✥ 27.
─── ❖ ── ✦ ── ❖ ───
HANEUL'S POV
Spalancai gli occhi.
Continuai a fissare pietrificata quel messaggio, le mie palpebre non si mossero neanche per sbaglio.
Stava arrivando.
Jimin stava venendo qui, da me.
Dovevo cercare di non agitarmi, di calmarmi e soprattutto dovevo correre a cambiarmi, non potevi farmi trovare con questo pigiamone anti-sesso addosso.
Per il trucco poco mi importava, tanto mi aveva già vista senza.
Mentre mi infilavo i jeans pensai ad un modo per poterlo vedere; erano le nove di sera, domani mattina avevo scuola quindi i miei sicuramente non mi avrebbero mai fatto uscire.
E adesso cosa mi sarei inventata?
Dopo aver indossato un maglione nero e dei normali jeans blu, misi gli stivali e presi il cappotto.
Mi bloccai non appena il mio cellulare vibrò di nuovo.
Jimin mi aveva mandato un altro messaggio.
Ci era arrivato, meglio tardi che mai.
Mi mordicchiai nervosamente il labbro inferiore appena lessi la sua risposta, tentai di non far caso al crescente aumento del mio battito cardiaco.
Non persi tempo però dato che aveva scritto che mi stava già aspettando, quindi indossai il cappotto e con la massima cautela aprii la porta della mia stanza.
I miei non erano persone che andavano a dormire tanto presto, ma fortunatamente dopo cena andavano subito in camera loro per poter guardare la televisione comodamente sdraiati nel loro letto.
Quindi se mi fossi assentata per mezz'oretta non se ne sarebbero dovuti accorgere, almeno lo speravo.
Scesi le scale cercando di fare il minimo rumore e uscii dal portone, ci impiegai una vita per chiuderlo, solo perché avevo paura che i miei potessero udire qualcosa.
Appena chiusa la porta respirai a pieni polmoni; venni immediatamente colpita da un gelido vento, faceva molto freddo stasera.
Anche per aprire e chiudere il cancello feci particolare attenzione, e una volta uscita per davvero dalla mia proprietà, controllai per bene le macchine parcheggiate sulla strada.
Riconobbi subito la famosa lamborghini blu.
Certo, come avrei potuto non riconoscerla?
Con quella macchina era impossibile passare inosservati.
Raggiunsi di corsa l'auto e aprii la portiera posta al lato del passeggero, mi sedetti.
Mi voltai verso Jimin; il biondino stava scrutando da cima a fondo la mia figura, e quando si accorse che lo stavo guardando mi rivolse un sorrisetto divertito, lasciandomi confusa.
"Che c'è?" Chiesi, non capendo cosa ci fosse così tanto da sorridere.
"Sei in missione?"
"Come?"
"Sei venuta di corsa, o sei in missione o non vedevi l'ora di vedermi." Disse facendomi l'occhiolino, sorrisi.
"Tecnicamente sì, sono in missione... i miei non sanno che sono uscita." Risposi.
"Accidenti che ragazzaccia... sei sgattaiolata fuori e ti sei seduta in una macchina parcheggiata proprio di fronte a casa tua. Questa è una vera fuga!" Jimin mi prese in giro.
"Eddai! Non fare l'antipatico!" Esclamai.
Gonfiai le guance e finsi di essermi offesa ma durò poco, perché Jimin si mise a ridere e io risi assieme a lui, contagiata dalla sua risatina allegra.
Poi mi ricordai di una cosa... come avevo fatto a dimenticare quel che era accaduto ieri?
Divenni seria, la mia espressione si incupì di colpo e Jimin lo notò all'istante.
"Che c'è? Come mai ora sei tutta seria?" Domandò, smise di ridere anche lui e mi guardò con la testa leggermente inclinata di lato.
"Noi avevamo litigato ieri..." Sussurrai, incrociando le mie braccia al petto.
Con tutto quel che era successo, me ne ero totalmente scordata.
Ero così contenta che Jimin avesse lasciato mia sorella, che mi ero dimenticata del fatto che potesse esserci la possibilità che quei due ieri avessero fatto sesso.
