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Samantha smise di camminare avanti e indietro per la stanza e si fermΓ² per guardare Skyler. Β«D'accordo, vediamo se ho ben capito...Β» fece, gesticolando come chi stava esponendo un concetto a un importante esame di teoria. Β«Il lurido figlio di puttana che ha fatto fuori mia madre Γ¨ al tempo stesso il padre biologico tuo e di Cynder? Quell'AndrΓ© che con ogni probabilitΓ disse ad Arwin di rapire tuo fratello e fare in modo che tutti lo credessero morto da bambino?Β»
Skyler annuì piano, senza incrociare lo sguardo della ragazza. Quest'ultima tornò a fare la spola da un capo all'altro della camera. «Perciò questo vi rende nostri cugini, miei e di Andrew» proseguì. «O meglio... sarebbe così se solo in realtà io non fossi stata adottata da Scarlett e in realtà non fossi stata l'ultima sopravvissuta di un massacro che coinvolse il resto della mia famiglia, parenti compresi. Le uniche altre eccezioni, stando a quel che dici, sono Frederick e Kyran Rivers perché le nostre madri erano sorelle.»
«S-Sì, esatto» biascicò Skyler che già si aspettava l'esplosione finale. L'aveva messa in conto sin dal principio e la riteneva sì e no inevitabile.
Samantha si arrestΓ² una seconda volta. Β«Beh, che dire... l'unica nota positiva di tutto ciΓ² Γ¨ che almeno mio figlio non Γ¨ propriamente il frutto di un incesto. Una buona notizia in mezzo a un enorme casino, devo dire.Β»
Langford torturΓ² le coperte con le mani che tremavano. Β«So che... uhm... che probabilmente ti sembrerΓ una domanda sciocca, ma... insomma... c-come ti senti? Voglio dire...Β»
«Ti dirò, Langford, sto per vomitare persino i miei bulbi oculari» commentò cupa la ragazza. «à tutto così... assurdo e folle! Come posso essere una dannata principessa o qualunque altra cosa fossi destinata a diventare, se solo le cose fossero andate diversamente? Io una fata, poi? Io?!» sbottò indicandosi. «Guardami, Skyler! Non ho ali scintillanti che mi spuntano dalla schiena e ho la stessa eleganza di un marinaio incazzato!»
Skyler si arrischiò a sollevare finalmente lo sguardo. Avrebbe avuto almeno una decina di argomentazioni con cui smontare la convinzione di Samantha di non sembrare affatto all'altezza della sua reale identità , ma non credeva che a importare fosse veramente quello. «Eppure è ciò che sei davvero e se non hai mai mostrato alcuna dote particolare è perché prima di affidarti a Scarlett fecero in modo di sigillare le tue capacità e i poteri che forse avresti potuto manifestare. Tutto pur di tenerti al sicuro e lontana da chi, se fosse venuto a sapere che eri scampata al massacro, ti avrebbe rintracciata e uccisa. Avevi delle ali, ma in base a quanto ho capito... beh... vennero rimosse. à possibile farlo, in certi casi, e sembra che in tenera età non risulti poi così doloroso. Le ali delle Fate si irrobustiscono e potenziano con il tempo e...»
Β«Me ne sbatto di quel che fanno le ali delle Fate!Β» esplose Samantha, isterica. Β«E non posso credere che tu abbia scelto di nascondere a mio fratello, a me, a tutti, un mucchio di cose che sarebbe stato nostro diritto sapere!Β»
Β«Ho saputo solo di recente dei retroscena riguardo alla tua famiglia. Γ stato Rick a raccontarmi tuttoΒ» rivelΓ² Skyler, chiedendo perdono a mente a Frederick per averlo tirato in ballo e trascinato nell'occhio del ciclone.
Sam restrinse lo sguardo e incrociΓ² lentamente le braccia. Sembrava pericolosa come una tarantola gigante che stava per attaccare. Β«Lui sapeva tutto?Β» ripetΓ© in un sibilo.
«V-Voleva essere lui a dirtelo, ma gli ho detto che ci avrei pensato io. I-In realtà avevo intenzione di farlo presente a tuo fratello, così magari sarebbe riuscito a spiegarti ogni cosa meglio di come abbia fatto io» ammise Langford.
«Stai dicendo che sono intrattabile e che ho bisogno che un intermediario mi spieghi le cose, Skyler Langford? Mi stai dando della bisbetica? Perché se è così, allora giuro che...»
Β«Beh, no, ecco...Β»
«E poi che diavolo c'entra Andrew?! Non è lui a essere imparentato con Campanellino o solo Dio sa chi!» Samantha era sempre più furiosa. Skyler non si sarebbe stupito se di lì a poco le narici della ragazza avrebbero preso a fumigare come quelle di un drago sputafuoco. «Qualcun altro lo sapeva, a parte Frederick?»
Β«Nessuno, te lo giuro.Β»
Β«Buon per loro, altrimenti avrei preso tutti quanti a sberle.Β» Sam si passΓ² le mani sul viso e respirΓ² profondamente. Β«Beh, mi consolo sapendo che a te Γ¨ andata decisamente peggio, visto che tuo padre vuole farti la festa. In questa casa dovremmo fondare un club per gente sfortunata con tragedie famigliari di varia entitΓ alle spalle.Β» Non voleva pensare alla propria famiglia biologica. Che senso aveva farlo? Erano tutti morti e questo era accaduto ancor prima che lei potesse essere abbastanza grande da ricordarli. Era un passato che non le apparteneva e che presentava ancora molte zone d'ombra. PerchΓ© la famiglia sua e quella dei Rivers erano state spazzate via? Chi c'era dietro a tutto quel sangue versato? Per caso c'entrava ancora una volta AndrΓ©?
Β«Dimmi che le rivelazioni scioccanti sono terminate, almeno per oggiΒ» riprese poi, rauca. Β«E io che ero venuta da te per trovare un punto d'incontro e capire perchΓ©, da quando sei arrivato qui, non hai mai neppure tentato di approcciarti almeno con Jonathan. Vada per me, sono una stronza e lo benissimo, ma lui...Β» Scosse la testa. Era chiaro il motivo che spingeva un uomo a non voler far parte della vita di un figlio arrivato per puro errore: non lo voleva tra i piedi, non voleva responsabilitΓ di alcuna sorta sulle spalle.
Skyler, quasi leggendole in faccia quei pensieri, si fece coraggio e disse: Β«Se ho quasi del tutto ignorato Jonathan, non l'ho fatto perchΓ© non mi importa di lui o mi disturba la sua presenzaΒ».
«E allora perché?» incalzò Samantha, ora davvero arrabbiata. In fin dei conti a contare per lei era il discorso riguardo a suo figlio. Jonathan era al primo posto nella classifica delle questioni che le erano più a cuore. Era stato così sin dal giorno in cui aveva scelto di non abortire e di dare alla luce quel bambino. «Se credi che io abbia come obiettivo costringerti a stare con me, allora hai preso un granchio. Non me ne frega un accidenti. Per quel che mi riguarda puoi stare con chi ti pare e fare quel che ti garba. Voglio solo sapere per quale motivo non vuoi neanche provare a conoscere Jonathan. Di questo passo finirà per affezionarsi di più a tuo fratello, e a essere suo padre non è di certo Cynder. Non dovrebbe essere lui a leggergli una dannata fiaba o a sapere quale colore preferisce.»
Skyler non ce la fece più e decise di essere onesto fino in fondo. A che serviva rimandare e temporeggiare? Prima o poi tutti loro si sarebbero accorti che qualcosa non andava, che la sua salute non era così ferrea. «Non voglio che si affezioni a me, ecco perché gli sono rimasto lontano.»
Samantha si accigliΓ². Β«E questo cosa dovrebbe significare?Β»
«Significa che gli sto facendo un favore. Significa, Samantha, che Sophie può dire quel che le pare, ma è quasi del tutto certo che non arriverò a indossare gli abiti per la cerimonia nuziale e di incoronazione. E non per mia volontà o perché ho fatto troppe stronzate nella mia vita e mi sono giocato la salute. à così e basta, è... chiamiamolo un difetto di specie. Quelli come me, i Morphyr, hanno un'aspettativa di vita breve, molto di più rispetto alla media. Per uno della mia specie esser giunto a trentun anni è un autentico miracolo, a dire la verità , quindi... sì, ho tenuto Jonathan a distanza, ma non solo perché mi spaventava, all'inizio, l'idea che io fossi diventato padre senza saperlo. Mi spaventava e faceva sentire un verme fare in modo che lui si affezionasse a me solo per poi vedermi di nuovo sparire dalla sua vita.» Langford di nuovo fece di tutto per non guardare Samantha. Non voleva sapere che idea si fosse fatta di lui o di quella faccenda, e poi non aveva importanza, non avrebbe mutato un avvenire che gli appariva sempre più chiaro e vicino al compiersi. Non c'era niente da fare, era così per tutti, era la loro condanna.
