tanto per cambiare.Β»
L'Efialte lo squadrΓ² sbigottito. Β«Cosa? PerchΓ©?Β»
Β«Lo sai bene il perchΓ©. Non fingere di non aver parteggiato per Max sin dall'inizio.Β»
Β«In realtΓ stavo per dire che Gareth iniziava ad andarmi a genio.Β»
«Ma smettila. So riconoscere quando qualcuno ti garba o meno. Non sono così scemo da credere alla tua proverbiale faccia da poker.»
Petya sbuffΓ². Β«Quindi ora... cosa? Tornerai a fare il vedovo solitario?Β»
Β«In realtΓ no. Io e Max abbiamo deciso di riprovarci e di star a vedere cosa succede. Il problema Γ¨ un altro.Β»
Β«Quella storia di Rasya, vero?Β»
Β«Esatto.Β»
Β«Non devi farlo per forza. Accipicchia, Dario, puoi ancora scegliere!Β»
«Invece non ho scelta. Devo precedere i passi di Grober in qualche maniera. Non intendo aspettare il giorno non più così remoto in cui lui si presenterà qui per reclamare me e Dante come suoi personali schiavi. Non gli permetterò di metterci entrambi in catene. L'unico modo è abbracciare il destino in maniera consapevole. Lo so io e lo sa anche Dante.»
Petya deglutì. «Prega che Godric non venga da te per prenderti a ceffoni, non appena avrà capito le vostre intenzioni.»
Β«Credevo odiasse Dante.Β»
«Nah. Non del tutto, almeno. Diciamo così.»
Β«Non penso di aver capito, ma va bene.Β»
Β«La loro Γ¨ sempre stata una relazione complicata. Ricordo che quando giunsi nell'Oltrespecchio e venni accolto da Desya e Misha, non molto tempo dopo Godric ovviamente venne a risapere cos'era accaduto a Iago. Non fu un bell'incontro, penso che fra una cosa e l'altra io e lui ci siamo sempre in parte detestati reciprocamente.Β»
Β«Non puoi biasimarlo per questo.Β»
Β«Beh, ora sembriamo aver seppellito l'ascia di guerra.Β»
Β«Buon per voi.Β»
Β«Da che ne so, Dante era partito invece con l'intenzione di voler uccidermi. Era furioso per cos'era successo a Iago e credo avesse ben inteso la veritΓ senza che Misha e Desya gli avessero raccontato alcunchΓ©. Quando perΓ² ci conoscemmo... sin da subito scattΓ² qualcosa.Β»
Β«Risparmiami i dettagli, di grazia.Β»
Β«Niente di sconcio. All'inizio c'erano reciproci rispetto e curiositΓ . Io stesso ne ero stupito, ma piΓΉ imparavo a conoscerlo e piΓΉ lo ammiravo.Β»
Β«Toglimi una curiositΓ : quando ti mettesti in testa di voler erigerti sopra il resto dell'Oltrespecchio e conquistarlo fino all'ultima lingua di terra? L'aver messo nel sacco Ilya ti diede alla testa?Β»
Β«Ilya ricevette quel che gli spettava, ciΓ² che meritava dopo avermi imprigionato e torturato, nonchΓ© barbaramente ucciso davanti agli occhi di Jake. Lo odiavi anche tu, perciΓ² non giudicarmi con tanto livore.Β»
Β«Eppure sapevi che incastrando Ilya avresti distrutto una famiglia e spezzato piΓΉ di un cuore.Β»
Β«Lui si era preso AngΓ©lique, tutto ciΓ² che era stato mio Ilya se l'era poi arraffato. Mentre sposava la donna che amavo, io stavo marcendo in una delle torri del suo castello a Oaksfield, incatenato come un animale per aver commesso il semplice errore di essermi fidato di uno dei pochi parenti che mi erano rimasti. Scusa se a un certo punto non ho potuto far altro che divenire ossessionato dal voler vendicarmi a tutti i costi e fargliela pagare.Β»
Β«Un bambino e una povera donna, una donna che tu stesso amavi e quello che era a tutti gli effetti tuo nipote, hanno poi fatto per un bel po' la fame a causa delle conseguenze dell'arresto e dell'esecuzione di Ilya. Dimmi, Petya, sai cosa accadde a Julian e ad AngΓ©lique, dopo la tua bella reinterpretazione del Conte di Montecristo?Β»
Petya sospirΓ². Β«Lo so.Β»
«Lei dovette sposare un uomo che perse poi tutti i propri averi, iniziò a ubriacarsi da mattina a sera e una volta finì per picchiarla così forte da ucciderla. Julian venne gettato in orfanotrofio e tu non facesti niente per impedire a tutto ciò di verificarsi, anche se avresti potuto.»
