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86. Tutto sta per concludersi

Claire's Pov

Vadim chiude la porta di casa sua, Rooney, mia zia, Arthur ed io ci voltiamo verso le scale, per poi vedere Cesar salire quest'ultime appena ci vede.

Così inizia una rincorsa, una rincorsa che sarebbe stata decisiva per la vita di tutti.

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86. Tutto sta per concludersi

"Polizia" grida Arthur sfilando la pistola dalla giacca, e puntandolo su mio padre.

Cesar non ha via di scampo, può solo che continuare a salire le scale, perché se solo scendesse e cercasse di uscire dal condominio, Arthur lo afferrerebbe subito e lo ammanetterebbe.

Il padre di Rooney inizia a correre per la gradinata seguendo Cesar, il quale continua a scappare.

Rooney rincorre suo padre. Forse è il suo istinto da figlio, che gli suggerisce di controllare se uno dei suoi due genitori potrebbe farsi del male o meno.

"Mamma" mi volto verso mia zia. "Rimani qui, okay?".

"E tu con me" mi scruta negli occhi.

"No, io vado con Rooney e Arthur" le dico decisa.

"Non osare, Claire-".

"Mamma, rimani qui, fallo per me. Non posso permettere che ti faccia del male, ti prego" sento gli occhi inumidirsi. "Fatti aprire da Samira, ti scongiuro rimani qui. Rimani qui per quando arriveranno i rinforzi, mamma...".

Lei sospira con un'espressione di disaccordo, finchè la abbraccio forte per rassicurarla. La fine sta per arrivare, l'epilogo di tutta questa orribile storia è questo. Tutto sta per concludersi, non so se per il meglio o per il peggio, ma questo racconto sta per giungere al suo termine.

Mi scosto da mia zia. Lei mi carezza una guancia, per poi allontanarsi da me e suonare il campanello della casa di Samira. Allora inizio a correre per le scale lasciando mia zia dietro di me, con la speranza che andrà tutto bene, che nessuno si farà male, che tutto si concluderà nei migliroi dei modi. Le suole delle mie scarpe battono forte sui gradini delle scale, mentre mi mantengo alla ringhiera.

Salgo i quattro piani del condominio ma nè di Cesar, nè di Rooney e nè di Arthur ci sono tracce. Allora corro fino al tetto, dove trovo tutte e tre. Cesar si trova a qualche metro dal bordo del tetto, Arthur gli punta una pistola addosso e Rooney sta dietro suo padre.

Quest'ultimo appena mi vede spalanca gli occhi. "Claire, vai via!".

"Che belli che siete" dice mio padre facendomi voltare verso di lui. "Mi sembrate tua madre ed io da giovani".

Cerco di correre verso di lui, ma Rooney mi afferra un braccio. "Non la nominare! Hai capito?" Mi libero dalla presa di Rooney. "Tu l'hai ammazzata!".

Mi avvicino di più a lui, posizionandomi di fianco ad Arthur, il quale tiene ancora l'arma puntata su Cesar.

"Io non l'ho uccisa!" Gli occhi di Cesar di iniettano di rosso. "Come osi dirlo? COME?!" grida per poi sfilare una pistola dalla sua giacca, e puntarla su di me.

Spalanco gli occhi, il respiro mi si blocca nella gola, il cuore inizia a tamburellare forte, troppo forte nella cassa toracica. Le mani sudano freddo e tremano, e con difficoltà le alzo in aria.

Arthur si posiziona dinanzi a me per proteggrmi. "Cesar Lambert, abbassa quella pistola".

L'altro ridacchia, poi un rumore acuto quasi mi perfora un timpano.

Chiudo gli occhi. Qualunque cosa sia successa ci metto qualche secondo, per desiderare di volerva vedere. Riapro le palpebre, per vedere la pistola di Arthur a terra e il suo braccio destro sanguinante.

"Papà!" Rooney si avvicina a suo padre, che ora inizia ad indietreggiare pian piano.

Rimango immobile fissando la scena spaventata. Rooney sfila il cellulare dalla tasca dei jeans, probabilmente per chiamare un'ambulanza.

"Posa quel cellulare o la sparo" dice Cesar puntandomi la pistola contro.

Rooney mi dà uno sguardo, che poi poggia di nuovo su suo padre ed infine sul suo cellulare, che infila di nuovo nella tasca dei pantaloni.

"Sei così crudele che uccideresti anche tua figlia" il mio ragazzo scruta mio padre con disprezzo.

"Rooney, ti prego" mormoro.

Non può far arrabbiare ancora di più Cesar, o potrebbe finire davvero molto male.

"Ma chi sei tu?" Mio padre assottiglia gli occhi su Rooney. "Te lo dico io: solo un moccioso al quale piace fare l'eroe".

