✥ 02.
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HANEUL'S POV
Park Jimin.
Il fidanzato di mia sorella era Park Jimin.
Lo stesso Park Jimin con cui stavo per fare sesso la scorsa notte in discoteca.
Ma... era uno scherzo vero?
Che traditore bastardo!
Inutile dire che la reazione che ebbe non appena mi vide fu esilarante, praticamente gli caddero gli occhi dalle orbite.
Mentre Kippeum salutava i nostri genitori, io continuavo a rimanere seduta, intenta a fissare con sguardo glaciale l'odioso ragazzo che si trovava di fronte a me.
E il mio sguardo era ricambiato, dato che Jimin stava facendo la medesima cosa.
"Mamma, papà, lui è Park Jimin!" Esclamò Kippeum presentando il suo ragazzo con entusiasmo.
"Piacere di conoscervi, signori Choi." Disse Jimin, inchinandosi per poi stringere la mano ai miei.
"Oooh! Ma che bel ragazzo! È un piacere anche per noi fare la tua conoscenza." Rispose mia madre.
Incredibile, aveva già gli occhi a forma di cuoricino.
Emisi un pesante sbuffo, era davvero ridicola questa situazione.
Se avessero saputo com'era realmente, non lo avrebbero trattato come se fosse un principe.
"Sorellina! Che fai, non mi saluti?"
Kippeum fece il giro del tavolo per venirmi incontro.
"Sì, scusami... ero sovrappensiero." Mi giustificai e mi alzai per abbracciarla.
"Che carino questo vestito! Com'è che ogni volta che ti vedo sei sempre più bella?" Mia sorella si complimentò, afferrando le mie mani e scrutando il mio vestito nero.
"Esagerata... anche tu sei sempre più bella." Ribattei sorridendo.
"Jimin, lei è la mia sorellina Haneul, di cui ti ho tanto parlato. Haneul, lui è Jimin."
Ci fu un veloce scambio di sguardi tra noi; la tensione era palpabile.
La mia attenzione cadde sul completo elegante che aveva indossato apposta per questa serata; aveva una camicia bianca, giacca nera, pantaloni neri... e notai che non aveva le lenti azzurre questa volta, mantenendo il colore naturale dei suoi occhi.
Che era nero.
Nero come la pece; i suoi occhi erano così neri che sembrava ti potessero penetrare all'istante.
Cavolo... era bellissimo.
La sua voce mi riportò con i piedi per terra.
"Piacere di conoscerti. Tua sorella mi ha parlato molto di te."
Il biondo mi tese la mano e abbozzò un sorriso.
Si capiva perfettamente che stesse cercando di fingere il più possibile... o almeno, lo capivo io.
Mi guardava come se sperasse con tutto il cuore che non rivelassi nulla di quel che era accaduto tra noi.
Evidentemente aveva paura che rovinassi l'immagine da perfetto principe che si era creato.
Beh, faceva bene a temermi.
Esitai un po', ma decisi di comportarmi bene e educatamente gli strinsi la mano.
Per ora.
"Piacere mio."
"Bene! Ora che abbiamo fatto le presentazioni, possiamo sederci!" Esclamò mio padre.
Ci sedemmo e di fronte a me avevo proprio la coppietta; sentii che mi stava venendo il voltastomaco.
"Jimin questo ristorante fa solo piatti di pesce, spero che ti piacciano!" Disse mia madre.
"Oh sì, sono già stato numerose volte in questo ristorante con la mia famiglia, adoro il pesce." Rispose lui, e mostrò ai miei genitori uno dei suoi sorrisi mozzafiato.
Dio... se non fosse uno stronzo che tradisce mia sorella mi piacerebbe pure.
Chissà quante corna le aveva già fatto?
Probabilmente ora Kippeum non riusciva neanche a passare sotto la porta di casa.
Ma soprattutto... dove lo aveva trovato mia sorella?
Aveva sempre avuto un pessimo gusto in fatto di ragazzi; immaginavo che anche questo fosse brutto.
E invece no, era dotato di una bellezza disumana.