Lo consolava solo sapere che Cynder, invece, sembrasse aver chiaramente ripreso molto di piΓΉ dalla parte della loro madre. Cynder recava molte piΓΉ caratteristiche che si avvicinavano un bel po' alle Ninfe e ai Sileni e la sua salute cagionevole era il semplice risultato del suo esser rimasto troppo a lungo lontano dalla natura con cui quella specie in particolare pareva vivere in simbiosi. Ecco come mai lui, Skyler, insisteva sempre affinchΓ© Cynder trascorresse molto tempo in giardino, alla luce del sole e all'aria aperta, e quella tattica stava un po' alla volta giovando alla salute di quell'uomo.
Cynder si rafforzava e lui, invece, si indeboliva ogni giorno che passava. Ironico, specialmente per due fratelli che avevano condiviso lo stesso grembo per mesi ed erano nati assieme. Ironico soprattutto perchΓ© prima della loro nascita Skyler, senza volerlo, senza rendersene conto, aveva surclassato il fratello e gli aveva tolto la possibilitΓ di venire al mondo a sua volta sano e forte. Sophie stessa, una volta, aveva ammesso che dopo la loro nascita tutti avevano notato la lieve differenza fra Cynder, anzi Asher, e lui. Come se Asher fosse riuscito ad arrivare fino alla fine dello sviluppo nel grembo di Dorothy per pura caparbietΓ e per miracolo.
A quanto pareva i Morphyr tendevano a comportarsi come gli squali e a divorare, a volte, i loro stessi fratelli ancor prima di venire alla luce. Lui forse aveva sottratto energie a Cynder e ora stava subendo una specie di ironico contrappasso, ma meglio così. Almeno uno di loro sarebbe andato avanti, sarebbe sopravvissuto e forse avrebbe combinato qualcosa di buono nella vita. Era proprio ora che un Langford finalmente restituisse un briciolo di decenza al proprio cognome, d'altronde.
Samantha, intanto, stava davvero cercando di metabolizzare quanto aveva appena udito. Β«C-Cosa vuol dire che...Β»
Β«Esattamente quel che intendevoΒ» concluse sfinito Skyler. Β«E sono io a chiederti di odiarmi lo stesso, se lo desideri. Non devi trattarmi diversamente solo perchΓ© sai di questa cosa.Β»
Β«E quando pensi di farlo presente a Andrew e agli altri?Β» incalzΓ² lei, scioccata. Β«Davvero glielo vuoi nascondere fino alla fine?!Β»
«Io l'ho detto a te solo perché c'entrava da vicino con la questione di Jonathan, altrimenti sì, lo avrei tenuto per me. Dirlo agli altri a cosa servirebbe? Di preoccupazioni ne hanno già troppe.»
Β«Sono i tuoi migliori amici!Β» sbottΓ² Samantha. Β«Hanno il diritto di saperlo!Β»
Langford sospirΓ². Β«D'accordo, glielo dirΓ², ma devi darmi un po' di tempo. Non sarΓ facile nΓ© piacevole.Β»
«E quando lo farai, di preciso? Quando ti renderai conto di trovarti sul letto di morte e di non poter raccontare altre fesserie?» lo rimbeccò caustica Samantha. Si massaggiò la fronte. «Io... io vado a dormire. à stata una serata decisamente impegnativa ed essere circondata da testoni complessati non ha migliorato la situazione.» Si diresse alla porta e si voltò. «Buonanotte, Skyler. Di sicuro ti importerà poco della mia opinione, ma per quel che vale... penso che Jonathan avrebbe comunque tutto il diritto di conoscerti, di sapere almeno che tipo di persona sei. C'è una gran differenza fra l'aver paura di ferire i sentimenti di un bambino e usare come scusa la questione di aver poco tempo rimasto a disposizione. Nessuno di noi è immortale e se dovessimo seguire tutti quanti il tuo ragionamento, allora l'umanità si sarebbe estinta da un pezzo.» Trovando inutile insistere con una persona decisamente ottusa e testarda, e Skyler lo era per davvero, uscì dalla stanza e fece per recarsi di nuovo di sotto. Era tardi e non era sicura che Cindy avesse messo lei a letto Jonathan, ma proprio quando stava per raggiungere le scale, ecco che vide suo fratello uscire dalla camera riservata a Jonathan. Andrew le andò incontro. «Uhm... mi hanno detto che tu e Skyler stavate parlando a quattrocchi e... beh, ho visto che si era fatto tardi e ho deciso di pensare io a Jon. Ho fatto male?»
Samantha non disse niente e lo stritolΓ² in un abbraccio di quelli che ormai raramente concedeva a chicchessia. Β«GrazieΒ» disse in un sussurro. Non si riferiva solo al favore che il fratello gli aveva fatto quella sera. Lo stava ringraziando anche per essere tornato letteralmente dall'AldilΓ e in quel momento non le interessavano le conseguenze che avevano accompagnato tale evento. Non le importava, era solo felice di riavere di nuovo accanto Andrew e avrebbe solo voluto che Scarlett avesse potuto gioire con lei di questo. Magari poteva arrabbiarsi con Andrew per via di quel teatrino che lui e Alex parevano aver messo su per puro masochismo, ma gli voleva bene e questo niente poteva cambiarlo. Lui e Jonathan erano la sua famiglia e tanto le bastava, non anelava a niente di piΓΉ. Si scostΓ² e sbuffΓ² una tenue risata vedendo che pareva un po' sconvolto. Β«Chiudi quella bocca prima che ci entri qualche moscaΒ» lo apostrofΓ² scherzosa, domandandosi intanto se avrebbe dovuto riferirgli l'esito della chiacchierata con Skyler.
Si disse che ci avrebbe pensato il giorno seguente. Era stanca, le scoppiava la testa e di cose da digerire ne aveva tante, troppe. «'Notte, fratellone.» Gli tirò un delicato pugno sulla spalla ed entrò nella propria stanza che si trovava dirimpetto a quella del figlioletto. Malgrado la stanchezza e la voglia di mettere in pausa per un po' i pensieri, Samantha non riuscì a chiuder occhio quasi per niente.
Brian esalΓ² un lungo e tremante sospiro di pura angoscia e per l'ennesima volta occhieggiΓ² il cielo scuro e nuvoloso che sempre di piΓΉ andava tingendosi dei colori che annunciavano un tramonto spento, tipicamente nello stile di novembre. Pioveva e non si trattava di una semplice pioggerella passeggera, ma di un temporale in piena regola.
LΓ fuori, da qualche parte sotto quell'impietoso e pungente scroscio d'acqua, solo e sicuramente in preda alla confusione e al disappunto, nonchΓ© alla paura, c'era Alex.
Dove diavolo si era cacciato? PerchΓ© non tornava e non cercava, piuttosto, di metabolizzare la faccenda con calma, all'asciutto e, soprattutto, al sicuro?
Talmente Brian era indaffarato nel porsi quelle domande senza risposta e fini a se stesse che si riscosse solo quando Cynder gli picchiettΓ² piano l'indice sulla spalla. Si era seduto accanto a lui sul divano ed era a sua volta molto preoccupato e in ansia per Alex.
Β«Forse tra poco tornerΓ . Insomma... magari aveva solo bisogno di stare un po' da solo con i suoi pensieri, no?Β» tentΓ² Langford, piΓΉ per dare speranza a entrambi che per reale convinzione. Β«Alex sa che Γ¨ pericoloso per lui stare troppo in giro. Non Γ¨ uno stupido.Β»
Herden lo squadrò per qualche secondo, poi sospirò e scosse la testa, tornando a guardare verso la finestra con aria vigile e inquieta. «L'ho visto solo un'altra volta perdere la testa così» disse dopo un po', rauco. «Il motivo, ora, mi sembra quasi sciocco e di poco conto, ma allora... Cristo, se mi spaventai. Ricordo che mi chiamò mentre ero al cinema con la mia fidanzata dell'epoca. Capii subito che qualcosa non andava: piangeva, biascicava qualcosa riguardo a Andrew, a come avesse combinato un disastro. Era sparito per un giorno intero e persino suo padre e il suo quasi patrigno non avevano saputo dire dove fosse andato a cacciarsi. Alla fine telefonò a me e io corsi subito da lui. Rischiai quasi di investirlo visto che appena fui lì con la mia macchina, lui si gettò in mezzo alla strada. Pareva scappare da qualcosa o qualcuno, ma quel parco era deserto.» Solo col senno di poi aveva finalmente capito cosa avesse in realtà rischiato quella sera Alex: di fare una brutta, bruttissima fine per mano di Arwin. Non aveva mai smesso di ringraziare il cielo per esser arrivato al momento giusto e aver portato via da lì Alex. «Vorrei solo che mi telefonasse, proprio come quella volta, e mi dicesse di andare subito da lui.» Ciò non sarebbe comunque stato possibile visto che, nel caos di quei minuti fatidici di esemplare crisi, Alex si era dimenticato il cellulare. Non aveva alcuna possibilità di contattarli e far loro sapere che stava bene e là fuori, adesso, c'erano loschi individui che lo volevano morto per motivi che ancora presentavano diverse zone d'ombra.
Cynder guardò Brian amareggiato, del tutto partecipe della pena che l'ex-sceriffo con evidenza stava provando. «Non gli accadrà niente, vedrai» mormorò, cercando di nuovo di confortarlo e tener viva in lui la speranza che andasse tutto bene. Lanciò una breve occhiata agli altri che erano radunati lì insieme a loro perché altrettanto in ansia per uno del gruppo che risultava disperso.
