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7.5. one more time

Song: ...Baby One More Time
[Britney Spears, 1998]

Non avevo idea di come fosse successo. Io ero seduta sull'altalena e lui in piedi di fronte a me. Mi ero poi alzata per andarmene, stanca di tutto, e lui era stato d'accordo con me. Ci eravamo guardati per salutarci e, in qualche modo, ci eravamo baciati. Chi dei due si fosse avvicinato per primo o che l'avessimo fatto insieme non aveva alcuna importanza, perché in quel bacio erano racchiuse tutta la passione e la nostalgia sopite per anni.

Come un fulmine a ciel sereno rinsavii improvvisamente e mi allontanai dalle sue labbra, spingendomi via da lui.

«No!»

Anche lui parve riprendersi ed io, ora conscia dell'accaduto, mi portai le mani alle tempie e feci un paio di passi indietro.

«Cazzo, cazzo...!»

«È stato solo un bacio [T/n] non ha significato nulla.» Porko tentò di avvicinarsi ed io arretrai ancora di un passo, con il timore che potesse riaccadere.

Io e Porko ci eravamo baciati.
Io ero sposata.
Porko era sposato.
Entrambi eravamo genitori.
Entrambi ci eravamo baciati.

«Non ha significato nulla, giusto?» Porko era più tranquillo di me, seppur nel suo sguardo trapelasse una certa angoscia nel farmi quella domanda.

Non seppi come rispondere e, senza accorgermene, mi posi sulla difensiva, alzando il tono della mia voce.

«Insomma tu- tu non puoi arrivare qui e baciarmi come se non fosse successo niente, come se non ricordassi nulla di come è finita tra noi!»

Rivangai il passato ancora una volta e Porko, che prima aveva un minimo di autocontrollo rispetto a me, ora aggrottò la fronte e sembrò alterarsi quanto me.

«A baciarti? Come se ti avessi costretta!»

«Sai cosa voglio dire.» Mi risedetti sull'altalena e mi portai le mani a coprirmi la faccia.

«Non sembravi tanto dispiaciuta fino a pochi secondi fa!»

«Non volevo baciarti, è successo e basta!»

Volevo porre un freno alla discussione, ancora troppo sconvolta per il nostro bacio, ma Porko schioccò la lingua sul palato e, sprezzante, riprese.

«Dio, sei sempre la stessa. Orgogliosa e permalosa, proprio com'eri allora.»

Alzai la testa per guardarlo, fulminandolo con gli occhi «Scusami?»

«È successo quindici anni fa [T/n]. Davvero non riesci a dimenticare?»

«Hai idea di come io mi sia sentita, dopo aver letto quella lettera? Dopo essere corsa a casa tua e non averti più trovato? Per un anno, un interno anno non l'ho superato!» Più parlavo e più la mia voce diventava acuta e rotta per le lacrime che minacciavano di uscire. E anche la voce di Porko lentamente si stava alzando.

«Non sono mai stato bravo con gli addii, li ho sempre odiati, specialmente se quell'addio riguardava te!»

«Quindi è stato meglio andartene e lasciarmi nella cassetta della posta una schifosa lettera d'addio come ultimo saluto?!»

«Oh insomma! Sapevamo entrambi che dovevo ripartire! Ma io non ce la facevo a dirti addio faccia a faccia, a guardarti mentre ti salutavo forse per sempre. Mi dispiace va bene? Ti chiedo scusa! Ma anche io ho sofferto molto per tutto questo!»

Parlando si era avvicinato ed io d'istinto mi ero alzata e allontanata di nuovo da lui, andando dietro l'altalena.

«Ti ricordo che "tutto questo" è stata una tua scelta. Quella di non tornare più negli Stati Uniti è stata una tua scelta!»

«E cosa dovevo fare? Andare contro i miei genitori, mandare a fanculo l'università in Canada, il mio futuro, e scappare con te a New York? Questa tua idea non ci avrebbe portato da nessuna parte, lo capisci?»

«E tu non ti sei nemmeno scomodato di trovare un'altra soluzione? Hai preferito rompere ogni rapporto con me, dirmi di odiarti e dimenticarti. Avremmo potuto vederci ogni estate, organizzarci, ma tu hai preferito chiudere tutto!»

«Vederti una volta l'anno non mi sarebbe mai bastato e nemmeno a te.»

«E così facendo mi hai persa per sempre!»

La mia voce risuonò per il parco giochi, con rabbia e rammarico, mentre Porko non aggiunse altro. Le lacrime agli occhi mi portarono ad abbassare la testa e, intenzionata più che mai ad allontanarmi, mi strinsi nelle braccia e feci per superarlo. Tuttavia lui mi prese saldamente un braccio e mi fece girare verso di lui. Tornai a guardarlo

«[T/n] ora guardami. E dimmi che se ti avessi detto addio senza quella lettera, ma dal vivo, le cose sarebbero cambiate. Che avresti sofferto meno.»