Ma anche di una stronzaggine disumana.
"E poi il pesce fa bene, è salutare." Continuò mia madre.
"Ad Haneul però non piace il pesce!" Commentò Kippeum ridendo.
"Haneul per questa sera farà uno sforzo." Disse mio padre.
Quest'ultimo accarezzò il dorso della mia mano che si trovava vicina a lui, e io sorrisi flebilmente.
Percepii lo sguardo insistente di Jimin trafiggere la mia figura; mi voltai verso di lui e lo beccai intento ad osservarmi attentamente, mentre si teneva impegnato nel sorseggiare un bicchiere d'acqua.
"Allora ragazzi... da quanto state insieme?" Domandò mia madre, curiosa di scoprire tutto su di loro.
"Due mesi mamma."
"E vi siete conosciuti all'università giusto?"
"Sì signora." Rispose Jimin.
Kippeum gli sorrise e lo guardò con occhi innamorati; afferrò la sua mano che era appoggiata sul tavolo e fece intrecciare le dita tra loro.
Jimin ricambiò il sorriso, mentre io invece avrei tanto voluto vomitare anche l'anima.
"Cosa studi Jimin?" Chiese mio padre.
"Medicina e chirurgia signore."
"Wow! Vuoi diventare medico?"
"Sì, mi ha sempre affascinato fin da piccolo. Vorrei seguire le orme dei miei genitori; mio padre è stato un famoso chirurgo plastico e mia madre un chirurgo ortopedico."
Ecco spiegato come mai era messo così bene economicamente... proveniva da una famiglia di dottori.
Ora che ci pensavo, mi sembrava che avesse accennato qualcosa di simile anche ieri notte.
"É incredibile che un ragazzo giovane come te sappia già cosa voglia fare della propria vita! Kippeum, mi piace questo ragazzo, tienitelo stretto!" Esclamò mio padre.
Alzai gli occhi al cielo, e nel frattempo il voltastomaco si stava facendo sentire sempre di più.
"Ed è molto educato e gentile!" Continuò ad elogiarlo mia madre.
Perfetto, entrambi i miei erano già caduti ai piedi dell'imbecille.
E per cosa poi?
Per un paio di sorrisi e perché studiava per diventare medico?
Jimin li aveva già conquistati, e la cena ancora non era iniziata.
Maledizione.
Vidi Jimin sorridere con educazione ai miei, poi però si voltò verso di me.
E fu lì che vidi il diavolo che si nascondeva dentro di lui.
Mi rivolse un ghigno così enormemente soddisfatto, come se mi avesse voluto dire:
"Dì tutto quello che ti pare, tanto sono già caduti ai miei piedi."
E il problema... è che era vero.
Questo ragazzo era il diavolo in persona.
Lo guardai malissimo; ma ad un certo punto, mi irrigidii.
Da sotto il tavolo sentii il piede di Jimin sfiorare la mia caviglia.
In un primo momento pensai che fosse stato un gesto accidentale, ma poi lo ripeté.
Molto, e ripeto molto lentamente.
Lo stava facendo apposta, si stava divertendo a provocarmi e stuzzicarmi con movimenti lenti e ben definiti.
Non potevo crederci... il bastardo mi stava facendo piedino con mia sorella seduta al suo fianco e i miei genitori presenti!
Era davvero senza vergogna.
Le mie guance iniziarono a bruciare, per l'imbarazzo ma anche per la rabbia... non riuscivo a capire come questo ragazzo potesse essere così sconsiderato.
Guardai Jimin e lo trovai concentrato ad osservare le mie reazioni; potevo confermare che in quel momento si stava sicuramente divertendo.
Decisi di far sparire quel sorriso da sbruffone sul suo bel visino e di mettere fine al suo divertimento, dandogli un calcio al piede per allontanarlo da me.
Ma lo vidi sorridere ancor di più.
"Come mai sei così silenziosa questa sera Haneul?" Domandò mia sorella.
"Cosa dovrei dire?"
