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73. Chemioterapia

73. Chemioterapia

Rooney's Pov

La luce del primo mattino mi fa strizzare gli occhi, che avevo aperto in precedenza dopo un'altra notte passata affianco a Claire.

Sono trascorsi due settimane da quando Claire, con il suo borsone e lo sguardo perso, si è palesata dinanzi a me in cerca di un aiuto. Lei è scappata di casa dopo una turbolenta discussione con chi credeva fosse uno dei suoi due genitori.

Claire mi ha raccontato tutto. Due settimane fa Lauren, la madre del suo fratellastro, ha chiamato Claire mentre lei ed io stavamo nel bel mezzo di un bacio particolarmente appassionato. Si sono incontrate in un bar e la donna ha rilevato a Claire, che la sua vera madre non è chi ha sempre creduto che sia, ma che è Ines. Ines.

Un'altra ennesima vittima del serial killer dei cuori solitari, il padre della ragazza che adesso è ancora dormiente al mio fianco. Lui è il killer che commette i suoi delitti, ma senza avere mai una punizione. Ma può stare certo, che mio padre troverà almeno una prova per poterlo incastrare e rinchiuderlo in carcere.

I miei pensieri vengono interrotti dai mugugni di Claire. Sta ancora dormendo, infatti solitamente si sveglia dopo di me. In questi giorni che abbiamo vissuto insieme, mi sono accorto delle piccole cose che costruiscono la sua perosna, di quelle tante piccole ma grandi abitudini che la caratterizzano.

Mentre fisso una sua ciocca di capelli di un viola pallido, cascare sulla sua fronte, inizio a pensare a questi ultimi giorni e a ciò che ho imparato di lei.

Ho imparato che quando si arrabbia bisogna starle alla larga, perché sì, quando lo è potrebbe essere un pericolo pubblico. Non dimentico quando la mattina a seguire del suo trasferimento da me, ha ricevuto già il suo primo rimprovero da mia madre. I fatti accaduti sono i seguenti: Claire stava facendo dei palleggi con un mio pallone, e quest'ultimo ha rotto in mille pezzi il vaso nell'ingresso di casa, un vaso al quale mia madre teneva molto.

Allora quest'ultima è corsa dal bagno dove stava lucidando maniacalmente lo specchio, ha colto Claire infragrante e così ha afferrato il pallone e lo ha bucato con un coltello da cucina. Claire tornata nella mia stanza, ha preso il proprio cellulare e lo ha scaraventato sul pavimento.

Per ciò che mi ha raccontato, non è la prima volta che è successo.

Ho imparato che ama alla follia mia sorella, e naturalmente viceversa. Ho imparato che le piacciono i pop-corn. Li mangia sempre in ogni momento della giornata. Ho imparato che quando dorme tira a sè tutta la coperta, per mia sfortuna. Ho imparato... che quando mi guarda mi sento troppo inclinato per sostenere a lungo i suoi occhi.

Claire mugugna ancora, finché non apre le palpebre rivelando le sue iridi nere nelle quali ogni volta che le scruto, mi sento annegare come in un mare in piena notte.

"Buongiorno" si stropiccia un occhio.

"Buongiorno" sistemo una mano sotto al cuscino continuando a guardarla.

Pian piano si avvicina a me, e in questi attimi il mio cuore aspetta impaziente la sua mossa. Avvicina le sue labbra alle mie, le schiude come dei petali di rosa, e poi mi schiocca un leggero bacio sulla bocca.

Se dovessi definire Claire e me, non sarei prorpio cosa dire. Noi siamo un po'tutto, ed è tanto meraviglioso che non ci importa di specificarlo.

"Oggi abbiamo molto da fare" di scatto si mette a sedere rivolgendo lo sguardo difronte a lei, sulla parete trapuntata dai miei disegni.

"Ovvero?" Rimango disteso, mentre lascio che un cipiglio mi solchi in mezzo alle sopracciglia.

"Voglio andare da Alix" volta il viso verso di me.

Dischiudo le labbra. L'ultima volta che ho fatto visita alla mia amica è stato all'incirca sei o cinque giorni fa. Non mi sembrava più la solita Alix, davvero. La sua pelle era così pallida... mi faceva paura. I capelli sono iniziati a crescere di poco ma rimangono lo stesso molto corti.