«Sai bene che non è stato solo quello il problema.»

«Avresti sofferto meno sì o no?»

Scansai la sua presa con veemenza, ma non dissi nulla. Restai in silenzio e, senza la forza di guardarlo, distolsi gli occhi dai suoi. Anche lui restò in silenzio, forse aspettando ancora una risposta o forse perché nemmeno lui sapeva più cosa dire, tantomeno cosa fare. Sembravamo arrivati a un punto di rottura da cui non potevano tornare indietro.

Dal nulla, sentii della musica provenire da un palazzo poco lontano. Affinai l'udito e per aiutarmi rivolsi lo sguardo sull'appartamento in questione, dalla quale finestra uscivano luci stroboscopiche.
Mi giunse la voce di Britney Spears chiara nelle orecchie, alta e rumorosa, del suo singolo più famoso di pochi anni prima.

«Sono le tre del mattino, che diavolo pompano la musica a quest'ora?» Sbuffai infastidita, più rivolto a me stessa che a Porko.

Ma proprio da quest'ultimo, improvvisamente, sentii uscire un leggero sghignazzare, che presto si tramutò in una grossa risata.

«Cosa? È fastidioso per tutti.»

«Sei proprio una vecchietta.»

Stavo per obiettare, ancora arrabbiata, ma la sua risata mi contagiò e mi uscì prima un sorriso, poi lo seguii a ruota senza nemmeno accorgermene ridendo anch'io.

«Davvero, se fossi stata diciassettenne adesso anche tu avresti pompato Britney Spears alle casse a notte fonda! Come facevi sempre con Madonna quando i tuoi genitori erano via per il weekend.»

Continuai a ridere con lui al ricordo, specialmente di un fine settimana in particolare.

«Menomale che quella volta che eri con me, anche i vicini erano in vacanza. Altrimenti avrebbero chiamato la polizia e lì sì che sarebbero stati guai.»

«Ci credo, con tutti gli alcolici che c'erano in casa e tutto il casino che stavamo facendo.»

«Parla per te! Mettevi gli Iron Maiden al massimo, almeno la mia era musica più tranquilla.»

«Che gusto c'è a mettere a palla qualcosa se non è buona musica?»

Cercai di rivolgergli un'occhiata brusca, ma non riuscii a trattenere il sorriso ancora presente sulle mie labbra.

«Non ti dico niente perché sarebbero solo insulti, sappilo.»

«Sì questa era pesante, scusami.» Anche la risata di Porko stava scemando, ma non per questo l'allegria sul suo viso scomparve. «Però alla fine un compromesso l'abbiamo sempre trovato, qualcuno che riusciva a piacere ad entrambi sempre e comunque.»

Capii subito a chi si riferiva

«David Bowie. Non litigavamo mai se partiva lui su MTV.»

«D'altronde tutti amano David Bowie.»

«A proposito hai ascoltato l'ultimo album?» Mi interessai, incuriosita dalla sua risposta.

«Sì ma non l'ho trovato un granché.»

Inarcai le sopracciglia «Scherzi vero? Io l'ho adorato.»

«Rispetto agli anni '70 e '80 questo non è uno dei suoi lavori migliori, ammettilo.»

«Mi sembra abbastanza normale. Anche i Queen sarebbero calati secondo me, se Freddie Mercury fosse ancora vivo.»

«Già... Ci credi che quest'anno sono undici anni dalla sua morte?»

Porko si fece improvvisamente pensieroso.

«Sì... Undici anni. Dio mio sembra ieri quando seppi la notizia.» Sospirai, ricordando il momento in cui vidi la notizia trasmessa su MTV la mattina del 25 novembre del '91.

«Il tempo è passato davvero in fretta.»

In quel momento, dopo quei brevi istanti di pura allegria, tornò tra noi una strana aria di malinconia, che ci portò nuovamente nel silenzio tombale.
Per qualche ragione, io e Porko riuscivamo a cambiare argomento e a ridere come se nulla fosse, per poi non rivolgerci più la parola per il riaffiorare di ricordi tristi e racorosi. E non appena alzavo gli occhi per incrociarli coi suoi nocciola, mi sentivo tornare diciassettenne. Piccola e intimidita, senza la benché minima idea di che cosa riserbasse per noi il futuro.

Proprio come cantava Madonna in Like a Virgin.

Quella canzone mi provocò nostalgia e presto un altro ricordo specifico occupò la mia mente, appartenente sempre ad una notte dell'estate dell'87.

Ridacchiai senza rendermene conto, cosa che non passò inosservata a Porko.

«Cosa?»

«Niente, mi è tornata in mente un'altra cosa.»

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