
ᰍ 𝐘𝐔𝐔𝐆𝐄𝐍, 𝐛𝐬𝐝: « 𝐂𝐫𝐢𝐬𝐭𝐨𝐩𝐡𝐞𝐫 𝐌𝐚𝐫𝐥𝐨𝐰𝐞 »
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➤ 𝙽𝙰𝙼𝙴: 𝚌𝚛𝚒𝚜𝚝𝚘𝚙𝚑𝚎𝚛 𝚖𝚊𝚛𝚕𝚘𝚠𝚎
➤ 𝙰𝙵𝙵𝙸𝙻𝙸𝙰𝚃𝙸𝙾𝙽: 𝚐𝚞𝚒𝚕𝚍
➤ 𝙾𝙲𝙲𝚄𝙿𝙰𝚃𝙸𝙾𝙽: 𝚕𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
➤ 𝙰𝙱𝙸𝙻𝙸𝚃𝚈: 𝚕𝚊 𝚝𝚛𝚊𝚐𝚒𝚌𝚊 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚒𝚊 𝚍𝚎𝚕 𝚍𝚘𝚝𝚝𝚘𝚛 𝚏𝚊𝚞𝚜𝚝
➤ 𝙺𝙴𝚈 𝚆𝙾𝚁𝙳: 𝙷𝚄𝙼𝙰𝙽𝙸𝚃𝚈
ꗃ Nome:
𖥔 Christopher.
• Il nome Cristopher è chiaramente un nome inglese, anche se deriva dal greco "Christophoros", che è composto dai termini "Christós" (Cristo) e "phérō" (portare). Il suo significato, quindi, può essere interpretato come "colui che porta Cristo".
È un nome che probabilmente pare estremamente comune e normale, sentito e risentito in tutte le lingue con ogni possibile variante, tanto che è raro sentire qualche commento su tale nome, forse un po' banale o forse un po' passato di moda, fattostà che egli ha sempre portato questo nome, che gli piacesse o meno. Non ha mai rifiutato alcun soprannome, ritenendo divertente ascoltare i modi con cui la gente gli si rivolgeva, tanto che ora può dire di averne sentite di tutti i colori, anche se il suo preferito rimarrà "Crispy McBacon", idea di uno dei suoi amabili figli, che però non ha oggettivamente niente a che fare con caratteristiche del suo carattere o del suo fisico, è semplicemente nato dalla fantasia di un bambino, che si annoiava a chiamare suo padre "papà". Tornando al significato, invece, Christopher ritiene che non ci potesse essere un nome peggiore per lui, non tanto perché suoni male o perché sia troppo lungo, semplicemente ritiene che come significato non si adatta minimamente alla sua persona: lui non porta Cristo, ma dopotutto sappiamo quanto la sorte si diverta a prendere in giro le persone.
Christopher è forse ciò che più si allontana da quello che una perosna cristiana dovrebbe simboleggiare, non ha mai avuto problemi a dichiararsi tutto fuorché credente nel cristianesimo, ma soprattuto lui è già accompagnato giorno e notte dal demonio, perché dovrebbe portare lui Cristo? Christopher ritiene che i suoi genitori abbiano scelto il nome più sbagliato che potessero trovare, ma non ha mai avuto intenzione di cambiarlo, non c'è una vera e propria ragione per cui dovrebbe farlo, motivo per cui continua imperterrito con questo nome per nulla coerente con la sua persona.
Il suo nome è stato quindi scelto dai suoi genitori, una coppia inglese che si era trasferita in America poco prima della sua nascita e che era fortemente credente nell'anglicanesimo, che poi Christopher stesso avrebbe iniziato ad ignorare dopo aver rischiato di bruciarsi con un lumino mentre cercava di accenderlo, a quattro anni. Che fosse un segno del destino a meno, in realtà, non si sà, fattostà che all'inizio gli fu vietato di toccare i lumini, ma alla fine succedeva sempre qualcosa di poco piacevole quando entrava in una Chiesa, e i genitori decisero che sarebbe rimasto a casa a giocare con quel suo "strano" amico immaginario. Scelsero il nome Christopher perché credevano che sarebbe diventato un uomo di Chiesa, come avevano sempre sognato, ma non si sarebbero mai aspettati un figlio che appena metteva piede in un luogo di culto faceva sempre qualche casino, anche stando seduto immobile sarebbe successo qualcosa. Credevano fosse sfortuna, Christopher sapeva fosse la sua abilità sovrannaturale a trovarsi in uno stato di estremo disagio quando aveva a che fare con luoghi di culto, ma non poteva direi ai suoi genitori di poter far apparire il demonio, lo avrebbero non ironicamente cercato di esorcizzarlo e farlo fuori, se avessero visto che non avesse funzionato. Era un bambino sveglio, ma la voce della sua abilità nella sua testa era sempre presente: gli suggeriva cosa dire, cosa fare, come reagire e come rispondere, era un po' come se volesse aiutare Christopher e allo stesso tempo rimanere al sicuro. A lui, però, non ha mai dato particolare fastidio il fatto di poter materializzare il demonio, con cui far un patto dalla durata limitata in cambio di qualcosa, che poteva essere anche qualcosa di totalmente inutile. Il demonio, per quanto fosse una personalità generalmente negativa, non ha mai cercato di ucciderlo, più volte gli ha salvato la vita, e sembra quasi ossessionato dal prolungare il più possibile la vita di Christopher, cosa che lo ha sempre stranito e incuriosito allo stesso tempo.
ꗃ Cognome:
𖥔 Marlowe.
• Il cognome Marlowe appartenne al drammaturgo inglese Christopher Marlowe, nato a Canterbury nel 1564 e morto a Londra il 30 maggio 1593. Fu un drammaturgo, poeta e traduttore.
In generale fu un personaggio controverso e dissoluto, sul quale pesavano feroci accuse di militanza nei servizi segreti britannici, libertinaggio ed omosessualità: morì ventinovenne nel corso di una rissa in una taverna di Londra. Nei suoi drammi si rispecchia il risultato di una vita così estrema: i suoi personaggi risentono di una brama insana di potere, di una sfrenata sensualità, di una smodata avidità, di una sete infinita di conoscenza.