Β«Neanche tu e Richard, mi pare.Β»
Β«Sai quali erano i miei impegni all'epoca e sai che Richard aveva ben altro a cui pensare. C'erano molte maniere per farla pagare a Ilya e tu, accecato dalla rabbia, scegliesti la peggiore, quella che avrebbe distrutto piΓΉ di una vita.Β»
Β«Non venirmi a parlare di vite distrutte, Macellaio di New York. Non sono l'unico mostro in cerca di redenzione, qui, mi pare.Β»
Il silenzio calò fra di loro, teso e talmente denso che si sarebbe potuto tagliarlo con un coltello. Petya, poi, deglutì. «Va bene, forse... forse potevo evitare di tirare in ballo quella faccenda, però non è che tu mi abbia dato chissà quante alternative. Sai bene che non vado fiero di cosa accadde con mio fratello e sai che se solo potessi tornare indietro, probabilmente agirei in maniera differente. So di aver commesso molti errori, Dario, ma so anche che tu sei fra i pochi al mondo capaci di capirmi e non condannarmi per averli fatti.»
Il vampiro annuì. «Sì, hai... hai ragione. Non siamo nessuno per giudicare il prossimo.»
Β«Ad ogni modo, ti chiedo di pensare bene a cosa fare e invece non fare. La scelta che compirai sarΓ definitiva, non potrai piΓΉ tornare sui tuoi passi. Cerca di imboccare la via meno oscura e solitaria.Β»
Dario sorrise ironico. Β«La mia vita Γ¨ sempre stata tale.Β»
Β«Allora fa' in modo che non sia tale quel che resta di essa, no?Β»
Β«Ah, non saprei. Mi ci sono un po' affezionato.Β»
Β«Considerando che una quarantina d'anni fa arrivasti a drogarti, direi che non sia stata chissΓ quanto piacevole.Β»
Β«Fottiti.Β»
Β«Allora... tu e Max, eh?Β» cambiΓ² discorso Petya, sogghignando. Β«Lo sapevo che sarebbe successo.Β»
Β«Il modo palese in cui stai gongolando rasenta l'indecenza, sai?Β»
Β«Senti chi parla di indecenza! Tu e lui vi faceste beccare dai paparazzi a fare sesso a ridosso di una porta-finestra! Il tuo deretano da allora Γ¨ di dominio pubblico! Fossi in te lo assicurerei come fece J.Lo, ne varrebbe la pena!Β»
Β«... dici che sarebbe un male annegarti in un canale e far passare tutto per un semplice incidente?Β»
Β«Posso fare da testimone a uno di voi due?Β»
Β«Chiedo scusa?Β»
Β«Non dirmi che non vi sposerete! Sono letteralmente decenni che va avanti la tiritera!Β»
Β«Cambiamo argomento, ti va?Β»
Β«Oh, andiamo, andiamo! Un po' di vita!Β» Petya diede una pacca sulla schiena al vampiro, il quale perΓ² gli afferrΓ² la manica e gli fece allontanare le dita. Β«Non apprezzo il contatto fisico indesiderato.Β»
L'Efialte sbuffò, poi la sua espressione si incupì. «Comunque, e non ci credo di star dicendolo, per un po' tieni gli occhi aperti in presenza di mio fratello. Jake mi è sembrato di pessimo umore e ora che ne conosco la ragione... beh... non so cosa potrebbe fare per reagire alla stoccata. In cuor mio so che si aspettava un simile finale, ma credo... credo lo abbia ferito che il colpo sia provenuto da te, fra tanti altri. Magari in parte temeva che sarebbe accaduto e la situazione è peggio che mai visto che tu gli avevi giurato e spergiurato che non saresti più tornato insieme a Max.»
