35. La sequenza di cifre
Per mezzo di varie ragioni tra le quali studio, stanchezza e lunghezza del capitolo, ieri non sono riuscita ad aggiornare.
Ma eccomi qui sempre e comunque.
Buona lettura❤
35. La sequenza di cifre
(Preoccupatevi).
Rooney.
Questo è stato il mio primo pensiero appena mi sono svegliata. Ancor prima di aprire gli occhi il suo viso mi è comparso dietro le palpebre.
Non so perché e non lo voglio sapere.
Mentre mi vestivo, mentre preparavo il mio zaino lo vedevo.
Lo vedevo come ieri sera.
Con gli occhi verdi a scrutarmi intensamente, quasi a consumarmi la pelle, con quel luccichio ad illuminargli le iridi.
Con le mani a tapparsi le orecchie, per me. Le sue palpebre desiderose di aprirsi per potermi guardare, io che le copro con un palmo così da non essere potuta vedere da lui.
Il mio viso era nascosto alla sua vista, ma qualcosa di più importante del mio volto era scoperto... un pezzetto del mio cuore.
"Va bene, per oggi abbiamo concluso la lezione" il professor Bernard mi risveglia dai miei pensieri. "Arrivederci, e studiate che perfino il detective Conan vi supera". Esce dalla classe dopo averci rivolto un sorriso cordiale.
Sbatto più volte le palpebre e poi mi affretto a riporre la matita, che ho rigirato tra le dita per l'intera ora, nel portapenne.
Mi alzo e afferrando lo zaino ai piedi della sedia, il mio sguardo ricade su Rooney a due file dietro il mio banco (alle spalle di Joel) che si sta stropicciando gli occhi, segno che abbia dormito tutta l'ora.
Come al solito.
"Claire".
Distolgo subito lo sguardo dal rosso e rivolgo la mia attenzione a Joel.
"Ehm, dimmi".
"Claire" fa il giro del banco e si avvicina a me. "Non voglio fare la relazione del professor Bernard con Lucas Morin" lancia un'occhiata dall'altro lato della classe.
Seguo il suo sguardo trovando un ragazzo del tutto comune, in fondo all'aula mentre sistema un quaderno nella sua borsa.
"Cos'ha che non va?" gli chiedo confusa issando lo zaino su una spalla.
"Claire" mi guarda con una faccia disgustata.
Si avvicina ancora di più a me, e accosta la sua bocca al mio orecchio poggiando il palmo della mano all'angolo delle labbra, come per volermi dire qualcosa senza farsi sentire.
"Si scaccola... aiuto" soffia al mio orecchio. "Ecco... ecco, lo ha fatto di nuovo".
Ho lo sguardo fisso sul ragazzo, e effettivamente ha ragione ma...
"Oh andiamo" alzo gli occhi al cielo. "Tutti lo fanno ogni tanto, non fare il difficile. Dovete solo studiare non sposarvi".
"E menomale, a nessuno piacciono le persone che si scaccolano" si allontana un po'da me.
"E a nessuno piacciono le persone con i cappelli" ribatto giusto per il gusto di fargli capire che non bisogna giudicare così frettolosamente una persona.
Joel, imbronciato, sta per rispondere alla mia affermazione, quasi sicuro in un modo non molto carino, ma Roxy si mette in mezzo tra me e lui.
"Claire muoviamoci, Alix ci sta aspettando e vuole parlarci".
"Dei reggiseni o dei perizoma?" domando.
"Va bene, io me ne vado" Joel si allontana avvicinandosi al banco di Rooney, dando una spallata a Leo che lo stava raggiungendo.
Le mie tecniche sono infallibili, adesso posso parlare da sola con la mia migliore amica.
"Allora? Di cosa vuole parlarci?" le chiedo.
"Non lo so, mi ha scritto di aspettarla al ristorate fuori all'università" alza spallucce mostrandomi lo schermo del cellulare con il messaggio della bionda.
Annuisco e insieme a Roxy raggiungo l'uscio della porta dell'aula da dove molti altri alunni stanno uscendo. Ma prima di allontanarmi il mio sguardo cade di nuovo su Rooney, scoprendolo già a fissarmi.
Non ci siamo nemmeno salutati, non che lo avessimo mai fatto, ma questo giorno sembra che abbia una sostanza diversa dagli altri, e non so perchè.