Il cognome è di tipo topografico, quindi trae la propria origine dal nome di un luogo: Marlow, che era una città. Deriva dall'antico inglese e signfica "lago drenato", in riferimento ad un luogo in cui era stato drenato un fiume. Vi sono varie versioni di questo cognome, ma "Marlowe" è una delle più accreditate.
Il cognome Marlowe apparteneva al padre di Christopher, un uomo inglese che si era trasferito in America da giovane con la prospettiva di una carriera brillante e un futuro degno di lui. Seppur sia un cognome di origine inglese, la percentuale di persone che lo possiedono è maggiore negli Stati Uniti rispetto al resto degli stati membri del Commonwealth, permettendo all'uomo di integrarsi piuttosto rapidamente, avendo avuto la fortuna di non avere un particolare accento britannico. Non è mai interessato a Christopher il proprio cognome paterno, non che avesse buoni rapporti con quell'uomo, infatti lo ha sempre portato perché non gli era né un peso né qualcosa che sentiva di dover abbandonare, non gli ha mai fatto né caldo né freddo, soprattutto considerando che in tutta la sua vita hanno sempre sostituito il cognome con qualsiasi tipo di soprannome, che riguardasse il proprio nome, i suoi capelli rossi ecc. Per lui è qualcosa che serve solo per formalità, se fosse per lui ne farebbe con piacere a meno, ma non ha mai perso tempo per avviare le pratiche di cambio del cognome. Ci ha pensato quando si è sposato con la sua ex moglie, ma per un qualche assurdo ma fortunato motivo alla fine non avevano mai concluso quella discussione, lasciando correre questo argomento, dimenticandosi della sua esistenza. Ora che ci ripensa, probabilmente non è mai stato così fortunato, o ora sarebbe costretto a portare il cognome di una donna con cui vuole avere a che fare il minimo possibile. Il cognome Marlowe appartiene, ora, ad un ex marine degli Stati Uniti d'America, che ha persino ricevuto una medaglia all'onore, per quanto non ritenga di meritarsela. Il soldato Marlowe è considerato un vero e proprio eroe in patria, eppure questo non ha mai permesso all'uomo di ricevere alcun tipo di complimento da parte del padre, che non ha mai mostrato altro che delusione per i figli e la moglie, come se non se la fosse scelto lui, tra l'altro. Alla fine Christopher ha smesso di provare a cercare di ottenere il riconoscimento del padre, concentrandosi sulla sua vita e non su quella di un uomo anziano, che evidentemente non ha alcuna intenzione di prendere sul serio il suo ruolo di padre.
• Il cognome della madre è "Ratliff", un cognome di origini britanniche che si riferisce agli abitanti di un luogo noto come "Radcliffe", che significa "red cliff", cioè scogliera rossa. È anche questo, come il primo, un cognome legato ad un luogo e per di più inglese, seppur la donna fosse americana da generazioni.
Dire che il cognome gli sia sempre piaciuto sarebbe come mentire: ogni tanto ha provato a presentarsi come Christopher Ratliff, ricevendo dai genitori dei suoi amici commenti come "che caso, non trovi? Scogliera rossa e i tuoi capelli sono rossi". Non ha mai apprezzato questi commenti, come se insinuassero che quel cognome gli calzasse a pennello solo perché sembrava un interessante caso, associato al vivace rosso dei suoi capelli. Al contrario del cognome del padre, però, lo ha sempre preferito dal punto di vista affettivo, dato che era la madre a prendersi cura di lui e dei suoi fratelli, perciò da questo punto di vista accettare di portare tale cognome non gli sembrava qualcosa di estremamente tremendo. Eppure alla fine non ha nemmeno preso in considerazione questa ipotesi, non ha mai avuto voglia di complicarsi inutilmente l'esistenza, dopotutto un cognome è solo un cognome, nulla di più e nulla di meno. Anche in questo caso i significato del cognome della madre lo ha scoperto solo per caso, perché qualcuno conosceva l'etimologia e si è messo a fare commenti sulle scogliere rosse e i suoi capelli, sennò probabilmente non se ne sarebbe nemmeno mai interessato.
ꗃ Soprannome:
𖥔 L'Avvocato del Diavolo.
Il suo soprannome è un palese richiamo alla sua abilità, la quale è direttamente collegata con un diavolo, un demone. La prima volta che qualcuno si è riferito a Cristopher con questo soprannome è stato quando ancora non si sapeva bene chi sedesse sulla poltrona del Leader della Guild, non che ora siano molte le persone che associano la figura dell' "Avvocato del Diavolo" a quella di Marlowe, il quale ha sempre fatto particolare attenzione a non venir coinvolto in niente di pubblico, mantenendo la sua identità segreta a tutti fuorché i membri stessi dell'organizzazione. Ad essere onesti si pensa che egli non sia altro che un membro della Guild come altri a causa del suo carattere per niente intimidatorio, un po' troppo scherzoso ed eccentrico per quello dell'identikit che è stato fatto del capo: un emissario dell'inferno, un uomo senza alcuno scrupolo morale o etico, un vero e proprio mostro. Poiché non si sapeva chi fosse il Leader della Guild, che rimane tutt'ora un ombra seduta su una poltrona, nascosta agli occhi di molti, si è pensato di trovargli un soprannome, che casualmente è finito per essere "Avvocato del Diavolo", non che conoscessero la sua abilità, semplicemente voci parlavano di un uomo che aveva stretto un patto con il demonio, che camminava fianco a fianco un messaggero di Satana, un giudice infernale giunto sulla Terra per decidere che farne degli uomini.
Capelli rossi, sguardo tagliente, cicatrici sull'occhio sinistro... Cristopher è questo "giudice" infernale di cui si parlava, ma di cui non si aveva alcuna idea sulle caratteristiche fisiche. A Cristopher, onestamente, non dispiace come soprannome: è drammatico, Mefistofele lo apprezza particolarmente e seppur non lo usi come epiteto di certo non gli dispiace se viene usato.
ꗃ Età e Data di Nascita:
𖥔 38 anni.
𖥔 23 Febbraio.