Β«Max non era una sua esclusiva proprietΓ , Γ¨ una persona come tutti quanti noi e aveva voce in capitolo quanto me e JakeΒ» replicΓ² Dario, infervorandosi un pochino. Non accettava di passare per un rovinafamiglie. Β«Davvero pensava che Max se ne sarebbe rimasto zitto e buono, schiavo dei suoi comodi? Lo conosce bene quanto me, abbastanza da sapere che una situazione come quella con Rose avrebbe finito solo per ferire uno dei tre. Max ha scelto ciΓ² che era meglio per se stesso, niente di piΓΉ.Β»
Β«Questo lo so.Β»
Β«Tu per primo mi hai detto di infischiarmene.Β»
«Lo so, ma Jake resta mio fratello e... vederlo così mi fa male e mi preoccupa. Una volta era una persona posata e mite, ma ora... ora sembra sempre pieno di rabbia nei confronti del mondo intero. à uno Yakovich, credo basti dire questo. Siamo famosi per non reagire bene di fronte alla sconfitta.»
Dario sogghignΓ², chiaramente irritato. Β«Dunque... cosa? Dovrei attendere da un momento all'altro una mossa infida in pieno stile Lannister? Pardon, Yakovich.Β»
Β«Forse...Β», Petya si umettΓ² le labbra. Β«Forse il fendente Γ¨ stato giΓ sferrato.Β»
Β«Che vorresti dire?Β»
Β«Ragionando a mente fredda... inizio a pensare che non sia da imputare a Grober la paternitΓ di quanto accaduto di recente. Sai, no... lo scandalo che ti ha coinvolto.Β»
Il vampiro si accigliΓ². Β«Che cosa stai cercando di dire?Β»
Β«Grober sarΓ perfido e tutto quel che ti pare, ma ha maniere piΓΉ subdole e su larga scala di far pentire qualcuno di esser nato. Secondo me c'era qualcun altro dietro alla fuga di notizie sul tuo conto.Β»
Dario cercΓ² di restare calmo. Β«E perchΓ© mai avrebbe dovuto farlo proprio Jake?Β»
Β«Ci arrivi da solo: lui e Max si erano giΓ lasciati.Β»
Β«Jake non sa niente del mio passato, a meno che qualcuno non abbia cantato, e Max mi ha assicurato di non aver detto a nessuno, fuorchΓ© a te, di quella faccenda. Gli unici a esserne a conoscenza siete lui, tu, Askan e Sophie. Lo sapeva anche Arwin, ma lui Γ¨ morto da tempo.Β»
Β«Appunto.Β»
Β«Spiegati.Β»
Β«A mio parere, Arwin sarebbe potuto arrivare a rivelare a Jake cosa c'era stato fra te e Max, solo per farlo soffrire e fargli temere che mentre lui era imprigionato, Max intanto lo avesse dimenticato e... magari... fosse tornato insieme a te. Arwin lo ha manipolato in molte maniere pur di torturarlo anche sul piano psicologico e... beh... potrebbe averlo influenzato nella palese diffidenza che prova nei tuoi confronti sin da quando Γ¨ tornato e vi siete rivisti. Certo, sei stato il primo a irrompere nella cella dov'era tenuto prigioniero e a liberarlo dalle catene, ma la razionalitΓ va a farsi benedire quando c'Γ¨ di mezzo la gelosia.Β»
Β«Ancora non capisco perchΓ© mai Arwin avrebbe dovuto dirgli certe cose sul mio conto.Β»
Β«Per farti passare per un poco di buono di cui c'era ben poco da fidarsi. Insomma...Β»
Β«... per la puttana di turno?Β»
«Non volevo dire proprio questo, ma siamo lì.»
