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🦷The Tooth Fairy (II parte)

Word Count: 10.129 •


"Papà sorridi! Così spunta quella cosa che mi piace tanto!" Rachel ordinò a suo padre, che eseguì subito la richiesta della piccola e sorrise.
Due tenere fossette si formarono così sulle sue guance, e Rachel ne approfittò per baciarne una.

Y/N osservò attentamente tutta la scenetta dalla porta mezza chiusa; sorrise intenerita, quell'immagine fu un vero colpo di dolcezza per il suo cuore.
Poi vide che le parti si invertirono, ora era Rachel quella che stava mostrando un sorriso che andava da un orecchio all'altro, e le labbra di Namjoon non persero tempo nel baciare i due piccoli buchetti che nacquero sulle guanciotte della bambina.

"Si chiamano fossette, non te lo ricordi mai!" Namjoon rise, e aiutò la bambina a cambiarsi.

Appena Rachel fu pronta andarono entrambi in cucina per la colazione, Y/N li stava già aspettando seduta a tavola.

"Buongiorno signorina Y/N!" Rachel salutò allegramente la fata che le sorrise dolcemente.

"Buongiorno anche a te."

"Dormito bene?" Namjoon le domandò mentre mise a scaldare il latte.

"Sì grazie."

"Ti piacciono i biscotti? Voi fate li mangiate?" Rachel interrogò Y/N, la guardava con occhietti curiosi mentre le allungava il pacco di biscotti con le gocce di cioccolato.

"Non so cosa siano." La fata borbottò, a quel punto Rachel le ordinò di assaggiarne subito uno.

Namjoon sorrise, la fata dei denti stava facendo colazione nella sua cucina e stava sgranocchiando un biscotto al cioccolato... ancora non ci stava credendo.
Con la coda dell'occhio la guardò, adesso che era pieno giorno ebbe la possibilità di osservarla meglio.
Namjoon si soffermò a guardare con troppa insistenza le gambe nude della fata, anche se il maglione bianco che le aveva prestato copriva tutto il resto, la figura di Y/N era ugualmente sensuale e attraente, e il castano non riusciva a staccare gli occhi da lei.

"Papà il latte!" Rachel urlò, Namjoon si rigirò subito ma ormai era troppo tardi, il latte aveva raggiunto l'orlo del pentolino e si era rovesciato su tutti i fornelli.

"Oh, il latte lo conosco!" Y/N si illuminò, aveva paura che gli alimenti degli umani fossero troppo diversi dai suoi, ma esultò come una bambina appena vide qualcosa che conosceva bene.

"Spero che ti piaccia bollente." Namjoon mormorò mentre con uno straccio puliva il danno fatto.

"No, mi piace fresco." Y/N rispose e mangiò volentieri un altro biscotto, stava amando quella sostanza così croccante e zuccherina.

"Quando andiamo dal tuo amico?" La fata chiese a Namjoon, non voleva sembrare impaziente, ma non poteva continuare a restare sulla Terra troppo a lungo.

"Finita la colazione andremo subito."

"Vengo anch'io?"

"Ovviamente Rachel, non ti lascerò a casa da sola." Namjoon sorrise, quel giorno lui non doveva andare a lavoro ma anche la bambina non doveva andare a scuola, dato che la sua il sabato e la domenica restava chiusa.

Finirono di mangiare e Namjoon rifletté per bene sull'abbigliamento di Y/N, la ragazza non poteva uscire in quello stato.
Una bellissima ragazza con i capelli verdi acqua e con indosso solo un maglione, avrebbe attirato l'attenzione di chiunque.

"Dovrei avere un paio di pantaloni della tua taglia... penso." Namjoon borbottò mentre cercava in fondo all'armadio.
"Anche un paio di scarpe da ginnastica." L'uomo brontolò ancora, le scarpe bianche perlate col tacco assieme ai pantaloni di una tuta sarebbero stati un pugno in un occhio.

Namjoon alla fine trovò dei pantaloni grigi, erano larghi ma Y/N poteva legare l'elastico alla vita così questi non sarebbero caduti, dopodiché il castano prestò alla fata due calze pesanti e un paio di scarpe da ginnastica nere.

"Okay, metti anche questa." Namjoon porse una felpa nera con cerniera e cappuccio e Y/N la mise subito, stava navigando dentro quei vestiti.

Namjoon poco prima aveva insistito per provare a convincere Y/N che sarebbe potuto andare solamente lui da Jimin, lei avrebbe potuto aspettarlo a casa con Rachel, ma la fata era testarda e voleva andare anche lei.
La più bassa era una maniaca del controllo, avrebbe atteso nella macchina di Namjoon così Jimin non l'avrebbe vista, ma se fosse comparso qualche problema almeno lei sarebbe stata già nei paraggi.

I tre ci impiegarono un po' per arrivare a casa di Jimin, a quell'ora il traffico regnava sovrano per le strade.
Y/N si guardava attorno incuriosita, il mondo degli umani l'aveva sempre affascinata, era così diverso, colorato e frenetico rispetto al suo, così calmo e bianco candido.
Era rimasta particolarmente affascinata dai pantaloni, continuava a toccarseli, era un indumento che non aveva mai potuto vedere da vicino, solo indosso ai bambini quando andava a visitarli la notte per prendere i loro denti.

Namjoon parcheggiò, si voltò per dire a Y/N che ci avrebbe messo poco con Jimin, avrebbe recuperato la sua cavigliera e sarebbe tornato velocemente da lei, ma si bloccò quando vide la fata distratta dai pantaloni grigi che le aveva prestato.
La ragazza li stava pizzicando, studiando, apriva le gambe per vedere quale fosse la loro funzione, oltre quella di coprire la parte inferiore del corpo.

"È buffa!" Rachel rise divertita, era seduta davanti accanto al suo papà, ma aveva osservato la fatina per tutto il tempo.

"Y/N, noi andiamo a prenderti la cavigliera... devi aspettare qua."

"Lo so."

"Non uscire okay?" Namjoon le ordinò, era un po' ansioso al pensiero di lasciare la fata da sola nella sua macchina, non sapeva se aver paura per lei o per la sua auto.

"Non sono una bambina, dove dovrei andare?" Y/N si accigliò, aveva molti più anni di lui, solo che grazie alla magia non li dimostrava.

Namjoon rimase incantato nel fissare il volto etereo della fata.
Era più vicina, sotto la luce del sole... poté ammirare la bellezza luminosa e assolutamente perfetta di quella creatura dai capelli verdi acqua.

"Ho qualcosa in faccia?" Y/N si allarmò, la voce di quest'ultima fece ridestare Namjoon che scosse il capo.

"No no! Allora... noi andiamo!" L'uomo scese dalla macchina e corse subito verso il lato del passeggero per aiutare Rachel.

"A dopo signorina fatina!" La bambina salutò Y/N che sorrise alla piccola.

Namjoon prima di entrare nel palazzo dove il suo amico Jimin alloggiava al quinto piano, si voltò nuovamente verso la fanciulla; Y/N stava guardando con interesse le persone che attraversavano la strada, tutta la gente che camminava sul marciapiede e non si era accorta dello sguardo attento del maschio su di sé.
Namjoon sospirò, pregò internamente che andasse tutto per il meglio ed entrò nell'edificio.

Dopo aver preso l'ascensore, Namjoon citofonò al portone dell'appartamento che Jimin condivideva assieme alla sua ragazza.

"Oh... hyung, che sorpresa!" Jimin non si aspettava l'arrivo di nessuno ma gli fece comunque piacere la visita di uno dei suoi migliori amici e della sua bambina.

"Buongiorno zio Jimin!"

"Buongiorno Rachel! Lo vuoi un succo di frutta?"

"Sì!"

"No, niente succo di frutta. Ha fatto colazione ora." Namjoon bloccò subito l'entusiasmo della figlia che gonfiò le guance indispettita, facendo così ridere di gusto Jimin.

"Scusa se sono venuto qua senza preavviso, ma ti volevo parlare di una cosa..." Namjoon si schiarì la gola, si era dato in continuazione dello stupido per l'errore della cavigliera, avrebbe dovuto guardare il cassetto prima di lanciarcela dentro senza farsi tanti problemi.
Il castano sperava fortemente che l'amico gliela restituisse subito senza coprirlo di domande.

"So perché sei qui... per la cavigliera, vero?"

Namjoon sgranò gli occhi, ma in fondo non doveva essere tanto sorpreso, la cartellina conteneva documenti importanti e Jimin l'aveva sicuramente aperta non appena tornato a casa.