Prima che lui venisse a casa mia per farmi lezione.
Jimin cominciò a ridere, di nuovo.
"Ehi, sono seria!" Esclamai, continuando a tenere il broncio.
A quel punto Jimin smise nuovamente di ridere, si soffermò ad osservare la mia espressione.
"Aw..."
Si avvicinò, posò una mano sulla mia guancia.
I suoi occhi erano diventati due perfette mezzelune, gli angoli delle sue rosee labbra erano sollevati, formando così un ghigno compiaciuto.
Sentii il calore del suo dorso sulla mia gota, cercai di essere impassibile, di non lasciarmi influenzare dalle sue carezze, ma inutile dire che mi stavo internamente sciogliendo.
Un'ondata di farfalle stavano svolazzando dentro il mio stomaco.
"Il tuo visetto imbronciato è fottutamente adorabile." Sussurrò.
Sentii il mio viso avvampare, quelle parole mi fecero arrossire.
Speravo che Jimin non lo notasse, ma una delle sue mani era sopra la mia guancia in fiamme, quindi forse lo aveva già percepito.
"Anche quando arrossisci sei fottutamente adorabile." Jimin continuò a sussurrare, la voce abbandonò la sua bocca sotto un tono particolarmente sensuale.
Il suo viso si era pericolosamente accostato al mio, i nostri nasi si sfiorarono e i nostri caldi respiri si mescolarono tra loro.
Lo sguardo di Jimin era pregno di lussuria, una scintilla di malizia saettava in quelle iridi penetranti, sentii le nocche della sua mano muoversi ancora sulla mia guancia, donandomi così docili e delicate carezze.
Quel semplice tocco, anche se leggero mi stava mandando letteralmente in estasi.
Non potevo più negare l'evidenza, lo volevo.
Volevo di più.
Volevo che le sue mani toccassero altro, oltre le mie guance o i miei capelli.
Volevo che le sue mani esplorassero ogni centimetro del mio corpo, ogni mia curva, ogni mia linea.
E volevo che quelle mani ad un certo punto venissero sostituite dalla sua lingua lunga.
Il maledetto continuò ad osservare ogni particolare del mio viso, ogni dettaglio senza mai prendere l'iniziativa.
Era una tortura, mi stava per caso mettendo alla prova?
Cazzo, dovevo indossare un cartello con la parola BACIAMI scritta a caratteri cubitali?
Mi avvicinai anch'io e come i nostri nasi, ora anche le nostre labbra si stavano sfiorando.
Il cuore stava martellando così tanto, che da un momento all'altro sarebbe potuto uscire dal petto e scappare via.
Improvvisamente, la sensazione di freddo che avevo provato appena uscita da casa, non la sentii più.
Ora stavo sentendo un forte senso di calore invadere ogni punto del mio corpo.
"Fallo." Soffiai.
Non lo stavo nemmeno guardando negli occhi, il mio sguardo era fisso su quelle sensuali, voluminose, carnose e morbide labbra.
Cavolo se le volevo.
Le volevo su di me.
Come le sue mani, e la sua lingua... se quel calore stava invadendo il mio corpo, adesso si stava concentrando su una sola e unica zona.
Con la coda dell'occhio, vidi Jimin sogghignare.
"Come fallo? Già non sei più arrabbiata con me?" Sussurrò.
"Sei un bastardo."
"Ti piace questo bastardo però." Ribatté prontamente lui, e cavolo se aveva ragione.
Accidenti, lo stava facendo apposta.
Sapevo che Jimin si stava divertendo un sacco in questo momento, lo potevo vedere dal sorrisino insolente che adesso stava dipingendo il suo viso.
"Cosa aspetti?" Chiesi con un filo di voce, alzai lo sguardo staccandolo dalle sue labbra per posarlo sui suoi occhi.
Ma lo riabbassai subito verso quei due petali del desiderio, poiché vidi la punta della lingua di Jimin sporgersi e leccare con peccaminosa lentezza quei due morbidi cuscinetti carnosi.
