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𝐢𝐱.

Nessuno dei due parla, durante il tragitto. Quando arriviamo in infermeria, fortunatamente è totalmente vuota. Ordino a Xavier di sedersi sull'ultimo lettino della fila a destra, e lui obbedisce senza opporre resistenza. Poi prendo del cotone e del disinfettante, che lui guarda un pò di traverso.

-Quindi è stato un disegno a farti questo?- gli chiedo, inzuppando un batuffolo. Lui annuisce con la testa bassa.

-Hai presente i miei poteri, no? L'altro giorno stavo disegnando una creatura che mi sta tormentando i sogni, e inaspettatamente ha preso vita. I suoi artigli mi hanno fatto questo- risponde, accennando ai graffi sul collo.

Mi siedo davanti a lui, accavallando le gambe e sporgendomi verso il suo viso. Gli premo il cotone sulle ferite, e lui stringe i denti. Dopo un pò cambia espressione, alzando per la prima volta lo sguardo verso di me.

-Celia, riguardo a quello che è successo vicino la serra, l'altra sera...-

-Non devi per forza parlarne, Xavier. Non in queste condizioni- rispondo subito, avvampando. Volevo completamente evitare quell'argomento, ma lui sembra avere altri piani.

-No, ma io ne voglio parlare. Ci ho riflettuto molto, e mi sono accorto di essere stato troppo impulsivo. Non volevo che finisse così-

-Non preoccuparti- rispondo, ma lui non si ferma.

-Sicura?- chiede, e io annuisco velocemente, mentre continuo a tamponargli il collo -E' che...ho paura di aver rovinato tutto. Nessun rancore?-

-Assolutamente-

-Quindi non ti darebbe fastidio, se ti invitassi al ballo di sabato-

Rimango talmente spiazzata che smetto persino di disinfettargli i tagli. Allontano lentamente la mano, sforzandomi di trovare al più presto una risposta.

-Oh, Xavier, ma io ho già un accompagnatore per il ballo- mento spudoratamente, maledicendo il momento in cui ho pensato di trascinarlo con me in infermeria.

-Un...accompagnatore?- risponde lui, quasi balbettando. -E chi sarebbe?-

-Kent- rispondo, senza riuscire a tenere a freno la lingua.

-Kent? Kent la sirena?-

-Tritone-

-E' la stessa cosa-

-Sì, proprio lui. Me lo ha chiesto stamattina- 

Xavier mi guarda per un pò, poi ridacchia. Io aggrotto la fronte, alzandomi in piedi.

-Che c'è da ridere?-

-Niente, niente. E' solo che...- continua a ridacchiare -Kent?-

-Beh, almeno Kent ha avuto la decenza di sbrigarsi ad invitarmi e non aspettare che io lo portassi in infermeria per tamponargli dei dannatissimi graffi sul collo. La prossima volta cerca di controllare il tuo tempismo- rispondo, stizzita. Rimango per un pò in silenzio, per poi prendere una benda e tagliarla. La fisso velocemente sulle ferite, mentre Xavier non aggiunge più niente.

-Puoi invitare Bianca, comunque. Non hai visto come ti guardava oggi in classe?- riprendo, perché tanto ormai ci ho preso gusto. La scenetta è iniziata, tanto vale portarla avanti.

-Io non voglio andare al ballo con Bianca. Io volevo andarci con te- risponde lui, e io mi stringo nelle spalle.

-Puoi sempre fare a botte con Kent per avermi. E comunque, vedrai che alla fine andrà a finire così-

-Cosa? Che farò a pugni con Kent?-

-Lo sai cosa. Che andrai al ballo con Bianca. Lei non ha mai mandato giù il fatto che tu l'abbia lasciata-

-Avevo i miei buoni motivi-

-Non lo metto in dubbio. E' solo che lei non è una che si arrende facilmente. Farà di tutto per averti come suo accompagnatore-

-O lo ha già chiesto a qualcun altro e tu non lo sai. Alla fine lo so che sarò costretto ad andarci con Ajax-

-Se Ajax riesce a farsi coraggio, probabilmente inviterà Enid. Altrimenti sarà tutto tuo-

Prendo la borsa che avevo poggiato su una sedia accanto al lettino e faccio per andarmene, ma Xavier mi ferma stringendomi il polso.