"Sì! Ieri l'ho infilata nel cassetto senza pensarci, mi ero scordato della cartellina, soprattutto che fosse rimasta aperta."

"Sì, non era chiusa per bene. Quando l'ho presa ho rimesso a posto l'elastico senza rendermi conto che c'era questa... catenina al suo interno."

"Potresti ridarmela? È importante." Namjoon abbozzò un sorriso, era visibilmente nervoso e il nervosismo aumentò quando vide le labbra piene di Jimin contorcersi in un sorriso malizioso, furbo.

"Allora... di chi è?" Domandò l'amico con la curiosità che zampillava dai suoi sottili occhi scuri, Namjoon sospirò.

"Jimin-"

"Ora capisco perché ti lamenti tanto di quei siti d'incontri... ce l'hai già una ragazza! E non ci hai detto nulla! Hyung, non si fa così."

"Jimin, non ho nessuna ragazza." Namjoon alzò gli occhi al cielo, sapeva che sarebbe andata a finire così, conosceva bene il suo amico, era sempre stato molto curioso.

"Oh eddai hyung! Non vuoi mica farmi credere che quella cavigliera appartenga a Rachel, vero?"

"Una bambina non può mettersi una cavigliera?" Namjoon alzò un sopracciglio.

"È un po' troppo grande per la sua caviglia così piccola."

"Gliel'ho presa come regalo per la maggiore età." Namjoon si inventò sul momento.

I due uomini si voltarono verso la bambina che non stava minimamente ascoltando la conversazione, troppo presa a coccolare Mr. Twinkle, il gattone persiano di Jimin.

"Pensi davvero che io ci creda?"

"Jimin..."

"Okay okay!" Jimin rise, si diresse verso la sua stanza, Namjoon lo seguì.

"Te la restituisco ma prima o poi dovrai presentarci questa ragazza hyung... almeno Jin smetterà di parlare con le ragazze su internet fingendo di essere te."

"Sapevo che quella fosse tutta un'idea sua." Namjoon brontolò, non vedeva l'ora di fare una bella chiacchierata con il membro più anziano del gruppo.

Jimin andò dritto verso l'elegante comò che occupava gran parte della camera da letto, mobile dove la sua ragazza Miwha posava di tutto e di più.
Il sorriso sul viso del bel biondo sparì; era certo di aver lasciato la cavigliera proprio sopra il piccolo centrino ma invece, non c'era.

"Ero sicuro di averla lasciata qui..." Jimin si accigliò, cominciò a spostare tutti i cosmetici e accessori di Miwha, alla ricerca di quella fine e delicata catenina.

"Jimin... non me lo dire..."

"No no ti giuro hyung, l'avevo lasciata qua sopra!" Jimin ribatté allarmato, ci aveva scherzato fino a pochi secondi prima ma si sarebbe sentito malissimo se avesse perso un oggetto così prezioso, soprattutto se quell'oggetto non apparteneva nemmeno a lui.

Un peso si fiondò all'altezza del petto di Namjoon. La cavigliera non era lì, temeva già il momento in cui avrebbe dovuto dirlo a Y/N.
Si sentì una merda, era colpa sua se quella fata ancora non era potuta rientrare nella sua casa.

Dopo tanto cercare, dopo aver messo a soqquadro ogni cosa presente su quella superficie piana, Jimin trovò un foglietto ripiegato sul portagioie della fidanzata.
Con la fronte aggrottata, il ragazzo lo aprì.

"Che cos'è?" Chiese Namjoon, ma non ricevette risposta.

"Merda!" Jimin esclamò, si sbatté una mano in faccia e al più grande bastò per preoccuparsi ancor di più.

"Miwha pensava che fosse un regalo per lei..."

A quel punto pure le mani di Namjoon incontrarono il suo viso. Non ci poteva credere.

"Ti prego... roba da matti." Il più alto commentò, ci mancava solo la fidanzata di Jimin, quella situazione così strana all'inizio stava diventando sempre più pazza e insolita.

"Giuro che mi spiace tantissimo... posso provare a chiamarla, ma lei esce dal lavoro alle 13:30... non puoi aspettare che-"

"No assolutamente. Mi serve subito, non posso aspettare." Namjoon disse con un tono che non ammetteva repliche.
Jimin sogghignò quando sentì la risposta dell'amico, quest'ultimo si accigliò.

"Ho detto qualcosa di divertente?"

"Dai hyung... se la catenina fosse davvero tua o comunque di Rachel, non avresti problemi ad aspettare qualche ora."

"Jimi-"

"Sputa il rospo. Di chi è?"

Namjoon non sapeva più che scuse inventare.
Il suo obiettivo era quello di riprendersi la cavigliera, uscire da lì, ridarla a Y/N e salutare la bellissima fatina, sinceramente dispiaciuto al pensiero di non rivedere più una creatura così affascinante e incantevole.
Ma l'impresa si stava rivelando più ardua del previsto, la curiosità di Jimin e la sua fidanzata impicciona stavano complicando il tutto.

"Miwha è abituata ad indossare cose che non sono sue?" Namjoon mormorò un po' infastidito, volendo anche tentare di sfuggire alle domande scomode del biondo.

"Non dare la colpa a lei, pensava che fosse un regalo da parte mia... è già successo una volta, le avevo fatto trovare un paio di orecchini allo stesso modo, lo avevo nascosto in mezzo a tutte le sue cose, quindi-"

"Quindi è colpa tua, avresti dovuto pensarci prima di lasciare la cavigliera qua, proprio vicina ai suoi accessori e gioielli."

"Hyung mi spiace... sì, è colpa mia. Sul serio non puoi aspettare-"

"No Jimin. Non posso aspettare davvero... mi serve quella cavigliera. Ora."

L'espressione dura e severa stampata sul volto di Namjoon fece dispiacere Jimin; sentì i sensi di colpa torturarlo e punirlo, e vedere Jimin così rammaricato scosse un po' il cuore del più grande, alla fine il suo amico non aveva nessuna colpa, era stato solo un po' sbadato.
E poi, se qualcuno doveva avere colpe quel qualcuno era lui.

"Provo un attimo a chiamarla, almeno per farle sapere la situazione e che stiamo per andare da lei, così può riceverci subito." Jimin sussurrò, prese il cellulare e compose il numero della sua fidanzata.

Namjoon annuì, sapeva che Miwha lavorava in una banca e non potevano presentarsi così di punto in bianco, poteva essere impegnata con qualche cliente.
Ma quando vide che Jimin provò una seconda, e poi anche una terza volta a chiamare la ragazza, Namjoon comprese che non era raggiungibile.

"Niente, non risponde... andiamo direttamente, se sarà impegnata con dei clienti aspetteremo."

Namjoon tentennò.
Jimin avrebbe visto Y/N.
E non poteva andare da Miwha senza l'amico, lui conosceva poco la ragazza ed era certo che con la presenza di Jimin avrebbe ottenuto la cavigliera in men di un secondo.
Senza contare il fatto che era un problema di Jimin spiegare alla sua compagna perché avrebbe dovuto restituire la preziosa catenina.

"Mh... Jimin?" Namjoon si mordicchiò il labbro inferiore, avvertì l'agitazione sovrastarlo.

Gli occhi interrogativi e confusi di Jimin si posarono sul più alto, il biondo inclinò leggermente il capo di lato, in attesa che lui parlasse.

"Prima di andare... ti devo spiegare per bene perché è così importante riavere subito indietro quella cavigliera."

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Y/N guardò quasi affascinata quella strana invenzione che gli umani chiamavano macchina.
La fata si spostò sul sedile del guidatore, posto occupato da Namjoon poco prima; individuò dei pedali nel punto in cui dovevano stare i piedi, e provò a schiacciarne uno.
Aveva visto Namjoon fare la stessa cosa, con la sola differenza che in quel momento, grazie al cielo l'auto era spenta e quindi non si mosse nemmeno di un millimetro.

Ad un certo punto, la fata sentì picchiettare contro il finestrino situato al lato del suo posto; Y/N sobbalzò spaventata, si voltò e trovò tre ragazzi, giovani e di bell'aspetto, che le sorrisero maliziosi.
Uno le fece l'occhiolino, un altro agitò la mano per salutarla, un altro ancora fischiò.
Y/N si accigliò, guardò confusa i tre umani, non capì cosa volessero da lei ma siccome uno la stava salutando come faceva sempre Rachel, pensò di ricambiare.
La fata sorrise e alzò la mano per salutarli, i tre ragazzi sorrisero ancor più largamente e le mandarono dei baci volanti.