Sapevo che non era colpa di Kippeum se il suo ragazzo era un idiota, ma quello continuava a stuzzicarmi sotto gli occhi della mia famiglia!
Come facevo a restare calma e a non alterarmi?
"Haneul! Jimin perdonala, ultimamente è molto scontrosa... persino con noi." Disse mia madre, facendomi roteare gli occhi scocciata.
"Oh stia tranquilla signora... in fondo gli adolescenti tra la scuola e l'amore sono sempre così problematici."
Lanciai un'occhiataccia a Jimin, che se avessi potuto gli avrei fatto prendere fuoco.
Ma proprio lui parlava di amore?
Che coraggio.
"Aw sorellina! Sei innamorata??" Chiese tutta entusiasta Kippeum.
"No."
"Se hai qualche problema con un ragazzo, puoi chiedere a me."
Guardai Jimin con gli occhi socchiusi.
Cavolo, aveva davvero una bella faccia tosta.
Ma tanto sapevo che si stava comportando così solo per farsi bello di fronte ai miei.
"Oh, sei così galantuomo Jimin!" Esclamò mia madre con una vocina rivoltante.
Ma basta.
Poi, si accese una lampadina all'interno della mia testa.
Avevo avuto una piccola idea per spaventare un po' l'attraente biondino.
"In realtà... ci sarebbe un ragazzo." Dissi, guardando Jimin e dedicandogli un gigantesco sorrisone.
Il volto di Jimin sbiancò, il che mi fece sorridere ancor di più.
"Davvero??? Chi è? Come si chiama?" Chiesero in coro mia madre e mia sorella, senza riuscire a contenere il loro entusiasmo.
"Beh, ieri sera... in discoteca..."
Un calcio arrivò dritto alla mia caviglia; con la coda dell'occhio guardai Jimin, e notai delle goccioline di sudore formarsi sulla sua fronte.
E io intanto stavo godendo come non mai.
"Uno ci ha provato con me."
Appena pronunciai quelle poche parole, Jimin mi guardò malissimo... mi fulminò con il suo sguardo minaccioso.
Oh sì, mi sarei divertita.
"Cosa? E chi è questo pezzente??" Domandò mio padre alzando il tono di voce.
"Tranquillo papà... l'ho rifiutato. E lui se n'è andato subito per rimorchiare un'altra ragazza." Risposi continuando a guardare Jimin, che intanto mi stava uccidendo con lo sguardo.
"Ecco perché non mi piace che il sabato sera tu vada in discoteca..." Sussurrò mia madre.
"Mamma non ero da sola, c'erano anche Yeri e Nayeon con me."
"Anche tu Jimin sei uscito con i tuoi amici. Chissà, forse il locale era il solito e vi siete addirittura incrociati." Disse Kippeum.
Io guardai Jimin, lui guardò me.
Prima che potessi dire qualcosa, Jimin mi precedette.
"Amore, tua sorella è una bellissima ragazza. Se l'avessi incrociata di sicuro me ne sarei ricordato. Comunque devo farvi i miei complimenti signori Choi, è merito vostro se le vostre figlie sono così belle."
Non ci potevo credere.
Che leccaculo.
I miei genitori ormai pendevano dalle sue labbra; Kippeum si avvicinò al viso di Jimin e gli stampò un bacio sulla guancia.
Io?
Io volevo solo che quella cena finisse al più presto, sfortunatamente non erano ancora nemmeno passati a prendere le ordinazioni.
"Peccato, speravo finalmente che anche mia sorella si fosse trovata un ragazzo."
Alle parole di Kippeum, Jimin mi lanciò uno sguardo perplesso.
Come avevo già detto, per la mia famiglia non ero mai stata fidanzata... per tutti loro ero ancora un'anima pura e innocente.
Ma Jimin sapeva.
Anche se non avevamo fatto chissà cosa, non era stupido... l'aveva capito dal mio atteggiamento e dalle mie reazioni che non ero più vergine.
Ecco, ora aveva una cosa su di me che poteva usare a suo piacimento.
Ero spacciata.