Seguii rapita il movimento del suo caldo e esperto muscolo, imprecando dentro di me perché il labbro inferiore che stava leccando non era il mio, bensì il suo; Jimin ad un certo punto ritirò dentro la sua bocca la lingua, ma continuò a provocarmi mordendosi con i denti il suo allettante e pieno labbro inferiore.
E quella, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Non ce la feci più.
Persi il controllo.
Posai entrambe le mani sulle guance di Jimin, azzerando così la poca distanza che c'era tra i nostri visi, e mi avventai su quelle labbra che tanto desideravo.
Il biondino non rimase stupito dalla mia azione, anzi probabilmente se l'aspettava e attendeva che io facessi questa prima mossa; ricambiò subito, ci baciammo rudemente e con foga, come se fossimo in fin di vita e quella fosse l'ultima cosa che entrambi potessimo fare.
Mentre le mie mani erano posate a coppa sul viso di Jimin, lui ne aveva una sul lato del mio collo e una sulla mia nuca, che teneva ben ferma per fare in modo che io non mi allontanassi da lui.
Non aveva niente di cui temere, mai e poi mai mi sarei allontanata da lui, lo avevo voluto così tanto che sarei stata un'idiota a rifiutarlo ora che potevo averlo tutto per me.
Le nostre lingue si accarezzarono, si intrecciarono, giocarono, si unirono in un bacio carico di desiderio e lussuria.
Le nostre labbra si muovevano avide e affamate, sentii come se quei baci mi stessero consumando dall'interno, ma la sensazione era così intensa, piacevole e goduriosa che anche se cominciò a mancarmi l'aria, continuai a baciarlo con impeto: non volevo staccarmi per nessuna ragione da lui.
Ora finalmente potevo vivermi appieno Park Jimin.
JIMIN'S POV
Nessuno di noi ne voleva sapere di mettere fine a quel bacio così erotico e passionale.
Tenevo la mia mano posata sulla sua nuca, non volevo allontanarla da me nemmeno di un misero millimetro.
Ogni tanto la muovevo lievemente così da poter scegliere l'angolazione migliore per continuare a soffocarla con i miei baci; sinceramente, avrei voluto far scorrere la mia lingua su ogni parte del suo corpo, non solo nella sua bocca.
L'altra mano che era posizionata sul lato del collo, la spostai e tastai le sue seducenti curve; il mio palmo assaggiò la sua stretta vita, il suo fianco morbido, dopodiché finì sulla sua coscia che all'inizio accarezzai dolcemente, ma poi la strinsi in modo rude.
Ad Haneul scappò un piccolo gemito che però venne soppresso a causa dei continui baci che ci stavamo scambiando.
Volevo di più... stavo scoppiando.
Avvicinai la mano verso l'interno coscia, e io mi piegai ancor di più sul suo corpo ma Haneul si staccò, mettendo fine a quel bacio impetuoso.
Probabilmente stava rimanendo senza respiro e in effetti anch'io, anche se non volevo allontanarmi dalle sue labbra, erano una droga.
Haneul mise una lieve distanza tra noi, mi affrettai a rimettere le mie mani al loro posto.
Guardai la sensuale immagine posta davanti a me; Haneul stava ansimando, aveva il fiato corto, le labbra gonfie per i tanti baci e morsi che le stavo dando fino a qualche secondo fa, gli occhi lucidi e appannati dalla lussuria.
Sorrisi fortemente compiaciuto, per me questa visione era puro oro colato.
"Dio cosa ti farei... sei troppo sexy..." Gemetti.
Ed era vero.
Vederla col respiro affannoso, il petto che si alzava e abbassava velocemente, le guance arrossate dall'eccitazione del momento.
Cazzo, la volevo. Ora.
Quasi mi avventai su di lei, ma Haneul mi fermò appena in tempo.
"Jimin... non ho molto tempo e dobbiamo ancora parlare." Ansimò.
Mannaggia, aveva ragione.
Okay, calmati Jimin e rimettilo nei pantaloni.
Arriverà anche quel momento.
"Sì... hai ragione." Risposi rimettendomi a sedere per bene, tentando di nascondere il rigonfiamento che stava soffocando contro i miei jeans.