'Non pensavo fossero così affettuosi questi umani.' Y/N pensò con un sopracciglio inarcato, nel mondo delle fate i baci venivano dati solamente alle creature più care e importanti.

Non aveva mai osservato a lungo il comportamento degli esseri umani, essi erano coinvolti nel suo lavoro solo quando questi dormivano.
Per questo non aveva mai avuto problemi, fino a quando non incontrò Rachel e il suo dizionario d'inglese.

I tre ragazzi di colpo se ne andarono via in fretta e furia, Y/N li guardò interdetta ma si illuminò non appena vide Namjoon e Rachel avvicinarsi a lei.
Ma il sorriso ben presto scomparve dal suo volto, poiché i due umani con cui aveva fatto conoscenza non erano soli.
Namjoon si allarmò quando vide che Y/N era seduta al posto di guida, quasi corse verso di lei e aprì la portiera preoccupato.

"Cosa ci fai qua? Perché ti sei spostata?" Namjoon domandò all'istante, controllò alla velocità della luce che fosse tutto a posto, che la fata non avesse toccato nulla durante la sua assenza.

"Cosa succede quando un umano fischia?" Y/N chiese incuriosita, l'uomo aggrottò le sopracciglia.

"Uno di quei tre ragazzi ti ha fischiato?" Namjoon lanciò una veloce occhiata ai tre giovani che si erano allontanati sveltamente dal suo veicolo.
Appena aveva messo piede fuori dal portone del palazzo si era accorto di come la bella fata avesse attirato la loro attenzione.

"Dov'è la mia cavigliera?" Y/N lasciò perdere quegli sconosciuti e andò dritta al punto.

L'espressione di Namjoon mutò; l'agitazione prese possesso del suo stato d'animo, dettaglio che la fata notò immediatamente.

"Kim Namjoon. Dov'è. La. Mia. Cavigliera." Y/N chiese freddamente, la sua bellezza così immensa adesso risultò quasi spaventosa per il più alto che indietreggiò, con un cenno del capo indicò il suo amico Jimin, rimasto dietro di lui assieme a Rachel.

Un campanello risuonò nella mente della fata; scese dalla macchina, avanzò lentamente verso Jimin che la stava fissando particolarmente interessato.

"Wow... devo dire che quando mi hai raccontato quell'enorme cavolata della fata con i capelli e occhi verdi acqua non ci ho creduto ma..."

"Lo so, mi hai riso in faccia." Namjoon scosse la testa, ricordò come pochi minuti prima Jimin fosse scoppiato a ridere in maniera sguaiata.

Il più giovane si piegò lievemente, guardò rapito la fata che però lo stava fulminando con lo sguardo, sia lui che Namjoon.

"Gli hai parlato di me? Sei serio Kim Namjoon? Mi avevi promesso che non avresti detto di me ad anima viva!" Y/N protestò arrabbiata, la lista degli umani a cui cancellare la memoria si stava allungando.

"Ho un motivo."

"E immagino che questo motivo sia legato alla mia cavigliera!" La fata ribatté furiosa, era stanca, non voleva fare altro che tornarsene a casa sua.

"Ciao! Sono Park Jimin!" Jimin porse la mano a Y/N e la accecò con il suo sorriso angelico, non vedeva l'ora di incontrare la ragazza che aveva rubato il cuore al suo hyung.

Sì, perché Jimin era convinto che fosse tutto uno scherzo, che la ragazza non fosse una fata ma che fosse in realtà la nuova fidanzata di Namjoon.
Il più giovane era fermamente sicuro che Namjoon avesse chiesto alla ragazza di recitare il ruolo della fatina dei denti, cosi Y/N avrebbe potuto conquistare Rachel e farle una bellissima prima impressione.
Jimin era toccato dalla decisione di Namjoon, sapeva che il più alto fosse un buon papà ma non credeva che avrebbe potuto avere un'idea simile.

"Non sono qui per fare amicizia." La fata ringhiò spazientita, Jimin alzò un sopracciglio, se la compagna di Namjoon doveva risultare simpatica agli occhi della bambina, non stava facendo un ottimo lavoro.

"Hyung, la tua ragazza è bellissima ma un po' scontrosa." Jimin sussurrò all'orecchio dell'amico, accertandosi che Rachel non sentisse le sue parole.

"Non è la mia ragazza." Namjoon ripeté per l'ennesima volta, stremato.

"È la fatina dei denti zio Jimin!" Rachel esclamò, per fortuna i passanti non diedero ascolto alle parole della bambina, ma Namjoon e Y/N si allarmarono comunque.

"Sì, certo Rachel... lo so!" Jimin sorrise alla bambina, pensando quanto fosse carina la sua ingenuità.

"Okay, non possiamo parlare qui... saliamo in macchina e ti spiego." Namjoon disse a Y/N, aveva notato gli sguardi curiosi dei passanti su di loro, la fata attirava molto l'attenzione con il suo look eccentrico, e attirando l'attenzione visivamente, le persone avrebbero anche potuto ascoltare di cosa stessero parlando.
E Namjoon pensò che non fosse per niente il caso.

Tutti si sedettero nel veicolo, Namjoon come prima al posto di guida, Jimin accanto e Y/N e Rachel dietro.
L'uomo dai capelli castani si girò, si preparò mentalmente per affrontare la furia della fata, sapeva che sarebbe impazzita non appena scoperta la verità sulla sua amata cavigliera.

"Okay allora... non ti arrabbiare ma-"

"Dov'è la mia cavigliera?"

"Ecco... Jimin-"

"Ce l'hai tu vero?" Y/N fulminò con un'occhiata ancora una volta il ragazzo più giovane, Jimin sorrise un po' nervoso.

"La mia ragazza l'ha presa pensando che fosse un regalo da parte mia... mi spiace per questo malinteso." Jimin si scusò, spiegò più alla svelta di Namjoon e in poche parole fece capire a Y/N che non solo la sua cavigliera non ce l'aveva lui.

Ma molto peggio, la sua amatissima, unica, rara cavigliera dotata di poteri magici, era stata indossata da un'altra persona.
La fata sentì il terrore manifestarsi nelle sue vene al posto del sangue.

"Mi state dicendo... che una sporca umana sta indossando la mia preziosa e soprattutto magica cavigliera???" Y/N esclamò incredula.

"Ehi! Miwha si fa la doccia quasi tutti i giorni!" Jimin difese la sua compagna, fissò la fata con sguardo accigliato.

"Questo è un incubo. Questo è un incubo. Questo è un incubo. Questo è un incubo." Y/N ripeté all'infinito con le mani tra i capelli.

"Y/N non è un problema, ora andremo nella banca dove lavora e ce la faremo ridare." Namjoon mormorò dispiaciuto.

"Spero che quell'umana sia abbastanza stupida da non capire come funzioni la mia cavigliera." La fata ringhiò, non voleva e non poteva pensare alla possibilità che un'umana potesse usare la sua stessa magia.

"Ehi! Sei bella ma parecchio maleducata!" Jimin per la seconda volta parlò in difesa della sua ragazza.

"Questo umano deve per forza venire con noi?" Y/N indicò il biondo, uno sguardo diffidente era rivolto verso quest'ultimo.

"Non conosco bene la sua ragazza, e di certo non posso presentarmi sul suo posto di lavoro chiedendole di restituirmi una cosa che per lei, rappresenta un regalo del suo amato." Namjoon spiegò, mise in moto l'auto e partì immediatamente, decidendo di chiudere lì quella strana e insolita conversazione.

"Sono il primo a cui la presenti?" Jimin chiese a bassa voce al più grande, che in risposta sbuffò.

"Jimin... ti ho già spiegato che cos'è lei. L'ho conosciuta ieri notte."

"Oh dai hyung, ma pensi davvero che ci creda?" Jimin ridacchiò, Namjoon alzò gli occhi al cielo, aveva pensato di non essere riuscito a convincere Jimin, ma una piccola parte di lui ci sperava.

"Fingere che la tua ragazza sia la fata dei denti... fammi dire comunque che è un buon modo per farla conoscere a Rachel. La piccola non le toglie gli occhi di dosso." Jimin continuò a parlare, a quel punto Namjoon smise definitivamente di ribattere, il più giovane era un idiota.
Ma questo Namjoon lo aveva sempre saputo.