Non risposi, e ringraziai mentalmente il cameriere quando si presentò per prendere le nostre ordinazioni, mettendo fine a quella scomoda conversazione.
Continuavo a sentire lo sguardo di Jimin addosso; sicuramente avrebbe voluto farmi delle domande.
Finito di ordinare, i miei ripresero a parlare, dando così il continuo all'odiosa conversazione.
"In cosa ti vorresti specializzare Jimin?" Chiese mio padre.
"Cardiochirurgia. Mi interessa tantissimo... anche se c'è ancora molto tempo prima di arrivare al tirocinio vero e proprio."
"Già. So che il percorso per diventare medico è davvero lungo."
"Come avete fatto a conoscervi se Kippeum sta studiando per diventare veterinario?" Chiese mia madre.
"Jimin quando può cerca di aumentare il suo bagaglio di conoscenze seguendo anche i corsi per veterinari." Rispose Kippeum.
Ma... addirittura?
Eddai, non poteva essere così perfetto!
Bello, ricco e pure intelligente.
E traditore.
Ricorda Haneul, è un traditore... può avere tutti pregi di questo mondo, ma l'essere un fedifrago lo portava ad avere il difetto maggiore.
"Li seguo volentieri, amo gli animali!"
"Oh! Anche Haneul ama tantissimo gli animali! Soprattutto i gatti, vero tesoro?"
Disse mia madre.
"Sì." Risposi annoiata.
"Haneul, come va a scuola? Quest'anno hai anche gli esami eh?" Chiese mia sorella mentre continuava a stringere la mano di Jimin.
Bleah... vomitevole.
Sei cornuta Kippeum apri gli occhi!
Probabilmente avrei dovuto aprirglieli io.
"Come sempre."
"Sei particolarmente fredda questa sera." Commentò Kippeum con un tono preoccupato.
"Mi comporto come sempre." Sospirai.
"Non farci caso. In quest'ultimi mesi è sempre stata così." Disse mia madre.
Beh, scoprire che il ragazzo con cui stavo da un anno e mezzo e di cui ero follemente innamorata mi aveva tradita, non era stato proprio il massimo.
Ma tanto era inutile dare la colpa al mio ex; era successo cinque mesi fa... dovevo andare avanti.
Ma non ci riuscivo.
"Un problema con un ragazzo?"
Alzai lo sguardo e lo posai su Jimin.
Ma come si permetteva di farmi una domanda così privata?
Cos'era tutta questa confidenza?
Sobbalzai, quando ricominciò a stuzzicarmi la gamba col piede.
Lo trucidai con lo sguardo.
"Non credo siano affari tuoi."
"Ma... Haneul! Oddio Jimin scusala... Haneul, dopo a casa faremo una bella chiacchierata." Mia madre mi avvertì.
Vidi Jimin soffocare una risata mentre continuava ancora a far su e giù col piede.
Gli detti un calcio, ma secondo voi la smetteva?
Ma no, certo che no.
"Ci ho preso." Disse Jimin muovendo solo le labbra.
Fortunatamente sapevo leggere il labiale; ma cosa più importante, meno male lo avevo visto solo io.
Detti di nuovo un calcio al piede di Jimin ma lui sorrise compiaciuto e continuò a punzecchiarmi.
"Se hai bisogno di una mano con i compiti chiedi pure a me sorellina, sai che mi è sempre piaciuto aiutarti!"
Annuii.
"E se hai problemi in matematica chiedi a Jimin, è bravissimo in quella materia!"
"Oh sì, non fare complimenti Haneul." Disse Jimin tutto sorridente.
"Oh, non li farò... tranquillo." Sorrisi io di rimando.
Finalmente, qualcuno lassù aveva deciso di aiutarmi mandando il cameriere con i piatti che avevamo ordinato.
Se avessero cominciato a mangiare, sarebbero stati tutti zitti no?
E infatti fu così; appena arrivarono i piatti, calò il silenzio.
Che bellezza.
Cominciammo a mangiare, e tra una chiacchiera e l'altra, arrivammo al momento del dolce... quando sentii una vibrazione.