Β«Mi sembra tutto troppo stiracchiato.Β» Il vampiro, vedendo che Petya pareva in difficoltΓ , quasi disperato, lo esortΓ² a sputare il rospo.
L'Efialte serrò le dita sulle ginocchia. «Gli ho esposto questi miei dubbi e lui... lui ha negato, ma qualcosa nel suo sguardo mi ha subito fatto intendere che non stava dicendo la verità . Ho davvero paura che sia stato lui a pugnalarti alle spalle, a farlo nell'unica maniera che sapeva ti avrebbe scalfito. Certo, agire così avrebbe minato la tua credibilità , ma non penso che in quel momento gliene importasse qualcosa.»
Dario era scosso. Β«I-Io... io non penso che lui possa esser arrivato a tanto. Insomma... stiamo pur sempre parlando di Jake.Β»
Β«Da quando Γ¨ tornato Jake Γ¨ un uomo che non riconosco piΓΉ come il fratello che ho imparato ad amare. Non era piΓΉ quello di prima, sembrava un estraneo. A volte lo sembra tutt'ora. So che mi incolpa per via di cosa gli Γ¨ accaduto tre anni fa e ce l'ha con me per non aver fatto qualcosa per evitare che Misha venisse mandato a morire. Secondo lui, in fondo in fondo, io sapevo che Loki stava tramando qualcosa e ho deciso deliberatamente di non fare niente per evitare la morte di Misha.Β»
«Ma non è così e lo sappiamo tutti! Se solo Loki ti avesse messo a parte di quel piano, tu ti saresti opposto! Avresti aiutato eccome Misha!»
«Nessuno poteva aiutarlo. Si era messo contro Grober in persona, non solo contro i Pagani. Sapeva che era una battaglia dalla quale non sarebbe uscito vivo, così come sapeva che vivendo avrebbe messo in costante pericolo suo figlio e i suoi fratelli, oltre a macchiare la reputazione della famiglia per via delle sue passate azioni. Misha era un guerriero e ha scelto il suicidio d'onore, proprio com'era nel suo stile. à morto com'è vissuto e comunque... se avesse scelto di vivere, sarebbe finito in galera e poi sul patibolo. I Cacciatori non gli avrebbero permesso di farla franca, poco importa se a metterci una buona parola sarebbe stato addirittura James in persona. La sua era una fine annunciata e ha solo deciso di scegliere il proprio veleno.» Petya tacque per un attimo. «Tu, però, puoi scegliere di vivere, proprio come può sceglierlo Dante. Sarò onesto, Dario: non sopporterei di perdere qualcun altro. Siamo amici da tempo e ho già visto fin troppi altri miei amici morire o voltarmi le spalle. E con Dante... beh, ho dei trascorsi. Non mi ha perdonato e mai mi perdonerà , perché secoli fa diedi a Cornelius troppo potere e gli permisi di farla franca in cambio del potere per entrambi, e quindi so di non meritare il suo perdono, ma non voglio che muoia. Avete sofferto entrambi abbastanza, più di quanto avreste meritato, e la morte di tutti e due non risolverebbe niente. Non risolve mai niente. Mai ho visto una ferita guarire quando viene cosparsa di sale.»
Sapeva che c'era un'altra soluzione, bastava solo individuarla. C'era sempre un'altra strada.
Β«Comunque... che cosa farai, ora che abbiamo quasi la certezza di cosa ha fatto Jake?Β»
Il vampiro esitΓ². Β«Non lo so, ma... non mi vendicherΓ². Servirebbe a ben poco e comunque... non sono nella posizione adatta per condannare una ripicca.Β»
Mi sono macchiato di azioni peggiori, anche di recente. Sbagli che... in un modo o nell'altro... hanno contribuito grandemente a far soffrire le persone che invece avrei voluto proteggere.