"Com'è andata con Kippeum?" Chiese con un po' di difficoltà a causa del respiro ancora irregolare.
"Mi ha detto che farà in modo che io non possa vederti nemmeno tramite foto."
Non volevo più avere segreti con lei, era giusto essere sinceri e dirle cosa mi avesse realmente detto sua sorella.
L'espressione di Haneul cambiò, adesso era visibilmente preoccupata.
"Ma... stai scherzando?"
"I tuoi sanno nulla?" Chiesi.
"Non mi hanno detto niente... quindi non credo che abbiano parlato con mia sorella."
Sospirai sollevato, questa era una cosa positiva... per ora.
Kippeum si sarebbe sicuramente mossa prima o poi, e mi agitava abbastanza non sapere quando lo avrebbe fatto.
"Domani tanto devo venire per le ripetizioni. Se tua madre mi chiederà come va con Kippeum, sarò sincero e le dirò che è finita." Spiegai, Haneul annuì.
"I miei tanto ti adorano, non penso che se la prenderanno con te se tu dirai loro che avete rotto."
"Cambieranno idea, appena scopriranno che ho lasciato Kippeum per te." Dissi, guardando Haneul negli occhi.
Haneul abbassò lo sguardo, triste.
Sapeva che quello che avevo appena detto era vero.
"Per questo oggi ho detto a Kippeum che in realtà non volevo impegnarmi con te." Sussurrai.
Appena udì le mie parole Haneul rialzò subito lo sguardo, mi osservò con occhi spalancati.
"In che senso non vuoi impegnarti con me?"
Sul suo viso si formò di nuovo quel broncio terribilmente adorabile, sporse in fuori il labbro inferiore assumendo l'espressione di una bambina che fa i capricci quando vuole ottenere qualcosa.
Maledizione, era troppo carina.
"Haneul, hai capito male. Voglio impegnarmi con te, ma tua sorella non deve saperlo... altrimenti andrà subito a dirlo ai tuoi." Mi affrettai a spiegare, non volevo che pensasse che quello che avevo detto a Kippeum fosse vero.
"Quindi... stiamo insieme ma non lo diciamo a nessuno?"
"Beh, oltre i nostri amici... direi di tenercelo per noi. Almeno fin quando i tuoi non si calmeranno riguardo la rottura tra me e Kippeum."
"Dovremo stare attenti." Sussurrò.
Annuii.
Il broncio di Haneul sparì, uno dei suoi bellissimi sorrisi nacque su quelle soffici labbra.
"Quindi... stiamo insieme?" Chiese sorridendo.
"Non vuoi? Me ne vado allora." Ribattei scherzando.
"Non te ne andare!" Disse subito afferrandomi il braccio, scoppiai a ridere.
Avvicinai il mio volto al suo e posai delicatamente le mie labbra sulle sue, dandole così un semplice bacio a stampo.
"Sì, stiamo insieme." Dissi guardandola negli occhi, Haneul rise.
"Cosa ho detto di tanto divertente?" Chiesi, divertito dalla sua risata contagiosa.
"Credevo che Park Jimin non si volesse impegnare." Rispose, accarezzando il dorso della mia mano, che aveva preso nuovamente posto sulla sua coscia.
"Con tua sorella ero impegnato."
"Sì, guarda com'è andata a finire." Sbuffò.
"Poi ho incontrato te. E lì sono iniziati i guai." Risposi, riprendendo ad accarezzare dolcemente la sua gamba.
"In un prossimo futuro potrebbe spuntare una nuova ragazza.
Una così bella da riuscire ad attirare toltalmente la tua attenzione, e la storia potrebbe ripetersi."
Sorrisi.
"Impossibile." Affermai con decisione.
"Impossibile?" Ripeté lei con un sopracciglio alzato.
"Impossibile, perché ai miei occhi non esiste una ragazza più bella di te.
Ho messo fine alla mia storia con Kippeum perché eri tu.
Ci fosse stata un'altra ragazza quella sera in discoteca, a quest'ora starei ancora con tua sorella. Anzi no, che dico?
