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8. like a virgin

Song: Like a Virgin
[Madonna, 1984]

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Sento qualcosa scontrarsi contro la mia finestra e mi affretto ad uscire da camera mia e scendere in punta di piedi al piano di sotto. Con delicatezza apro la porta di casa, facendo attenzione a non farmi sentire dai miei che stanno dormendo: è l'una di notte, quindi non l'orario più adatto a far entrare gente in casa.

Vedo il volto di Porko illuminato dai lampioni e, quando mi vede, mi sorride dolcemente prima che io gli faccia spazio per lasciarlo entrare.

«Togliti le scarpe e fa piano.» Mormoro.

«Non capisco perché tu non abbia ancora detto ai tuoi che stiamo insieme. Ormai sono tre settimane.»

«Sai che a mio padre non stai simpatico. Voglio aspettare un altro po'...» Gli spiego, facendogli strada per le scale.

Raggiungiamo la mia camera e lo faccio entrare, chiudendo la porta subito dopo.

«Sì ma così mi sento un intruso. Ad entrare senza che i tuoi lo sappiano.»

Lo zittisco stampandogli un bacio sulle labbra, che lui ricambia fin da subito.

«Aspettiamo ancora un pochetto. Va bene?»

Lui annuisce e si mette a sedere ai piedi del letto, mentre io accendo la console: è già la terza volta che Porko passa da me in piena notte per giocare alla Nintendo. Non facciamo nulla di male e potremmo benissimo farlo alla luce del sole, ma non voglio che mia madre ogni volta entri in camera mia a chiedere come stiamo, a portarci da mangiare e a disturbarci. E conoscendo mio padre, entrerebbe ogni due minuti per assicurarsi che Porko non sia su di me o viceversa (nella migliore delle ipotesi). Preferisco di gran lunga che Porko entri in camera mia di nascosto a questo punto.

Non ho molti giochi per il NES e per lo più giochiamo a Super Mario Bros e a Castelvania, ma riusciamo a divertirci comunque.

Porko perde un'altra partita a Mario ed io gli rubo il controller di mano, ridacchiando.

«Domani se vuoi andiamo agli arcade.» Gli faccio, mentre già sto iniziando un'altra partita.

«Poi finiremo per discutere perché io voglio giocare a Rastan e tu vuoi giocare a Dragon's Liar. Come l'ultima volta.»

Prima di iniziare ad uscire con Porko non frequentavo molto le sale giochi, se non per alcuni giochi che poi ho potuto avere a casa con il Nintendo. Ma ora che Porko mi ha fatto provare parecchi giochi arcade, finiamo sempre per discutere a cosa giocare.

«Allora giochiamo ad altro. Giochiamo a Pac-man.»

Porko si gira a guardarmi, ma io sono troppo concentrata su Mario per ricambiare il suo sguardo.

«Pac-man.»

«Sì Pac-man.»

«Un gioco più noioso non potevi sceglierlo?»

«Ma se è bellissimo Pac-man!» Mi giro a guardarlo questa volta e, ovviamente, finisco per perdere.

«Fungo di merda.» Borbotto. Sento Porko che ridacchia e poso il controller a terra, prima di girarmi verso di lui.

«La scorsa volta agli arcade ho sentito qualcuno parlare di un nuovo gioco per il Nintendo che arriverà il prossimo mese. In Giappone c'è già da un anno, si chiama The Legend of Zelda o qualcosa del genere.»

Porko mi sta guardando senza dire nulla e la luce della tv mi permette di distinguere poco del suo volto.

«Cosa?»

«Niente. Ti stavo solo guardando.» Scrolla le spalle, come se fosse una cosa di poco conto.

Cerco di nascondere il mio imbarazzo e mi alzo per accendere la lampada sopra il letto. Spengo poi il Nintendo e la tv e mi sdraio a letto, seguita subito dopo da Porko.

Ci guardiamo a lungo, silenziosi: i nostri respiri sono appena percettibili e mi risuona nelle orecchie il battito del mio cuore. Ho quasi il timore che persino lui possa sentirlo.

«Ti devo ridare l'album degli Stones?» Chiedo ad un certo punto, riferendomi a Exile on Main St. messo vicino al videoregistratore.

«Tienilo ancora un po' se vuoi.»