Sophie, alla fine, si diresse verso il nipote e Brian. Β«Lo troveranno, credetemi. Iago potrΓ pur essere certe volte sgradevole e Godric... beh, lo avete visto da soli com'Γ¨, ma sono bravi in ciΓ² che fanno e il legame che Alex condivide con il suo Efialte farΓ tutto il resto.Β»
Proprio allora, perΓ², il telefono di Skyler squillΓ² e ogni singola persona presente nella stanza guardΓ² in direzione sua, trattenendo il fiato. Lo udirono intrattenere una conversazione sempre meno incoraggiante, poi il dottore mise giΓΉ. Β«Alex sembra aver... come dire...Β»
Brian si alzΓ² e si avvicinΓ². Β«Fuori il rospo, Abercrombie. Non risparmiarci niente.Β»
Langford si ravviΓ² i capelli, costernato. Β«Ora sappiamo che Alex Γ¨ un mago, anzi un magyr, e non c'Γ¨ niente di peggio di qualcuno che non sa usare i propri poteri e si ritrova vittima di uno stato psicologico molto fragile e umorale. In poche parole, senza neanche rendersene conto, si sta rendendo introvabile persino a Godric che, per regola, come suo Efialte dovrebbe comunque riuscire a percepire la sua presenza e capire dov'Γ¨ e quanto Γ¨ lontano. Ha sollevato una barriera fra sΓ© e il resto del mondo, in pratica, ma non so se questo sarΓ sufficiente a tenere a distanza gente del calibro di Arwin e AndrΓ©. Sono tutti e due Stregoni del Buio e per giunta potenti e con una forza di volontΓ non indifferente.Β»
Il mondo parve crollare addosso in maniera decisamente apocalittica su Brian, ma anche e soprattutto su Andrew che era incredulo, terrorizzato e furibondo. Β«Mi prendi in giro, vero?Β» fece, rivolgendosi a Skyler. Β«Possibile che non ci sia un modo per capire dov'Γ¨ andato?! Anche noi abbiamo gente competente dalla nostra, dannazione!Β»
Β«Gente che non fa uso della magia neraΒ» gli ricordΓ² Skyler, un po' alterato. Β«E per quanto Godric e Iago abbiano entrambi una certa esperienza con essa, non sono mai andati oltre il vero punto di non ritorno come ha fatto AndrΓ©.Β»
Era orribile a dirsi, ma non era del tutto vero che la luce risultasse sempre e comunque all'altezza di battersi contro l'oscuritΓ o addirittura surclassarla. Attualmente erano le Tenebre ad avere il monopolio sul destino di tutti loro, compreso quello di Alex.
Andrew sbuffΓ². Β«Possibile che non possiamo chiedere a qualcun altro di provare a rintracciare Alex?Β» Skyler aveva giΓ provato a contattare Dario, ma lui non era un mago e comunque a rispondere al dottore era stato uno dei suoi collaboratori che gli aveva spiegato che al momento il signore dei vampiri era impegnato altrove, presso il regno degli elfi capeggiati da re Galadar.
Sophie era una strega potente e capace, ma aveva ormai la sua bella etΓ e non si poteva pretendere che se ne andasse in giro per tutta New Orleans con il rischio che incappasse in problemi collaterali.
Comunque la si mettesse, dovevano confidare in due Efialti che erano uno piΓΉ antipatico e sgradevole dell'altro.
Brian, sfinito da quella situazione, tornΓ² a sedersi accanto a Cynder, quasi sprofondando nell'imbottitura del divano. Odiava dover per forza aspettare che l'ennesimo miracolo dell'ultimo secondo si compisse. Non si poteva andare avanti a quel modo, alla cieca, e sperare di poter cavarsela sempre per il rotto della cuffia. Giocare in difesa, a volte, era un'azione che si rivelava essere a lungo andare suicida.
Cynder, torturandosi le mani, chiese con un filo di voce: Β«Cosa... cosa succederΓ se a trovarlo prima saranno AndrΓ© e i suoi?Β»
Quella domanda aggiunse altro peso sullo stomaco già abbastanza pressato di Brian, il quale non se la sentì di mentire a Cynder o di minimizzare la propria risposta. «Niente di buono, temo» disse scoraggiato. «Se ho ben capito, ruota tutto attorno ad Alex e al fatto che discenda da quel tale, Richard o come si chiama. Quel tizio era uno dei fondatori di Obyria e aveva dentro di sé una sorta di marchio, anzi un potente sigillo magico che serviva a reggere le fondamenta del regno e il velo che lo separa da questo mondo. Pare che Alex abbia ereditato quella diavoleria e che André voglia ucciderlo proprio per distruggere quella barriera e mettere Obyria in ginocchio.» Con la coda dell'occhio vide Cynder perdere quasi del tutto colore sulle guance e si pentì di esser stato forse un tantino troppo onesto e schietto. «Non è detto che riescano a trovarlo e a realizzare tutto quanto.»
Più osservava Cynder e il modo in cui tendeva a reagire alle difficoltà e alle brutte notizie e più si chiedeva come potessero Sophie e gli altri pezzi grossi pensare che un uomo così fragile avrebbe retto a un peso come quello di una corona. Sì, alla fine era saltato fuori che Cynder fosse destinato a dover reclamare il trono delle Ninfe e dei Sileni e a capeggiare il popolo in questione, e questo significava anche un'altra cosa: che avrebbe attirato ancor di più l'attenzione di André e corso un pericolo ancora maggiore di farsi molto, molto male. Skyler sembrava a sua volta perplesso e scontento di quei progetti per il fratello, era ovvio che fosse contrario alla faccenda, ma era anche palese che la sua opinione non avesse poi tutto questo valore.
Cynder aveva ancora molto da recuperare, tanto da imparare sul mondo che lo circondava, e mettere lui su un trono non era diverso da scegliere come re un bambino. Non era di lui che Brian non si fidava, ma del resto del mondo, di Obyria che sembrava andare incontro a un autentico processo di corruzione.
Cynder era un agnello che presto sarebbe stato gettato nella fossa dei leoni e quel che era peggio, era che non fosse in grado di rendersi realmente conto di ciΓ² che lo attendeva, non completamente.
Poveri Cynder e Skyler. Costretti ad assumersi responsabilitΓ che non erano andati a cercarsi, prigionieri dei loro stessi natali.
«Alex starà bene» aggiunse infine Brian, tirando una lieve e affettuosa gomitata a Langford e cercando di sorridergli per contagiarlo con un ottimismo che non si rifletteva però nei suoi occhi. «Non può andare sempre tutto male, no?» Vedendo che non era convinto, gli avvolse un braccio attorno alle spalle e Cynder, all'istante, quasi parve voler rifugiarsi nella sua stretta come avrebbe fatto un pulcino sotto l'ala protettiva di un suo simile adulto e capace di fornirgli riparo dalla tempesta. Brian avvertì su di sé gli sguardi furtivi di Skyler, Samantha e Andrew e ricambiando le loro occhiate gli sembrò di vederli quasi sorridere sotto i baffi, anche se erano espressioni edulcorate dall'ansia e dall'attesa di veder tornare Alex sano e salvo.
Decise di ignorarli e permise a Cynder di rimanere rannicchiato vicino a lui, senza osare muoversi di un solo millimetro, come quando si temeva di disturbare il riposo di un gatto che si era addormentato sulle gambe del suo umano preferito.
Langford, in quella posizione, ebbe per la prima volta occasione di ascoltare il suono del cuore di un altro essere umano riecheggiare in modo ovattato dentro la cassa toracica. Non era lento e ritmato, esprimeva appieno il reale stato d'animo di Brian, ma era comunque rassicurante, proprio come lo era il tepore del corpo di Herden.
Che bella sensazione, si disse, realizzando che in qualche modo quell'insieme di dettagli pian piano lo stava calmando e inondando quasi con delicata dolcezza di rinnovata speranza e tranquillità , così come di un lieve torpore enfatizzato dal suono della pioggia oltre la finestra. Si chiese come mai non riuscisse a sentirsi così al sicuro e altrettanto rilassato quando si trovava sotto le coperte ed era in procinto di dormire. Forse era perché poi, spesso, trovava ad attenderlo un incubo, una notte di agitazione e terribili ricordi.
Cercò più volte di tenere aperte le palpebre, ma quel torpore così piacevole che sapeva di casa non faceva che sussurrargli all'orecchio di lasciarsi andare, di chiudere gli occhi, che era stanco e aveva bisogno di recuperare le ore di veglia notturna che sempre giungevano dopo che si ridestava di colpo, tremante come una foglia.
βQui sei al sicuro" gli diceva quella voce interiore. βQui niente puΓ² toccarti o farti del male."
Brian guardò in basso e vide che Cynder sembrava essersi assopito. Non se ne stupì né lo biasimò, visto che Langford, confidandosi con lui, a volte aveva ammesso di non riuscire a riposare e in effetti delle leggere occhiaie gli contornavano gli occhi. Forse era meglio così, era meglio che riposasse, anziché rodersi il fegato con l'ansia e il timore. Non sarebbe di certo stato lui a negargli un attimo di pace e di tregua. Se li meritava, dopotutto.