Ti avrei conosciuta comunque, quindi prima o poi avrei lasciato tua sorella per te.
Alla fine eravamo destinati ad incontrarci Haneul."
HANEUL'S POV
Appena udii quelle parole, il mio cuore riniziò a battere all'impazzata.
Ero felicissima in quel momento.
Eravamo destinati... aveva proprio ragione.
Sorrisi, abbassai lo sguardo sulla mano di Jimin che era ancora posata sulla mia coscia, e la strinsi tra le mie dita.
"Con il tuo ex?" Mi chiese Jimin.
Velocemente rialzai lo sguardo, sospirai stancamente.
"È stato... difficile." Ammisi.
"Anche con tua sorella non è stato facile. Mi è toccato urlare in mezzo al corridoio di fronte a tutti per farla fermare. Non aveva intenzione di parlare con me."
"Forse perché sapeva già di cosa volevi parlare." Sussurrai.
"Già. Ma non poteva evitarmi per sempre."
Annuii.
Ricordai che i miei genitori avevano invitato Jimin a passare le vacanze di Natale in montagna con noi.
Dovevo dedurre che ormai non ne avremmo fatto più nulla.
"Quindi... immagino niente montagna." Mormorai con un filo di voce.
"No no che dici? Ovviamente ci sarò, Kippeum sarà felicissima della mia presenza!" Jimin scherzò, facendomi ridere.
"Ma dai, non prendermi in giro!"
In risposta si mise a ridere di gusto anche lui.
Adoravo la sua risata, sembrava quella di un bambino.
"Niente montagna Haneul. Domani lo dirò ai tuoi."
"Yoongi ha fatto scenate?" Jimin chiese subito dopo, ripetendo la domanda precedente.
Pensai che fosse meglio tralasciare il fatto che io e Yoongi fossimo usciti da Seoul, e soprattutto l'episodio della macchina.
Non volevo far preoccupare anche lui, già Yeri si era molto preoccupata e nemmeno sapeva cosa fosse realmente accaduto.
"No. Lo sapeva già anche lui."
"Meglio così... tua sorella invece ha pianto e urlato come un'isterica."
"Davvero?"
Un forte senso di colpa mi pervase.
Kippeum era innamorata di Jimin, e io ero qui nella sua macchina a baciarmelo senza vergogna.
Era giusto?
Era giusto stare con l'ex di mia sorella?
Abbassai lo sguardo avvilita, quei sensi di colpa cambiarono totalmente l'atmosfera.
"Non ci pensare neanche."
La voce di Jimin mi spinse a rialzare la testa, rivolsi gli occhi sul suo viso.
"Come?"
"Stiamo insieme. Tu sei mia ora. Non metterti in testa strane idee... okay che ti senti in colpa, ma se ci siamo innamorati non è colpa nostra.
Non lo abbiamo deciso, d'altronde... al cuor non si comanda."
Ma come aveva fatto a capire a cosa stavo pensando?
Poi ad un certo punto realizzai cos'aveva appena detto...
"Ci siamo innamorati..." Ripetei quelle tre parole, sentivo il cuore ribollire, toccato dall'importanza e dal significato di quella breve frase.
Notai che Jimin guardò altrove, i suoi occhi vagarono fuori dal finestrino, le sue guance paffute si scurirono.
Oddio, si era imbarazzato... che carino!
"Ma che cari-"
"No. Non dire mai ad un ragazzo che è carino." Pronunciò lui imbronciato.
"Leggi nel pensiero?" Domandai con un sopracciglio inarcato, okay che era bravo in tutto, ma pure questo sapeva fare?
"Certo. Non c'è niente che Park Jimin non sappia fare." Rispose con fare altezzoso.
E dopo questa frase, si poteva dire che l'atmosfera romantica ma anche piccante che si era creata tra noi era totalmente svanita.
Detti un'occhiata al cellulare per controllare velocemente l'orario.
22: 35... dovevo andare.
Mi voltai e aprii la portiera.
"Devo andare." Dissi.
"Non me lo dai un bacio?"