\\\
"Mmmh... che buone questa crepe" chiudo gli occhi godendo del cioccolato che mi accarezza la lingua.
"Lo sai che la Nutella contiene acidi grassi che-". inizia Farah.
Sbatto un palmo sul tavolino del ristorante, facendo sobbalzare Roxy di fianco a me. "Tra quanto devo morire?".
"Una settimana circa" mi risponde la riccioluta con nonchalance.
"Okay" ribatto seccata.
Do un grande morso alla crepe sentendo il cioccolato colarmi sul mento, nemmeno fossi una bambina. La mia maturità non è da meno mentre mastico affondo fissando gli occhi increduli di Farah.
"La stai traumatizzando" Roxy mi schiaffeggia un braccio.
"A... arah... ha... ziato" bofonchio con la bocca piena mentre le mie dita sono salde sul dolce come se fosse una cosa da proteggere a tutti costi.
"Claire" Alix alza gli occhi al cielo con un mezzo sorriso. "Sei tutta sporca, ma quanti anni hai?" dall'altro lato del tavolo mi porge un fazzoletto.
Mi ripulisco mentre guardo la bionda mangiare un insalatona...
Roxy un hamburger....
e Farah l'ossigeno misto all'azoto.
"Allora?" è la mia migliore amica. "Cosa dovevi dirci?" domanda ad Alix poggiando il suo panino nel piatto.
La bionda fissa una ad una un po'incerta come se non sapesse cosa fare. Sospira e poi si decide a fiatare. "È una cosa che riguarda soprattutto te, Rox" la guarda.
La mia migliore amica si mette meglio a sedere, incrocia le braccia al petto e strofinando le dita sul sul maglioncino che le fascia le braccia, le intima di continuare.
Intanto spremo dell'ulteriore cioccolato nella crepe.
"Rammentate quella sera all'Hot Club?". domanda seria.
"AAAH sìììì, quando un tizio ci rincorse con una mazza, poi me lo sono ricordato" dico ridacchiando mentre scrivo il mio nome sul tavolino bianco strizzando il tubo di cioccolato.
Farah mi guarda male mentre Roxy mi calpesta un piede intimandomi di starmene zitta e ferma.
"Dopo pulisco" dico a quest'ultima.
"Quella sera ci fu una discussione tra Joel, me e Leo e la causa ero io". esordisce Alix.
"Sì perchè stavi con Leo e lo avevi tradito con Joel" continua Roxy al suo posto con tono un po'seccato.
I miei ricordi dopo quella notte erano molto offuscati la mattina seguente dato che avevo preso una brutta sbronza.
Ma le ragazze mi hanno raccontato tutto il giorno dopo: dalla lite accesa tra i due fratelli, ad una me ubriaca presa di peso e trascinata nella camera di Rooney.
"Gia... è così" la bionda abbassa lo sguardo sulle sue dita. "Ma c'è dell'altro, o meglio, voglio raccontarvi la mia versione dei fatti" alza di scatto gli occhi sulla mia migliore amica.
"Mi sta salendo l'ansia" Farah si sistema meglio sulla sedia.
"Anche a me" la assecondo.
Mastico velocemente un boccone per alleviare l'attesa della rivelazione della bionda.
Roxane attenta si sporge sul tavolo.
"Leo ed io ci mettemmo insieme due anni fa, io avevo già finito il liceo, e a lui mancavano due anni ancora. Inizialmente andava tutto bene. Sapete... lui è quel tipo di ragazzo che non fa molta fatica a conquistarti, nonostante tutti i suoi difetti.
Ma poi le cose cambiarono, prima o poi cambiano sempre. Mi sentivo sempre più trascurata da lui, ma io pensavo fosse colpa mia... avevo iniziato l'università, avevo molti impegni e credevo che la causa del suo allontanamento fosse la mia. Però andando avanti col tempo..." si blocca respirando forte.
"Cosa?" domandiamo all'unisono Roxy, Farah ed io.
"Ho scoperto che mi tradiva... leggendo dei messaggi sul suo cellulare" i lineamenti del suo viso sono rigidi.
L'ultimo pezzo di crepe che stavo masticando mi scivola dalla bocca e cadendo nel piattino di plastica davanti a me.
"Io l'ho sempre detto che non mi è mai piaciuto" interviene Farah.
Roxy affianco a me è immobile.