«Comunque mi piacciono i Rolling Stones. Per quel poco che ho ascoltato, li preferisco ad altre band che ascolti.» Mormoro ancora, attenta a non svegliare i miei genitori.

«Ti avrei lasciato se non ti fossero piaciuti.» Scherza lui, a voce altrettanto bassa. «Ma è già qualcosa. Prima di rock ti ascoltavi solo Queen e David Bowie.»

«Guarda che sono cresciuta con un padre che si ascoltava sempre Pink Floyd, The Beach Boys e Jimi Hendrix. Quindi non sottovalutare la mia cultura.» Gli tiro una pacca sul braccio, non tanto forte da fargli male ma abbastanza da farlo mugugnare.

«Ma quello è rock vecchio stile o psichedelico. Io intendo l'hard rock puro, l'heavy metal.»

«Mi sa che non riuscirò mai a farmeli piacere...»

Porko avvicina una mano per accarezzarmi il braccio con la punta delle dita e lentamente comincio a rilassarmi.

«Allora presumo non ti interesseranno i Guns 'N' Roses.»

«I che?»

Porko inizia a spiegarmi che i Guns 'N' Roses sono una nuova band rock heavy metal di Los Angeles, che sta iniziando a far parlare di sé e che presto farà uscire il loro album di debutto.

«Ho comprato il loro primo singolo lo scorso mese, se vuoi te lo presto. È forte.»

«Come vuoi, però non ti lamentare se non mi piacciono nemmeno loro.» Gli sorrido beffarda.

«È molto probabile che faranno un tour per promuovere l'album, quindi sarà meglio che ti piacciano.»

«Non starai mica cercando di farmi venire a un concerto hard rock con te, vero?»

Porko ferma il movimento della sua mano e mi guarda dritto negli occhi.

«Sei tu che l'hai detto, mica io.»

Trattengo un sorriso «No.»

«Dai, perché no? Ci divertiamo. E poi il rock va ascoltato in live. Non puoi dire di aver ascoltato rock se non sei mai stata ad un concerto.» Parlando si avvicina a me e sento il mio cuore fare un balzo fin in gola.

Porko però, ignaro dell'effetto che questa vicinanza fa su di me, inizia a parlarmi dei concerti a cui è stato e dell'enorme differenza con le tracce registrate in studio.

Io alzo gli occhi al cielo, divertita «Vorrà dire che ammetterò di non aver mai ascoltato rock. Non voglio tornare a casa completamente sorda.»

«Non diventerai sorda. Cosa devo fare per convincerti a venire a un concerto con me?»

Inizialmente voglio di nuovo rifiutare, ma un'idea passa nell'anticamera del mio cervello e non riesco a trattenere un sorriso, che prontamente lui nota.

«Cosa?»

«Ora che ci penso, anche Michael Jackson presto farà uscire il suo nuovo album...»

Porko capisce cosa voglio dire e scuote la testa.

«Assolutamente no.»

«Ma perché? Michael non piace anche a te?»

«Quando lo trasmettono su MTV lo ascolto abbastanza volentieri, ma non ci tengo a trovarmi in mezzo ad un mucchio di ragazzine urlanti.»

«Io vengo ad un concerto hard rock con te e tu vieni ad un concerto pop con me. Mi sembra uno scambio equo!»

Porko sta per obiettare, ma subito riesco a bloccarlo.

«Preferisci Madonna?»

Ci pensa su, forse più a lungo del dovuto.

«Almeno lei è una bella donna. Se non mi piacciono le sue canzoni posso concentrarmi su altro.»

Il suo commento mi innervosisce e non trovo una risposta da dargli. Anzi, fatico persino a trattenere la mia espressione di disappunto.

«Cosa? Vuoi dire che non è una bella donna?»

«Sì che lo è. Anche troppo...» Senza accorgermene, lascio trasparire tutta la mia insicurezza e Porko lo nota.

Senza dire nulla si avvicina maggiormente, fino a fare toccare le nostre fronti. Completamente paralizzata, non ho il coraggio di guardarlo dritto negli occhi e tengo lo sguardo basso.

«Perché dici questo? Tu non hai nulla da invidiare a Madonna.»

