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𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟔

(𝐻𝑦𝑢𝑛𝑗𝑖𝑛 𝑃𝑜𝑣)

Quando lessi il messaggio di Felix era ormai tarda nottata.
Avevo passato la notte fuori con Bin che mi ha portato alla sala giochi e ci siamo ubriacati.
Avevo pochi ricordi quando tornai a casa ma rivedevo chiaramente il volto delle ragazze che ci stavano attorno che ridevano, avevo ancora le risate che mi disorientavano assieme all'alcool.

Quando lessi il quaderno sentivo il dovere di vomitare, non ero nemmeno lucido ma dovevo sembrare tale dato che mia madre era contraria all'alcool.
Così scrissi, anche se in modo quasi incomprensibile: "Che intendi?".
Non ricevetti risposta subito... ma l'alcool mi faceva perdere la cognizione del tempo e non saprei dire quanto esattamente passò.

Tu lo sapevi che siamo distanti di centinaia di anni vero?

Che?

Questo quaderno è un oggetto transitorio che connette due linee temporali distanti, e tu lo sai dal nostro primo incontro.

Senti non so che stai dicendo

Era una bugia.
Lo sapevo cosa diceva, certo non sapevo cosa fosse il quaderno ma capivo cosa ci separava.
Quello che rimpiansi più tardi fu aver bevuto troppo quella sera, non avevo le forze e la coscienza di quello che scrivevo e l'alcool parlava per me.

Guarda che lo ricordo, mi avevi scritto ieri riguardo al tempo che ci separa.
Non sono stupido.

Io credo tu lo sia a parlare con me, anzi forse sono io che non dovrei parlarti. Cosa me ne importa di te.

Lui non rispose e io crollai sul letto a dormire.
Mi svegliai molto più tardi sudato nel mio letto ancora vestito.
Presi il quaderno e lessi i messaggi che scrissi a Felix.
Mi misi le mani nei capelli disperato.
"Cosa ho fatto..." sussurrai tra me e me con gli occhi lucidi chiudendomi in me sperando l'oscurità potesse sopprimermi.

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Appena arrivato a scuola mi diressi subito da Bin e lo presi per il collo dell'uniforme: "Idiota, ci hai fatto ubriacare ieri!".
Chan mi guardò stupito e senza parole ma senza fermarmi.
"Ma che dici, Jinnie? Quello che si è ubriacato sei solo tu, ti avevo detto di fermarti" ribattè lui.
Io mi bloccai di colpo, provando a ricordare ma niente.
"Perchè? Tua madre ti ha beccato?" chiese Chan: "lo sai che non vuole".
"No no... non è mia madre" mi coprii gli occhi con le mani: "ho ferito Felix".
Entrambi mi fissarono.
"Felix?" chiese Bin.
"Si, il principe del libro, è il suo nome" risposi io.
"Ah..." lui guardò attorno, non so se imbarazzato o solo perché non mi credeva ancora: "e come dovresti averlo ferito?".
"Gli ho detto che lui non mi interessa niente" dissi io prendendo il quaderno e mostrando la pagina.
"Fai schifo a scrivere da ubriaco, analfabeta" disse Minho sbucato dal nulla.
"Concordo" disse Chan appoggiandosi alla parete.
Io chiusi il libro e lo strinsi al petto "E ora che faccio...?".
Loro si guardarono con sguardi di intesa.
"Tu che vuoi fare?" chiese Minho.
"Fare pace, credo" risposi.
Changbin alzò il sopracciglio: "Hey principessa, gli hai detto una cosa tanto brutta, per fare pace ci vorrebbe un miracolo".
Minho gli diede una pacca forte sulla spalla: "Nanetto sta zitto, non migliori la situazione. Se Hyunjin vuole far pace col suo amico libro noi lo dobbiamo aiutare da bravi migliori amici" e in sottovoce sperando non sentissi aggiunse: "gli unici che ha".

Durante la lezione nessuno di noi ascoltò l'insegnante, Chan propose di pensare a modi per farmi fare pace con Felix.
Io volevo dirgli, fargli capire che ci tenevo veramente e che non volevo perderlo.
Trovare quel quaderno fu la cosa migliore che mi potesse mai capitare, incontrare lui è stato speciale e inaspettato.
Nel frattempo Minho di fianco a me guardava il vuoto.

"Hey Minho, tutto bene? Qualcosa non va? Puoi parlarmene, lo sai".
Lui si girò a guardarmi con sguardo serio: "Ho parlato ai miei, mi hanno detto che se non me la sento più di stare in questa scuola mi trasferisco".
Io deglutii: "Non l'hai detto agli altri ancora, vero?".
Lui scosse la testa: "Mi spiace Jinnie... io ti voglio bene ma qui è una prigione per me".
"Capisco, non serve che ti scusi con nessuno. È una tua scelta per il tuo bene" gli strinsi la mano.
Lui sorrise e tornò a fissare a vuoto l'insegnante.

Proprio in quel momento, guardando il mio amico bellissimo e simile a un dio, mi venne un'idea e cominciai a fare un piccolo schizzo sul mio piccolo blocknotes azzurro come il cielo...

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