Cristopher è ormai più che trent'enne e se ne fa una ragione: di certo non ha voluto nascere nel 1984, gli avrebbe fatto piacere vedere la luce del mondo anche il decennio dopo, ma non è che la sua opinione avesse particolare importanza a quei tempi, anzi, non aveva alcun valore. Gli avrebbe fatto più piacere nascere negli anni Novanta o ad inizio anni duemila, non tanto perché gli anni Ottanta fossero così terribili, non se li ricorda nemmeno troppo bene, ma ciò che gli pesa maggiormente è il fatto di avere quasi quarant'anni, che è una cosa abbastanza destabilizzante per una persona come lui, che ha sempre vissuto con una mentalità quasi infantile, pensando sempre che tutto fosse posticipabile "al giorno dopo". Ora è costretto a guardare in faccia la realtà e riflettere su tutto il tempo che ha perso ad inseguire sogni irrealizzabili, desideri insensati o a procrastinare. Il 23 Febbraio del 1984 a Minneapolis fu una giornata gelida, talmente tanto che le strade erano ricoperte di neve, 250cm, rendendo estremamente difficile lo spostamento, motivo per cui il padre riuscì ad arrivare all'ospedale in cui si trovava la moglie con due ore di ritardo rispetto alla nascita del bambino. Fu uno degli inverni più freddi, eppure la madre di Cristopher ha sempre detto che soltanto la vista del bambino le aveva riscaldato il cuore.
Cristopher ha la tradizione di celebrare il proprio compleanno uscendo a bere qualcosa con I propri amici e colleghi: lo ha fatto da quando aveva ventun'anni, escludendo solo gli anni in cui si trovava in missione all'estero in cui al posto di uscire bevevano stando nella loro base. Non ha mai abbandonato questa tradizione, anche se all'inizio sembrava restio dal continuarla, soprattutto in seguito al ritorno dall'Afghanistan, ma con il supporto di amici e colleghi ha trovato nella propria festa di compleanno un momento si svago.
Cristopher, essendo nato il 23 Febbraio, è considerabile di segno zodiacali "Pesci". Una delle caratteristiche principali dei Pesci, e sorprendentemente anche di Cristopher, è quella dell'essere persone ottimiste, positive, riuscendo a contagiare le persone a loro vicine con il loro comportamento: sono persone che tendono ad avere una vita di successo, probabilmente grazie al loro grande senso di responsabilità, alla loro attenzione e al loro approccio analitico, che permette di risolvere velocemente i problemi e di risultare efficienti. Tendono ad essere persone silenziose, non vogliono attirare l'attenzione e non sono particolarmente appariscenti dal punto di vista caratteriale, nemmeno pretenziosi, ma risultano comunque con una personalità affascinante. Tendono ad essere persone sicure di sé e delle proprie capacità, risultando carismatici e convincenti, riuscendo a farsi credere facilmente e a guadagnare rapidamente la fiducia altrui. Sono estremamente abili in ciò che riguarda le abilità espressive: loquaci, eloquenti, ma sono anche ottimi ascoltatori. Risultano, quindi, ottimi confidenti, ma allo stesso tempo sono persone predisposte alla manipolazione, sfruttando le loro abilità verbali e la loro empatia. Sono persone orgogliose e ambiziose, sforzandosi per ottenere risultati, ma allo stesso tempo trovano gioia nello sforzo in sé più che nella ricompensa che questo porta.
Ad essere onesti, Cristopher per la prima parte della propria vita si è sempre ritrovato nella descrizione del suo segno zodiacale, ma da quando è tornato dall'Afghanistan non è più la stessa persona che era prima di partire: innanzitutto non è una persona sincera, o almeno, questo è quello che si scopre quando si mette a confronto il Cristopher della vita quotidiana di tutti i giorni con quello che è con i membri della Guild. Inoltre, per quanto risulti una persona con è facile parlare, Cristopher non è per nulla empatico, non ha mai trovato alcuna necessità nel consolare le persone, lo fa- quando lo fa- perché è qualcosa che conviene fare. Per il resto è rimane abbastanza coerente con la descrizione del suo segno zodiacale, con qualche informazione in più.
ꗃ Prestavolto:
𖥔 Akagami no Shanks, One Piece
Cristopher è un uomo che non dimostra più di quarant'anni, non è nemmeno qualcosa che la gente si aspetta di sentirgli dire quando gli chiede l'età, il suo avere trentotto anni risulta sorprendente ai suoi interlocutori, che molte volte non gli darebbero più di trentacinque anni. Non che si offenda, per carittà, dopotutto gli fa piacere di essere ritenuto più giovane di quanto non sia, non gli dispiace nemmeno ascoltare i complimenti che riceve. Ha un fisico dalla corporatura abbastanza robusta, non eccessivamente, ma quanto basta per capire che tenga particolarmente alla propria salute e si alleni regolarmente: spalle larghe, muscoli scolpiti e ben visibili- non che faccia molto per nasconderli, le sue camicie sono sempre in parte sbottonate, dato che sostiene fortemente che ovunque faccia fin troppo caldo per i suoi gusti-.
Ha una carnagione abbronzata, seppur originariamente fosse chiara, perché tende ad apprezzare trascorrere il tempo all'aperto, anche senza maglia, come è sempre stato abituato a fare, purché non se ne vada in giro, ma rimanga entro i confini di casa propria. Non è raro, infatti, entrare in casa sua e trovarlo senza maglietta o con la camicia completamente sbottonata, se invece si sente decoroso, quel giorno, indossa una canottiera, che per sfortuna (o fortuna) copre ben poco. Non ha mai avuto problemi col proprio corpo, non se ne vergogna nemmeno ora che è marchiato dai segni lasciati dalll'orrenda esperienza in Afghanistan. Ciò che più risalta, quando lo si guarda da lontano, sono i suoi capelli, lisci, di un vivace e acceso rosso: gli arrivano poco sopra alle spalle, ricadendo ai lati del volto, scoprendo la fronte. Sono tagliati in modo che siano scalati: corti davanti e lunghi dietro, tanto che non è impossibile vederlo con un grazioso codino, quando si allena gli piace tenerli in ordine in modo che non gli diano fastidio. Sul suo volto spicca una lieve barba, non folta, quanto basta per essere visibile e avere una forma ben definita, che in questo caso consiste nel trovarsi attorno alla sua bocca, più precisamente sotto al naso e sul mento. I suoi occhi sono chiari, grigi, e la caratteristica più evidente che hanno riguarda tre cicatrici che attraversano l'occhio sinistro. Cristopher conferma il fatto che veda perfettamente e che quelle cicatrici siano l'esito di tre tagli abbastanza lievi, anch'essi un marchio con cui è tornato dall'Afghanistan, assieme alle bruciature ormai cicatrizzate sul fianco e sul braccio sinistro, anche se quest'ultimo non è intero: Cristopher non ha il braccio da poco sopra al gomito in giù, ma non sembra che ciò gli crei particolari problemi, non è qualcosa che lo disturba, ormai si è abituato.