Soffoco una risata sarcastica. «Sì certo come no. Ho tutto da invidiare a Madonna.» Mi giro a pancia in su, guardando il soffitto.

«Per me no.»

La sua risposta brusca ma al tempo stesso sincera mi bloccano il fiato in gola e velocemente cerco una risposta da dargli.

«È che Reiner-» Mi fermo.

Porko rimane una manciata di secondi in silenzio e lentamente si tira su facendo leva sui gomiti. Si posiziona con il busto sopra di me, sprofondando gli avambracci sul cuscino ai lati della mia testa. Mi guarda con disappunto e in questo momento capisco che non dovevo nominare Reiner.

«Reiner cosa?»

«Niente.»

«No adesso me lo dici. Non la smetto di insistere finché non mi dici quello che volevi dire.»

Vorrei sprofondare nel mio stesso letto come Johnny Depp in Nightmare. Lo stesso Johnny Depp che ora mi sta fissando dal suo poster alla parete e che, come sempre, mi giudica in silenzio. Cerco quindi di girare la testa il più possibile per non dover guardare né lui né Porko.

«Quando stavamo insieme, Reiner spesso mi diceva che non sarebbe stato male se fossi assomigliata di più a Karen Alexander, Beverly Johnson o come altre modelle di playboy che gli piacciono tanto. Mi consigliava diete, cose per somigliare di più a loro. Quindi sì, ne ho da invidiare sia a Madonna che a tutte quelle supermodelle in circolazione.»

Mi tormento le unghie per non doverlo guardare, ma Porko mi costringe a girarmi per incrociare i suoi occhi sopra di me. Qualche piccolo ciuffo dei suoi capelli, prima perfettamente ingellati indietro, ora si trova sopra la mia testa.

«Non devi permettere a nessuno di dirti queste cose. Di dirti come devi essere. Nemmeno se fossi io. Devi vivere per te stessa, nessun altro. Hai capito?»

Le sue parole mi provocano una sensazione di immensa gioia. È come se non fossi mai stata davvero felice in vita mia e lo stessi sperimentando per la prima volta soltanto ora.

Senza volerlo, nè tantomeno poterlo controllare, i miei occhi iniziano a pizzicare e velocemente si riempiono di lacrime.

«Che c'è? Perché piangi adesso?»

«Niente.» Cerco di asciugarmi le lacrime coi polsi, trattenendone il più possibile. «Sono solo molto felice... Scusa.»

Tiro su col naso e, di tutta risposta, sento Porko ridacchiare.

«Di che ti scusi, stupida.»

Con una mano Porko tira via le braccia dal mio viso, scoprendolo, e mi lascia un bacio sulle labbra. Si sta allontanando, ma prontamente mi riavvicino sollevando un poco la testa e lo ribacio, sentendo un piacevole calore in tutto il corpo. Il bacio si fa sempre più passionale e le labbra di Porko si spostano sul mio collo. I suoi respiri profondi sulla mia pelle mi provocano continui brividi lungo la spina dorsale e gli stringo i capelli, sempre più presa dal momento.
Mentre lui cerca di tenersi sollevato con ancora un braccio poggiato sul cuscino a lato della mia testa, con l'altra mano inizia a vagare sul mio corpo. Quando però arriva a stringere la mia coscia, in un sussulto il mio corpo si paralizza per la paura. Non appena lui se ne accorge, si ferma e mi guarda preoccupato.

«Scusami.»

«No non scusarti» Gli rispondo prontamente, respirando ancora a pieni polmoni «è che... mi faceva male farlo con...» Non vado avanti, sperando che Porko abbia capito.

E infatti non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, ma la sua fronte torna corrucciata come prima.

«Reiner è una testa di cazzo. Pensa solo a se stesso, egoista com'è. Quindi non si curava di far stare bene anche te, o di metterti a tuo agio.»

Porko torna a sdraiarsi sulla schiena, con gli occhi rivolti sul soffitto.

«Ti sei offeso?»

«No che non mi sono offeso.» Sorride per tranquillizzarmi, «Solo... voglio che tu ti senta a tuo agio con me. Non sono come Reiner. Per me è importante che anche tu... insomma, hai capito. Voglio che anche tu ti senta bene nel farlo.»