Β«Secondo te sono una persona malvagia? Una di quelle che credono di voler fare del bene, ma in realtΓ riescono solo a nuocere al prossimo?Β» chiese, senza incrociare neppure per mezzo secondo gli occhi azzurri di Petya ora adombrati da un velo di smarrimento.
Β«Tu una persona malvagia?Β» ripetΓ© l'Efialte, davvero confuso. Β«Se ti riferisci a quella storia di...Β»
«No, non mi riferisco a quello. Parlo in generale, mettiamola così.»
Β«In ogni modo, non lo sei. Ci conosciamo da un bel po' di tempo e no, non sei una persona cattiva nΓ© malvagia. Al massimo direi che hai una miriade di complessi e insicurezze, ma quello Γ¨ un discorso ben diverso.Β»
Β«E come fai a dirlo?Β»
Yakovich lo scrutΓ². Β«C'Γ¨ qualcosa che ti tormenta. Di che si tratta?Β»
Dario scosse il capo e si alzΓ². Β«Ne parleremo un'altra voltaΒ» replicΓ² sbrigativo. Β«Piuttosto, sai dove posso trovare Lucifero?Β»
Β«All'inferno.Β»
Β«Petya, dico davvero. Devo parlargli.Β»
Β«E di cosa?Β» Capendo che non avrebbe tuttavia ottenuto niente di piΓΉ, Petya si arrese. Β«Mi sembra si trovi nella sala delle riunioni e per giunta in compagnia di Michele. Non credo sia un buon momento.Β»
Β«Non lo Γ¨ per nessuno.Β»
Β«Non c'Γ¨ modo di sapere per quale motivo intendi parlare con lui?Β»
Il vampiro sbuffΓ² tra sΓ©. Β«Lucifero Γ¨ tra gli esseri piΓΉ antichi facenti parte dell'allegra compagnia di suicidi qual Γ¨ la Resistenza, perciΓ² Γ¨ anche il solo a poter rispondere a un bel po' di domande che da settimane mi perseguitano. Ho bisogno di risposte e lui dovrΓ fornirmele. Ne ho il pieno diritto, visto e considerato che il suo consorte da anni cerca di farmi la festa.Β»
Β«Non credo che vuoterΓ il sacco solo per tale ragione.Β» Petya si rimise in piedi a propria volta. Β«Non parla volentieri di Grober in generale. Cerca di farlo il meno possibile.Β»
Β«Infatti non Γ¨ di lui che mi importa.Β»
Quando giunse di fretta di fronte alle porte della sala, vide proprio allora Lucifero uscire da esse. Non attese neppure un istante e tirΓ² dritto in direzione sua. Β«Lucifero? Una parolaΒ» lo apostrofΓ² senza giri di parole, fermandoglisi di fronte. Lo indisponeva un pochino che per guardarlo in faccia dovesse essere lui a sollevare la testa, visto che l'Angelo Caduto era alto oltre il metro e ottanta, nonchΓ© con il fisico degno di un atleta olimpico.
Il non piΓΉ re dell'inferno si accigliΓ². Β«Guarda chi c'Γ¨, la principessa dei succhiasangue.Β»
Β«Davvero spiritoso. Potresti avere la cortese decenza di rispondere a qualche mia domanda, prima che decida di strapazzarti come meriti?Β»
L'uno non era mai stato simpatico all'altro e viceversa, e sin dagli albori c'era sempre stato ben poco da fare a riguardo. Il solo motivo per cui non si erano ancora presi a pugni a vicenda era che... beh, erano fin troppo in lΓ con i secoli - e nel caso di Lucifero si parlava addirittura di millenni - per scendere a simili livelli infantili. Per contro, perΓ², si lanciavano stoccate a suon di parole taglienti.
L'Angelo Caduto inarcΓ² un sopracciglio. BenchΓ© con coloro che gli erano piΓΉ vicini avesse smesso di fare lo spaccone arrogante, con il resto della Resistenza adottava il solito atteggiamento che alcuni consideravano odioso e altri, invece, attraente.