ꗃ Storia:
𖥔 Childhood: the Boy who had an Imaginary Friend
Cristopher vide per la prima volta la luce del mondo il 23 Febbraio 1984, in una giornata nevosa, quell'anno è stato uno dei più freddi e gelidi che Minneapolis abbia mai visto, eppure la tormenta di neve non ha impedito al bambino di aprire per la prima volta gli occhi. Sua madre, Nicole, si trovava in ospedale da qualche ora dato che aveva iniziato a sentirsi male e per evitare di rischiare di rimanere bloccata nella neve, che scendeva senza sosta ricoprendo le strade di un delicato manto bianco, e quindi di mettere a rischio la nascita di suo figlio aveva deciso di raggiungere tale luogo, dove era stata fatta accomodare in una stanza. Suo marito Brandon, come al solito, nona vera voluto accompagnarla, sostenendo che fosse solo l'ansia, considerato che il parto doveva avvenire di lì ad una settimana, o almeno così aveva il medico che aveva seguito la donna dall'inizio della gravidanza. Alla fine Nicole aveva avuto ragione e la sua strana sensazione di malessere si rivelò del tutto fondata: il parto avvenne non appena i medici si accorsero che qualcosa non andava, e si scoprì solamente poco dopo che uno dei due bambini si stava soffocando col cordone ombelicale. Infatti Cristopher doveva avere un fratello gemello, dovevano essere in due, ma non conobbe mai il fratello, che purtroppo non riuscirono a salvare in tempo. Non avrebbero mai detto a Cristopher che avrebbe dovuto avere un fratello gemello, quello rimase un segreto dei genitori, o almeno, lo fu fino a quando Cristopher non iniziò a fare due più due e a capire che i genitori gli mentivano. Non avrebbe potuto biasimarli, in realtà, non è piacevole perdere un figlio, ma sua madre Nicole ha sempre considerato il bambino un dono di Dio, dopotutto il Signore aveva deciso così e chi era lei per opporsi. Nicole ha amato Cristopher con tutto l'amore che avrebbe dato anche al fratello, il cui nome sarebbe dovuto essere Daniel, e ha sempre cercato di non farlo sentire da solo, dopotutto si sà che tra gemelli c'è un particolare legame, e anche se Daniel non c'era più, Cristopher aveva la sensazione che mancasse qualcosa. Nicole descriveva il piccolo Cristopher come una palla di ciccia, amorevolmente lo definiva "la sua polpettina", e ha continuato a chiamarlo polpettina per i primi quattro anni della sua vita, poi ha cambiato soprannome ed è passata ad altro. Cristopher crebbe in un ambiente estremamente credente: Nicole era una convinta credente e suo marito non scherzava nemmeno, non bisogna sorprendersi se lo portavano in Chiesa e all'oratorio, cercando i a tutti i costi di farlo crescere in un ambiente estremamente improntato sulla religione e i rispettivi dogmi. Eppure, il piccolo Cristopher sembrava a disagio ogni volta che entrava in chiesa, non tanto perché lo metteva in soggezione il luogo, ma pareva non sentirsi bene sul serio, una volta è persino svenuto, sbattendo la testa su uno scalino dell'altare mentre accompagnava la madre a fare la comunione- incidente che fu classificato come un semplice calo di pressione. In realtà fin da bambino Cristopher parlava di un buffo amico immaginario che gli camminava accanto, che lo osservava e gli consgliava cosa scegliere di fare, lui lo chiama "Meffy", dato che non riusciva a pronunciare il nome per intero, nonché Mefistofele. I genitori non prestavano attenzione a questo "Meffy" o almeno, non lo fecero fino a quando Cristopher, una domenica, prima di entrare in chiesa disse che a Meffy non piaceva quel luogo e che se non lo lasciavano andare a giocare al parco avrebbe dato fuoco a tutto. Brandon aveva alzato un sorpacciglio, confuso dall'affermazione del bambino di quattro anni, che sembrava non aver nemmeno capito cosa avesse appena detto, a parte ciò che riguardava il parco giochi. Inutile dire che Nicole si limitò a dire che doveva aver sentito la frase da qualcuno in un film o un cartone e che non dovevano preoccuparsi, dopotutto Meffy era solamente immaginario. Quel giorno non successe nulla a parte una delle sue solite cadute sui gradini mentre accompagnava la madre all'altare e un commento sull'avere un fortissimo mal di testa. Nicole riteneva che suo figlio fosse imbranato e goffo, ma non si spiegava come queste scenette accadessero solo in chiesa e mai fuori. Smisero di portarlo in Chiesa a sei anni, quandom non appena mise piede in quel luogo, inseguendo un suo amico, improvvisamente le tende che si trovavano sull'altare presero fuoco. Cristopher era rimasto lì a guardare, poi si era voltato verso il nulla e aveva detto che non era una cosa carina da fare, sempre citando il nome Meffy. Gli chiesero chie fosse questo "Meffy" e lui rispose che era un tipo strano, ma simpatico: Cristopher lo definiva un tipo timido, che non apprezzava mostrarsi agli altri- ma dopotutto era un amico immaginario, no?- e che allo stesso tempo odiava andare in chiesa perché diceva che era un luogo che gli procurava fastidio. "Come si chiama, questo Meffy?" Aveva chiesto Nicole, quella stessa sera, a cena. Cristopher aveva riso, allungando una mano nel vuoto e chiedendo di ripetere il nome dato che non riusciva a pronunciarlo bene, aveva aspettato un attimo, poi chi istanti dopo si era sistemato sulla propria sedia e si era messo a ridere. "A Meffy non piace che il suo nome venga detto in giro, ma perché siete voi ha detto che va bene. Mefi-Mefis-Mefisf-Mefistofele, penso.. ah sì, è giusto? Vedi come sono migliorato?!" E aveva continuato ad intrattenere una conversazione con qualcuno che Nicole e Brandon non potevano e non volevano vedere. Anche perché sentirsi dire da proprio figlio che il suo amico immaginario si chiama come un demone non è forse una cosa molto piacevole per dei credenti.