Sorrise di sbieco mentre lo osservava. Il soprannome Micetto gli stava decisamente a pennello e pareva aver talmente abbassato le difese ed essersi lasciato andare a quella specie di stato di beatitudine, che non si sarebbe stupito se di lì a poco lo avrebbe sentito iniziare a fare le fusa.
In un gesto di semplice e intenerito affetto Brian scostΓ² le dita dalla spalla di Cynder e gli accarezzΓ² i capelli, sapendo che forse era anche di quello che aveva bisogno: rassicurazione e certezza che nulla potesse nuocergli mentre era inerme e privo fino in fondo di difese.Β Β
Venti minuti più tardi, però, Cynder si ridestò e scoprì di essere da solo sul divano e che oltre le porte scorrevoli del salotto che erano state chiuse qualcuno stava parlando in maniera agitata. Si stropicciò gli occhi e con una certa esitazione uscì per capire cosa stava succedendo: la prima cosa che vide fu che Alex era di nuovo fra di loro ed era intento a spiegare a grandi linee cosa gli era accaduto là fuori. Godric e Iago erano a loro volta presenti e, proprio come Alex, recavano sugli abiti macchie di sangue ormai secco.
I sensi di Cynder lavorarono in fretta e di fino e gli fecero intendere che il sangue non era di nessuno dei tre, ma di qualcun altro.
Β«... Mi ero convinto a tornare a casa e stavamo per andarcene, ma...Β» Alex tacque, esitando. Fu Godric, decisamente piΓΉ spigliato e cinico di lui, a proseguire: Β«Quel figlio di puttana di Durby ha fatto la sua comparsa e.... beh, ha attaccato briga con noi e gli Γ¨ per giunta andata male. L'idiota ha avuto la lezione che meritava.Β» AccennΓ² a Woomingan. Β«Ho provato a invogliare il biondino a prendersi la sua fetta di vendetta, ma ha preferito lasciare che fossi io a suonarle di santa ragione a Logan. Ammetto che Γ¨ stato sublime sentire ogni tanto qualche osso qui e lΓ che si spezzava. Da raggiungimento del Nirvana, oserei dire!Β»
«E quel sangue sui vestiti, allora?» chiese Andrew direttamente ad Alex che deglutì e temporeggiò. «Uhm... c-come ha detto Godric, c'è stato un lieve tafferuglio.»
Β«Ti ha aggredito?Β» incalzΓ² Collins, il quale iniziava a scaldarsi e occhieggiava biecamente gli Efialti. Β«E voi dove diavolo eravate? Poteva ucciderlo!Β»
Β«Anche uno di noi avrebbe potuto farsi molto male, se permettiΒ» lo rimbeccΓ² Godric a denti stretti. Parve agire per puro impulso quando posΓ² una mano sulla schiena di Iago in un modo che risultΓ² assai protettivo. Β«Alex non si Γ¨ fatto niente di grave e io stesso ho provveduto a guarire le sue ferite prima che tornassimo qui. E comunque dove sta scritto che gli Efialti debbano sempre sacrificarsi per voi pochi eletti? Abbiamo giΓ versato troppe volte il nostro sangue per stupidi ingrati come voialtri!Β»
Β«Godric...Β»
Godric scoccΓ² un'occhiataccia a Iago e questi subito si chetΓ².
Β«PerciΓ² Logan Γ¨ morto o solo fuori gioco? Insomma, kaputt o no?Β» intervenne Brian, stufo di tutte quelle inutili digressioni. Non pretendeva che quei tizi, gli Efialti, si immolassero per chicchessia, ma non gli piaceva la maniera non troppo sottile in cui Godric aveva fatto intendere che se avesse dovuto scegliere fra il salvare un suo simile o Alex, avrebbe a quel punto scelto il primo e lasciato al proprio destino il secondo. Quel tipo era un gran bel nazionalista della vecchia scuola, a quanto pareva.
Iago sospirΓ². Β«Non Γ¨ morto. Con le poche forze che gli rimanevano Γ¨ riuscito a darsela a gambe, ma credo che per un po' non darΓ altri problemi. E comunque non lo ritengo la minaccia peggiore in assoluto.Β» Lui e gli altri si accorsero che Cynder si era svegliato e aveva assistito in silenzio alla conversazione solamente quando lui, non facendocela oltre e sull'orlo delle lacrime, corse ad abbracciare Alex. Quest'ultimo, che con evidenza si vergognava di aver fatto preoccupare tutti loro e causato un bel po' di scompiglio, strinse a sua volta Cynder.
Β«Bene, il nostro lavoro qui Γ¨ terminato, perciΓ² ora alziamo tacchiΒ» riprese Godric.
«Non così in fretta» lo apostrofò Andrew. «Gradiremmo tutti quanti sapere di preciso cos'hai detto ad Alex per spingerlo a reagire come ha reagito. Non puoi pensare di cavartela così, va bene? E comunque ora Logan sarà ancora più intenzionato a rendere la vita di nuovo maledetta ad Alex e a noi! Come avete potuto farvelo scappare?»
Β«Non devi prendertela con loroΒ» si intromise Alex, il quale si era separato dall'abbraccio con Cynder ma teneva ancora una mano sulla sua spalla per rincuorarlo e fargli capire che il peggio era passato. Β«La colpa Γ¨ stata mia. Non ero pronto alla veritΓ come pensavo invece di essere e... ho avuto un attimo di debolezza, di crisi. E poi... Godric pensava di averlo messo al tappeto o persino ucciso, insomma... Logan era messo davvero male e Godric, allora, ha deciso di guarire le mie ferite e rimettermi in sesto. Ha fatto del suo meglio per proteggere sia me che Iago da quel mostro.Β»
«Visto?» fece Godric stringendosi nelle spalle. «à perfettamente in grado di spiegare tutto senza essere imboccato come un infante e come ha appena affermato, non posso fare mille cose tutte assieme e non ho il mirabolante dono dell'onnipresenza e onniscienza.»
Woomingan esitΓ². Β«Non era mia intenzione mettere in pericolo nessuno.Β» C'era mancato poco che Logan si trasformasse e aggredisse sul serio Iago che era intervenuto per allontanarlo da lui e solo l'intervento tempestivo di Godric aveva scongiurato il peggio. PiΓΉ Alex ripensava a quei minuti fatidici e piΓΉ non poteva evitare di credere che Godric tenesse in maniera particolare all'altro Efialte. Lo si era notato nella violenza con cui aveva affrontato Logan e lo aveva quasi battuto. Non tutti i giorni capitava di vedere una lotta del genere e cavolo se quell'Efialte picchiava duro, per quanto lui e Alex fossero praticamente identici in fatto di corporatura non proprio massiccia. Si domandava, con un velo di invidia di fronte alla sua chiara capacitΓ di difendersi da solo, chi gli avesse insegnato a battersi a quella maniera, senza la minima paura e con un autentico sprezzo del pericolo.Β
Doveva a quell'Efialte, al suo Efialte, la vita, quindi anche per tale ragione stava provando a mitigare la discussione e a non far passare Godric per un imbecille che si era fatto scappare da sotto il naso Logan Durby. Quanti altri avrebbero avuto la sfacciataggine di dar battaglia a quell'individuo e la fortuna di uscire dallo scontro quasi vittoriosi e incolumi? Lui sapeva bene com'era finire tra le grinfie di quella bestia e sapere di non avere la minima chance di rivalsa, proprio come sapeva quanto crudele e sanguinario potesse rivelarsi Logan. Certo, era stato aggredito, proprio come era giΓ accaduto tante volte in passato, ma era grato che qualcuno, diversamente da anni prima, fosse stato lΓ¬ per togliergli di dosso quell'animale e fargli piangere lacrime di sangue dal dolore. Non aveva provato nulla vedendo Logan che veniva malmenato senza pietΓ da Godric, neppure soddisfazione. Aveva solo avvertito l'antico eco del vuoto che si era fatto strada dentro di lui nel periodo in cui lui e Durby erano stati una coppia. Vuoto e al tempo stesso sollievo.Β
Dopo che Logan si era rimesso in piedi e arrancando se n'era andato, Godric, con estrema serietΓ , gli aveva detto una cosa che ancora gli ronzava in testa: βMettiti al lavoro e impara a proteggerti da solo, altrimenti sei giΓ morto e presto ti rivelerai un peso per chi ti circonda. Se consenti a un bastardo insignificante come quello lΓ¬ di strapazzarti, allora facciamo prima a farti fuori con le nostre mani. Lo capisci?".
