✥ 19.
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HANEUL'S POV
Trascorsero tre giorni da quando parlai con Yoongi, e in quest'ultime settantadue ore non avevo fatto altro che pensarci e ripensarci.
Avrei dovuto perdonarlo?
Avrei dovuto riprovare a stare con lui?
Non lo sapevo... non sapevo cosa fare, ero davvero confusa.
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"Ci riproviamo?"
Sapevo che me lo avrebbe chiesto, me lo sentivo... una parte di me era certa che Yoongi arrivasse a questo.
Lo scrutai attentamente; studiai ogni più piccolo dettaglio del suo viso perfetto, soffermandomi a guardare il minuscolo neo che aveva sulla guancia, quasi invisibile a occhio nudo.
Inizialmente non lo avevo notato, avevo realizzato la sua esistenza solo quando ci mettemmo insieme e avevo costantemente il suo viso appiccicato al mio.
Mi persi nell'osservare i suoi meravigliosi e fin troppo espressivi occhi... sembrava sincero.
Sembrava, appunto.
"Non lo so..." Sussurrai.
Strinsi le labbra e incrociai le braccia al petto; spostai lo sguardo di lato, una coppia stava passeggiando mano nella mano insieme al loro cucciolo.
Ma il pesante sospiro di Yoongi attirò di nuovo la mia attenzione, e mi voltai immediatamente verso di lui.
"Yoongi, sono confusa.
E non per la presenza di altre persone, ma tu mi hai tradita.
Mi hai fatto molto male, non ti rendi conto di quanto io abbia sofferto in questi mesi..."
Inavvertitamente sentii le lacrime agli occhi, il cuore si era stretto in una dolorosa e sofferente morsa.
Rimembrare certi ricordi fece ritornare a galla la parte più fragile e debole di me, quella parte che avevo tentato di nascondere nel punto più basso del mio cuore.
"Mi dispiace..."
"Non so se riuscirò a perdonarti."
"Dimmelo guardandomi negli occhi."
Rialzai lo sguardo posandolo nei suoi occhi scuri e profondi come la notte.
Potei notare del sincero pentimento e rammarico da parte sua, ma questo comunque non avrebbe eliminato la totale confusione che provavo.
"I-io..."
"Perché sei venuta a letto con me allora?"
Scossi la testa poiché non volevo parlare di questo, nonostante sapessi di non avere scampo, ed era giusto affrontare questo discorso.
Il problema era che ero una codarda, se avessi avuto l'occasione sarei scappata a gambe levate.
Mi morsi nervosamente il labbro inferiore, indecisa sulla risposta da dargli.
"Perché... era ciò che volevo in quel momento." Ammisi.
Diversamente da quel che pensavo, Yoongi sorrise; onestamente credevo che si sarebbe offeso, che se la sarebbe presa conoscendo il suo animo così scontroso.
"Mi farai impazzire." Disse poi lui, guardando altrove.
"Ho bisogno di tempo per pensare." Replicai con più decisione, questa volta.
"Okay, lo capisco..."
Altro silenzio si aggiunse tra noi dopo quella breve conversazione.
Yoongi mi scrutò insistentemente, mentre io cercavo di porre la mia attenzione in qualsiasi cosa intorno a me.
I giochi che caratterizzavano quel parco, le anziane signore che spettegolavano comodamente sedute sulle panchine, i bambini che giocavano e correvano e gli uccellini che cinguettavano allegramente.
D'un tratto la voce roca ma pacata del ragazzo mi spinse a posare ancora una volta la mia concentrazione su di lui.
"Non hai il cellulare. Come ci risentiamo?"
"So dove venire a trovarti Yoongi."
Continuò ad osservarmi con estrema cura e meticolosità.
Ad un certo punto però annuì e per la seconda volta quel giorno si chinò, facendo scombussolare tutto il mio essere.
Yoongi lasciò un dolce bacio sulla mia fronte; appena le sue labbra si staccarono quel punto divenne rovente, come le mie gote.
"Non farmi aspettare troppo però." Sussurrò al mio orecchio e si voltò subito per andare via, non girandosi indietro neanche una volta.
-
Adesso ero distesa sul mio letto con tutti questi pensieri che vagavano per la mia mente.
Senza il cellulare poi, risultava tutto più difficile perché non avevo un mezzo con cui potermi distrarre, quindi non facevo altro che rimuginare sulla complicata situazione in cui ero coinvolta.
Realizzai però che anche se non potevo sentirmi con Yoongi, forse dopotutto questa poteva risultare una cosa positiva; avrei potuto riflettere con più calma, senza farmi prendere dalla fretta.