Grazie alla luce della lampada riesco a notare un lieve rossore tingere le guance di Porko e, inconsciamente, sorrido. E un pensiero occupa la mia mente.

«Il prossimo fine settimana non ci sono i miei. Vanno a Sacramento per una conferenza, o qualcosa del genere. Che ne pensi?»

L'imbarazzo non mi permette di essere diretta nelle parole, ma Porko capisce subito cosa voglio dire.

«Devi dirmi tu, se vuoi oppure no.» Si gira a guardarmi, aspettando che io prenda una decisione.

Ci penso, forse più a lungo del dovuto. Una parte di me ha paura, al ricordo del dolore che provavo quando facevo sesso con Reiner. Eppure, un'altra parte di me è convinta che con Porko sarà diverso, che lui mi farà stare bene e che non dovrò preoccuparmi.

"Lui non mi farà mai del male..."

«Voglio farlo.» Le parole escono dalle mie labbra con convinzione, quasi senza accorgermene.

Porko allora si gira su di un fianco, verso di me.

«Sicura?»

Annuisco, più decisa che mai. E di tutta risposta Porko, con un sorriso, si avvicina per lasciarmi un bacio e mi stringe a sé.

Rimaniamo così a lungo, quando lui spezza il silenzio facendo una domanda.

«Comunque davvero, secondo te io preferirei stare con Madonna piuttosto che con te?»

«Chiunque lo preferirebbe.»

«Be' io no. Preferisco di gran lunga te. E poi Madonna mi dà l'idea di una stronza.»

«Non è vero!» Obietto offesa, cercando di tenere la voce bassa.

«Dai, se la tira tantissimo!›

A questo punto mi allontano da lui e incrocio le braccia al petto, fingendomi offesa.

«Almeno lei non va in giro a spaccare chitarre, come qualcun altro.» Lo punzecchio, con un sorrisetto caustico.

Porko capisce ed è svelto a replicare. «È un basso quello che Paul Simonon spacca sulla copertina di London Calling.»

«Stessa cosa.» Lo stuzzico maggiormente, provocandogli un largo sorriso.

«Sei pessima.» Mi prende il viso, affondando il pollice in una guancia e le restanti dita nell'altra, così da non permettermi di ribattere in alcun modo.

Lo allontano da me, ridendo, e lui mi fa un'altra domanda.

«Tornando al discorso di prima, se ti chiedo la stessa cosa ma dal mio punto di vista?»

«Cosa?»

«Tu preferiresti stare con Michael Jackson piuttosto che con me?»

Fingo di pensarci, con tanto di «mmmh...» e occhi puntati al cielo.

«Non lo butto mica via.» Non riesco a trattenere un sorriso e così sembra per lui.

«Sei davvero una pessima persona.»

«Eppure stai insieme a me- no ti prego no!»

In men che non si dica, le sue dita sono sul mio corpo e si muovono frenetiche sulla mia pancia e sui miei fianchi, provocandomi il solletico.

A stenti riesco a trattenere le risate, soffocate in dei suoni striduli. Cerco di portarmi una mano alla bocca per non fare rumore, ma allo stesso tempo non voglio che Porko abbia spazio per farmi ridere ancora di più.

«Sveglieremo i miei!»
«E lascia che si sveglino.» Mi risponde ridendo.

Riesco a farlo fermare quando ho già le lacrime agli angoli degli occhi, sfinita.

«Ti odio.»

«Ed io ti amo tanto.»

Ho un tuffo al cuore. È la prima volta che me lo dice e, nonostante io provi a trattenere i miei muscoli facciali, mi sfugge un sorriso addolcito.

«Con questa cosa ti sei guadagnato un altro giorno di vita. Ma non pensare di farla franca così.»

Ricambia il mio sorriso e mi abbraccia, restando così per il resto della notte e fino alle cinque di mattina, quando decide di tornare a casa.
Dal canto mio, io non riesco più ad addormentarmi e arrivo all'ora di pranzo sfinita, con grande confusione dei miei genitori nel vedere, nonostante il sonno, un sorriso ebete stampato sulla mia faccia.

*Spazio Me*
unpopular opinion che condivido con Porko e che ho bisogno di dire a qualcuno: a parte per due canzoni, non mi piace Madonna.
ecco l'ho detto. scusate.

*Levi la porta via*

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