Un discorso quasi crudele, privo di filtri e forse insensibile, pragmatico, ma anche onesto e tremendamente sincero, realistico. Godric, nella sua infinita brutalitΓ , gli aveva sbattuto in faccia la veritΓ della situazione attuale: lui era un bersaglio e con la propria debolezza stava mettendo in pericolo le persone a cui teneva. Non serviva a niente, se non a far venire i capelli bianchi a tutti e questo perchΓ© non era in grado di difendersi. Non gli piaceva quella storia dei poteri magici, men che meno la lontanissima parentela con Richard Esper, individuo le cui opinioni a riguardo erano contrastanti e non tutte benevole; non gli piaceva che Godric lo avesse in poche parole descritto come l'autentico ago della bilancia, il tassello che, se fosse caduto, poi avrebbe condotto tutti gli altri a crollare in un disastroso effetto domino. Dalla sua sopravvivenza dipendeva quella di persone anche a lui molto care e quello era un peso immane da portare, troppo grande per uno come lui. Non riusciva ad accettare di essere morto e poi tornato indietro come vampiro, perciΓ² come avrebbe mai potuto digerire una faccenda di tale portata?
Non era nessuno, era una persona qualsiasi, quella roba esisteva nei film e nei libri di fantasia, non nella realtΓ , e poco importava che a dirlo fosse un vampiro. Non cambiava le cose e non cambiava che fosse a tutti gli effetti il pericolo piΓΉ grande e mortale per le persone che anche in quel momento gli erano vicine.Β
Godric lo sottrasse a quelle cupe riflessioni rispondendogli, ma Alex non afferrΓ² quel che gli stava dicendo. La sua attenzione, cosΓ¬ come quella di Andrew, venne attirata da un dettaglio che a loro non potΓ© proprio sfuggire. Lo avevano giΓ notato, ma ora pareva piΓΉ presente e insistente, la sua portata maggiore. Qualcuno fra di loro stava perdendo sangue, era ferito, e l'invisibile scia fece convergere lo sguardo di ambedue i non-morti su Iago che, in effetti, presentava un colorito cinerino e con evidenza ostentava una nonchalance che tuttavia non si rifletteva nei suoi occhi.Β
Β«Avevi detto che Logan non ti aveva fatto nienteΒ» disse Alex, non riuscendo proprio a tacere.
Godric, che suo malgrado si fidava dell'istinto infallibile di due creature che tiravano a campare con il sangue, guardΓ² a sua volta il proprio simile con aria accigliata e tesa. Β«Dove ti ha colpito?Β»
«à solo un graffio, d'accordo?» lo rimbeccò Iago, decisamente scontroso e sulla difensiva. «Ci penserò da solo non appena tornerò nell'Oltrespecchio.»
Β«Sinceramente a me sembri sempre piΓΉ esangueΒ» osservΓ² Andrew, tentando di non suonare gelido. Il punto era che sempre aveva detestato quel concetto che certi individui maschi avevano nel cervello, ovvero di minimizzare sempre ogni cosa pur di sembrare forti davanti agli altri. MascolinitΓ tossica, la definivano, e stava per far fare una brutta fine a quel testone d'un Efialte. Non si era veri uomini, d'altronde, se non si rimaneva saldi come rocce anche mentre ci si stava dissanguando sopra il costoso tappeto di una vecchia e burbera strega di New Orleans.
E infatti...
Furono lui e Alex, con uno scatto agile e del tutto in linea con la loro natura, a impedire a Iago di cadere e a sostenerlo. Alex forse fece un po' di fatica in più, visto che i vampiri potevano godere della propria forza superiore solo se si nutrivano con costanza e lui... beh, di digiuni ne aveva fatti tanti, troppi. Gli sovvenne di chiedersi come mai Andrew non gli fosse fino ad allora mai risultato così pesante, pur essendo più o meno alto come Iago e decisamente ben piazzato rispetto a quando aveva diciott'anni.
Insomma, non aveva mai badato al peso esercitato dalla sua mole quando...
Ma come mi viene in mente di pensare certa roba in un momento del genere?
Ringraziava di non esser piΓΉ capace di mostrare al mondo intero il proprio imbarazzo arrossendo, altrimenti sarebbe stato divertente spiegarne la ragione.
«Credo tu debba riportarlo subito nel vostro mondo» disse a Godric, scacciando dalla propria mente le sciocchezze e concentrandosi su cose più serie e impellenti. «E... verrò anch'io. In fin dei conti è colpa mia se siamo finiti così e non trovo giusto lavarmene le mani.»
Β«Cosa?!Β» sbottΓ² a bassa voce Andrew, squadrandolo fra l'incredulo e l'alterato.
Β«Non ce n'Γ¨ bisognoΒ» tagliΓ² corto Godric, che stava giΓ estraendo dalla tasca il piccolo specchio che aveva con sΓ©. Β«Saresti solo una rogna in piΓΉ a cui pensare e siamo giΓ messi male laggiΓΉ.Β»
Β«Ma lui sta male per colpa miaΒ» gli ricordΓ² Alex. Β«Impazzirei sapendo che in qualche modo ho di nuovo fatto casino e qualcuno ci ha rimesso la vita ancora una volta per colpa delle mie stronzate! Γ una mia responsabilitΓ !Β»
Β«Alex...Β»
Β«Se avrΓ² bisogno di un mediatore o di un avvocato, Andrew Collins, ti farΓ² un fischio!Β»
Godric, che non poteva perdere altro tempo e ne aveva piene le tasche di quella scenetta smielata da far accapponare la pelle, disse: Β«Tranquillo, cavaliere con l'armatura scintillante, di solito non ci pappiamo dei poveri e indifesi vampiri con un buon Chianti. Se vuole accodarsi, che lo faccia. Basta che la smettiate, visto che Iago deve essere curato!Β»
Andrew fece di nuovo per intromettersi, ma Cynder, che era ancora lì vicino a loro, gli tirò debolmente la manica della maglietta e guardandolo scosse il capo. «Deve... deve decidere da solo» si permise di dirgli, il suo quasi un pigolio. «Se vuole andare, forse... forse è giusto che lo faccia.»
La crescente irritazione di Andrew parve sgonfiarsi di fronte alle parole tutto sommato ragionevoli di Langford. Se fosse stato un altro a dirgli roba simile, forse lo avrebbe mandato a quel paese, ma... mandare a quel paese Cynder era come far piangere un bambino senza alcuna valida motivazione, e comunque aveva ragione. Chi era lui per stabilire cosa Alex poteva o non poteva fare? Era solo un amico, no? Erano amici, lo aveva detto lo stesso Alex e lui... lui doveva farsi da parte, anche se il solo pensiero di fare una cosa del genere lo angosciava.
Fece un respiro profondo e annuì appena. «Fa' attenzione. Ti chiedo solo questo, va bene?» disse ad Alex, pregandolo con lo sguardo di... beh, di non fare quel che Alex solitamente faceva.
Woomingan per un attimo fu tentato di abbracciarlo o persino sfiorargli una guancia, ma rimembrando di esser stato lui stesso a porre fra di loro dei paletti e di star ancora sostenendo Iago, dentro di sΓ© rise di quell'impulso sciocco e incoerente, poi disse a Godric che potevano andare.
Brian, che per quasi due ore buone aveva cercato ovunque Cynder, alla fine aveva deciso di rintracciarlo nell'ultimo posto dove nessuno di loro aveva guardato, quello piΓΉ improbabile che vi fosse: il tetto. Vi si poteva accedere tramite la soffitta e il lucernario che poteva esser aperto da chiunque e conduceva fin lassΓΉ.
Fu lì, sopra il declivio di tegole, che vide Cynder. Vi sedeva con straordinario equilibrio e invidiabile naturalezza, proprio come avrebbe fatto un gatto.
Brian, sbuffando piano, si calΓ² su completamente e in maniera tutt'altro che elegante si rimise su e pian piano raggiunse Langford, sedendosi infine al suo fianco e tergendosi la fronte con il dorso della mano. Non che le altezze lo spaventassero, solo che... si trovava molto meglio quando, guardando in giΓΉ, non si ritrovava a temere di cadere da un momento all'altro e sfracellarsi sull'adorato vialetto di Sophie.
«Vedo che hai preso un po' troppo sul serio il soprannome Micetto» esordì, un po' brontolando e un po' tentando di suonare scherzoso.
Cynder lo guardò di sfuggita, poi però subito tornò a fissare senza reale interesse il cielo plumbeo che da lì riusciva a vedere in tutto il suo ben poco splendore. «Non sapevo dove altro andare» mormorò. «Non volevo farvi preoccupare. Scusa.»
Brian agitΓ² una mano per scacciare la questione. Β«Si tratta di... uhm... quella cosa di cui stamattina ci hanno parlato Skyler e Samantha?Β»
Cynder, contrariamente a quel che magari avrebbe fatto il suo gemello, non si sognò neppure di mentire e annuì, abbattuto.