"Ragazze, per favore... fatemi finire di raccontare" dice decisa. "Roxy so che da quella sera sei un po'più fredda con me" guarda la mia migliore amica che abbassa un po'lo sguardo.
"Io... volevo lasciarlo ma lui mi pregò di no, fece di tutto per farmi cambiare idea ed io cedetti. Ma i miei sentimenti non erano come quelli di prima, la mia fiducia nei suoi confronti era pari a zero. Non sono mai stata una persona gelosa, ma da quel momento lo diventai ma per sola paura di poter soffrire di nuovo".
"Però hai sbagliato a perdonarlo..." la interrompo.
Lei annuisce un po'rammaricata poi riprende il suo racconto. "Allora... entra in scena Joel che è sempre stato un mio grande amico. Quando dovevo parlare lui mi ascoltava, quando avevo bisogno di una mano lui me ne dava due. Così una sera ci vedemmo a casa mia, la scorsa estate, era solo per mangiare del sushi insieme ma...".
"Lo avete fatto?!" tutta interessata mi accascio sul tavolo adottando una posizione più comoda mentre la ascolto.
"Mi sa di sì" dice Farah.
"Sì... e mi sentivo bene, finalmente. Fin quando dalla porta non entrò Leo. Era venuto con uno scatolo di pizza e ci trovò nelle mani nel sacco".
"Praticamente una telenovela spagnola" intervengo.
Roxy mi guarda male così decido di non commentare più.
"Tempo due secondi Joel fu afferrato da Leo dal colletto della maglia, scaraventato a terra e pestato a sangue, mentre cercavo di fare di tutto per calmare Leo. Ero molto spaventata perchè non c'era nessuno in casa, i miei genitori erano usciti per una cena quando Leo aveva bussato alla porta".
"Perchè è così violento?" domanda Roxy.
"Credo abbia molta rabbia dentro..." le risponde Alix.
"Non è una giustificazione" interviene Farah dando un'occhiata a Roxy.
Mi ritrovo d'accordo con lei per una volta.
"Ad ogni modo" continua la bionda. "Leo mi lasciò e quando quella volta lo pregai io di perdonarmi, lui si rifiutò.
La verità, che purtroppo capì troppo tardi, era che lui non mi aveva mai amata ed è stato per questo che mi tradì. Certo, io poi ho fatto lo stesso, ma credetemi quando vi dico che ci sto male quando penso di aver fatto la sua stessa cosa. Ci sto male però non me ne pento, perchè Joel...". fa un gran respiro.
"Sì?" la sollecito.
"Perchè Joel mi amava e me lo aveva detto quella stessa sera".
Tutte al tavolo tratteniamo il fiato.
"Lui mi amava ma ero così cieca da non essermene accorta" continua Alix con la voce un inclinata.
Sto per mordere il mio dolce, ma decido di posarlo nel piatto perchè sento come se un rovo di spine mi stesse trafiggendo lo stomaco. "E... adesso non ti ama più?".
"Non lo so, ma farebbe bene a non provare più niente per me perchè quella sera mi sentivo troppo vuota e forse avevo solo bisogno di qualcuno. Forse se ci fosse stato un altro al suo posto... avrei fatto la stessa cosa." fissa il tavolino. "E me ne vergogno perchè Jo merita di più".
"Ma quindi tu non lo ami?" domanda invece Farah.
"Io... non lo amo" risponde.
Meglio amare o essere amati?
Sarebbe bello rispondere entrambe le cose, ma si semplificherebbe troppo la situazione quando invece l'amore è un groviglio di spine attorno al cuore. Un cuore che trova sollievo solo dopo che da quelle stesse ferite causate dalle spine, è riuscito a far germogliare dei fiori.
\\\
Roxy ed io siamo appena tornate a casa. Per tutto il tragitto è rimasta in silenzio. So che se prima aveva dei dubbi su Leo, adesso la sua fiducia nei sui confronti è pari a zero.
La casa è silenziosa come un cimitero, apparte noi due non c'è nessun altro.
Roxy va a farsi una doccia mentre io mi distendo sul letto a pancia in sopra fissando il soffitto.
Sospiro e di nuovo come stamattina, il mio pensiero è quel ragazzo dai capelli rossi e dalle lentiggini come spruzzi di pittura sul volto.
Il suono del campanello mi risveglia dai miei pensieri.