Non avrebbe dovuto chiederlo due volte; mi girai e mi sporsi, con un sorriso gli diedi un bacio sulle labbra.
"E comunque..."
Portai il dito sul suo naso e picchiettai la punta, il mio sorriso si allargò.
"Sei molto carino!"
"Stronza." Sussurrò lui.
"Ci vediamo domani." Ridacchiai.
"A domani, buonanotte piccola." Jimin mi fece l'occhiolino.
Mi sciolsi come neve al sole quando sentii pronunciare quel piccola, il mio viso rovente venne colpito dal vento freddo di quella sera, rabbrividii a causa di quel forte contrasto.
Salutai Jimin agitando la mano, lui mi sorrise e mise in moto la sua lamborghini.
Rientrai in casa col cuore in gola, speravo che i miei non si fossero accorti di nulla; ma dato che non avevo ancora ricevuto chiamate da parte di due voci isteriche e paranoiche, pensai che fosse andata bene.
E infatti dopo un rapido controllo capii che stavano già dormendo, meglio così.
Tornai in camera e indossai di nuovo il mio caldo e confortevole pigiama.
Non molto tempo dopo sentii vibrare il telefono e come una bambina terribilmente eccitata lo afferrai in fretta e furia, sbloccai lo schermo.
Dottor stronzo... okay, dovevo ricordarmi di cambiare il nome.
Adesso era il mio ragazzo, di certo non potevo tenerlo registrato nella mia rubrica ancora così.
Sorrisi largamente, non credevo che Park Jimin fosse quel tipo di persona che dà i nomignoli alla ragazza... sapeva essere anche dolce, che sorpresa.
Avevo già avuto un assaggio della dolcezza di Jimin ma ora che stavamo insieme, probabilmente dovevo abituarmi a questi attacchi di tenerezza.
Ma mi sarei abituata ben volentieri.
Arrivò subito la risposta.
Ridacchiai.
Anche se ci eravamo appena dati la buonanotte, continuò un divertente botta e risposta fin quando non cominciammo a parlare dei nostri interessi, a conoscerci meglio, a raccontarci vari e particolari episodi del nostro passato, o a ricordare i momenti in cui non ci sopportavamo.
E fu così, che passai l'intera nottata a chattare con quello che ormai potevo definire il mio ragazzo.
|
|
Il mattino dopo raccontai tutto quel che era successo alle mie amiche; entrambe appena appresero la notizia, cacciarono un urlo che attirò l'attenzione dell'intero istituto.
Ma perché dovevo avere delle amiche così matte?
Yeri e Nayeon erano felicissime per me e Jimin, entrambe mi dissero che sapevano già che prima o poi ci saremmo messi insieme, addirittura Nayeon aveva esclamato dicendo che ci avevamo messo troppo tempo per notare che l'interesse era reciproco.
A quanto pare se lo aspettavano tutti, Jimin quella mattina mi raccontò per telefono che anche i suoi amici si congratularono con lui, commentando scherzosamente che stava per crescere loro la barba, che matti.
Ecco perché quei due stavano così tanto bene con le mie amiche.
Ero davvero felice, ma non potevo non pensare al fatto che avevo nuovamente di fronte a me un'altra relazione segreta.
Ma mi rendevo conto che con mia sorella in agguato, e con i miei genitori sempre presenti, io e Jimin non avremmo potuto vivere la nostra storia alla luce del sole... almeno per il momento.
Sbuffai, avrei dovuto parlare con Kippeum prima o poi, non poteva comportarsi così.
Ero consapevole però che mia sorella fosse molto legata a Jimin; era stata appena lasciata da lui, quindi decisi che avrei dovuto far passare un po' di tempo prima di cercare di avere un confronto con lei.
Misi le mani tra i capelli, che confusione.
La scorsa notte Jimin per messaggio mi aveva raccontato cosa fosse successo per filo e per segno con Kippeum, quella volta in cui lui fece tardi.
Mi aveva detto che lei si era spogliata di fronte a lui e aveva tentato di sedurlo, ma Jimin dopo qualche bacio si era fermato e l'aveva respinta.