Herden sospirΓ². Β«Senti... ammetto che anche a me farebbe davvero schifo scoprire di essere imparentato da vicino con AndrΓ©, specialmente con trascorsi come i tuoi, perΓ²...Β»
Β«N-Non Γ¨ proprio questoΒ» lo interruppe Cynder, tirando debolmente su con il naso. Aveva gli occhi arrossati e gonfi, era uno spettacolo davvero triste da osservare. Β«Γ... Γ s-solo che... non mi piace essere connesso a una persona che ha fatto del male ai miei amici, compreso tu. C'era lui dietro a cos'Γ¨ successo a Andrew, a Alex, a mio fratello. Tutto quello che sta accadendo Γ¨ stato lui a volerlo.Β» Non riusciva a spiegarsi come avrebbe tanto voluto fare. Era difficile farlo. Provava... vergogna. Anche in quel momento non ce la faceva a guardare negli occhi Brian o gli altri, non dopo aver saputo la veritΓ . Suo padre era un uomo malvagio, un uomo che aveva fatto cose terribili a tanti innocenti e lui... lui si sentiva altrettanto corrotto e macchiato, sporco, come se quel marciume gli fosse stato trasmesso sin dal concepimento. Si domandava se Skyler si sentisse alla stessa maniera e se sΓ¬, come avesse potuto tollerare quei pensieri sin da quando aveva saputo la veritΓ dietro ai loro natali.
Si sentiva indegno di condividere le stesse mura con le vittime di AndrΓ©. Ora, per lui, stare insieme a loro equivaleva a insultarli in modo imperdonabile.
Brian, intanto, vedendo che Cynder pareva metterci un bel po' di impegno nel torturarsi le mani, tanto che stava iniziando a causare la comparsa di piccole ferite superficiali qui e lΓ , allungΓ² un braccio e frappose le dita fra quelle dell'amico. Non ce la faceva a vederlo in quello stato e per giunta per via di qualcosa che andava oltre il suo controllo. Non era colpa di nessuno, men che meno sua o di Skyler. Non ci si sceglieva la famiglia, dopotutto, e le colpe dei padri non erano quelle dei figli.
Β«Stammi a sentire, CynderΒ» disse poi. Β«A me e agli altri non importa niente di chi siete figli tu e tuo fratello. AndrΓ© Γ¨ vostro padre e... okay, Γ¨ roba da matti, un incubo che si avvera, ma non dipende da te e da Skyler e questo lo sappiamo tutti. Se un uomo Γ¨ un criminale, questo non rende automaticamente la sua famiglia un covo di poco di buono. Rende solo piΓΉ grave ciΓ² che ha fatto e continua a fare, ciΓ² che ha fatto a voi due, specialmente a te. Non Γ¨ colpa tua e non devi sentirti responsabile per le sue scelte discutibili, Γ¨ chiaro?Β»
Cynder non era granchΓ© convinto. Β«Lo dici solo perchΓ© siamo amici?Β»
Β«Anche, ma lo direi anche se tu fossi una persona odiosa e il mio peggior nemico. La veritΓ Γ¨ la veritΓ , Cynder.Β»
Brian ammetteva che era stato un bel colpo per lui scoprire non solo della parentela fra André e i fratelli Langford, ma anche che in poche parole quei due fossero dunque cugini di Andrew e Samantha, la quale, a sua volta, non era realmente una Collins, bensì una principessa delle fate sfuggita al massacro della propria famiglia e cresciuta nella più totale ignoranza di tale passato. Erano così tante cose da metabolizzare che gli scoppiava quasi la testa, ma ora a importargli era solo convincere Cynder che solo perché André era un'autentica bestia senz'anima, ciò non voleva dire che anche i suoi figli lo fossero.
Skyler era un po' uno stronzo, a volte, ma in fin dei conti aveva buon cuore e una marea di complessi alle spalle. Cynder... beh, era Cynder e a lui andava benissimo esattamente com'era.
Cynder lo guardò come a voler testare se quanto aveva udito fosse stato detto per puro spirito d'amicizia e di fratellanza o fosse stato dettato da un autentico ragionamento basato sulla verità . Stabilì che era così, che Brian pensava davvero ogni singola cosa che gli aveva detto. Non era arrabbiato con lui, era palese dal modo in cui lo guardava. Erano ancora amici. Malgrado le labbra gli tremassero, visto che stava per piangere per l'ennesima volta da quando si era rifugiato sul tetto, riuscì comunque a sorridere ad Herden e racchiuse la sua mano fra le proprie in un atto di profonda gratitudine e di sollievo. Non disse niente, sapendo che il suo silenzio valeva quanto mille parole e che Brian avrebbe lo stesso compreso.
Entrambi guardarono in basso, attirati dal cicaleccio sotto di loro che proveniva dal giardino ben visibile da lassΓΉ. Β«Quei due sono ancora impegnati nell'addestramentoΒ» commentΓ² Brian. Β«Cavolo, Alex ha una mira da far pietΓ .Β»
Cynder sbuffΓ² una tenue risata. Β«PerΓ² si impegna molto, no?Β»Β
In quei giorni erano successe altre cose: Alex era andato nell'Oltrespecchio per sapere se Iago se la sarebbe cavata o meno e poi era tornato a casa e, stando a quel che aveva spiegato, aveva convinto Iago a dargli qualche lezione su come difendersi e maneggiare le armi in generale, ma... beh, Alex non era di certo Legolas e fino ad allora era riuscito a colpire con l'arco, l'arma che aveva scelto di utilizzare primariamente, solo il povero giardino o qualche cespuglio qui e lΓ . Sembrava quasi assurdo e difficile da credere che solo un giorno prima avessero fatto altri progressi circa il ruolo di Alex all'interno di quella storia. Lui e Iago, infatti, dopo essere tornati dall'Oltrespecchio se n'erano usciti dicendo che Kyran, il fratello di Frederick, fosse quasi sicuramente stato preso in ostaggio dai loro nemici mortali e dunque di voler seguire tale pista, per quanto rischiosa. Brian e gli altri, terrorizzati e scettici, non erano riusciti a dissuadere Woomingan dal seguire Iago in quella pericolosa missione di soccorso. Il problema era che quella pista si fosse rivelata un semplice trabocchetto escogitato da AndrΓ© per attirarli in trappola. Contro ogni logica e ogni previsione quei due ne erano usciti sani e salvi e Alex, oltretutto, si era rivelato immune alle lame nere che si diceva fossero state forgiate dagli Angeli della Morte stessi e andassero famose per non aver mai risparmiato nessuno e saper uccidere chiunque anche tramite un semplice taglietto superficiale. Alex, che non sapeva di tutto questo, ingenuamente aveva tentato di proteggersi dall'attacco di AndrΓ© afferrando la lama e quella era letteralmente esplosa. Dopo ciΓ² il vampiro aveva perso i sensi e c'era voluto un po' perchΓ© si riprendesse e tra una vicissitudine e l'altra ecco che un altro frammento di veritΓ si era concretizzato davanti a loro: il Sigillo Valknut che Alex recava dentro di sΓ© lo proteggeva e sempre avrebbe protetto da AndrΓ© e chiunque altro avesse voluto fargli del male. Tutto bello, ma c'era un problema: non era ancora certo che non vi fosse un modo tramite il quale qualcuno potesse sottrarre Valknut al suo ospite e visto che AndrΓ© sembrava davvero determinato a far collassare Obyria distruggendo tutti i Sigilli attraverso l'eliminazione di Valknut che li teneva uniti e in equilibrio, forse un metodo esisteva e forse, proprio in quel momento, quel pazzo si stava scervellando per scovarlo. Era una situazione drammatica e Brian e gli altri iniziavano a notare sempre di piΓΉ la crescente inquietudine negli occhi di Sophie e il resto di coloro che visibilmente si stavano adoperando in ogni maniera per far loro da scudo. Rischiavano tutti la pelle, altro che storie, e per alcuni il rischio era maggiore. Se Alex fosse caduto, altri lo avrebbero seguito e sarebbe scoppiato il pandemonio.
Come si poteva non ritenere AndrΓ© letteralmente diabolico e malvagio, a fronte di tutto ciΓ²? E perchΓ© nessuno era mai riuscito a fermarlo davvero, a porre un freno alla sua follia? Sophie ripeteva che in molti ci avevano provato, solo per poi aver miseramente fallito e, a volte, esser andati incontro a una spiacevole sorte. Brian si chiedeva, francamente, quanto diamine fosse potente quell'individuo per averla fatta sempre franca. Neppure la prigione lo aveva cambiato o fatto pentire delle azioni che aveva commesso in passato ed era ovvio che avesse perso ogni contatto con la realtΓ , visto che i suoi piani apparivano persino al piΓΉ stupido fra gli stupidi macchinazioni da perfetto terrorista.
Era un bene che Alex si fosse finalmente deciso a correre ai ripari e a imparare una cosetta o due sull'autodifesa e non solo, ma sarebbe stato sufficiente per fronteggiare AndrΓ© se quest'ultimo, un domani, di nuovo fosse riuscito ad avvicinarsi tanto da cercare di nuocergli un'altra volta? Gli aveva scagliato contro Logan, Andrew, Arwin e poi era stato tanto audace da voler rimettere a posto le cose di proprio pugno e c'era mancato poco che ce l'avesse fatta, quindi era solo una questione di tempo prima che...
Non voglio neanche pensarci, si disse Brian, osservando il suo migliore amico che sembrava aver finalmente preso in simpatia Iago e aver persino dimenticato di avere una taglia sulla testa e un destino molto nero davanti a sΓ©. Lo si era visto sorridere sul serio poche volte in quegli ultimi tempi e Brian, considerandolo un fratello acquisito, per giunta un fratello minore che a volte peccava di ingenuitΓ a livelli imbarazzanti, si domandava se AndrΓ© sarebbe riuscito di nuovo a tramutare quel sorriso che ora campeggiava sul viso di Alex in un'inespressiva e fredda maschera mortuaria.