"Se li è tinti davvero di quel colore i capelli, o è una parrucca? E quelle lenti sembrano così credibili... sembra davvero che siano i suoi occhi." Jimin continuò a commentare le caratteristiche fisiche di Y/N, doveva ammettere a sé stesso che Namjoon era stato molto fortunato, la fanciulla era di una bellezza disarmante.

'Forse perché sono i suoi veri occhi?' Namjoon disse dentro di sé, ma continuò a guidare senza fiatare.

"Gli altri non l'hanno ancora vista?"

"No, e non penso che la vedranno mai." Namjoon borbottò, era già tanto che l'avesse vista Jimin, non voleva nemmeno pensare ad un eventuale incontro tra la fata e il resto del gruppo.

"Dai perché dici così? Comunque sono il primo ad averla conosciuta, mi sento molto onorato." Jimin sorrise, non poté fare a meno di voltarsi per lanciare una rapida occhiata alla ragazza.

Jimin la vide intenta ad osservare con estrema attenzione l'ambiente esterno; Y/N era sempre più affascinata dal mondo umano, tutti quei colori e quella vita la rendevano euforica.

"Quanti anni ha? Sembra molto più piccola di te." Jimin chiese a Namjoon con un tono molto basso di voce.

"Ehm... se li porta bene." Namjoon mormorò un po' a disagio, da quel che aveva capito la fata in realtà era una creatura che riusciva a mantenere la sua giovinezza per un lunghissimo tempo.
Probabilmente Y/N era persino più grande di tutti loro.

Arrivati sul luogo desiderato, i due maschi spalancarono gli occhi, sorpresi e anche preoccupati.
La banca era circondata dalle forze dell'ordine.

"La polizia?" Namjoon chiese intimorito, perché la banca dove lavorava la ragazza di Jimin era circondata da decine e decine di poliziotti?

Tutti e due osservarono minuziosamente la scena che si stava consumando di fronte ai loro occhi; alcune persone piangevano, altre sembravano spaventate, alcuni poliziotti erano armati e puntavano le loro pistole contro l'edificio, un uomo, forse il capo della polizia, aveva un megafono in mano.
Jimin saltò giù dalla macchina alla velocità della luce, Namjoon fece lo stesso e Y/N e Rachel in automatico lo seguirono.

"No, dovreste stare dentro la macchina." Namjoon disse alle due ma gli bastò un'occhiata di fuoco da parte della fata per mordersi la lingua.

"Dov'è questa cosa dove dovremmo andare?" Y/N chiese guardandosi attorno, vide un sacco di persone tutte vestite allo stesso modo ma non ci fece granché caso, anche lei e gli abitanti del suo mondo si vestivano con gli stessi colori, ovvero il bianco e le sue tante tonalità.

"Si chiama banca e... a quanto pare c'è un problema." Il castano sospirò, quella situazione stava diventando infinita, capiva la poca pazienza della fatina perché pure lui si stava stancando di tutti quegli imprevisti.

"Un altro problema?" Y/N gridò esausta e sempre più furiosa.

La voce della fata fece voltare alcune persone verso di loro, Namjoon sveltamente mise la mano sulla bocca della più bassa per farla stare in silenzio.
Dopo poco si accorse del gesto che aveva fatto, e di quanto fossero soffici le labbra della fata premute contro il palmo della sua mano.
Namjoon ritirò l'arto come se fosse stato scottato, una leggera tonalità color porpora spolverò le sue gote.

"Molto probabilmente c'è una rapina in corso, non possiamo entrare." Namjoon con il capo indicò la banca, circondata da una quantità elevata di uomini in uniforme.

"Cos'è una rapina?" Y/N chiese confusa.

"Nella banca ci sono molti oggetti di valore, molti soldi e succede che delle persone cattive entrino in questo posto senza permesso per prendere queste cose di valore, che sono però ovviamente di proprietà di qualcun'altro." Namjoon tentò di spiegare come se in realtà stesse parlando a sua figlia, e non ad una fata, perlopiù più grande di lui.

Y/N rifletté sulla spiegazione che Namjoon gli aveva appena dato.
C'erano tante altre cose in realtà che non riusciva a capire, ad esempio la presenza di tutte quelle persone lì accanto, ma dopo aver ragionato a lungo una lampadina si accese nella sua testa.

"Quindi sono stata rapinata anch'io, dato che la mia cavigliera adesso si trova nelle mani di un'altra persona."

Namjoon si sbatté una mano sulla fronte, ma trovò divertente come la fata fosse arrivata a tale conclusione.
L'uomo dovette trattenersi dal ridere ma fu inutile, Y/N alzò un sopracciglio.

"Perché stai ridendo?"

"Beh perché..." Namjoon posò lo sguardo alle spalle della fata, intravide Jimin parlare con Miwha, la sua ragazza.

Non appena capì che la compagna di Jimin si trovava al di fuori della banca, al sicuro, un senso di sollievo lo pervase e avanzò verso la coppia seguita da Y/N e dalla bambina, che teneva la manina stretta in quella della fata.

"Miwha, stai bene?" Namjoon domandò dolcemente alla ragazza di Jimin, che annuì, anche se dava l'impressione di essere ancora molto spaventata.

"Mi stava raccontando come fossero andate le cose... c'è ancora qualche ostaggio là dentro, ma lei insieme ad altre persone sono riuscite a scappare grazie ad una distrazione dei ladri." Jimin spiegò mentre abbracciava teneramente la più piccola.

"Quanti sono?" Namjoon chiese riferendosi al numero dei ladri che avevano fatto irruzione.

"Quattro. Hanno sparato ad un mio collega." Singhiozzò la ragazza.

Y/N e Rachel erano rimaste in silenzio.
La fata era disorientata, si sentiva spaesata e confusa in quel mondo così diverso dal suo.
Eppure molte cose degli umani erano simili alle sue ad esempio le cose belle come i baci, dati solo alle persone più importanti.
O in questo caso, le lacrime.
Vedeva le lacrime sul viso di quell'umana dai capelli rossi, e la fata in qualche modo capì che quella ragazza fosse triste.
Aveva compreso che era lei, l'umana che aveva preso la sua cavigliera, ma se l'avesse avuta addosso avrebbe sentito il richiamo della sua magia.

Niente.
Y/N non stava sentendo nulla.
La sua magia non era lì... la sua cavigliera non si trovava addosso a quella ragazza.

"Jimin, hanno preso la tua cavigliera!" Miwha piagnucolò.

Jimin, ma anche Namjoon sgranarono gli occhi.
Y/N invece, sentì il suo cuore annegare nel fondo più freddo e buio.
Gli occhi della fata si fecero più grandi, lasciò la mano di Rachel e quella stessa mano venne chiusa in un pugno ben stretto.

"Oh... amore tranquilla, l'importante è che tu stia bene." Jimin rassicurò la sua compagna, e dopo averla abbracciata ancora, lanciò uno sguardo di scuse a Namjoon.

Quest'ultimo si girò verso Y/N, la vide immobile, gli occhi così brillanti e luminosi adesso erano cupi, assenti.

"Y/N..."

"Quindi... le persone cattive hanno la mia cavigliera?" La fata sibilò sottovoce, si voltò lentamente verso la banca, strettamente controllata dalla polizia.

"Sì. Mi spiace..." Namjoon deglutì, quei sensi di colpa che lo stavano attanagliando da tutto il giorno, adesso erano pure aumentati.

Y/N stava fissando l'edificio senza batter ciglio; lo sguardo era pericoloso e Namjoon iniziò a temere ciò che stava pensando di fare la bella fata.

"Y/N... qualsiasi cosa tu stia pensando, non farlo. Non fare nulla, non puoi-"

Ma Y/N non lo ascoltò.
Si voltò e corse lontana dalla folla; allarmato, Namjoon chiese a Jimin di tenere Rachel e inseguì la fata.

"Chi era quella ragazza?" Miwha chiese a Jimin.

"La nuova fidanzata di Namjoon hyung."

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"Y/N non puoi! La polizia è ovunque!" Namjoon sussurrò alla fata, quest'ultima si girò e guardò l'uomo con occhi assottigliati.

"E quindi? Pensi che me ne freghi qualcosa? Dovrebbero impedirmi di entrare in quella... non ricordo come si chiama?"

"Si chiama banca, voi fate non ce l'avete nel vostro mondo? E comunque sì, te lo impediranno... l'edificio è controllato. Quelle persone sono pericolose e i poliziotti cercano di proteggere i cittadini, quindi- ehi, dove stai andando?"