Controllai il cellulare senza farmi vedere dai miei.
Rimisi il cellulare in borsa e guardai i miei.
"Scusate, devo andare un attimo alla toilette."
I miei annuirono; Jimin mi lanciò un'occhiata strana ma me ne fregai totalmente, mi alzai e mi diressi subito verso i bagni.
Appena entrata controllai che non ci fosse nessuno e sfilai il cellulare dalla borsetta, digitai il numero di Yeri e chiamai.
"Haneul! Ahahahahah oddio non posso crederci!!"
"Ridi delle mie disgrazie? Che bell'amica che ho!" Sbuffai infastidita.
"Ahahaha scusa... ti metto in vivavoce, c'è anche Nayeon qui con me!"
Yeri non riusciva a smettere di ridere, che bello sapere che la mia migliore amica godeva della mia sofferenza.
"Ehiiiiii!" Esclamò Nayeon, e adesso potevo dire addio al mio timpano destro.
"Ehi."
"No okay, tu ci devi raccontare tutto ahahahah!"
"Se la smettete di ridere forse lo faccio."
"Okay scusa... vai."
"Non c'è molto da raccontare. Il ragazzo con cui stavo per fare sesso ieri sera è il nuovo fidanzato di mia sorella... tutto qui."
"Dio non ho parole. Che bastardo!" Commentò Yeri.
"Io sono allibita." Disse Nayeon.
"Cosa farai? Lo dirai a Kippeum?" Chiese Yeri.
"Devo pensarci per bene... vorrei dire tutto a Kippeum, ma sembra così... orribilmente innamorata! Mi hanno fatto venire il voltastomaco solo a guardarli."
"Secondo me dovresti dirglielo." Yeri disse con tono serio.
"Anche secondo me! Insomma, chissà quante corna le avrà già fatto." Si intrufolò nella discussione anche Nayeon.
"Pensate che si mette pure a farmi piedino sotto al tavolo! E non la vuole smettere!"
"Ahahahah oddio ma stai scherzando?"
Le mie amiche ricominciarono a ridere sguaiatamente... ci mettevo poco a riattaccar loro il telefono in faccia.
"Vi state divertendo eh?"
"Scusa... possiamo dirti però che i suoi amici sono davvero mooooolto carini invece."
"Sì! Jungkook è così dolce!" Esclamò Nayeon con un'insolita vocina stridula.
"Ma che me ne frega a me dei suoi amici?? Uff... e ora cosa faccio?"
"Parla prima con il tizio che emana sesso violento da tutti i pori... e trovate una soluzione insieme."
"Mi sembra impossibile anche solo farci un discorso sensato con quello."
"Tu prova!"
"Okay... adesso riattacco. Altrimenti mi danno per dispersa."
"Okay, buona fortuna. Ciaooo!"
"Baciiii!"
"Ciao."
Riattaccai.
Mi guardai un attimo allo specchio; feci un respiro profondo e mi diressi verso la porta.
Nell'esatto momento in cui stavo per posare la mano sulla maniglia, la porta si spalancò e mi ritrovai Jimin di fronte a me.
JIMIN'S POV
"Cosa ci fai qui?" Chiese Haneul con un'espressione quasi intimorita, stampata sul volto.
Sorrisi.
Mi divertiva questa ragazza, adoravo vedere le sue reazioni.
Certo, quando avevo scoperto che era lei la sorella di Kippeum, dire che ne ero rimasto stupito era poco.
Mi si era fermato il cuore in quel momento.
Kippeum mi aveva sempre parlato della sua amata sorellina, senza fare il nome o fare riferimento all'età; e quindi, ingenuamente, avevo pensato ad una ragazzina di undici o dodici anni.
Non a questa bomba sexy di diciotto anni che volevo farmi la scorsa notte.
Quando la vidi appena entrato nel ristorante, sì... come prima reazione mi si bloccò il cuore in gola.
Poi però tornai subito lucido per salutare i genitori di Kippeum; e anche la cena devo dire che stava andando bene, sembrava che piacessi molto ai signori Choi.
Ma, c'era un ma.