Quando cammina mi sento straziato, perché ricordo la sua vecchia leggiadra nei movimenti, e la sua vivacità quando invece danzava. Ora invece... sembra che balli su un tappeto di spine.

Quando però la vado a trovare, scorgo sempre un sorriso all'angolo delle sue labbra screpolate. L'ultima volta però quando le chiesi, se si potesse operare per rimuovere il cancro, con tutta l'angoscia che possedeva in corpo, mi ha risposto che ancora non era possibile, e che non lo sarebbe stato mai se il tumore non si fosse ridotto.

Però... il sorriso che mi ha rivolto, dopo che le ho raccontato che Claire ed io ci siamo avvicinati così tanto nell'ultimo periodo, ancora ce l'ho figurato nella mente.

Pensando a quest'ultimo mi alzo dal letto seguito da Claire. Ci prepariamo, e poi avverto al cellulare Joel e Leo, di stare per andare in ospedale e che se vogliono possono raggiungerci lì. Invece Claire chiama Roxane e Farah per lo stesso motivo, ma a risponderle è solo la segreteria telefonica. Dopo essersi arresa, Claire infila il suo cellulare nella tasca degli jeans ed insieme usciamo da casa mia.

Oggi per fortuna è sabato, quindi non ci sono nemmeno le lezioni all'università. Ma ad essere sincero, anche se ci fossero state, avrei dormito sul manco banco in fondo alla classe, oppure avrei disegnato qualcosa sul mio quaderno.

Dopo un breve viaggio sul mio scooter, Claire ed io arriviamo a destinazione. Fuori, nel piccolo cortile che circonda la grande struttura, notiamo i due gemelli. Li raggiungiamo e poi entriamo insieme nell'ospedale, dove le mie narici vengono inondate dalla puzza di disinfettante.

Giungiamo alla camera di Alix, Joel bussa alla porta ma il solito "avanti" non arriva. Nonostante questo, il mio migliore amico abbassa la maniglia della porta e apre quest'ultima.

Con mio stupore la stanza è vuota, distesa sul letto con un libro tra le mani, non c'è nemmeno la solita signora.

"E dov'è...?" Chiede tra sè e sè Joel.

"Forse nella sala relax, una volta me ne ha parlato" interviene Claire.

"Direi di andare a chiedere a qualche infermiere" propone Leo.

Annuisco, dico agli altri di rimanere dove sono, e poi mi avvicino ad un'infermiera a qualche metro da noi. Le chiedo dove possa essere Alix e lei mi risponde, indicando una porta infondo al corridoio, che è a fare la chemioterapia.

Dischiudo le labbra, la ringrazio con la gola che improvvisamente è divenuta secca, e mi avvicino di nuovo ai miei amici e a Claire.

"Allora? Dov'è?" Mi chiede quest'ultima con tono impaziente.

"È a fare la chemio" le rispondo. "Temo dovremmo aspettare" poso lo sguardo anche sui due gemelli.

"Sì, lo credo anch'io" interviene Leo.

"E chi lo ha detto che dobbiamo aspettare?" Joel inarca un sopracciglio. "Perchè volete aspettare che finisca? Avete paura di vederla soffrire? Beh... io no, la paura sovrasta la voglia che ho di tenerle la mano. Io vado da lei, ora" conclude serrando la mascella.

"Anche io" Claire affianca Joel. "Lei ha bisogno di noi'.

Leo ed io ci rivolgiamo un'occhiata e forse solo ora mi sto rendendo conto, che la realtà dei fatti mi fa paura. Vedere soffrire Alix rende il tutto così reale... ma è vero, scampare dalla cruda verità non migliorerà la situazione.

Tutti e quattro ci dirigiamo verso la camera, che mi ha indicato in precedenza l'infermiera.

Arrivati fuori la stanza, Claire si avvicina al vetro affianco alla porta, dove è possibile vedere Alix seduta su una poltrona.

Giungo le spalle di Calire e la incito a seguirmi nella stanza, nella quale i due gemelli sono già entrati senza nemmeno che me ne accorgessi.

"Ragazzi..." sorride Alix. "Siete venuti" osserva ognuno di noi soffermandosi sul mio braccio sulle spalle di Claire.

"Salve ragazzi" l'infermiera in fondo alla stanza avvicina una flebo affianco alla poltrona di Alix. "Sedetevi pure qui, se volete" indica delle sedie dall'altro lato della poltrona.

Leo si accomoda guardando Alix, come se lei potesse spezzarsi da un momento all'altro.