Y/N si era stancata di stare a sentire le chiacchiere di Namjoon; il suo obiettivo era quello di riprendersi ciò che era suo, e niente e nessuno sarebbe riuscito a fermarla, nemmeno un ufficiale di polizia.

"Ragazzina stai indietro, è pericoloso!" Ordinò un poliziotto non appena Y/N si avvicinò.
Namjoon la raggiunse in un battibaleno.

"Siete parenti di qualche ostaggio ragazzi?" L'uomo chiese, Namjoon negò.

"No signore ma-"

"E allora via da qui. Non è la giornata adatta per giocare a fare gli eroi."

"Devo riprendere la mia cavigliera, altrimenti non potrò tornare a casa. E questa cavigliera si trova nelle mani di quelle cattive persone." La fata parlò con tono serio.

"Cattive persone?" L'uomo ripeté, ridacchiò divertito.

Il poliziotto, che non poteva avere più di trent'anni, scrutò a lungo Y/N.
Fissò con più attenzione il colore eccentrico della sua capigliatura e quello insolito ma bellissimo dei suoi occhi. Sorrise compiaciuto.

"Quanti anni hai piccola? Non penso che tu possa stare qui... dai, vai a giocare con il tuo amichetto un po' più in là." Scherzò il poliziotto, in realtà desideroso di essere lui la persona che avrebbe potuto giocare con lei.

"Y/N..." Namjoon richiamò la fanciulla ma lei non lo ascoltò; infilò le mani sul retro della schiena, borbottando qualcosa di incomprensibile all'orecchio umano.

"Mi scoccia sempre doverla usare." La fata parlottò, le sue dita sfregarono contro l'estremità delle sue piccole ali, nascoste perfettamente dal maglione prestato da Namjoon.

Quando le mani di Y/N fuoriuscirono dall'indumento, queste erano ricolme di polvere fatata.
Una polvere brillante e luminosa, quasi accecante sotto la luce solare.
Il poliziotto ma pure Namjoon aggrottarono i loro sguardi, il primo si chiese cosa fosse quella polverina e da dove la più bassa l'avesse presa, il secondo invece, intimorito, si domandò cosa Y/N volesse fare.

"Y/N!"

Fu troppo tardi, poiché il poliziotto che aveva preso in giro la piccola fatina si trovava già svenuto per terra.
Così fecero la stessa fine gli altri colleghi dell'uomo, che avevano assistito alla scena e si erano precipitati per soccorrere il membro più giovane del corpo di polizia.
Almeno sei uomini delle forze dell'ordine si trovavano sul cemento, privi di sensi; Namjoon stava per avere un mancamento, lui era sempre stato un cittadino modello, non aveva mai infranto le regole stradali e aveva sempre gettato la spazzatura negli appositi cestini, mai per terra.

"Staranno così per poco." Y/N spiegò e si affrettò a raggiungere la finestra per poter intrufolarsi nella banca.

"La polvere delle tue ali ha un effetto soporifero?" Chiese Namjoon quasi incuriosito, mentre la seguì.

Non se la sentiva di lasciarla sola, anche se avrebbe potuto voltarsi e tornare a casa con la sua Rachel.
Ma non poteva, non voleva: Y/N stava facendo tutto questo a causa sua.

"Sì, ma solo per pochissimo tempo."

"Perché non l'hai utilizzata su di me?" Namjoon domandò ancora.

"Perché mi servivi sveglio per recuperare la mia dannata cavigliera." Y/N sospirò, stava per aiutare il più alto a scavalcare la finestra già scardinata in precedenza, probabilmente proprio dai ladri, ma si bloccò un secondo prima di allungare la mano per poter prendere la sua.

"Non dovresti venire con me... può essere pericoloso."

"Non fare la sciocca Y/N! Aiutami a salire!"

"Perché? Vai da Rachel, dovresti stare con lei adesso, non qui con me."

"Y/N... sei in questo casino per colpa mia, lascia che ti aiuti." Namjoon disse dolcemente, ma la fata non ne volle sapere.

"Mi hai detto tu stesso che sono delle cattive persone, hai una figlia, non ti metterò in pericolo." Y/N ribatté, Namjoon era rimasto senza parole.

Non solo perché la replica della fata lo aveva colpito dritto al cuore, non abituato a ricevere gesti simili tranne che dai suoi amici, ma non ebbe tempo di fiatare poiché la creatura magica richiuse la finestra, anche se non per bene dato che era in parte scassata.

"No no! Y/N!" Namjoon la richiamò ma la fata gli aveva già voltato le spalle.

Y/N si guardò intorno sospettosa, non sapeva in che zona dell'edificio fosse finita, ma quell'area era stranamente vuota e fin troppo silenziosa.
La fata avanzò lentamente, il pericolo poteva essere dietro l'angolo e avrebbe dovuto procedere con cautela.

Percorse un lungo corridoio stretto e poco illuminato, la tensione salì dentro di sé; la fata si sentiva agitata, nervosa.
Quando aveva a che fare con qualcosa di nuovo, di sconosciuto, Y/N entrava facilmente nel panico.
E quella giornata era stata un insieme di avventure tutte nuove per lei.
Ma era sempre stata abbastanza tranquilla, perché non sapeva il motivo, ma la presenza di Namjoon aveva avuto il potere di rilassarla, di farla restare calma.
Y/N era una creatura intelligente, percepiva il pericolo e con Namjoon sapeva di non temere nulla; l'umano era innocuo, anche il suo amico dai capelli biondi.
Aveva sentito che erano entrambi degli umani adulti, ma privi di cattiveria o pensieri maligni.

Ma in quell'istante, da sola, senza la presenza di Namjoon e in un posto dove non sapeva nemmeno come orientarsi, Y/N avvertì l'ansia prendere il possesso sulla sua ragione.
E percepì il pericolo farsi sempre più vicino.
La fata ordinò a sé stessa di mantenere la calma, e procedette con il percorso; non appena intravide la schiena di una persona vestita interamente di nero si bloccò e rimase il più nascosta possibile dietro la parete.

A giudicare da quel che stavano vedendo i suoi occhi, l'uomo era solo.
Indossava indumenti neri e un passamontagna del medesimo colore che nascondeva la sua vera identità; esso era ricurvo, stava controllando il contenuto dentro un comune sacco di plastica.
Y/N non conosceva gli umani e i loro modi di pensare, ma poteva immaginare che quel sacco di plastica apparentemente così privo di valore, fosse in realtà pieno di oggetti preziosi o soldi.
Con la sua vista attenta perlustrò ancora una volta l'ambiente circostante per accertarsi che fosse solo, e una volta sicura, si avvicinò rapidamente al malintenzionato.

Y/N con il dito picchiettò sulla spalla dell'uomo, questo di riflesso si girò e incontrò una bella dose di polvere fatata.
Cadde a terra come una pera cotta.

'Mh, troppo facile.' Y/N pensò, ma non perse tempo e si chinò per poter controllare le cose contenute in quel sacco, speranzosa di trovare la sua cavigliera.

Sentiva la magia più vicina a sé, segno che la distanza che la separava dall'oggetto tanto desiderato fosse minima.
La fata continuò a rufolare senza sosta, un po' ansiosa perché quell'umano si sarebbe potuto risvegliare da un momento all'altro, senza contare tutti i poliziotti che aveva steso pochi minuti prima.
Forse quei poliziotti avevano anche già ripreso conoscenza.
Y/N si morse il labbro sempre più nervosa, la sua preziosa cavigliera non si trovava all'interno di quel sacco.

"Ma dove cavolo-"

"Chi abbiamo qui?"

Il sangue si raggelò nelle vene di Y/N.
Troppo distratta dalla ricerca del suo oggetto magico, non si era accorta che i compagni di quell'uomo avevano fatto ritorno.
Due mani afferrarono saldamente la sua vita stretta, la fata cercò di colpire l'umano cattivo con il gomito ma non riuscì nell'intento.
Il secondo dopo Y/N si trovava distesa sul pavimento, uno sconosciuto torreggiava su di lei.

"Che delizioso pasticcino che abbiamo qui..." Quell'uomo borbottò, il volto non era coperto dal passamontagna come il ladro di prima, Y/N poté così notare che l'individuo fermo sopra di lei fosse molto giovane e anche di bell'aspetto.

"È per colpa sua se Mike sta ronfando?" Un altro collega si unì, osservò attentamente il primo uomo con cui Y/N aveva avuto a che fare, esso stava continuando a dormire indisturbato.

