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58. Se solo noi potessimo essere qualcosa

58. Se solo noi potessimo essere qualcosa

Rooney's Pov

Mi chiedo come sia possibile, che una ragazza antipatica come Claire possa sembrare tanto dolce e carina mentre dorme.

Ieri notte è stata la terza volta che è rimasta da me, potrei quasi farci l'abitudine... se solo lei volesse farla diventare tale.

Alcune sue ciocche di capelli sono infilate tra le sue labbra, che sono di poco dischiuse; gliele scosto dal viso con un flebile sorriso. I suoi lineamenti sono rilassati, non come quando è sveglia e ha l'espressione corrucciata come se le avessero fatto qualcosa di male (che poi, il novanta per cento delle volte, lei è arrabbiata senza motivo).

Sospiro accarezzandole le punte dei capelli.

"Non toccarmeli o mi sbiadisci ancora di più la tinta" apre di scatto gli occhi.

Sussulto sottraendola subito al mio tocco. Questa ragazza mi farà venire un infarto prima o poi. Forse più prima che poi.

"Buongiorno anche a te" dico sarcastico.

"Mmh" mugugna strisciandosi una mano su un occhio. "Buongiorno".

"Hai dormito bene?" le domando. Devo essere carino. Così si conquistano le ragazze, no?

"Devo fare pipì".

Questa risposta non ha senso, io le ho chiesto tutt'altra cosa, e lei...

Claire mi si butta addosso facendomi quasi soffocare, poi rotola giù dal letto sorpassando il mio corpo.

"C'era proprio bisogno di fare così?" le chiedo mentre si incammina fuori dalla mia camera.

Lei inciampa nei suoi stessi passi, manco fosse ubriaca, poi prima di uscire dalla stanza sbatte la testa sulla porta.

Ribadisco, che da sobria Claire è più preoccupante di quando è ubriaca fradicia.

Mi alzo dal letto, e mentre aspetto Claire ritornare dal bagno, metto apposto un po'la scrivana ricolma di libri, fogli e quaderni... tutto quello che, anche se studiassi per anni, non capirei ugualmente.

Sbuffo ponendo un libro sopra all'altro e tutte le matite nel portapenne all'angolo della scrivania. Apro il cassetto di quest'ultima, isso una cartellina contenente dei disegni e la appoggio sul ripiano, poi inizio ad infilare dentro ad essa alcuni disegni volanti sparsi nel cassetto.

Mi soffermo su uno in particolare: una ballerina.

"La vostra carta igienica è proprio scadente, comunque" la voce di Claire mi fa voltare di scatto. "Uh, bello questo" biascica con delle patatine in bocca.

"Grazie...".

"Fammi vedere" si avvicina a me mettendosi la busta di patatine sotto al braccio.

Mi prende il disegno tra le dita e lo fissa. Intanto, io fisso lei; mi fa sorridere mentre mangia, e non so per quale motivo.

"Sei una ladra di cibo" la accuso.

"Shhh" si acciglia. "Questa è Alix" mi rivolge lo sguardo.

"Lo è".

"Bello, molto bello" poggia il foglio sulla scrivania. "Fai vedere qua" apre la mia cartellina.

Inizia a sfogliare i miei disegni uno a uno: vari ritratti di paesaggi, di farfalle, fiori, e volti passano davanti ai nostri occhi.

"Tu hai talento da vendere" fissa un ritratto di Jade. "Dio... ma è uguale".

"Sei seria?" inarco le sopracciglia.

"Ovvio" alza spallucce poggiando il foglio sulla scrivania. "Come può..." alza gli occhi su di me. "Tu padre non apprezzarlo, dovrebbe essere più che orgoglioso di te e di quello che crei. Non tutti hanno la tua dote, Rooney. Sono seria, non fissarmi come se ti stessi prendendo in giro".

Sbatto più volte gli occhi. "Scusa... non me lo aspettavo...".

"Cosa? Che ti facessi dei complimenti?" ridacchia. "Mica sono tuo padre, quell'uomo senza cuore".

"è pur sempre mio padre... anche se...".

"Anche se è uno stronzo di merda" continua al mio posto. "Come fai a sopportarlo? Ha quella gran faccia da schiaff-".

"Beh..." rido sedendomi sul letto e lei mi segue. "Non è semplice ma c'è di peggio" alza spallucce. "Tu... hai un buon rapporto col tuo...?".

Tossicchia. "è... complicato" si guarda intorno. "Molto complicato. Non saprei come spiegarti, diciamo che... ehm".

"Se non vuoi, io-" cerco di riparare al danno ma mi interrompe.

"Oh, no io credo di volertene parlare" inizia a torturarsi le dita delle mani.

"Sicura?" le scosto una ciocca di capelli dal viso.

"Sì" alza lo sguardo su di me. "Diciamo che... mio padre non l'ho mai conosciuto... mai" si siede meglio sul letto per guardarmi meglio. "Io... cioè mia madre mi ha sempre fatto credere che lui, insomma, fosse... morto, morto dapprima della mia nascita".

Spalanco gli occhi. "Fatto credere?".

Cosa vuol dire? La madre le ha mentito? Non capisco.

"Già" abbassa lo sguardo. "Lei in realtà mi ha sempre tenuto nascosto che fosse vivo. Finché non l'ho scoperto da sola: non molto tempo fa sono entrata nella stanza di mia madre per cercare il certificato di morte di mio padre. Sai... per tentare, in un modo o nell'altro, di sapere dove fosse sepolto. E poi... poi ho scoperto che il certificato è falso".

"Cosa?" domando sbalordito. "Tua madre ha fatto scrivere un certificato falso? Perché?".

Lei mi guarda incerta, sospira. "Io... io non... non credo di saperlo. So solo che quando ho letto quel nome su quel foglio, Cesar Lambert, mio padre, sentivo come se fossi ad un passo per "conoscere", anche se su una tomba, mio padre. E invece... invece mi sono ritrovata peggio di prima".

"Scusami, ma perché tua madre non vuole fartelo vedere?" le chiedo confuso.

Mi chiedo dove sia il problema. è chiaro che Claire abbia tutto il diritto di conoscere, incontrare suo padre.

"Non... non lo so" abbassa lo sguardo.

Aggrotto le sopracciglio un po'scettico, ma comunque decido di non voler farmi troppo gli affari suoi.

Lei sospirando si alza dal letto. Inizia a girare per la stanza fino a fermarsi vicino alla scrivania. poggia i palmi su di essa e abbassa la testa.

Mi avvicino a lei, poi la attiro in un abbraccio. Claire si volta verso di me e ricambia subito la stretta. Il mio cuore batte forte, il mio respiro carezza il suo collo. Vorrei tenerla stretta a me sempre, vorrei poterle carezzare i capelli, come ora, quando voglio. Poterle toccare la pelle fino a farle venire i brividi, baciarla fino a consumarle le labbra. Ma questo, purtroppo non è possibile.

Mi scosto un po'da lei per poterla guardare in viso, poi poggio le mie labbra sulle sue. Iniziamo a baciarci piano, finché non faccio scivolare la mia mano sulla sua vita, e lei stringe la mia maglietta per spingermi di più verso di lei. Le nostre lingue si intrecciano, si accarezzano con delicatezza.

La prendo per le natiche e la faccio sedere sulla scrivania, lei sposta le cartelline contenenti i miei disegni e si sistema meglio. Ci riprendiamo a baciare, e quando mi tira alcune ciocche di capelli, la trascino per le cosce avvicinando il suo bacino al mio. Sospira sulla mia bocca quando le le accarezzo l'interno coscia, poi infila una mano al di sotto della mia maglietta iniziando ad accarezzare la mia pelle. Mi morde il labbro inferiore facendomi sorridere.

"Questo è il terzo" gli sussurro a fior di labbra.

Mi accarezza le labbra fissandomi negli occhi. "So contare, sai?".

"E se..." le scruto ogni angolo del viso. "Se..." le fisso di nuovo le labbra per poi tornare ai sui occhi. "Se fosse così sempre?".

Lei deglutisce visibilmente, le sue mani ancora sul mio corpo. "Cosa intendi?".

"Se noi..." sospiro accarezzandole i capelli e inclinando di poco il viso. "Se solo noi potessimo essere qualcosa... se solo tu lo volessi, io-io potrei-".

"Rooney..." mi interrompe sottraendomi al suo tocco, che mi scaldava. "Io... non credo sia il caso di... cioè noi due" indica entrambi. "è strano...".

"è strano, ma ti piace?" muovo veloci le miei iridi, per fissare ogni suo minimo movimento facciale.

Vorrei cogliere qualcosa nei suoi occhi, ma il suo nero è incomprensibile. Non riesco mai a capire niente di quello che prova. Mi chiedo se sia almeno felice quando è con me.

"Rooney...".

"Ti piace o no?".

"Rooney, non..." scende dalla scrivania allontanandosi da me. "Non credo sia il caso-".

"Cosa?" sbotto voltandomi verso di lei. "Cosa non è il caso?" mi avvicino a lei.

"Noi due non possiamo stare insieme" deglutisce.

Non possiamo stare insieme, ma ci baciamo e raccontiamo di noi l'uno all'altro?

"Claire" sospiro mantenendo la calma. "Lo vuoi capire che mi piaci da quando avevamo sette cazzo di anni?".

Lei dischiude le labbra ma poi le richiude, indietreggia fino a toccare il muro con la schiena.

"Cos'è quella faccia?" inarco le sopracciglia. "Non dirmi che non lo avevi mai capito, ti reputavo sveglia" dico inviperito.

Lei non fa e non dice niente, si astiene solo a fissarmi e questo mi fa ancora più arrabbiare.

"Rooney, perchè non me lo hai mai detto?".

"Sai, forse per lo stesso motivo per il quale mi pento di avertelo detto ora!" in poche falcate sono di nuovo a pochi centimetri da lei. "Ovvero che mi avresti preso in giro".

"Io non ti sto prendendo in giro" mi dice piano.

"Ah, no?" le chiedo retorico. "Allora cosa vuol dire 'non mi sembra il caso'" scimmiotto la sua voce con veleno.

"Perchè è vero".

Sfioro il mio naso con il suo e sibilo: "Vaffanculo, Claire".

Mi allontano da lei, poi esco dalla mia stanza lasciandola da sola.

\\\

"Ehiiii" Jade mi alza i due angoli delle labbra cercando di farmi sorridere.

"Lasciami in pace" mi allontano un po'da lei, ma rimanendo seduto sul divano.

"Hai litigato con Hermione?".

È un'ora che cerca di risollevarmi il morale, ma ora vorrei stare solo da solo.

Sbuffo.

Alzo lo sguardo suo mio padre, che è seduto difronte al tavolo del salotto mentre legge i suoi soliti fogli. Sta lavorando da stamattina, chissà se tutto questo lavoro servirà a qualcosa. Ma ora, sto divagando solo nei mie pensieri, perché in realtà ad essere un punto fermo nella mia mente, è Claire.

"Sei propri noioso" Jade si alza dal divano e si allontana.

Alzo gli occhi al cielo.

"Chi sarebbe questa Hermione?" chiede mio padre tenendo gli occhi fissi sul suo portatile.

"Papà, ti prego".

"Qualcosa mi dice che Jade si riferisca a quella Lambert" posa gli occhi su di me.

Svio il suo sguardo ignorandolo.

"Il mio consiglio-".

"Non voglio nessun consiglio" gli lancio un'occhiataccia.

"Il mio consiglio" ripete. "è quello di lasciarla perdere, non fa per te. Fidati di me".

Si alza, si mette davanti a me sovrastandomi con la sua altezza, mi dà una rapida occhiata che io ricambio con un'espressione confusa, e poi si allontana.

Non fa per me. Chissà se è veramente così. Non posso credere, che sia stata solo una casualità quella di incontrarci di nuovo dopo sette anni.

Mi guardo intorno sbuffando frustrato, finché i miei occhi non ricadono sui fascicoli posizionati sul tavolo, davanti al computer portatile di mio padre.

Do un'occhiata alla porta che divide il salotto col corridoio: non c'è nessuno.

Con aria indifferente mi alzo dal divano e raggiungo il tavolo, do nuovamente un'occhiata alla porta e poi ritorno con gli occhi sui fascicoli e sui fogli. Uno di quest'ultimi, che è poggiato proprio davanti al computer, attira la mia attenzione.

Afferro il foglio e assottiglio gli occhi sul titolo: certificato generale del casellario giudiziale.

È una fedina penale.

Scorro gli occhi sotto al titolo rimanendo impietrito.

Nome: Cesar

Cognome: Lambert.

Cesar Lambert: il padre di Claire.

Perchè diamine mio padre sta facendo delle ricerche su di lui?!


Spazio noce suprema

Ciao a tutti♥️

Beh... stava andando tutto troppo bene tra i Claney, quindi non potevo non farli discutere mua ah ah ah ah.

Rooney ha scoperto che suo padre sta facendo delle ricerche su Cesar Lambert, il papà di Claire. E da qui inizieranno i problemi, ed io rido.

Nello scorso capitolo in molte hanno sospettato che Arthur, padre di Rooney, possa essere uno dei maggiori sospettati. C'entra qualcosa?

Un salutino da Claire

A martedì♥️



























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