Mi aveva scritto che se non riuscivo a crederci, potevo chiedere a Jungkook e Taehyung perché avevano assistito alla scena di mia sorella che se ne andava via da casa loro in lacrime.
Non avevo bisogno di parlare con i suoi amici... gli credevo.
Mentre aspettavo Jimin per le ripetizioni, decisi di sistemarmi un po'.
Va bene che mi aveva già vista senza trucco, ma ora che stavamo insieme volevo farmi un minimo più carina per lui.
Mi truccai il giusto, non usai tantissimi cosmetici, utilizzai un po' di fondotinta, la cipria e tanto mascara; mi sciolsi il cipollotto che ero solita farmi quando stavo dentro casa, lasciando così i capelli sciolti.
Volevo mettermi un vestito, poi pensai che mia madre non era stupida e si sarebbe chiesta come mai sua figlia si fosse indossata un vestitino per fare solo due ore di matematica.
Quindi misi un maglioncino celeste e mi lasciai il paio di leggins neri che mettevo sempre non appena mi toglievo la divisa scolastica.
Attesi l'arrivo di Jimin con impazienza, ero particolarmente emozionata... non vedevo l'ora che arrivasse.
La mia mente non faceva altro che ripercorrere i momenti vissuti la sera prima; quelle labbra fameliche, quella lingua vibrante e quei baci così focosi da mozzarmi il fiato.
Forse non avrei dovuto, ma mi ritrovai a sospirare scocciata perché oggi era il giorno di festa di mia madre, altrimenti avrei tanto voluto che invece della matematica, la lezione di questo pomeriggio consistesse in ben altro.
Sentii suonare al citofono, era arrivato.
Velocemente corsi giù per le scale con un enorme sorriso sul volto; esso scomparve in un attimo poiché mia madre mi aveva preceduta e aveva già aperto la porta.
"Ciao Jimin!" Mia madre esclamò appena lo vide.
Il mio cuore accelerò la sua corsa quando i miei occhi si posarono sulla figura perfetta del mio ragazzo.
Sì, il mio ragazzo.
Mi sentii davvero orgogliosa nel pensarlo, e avrei tanto voluto urlarlo ad alta voce, ma mi dovetti trattenere.
I capelli biondi e fluenti di Jimin sembravano luccicare sotto i raggi del sole; la frangia ricadeva morbida sopra quegli occhi dolci, ma al contempo maliziosi.
Le sue labbra sensuali e ipnotiche si erano distese creando un meraviglioso sorriso, un sorriso che avrebbe fatto innamorare chiunque.
"Salve signora... ciao Haneul!"
Solo ora mi accorsi che mi ero fermata nel bel mezzo delle scale, imbambolata nel fissare quell'angelo biondo.
Mi affrettai a raggiungerli.
"Ciao Jimin!" Esclamai sorridendogli, sicuramente i miei occhi in questo momento avevano la forma di due grossi cuori palpitanti.
Jimin mi fece l'occhiolino, rimasi immobile nell'osservare quegli occhietti vispi, ridotti in due fessure a causa del sorriso che mi stava rivolgendo.
Poi mi ricordai che c'era anche mia madre lì presente, e cercai di riacquisire lucidità.
Non potevo continuare a guardare Jimin con espressione innamorata, mia madre avrebbe potuto capire subito che fosse cambiato qualcosa tra noi.
E infatti, appena io e Jimin udimmo le parole che pronunciò mia madre, cambiammo di colpo espressione.
I nostri sorrisi sparirono, e l'atmosfera che poco fa era tanto tranquilla e confortevole adesso era gelida e ansiosa.
"Questa mattina ho parlato con Kippeum."
Sgranai gli occhi, solo in questo momento notai quanto fosse seriosa mia madre.
Aveva parlato con Kippeum.
Guardai Jimin, anche lui era divenuto terribilmente serio, forse stava provando lo stesso timore che stavo avendo io.
E cioè, mia sorella molto probabilmente aveva vuotato il sacco e mia madre poteva essere a conoscenza di tutto quel che era accaduto tra noi tre.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro