52. Le prove schiaccianti
52. Le prove schiaccianti
(Preoccupatevi)
Pov's Claire
"GEEERAAALDIIINAA!".
"Roxy ti ho detto che qui non- AHHHH levami questa cosa da dosso!".
La colazione a casa mia non è mai stata poi così tranquilla, ma questa non è di certo una novità.
"Mamma!" Roxane si alza dalla sedia posando, con un rumore acuto, la forchetta nel piatto. "Non è una cosa!".
Si dirige dall'altro lato del tavolo e leva l'anatra dalle gambe della madre, sotto lo sguardo ancora spaventato di quest'ultima.
"Chanel, oggi a che ora hai il turno?" chiede mia madre.
"Tutto il pomeriggio e la sera, dovrei finire verso le 22:00".
Fisso stanca il piatto con due brioche, che ancora devo toccare con nemmeno un dito. Le mie palpebre fanno fatica a rimanere aperte a causa della notte passata quasi del tutto in bianco.
Non sono riuscita a dormire più di dure ore. I pensieri mi tartassavano la mente come delle spine, che si intrufolano nella pelle e che fanno fatica ad uscire da questa.
La notte l'ho trascorsa a pensare a Rooney e al bacio che ci siamo scambiati ieri pomeriggio. Se ancora ci penso sento le vene vibrarmi nei polsi e il battito cardiaco accelerare di colpo.
Percepisco ancora le sue mani sul mio corpo, le sue labbra umide sulle mie, i suoi capelli-
"Claire" mia madre mi fa quasi sussultare.
"Uhm?".
"Tutto bene?"" mi scruta sospettosa.
"Oh, sì...".
"Tra poco viene Farah" informa Roxy fissando lo schermo del cellulare con ancora Geraldina tra le braccia.
Annuisco semplicemente distratta.
Do uno sguardo al mio di telefono notando un nuovo messaggio.
Il cuore mi martella forte nel petto.
Chi è?
Mi affretto a controllare:
Da Jo:
"Devo parlarti. Posso venire da te?".
"Va bene" gli scrivo.
Subito dopo ricevo un altro messaggio, sempre da parte sua:
"Faccio venire anche Rooney e Leo. Farah già l'ho contattata".
Dopo venti minuti siamo tutti riuniti in camera di Roxy e mia fissando Joel, e chiedendoci cosa vorrà dirci.
"Jo muoviti, dobbiamo andare all'università" dico chiudendo il mio zaino, dopo aver infilato al suo interno il mio quaderno degli appunti e il tablet.
"Ce n'è ancora per tanto?" chiede Leo seduto sulla sedia vicino alla scrivania con le gambe aperte.
Poggio il mio zaino sull'uscio della porta e poi mi volto verso gli altri.
Roxy e Farah sono sedute sul letto una alla destra e l'atra alla sinistra di Joel, che ha lo sguardo basso. Rooney invece è poggiato al marmo della finestra con le braccia incrociate al petto e gli occhi fissi su di me.
Ci scrutiamo a vicenda. Lui inarca gli angoli delle labbra in un debole sorriso, poi distende le braccia lungo i fianchi mentre io dischiudo le labbra fissandolo insistentemente.
"Jo, mi stai facendo partorire" dice Leo.
"Tu non hai l'utero, non potresti partorire, idiota" commenta infastidita Farah.
Distolgo lo sguardo da Rooney riportandolo verso gli altri. Noto che Roxy ha un sopracciglio inarcato e alterna lo sguardo tra il rosso e me.
No, lei non sa niente.
"Okay, okay" Joel sospira. "Ragazzi, io ho seriamente paura. Non so voi, ma... ma gli omicidi di quest'ultimi tempi non mi fanno dormire tranquillo".
"Jo..." dice piano la mia migliore amica. "Vedrai che cattureranno-".
"E intanto ci farà fuori tutti sto'killer del cazzo" Leo si passa una mano tra i capelli. "In un mese sono morte due persone e la polizia nemmeno si muove-".
"Guarda che mio padre ci sta lavorando" interviene il rosso con una nota di fastidio nella voce.
"Proprio tu lo difendi?" ribatte l'altro.
"Fatti gli affari tuoi, Leo!" dico inviperita.
"Ragazzi, non litighiamo per favore" Farah accarezza il braccio di Jo.
"E se... uccide anche uno di noi?" la voce di Jo trema.
Per una manciata di secondi ci guardiamo tutti a vicenda come se stessimo riflettendo su cosa dire al nostro amico. La risposta potrebbe essere sia positiva sia negativa. Le probabilità che però possa colpire proprio uno di noi non sono molte, anche se c'è da pensare, che il killer agisce molto velocemente (due vittime in un mese).
Dall'altro canto mi chiedo perchè proprio noi dovrebbe avere come bersaglio.
"Joel" mi avvicino a lui. "Non ci succederà-".
"Ah, no?" domanda retorico. "E tu cosa ne sai?" continua aspro.
Boccheggio senza riuscire a ribattere nulla, perché in fondo ha ragione.
"Inoltre" il ragazzo alterna lo sguardo su ognuno di noi. "Forse Leo, Roxane e Farah non lo sanno, ma il killer che sta ammazzando è quello che Bernard ha assegnato a Rooney e Claire".
"Parli della relazione?" chiede sbigottita Roxane.
"Esattamente" Jo annuisce. "Si chiama il killer dei cuori solitari".
"E che ne sai?" gli domanda lei. "Perché non me lo hai detto?" la ragazzi si rivolge a me.
"Io... Roxy... lo abbiamo scoperto da poco" le rispondo sperando che non se la prenda troppo.
Lei sospira e distoglie lo sguardo da me.
"Jo, stai dicendo che... questo killer... Rooney devi dirlo a tuo padre" afferma categorico Leo alzandosi dalla sedia.
"Sono d'accordo... potrebbe aiutare in qualche modo" interviene Roxane.
"No, ragazzi no" il rosso si scosta dal marmo.
"E perchè?"domanda Joel con un tono sospettoso. "Non credi anche tu che sapere che il killer dei cuori solitari è di nuovo ad ammazzare persone innocenti è lo stesso-".
"Non sappiamo se è lui" ribatte l'altro.
"A, no?" quello col cappello si alza, fa il giro del letto e fronteggia il rosso. "Non ti sembra abbastanza sapere che ha la stessa firma, e si sa che ogni killer ha una firma propria e riconoscibile. Forse Claire, che è più informata di te su questo argomento, potrebbe confermartelo, vero?" si volta verso di me.
Sempre a me le situazioni difficili.
Dischiudo le labbra alternando lo sguardo trai i due. "In effetti..." mi massaggio il collo.
"A me sembra un po'poco per essere così sicuri, secondo me dovremmo avere ulteriori prove per capire se i due killer sono in realtà la stessa persona" osserva Farah.
"Non possiamo aspettare ancora" interviene Leo. "Quest'informazione potrebbe essere utile per le indagini. Magari la polizia non ha ancora capito che c'entra qualcosa questo killer dei cuori solitari. Poi voi..." indica Rooney, Joel e me. "... potreste aiutare dato che avete fatto ricerche approfondite su questa persona".
"Credo che la polizia lo avrebbe già capito" ribatte Farah stizzita.
"Ed io credo proprio di no" la controribatte l'altro.
Questa conversazione sta degenerando.
"Ragazzi io voglio capire di più di tutta questa faccenda, voglio capire chi si nasconde dietro al killer dei cuori solitari" Joel fissa negli occhi ognuno di noi. "Solo così potrò essere più sicuro e non avere più paura".
Leo lo affianca. "Anche io" da una pacca sulla spalla del fratello.
Per la prima volta li vedo uniti.
"Anch'io" afferma Roxy.
Farah lancia un'occhiata alla mia migliore amica, e sospirando dice: "Anch'io".
Joel inarca le sopracciglia fissandomi. "Claire?".
"Anche io voglio scoprirlo" affermo risoluta.
"Tu?" chiede Jo a Rooney.
Il rosso sospira. La sua mascella è visibilmente contratta mentre una delle sue mani è chiusa in un pugno, le nocche bianche. "Ci sto" rilassa nuovamente le sue dita e le sue nocche divengono del loro colore naturale. "Ci sto anch'io".
Dopo poco tutti si allontanano da camera mia per dirigersi verso l'università. Quando Rooney ed io rimaniamo da soli, e quest'ultimo sta per uscire come tutti gli altri, lo afferro per un braccio.
Ci fissiamo per alcuni secondi, finché non mi lascia un morbido bacio all'angolo delle labbra.
\\\
Ritornata a casa dopo l'università approfitto che Roxy è in giro da qualche parte, per distendermi sul letto occupando tutto lo spazio a disposizione.
Sono stanca morta.
Oltre a non aver dormito quasi per niente, ho dovuto sopportare una mattinata di lezioni devastanti. Ma finalmente adesso posso rilassarmi. Con ancora i vestiti addosso chiudo gli occhi lasciandomi andare ad un sonno profondo.
Mugugno, svegliata dal gracchiare di Geraldina. Mi lamento per il forte mal di testa che la dormita mi ha provocato.
Ma io mi chiedo: il sonno dovrebbe far rilassare ed invece fa svegliare ancora più stanchi di prima.
Mi giro e mi rigiro nel mio letto, poi capendo di non riprendere più sonno mi metto a sedere. Stropiccio gli occhi ancora assonnati, mi allungo per afferrare il cellulare poggiato sul comodino per controllare l'ora: 5:03.
Ho dormito per tre ore.
Sbuffo frustrata alzandomi di scatto dal letto; mi posiziono dinanzi allo specchio per controllare le mie condizioni: i miei capelli sono un groviglio di nodi.
Sembra un nido e mi sorprende come un uccello non sia entrato in camera mia, per covare qualche uova sul mio capo.
Per renderli un po'più presentabili li lego in una coda alta ascoltando il silenzio, che di colpo viene interrotto da alcune voci lontane.
Raddrizzo le orecchie fissando dallo specchio le mie sopracciglia aggrottate e la mia espressione accigliata.
Raggiungo la porta, la apro di poco per udire meglio. Le voci appartengono a due donne e una di questa è mia madre, ma la seconda non è di Chanel, questo è sicuro.
Se non è di Chanel, allora di chi è?
"Non posso crederci" è la voce di mia madre.
"è così" dice l'altra voce.
Cerco di capire chi possa quest'ultima, che ascoltandola meglio mi sembra come se l'avessi già sentita, ma purtroppo ancora non la riesco ad associare ad un nome.
"Ti sei..." è mia madre.
"... rovinata la vita. Lo so".
"Dobbiamo fare qualcosa, assolutamente. Hai delle prove?".
"Sono venuta proprio per questo. Per prima cosa voglio rendere giustizia a tua sorella".
"Come?".
"Ho le prove schiaccianti".
Mi acciglio.
Prove di cosa?
Esco dalla stanza, e attenta a non farmi vedere, mi avvicino all'angolo tra il corridoio e il salotto. Finalmente riesco a vedere mia mamma di spalle e l'atra signora di profilo sedute entrambe sul divano.
Socchiudo gli occhi su quest'ultimo volto, che mi sembra di aver visto ma che proprio non riesco a riconoscere. Improvvisamente una lampadina mi si accende nella mente.
è Lauren.
è Lauren. è la madre di Gavin!
"Che tipo di prove?".
Lauren si muove un po'sul divano. Riesco a notare un livido che le macchia uno zigomo.
Chi glielo ha fatto?
La donna afferra la borsa posizionata sul tavolino difronte al divano, se la poggia sulle gambe e inizia a rovistare al suo interno.
Tira fuori quella che mi sembra una cassetta.
"Cos'è?" domanda mia madre.
"è la prova. Ascoltala quando nessuno è in casa".
La donna porge a mia madre la cassetta e quest'ultima con mano tremante la afferra.
"E con questa...".
"... con questa Ines potrà avere finalmente giustizia".
Spazio noce suprema
Ciao a tutti❤
Piaciuto il capitolo? Intanto mi stanno arrivando ancora gli scleri di quello precedente ahahah.
Mi dispiace... ma non c'è stato un continuo della "nociata" dei Claney🏃♀️
In questo capitolo i nostri personaggi sono determinati a scoprire qualcosa in più sul killer dei cuori solitari, ma chissà se riusciranno a capire davvero qualcosa.
Nell'ultima parte Claire sente una conversazione tra sua madre e Lauren. Sono sembrate abbastanza strane e ambigue. Nascondono qualcosa?
A presto❤
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