Haneul.
Poteva rivelare tutto da un momento all'altro.
Poteva dire che quel ragazzo che ci aveva provato con lei in discoteca ero io; che l'avevo spogliata, baciata... che ero salito a cavalcioni sopra di lei, e che l'avevo trattata male quando lei improvvisamente aveva deciso di non voler più continuare.
Dovevo fermarla... dovevo convincerla a tenere la bocca chiusa.
Mi piaceva Kippeum; certo... non ero innamorato, ma lei era una bravissima ragazza e non meritava di essere trattata così.
Perché allora l'avevo tradita con sua sorella minore?
Ci eravamo messi insieme da due mesi, e stava andando tutto a gonfie vele; incredibilmente facevo il bravo fidanzato e cercavo di non guardarle neanche le altre ragazze.
Ma poi arrivò ieri sera.
Quando vidi per la prima volta Haneul, nell'esatto momento in cui si avvicinò a noi insieme alle sue amiche, rimasi incantato nell'ammirare quanto fosse bellissima.
Decisamente più della sorella dovevo ammettere, purtroppo.
E anche questa sera non era da meno.
Aveva lisciato con la piastra i suoi lunghi capelli castani; ieri ricordavo che li aveva arricciolati.
Indossava un vestitino nero a tubino, decisamente attillato che metteva in risalto le sue forme perfette.
Ma era il suo viso, quello che mi attirava di più.
Non il suo corpo; di ragazze con un bel fisico ce n'erano a bizzeffe in giro, ma con un viso come il suo... no.
Ne avevo viste tante di ragazze, ma belle come lei? Mai.
Ero stato sincero ieri sera quando glielo dissi.
In realtà ero stato sincero per tutta la durata del nostro incontro; il mio interesse nei suoi confronti era vero, avevo solo omesso il fatto che fossi fidanzato.
Beh ma mica potevo immaginare che proprio lei fosse la sorellina della mia ragazza?
Questa era sfiga... con la S maiuscola proprio.
Questa sera avevo notato che aveva anche messo pochissimo trucco, a differenza di ieri.
E dovevo dire che mi piaceva molto di più... sembrava più piccola.
Il mio sguardo cadde sulle sue rosee labbra; erano carnose ma non troppo, solo a guardarle sembravano così morbide... e potevo confermarlo.
Erano morbidissime, soffici, tenere; gliele avrei succhiate e mordicchiate all'infinito.
E cavolo... baciava bene la ragazza.
E qui mi sorgeva un dubbio che mi aveva tormentato per tutto il corso della serata.
Kippeum ad un certo punto della cena, mi aveva sussurrato all'orecchio che Haneul non era mai stata fidanzata, e non capiva il perché dato che era molto bella e che avrebbe potuto avere qualsiasi ragazzo avesse desiderato.
Riguardo questo argomento avevo evitato di rispondere, ricordavo di aver alzato le spalle e di aver sussurrato; "affari suoi."
Però ci avevo pensato ripetutamente durante la cena.
Non poteva essere ancora vergine.
Da come mi aveva baciato ieri, mi era parsa più che esperta.
E anche se si era fermata prima, sembrava più che propensa nel voler fare sesso con me.
Quindi la soluzione era una sola: era stata con qualcuno ma la sua famiglia non ne sapeva nulla.
Oh... mi sarei certamente divertito con questa ragazza.
Continuai ad osservarla e a sorriderle.
Cavolo, mi piaceva.
E nemmeno poco.
"Piccola... non è il bagno delle femmine. È un bagno misto." Risposi alla sua domanda.
Appena parlai, sul viso di Haneul si formò un'espressione imbronciata.
Sinceramente?
Trovai quel broncio fottutamente adorabile.
"Non mi chiamare piccola."
"Però ti piaceva quando lo facevo ieri notte." La provocai, avanzando lentamente verso la sua figura.
Notai che lei cominciò ad indietreggiare.
"Cosa c'è? Hai paura?"
Appoggiai le mani alla parete, precisamente ai lati della sua testa, così potei bloccare il suo corpo contro il muro.