"Cos'hai usato bambina?" Domandò il più giovane di quel gruppo, che si trovava ancora sopra Y/N.

La fata fece scena muta, fissò il ragazzo con sguardo accigliato ma quest'ultimo sorrise, il faccino arrabbiato della fanciulla lo fece solo divertire.

"Secondo me la bambina vuole giocare con noi... perché non la accontentiamo?" Il giovane guardò la fata con occhi pieni di malizia, Y/N percepì il pericolo crescere sempre di più.
Un'aura negativa la stava circondando, e stava provenendo proprio dal ragazzo ancora a cavalcioni sul suo corpo.

"Dai Heric, non abbiamo tempo! Gli sbirri sono già qua fuori!"

"Voi cominciate ad andare, io gioco un po' con la nostra ospite d'onore." L'uomo avvicinò il viso a quello di Y/N, che intanto continuava a scalciare imperterrita.

"Allontanati da me!" Y/N gridò, avesse avuto le mani libere avrebbe potuto usare quella poca magia rimasta per difendersi, ma quell'umano le stava bloccando volutamente i polsi con una stretta ferrea.

Heric inspirò il dolce profumo proveniente dai capelli verdi acqua della fata, un'intensa fragranza di marshmallows invase le sue narici.
I fianchi si mossero decisi verso quelli di Y/N, che sentì una morsa stringersi attorno al suo stomaco.
Non appena la fanciulla avvertì le labbra di quell'umano poggiarsi sul suo collo, sgranò gli occhi spaventata.
Era assolutamente proibito per una creatura magica accoppiarsi con un umano.
Le conseguenze sarebbero state disastrose.

Y/N mugolò disperata, agitò le braccia, scalciò con forza per allontanare quel corpo muscoloso dal suo, così esile e minuto.
Non ricevette alcun risultato, quell'umano era troppo forte e la fata si era pentita della decisione di voler fare tutto da sola.

"Lasciamiiii!" Y/N urlò ancora, chiuse gli occhi e strinse i denti, non si sarebbe messa a piangere per colpa di un umano dalle mani troppo lunghe.

L'attimo dopo, il peso che le impediva di respirare era svanito; ringhi e gemiti di dolore riecheggiarono nel luogo.
Y/N aprì gli occhi, e la prima cosa che vide, fu anche la causa che la fece sorridere di sollievo e gratitudine.

"Stai bene?" Namjoon domandò preoccupato, accarezzò dolcemente la gota della fata, che annuì all'istante.

Dopodiché Namjoon aiutò Y/N a rialzarsi, il castano notò che le mani della fata stavano tremando incessantemente.
Volendo calmarla, Namjoon strinse le mani della più bassa tra le sue.
Y/N alzò lo sguardo, ancora un po' agitato e nervoso, ma bastarono gli occhi calmi e rassicuranti di Namjoon per farla tranquillizzare subito.
Quando il battito sfrenato del suo cuore si fece sempre più forte e rapido, Y/N sciolse le loro dita e fece cadere le braccia lungo il proprio busto.
Lo sguardo di lei adesso pareva imbarazzato, e Namjoon non poté non trovarla adorabile.

"Come... come hai fatto?" Y/N domandò indicando con un cenno del capo Heric, l'umano che si trovava sopra di lei fino a quando Namjoon non era riuscito a toglierglielo di dosso.

"Tu hai la tua polvere magica, io ho questo!" Namjoon mostrò un bastone di legno che aveva trovato nell'altra stanza, che per fortuna aveva una finestra più bassa.
Il castano così era riuscito ad intrufolarsi più facilmente.

"Credimi, dato in testa con forza fa parecchio male." Namjoon sogghignò, guardò di nuovo quel delinquente che stava per toccare Y/N in punti un po' troppo intimi.

Lo sguardo di Namjoon si incupì di colpo.
Le urla disperate della fata, la scena di lei che scalciava come una matta e quell'uomo che spingeva i fianchi contro i suoi, fece ribollire il sangue nel corpo del più alto.
Quel sangue arrabbiato gli era salito al cervello, facendolo infuriare ancora di più; Namjoon si era gettato su di lui senza alcun indugio, non aveva pensato ai possibili danni cerebrali che il colpo avrebbe potuto creare, l'unico obiettivo per lui era mettere quel ladro K.O. ma soprattutto allontanarlo dal corpo di Y/N.

"Grazie." Y/N sussurrò, si era spaventata parecchio non lo poteva negare, ma la presenza di Namjoon era riuscita in qualche modo a calmarla, ancora.

"I poliziotti però si sono già svegliati e sicuramente hanno parlato di noi al loro capo."

"Oh... maledizione. Ci penserò io a loro." Y/N borbottò, sapeva che la lista di persone a cui cancellare la memoria si sarebbe allungata quel giorno, ma non pensava così tanto.

"Hai trovato la cavigliera?"

"No ma..." Y/N si ammutolì.

La sentiva vicina.
Tanto vicina.
La fata si guardò attorno per l'ennesima volta, il sacco di prima era stato portato via dai restanti ladri e anche se la cavigliera non era al suo interno, la magia era più vicina che mai.
Lo sguardo freddo di Y/N, si posò su Heric.

"Non ci voglio credere..." La fata sospirò, capì perché sentiva il gioiello sempre più vicino.

"Non dirmi che ce l'ha lui?" Namjoon borbottò incredulo.

"Penso proprio di sì invece." Y/N rispose, e con cautela si chinò sul corpo privo di sensi dell'uomo.

La fata cercò nelle tasche dei pantaloni; non appena toccò una fredda catenina, un'ondata di energia la travolse.
Un'energia familiare, che l'aveva sempre accompagnata da quando era nata e che nelle ultime ore non aveva più avvertito, purtroppo.
Ma adesso, quell'energia era ritornata dalla sua legittima proprietaria.

"Finalmente!" Y/N tirò fuori la sua cavigliera, la guardò con occhi quasi lucidi per la commozione.

"Perfetto, ce l'abbiamo! Ora dovremmo-"

"Aspetta."

Y/N posò i polpastrelli del medio e dell'indice sulla tempia di Heric, chiuse gli occhi.
Namjoon non capì cosa la fata stesse facendo, non aveva compreso che prima di tornarsene nel suo mondo, Y/N avrebbe dovuto cancellare la memoria ad ogni umano con cui aveva involontariamente interagito.
E quindi, avrebbe dovuto cancellare anche la sua.

"Bene, andiamo!" Y/N si rialzò immediatamente e corse verso il lungo corridoio che aveva attraversato prima, Namjoon la seguì.

"Cosa gli hai fatto?"

"Gli ho cancellato la memoria, così non si ricorderà di me! Anzi, di noi!"

Y/N e Namjoon si fermarono di fronte alla finestra, la fata fece andare prima il castano, con la magia lo aiutò a scendere senza rischiare di cadere in malomodo, e in meno di un secondo lei lo raggiunse.

"Quindi... dovrai cancellare la memoria anche a tutti i poliziotti?"

"Ovviamente." Y/N rispose, mentre era intenta ad allacciarsi ben stretto il gioiello alla caviglia.

"Anche al mio amico e alla sua ragazza?" Namjoon continuò a chiedere, la fanciulla annuì distrattamente.

"Quindi... anche a me e a Rachel."

Quella non era una domanda, Namjoon sapeva benissimo che tra gli umani a cui Y/N avrebbe dovuto cancellare la memoria, c'erano anche lui e sua figlia.
La fata dopo aver allacciato la cavigliera si rialzò, guardò il più alto con occhi di sincere scuse.

"Mi spiace... ma devo. Porto monete ai bambini che perdono i denti, ma la mia identità deve restare anonima." Y/N mormorò con un filo di voce, non seppe nemmeno lei perché in quel momento sentì una crepa formarsi al centro del suo cuore.

Namjoon rimase immobile, il respiro era trattenuto.
Non voleva.
Non voleva dimenticarsi di quella fata che gli aveva stravolto la monotonia con il suo arrivo improvviso, con il suo sorriso dolce ma al contempo vispo, con i suoi occhi limpidi e chiari come le acque più cristalline.
Y/N gli piaceva.
Namjoon si sentiva stupido, la fanciulla era una fata, una creatura magica, era consapevole che non ci sarebbe mai potuto essere niente tra loro due.
Eppure, il pensiero di non solo di non rivedere più Y/N, ma persino di dimenticarsi del suo viso, del suo nome, della fantastica e dolce creatura che era, frantumò il cuore dell'uomo dai capelli castani in mille pezzi.

