
𝐕𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞
@kimareum: " Che sia chiaro, gli occhiali non sono miei. Il mio viso ed il mio corpo non sono le uniche cose ad essere perfette. Anche i miei sensi lo sono "
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— Non hai detto soltanto quello, fece notare Jimin.
— Non vi si può proprio dire nulla a voi due. Ho anche detto che volevo che dassi il meglio un'altra volta.
— Bravi ragazzi, dissi fiera di loro, vedo che siete delle spie efficaci.
— Avevo fatto una proposta a Jimin. Ma visto che non era tanto convinto, ho chiesto a Juna.
— E cosa ti ho risposto?
— Che non lo avresti fatto, a meno che non ricevesse qualcosa in cambio.
— E che cos'è che ti avevamo chiesto?
— Juna una torta e Jimin dei tappi di bottiglia di champagne da aggiungere alla sua collezione...
— Cose che non ci ha mai dato alla fine.
— STOP! Mi state dicendo che era tutto una menzogna?
— Areum, disse Jimin, ci aveva assicurato che non sarebbe andata a finire male.
— Ci aveva detto che voleva solamente il tuo bene, aggiunse Juna.
— E VI SEMBRA CHE IO STIA BENE?
Più furiosa che mai, iniziai a menarli con lo zaino.
— Potrei finire le mie spiegazioni?
— Jungkook, dissi dando tregua ai miei due amici, hai forse dimenticato che quella a dettare le regole qui sono io?
— No...
— Bene, continua.
— No, la farò io. Altrimenti non dirà tutta la verità.
— Jimin, pensavo fossimo amici.
— Lo siamo, ed è proprio per questo dirò tutta la verità. Voglio evitare un ennesimo malinteso fra di voi. Ti conosco, e so che non sai ammettere quel che provi.
— Sbrigatevi a spiegarmi tutto prima che vi prenda a bastonate.
— In pratica Jungkook si è accorto di aver sviluppato nuovi sentimenti per te durante la gita. Nel vedere quanto puoi essere intelligente e geniale, si è detto che sottovalutandoti un'altra volta, avresti dato il meglio di te per provare a tutti di cosa sei realmente capace.
— E pensavi di riuscire ad incoragiarmi sparlando di me?
— Beh...sì. Con tutto quello che ti ho fatto passare, mi sono detto che avrei meritato qualunque cosa i avresti fatto. Non immaginavo che ti saresti limitata a schiacciare la mia fetta di torta nel mio pranzo per poi sfogarti su Eunmi. Già so cosa mi stai per dire, ho giocato con i tuoi nervi e non avrei dovuto, mi dispiace. Dopo quel che è successo in mensa, mi aspettavo di vederti tornare ancor più bella del solito, pronta a dimostrare a tutti cosa vali.
— Alla fine questo lo hai fatto per te, volevi soltanto vedere il lato di me che preferisci. Fisicamente preferisci me, ma mentalmente è Eunmi che ti piace di più.
— Detto in questo modo, sembro egoista. Ma in teoria quello che hai detto è giusto, anche se l'ho sinceramente fatto anche per te.
— Ma fammi il piacere. Ormai non ci casco più Jungkook.
— Sono sincero. Non piace quando le persone ti sottovalutano.
— Sto per morire dalle risate, è letteralmente quello che hai SEMPRE fatto!*
— Questo è quel che credi tu.
— Ok, è possibile che lo abbia fatto qualche volta, ma c'era un motivo.
— Solamente qualche volta? E per quale motivo? Sentiamo.
— Più ti sottovalutavo, meno credevo in te. Meno credevo in te, e più la mia attrazione per te spariva.
— Cavolo, ma ti senti quando parli? Dici di odiare quando le persone mi sottovalutano, ma in fondo lo fai anche tu. Prima lo neghi, e poi dici di farlo.
— Quello che intendo, è che odiavo sottovalutarti. Perché sei il mio ideale, quindi scoprirti dei difetti mi faceva male in fondo.
— Jimin, non mi avevi promesso una torta anche tu?
— Eh? Di che parli? Io non ti ho promesso nulla.
— Ma non ti ricordi?
— No. Ma se proprio ne vuoi una, ti do i soldi per andare a comprarla.
— Jimin... bisbigliò la ragazza con insistenza cercando di fargli capire che era meglio lasciarci soli.
— Ok, andiamo.
— Areum, capisco che tu sia arrabbiata e che non riesca più a fidarti. Ma posso garantirti che con tutto quel che è successo in questi ultimi giorni, mi sono reso conto di molte cose: ho capito come sei fatta, ho scoperto delle qualità in te che non sapevo avessi e mi sono reso conto di molti errori che ho commesso con te. Tutta questa storia mi ha permesso di fare chiarezza. E comunque sappi che sei te quella che ho sempre paragonato ad Eunmi. La trovo carina, ma non è e non sarà mai stupenda quanto te. Con me è anche molto gentile, ma non quanto lo sia te.
— Non ho ancora capito l'utilità nell'essere così sgradevole con me.
— La scorsa settimana-
— Sei giorni fa.
— Sì, quindi una settimana fa-
— Quindi era sei giorni fa. Non ne sono passati sette.
— OK, sei giorni fa mi sono comportato malissimo, e lo riconosco. Non mi sarei dovuto servire dei tuoi amici per farti ancora più male, avrei dovuto trovare un altro metodo molto più docile per far uscire il meglio di te.
— Ok, terrò in conto tutto quel che mi hai detto. E se dovessi mai perdonarti, ti manderò un fax.
— Ma non si usano più.
— Appunto.
— Seriamente. Cosa devo fare per farmi perdonare?
— Te l'ho appena detto. Prova ad aspettare che i fax ritornino magicamente in tendenza. Adesso mi lasci in pace?
— Non finché non mi perdonerai.
— Le tue parole sembrano sincere.
— Lo sono.
— Allora ti darò l'opportunità di provarmelo.
— Grazie Areum.
— Questa è l'ultima volta.
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