"Allora, come va?" Ci chiede senza guardare per un solo istante l'infermiera che le infila un ago nel braccio. "Claire, da quanto tempo non ti vedevo...".

Quest'ultima si avvicina ad Alix. "Scusami, lo so. Ho avuto dei problemi ma niente di grave, non preoccuparti".

Alix è l'unica che non è al corrente del killer dei cuori solitari ma soprattutto del fatto, che quest'ultimo è prorpio il padre di una delle sue amiche. Claire ha deciso di non raccontarle niente, perché lei, Alix, ora come ora deve solo pensare a guarire. Quest'ultime sono state le sue esatte parole, ed io sono d'accordo con lei.

"Noi stiamo bene" Joel affianca Claire. "Tu invece, come stai?".

L'infermiera si allontana dalla poltrona e si dirige in fondo alla stanza, voltandosi dalla parte opposta alla nostra.

"Oh, bene" risponde lei. "Ieri a pranzo mi hanno portato perfino le lenticchie, vero Alice?" Si rivolge all'infermiera.

"Oh, sì" la donna si volta verso di noi. "I legumi sono una rarità, qui" ridacchia ma gli occhi rimangono uguali.

"Sono stata fortuna" Alix ritorna a guardare noi. "Leo, tutti apposto? Sembra che ti stiano minacciando di tagliarti quel lungo ciuffo di capelli che ti ritrovi. E comunque anche se te lo accorciarsi non succederebbe nulla, guarda me" indica con una mano i suoi capelli cortissimi.

Ridiamo tutti, e anche Leo sembra rilassarsi un po' di più.

"E tu Rooney? Sembri uno stoccafisso lì impalato. Claire, per favore" si rivolge verso l'amica, che ora le sta accarezzando la mano pallida poggiata sui suoi pantaloni di tuta. "Ti consiglio caldamente di trovare un modo per vivacizzare un po'quest'anima in pena" si riferisce a me.

Claire scoppia a ridere seguita poi anche da Leo e me.

Alix è così ammalata, eppure ha ancora le forze di donare un sorriso a noi, a noi che invece siamo stati più fortunati di lei.

"Ho in mente più di un modo. Non preoccuparti Alix, lo sveglierò io per bene" la ragazza dai capelli viola mi lancia uno sguardo malizioso.

"Cosi si fa, brava" sorride l'altra.

Passa più di mezz'ora, tempo nel quale chiacchieriamo. Alix ci racconta come se la passa in ospedale. Il cibo, dice, fa davvero schifo, e afferma che se non fosse per Joel che ogni giorno le porta qualcosa di buono da mangiare, fuggirebbe dall'ospedale. Racconta che però le infermiere, compresa Alice, sono davvero tutte gentili con lei, quasi si è restaurato un rapporto tra le due.

"Alice" chiama Alix. "Ci vuole ancora tanto? Sto così da più di tre quarti d'ora, mi sto annoia- AH" si tocca lo stomaco.

"Alix... Alix" interviene Joel seduto affianco a Claire. Le afferra forte la mano, un solco in mezzo alle sopracciglia. "Cos'hai?".

L'infermiera si affretta a bagnare un panno e lo poggia sulla fronte della mia amica. Glielo tampona per bene su quest'ultima zona, mentre allarmato mi avvicino di più ad Alix.

Leo si alza dalla sedia affiancando Claire.

"Ehi..." accarezzo la gamba di Alix, quella gamba. "Siamo qui".

Il dolore lacerante la fa respirare con profondità, qualche lacrima le solca il viso così magro e grigiognolo.

"Alix" Calire le accarezza il braccio. "Ce la fai, ce la fai" il suo volto è deformato dalla preoccupazione.

Leo se ne sta a fissare la ragazza, che una volta è stata la sua fidanzata. La fissa così intensamente, che quasi tempo la possa spezzare da un momento all'altro.

Alix è scossa dai crampi allo stomaco, allora l'infermiera, in un gesto automatico, afferra un secchio che le porge. La mia amica lo afferra ed inizia a vomitare e a tossire, a tossire e a vomitare.

Continua così per qualche minuto mentre Claire, Leo ed io ci fissiamo preoccupati. Joel si alza in piedi allarmato ed inizia ad accarezzare la schiena ora ricurva di Alix.