All'inizio i genitori non sapevano bene che fare, dopotutto poteva essere tutto un caso e il figlio poteva aver sentito il nome in giro, ma Nicole non credeva che fosse una coincidenza e andò a parlare col sacerdote della chiesa che frequentavano abitualmente. Dopo un lungo dialogo, mentre Cristopher giocava nel campo da calcio dell'oratorio con i propri amici, Nicole e il sacerdote giunsero alla conclusione che sarebbe stato il caso di chiederne di più al bambino, che sembrava conoscere abbastanza bene questo "Mefistofele". Parlando con Cristopher emerse che non aveva stretto alcun patto con questo "demone" anzi, Mefistofele era apparso un giorno, dal nulla, e aveva iniziato a seguirlo e parlargli, da lì il bambino aveva cominciato a trovarlo simpatico, seppur ogni tanto cadesse vittima di alcuni suoi scherzetti. Capirono, quindi, che il demone non aveva nè posseduto il bambino nè era legato a lui in alcun modo, o almeno, questo lo pensavano prima di scoprire che fosse tutto frutto della sua abilità sovrannaturale, a cui non avevano pensato dato che pareva che le persone con questi tipi di poteri fossero scomparse o morte tutte. Comunque iniziò a circolare nella parrocchia la voce di un bambino che aveva stretto un patto con il Diavolo, una cosa assurda, e Nicole decise che si sarebbero trasferiti altrove, per evitare che collegassero la cosa a suo figlio. Si trasferirono a New Orleans, dove Cristopher vive ancora, e lì gli fu vietato di parlare di questo Mefistofele con chiunque, persino i suoi più cari amici.
𖥔 Private Marlowe: Honorable Lieutenant Commander
La prima volta che capì che avrebbe voluto entrare nell'esercito fu quando, al primo anno delle scuole medie, incontrò la madre di una compagna, la quale lavorava nell'esercito americano. La donna era la madre del suo migliore amico, Jason, e ogni qual volta Cristopher andasse a casa sua a studiare o a giocare finiva sempre per ascoltare le storie della madre del suo amico. Decise, quindi, che avrebbe fatto di tutto per entrare nell'esercito, che fosse fanteria, aeronautica o marina non gli importava: avrebbe servito il suo Paese esattamente come la madre di Jason, la sua eroina. La donna era perfettamente consapevole di aver appena indirizzato un bambino su una strada tortuosa e spinosa, soprattuto con l'avvicinarsi delle tensioni in medio oriente, per questo passò i seguenti anni, quando si trovava a casa, a scusarsi con la madre di Cristopher per avergli messo in testa di voler fare il soldato. Nicole non sembrava particolarmente turbata, dopotutto era abbastanza certa che Mefistofele, l'abilità del figlio di cui lei non sapeva ancora il nome e che quindi chiamava col nome del demone, avrebbe difeso per quanto fosse possibile il ragazzo, come aveva sempre fatto, dopotutto Cristopher aveva messo in chiaro che a Meffy non sarebbe piaciuto se fosse morto. Tra i due genitori era il padre, Brandon, che non sembrava particolarmente d'accordo a lasciare che il figlio "buttasse" la sua vita in quel modo: non avrebbe permesso al suo unico figlio di rischiare di morire camminando su una mina, o di venir abbattuto in aereo o di venir colpito mortalmente da un proiettile vagante. No, Brandon voleva che suo figlio diventasse un medico, un avvocato o un economista, assolutamente non un soldato. La donna e l'uomo litigarono più volte su questo aspetto: lei credeva che fosse Cristopher a dover scegliere cosa farne della propria vita, mentre lui sosteneva che non avrebbe permesso che suo figlio decidesse di suicidarsi. Fu questo il motivo che portò ad un progressivo allontamento dell'uomo dalla moglie e dal figlio, soprattuto quando vide Cristopher tornare a casa con una lettera, esaltato, sostenendo che lo avessero accettato all'accademia militare e che sarebbe potuto entrare nella Marina. Aveva finito le scuole superiori e aveva scelto di frequentare l'accademia militare di Annapolis, nonchè l'accademia che forma gli ufficiali della marina. I quattro anni all'accademia per lui furono forse una dei più piacevoli periodi della sua vita: si laureò in ingegneria informatica e subito dopo, appena conclusi gli studi- coi massimi voti-iniziò a prestare servizio, prima in una base navale, poi su una nave ed infine fu inviato in Afghanistan. Fu da sempre un modello per i propri camerati e compagni, risultando una persona che appariva adatta a qualsiasi ruolo di comando, veniva rispettato e apprezzato da tutti, anche se spesso il suo carattere un po' infantile sembrava poco coerente col suo lavoro, eppure nessuno ha mai avuto da ridire sul suo operato. Ha ricevuto elogi da molti, apprezzamenti e complimenti ovunque andasse: lui era il perfetto esempio di un soldato che l'America voleva.
𖥔 The Tragedy of War: Mission Failed
"Non aveva mai avuto paura della morte: aveva deciso che quello sarebbe stato il modo in cui avrebbe voluto lasciare questo mondo, non avrebbe cambiato idea per le parole infuriate di un talebano irritato dal suo sguardo serio e irremovibile. Non avrebbe permesso a nessuno di toccare i propri uomini: nessuno avrebbe ucciso altri dei suoi fratelli, non davanti ai suoi occhi. Fu esattamente quello che disse come risposta all'uomo che lo stava minacciando con un coltello, mentre, in piedi davanti ai propri compagni, dimostrava cosa significasse essere un leader.