"Io intanto cerco di prendermi cura di Claire, per quanto mi sia possibile, mentre invece tu dove sei stato?" Rooney fa un passa verso di lui. "Ad ammazzare. E per quello che hai fatto, marciarai in galera per il resto della tua vita".

Un altro sparo mi fa stringere le palpebre. Sono morta?

Riapro gli occhi, per poi vedere Arthur accasciato per terra con la coscia sanguinante.

Rooney si inginocchia ai piedi di suo padre. "Papà! Papà!" Si sfila la giacca per poi appoggiarla sulla coscia di Arthur, il quale con una smorfia di dolore stringe la stoffa sulla ferita, che sembra molto più profonda di quella del braccio destro. "Figlio di puttana! Sei un gran figlio di puttana!" grida addosso a mio padre.

Cesar ridacchia. "Se continui così lo ammazzo".

Un tuono di un temporale, che sta per arrivare, mi riempie le orecchie. "No" dico. "Perchè ti ammazzo prima io".

Afferro la pistola affianco al corpo quasi inerme di Arthur, e poi punto l'arma su Cesar.

"Claire!" Alza la voce Rooney, mentre l'aria umida mi si appiccica addosso. "Claire leva quella cosa, ti prego!".

Fisso mio padre negli occhi, mentre quest'ultimo fa lo stesso con me. Occhi neri contro occhi neri. Le ombre delle sue iridi si confondo con le mie in una danza pericolosa. Inizio a percepire le braccia tremare. Il ricordo della prima volta, che gli ho puntato la pistola addosso e ho premuto il grilletto, come una scena dai bordi smussati viene rievocata nella mia mente. Sento il sudore appiattrmi i capelli dietro la nuca, il respiro farsi irregolare. L'ultima volta, se solo l'arma fosse stata carica, avrei ucciso una persona, avrei ucciso mio padre. Adesso ne ho di nuovo l'oppurtunita, eppure il cuore mi martella così tanto nelle tempie, che non riesco a far altro che stare immobile.

"Claire..." La voce flebile di Arthur mi smuove dai miei pensieri. "Abbassala... Claire...".

Gli do uno sguardo veloce, ma poi ritorno a fissare davanti a me.

"Ti ricordi la scorsa volta?" Un ghigno sporca le labbra di Cesar. "Eri impallidita così tanto, che mi sembravi un fantasma".

Stringo la presa attorno alla pistola, ignorando gli altri richiami di Rooney.

"Vorresti uccidermi? Sai benissimo che te ne pentiresti" continua e mi viene voglia di strappargli quel ghigno. "Poi dovresti affrontare le conseguenze, e no, tu non ne sei capace, Claire".

Il mio urlo diseparazione viene strozzato dal mio stesso pianto, e subito dopo faccio cascare la pistola, che tenevo ben stretta tra le dita sudate. Il viso di mio padre si annebbia per colpa delle lacrime, che copiose iniziano a inondarmi le guance.

"Cosa mi sono perso?" Una voce familiare mi fa voltare.

Bernard. Cosa ci fa qui il professor Bernard?

"Professore..." mormoro.

Lancio un'occhiata a Rooney, che sta fissando il suo ex insegnante con gli occhi sbarrati.

"Ti attendevo" Cesar si rivolge a Bernard.

"Ho fatto un lavoretto giù" ribatte l'altro.

"Cosa?" Dico tra me e me. Giù? Giù dove? Di che lavoretto sta parlando?

"Cosa diamine sta succedendo qui?" Interviene Rooney, che stringe la sua giacca sulla coscia del padre dal viso fin troppo pallido. "Lei cosa ci fa qui? Chi cazzo sei veramente?!" Si rivolge a Bernard.

Il mio professore poggia lo sguardo un po' su tutti, soffermandosi un po'più a lungo su di me.

"Claire, ti presento un mio caro amico" mi sorride Cesar. "Un amico di vecchia data".

Assottiglio gli occhi su di lui, per poi poggiare di nuovo lo sguardo su Bernard, il quale inizia a parlare. "Chi ti aiuta nei tuoi affari e un gran amico, mica solo amico" si rivolge a mio padre.

"Di cosa sta parlando?" Domando a quello, che fino a qualche minuto fa credevo fosse solo un mio insegnante. "Come-come fate a conoscervi?".

"Quante cose che non sai, figlia mia-" inizia Cesar.

"Non sono tua figlia" lo interrompo, lanciandogli un'occhiata ricolma di odio.