"Sto bene, sto bene" Alix poggia il secchio sul pavimento. "È naturale" alterna lo sguardo su ognuno di noi, i suoi suoi occhi sono contornati da occhiaie scure.

Mi trattengo nel far scorrere sul mio volto le lacrime, che minacciano di uscire dai miei occhi. Mi chiedo se mai la mia amica potrà mai ritornare a danzare. Ancora ricordo il saggio che fece in un teatro in terza superiore. Fu meravigliosa, incantevole nel suo vestito e nei suoi movimenti leggiadri.

Dopo pochi minuti la chemioterapia giunge al suo termine, allora l'infermiera sfila l'ago dal braccio di Alix, e dopo aver salutato me, gli altri e aver lasciato un bacio sul capo biondo della mia amica, esce dalla stanza.

"Stai meglio?" Le chiede Leo.

"Insomma..." gli risponde lei. "Ma non è niente di preoccupante. È l'effetto collaterale della chemio, ma sto bene apparte per lo stomaco un po' in subbuglio" abbassa lo sguardo.

"Ti serve... qualcosa?" Intervengo.

"Un po' d'acqua, per favore".

Mi affretto ad uscire dalla stanza, a prendere una bottiglia dal distributore e a ritornare dagli altri.

Porgo la bottiglina ad Alix, lei la afferra ed inizia a bere finché... non scoppia a piangere.

"Ehi..." Claire le accarezza una guancia. "Andrà bene, okay?".

Seguo lo sguardo di Alix, che si sposta sulla propria gamba coperta dalla tuta estremamente larga.

"No, no Claire" fa un segno di diniego col capo. Non va bene, e non andrà niente bene. Smettetela!" Fissa ognuno di noi. "Smettela di dire che andrà tutto per il meglio solo per consolarmi. Voi non sapete, non sapete niente!" Le lacrime scorrono copiose sul suo volto.

"Cosa?" Interviene Joel facendo il giro della poltrona, e sedendosi sulla sedia difronte a quella di Claire. "Cosa non sappiamo?".

"La signora è morta" risponde lei.

"Quale-" inizio ma vengo interrotto.

"La signora... nella tua stessa stanza?" Interviene Leo.

"Esatto" risponde seccata l'altra."È morta e aveva anche lei il cancro. Quindi non ditemi che andrà bene, perché non è vero" dà un'occhiata a Claire, che sembra mortificata. "No... non è vero..." sussurra. "Lei è morta, perché io non dovrei?".

A sentirle pronunciare queste parole il mio cuore trema di paura. Alix è forte, lei non può morire, non ora. Morirà di vecchiaia quando avrà terminato di raggiungere i suoi obbiettivi, dopo aver raccontato al mondo ciò che di più bello ha da dire.

"Perchè tu hai ancora tanto da fare, ancora troppo per morire" Joel le prende il viso tra le mani. "Troppo...".

"Ma non basta" lei tira su col naso. "Sento la vita abbandonarmi, la sento. Non riesco... non riesco...".

"Alix" Joel la fissa dritto negli occhi. " Tu non morirai, no. Sei forte...".

Claire in silenzio inizia a piangere, allora si alza dalla sua sedia, supera Leo ancora seduto vicino alla poltrona, e poi mi affianca. Le giungo la vita con un braccio stringendola di più a me, mentre lei si asciuga gli occhi con le dita tremanti.

"Joel... io non sono forte" Alix fa segno di diniego.

"Sì... sì che lo sei" le dice dolce.

Lui avvicina il suo viso a lei. Le labbra dei due si sfiorano per poi scontrarsi come due pianeti che collidono.

Leo guarda la scena con un flebile sorriso all'angolo delle labbra, poi si mette in piedi e fa cenno a Claire e me di uscire. Tutte e tre lasciamo la stanza, rimanendo da soli Alix e Joel che dal vetro scorgo ancora a baciarsi.



Spazio noce suprema

Eccomi qui ritonarata con un capitolo, questa volta però è un capitolo notturno.

Vi chiedo scusa per l'attesa. So che state aspettando l'aggiornamento dalle 14:00.
Stando in vacanza ho degli orari molto sballati ed inoltre dove mi trovo la connessione internet fa schifo.

Ho voluto fare un focus su Alix, perché mi mancava un po'... spero vi sia piaciuto.

Jo finalmente ha capito con chi deve per davvero stare. Contenti?😏

Vi auguro buonanotte.
A presto♥️



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