Di certo non si sarebbe aspettato che l'uomo prendesse alla lettera le sue parole."
Aveva ventotto anni, quasi ventinove, e aveva già partecipato a due spedizioni in Afghanistan, ma questa volta portava il grado di Lieutenant Commander (che corrisponde al grado di Maggiore nell'esercito) e coordinava una squadra: erano sette persone, cinque uomini e due donne. Cristopher considerava questa squadra come la sua seconda famiglia, li amava come dei fratelli e delle sorelle: Lawrence Villanueva, Rafael Fite, Claude Berie, Jordan Morrison, lui, Isabelle Lyon e Namar Amari. Avevano già svolto le altre due missioni assieme ed erano tutti esperti soldati, parlavano arabo e sapevano i rischi che correvano; non erano persone inesperte anzi, erano una delle migliori squadre che fossero stanziate in quella zona dell'Afghanistan. Si trovavano lì per protezione ad una missione umanitaria, che ancora oggi Cristopher non ha capito perché avessero deciso di andare in una delle zone con un maggior numero di terroristi dell'intero Afghanistan, ma evidentemente c'erano dei posti in cui serviva l'intervento degli occidentali. Non erano i soli, c'era un'altra squadra, comandata dalla donna che sarebbe diventata una delle sue più grandi amiche: Milena Biniam, una donna di origini eritree, con cui parlava spesso dei propri figli, sostenendo che appena sarebbero tornati avrebbero presentato ai figli di uno quelli dell'altra. Non vedevano l'ora di tornare a casa e presentare il loro nuovo amico ai rispettivi figli.
Si trovava in un paesino, se si poteva definire "paese" una manciata di case nel bel mezzo del nulla, perché con la sua squadra avevano appena portato medicine alla popolazione locale, accompagnati da un rappresentante della missione umanitaria in questione. Non dimenticherà mai il nome di quell'uomo, Christian Bach, che li aveva convinti a fare un giro più lungo per poter consegnare le medicine anche ad gruppetto di case un po' più lontane. Cristopher si era rifiutato, sapeva che non avrebbero avuto abbastanza carburante per tornare alla base, ma la scelta era tra lasciare che quell'uomo andasse da solo a piedi e si facesse ammazzare o portarlo con una delle loro jeep. Era primo promeriggio, avevano appena finito di consegnare le medicine in quel villaggio, quando Claude, che si occupava di guidare una delle due jeep, si accorse che avevano finito il carburante prima del previsto e che quindi erano bloccati lì fino a quando non fossero arrivati dalla base con le taniche riempite. Decisero di rimanere in una zona abbastanza coperta, in modo che se vi fossero stati dei terroristi non avrebbero avuto troppi problemi almeno a nascondersi. Rafael stava chiamando la base quando partì un colpo, un sonoro colpo di fucile, e il soldato cadde a terra, con un foro dritto in fronte. L'elmetto non era servito a niente e il giovane soldato giaceva ormai a terra, rivolto verso il cielo, morto.
Quello fu un momento di panico e confusione: c'era un cecchino e stava mirando dritto a loro. Cristopher non riusciva a distogliere lo sguardo dall'amico, a terra, e ogni istante che passava si sentiva sempre più in colpa per aver accettato di accompagnare Christian Bach: se si fosse rifiutato ora Rafael sarebbe ancora vivo e non sepolto sotto terra, nel cimitero riservato ai marines. Poco dopo incominciò uno scontro a fuoco tra un gruppo di terroristi talebani e la squadra di Cristopher, che stava cercando di ridurre i danni al minimo dato che quello era un centro abitato da civili. Jordan Morrison fu colpito tra la gola e la clavicola poco dopo, mentre si spostava assieme a Namar per potersi mettere al riparo. Era nel bel mezzo della strada che si teneva la gola cercando di non soffocare nel proprio sangue, mentre la terra sotto di lui si inzuppava del liquido cremisi. Cristopher non si era mai sentito più arrabbiato di quanto non fosse in quella situazione: Rafael era morto e se non si fossero sbrigati, avrebbero perso anche Jordan. Ordinò a tutti di coprirlo mentre andava a recuperare Jordan: sarebbe morto lui piuttosto di abbandonare un proprio fratello. Se fosse dovuto morire, Cristopher voleva che l'ultima cosa che Jordan potesse vedere fossero i suoi compagni che cercavano di aiutarlo, non lo abbandonavano. Con l'arma in mano Cristopher si lanciò in mezzo alla strada, sparando nella direzione dei terroristi per crearsi un fuoco di copertura, per poi afferrare il giubbotto antiproiettile del compagno e trascinarlo nel vicolo in cui si trovava Namar, che nella squadra era quella con più esperienza di medicina. Nel mentre Lawrence stava proteggendo Christian Bach, Claude provava a chiamare la base, Isabelle creava una fuoco di copertura per impedire al cecchino di abbattere qualcun altro. Si trovarono ben presto con le spalle al muro e due compagni morti, costretti a gettare le armi e arrendersi per evitare di subire altre perdite e di coinvolgere anche civili. L'improvvisa perdita di contatti con la squadra di Cristopher non passò inosservata alla base, e fu inviata Milena a soccorrere i marines che si stabilì fossero stati catturati dal nemico, con Bach. Rimasero legati in una stanza chiusa da qualche parte per due giorni, ogni tanto un uomo entrava e faceva domande sulla posizione dei marines, ma nessuno rispondeva anzi, nessuno lo guardava nemmeno. Il terzo giorno di silenzio, i talebani avevano deciso che se non avessero tirato fuori informazioni dai prigionieri avrebbero potuto tranquillamente ucciderli, ma per "misericordia" decisero di dare un'ultima occasione agli americani. Solo quando accennarono al fatto che li avrebbero uccisi uno ad uno fino a quando non avrebbero ottenuto informazioni, Cristopher decise che era arrivato il momento di smettere di giocare. All'inizio, dopo che il suo interlocutore lo aveva strattonato e tirato in piedi, dato che avevano capito che nella squadra fosse lui il capo, avevano iniziato ad ordinare di parlare, ma Cristopher si era limitato a sostenere che nessuno avrebbe ucciso i suoi compagni davanti a lui. Poi la situazione degenerò e Cristopher si ritrovò un uomo addosso con un coltello insanguinato, appena allontanato dal suo occhio sinistro. Ogni tanto le parole che quell'uomo disse gli tornano ancora alla memoria: "allora basta che tu non possa più vederli, no, americano?". Ricorda solamente insulti e urla di sottofondo, probabilmente dei propri compagni, mentre cercava di colpire l'uomo che tanto attentamente stava cercando di privarlo della vista. I tagli non furono profondi, probabilmente lo aveva fatto solamente per terrorizzare i presenti, tanto che Christian Bach aveva detto qualcosa, qualche informazione giusto per convincere l'uomo a lasciar perdere il marine. Comunque, meglio lui che i suoi compagni, questo era certo. Fattostà che i tre tagli sull'occhio sinistro appartengono a tre giorni diversi, usati per terrorizzare a morte il danese e farlo parlare, dato che i marines chiaramente non avrebbero aperto bocca.