Un flash spiacevole e frammentario si palesΓ² davanti a lui, gli mostrΓ² ancora una volta il momento esatto in cui aveva dovuto affrontare la realtΓ e ammettere di essersi risvegliato con accanto il cadavere del suo migliore amico. A volte gli capitava di rivivere nei sogni, anzi negli incubi, quella scena terribile. Per lui era stato l'ennesimo trauma, il coronamento di una situazione che non aveva fatto altro che peggiorare fino a raggiungere l'apice massimo di crudeltΓ e ironia. Era proprio vero che vedere una persona cara morire aprisse delle porte nella mente oltre le cui soglie si celava l'ultima e innegabile veritΓ , ovvero che nessuno fosse eterno e che prima o poi l'ora fatidica giungeva per ogni singolo essere vivente. Neppure le persone care venivano risparmiate e alla Morte non importava niente se non si era pronti a quel passo, se tutto stava accadendo troppo in fretta, troppo presto. Brian aveva iniziato a carezzare tale veritΓ quando Andrew aveva ucciso il primo membro del loro vecchio gruppo di amici, ma con la dipartita di Alex quella porta era stata scardinata senza pietΓ e i mostri erano finalmente riusciti a passare, per quanto Brian avesse tentato di richiuderla, di sperare in un finale piΓΉ lieto.
Odiava svegliarsi e aspettarsi sin da subito un'altra brutta notizia, un altro ostacolo insuperabile da affrontare. Odiava guardare le persone a lui care e domandarsi chi sarebbe stato il prossimo di loro a dire addio, a varcare la porta di quella casa e a non fare ritorno.Β
Forse perchΓ© era il piΓΉ fragile ed esposto, forse anche perchΓ© ormai si era irrimediabilmente affezionato a lui, Brian aveva paura per Cynder piΓΉ di quanta ne avesse per gli altri. Non voleva che facesse una brutta fine o che soffrisse. Non ne tollerava la sola e semplice idea.
Langford, che invece sembrava avere pensieri decisamente meno cupi e angoscianti di lui, tornΓ² a guardarlo. Β«Tu sei un poliziotto, giusto?Β»
L'interpellato sospirΓ². Diamine, invidiava quell'atteggiamento di Cynder quasi sempre placido e mansueto, come se nulla fosse realmente capace di scalfirlo fino in fondo. Β«Beh, lo ero. Mi sono preso una pausa, piΓΉ o meno.Β»
«à vero che portate con voi delle pistole?»
«Ovvio che sì.»
Β«E le usate mai?Β»
Brian fece spallucce. Β«Personalmente non ho mai dovuto farne uso, se non prima di tornare nella mia cittΓ natale, quando frequentavo l'accademia e per un primo periodo ho prestato servizio da quelle parti. Non ho mai sparato un colpo, perΓ², e di questo ne vado fiero.Β» In effetti la maggior parte dei suoi colleghi, almeno quelli che erano semplici poliziotti, raramente facevano uso delle armi che avevano in dotazione. Il contrario era solo un falso mito fomentato dai film e dalle serie televisive, ma la realtΓ era molto piΓΉ noiosa della finzione.
Cynder annuΓ¬ tra sΓ©. Β«Γ... Γ¨ bello sapere che non hai mai dovuto nΓ© voluto far del male a qualcuno.Β»
Β«Beh, sono un poliziotto e in teoria dovrei far del bene al prossimoΒ» scherzΓ² Brian, sorridendo di sbieco. Β«Solo... non chiedermi di insegnarti a maneggiare una pistola, Micetto. Non perchΓ© non voglia, solo... non mi va che tu impari a difenderti con la convinzione che per farlo ti sia sufficiente attaccare. La violenza genera solo altra violenza e non Γ¨ questo che tu devi imparare, Cynder, almeno secondo me.Β»
Cynder lo guardΓ² e fece un lieve cenno con il capo. Β«Io... non mi ci vedo a sparare, in tutta onestΓ Β» ammise con semplicitΓ . Β«E non mi piace l'idea di far del male a una persona, neanche una che forse potrebbe farne a me.Β»
«Sei un pacifista convinto, eh?» lo apostrofò Brian, tra il serio e il faceto. «Buon per te, Micetto. Un guerrafondaio in meno al mondo.» Solo allora si accorse che la sua mano era ancora fra quelle di Cynder e, senza volerlo, fu un po' brusco nel ritrarla, tanto che, nel breve attimo di confusione che lo colse, per un soffio non perse l'equilibrio. Per fortuna Cynder subito lo trattenne e lo lasciò andare non appena capì che era di nuovo stabile. Dopo ciò tacque, finché, esitando, non chiese: «Scusa per prima. S-Se ho fatto qualcosa di male... non volevo, lo giuro». Era ovvio che si stesse riferendo al modo in cui Herden aveva ritratto la mano.
Brian fu tentato di tirarsi un pugno da solo. Com'Γ¨ che di colpo faceva un caldo tremendo? Eppure era nuvoloso e faceva ormai abbastanza freddo!
Β«No, ecco... n-non hai fatto niente di male. Γ che... insomma...Β» biascicΓ² gesticolando.
Che sono un coglione, si disse. «Scusami tu, Cynder. Non volevo essere brusco» aggiunse, non sapendo come giustificarsi, specialmente perché si trattava di Cynder e lui, a differenza di tutti gli altri, non agiva per doppi fini e faceva quel che faceva in modo innocente. E poi cos'aveva fatto? Gli aveva solo mostrato dell'affetto, niente di più. Era lui, Brian, che forse... forse non era poi così innocente e disinteressato, e il solo dubitare di se stesso fino a quel punto gli faceva salire la nausea per diversi motivi.
Β«S-SarΓ meglio scendere da qui, adesso. Se Skyler ti becca quassΓΉ poi sta' pur sicuro che ti farΓ una ramanzina lunga una settimana e non ci tengo a sentirlo starnazzare.Β» Fu il primo a dirigersi verso l'entrata del lucernario e a calarsi giΓΉ e non appena fu di nuovo nella soffitta attese l'arrivo di Cynder. Lo aiutΓ² a scendere, giusto per esser sicuro che non inciampasse e si rompesse il collo. Pareva piΓΉ agile di lui, ma un po' di attenzione in piΓΉ non guastava mai.
Si chiese, mentre abbandonavano la soffitta e tornavano di sotto, se sarebbero riusciti a rendere Cynder maggiormente consapevole della crudeltΓ del mondo e dei rischi che avrebbe presto dovuto correre, non appena fosse diventato un re. Qualcuno si era degnato di esporgli cosa significava con esattezza venire incoronati e dover farsi in quattro per un intero regno in una situazione come quella?
Brian aveva paura per Skyler, ma ne aveva molta di piΓΉ per Cynder. Fra i due era quello piΓΉ a rischio e Sophie aveva detto che presto sarebbe dovuto recarsi a Obyria e poi nel regno delle Ninfe e dei Sileni per iniziare il percorso teorico e pratico che lo avrebbe preparato al traguardo finale. Brian sapeva di star forse esagerando e di non avere motivi validi per pensarlo, ma lui non voleva che Cynder si separasse dal resto del gruppo. Non voleva saperlo lontano e forse a disagio in un ambiente a lui estraneo, e odiava non poter far niente per impedire che ciΓ² avvenisse. Non era la sua volontΓ a contare.
Quando si trovavano ormai a metà dell'ultima rampa di scale, l'ex-sceriffo richiamò Langford e quest'ultimo, dunque, tornò indietro e si fermò davanti a lui. Solo un gradino li separava. Brian esitò. «Io... devo chiedertelo...» fece rauco. «Come ti senti all'idea di... insomma... affrontare quella storia del trono e tutto il resto? Non ne parli mai e...» Si morse la lingua. Stava per dirgli che pareva non rendersi conto della paurosa grandezza di un simile avvenire sempre più vicino e odiava dipingerlo come uno che sembrava vivere con la testa perennemente fra le nuvole o, semplicemente, uno stupido. Cynder non era affatto tale. Era la sua apparente tranquillità e arrendevolezza a disarmare Brian e sì, anche il resto della brigata. Skyler aveva persino ammesso di invidiarlo.
Cynder sbattΓ© le palpebre e strinse le spalle. Β«Non lo so. Uhm... non so bene cosa mi attenda o cosa dovrΓ² fare. Io... suppongo che cercherΓ² di fare del mio meglio e se non dovesse bastare, tenterΓ² con maggiore impegno.Β» Non aveva capito del tutto la domanda di Brian. Come ci si doveva sentire in circostanze del genere, di solito? Anche per quello esisteva un metodo ben preciso, una ritualitΓ , pensieri da fare e da non formulare? Β«Ecco... u-un po' ho pauraΒ» tentΓ² di riformulare, vedendo che Brian non sembrava soddisfatto nΓ© convinto. Β«M-Ma Γ¨ normale, vero?Β»
Brian scese il gradino e poi gli pose le mani sulle spalle, guardandolo negli occhi. Β«Cynder, ti sto chiedendo se Γ¨ ciΓ² che vuoi per te stesso.Β» Forse stava solo sbattendo la testa contro un muro di gomma e dando battaglia a dei mulini a vento, ma era mai possibile che Cynder non si fosse fermato a riflettere mai su quell'argomento? Doveva pur avere un'opinione personale e, se l'aveva, lui stava solo tentando di farla affiorare e aiutarlo a comprenderla.