Β«Prima vuoi che risponda a delle domande e poi mi minacci? Ti facevo piΓΉ diplomatico.Β»
Β«La diplomazia Γ¨ un lusso che concedo solo a coloro che la meritano da parte mia. Per il resto ci sono i buon vecchi vaffanculo. C'Γ¨ un posto dove possiamo parlare che non sia il corridoio?Β»
Β«Uhm... no.Β»
Il vampiro alzΓ² gli occhi al cielo e poi fece un piccolo, forzatamente cortese sorriso. Β«Vediamo se riesco a fartelo entrare in testa: non accetto un no come risposta e tu non sei piΓΉ nella posizione per rifiutare alcunchΓ©. Qui non sei il signore dell'inferno, ma uno qualsiasi, come tutti noi. Γ chiaro?Β»
«E poi c'è chi dice che certe cose, certi atteggiamenti, non siano ereditari!» cinguettò Lucifero. «Ora sì che so per certo che sei il degno discendente di Rasya. Uno stronzo altezzoso proprio com'era lui.»
«Ti avverto che so esser peggio di così.»
Β«Oh, fa' pure. Ormai sono immune da certi capricci.Β» Lucifero gli fece βciao ciao" con la mano e lo superΓ².
Dario imprecò sottovoce e lo seguì. «‘Lucifer, vuelve aquà o te reviento la cabeza!» sbottò in spagnolo, come sempre quando era davvero adirato. Odiava quando lo si lasciava indietro come un tronco di pino.
L'altro fischiΓ². Β«Perbacco! Che minaccia grossa per uno come te!Β»
Β«Beh, prendila seriamente, perchΓ© sto per metterla in pratica!Β»
Lucifero sbuffò e controvoglia si fermò e voltò. Dario per un soffio non gli finì addosso e all'ultimo evitò lo scontro. Incrociò le braccia, inviperito. «Se solo avessi qualcun altro a cui chiedere, fidati che lo farei con piacere e mi risparmierei lo strazio di aver a che fare con te.»
Β«Va bene, va bene. Che cosa vuoi chiedermi? Veloce e coinciso, prego.Β»
Il vampiro evitò per un pelo di rifargli il verso e si appellò a tutta la propria ragionevolezza, benché gliene fosse rimasta davvero poca. «Tu conoscevi Rasya, vero? Insomma... lui era lì, con te e Tredar, quando... insomma, quando decideste di assassinare Grober.»
L'Angelo Caduto si incupì. «Lui era lì eccome. Era il suo servo e questo, mi pare, è già stato appurato.»
Β«Dunque lui quale parte ebbe nella congiura e nell'assassinio?Β»
Β«Ci arrivi anche da solo.Β»
Β«Dimmelo.Β»
«Beh, diciamo che ci diede una gran bella mano a orchestrare il tutto. Diciamo che Grober, nell'incontro che precedette l'omicidio vero e proprio, fece una cosa che Rasya non gli perdonò. Lo umiliò davanti a me, a Gylar, Tredar e Lilith. Sì, c'era anche lei. Voleva far ragionare Grober, in fin dei conti era suo padre tanto quanto lo ero io.»