Così mi alzo di scatto ricordandomi che oggi devo dare lezioni a Gavin.
Corro verso l'ingresso e dopo essere inciampata sul tappeto nel salotto, riesco a raggiungere la porta ed aprirla.
Mi trovo dinanzi una donna sui trentacinque anni dai capelli color paglia, il volto piccolo e le labbra rosee. La pelle chiara le conferisce un'aria da bambola di porcellana se non fosse per un livido, che le macchia l'occhio destro.
La donna sembra accorgersi del punto dove il mio sguardo si è soffermato; così cerca di coprire il livido con una ciocca di capelli.
"Salve cara, sono la mamma di Gavin" mi informa ed io abbasso gli occhi sul bambino al suo fianco. "Solitamente mi apre tua madre" sorride cordiale.
"È andata a fare una commissione".
"Comunque piacere, sono Lena". mi porge la mano.
"Claire" ricambio.
La signora con un debole sorriso saluta il figlio accarezzandogli i capelli, ma quest'ultimo si ritrae, si allontana, mi spinge ed entra in casa.
Lena mi saluta educatamente, e prima di voltarsi guarda alle mie spalle con occhi tristi.
Chiudo la porta girandomi poi verso Gavin che sta fissando il punto nel quale la madre se n'è appena andata.
"Perchè tratti così tua mamma?" gli chiedo un po'stizzata.
Non sono nessuno per dargli lezioni di vita, e sicuramente non sono la prima a possedere un grado di affetto così alto, ma il rispetto è un'altra cosa.
"E a te che te ne frega?".
Sospiro facendogli segno di seguirmi. Entriamo in camera mia e mentre chiudo la porta lui poggia il quaderno e il libro sulla scrivania.
Si siede sulla sedia ed io ne trascino un'altra dal fondo della stanza e la posiziono di fianco alla sua.
Quindi in silenzio apro il suo quaderno per controllare a che punto è arrivato col programma: divisioni.
Dai, buon passo in avanti.
Gli assegno da fare un'operazione e lui tranquillo prende a scrivere.
Intanto mi concentro sul suono bianco del phon proveniente dal bagno, segno che Roxane si stia asciugando i capelli.
Riprendo a guardare Gavin, il bambino maleducato e strano che sta con la schiena ricurva con la penna impugnata in una mano.
Dopo un paio di minuti si rimette eretto mostrandomi il risultato.
E stento a crederci: ancora quel numero composto da tanti uno e zero.
Sono settimane che scrive la stessa sequenza di cifre.
"Gavin, cosa vuol dire questo?" gli domando picchiettando l'indice sul risultato.
Lui mi fissa dritto negli occhi ed una sensazione strana mi capovolge lo stomaco.
C'è qualcosa che non va in questo bambino, e il modo nel quale si comporta sta iniziando ad inquietarmi.
"Gavin rispondi" gli dico atona.
È come se fosse una statua, gli occhi fermi.
"Gavin" gli scuoto le spalle. "Rispondi!".
"CLAIRE DOV'È LA PIASTRA PER I CAAPEELLIII?" sento Roxy entrare in camera.
Giro la testa verso la sua direzione trovandola con una spazzola in una mano e con un'altra spazzola stretta nell'altra mano.
Piano faccio scivolare le mie dita via dalle spalle del bambino che come se non fosse successo niente ritorna a scrivere sul suo quaderno.
"Nell'ultimo cassetto dell'armadio" rispondo a Roxy ma fissando Gavin.
Scoprirò, fosse l'ultima cosa che faccio, cosa passa nella mente di Gavin.
Spazio noce suprema
Ciao, come state?
Scusate l'assenza soprattutto su Instagram ma questa settimana per me è stata difficoltosa per via dello studio.
Questo capitolo è davvero molto importante!!
Adesso abbiamo un quadro più chiaro della situazione gemelli/Alix. Da che parte state? Alix o Leo?
Joel oramai è la persona "mainagioia" della storia XD.
Le botte e le sfighe le prede sempre lui.
Fate attenzione a Lena, la madre di Gavin. Sarà importante, molto importante. La approfondirò.
Ricordate il nome "Lucas Morin", il compagno di progetto di Joel. Memorizzatelo.
Dato che in questo capitolo non è comparso molto Rooney.... rimedio subito😏:
A presto noci❤
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