«Ciò che voglio?» ripeté confuso Cynder. Era davvero così importante quel che voleva? E poi non ne aveva la più pallida idea e raramente gli era stata posta quella domanda, da quando si trovava con Skyler e gli altri. L'unico ad avergli posto una domanda molto simile a quella di Brian, in precedenza, era stato Dario e solo poco prima che si separassero e lui si recasse con Skyler a New Orleans. Anche lui gli aveva chiesto di riflettere bene, di pensarci e chiedersi se voleva veramente una responsabilità come quella sulle spalle e Cynder, di nuovo, non aveva compreso la domanda né saputo come rispondere, se non, ancora una volta, come aveva risposto a Brian: che avrebbe fatto del suo meglio e che poi, in fin dei conti, quella faccenda pareva talmente importante che gli sembrava poco educato e da egoista rifiutare e tirarsi indietro, ammesso che poi davvero gli fosse concesso farlo.
Dario sosteneva che sì, poteva anche dire di no, imporsi, ma lui non era bravo a rifiutare, a rispondere in maniera negativa e a declinare il volere altrui. Gli avevano insegnato, con le buone e ancor più con le cattive, a dire sempre di sì e a obbedire, perché era nato per quello e solo quello.
Era così strano che a qualcuno importasse davvero di ciò che lui voleva. Strano e... vano, inutile. Aveva importanza, d'altronde? A lui non interessava chissà quanto e non ci rimuginava mai sopra.
«N-Non lo so» aggiunse alla fine, realmente spaesato e incerto su come mandare avanti quella conversazione davanti alla quale si sentiva impreparato. «P-Penso di sì, almeno credo.» Avvilito capì di aver ancora una volta detto, forse, la cosa sbagliata. Perché Brian sembrava stare sempre peggio ogni volta che otteneva la risposta che aveva richiesto?
«Cynder...» Herden chiamò a raccolta tutta la propria pazienza, ricordando che stava parlando con una persona che mai era stata libera di scegliere e di pensare con la propria testa. Una persona alla quale andava insegnato a riconoscere quel che voleva e quel che invece non desiderava. «C'è in ballo il tuo futuro, anzi la tua vita. Io... ti prego, cerca di pensarci un po' su, di capire come ti fa sentire la prospettiva di diventare ciò che devi diventare.» Temeva che un giorno Cynder potesse avere dei rimpianti e sentirsi in trappola, e dunque regredire o... stare male, davvero male. Aveva già visto un suo caro amico soccombere sotto il peso di una vita in cui era rimasto sì e no intrappolato e non voleva rivedere mai più uno scempio come quello, specialmente quando si trattava di Cynder. «Senti, non devi rispondere in questo preciso momento. Voglio solo che tu ci rifletta, d'accordo? à importante che tu capisca cosa vuoi, cosa ti fa stare bene.
Cynder si passΓ² una mano fra i folti capelli corvini e di nuovo si strinse nelle spalle. Β«Sono stato bene qualche giorno fa, quando mi sono addormentato e tu eri lΓ¬ vicino a me. Mi sentivo bene... al sicuro. Intendi dire una cosa di questo tipo?Β» ritentΓ², sperando di aver finalmente compreso il concetto. Se aveva ragione, allora... beh, solo affrontando la situazione di cui stavano parlando avrebbe saputo un giorno dare una risposta a Brian. Come poteva sapere come si sentiva, se ancora non aveva avuto modo di vivere l'esperienza in questione? Non aveva molto senso e non credeva fosse giusto o corretto giudicare a priori. E poi Sophie sembrava contare molto sul suo appoggio e il suo benestare circa l'incoronazione e non voleva deluderla, specie dopo aver scoperto che era persino sua nonna. Come poteva dirle di no, specie quando lei gli aveva spiegato a grandi linee la situazione di stallo in cui il regno in questione da decenni versava? Cynder non ne sapeva niente su come si governasse e guidasse un popolo, ma avrebbe fatto del suo meglio per imparare in fretta, il prima possibile, tutto ciΓ² che occorreva conoscere sull'argomento e trarre insegnamenti da ogni cosa, compresi gli errori che di certo avrebbe fatto. Non c'era molto altro che potesse dire o fare, se non che dovesse accettare quel destino e abbracciarlo. In fin dei conti la sorte pareva aver scelto finalmente di sorridergli, tanto che lo aveva fatto ricongiungere con suo fratello e gli aveva consentito di trovare degli amici, persone che gli volevano bene e alle quali lui voleva bene a sua volta. Dire di no a una richiesta cosΓ¬ urgente e importante gli sembrava quasi di sputare in faccia a quel fato cosΓ¬ magnanimo e capace di sorprenderlo in continuazione. Forse il punto non era ciΓ² che era lui a desiderare, come sosteneva Brian, ma ciΓ² che ai suoi occhi apparisse piΓΉ giusto fare.Β
Esitò, poi fu lui a imitare il gesto di Herden e a posargli ambedue le mani sulle spalle. «Io... ho solo fiducia in questo: Sophie non metterebbe mai a rischio la mia vita e se ha chiesto a me di fare una scelta così difficile, forse... forse vuol dire che spetta realmente a me compierla. Non so nulla di cose come la politica e tutto il resto, però posso imparare, proprio come sto imparando tante altre cose grazie a te e agli altri. Preferisco avere fiducia nella sorte che mi è stata riservata e pensare che potrei anche farcela.»
Β«Cynder...Β»
Β«Io so che tieni molto al mio bene, Brian, ma tu non devi preoccuparti sempre per me. ImparerΓ² a cavarmela e a capire meglio il mondo in cui mi trovo e tu non devi avere paura. Io non ne ho, quindi non ha senso che ne abbia tu.Β» Cynder ritrasse un po' alla volta le dita e poi, dopo aver rivolto un ultimo sguardo all'amico, lo superΓ² e terminΓ² di scendere i gradini, seguito da un taciturno e inquieto Brian.Β
N.d.A
Allora, alla fine ho scelto di optare per un capitolo di passaggio, ovvero questo, perchΓ© altrimenti il salto temporale che avevo in mente sarebbe risultato troppo brusco e diretto. Presentare prodotti fatti male non Γ¨ mai stato nelle mie corde ed Γ¨ una cosa che repello a priori, quindi vi siete beccati il capitolo di transizione π€·π»ββοΈπ€£
Ad ogni modo, Γ¨ stato parecchio complesso scrivere questo capitolo in particolare perchΓ© approfondiva un discorso su Cynder che per ragioni di varia natura non ho potuto estendere in Necromantia Averni, ovvero la questione del trono e di come lui percepisse tale faccenda. Γ stato difficile, ma anche interessante. Spesso diamo per scontato che tutti sappiano cosa voglia dire desiderare o meno qualcosa, avere dei gusti, delle preferenze, ambizioni e limiti, ma in realtΓ , secondo me, Γ¨ una questione strettamente legata al contesto in cui si vive. Nella storia canonica Cynder spesso e volentieri passa per uno che si fa manovrare e plasmare a seconda dell'altrui volontΓ e... insomma, essenzialmente fa la figura di uno privo di carattere e sfumature personali. Io, almeno, sto avendo spesso questa percezione nel rileggere un po' alla volta NA per aiutarmi nel ripercorrere vari passaggi della storia canonica e riadattarli all'AU. In realtΓ , perΓ², qui vediamo che Cynder non Γ¨ propriamente privo di carattere e volontΓ , solo che in base all'educazione che gli Γ¨ stata impartita si Γ¨ dovuto adattare, cosa che ha portato purtroppo a delle carenze da molti punti di vista, come ad esempio il concetto di volontΓ .Β
Mi sono chiesta: lui nella storia canonica accetta che vogliano metterlo su un trono, bla bla bla, ma vuole veramente compiere questo passo? Sa cosa potrebbe comportare? La risposta Γ¨... no. Non lo sa per varie ragioni e non sa neppure se lo vuole oppure no; non per indecisione, ma perchΓ© nessuno gli ha mai dato la possibilitΓ di scegliere per se stesso e fermarsi a chiedersi se volesse o meno qualcosa. Γ un discorso un po' arzigogolato e sicuramente l'ho reso in modo riduttivo, ma penso che un testo, che sia accademico o narrativo, a volte debba anche spingere chi legge a riflettere su certi aspetti dell'essere umano e su quanto sia realmente complicata la psiche di ogni singolo individuo.Β
Quindi credo che alla fine questo capitolo abbia una ragione d'esistere e scriverlo mi Γ¨ piaciuto, anche se in certi punti mi veniva da sbattere la testa al muro, lo ammetto π€£
La prossima parte Γ¨ giΓ in fase di stesura e dovrebbe arrivare a breve, comunque! Passo e chiudo! πΒ
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