Quando Milena scoprì dove stessero tenendo i prigionieri e arrivò facendosi strada a suon di granate e spari, scoprì che nel tempo che avevano impiegato per raggiungere i compagni, i terroristi avevano giustiziato Namar ed erano sul punto di passare a Isabelle. Fortunatamente Milena e la sua squadra impedirono ciò, ma mentre si stavano facendo strada per tornare alla base, sempre sotto il fuoco nemico, e mentre erano nascosti in un vicolo, cercando di capire la condizione degli ostaggi liberati, si ritrovarono una granata davanti.
Sarebbero morti tutti, ne erano perfettamente consapevoli, ma Cristopher, che era convinto che sarebbe morto lì per dissanguamento, decise che non avrebbe permesso a nessun altro di morire in sua presenza. L'unico modo per evitare che altre persone venissero coinvolte in un'esplosione è saltare sulla granata e coprirla col proprio corpo.
Così fece, e nel mentre utilizzò la propria abilità sovrannaturale, la prima volta che lo faceva da quando era entrato in marina, chiedendo un giubbotto antiproiettile nuovo, dato che non lo stava indossando. Pochi istanti dopo, buio totale.
𖥔 The Man who died once: The Guild's Leader
Si svegliò in ospedale due settimane dopo, in America, con la madre seduta accanto al suo letto, che piangeva. Non ricordava di averla mai visto, ma soprattuto era stupito di essere ancora vivo. Scoprì che la sua azione aveva salvato le vite dei suoi compagni e di Milena, che erano tutti tornati in patria, anche i corpi dei compagni morti, e che era vivo grazie al giubbotto antiproiettile estremamente resistente che aveva avuto addosso. In cambio della sua vita, però, i medici gli rivelarono che erano che aveva perso il braccio sinistro quasi del tutto. Non ne fu sorpreso, dopotutto non lo sentiva più, e gli spiegarono anche come l'immediato intervento dei medici- che non si erano voluti arrendere seppur il suo cuore avesse smesso di battere per trenta secondi- del campo gli aveva permesso di sopravvivere abbastanza a lungo da potersi sottoporre ad un intervento vero e proprio.
La vita, dopo essere tornato in patria, fu abbastanza monotona per il primo periodo: a malapena riusciva a muoversi e senza gli antidolorifici gli era difficile anche star respirare. Per il primo periodo erano evidenti i segni di un profondo PTSD, ma col tempo la sua situazione inizò a migliorare fino al punto che ora come ora sembra che gli sia mai successo niente. Gli fu proposto un ruolo nell'NCIS e lo accettò solamente perché Milena lo aveva convinto a trovare qualcosa con cui svagarsi. Nel mentre, però, era già entrato a far parte della Guild, di cui è membro da otto anni. Fu il precedente leader a chiedergli di entrare, dato che erano venuti a sapere della sua abilità e lui, ovviamente, non aveva accettato all'inizio: un'agenzia segreta con persone dotate di abilità sovrannaturali? Non avrebbe portato nulla di buono. Alla fine, però, si trovò costretto ad accettare dato che non aveva idea di come poter realizzare il suo nuovo obbiettivo in altri modi: avrebbe mostrato all'umanità quanto questo mondo non sia composto da altri se non mostri e lui ha subito in prima persona quello che si allontana maggiormente dall'umanità tanto acclamata di cui la gente si vanta. Torture? Morte? No, gli uomini non si meritano misericordia.
È leader da quattro anni, quando ha sostituto il precedente quando si è ritirato: gli è stato passato il comando perché l'uomo credeva che l'obbiettivo di Cristopher fosse corretto e giusto, che fosse arrivato il momento in cui gli uomini avrebbero dovuto fare i conti con sè stessi e chi era più adatto per realizzare ciò di un uomo che è morto una volta e che ha come "amico" un Mefistofele?
ꗃ Affiliazione:
𖥔 Guild, Leader.
Fino a otto anni fa non avrebbe mai creduto di poter diventare membro, e successivamente leader, di un'organizzazione segreta con fini non troppo morali e legali, dato che è sempre stato un uomo onesto e relativamente affidabile. Eppure eccolo qua a gestire una delle organizzazioni composte da utilizzatori di abilità, dopotutto non è che potesse continuare la carriera che aveva svolto fino a nove anni prima. Ad essere onesto non ha nemmeno ben capito come il precedente Leader fosse riuscito a contattarlo o ancora prima come avesse ottenuto informazioni sul suo conto, fattostà che quando gli hanno domandato di unirsi a loro la prima volta ha rifiutato per il semplice motivo che venir coinvolto in attività illecite e/o potenzialmente criminali non era il suo obbiettivo nella vita, considerato che fino a quel momento aveva fatto parte dell'esercito americano.
Gli fecero una seconda richiesta qualche settimana dopo, dicendogli che gli avevano dato la possibilità di riflettere sulla proposta e quella volta, dopo che gli venne spiegato per filo e per segno che cosa avrebbero puntato a fare , accettò, dopotutto che cosa mai sarebbe potuto andare storto?