Β«In che modo venne umiliato?Β»
Β«Si permise di parlare quando il suo padrone non lo aveva interpellato, a Grober ovviamente non piacque e... per farla breve, gli mollΓ² un ceffone. So che puΓ² sembrare banale e infantile, ma uno come Rasya all'epoca era ben poco propenso al perdonare e non serve dire che odiava con tutto il cuore Grober per averlo reso il suo burattino. l'esser stato picchiato davanti a noi, creature in fin dei conti inferiori a lui, eppure libere, al contrario suo, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Si convinse ad aiutarci. La notte in cui decidemmo come procedere, ricordo che la sete di vendetta e l'odio ardevano nei suoi occhi. Per lui tornare in libertΓ e vendicarsi era diventata un'ossessione ed eravamo stati io e gli altri a risvegliare il suo orgoglio rimasto troppo a lungo sopito.Β»
Β«Quindi... partecipΓ² attivamente all'assassinio.Β»
Β«Oh, lo fece eccome. Gli procurΓ² un sadico piacere vedere Grober dissanguarsi a terra. Era l'unico a godere della sua dipartita, in realtΓ . Nessuno festeggiΓ² la riuscita dell'impresa e da quel momento in poi le nostre strade si separarono per sempre. Non rividi piΓΉ nΓ© Rasya nΓ© Tredar o Gylar e Lilith... A lei ci volle un bel po' di tempo per perdonarmi, non appena venne a sapere cos'avevo fatto. Le avevo promesso che lo avrei fatto tornare a casa vivo, incolume e di nuovo in possesso del senno, ma avevo fallito, avevo tradito la promessa di rimettere insieme i cocci della nostra famiglia.Β»
«Quindi... quindi non sai cosa accadde a Rasya in seguito. Insomma, era una divinità della morte, com'è stato possibile che sia venuto a mancare? Chi riuscì a uccidere la Morte in persona? Sembra roba degna solo di Lovecraft!» Dario non capiva perché finisse sempre per sfuggirgli qualcosa, per mancargli un pezzo di quella fitta trama di eventi, segreti e rivelazioni. «E comunque... non hai ancora detto quanto bene conoscessi Rasya.»
Lucifero non parlΓ² e gli disse di seguirlo. Lo condusse in una delle tante eleganti sale di ritrovo presenti nel castello, chiuse le porte e fece un respiro profondo prima di voltarsi e dire: Β«Lo conoscevo bene, piΓΉ di quanto facessero Gylar, Tredar e lo stesso Grober, e lo conosceva anche LilithΒ».
Β«Quindi?Β» incalzΓ² il non-morto, senza riuscire a capire.
L'altro si avvicinΓ². Β«Quindi, anche se molto, molto alla lontana, tu sei mio nipote, Dario. Rasya era mio fratello. Fratello maggiore, per l'esattezza.Β»
Lo sorprese molto vedere Dario inarcare un sopracciglio. Β«Sciocchezze.Β»
Β«Se non mi credi, chiedi a Michele o ad Astaroth. Fidati, perΓ², che io ero fra i pochi ad apprezzare la sua compagnia dopo che se ne andΓ² di casa e ripudiΓ² le proprie origini angeliche.Β»
Β«N-No senti, q-questo Γ¨ assurdoΒ» balbettΓ² il vampiro, rifiutandosi di credere che il Diavolo fosse imparentato in qualche maniera con lui. Eppure era la veritΓ , chiara come il sole, e lo spaventava.
Lucifero tornΓ² da lui e gli ficcΓ² in mano un bicchiere di cristallo basso e tozzo ricolmo di liquido color smeraldo. Sembrava quasi emettere un debole e spettrale bagliore verdognolo e si trattava di un liquore molto conosciuto a Obyria e dintorni. Forse per spaventare i novellini e i minorenni, l'avevano chiamato Veleno dell'Idra. Il profumo era balsamico e inebriante, ma appena lo si beveva sembrava di ingurgitare fuoco liquido, tanto era forte e concentrato.
Non stupiva, dunque, che fosse piΓΉ popolare fra i vampiri, i licantropi e le specie piΓΉ resistenti. Erano quelli che riuscivano a tollerarlo meglio e a farselo persino piacere senza rischiare di dover poi prendere un rimedio per il reflusso gastrico, quando andava bene, o senza incorrere nel coma etilico immediato.