-Grazie per la fasciatura- dice, con un mezzo sorriso. Non ci vuole un genio per capire che ci è rimasto malissimo, dopo aver sentito la mia risposta, ma ormai non si torna indietro. Ora la cosa più difficile sarà convincere Kent a venire al ballo con me. A malapena ci salutiamo, quando ci vediamo.

-Non c'è di che- rispondo -e cerca di non disegnare più quella creatura, se non vuoi che ti faccia ancora del male-

Detto questo, mi incammino verso la porta a passo svelto. Non mi volto indietro neanche una volta, ma sono sicura che Xavier mi stia seguendo con lo sguardo.


***


-Perché diavolo gli hai detto di no?- esclama Enid, saltando in piedi. Io rimango seduta sul suo letto, prendendomi la testa tra le mani.

-Non lo so!- rispondo io -Mi sembrava la cosa giusta da fare!-

-Celia. Xavier ti ha baciata, ok? Lui può dire tutto quello che vuole, ma lo ha fatto. E su questo non ci piove-

-E con questo?-

-E con questo? Celia, tu gli piaci!-

Prendo un cuscino di Enid e ci premo la faccia contro, per attutire il mio urlo. Mi sono resa conto troppo tardi del guaio in cui mi sono cacciata. Convincere Kent non è stato difficile, perché fortunatamente nessuno lo aveva ancora invitato e lui non era interessato a nessuna. Il problema era Xavier.

-Gli avrò spezzato il cuore, Enid! Glielo avrò spezzato in mille pezzi...-

-Piano, piano. Non è ancora tutto perduto. Ma quello che io non ho chiaro è: lui ti piace oppure semplicemente ti fa pena?-

-Non c'è domanda che mi devasta più di questa- rispondo, sull'orlo di lanciare un altro urlo.

-Beh, inizia a chiarirti le idee. Se posso darti una mia opinione, se ti stai preoccupando così tanto per lui significa che in fondo in fondo un pò lui ti...-

-Ti prego, non dirlo- la fermo -non va mai a finire bene-

-Cosa, innamorarsi? Ma no, non farla così drammatica!-

-No, io la faccio drammatica. Eccome se la faccio drammatica-

-Cosa fai drammatica?- dice ad un tratto una voce proveniente dall'entrata, che riconosco subito. E' Mercoledì.

-Xavier l'ha invitata al ballo, ma lei ha mentito dicendo che aveva già un accompagnatore. Ora si sente in colpa perché forse, in realtà, Xavier un pò le piace-

-Grazie mille, Enid- sbuffo, coricandomi sul letto. In realtà non avrei voluto che lo sapesse così, ma ormai è andata. Mercoledì si volta lentamente verso di me, totalmente impassibile.

-I ragazzi sono forse gli esseri più inutili sulla faccia della Terra. Non lasciare che anche solo il pensiero del loro volto ti invada la mente- sentenzia, per poi entrare nella stanza e sedersi alla sua scrivania. Dopo neanche due secondi inizia a scrivere qualcosa, usando una macchina da scrivere. Per tutto il resto della mia permanenza nella stanza, non la sento più fiatare.


***


Camminando nel corridoio che porta dalla stanza di Enid e Mercoledì a quella mia e di Bianca, rifletto ancora a lungo su ciò che è successo con Xavier. Non riesco proprio a capire perché abbia dovuto mentire, non è da me. 

Mentre una serie di domande iniziano ad offuscarmi i pensieri, qualcosa fuori dalla finestra coglie la mia attenzione. Un'ombra, che sta correndo veloce nel prato. Mi avvicino subito al vetro, cercando di identificare la figura.

Non ci vuole molto per capire che è Xavier. Rimango ad osservarlo per un pò, solo per vederlo scomparire tra gli alberi che costeggiano la scuola. 

-Me ne pentirò sicuramente- dico, mentre inizio a correre giù per le scale e poi fuori dalla porta.



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