"Dicevo" riprende lui. "Sono molte le cose che non sai. La cara amicizia che ho con Bernard, il tuo professore di criminologia, mette radici tanto tempo fa. Pensa che mia madre, Carine, era ancora viva. Ed è stato grazie a mia madre, che l'ho conosciuto. Lui era innamorato folle di mia madre, ma lei stava con mio padre che la teneva praticamente rinchiusa in casa. Perchè era cosa sua, o almeno così la chiamava. Ad ogni modo Bernard doveva trovare necessariamente un modo per liberarla e mettersi con lei, perché lui aveva deciso di sposarla da quella volta che la vide al supermercato. Paul Bernard si fece trovare fuori la mia scuola, ricordo che avevo già conosciuto, e da quel giorno sapevo di aver trovato un buon compagno. Il tempo passava e tutto andava come al solito, finché il mio nuovo amico non mi confessò il suo amore per mia madre. Mi rivelò che la vedeva di nascosto, e che anche lei sembrava provare un certo interesse nei suoi confronti. Ma lui... lui la ama, ne era certo, pero c'era di mezzo quel bastardo di mio padre, che ricordo con tutto il disprezzo di questo mondo. Allora l'unica cosa che restava da fare era quella di farlo fuori. Così, Paul avrebbe potuto sposare mia madre, ed io mi sare liberato dal pezzo di merda che era mio padre".

"Tu.." lo interrompo indicando Bernard. "Hai aiutato lui... a... a... uccidere?... Suo padre...?".

"Non solo lui" è la risposta che mi spiazza.

Bernard è stato il complice di mio padre, del killer dei cuori solitari per tutti questi anni, mentre la mia vita continuava a scorrere come se niente fosse.

Una goccia di pioggia mi bagna la punta del naso, ma non me ne curo. Poggio lo sguardo su Arthur, che ora ha perso i sensi. Rooney lo chiama e lo richiama più volte, disperato più che mai gli dà dei leggeri schiaffetti sulla guancia, per cercare di farlo riprendere.

"Tu hai ammazzato così tante persone..." mi rivolgo a Cesar. "Senza pietà hai tolto la vita a persone, che meritavano di raggiungere i loro obiettivi, a persone che avevano una famiglia e degli amici ai quali volevano bene. Ma tu cosa ne puoi sapere?... Tu uccidi solo per placare la tua sete da sadico, solo per un piacere personale, per uno sporco desiderio di sfogare la tua rabbia repressa su delle povere vittime innocenti" gli dico mentre dei nuvoloni grigi coprono ogni centimetro di blu. "Hai messo fine anche alla vita di mia madre, della tua cazzo di donna-".

"Come ti permetti?!" Mi ripunta la pistola addosso. "Io non l'ho uccisa! Non l'ho uccisa!" Grida con gli occhi inniettati di sangue.

"Sì, invece" lo guardo con disprezzo. "L'hai ammazzata, perché eri talmente geloso di lei, che non sopportavi nemmeno l'idea di vederla con una sua amica".

"Zitta! Zitta!" Poggia le mani sulle sue orecchie. "Stai zitta, non voglio sentirti".

"Tu hai ucciso Ines!".

"Claire, ti prego..." interviene Rooney, che ancora inginocchiato ai piedi di suo padre, alterna lo sgaurdo preoccupato tra Cesar e me. "Basta...".

"Ti conviene di ascolatre il tuo ragazzo" interviene Bernard.

Guardo quest'ultimo dilatando le narici, poi ritorno a fissare Cesar. "E mi dicevi di amare mia madre, e poi cosa hai fatto? Per mettere fine alla tua sete da bastardo, l'hai soffocata. L'hai soffocata proprio come stavi facendo con me!" Continuo mentre la pioggia inizia a bagnarmi i vestiti.

"Basta!" Urla Cesar. "Non l'ho ammazzata! Non l'ho fatto!" Continua a tapparsi le orecchie con le mani. "Non l'ho ammazzata!" La pistola gli casca dalle mani tremanti.

Lo fisso sconvolta. Sta avendo una specie di crisi?

Tutto d'un tratto arrivano i rinforzi, che immagino Arthur abbia chiamato precedentemente.

Poi... un paio di secondi dopo vedo Cesar, mio padre, lanciarsi dal tetto, mentre le gocce di pioggia sul mio viso si confondono con le mie lacrime.

Spazio⚰

Eccomi qui con il nuovo capitolo e con la prima morte umana (non dimentichiamoci Noce).

Il professor Bernard, come in tantissimi avevano sospettato, era il complice di Cesar.
Vi sareste mai aspettati la ragione di questo?
Bernard e la madre di Cesar era innamorati e il primo ha aiutato ad uccidere il marito della seconda!

Cesar si è suicidato dopo le continue accuse di Claire riguardante la morte di Ines.
Cesar dice di non averla uccisa. Sarà così?

È davvero lui il killer dei cuori solitari?🙊

Mancano soltanto tre capitoli+l'epilogo prima della fine di My life is a comedy.
Sinceramente non so se piangere o essere felice.

Vi lascio, come sempre, il mio Instagram @ graffiandoilcielo.

A martedì♥️














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