Adesso non aveva scampo... avremo fatto una bella chiacchierata.
"Non mi è piaciuto niente di ieri notte, posso assicurartelo." Ringhiò.
Wow.
La ragazzina aveva carattere.
Inizialmente mi aveva dato l'impressione di essere una ragazza timida, invece era una senza peli sulla lingua.
Sorrisi, mi piaceva sempre di più la mia cara cognatina.
"Tesoro, è inutile mentire... i gemiti che uscivano dalla tua bocca, causati dalla mia lingua, sono una grande conferma che invece ti è piaciuto un sacco il nostro piccolo momento di ieri." Sibilai sensualmente sulle sue labbra.
Appoggiò le mani sul mio petto, e mi dette una leggera spinta.
Quel gesto mi fece sorridere, tutto ciò mi ricordava ieri.
Mi sembrava di rivivere un dejavù.
Neanche riuscì a staccarmi da lei, ma mi allontanai un poco io per darle modo di rispondere.
"Non ti fai schifo? Sei il fidanzato di mia sorella e l'hai tradita... con me! Quante altre volte l'hai tradita eh?"
"Non l'ho tradita con nessun'altra... e poi, andiamo! Ci siamo solo un po' baciati ieri sera, tu lo vedi come un tradimento?"
"Non ci siamo solo baciati. Anzi, sai una cosa? Ne parlerò con mia sorella e vedremo se lei lo considera un tradimento o no." Ringhiò.
Dopodiché spostò il mio braccio per poter uscire dal bagno, ma la fermai.
Le afferrai il polso e la sbattei di nuovo contro il muro.
"Ehi!" Si lamentò.
"Ehi lo dico io... non abbiamo ancora finito di parlare noi due."
"Non c'è altro da dire! Tu sei un traditore e io rivelerò tutto a Kippeum!"
"Oh no... non lo farai." Mormorai, ma inarcai un sopracciglio quando lei accennò un sorriso.
"Prova a fermarmi." Sussurrò, e la stronza usò appositamente un tono sensuale per confondermi.
Aish!
Questa ragazzina sapeva come far perdere la testa ad un ragazzo... mi stava spudoratamente provocando.
"Piccolina... non costringermi a diventare cattivo." Le sussurrai all'orecchio.
"Che paura... tremo tutta."
Continuò a sorridere.
Cavolo quanto era bella però... e se sorrideva lo era ancora di più.
Ma cosa mi stava facendo questa ragazzina?
Non ero mai stato attratto da una ragazza in questa maniera, Haneul riusciva a suscitarmi delle emozioni mai provate finora.
Cercai di tornare in me e di darle una degna risposta; le sorrisi anch'io, e avvicinai pericolosamente il mio viso al suo.
"Se dirai tutto a Kippeum e ai tuoi... io rivelerò che la loro amata secondogenita non è più così tanto pura e casta come continuano a credere."
Cambiò totalmente espressione.
Il sorrisetto divertito che aveva sul volto sparì, e assunse un'aspetto abbastanza preoccupato.
Sapevo che potevo tenerla a bada così; l'avevo in pugno.
"C-chi ti dice c-che non sono davvero v-vergine?" Balbettò.
Poverina... la vedevo in difficoltà.
Iniziava a farmi tenerezza.
Ma davvero pensava che fossi tanto stupido da cascarci?
"Ma pensi davvero che io sia così stupido? Anche se non abbiamo fatto nulla si capiva da come mi baciavi che eri più che esperta. E poi, avresti davvero perso la verginità con uno sconosciuto? Non credo proprio."
Mi allontanai di poco da lei per guardarla meglio negli occhi.
"Fammi indovinare: sei stata fidanzata con un ragazzo, ma non l'hai presentato ai tuoi perché è un tipo poco raccomandabile e sapevi già che i tuoi non lo avrebbero accettato. E quindi hai intrattenuto questa relazione in gran segreto."
Ci fu un attimo di silenzio.
Haneul impallidì totalmente... rimase lì, in piedi e immobile, a fissarmi con gli occhi spalancati.