Β«Tracanna, nipote. Ne hai un gran bisogno, dalla faccia che haiΒ» disse l'Angelo Caduto con nera ironia, per poi versarsi in gola il contenuto del proprio bicchiere. Dario, suo malgrado, lo imitΓ², le dita che tremavano. Β«Non chiamarmi in quel modoΒ» mormorΓ². Β«Senza offesa, ma l'idea di essere imparentato con il Diavolo non mi entusiasma particolarmente.Β»
Β«E il peggio Γ¨ che indirettamente hai a che fare anche con Grober.Β»
Β«Grazie tante, ora sΓ¬ che sono pronto a commettere seppuku pur di conservare quel po' di dignitΓ e credibilitΓ che mi sono rimaste. Da qualche parte dovrei ancora conservare un tantΕ. Fra meno di dieci secondi andrΓ² a prenderlo.Β»
Β«Ah, piantala. C'Γ¨ di peggio.Β»
Β«Per esempio?Β»
«Oh, andiamo, damerino! Sei il discendente di una divinità della morte! Mi sembra il minimo che tu abbia parenti così illustri e fuori dal comune!»
Dario, per tutta risposta, andò a versarsi dell'altro Veleno dell'Idra. «Enchanté...» commentò, greve come l'incisione sopra una lapide. Guardò l'Angelo Caduto. «Perciò... come sta la storia di Rasya? Si può sapere chi accidenti era nello specifico e come ha fatto Grober a imprigionare una divinità della morte? Voglio dire, nei panni suoi c'è da esser un bel po' scemi per farsi infinocchiare così.»
Lucifero sospirò. «Non esserne così sicuro. Grober non va sottovalutato e anche all'epoca era un tipo brillante e arguto.»
Β«Eppure Misha Γ¨ riuscito a metterlo nel sacco.Β»
Β«Ho detto che Γ¨ sveglio, non onnisciente.Β»
Β«Oh, certo.Β» Dario era infastidito dal modo in cui l'altro pareva quasi voler in parte difendere quel folle. Β«Posso ricordarti che Γ¨ nostro nemico e progetta di ammazzarci tutti quanti?Β»
Β«Non l'ho dimenticato, ma non posso neppure scordare che siamo ancora sposati, in teoria.Β»
Β«La sua morte dovrebbe aver annullato tale vincolo.Β»
Β«Ma lui non Γ¨ mai morto, non davvero. Il suo spirito ha continuato a vivere, ha resistito e infine Γ¨ riuscito a trovare la maniera di trovare un corpo che potesse ospitarlo. Credi che AndrΓ© sia stato l'unico suo contenitore? Allora caschi male.Β»
Β«Mi sembra ovvio.Β»
Β«E tu a me sembri parecchio arrogante, malgrado l'aura da santo che tutti ti attribuiscono e della quale ti fregi in pubblico. Con questo atteggiamento non andrai lontano, fidati.Β»
Β«Stai parlando con un vampiro di cinquecento anni. Io credo di esser andato lontano eccome.Β»
Β«Solo e unicamente perchΓ© dovevi ad ogni costo resistere al tempo e alla morte stessa in vista di un destino ingrato e crudele.Β»
Β«Grazie per avermelo ricordato.Β»
Β«Ti sto solo dicendo che dovresti iniziare a prestare attenzione ai passi che muovi sulla pericolosa scacchiera sopra la quale ci troviamo. Non dimenticare che sei venuto al mondo e hai retto fino ad ora per una ragione, Dario, e se conoscevo Rasya come so che lo conoscevo, era fin troppo bravo a pianificare le proprie mosse e dunque quanto stabilito da lui, in un modo o nell'altro, si compirΓ , e non sarΓ a favore tuo nΓ© di Dante.Β»
Β«Questo lo so bene.Β»
Β«E cosa pensi di fare a riguardo?Β»
Β«Gli occhi di Rasya. Uno andrΓ a me e l'altro a Dante.Β»
Β«Questo Γ¨ il tuo piano? Fai prima a uccidere quel povero disgraziato e a suicidarti seduta stante, allora. Quegli occhi non funzioneranno mai bene se usati separatamente.Β»
Β«Invece lo faranno eccome.Β»
Β«E io ti ripeto che sbagli.Β»
Β«Nessuno ha chiesto il tuo parere.Β» Il vampiro si avvicinΓ². Β«Dimmi tutto ciΓ² che sai su tuo fratello. Voglio arrivare in fondo a questa faccenda e credo di avere il diritto di sapere la veritΓ .Β»
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