Ma da una parte c'era anche Jimin: non lo avevo più sentito da quella domenica.
Dopo quel che era successo in ascensore, c'eravamo scambiati giusto due parole prima che lui mi riportasse a casa.
Sinceramente desideravo parlare con lui, e intendevo avere una vera conversazione: seria, matura e civile.
Mi ritrovai a chiedermi se mi avesse contattata in questi giorni, se mi avesse chiamata o mandato dei messaggi.
Da una parte speravo di no, non avrei potuto rispondergli e lui avrebbe potuto pensare che stessi cercando di evitarlo, come aveva pensato anche Yoongi infatti.
Dall'altra parte invece, speravo di sì.
Speravo che mi avesse cercata perché se lo aveva fatto significava che un minimo di interesse nei miei confronti, da parte sua c'era.
Come se non bastasse oggi usciva la pagella di questo trimestre e speravo col tutto il cuore che i miei non avessero già controllato i voti sul sito online della scuola.
In realtà non andavo male, ma c'era la matematica.
Maledetta matematica.
Ma chi riusciva a capirla?
E poi... a cosa serviva?
A cosa serve in futuro saper calcolare delle disequazioni o ricordarsi delle inutili formule?
A niente, non serviva assolutamente a niente.
"HANEUL SCENDI È PRONTA LA CENA!" Mia mamma era sempre molto fine e delicata.
Cenammo circondati dal totale silenzio, ormai da quando ci fu quel famoso pranzo non parlavo così tanto con i miei.
Il loro atteggiamento mi aveva fatto imbestialire, di più quello di mio padre però... ma avevo odiato anche il fatto che mia madre fosse stata zitta, dandogli così ragione in tutto.
Anche se Yoongi mi aveva fatto soffrire, mi aveva fatto stare male, non meritava di essere trattato in quel modo.
Di professione era un commesso, e allora?
Abitava da solo, non dipendeva sulle spalle dei propri genitori; personalmente pensavo fosse un lato di lui da apprezzare e ammirare.
I miei però la pensavano differentemente.
Apprezzavano di più Jimin, solo perché studiava per diventare dottore e aveva i soldi.
Se avessero saputo com'era il biondino in realtà, non lo avrebbero apprezzato così tanto.
"Haneul?"
Alzai controvoglia lo sguardo, distogliendolo dal pollo e fagiolini e guardai mia madre con espressione annoiata.
"Abbiamo visto le medie dei tuoi voti sul sito della scuola."
Ecco, non me ne andava bene una.
"Okay..."
"Sei peggiorata in matematica o sbaglio?
L'anno scorso non andavi così male."
"Sì lo so... mi dispiace, ma proprio non riesco a capirla. Alcuni esercizi mi mettono in difficoltà." Ammisi, sentendo un sospiro da parte di mia madre.
"Gli altri voti vanno bene... ma non possiamo non fare nulla, hai gli esami quest'anno." Aggiunse mio padre.
Annuii, anche perché in fondo avevano ragione.
Ma avevo lacune solo in quella materia alla fine, non c'era bisogno di farla tanta tragica.
Mio padre si schiarì la gola.
"Abbiamo deciso quindi che prenderai delle ripetizioni."
Questa sì che era una bella rottura.
Roteai gli occhi al cielo, non gradii per nulla quell'informazione ma dentro di me sapevo che sarebbe andata a finire così.
"Dai papà... recupererò!" Sbuffai.
"Come pensi di recuperare dato che hai appena detto che neanche la capisci? Forse non ti trovi bene con il metodo di insegnamento del tuo professore... chissà, magari spiegati da qualcun'altro, gli esercizi che per te sono tanto difficili diventeranno facili."
Okay, non aveva tutti i torti.
Ma avrei dovuto studiare il doppio, e dedicare il mio tempo libero alla materia che odiavo di più... che nervi.
Non mi andava proprio, però non volevo neanche perdere l'anno.
"Prenderai ripetizioni Haneul, ormai è deciso. Nelle altre materie vai bene, se tu andassi bene anche in matematica, avresti una media molto alta e potresti venire accettata dalle migliori università."
Ecco che tornava il discorso dell'università.
Purtroppo non avevo nemmeno le idee chiare, diversamente dalle mie amiche ancora non sapevo che strada intraprendere dopo.
Quando ero piccola, alla famosa domanda: 'cosa vuoi fare da grande?' Io rispondevo con: 'aiutare Inuyasha a cercare i frammenti della sfera dei quattro spiriti.'