La sua reazione mi fece capire che avevo incredibilmente indovinato.
Wow... ci avevo preso!
Non pensavo di essere così abile nell'ambito investigativo.
"Ci ho preso." Affermai con un sorriso.
Lei rimase in silenzio; abbassò lo sguardo verso il pavimento, e notai che con i denti si stava torturando il labbro inferiore.
Avrei tanto desiderato che fossero i miei denti a torturare quelle sensuali labbra gustose.
"Tu non dirai nulla a Kippeum, e io non dirò nulla ai tuoi... d'accordo?" Domandai con voce autoritaria.
"Okay." Sussurrò flebilmente, continuando a tenere lo sguardo posato sul pavimento.
Un ghigno soddisfatto si formò sul mio viso... era stato così facile.
Mi voltai verso la porta per uscire, ma la voce di Haneul bloccò i miei movimenti.
"Non è un tipo poco raccomandabile."
Mi voltai di nuovo verso di lei; aveva spostato il suo sguardo dal pavimento, adesso lo aveva puntato sulla mia figura.
"No? E allora perché la tua famiglia non sa nemmeno della sua esistenza?" Chiesi incuriosito.
"Beh... ecco..."
Cominciò a torturarsi le dita delle mani.
Ora ero proprio curioso di scoprire chi fosse questo tizio.
"Okay sì, non sarebbe piaciuto ai miei!" Confessò quasi subito.
"Da quanto vi siete lasciati?"
"Perché me lo stai chiedendo?"
"Semplice curiosità." Risposi, alzando le spalle.
Le sopracciglia di Haneul si corrucciarono, il suo volto si accigliò; quelli per me erano un segno che si erano lasciati da poco, o che comunque lui si era comportato male con lei.
"Non sono affari tuoi." Rispose freddamente, e si diresse rapidamente verso l'uscita.
Mi posizionai di fronte alla porta, bloccando così il suo passaggio.
"Spostati." Ordinò lei con tono acido.
"Ehi... mi dispiace che ti abbia fatto soffrire." Sussurrai con voce sincera, portando la mia mano sulla sua guancia, che accarezzai dolcemente.
HANEUL'S POV
"Ehi... mi dispiace che ti abbia fatto soffrire."
Il tono di voce con cui pronunciò quella frase era dolce, morbido; notai che invece del suo solito sorrisetto sbruffone, sul viso aveva disegnata un'espressione triste, come se fosse davvero dispiaciuto e allo stesso tempo preoccupato per me.
Accarezzò la mia guancia; a quel contatto arrossii e sentii le mie guance accaldarsi... speravo tanto che Jimin non ci avesse fatto caso.
"Sei calda." Commentò, sorridendo dolcemente.
Quel sorriso... cavolo.
Non capivo più niente quando sorrideva, aveva un sorriso bellissimo, toglieva il fiato da quanto era bello.
Il mio cuore cominciò a palpitare più velocemente; seguiva un ritmo così veloce, e soprattutto così forte, che temevo Jimin potesse sentirlo, dato che eravamo fin troppo vicini in quel preciso istante.
Le dita che accarezzavano la mia guancia si spostarono lentamente sul mio labbro inferiore... percepii il delicato sfioramento dei suoi polpastrelli; lo tastò piano, per poi massaggiarlo con il pollice.
Nonostante quel tocco fosse così leggero, riuscì a provocare numerosi e fastidiosi brividi, e evidenti sensazioni che colpirono l'interno del mio petto, infondendogli un pesante calore che raggiunse repentinamente la bocca dello stomaco.
Jimin si chinò lentamente verso di me; il mio cuore adesso batteva all'impazzata, e la bocca dello stomaco si chiuse in una forte e stretta morsa che lo fece contorcere dolorosamente.
I brividi causati dal suo tocco si erano trasferiti verso le mie gambe, che iniziarono a tremare vedendo quanto le seducenti labbra di Jimin fossero così terribilmente vicine alle mie.
Aveva intenzione di...?
No, non poteva... dovevo fermarlo...
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