"Y/N... non è necessario che tu mi cancelli la memoria. Non parlerò di te a nessuno."

"Non posso rischiare."

"Senti, puoi cancellarla a tutti, anche a Rachel. Lo capisco, Rachel poi è piccola, non sa mantenere un segreto ma io... io? Io posso continuare a ricordarmi di te, senza dire niente a nessuno."

"Namjoon-"

"Non voglio dimenticarmi di te, Y/N."

Quelle parole afferrarono il cuore di Y/N e lo strinsero con forza.
La fata fissò a lungo il volto rammaricato di Namjoon, un'aura misteriosa circondava il gentile umano con cui aveva trascorso quelle ultime ore.
Un'aura sconosciuta pure alla fata, che non capiva se fosse positiva o negativa.
Era solo... intensa.
Così intensa da appannarle la ragione per qualche secondo.

Y/N indietreggiò, anche se Namjoon aveva lo strano potere di calmarla, quella cosa a lei sconosciuta la intimorì.
La fata non poteva sapere che quell'alone rosa che circondava Namjoon e che era in procinto di risucchiare anche lei, fossero i suoi stessi sentimenti.

Un umano che prova qualcosa per una creatura magica.
Per Y/N era una cosa sconosciuta, perché non era mai accaduta.
Fino ad ora.

"Namjoon... ti prego, non insistere." Y/N disse dolcemente.

Namjoon stava per aprire bocca ma la fata lo fermò.

"Vado ad occuparmi di quegli umani che si vestono tutti allo stesso modo, e poi anche del tuo amico e della sua ragazza. Prendi Rachel e torna a casa... ci vedremo alla fine di questa giornata." Y/N spiegò al più alto.

In un battibaleno la fata era scomparsa, dissolta di fronte agli occhi visibilmente affranti di Namjoon.

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Y/N si sentiva rinata da quando aveva riottenuto la sua amata cavigliera.
Aveva tolto i ricordi di sé a tutti i poliziotti che avevano avuto modo di vederla, e dopo era andata a fare una visita anche a Jimin e alla sua compagna.
Anche con loro fu abbastanza semplice, un gioco da ragazzi; entrambi si sarebbero risvegliati senza ricordare della sua esistenza.

Ma adesso arrivava la parte più difficile.
Y/N era sul tetto del palazzo adiacente a quello dove Namjoon abitava assieme a sua figlia Rachel.
Dal punto in cui si trovava, la fata vedeva perfettamente l'umano, che nel frattempo stava accompagnando la sua bambina a letto.
Quello era per lei, il momento di agire.

Volò velocemente alla finestra della cucina, che Namjoon aveva lasciato aperta.
Quella sera Rachel aveva manifestato la sua voglia di patatine fritte, e il papà aveva voluto accontentarla dato che non gliele faceva da tanto tempo.
Evitava sempre di farle mangiare quel tipo di cose, ma per una volta Namjoon poteva chiudere un occhio.
Per questo il castano aveva lasciato la finestra aperta nonostante la stagione fredda, la cucina era pregna della puzza dell'olio di cottura.

Namjoon diede la buonanotte alla bambina e stava per uscire dalla stanza, ma non appena aprì la porta il suo sguardo incredulo incontrò quello dolce di Y/N.

"Oh... pensavo ti fossi dimenticata." Namjoon sussurrò, in realtà sperava che la fata avesse dimenticato di cancellare quei preziosi ricordi.

Y/N sorrise, conscia dei sentimenti che Namjoon provava per lei.
Notò le guance del più alto diventare leggermente più scure, il suo stato apparentemente sempre calmo e controllato adesso le parve agitato.

"Saluto per l'ultima volta Rachel, okay?"

Namjoon annuì e si fece da parte, lasciò la fata da sola con la bambina, consapevole che il saluto in realtà fosse tutt'altro.

"Signorina fatina!" Rachel esclamò allegramente, guardò Y/N con occhi luminosi, la fata sorrise intenerita, sembrava che la piccola si fosse molto affezionata a lei.

"Sono venuta a salutarti Rachel." Y/N si sedette sul bordo del letto, accarezzò morbidamente la guancia paffuta della minore.

"Tornerai a trovarmi?"

"Oh, sicuro... non appena perderai un altro dentino."

'A proposito...' Y/N sfilò dal suo vestitino una moneta cosparsa di polvere di fata, la porse alla piccola che sorrise largamente.

"L'altra moneta è normalissima, te l'ha messa tuo papà perché pensava che io non esistessi."

"Lo sapevo! La fatina dei denti non può regalare una moneta così normale!" Rachel esclamò, ricordò di quanto fosse rimasta delusa quando vide che quella moneta non avesse nulla di speciale.

Ma la bambina quella moneta se l'era tenuta più che volentieri, l'aveva messa nel piccolo borsellino che le aveva regalato lo zio Jin.

"Rachel, dai sempre ascolto al tuo papà... anche se qualche volta può sembrare severo, lui vuole solo il meglio per te. Lo sai vero?" Y/N sussurrò, Rachel annuì.

"E la notte dovresti cercare di dormire, non di tramortire creature magiche con un libro!" La fata la rimproverò scherzosamente.

"Era un dizionario!"

"Qualsiasi cosa fosse, non farlo più. Capito?"

"Capito!"

"Bene..." Y/N sospirò.

Non aveva avuto difficoltà a cancellare la memoria agli altri umani, non ci aveva pensato due volte, lo aveva fatto e basta.
Con Rachel invece si sentiva particolarmente sensibile, e non osava immaginare il momento in cui avrebbe dovuto rimuovere i ricordi al suo papà.

"Un giorno ci rivedremo, piccola." La fata mormorò a bassa voce, la punta del dito medio e quella dell'indice erano premute senza fare troppa pressione sulla tempia della bambina.

Rachel chiuse gli occhi, si addormentò con il dolce, caldo e magico tocco di una creatura femminile.
Non era abituata, essendo sempre circondata dal suo papà e dai suoi tanti amici... ma Rachel si fidava di Y/N, le sembrava di conoscerla da sempre.
Anche se la prossima volta che avrebbe riaperto gli occhi, non si sarebbe più ricordata di quella fata dai capelli verdi acqua, e dal vestito bianco candido.

Y/N si rialzò, e senza fare il minimo rumore avanzò verso la porta.
Uscì, rivolgendo un ultimo sorriso alla bambina; sorriso che sparì subito non appena lei si voltò.
Namjoon la stava aspettando, lo sguardo del castano era freddo, distaccato.

"Tocca a me." Il maschio parlò, il tono era rassegnato.

"Namjoon..."

"Fallo e basta."

Y/N sgranò gli occhi.
Il tono dell'uomo uscì duro e severo dalle sue labbra, la fata rimase perplessa.
Namjoon era arrabbiato.

"Sei arrabbiato con me?"

"Fai delle domande stupide, per essere una creatura tanto intelligente."

"Namjoon... devo farlo. Passerò dei guai nel mio mondo, se qualcuno dovesse venire a sapere cosa ho combinato qui, sulla Terra."

"Perché non ti fidi di me? Ti assicuro che non parlerei di te ad anima viva!"

"Ti credo ma-"

"No. Non mi credi invece... hai paura. Hai paura che io possa tradire la tua fiducia."

"Non è così."

"È così invece."

"Namjoon, tu non puoi provare qualcosa per me okay?"

Il cuore di Namjoon sobbalzò non appena udì quelle parole.
Mentre il cuore di Y/N batteva così forte da provocarle dolore nel petto.

"Non... non provo niente per te..." Namjoon ribatté incerto, tutta la sicurezza di cui era provvisto era scomparsa di colpo.

Y/N fece due passi avanti, la sua figura si accostò maggiormente a quella del più alto.
Un piccolo sorriso apparve sulle labbra rosee della fanciulla.

"Ci tenevo a ringraziarti... sei stato tanto buono e gentile con me, nessun'altro umano si sarebbe comportato come invece hai fatto tu."

"Dovere." Namjoon replicò alzando le spalle, cercò di fingere che non gliene importasse nulla della fata.

"No, non dovevi. Ma lo hai fatto. Mi hai aiutata, mi sei stato vicino e mi hai difesa quando più ne avevo bisogno." Y/N sorrise.

La fata si alzò sulle punte dei piedi, le mani presero a coppa il viso di Namjoon.
Gli occhi di lui erano incatenati in quelli di lei; non appena le mani di Y/N si mossero per salire più in su e raggiungere le tempie del maschio, anche lui si mosse.
Si mosse, ma in avanti.