Difatti mi guardavano tutti male, ma non era colpa mia se non avevo mai avuto un vero e proprio sogno nel cassetto.
"Haneul? Sai già quale facoltà scegliere?" Chiese mia madre ma io negai subito.
"Mi raccomando, comincia a pensarci... non c'è più così tanto tempo."
Loro davano già per scontato che avrei frequentato l'università... ma se non avessi voluto?
Se avessi voluto cominciare a lavorare subito?
Finii in fretta il mio pasto per potermi alzare da tavola e mettere fine a quella scomoda conversazione.
"Abbiamo pensato di chiedere a Jimin."
Per poco non mi andò il boccone di traverso.
Cominciai a tossire, presi il bicchiere e mandai giù un grosso sorso d'acqua.
"COSA?" Chiesi con un tono di voce fin troppo acuto, il cuore era salito fino alla gola, mozzandomi così il respiro.
"Tua sorella come te non era bravissima in matematica, se la cavava ma non aveva un voto molto alto. Invece ricordo che Jimin ci disse che lui era eccelleva in questa materia, quindi avevamo pensato di chiedere a lui."
Rimasi immobile, interamente pietrificata dalla notizia.
Gli occhi spalancati, il battito cardiaco troppo veloce, sembrava avesse perso il controllo.
Volevano chiedere a Jimin... sul serio?
"Ma... papà, Jimin è impegnato con i suoi di studi e poi avete chiesto a Kippeum?
E se a lei non andasse bene?"
"Perché a Kippeum non dovrebbe andare bene?
E poi la situazione è critica, fai schifo in matematica."
"Grazie mille eh."
"È la verità. Noi lo chiederemo a Jimin, se è troppo impegnato allora troveremo un'altra soluzione."
Non risposi... finii di mangiare in fretta quel poco che era rimasto, lavai il mio piatto e salii di corsa in camera mia.
Ripetizioni di matematica da Jimin.
Avrebbe accettato?
Dovevo ammetterlo... non ero così tanto dispiaciuta perché volevo parlare con lui, queste ripetizioni capitavano a fagiolo; mi avrebbero dato la possibilità di avere un chiarimento con il biondo.
Internamente, dentro di me speravo che Jimin rispondesse di sì.
JIMIN'S POV
"Che hai? Ti vedo strano." Borbottò Taehyung.
"Ieri sera il padre di Haneul e Kippeum mi ha chiamato.
Mi ha detto che Haneul ha bisogno di aiuto in matematica e mi ha chiesto se potevo darle delle ripetizioni." Spiegai sospirando.
"Hai accettato?"
"Gli ho detto che ci avrei pensato."
"Davvero? Cos'hai da pensarci tanto? Accetta e basta!"
"Non lo so... le cose si sono fatte strane tra me e Haneul.
Non la sento da quel giorno, quando siamo andati a prenderla a casa dell'ex.
Più volte ho aperto la sua chat per mandarle un messaggio ma alla fine mi sono sempre tirato indietro; sono rimasto ad osservare la chat senza fare niente, come un completo idiota."
"Secondo me dovresti accettare.
Così puoi parlarci e avere un confronto diretto con lei."
"E Kippeum?"
"Ancora ti preoccupi di Kippeum? Tanto la lascerai, non vi salutate nemmeno più."
"Beh... al momento la nostra storia è in pausa, glielo avevo detto che non ci saremmo parlati per un po'."
"Jimin, un conto è parlare, ma tu la eviti proprio... neanche un ciao le dici."
"Sono confuso okay?
È che mi sento in colpa, tutta questa storia con Haneul mi sta facendo pensare."
"Ti sta mancando Kippeum in questi giorni?"
"Sinceramente? No.
In questi giorni non ho fatto altro che pensare a sua sorella." Ammisi, ormai stanco di tenermi tutto dentro.
Ci fermammo di fronte all'ingresso dell'università e scorsi proprio Kippeum insieme a Mina, stavano entrando anche loro.
"Lasciala." Sentii sussurrare da Taehyung.
"Sai, se continui così è peggio... sia per te che per lei." Aggiunse subito dopo.
Il mio amico in effetti aveva ragione.
Ma... e se Haneul avesse deciso di rimettersi con il suo ex?
Erano passati cinque giorni, oggi era venerdì; e se in questi giorni avessero parlato e si fossero chiariti?
Okay, avrei dovuto parlare con lei al più presto... dovevamo far luce su tutta questa stramba situazione che si era formata tra di noi.
HANEUL'S POV
"Jimin ha accettato. Verrà qua tre volte alla settimana, comincerete da oggi pomeriggio e saranno lezioni di due ore."
Così iniziò il mio sabato.
Con questa notizia che mi lasciò alquanto perplessa.
Jimin aveva accettato di darmi ripetizioni; in realtà ne ero contenta, ma cosa ne pensava Kippeum?
Lo sapeva?
Quando lo chiesi a mio padre mi disse che aveva parlato solo con lui, e che probabilmente sarebbe stato lo stesso Jimin a riferirlo a lei.
Mi scappò una risata, Jimin che diceva a Kippeum che mi avrebbe dato ripetizioni?
No... non ci credevo.
Kippeum era davvero gelosa di Jimin, non glielo avrebbe permesso tanto facilmente.
A meno che lui non le avesse detto nulla, in quel caso allora si spiegava tutto.
Avevo intenzione di parlare subito con Jimin; prima mi sarei tolta di dosso questo peso massiccio quanto un macigno, e meglio era per me.
Prima di tutto, ero davvero curiosa di sapere come mai aveva inventato quella scusa per venirmi a prendere a casa di Yoongi, dato che mio padre non glielo aveva mai chiesto.
Dovevamo parlare anche di quei baci dati in quel maledetto ascensore... non volendo, ripensai alle espressioni sui visi di quei due poveri vecchietti.
Che vergogna... sentii le mie guance avvampare di nuovo al ricordo di quel piccante e passionale momento.
Jimin che mi baciava e mi toccava ovunque e io che ansimavo spudoratamente... era stata una situazione davvero imbarazzante.
Volevo anche vederci chiaro sulla sfuriata che mi fece prima di quei baci; capivo che fosse arrabbiato con me per essere andata a letto con Yoongi, ma fino a questo punto?
Insomma, se volevo perdonare il mio ex erano affari miei no?
Cosa c'entrava lui, dato che poi stava con mia sorella?
Okay, avevamo un po' di cose di cui parlare.
E non mi sarei tirata indietro questa volta; non mi sarei fatta mettere i piedi in testa, e Jimin non sarebbe riuscito ad intimidirmi col suo atteggiamento da pavone sconsiderato.
Ancora non avevo il cellulare, quindi dovevo approfittare di queste ripetizioni per avere delle risposte.
Tra un'ora sarebbe arrivato, mi specchiai un attimo; non avevo un filo di trucco, avevo un maglione bianco di lana gigantesco che mi faceva da vestito e indossavo dei leggins grigi.
Mi sarei dovuta preparare...?
Mi ritornò alla mente quello che mi disse domenica, prima che degenerasse il tutto.
"Sei carina senza trucco. Sembri più piccola."
"Sii sempre al naturale; preferisco la tua versione acqua e sapone."
Involontariamente arrossii; poteva essere antipatico e fare lo sbruffone, ma a volte sapeva essere davvero dolce... avrei mentito se avessi detto che ricevere quei complimenti non mi avesse fatto piacere.
Decisi quindi di non truccarmi e di restare così.
JIMIN'S POV
Alla fine avevo accettato.
Dovevo parlare con lei, dovevamo chiarire alcuni punti.
E poi sinceramente... volevo rivederla.
Erano le quattro in punto, feci un respiro profondo e suonai il campanello.
La porta si aprì rivelando la madre di Haneul che mi accolse immediatamente con un enorme sorriso stampato sul viso.
"Jimin! Prego accomodati."
"Come sta signora Choi?" Sfoggiai un luminoso sorriso e entrai.
"Oh bene grazie. Tu come stai?"
"Benissimo, la ringrazio."
"Il padre di Haneul e Kippeum è a lavoro oggi, ma mi ha detto di salutarti."
"Capisco, lo saluti da parte mia."
"Ti ringraziamo tanto per quello che stai facendo, davvero.
Sei molto disponibile! Preparati perché Haneul ti farà dannare."
Mi stava già facendo dannare ora...
Anzi, quella ragazzina mi faceva dannare anche senza fare nulla.
Ovviamente questo non potevo dirlo proprio a sua madre, lo tenni per me e allargai maggiormente il mio sorriso.
"Ma si figuri, la aiuto più che volentieri!"
"Ovviamente ti pagheremo, siamo a conoscenza dei tuoi impegni universitari."
"Ma non si preoccupi, posso farlo anche gratis... sul serio."
Non volevo i soldi, volevo lei.
Cioè... volevo parlare con lei.
"Che carino che sei!