Le labbra di Namjoon combaciarono perfettamente con quelle di Y/N.
La fata spalancò incredula gli occhi, questo di certo non se lo aspettava.
Ma non si allontanò.
Non mise distanza tra la sua bocca e quella del castano, rimase ferma in quella posizione e chiuse gli occhi.

Namjoon mosse le labbra per farle incastrare alla perfezione con la bocca della fata, mentre quest'ultima con la magia stava rimuovendo i ricordi di sé stessa dalla mente del più alto.

Una lacrima fece capolino dall'angolo dell'occhio di Y/N; quella lacrima non ebbe il tempo di segnare il suo percorso lungo la guancia della fata però, poiché quest'ultima era già sparita.

Namjoon aprì gli occhi; non capiva cosa stesse facendo fermo in quel punto, in mezzo al salotto.
Inarcò un sopracciglio, guardò che ore fossero e notò che era molto tardi, solitamente sarebbe andato a dormire già da un pezzo.

Prima di andare in bagno per lavarsi i denti però, Namjoon si tastò con delicatezza le labbra: erano umide.

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Era passato qualche giorno da quando Y/N era andata via.

Quella sera si erano riuniti tutti a casa di Namjoon, che assieme alla sua bambina erano tornati alla solita vita di sempre.
La piccola andava a scuola, e a turno uno degli amici di Namjoon andava a prenderla e la riportava a casa; dopo un paio d'ore rientrava anche il papà, stremato dopo una faticosa giornata di lavoro.

"Miwha come sta?" Namjoon chiese a Jimin, tutti loro erano venuti a conoscenza della rapina in banca dove lavorava la fidanzata dell'amico.

"Sta bene! È ancora un po' spaventata, ma quando ha saputo che la polizia ha arrestato tutto il gruppo si è tranquillizzata."

"Ma a lei non hanno preso nulla giusto? Ho sentito che quei ladri avevano fatto piazza pulita con le cose che avevano indosso gli ostaggi." Hoseok domandò curioso.

"Per fortuna quel giorno Miwha non aveva niente di prezioso addosso, solo il cellulare, che poi ha riavuto indietro subito dato il tempestivo arrivo della polizia."

"Per fortuna è finita bene." Namjoon sospirò.

I ragazzi ripresero a mangiare, quando Taehyung si ricordò di una cosa per lui importante.

"Oh! Rachel, poi è venuta a trovarti la fatina dei denti?" Taehyung domandò alla bambina, glielo voleva chiedere non appena varcata la soglia della porta di casa.

"Sì! Ma non l'ho vista zio Tae!" Rachel piagnucolò.

"Ma ti ha lasciato la monetina vero?" Chiese Jin, la piccola annuì felicemente.

"Me la fai vedere?" Taehyung chiese alla bambina con un sorrisone enorme dipinto sul volto, e Rachel scese dalla sedia e corse verso la sua cameretta.

"Ovviamente ho fatto come mi avete detto voi, ho messo la moneta sotto il cuscino quando lei non guardava." Namjoon sussurrò agli altri, che annuirono.

Annuirono però tutti tranne Taehyung, il volto del più giovane assunse un'espressione stranamente cupa.
Taehyung si alzò e raggiunse la bambina nella sua stanza; quando entrò vide Rachel aprire i cassetti del piccolo comodino che si trovava accanto al letto.

"Oh, eccolo!" Esclamò la piccola, tirò fuori un sacchettino viola e lo aprì.

Una moneta bianca, cosparsa di misteriosi brillantini che donavano più lucentezza al grazioso tondino di metallo, era posata sul piccolo palmo della manina di Rachel.
Taehyung prese tra le dita quella monetina che di normale non aveva nulla, la osservò a lungo, fissò con un sorriso sulle labbra il piccolo dente inciso, quasi invisibile all'occhio umano a causa della tanta polverina luccicante.
Quel sorriso, divenne un furbo ghigno, consapevole.

"È bellissima Rachel... non farla vedere a nessuno, custodiscila gelosamente, è un piccolo e raro tesoro. Proprio come te!" Taehyung sorrise dolcemente alla bambina, che annuì all'istante.

"Sì! Grazie zio Taetae!"

La bambina rimise la moneta scintillante dentro il sacchettino, e lo ripose con cura nel primo cassetto.

Nel frattempo, i ricordi si fecero vividi nella mente del più grande.
Lui aveva già visto quella moneta.
Perché lui ne possedeva una identica, che teneva con cura dentro il taschino del portafogli.

***

Il piccolo Taehyung quella sera andò a letto innervosito.
Aveva discusso con il papà, poiché l'uomo, non appena aveva visto che il bambino aveva perso un dente, insisteva col gettarlo nella spazzatura, sostenendo che era inutile metterlo sotto un cuscino.
Il padre di Taehyung era certo che non sarebbe arrivata nessuna fata dei denti.

Ma la mamma di Taehyung si era intromessa, spiegando al marito che invece la fata dei denti esisteva eccome.
E grazie alla mamma, Taehyung la ebbe vinta e poté posizionare il dente lavato sotto il suo cuscino celeste.

"Devo restare sveglio. Devo vederla." Si ordinò il bambino, speranzoso di ricevere la speciale visita quella notte.

Ma dopo solo mezz'ora, il piccolo si addormentò profondamente.
Taehyung era stanco, era un bambino vivace e durante la giornata giocava sempre insieme ai suoi amichetti, non si fermava mai.
E ogni sera quindi, non appena toccava letto il bambino crollava dal sonno.

Verso l'una, Taehyung si strofinò gli occhi.
Mezzo assonnato, voleva alzarsi per andare in bagno, ma un rumore sospetto attirò la sua attenzione.
Il piccolo assottigliò gli occhi ancora dormienti, ma non appena intravide la creatura che sveltamente saltò fuori dalla sua finestra li spalancò, completamente rapito e ammaliato.

"Non è possibile..." Taehyung borbottò, si alzò col busto e vide quella finestra chiudersi da sola. Come per magia.

Il bambino tastò immediatamente sotto il cuscino, le dita agitate del piccolo incontrarono immediatamente la monetina magica.
Taehyung accese la luce; del dente non c'era più traccia, al suo posto invece era presente una moneta bianca, dotata di una lucentezza perlescente.

Il maschietto sorrise contento, fissò a lungo il dente inciso nel metallo luminoso.
Si ripromise a sé stesso che non avrebbe mai dimenticato quell'attimo così breve, ma intenso e raro.

Era riuscito a catturare solo due dettagli fisici di quella creatura magica: un paio di ali a farfalla celesti e bianche, e dei lunghi capelli della stessa tonalità delle acque più limpide.















~ Angolo Autrice ~

Dopo un mese è arrivata anche la seconda parte!
Scusatemi se ci ho messo tanto, chi segue le altre mie storie sa che in questo periodo mi sto concentrando molto su Fake boyfriend, la mia storia su Taehyung.
Ma nel tempo libero ho cercato anche di dedicarmi alla seconda parte di The Tooth Fairy, ed eccola qui! ^^

Volevo che questa Two shot non avesse una storia d'amore come tutte le altre ff, volevo arrivare alla fine scrivendo che una storia può essere carina anche senza la presenza di un amore tra i due protagonisti.
Ahimé, il lato più romantico di me ha vinto ahaha
L'interesse tra Namjoon e Y/N è nato involontariamente, ma alla fine il bacio ce l'ho voluto mettere lo stesso, non ho potuto fare altrimenti.

Prima che qualcuno dica qualcosa: sì, Y/N poteva sparire nel nulla invece di saltare giù dalla finestra, così Taehyung non l'avrebbe vista.
Semplicemente, a Y/N piace saltare dalle finestre. :)
P.S. Y/N sapeva che Taehyung l'aveva vista, ma lui non l'aveva vista in faccia, e questa era la cosa fondamentale.

Si conclude anche questa breve storia su Namjoon, spero che vi sia piaciuta!
Fatemelo sapere con un voto e/o un commento!

Personalmente sono molto orgogliosa di questa Two shot, non solo perché è su Namjoon, uno dei membri dei BTS scelto davvero di rado per essere il protagonista di una ff, ma anche per la trama, ne sono tanto fiera. *^*

Per chi legge Fake boyfriend, ci vediamo in questa storia, altrimenti chi segue solo questa raccolta, ci rivediamo alla prossima OS o TS! ✨

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