Con Kippeum come va?
Noi non l'abbiamo sentita ultimamente, glielo hai detto tu delle ripetizioni?"
Ecco, e ora cosa le avrei risposto?
Non potevo mica dirle che nemmeno io l'avevo sentita ultimamente.
E di certo non potevo dirle che le cose non stavano andando bene.
A malincuore avrei dovuto mentire.
"Con Kippeum è tutto a posto.
Non si è espressa molto riguardo le ripetizioni, ma in fondo sa che sono per una buona causa." Risposi, sperando che questa piccola bugia non mi mettesse nei guai, ormai le bugie erano all'ordine del giorno.
"Ah okay, bene. Sono contenta che sia tutto a posto!
Puoi salire, la camera di Haneul è la prima che trovi a sinistra."
Annuii e mi diressi subito verso le scale, desideroso di fuggire dalle tante domande della signora ma soprattutto di parlare con Haneul.
Arrivato di fronte alla porta, cercai di non far caso al battito accelerato del mio cuore.
Era incredibile, ancora non l'avevo vista eppure il mio stato d'animo era comunque parecchio influenzato da lei, dalla sua presenza.
Da tutta la situazione, da quel che era nato tra noi... qualsiasi cosa fosse.
Un altro grosso e profondo sospiro, e bussai.
"Avanti."
Entrai, richiudendo la porta alle mie spalle; detti una rapida occhiata alla stanza.
Era piena di peluche, chi lo avrebbe mai detto?
Haneul non mi sembrava tipa da queste cose.
Dopodiché rivolsi lo sguardo verso di lei, si trovava comodamente seduta sul suo letto.
Oggi indossava un maglione troppo grande per una ragazza piccolina come lei, e notai che non era minimamente truccata... era bellissima.
"Ehi." Disse timidamente.
"Ehi... come va?" Domandai, avanzando lentamente verso di lei.
"Come dovrebbe andare?"
La sua risposta mi fece sorridere.
Già, come dovrebbe andare?
Onestamente non lo sapevo nemmeno io.
Giunto vicino a lei mi sedetti al suo fianco.
"Oh, ma sei una tenerona!" Afferrai il peluche di un minion gigante e lo posizionai di fronte al mio viso; cambiai il mio tono di voce trasformandolo in uno molto infantile, appositamente per prenderla in giro.
"Mi piacciono i peluche, che male c'è?"
La scrutai un attimo da sopra la testa del peluche, e sogghignai quando notai le sue guanciotte più rosee del solito... era arrossita.
Cavolo, era davvero carina.
"Niente di male, solo che non mi aspettavo questa quantità spropositata di peluche." Ribattei, rimettendo il minion al suo posto e alzandomi dal letto per esplorare un po' la sua cameretta.
"Allora... un uccellino mi ha detto che fai schifo in matematica." Ridacchiai, gli occhi erano posati sulle foto che Haneul teneva attaccate al muro, esse ritraevano lei assieme alle sue amiche.
"Se sei venuto per prendermi in giro, quella è la porta!"
Cercai di non ridere, adoravo stuzzicarla... le sue reazioni erano troppo divertenti.
"Oh... acida. Rilassati, sono qui per aiutarti."
Tirai indietro la sedia girevole situata sotto la scrivania, la voltai verso di lei e mi sedetti.
"Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato." Borbottai.
I lineamenti del suo viso formarono un'espressione interrogativa; compresi che non stava capendo a cosa era dovuta la mia frase e mi affrettai a spiegare.
"Ma come, non ti ricordi?
Al nostro primo appuntamento, ti avevo detto che ti avrei dato ripetizioni di matematica. " Scherzai, ricordandole il pomeriggio che avevamo trascorso insieme al bowling.
"Wow. Park Jimin sei anche veggente!" Sbuffò lei con tono sarcastico.
"Visto? Una delle mie tantissime qualità."
"Attento che se continui a tirartela in questo modo si strappa."
"Ah, carina questa!"
"Lo so grazie."
"Allora... che esercizi sono?" Tentai di tornare serio e mi girai, aspettandomi di trovare il libro di testo sulla scrivania ma... non c'era.
"Ehi, dov'è il libro di matematica?"
Mi rigirai nuovamente verso di lei; Haneul stava continuando a scrutare il mio volto con attenzione.
Notai all'istante che il suo sguardo, dapprima scherzoso e ironico adesso si era mutato, era diventato totalmente serio.
Mh, non avevo un buon presentimento.
"Haneul?"
"Noi... dovremmo parlare prima."
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