Cristopher è stato un marine, nella marina militare americana, perciò era abituato a ricevere ordini e darli, non si trovò in difficoltà in un ambiente in cui il capo organizzava e ordinava, mentre i sottoposti eseguivano, questo fu il motivo per cui risultò essere una persona su cui tutti facevano affidamento, qualcuno che sapeva consigliare e suggerire e che allo stesso tempo era anche abile ed esperto sul campo.
Ora come ora, però, Cristopher ha deciso di avere un approccio diverso rispetto al suo predecessore: in quanto marine è perfettamente a conoscenza di cosa significhi agire e rischiare sul campo, per questo non accetta che gli venga chiesto di rimanere seduto e guardare, no, lui vuole a tutti i costi trovarsi schiena contro schiena con i propri sottoposti e aiutarli in quello che fanno. Non gli piace starsene seduto a muovere i pezzi su una scacchiera e guardare come tutto prenda forma e si realizzi: lui è un pezzo come qualsiasi altro, anche se morisse qualcuno potrebbe sostituirlo e nel caso ciò accadesse, almeno avrebbe dato il buon esempio.
ꗃ Abilità:
𖥔 La tragica storia del Dottor Faust.
"L'inferno non ha limiti e non è circoscritto
In un unico luogo; perché dov'è l'inferno, lì noi sempre saremo"
• La tragica storia del Dottor Faust (The Tragical History of Life and Death of Doctor Faustus) è un'opera teatrale scritta da Cristopher Marlowe, secondo alcuni critici prima del 1590.
Il dramma narra la storia di Faustus, uno studioso così avido di conoscenza da non accontentarsi del sapere accademico, della medicina e della teologia, avventuratosi nel campo della magia nera. Siccome la ricerca autonoma e libera della verità era stata da sempre in contraddizione con la teologia dogmatica, dopo aver compiuto un'invocazione nel suo studio, gli appare il diavolo Mefistofele con il quale stipula un patto: Faustus avrà la conoscenza ed i servizi del servo di Lucifero per ventiquattro anni, dopo i quali Lucifero avrà la sua anima.
Egli riesce solo a compiere piccoli atti di bassa levatura. Dapprima fa apparire a sé i sette vizi capitali, poi si prende gioco della corte di Roma. Durante tutta l'opera, Faustus viene continuamente consigliato da due angeli, uno buono e uno malvagio, simboleggianti i due lati della natura umana. E sebbene l'angelo buono riesca più volte ad insinuare in Faustus il dubbio sulla sua scelta per salvargli l'anima, le minacce di Mefistofele e le apparizioni di Lucifero lo fanno presto desistere dal proposito di rompere il patto, fino alla morte, quando la sua anima viene dannata.
La prima pubblicazione dell'opera risale al 1604, undici anni dopo la morte di Marlowe e più di dodici anni dalla prima rappresentazione teatrale. Prendendo spunto dal mito del saltellante D.C. Dottor Faust, l'opera ha influenzato alcuni dei maggiori drammaturghi del tempo come Ben Jonson e William Shakespeare nei secoli successivi molte altre opere tra cui il Faustus di Goethe.
L'abilità sovrannaturale di Cristopher è un evidente richiamo all'opera sopracitata, con la sola differenza che non ha un limite di vita per aver stretto un patto con un diavolo. In pratica l'abilità di Cristopher gli permette di evocare Mefistofele e stringere patti momentanei, che possono riguardare qualsiasi aspetto della vita lui voglia, purché non sia qualcosa di eccessivamente difficile da ottenere. Mefistofele, che si vede camminare o fluttuare accanto a Christopher quando questo lo evoca, ha un aspetto difficile da definire, sfuggente e oscurato da uno strato d'ombra che lo nasconde parzialmente dagli occhi altrui, anche se sono visibili i suoi contorni. Può capitare che si mostri del tutto, anche se non è mai successo davanti ad estranei, solamente Cristopher ha visto Mefistofele nella sua vera forma, dopotutto la sua abilità non è qualcosa che viene vista positivamente da molti, soprattuto quando si ha a che fare con un ambiente estremamente religioso, non è un caso se entrare in un luogo di culto gli produce stress e gli causa improvvisi malori, come mal di testa o cali di pressione, occasionalmente anche dolori al petto. Ma questi sono dettagli irrilevanti dato che non viene spesso trascinato in chiesa, anche se il suo matrimonio è stato un parto, ha rischiato di svenire due o tre volte durante la cerimonia, fortunatamente molti pensavano solamente che fosse per l'emozione. L'abilità di Cristopher, quindi, prevede l'evocazione di Mefistofele, il quale compare improvvisamente accanto all'uomo, fuoriuscendo dal terreno, sul quale appare improvvisamente un cerchio rituale per l'evocazioni, anche se lui non ha bisogno di mettersi a disegnarlo o ripetere la formula per l'evocazione, è pura scena teatrale quella dell'evocazione, dato che per quanto lo riguarda, capita spesso che Mefistofele compaia dal nulla, senza scene teatrali. Sembra che Cristopher e Mefistofele abbiano una relazione basata sul rispetto reciproco anche se capita spesso che il diavoloin questione si diverta a prendere in giro l'uomo, seppur sappia quando è il momento di essere seri.
Ma a parte tutti questi dettagli: come funziona l'abilità di Cristopher?
Innanzitutto egli deve evocare Mefistofele, che appena comparirà la prima cosa che farà sarà chiedergli che cosa voglia (oppure mandarlo a quel paese per averlo disturbato, ma sono dettagli), in seguito lui e Cristopher stringeranno un patto dalla durata limitata e dal contrappeso proporzionale alla richiesta fatta. Cristopher può chiedere praticamente qualsiasi cosa, ma più questa è difficile da trovare o pericolosa e più grande sarà il contrappeso da pagare.
Solitamente Cristopher chiede di poter riavere il proprio braccio sinistro in cambio della capacità di percepire il senso del tatto su una parte del corpo, ma non è raro che possa chiedere un braccio metallico in cambio di non vedere da un occhio.
Capita spesso che chieda armi in cambio, scambiando uno dei cinque sensi oppure qualche altra piccola abilità del proprio corpo: più ciò che chiede ha una perocolosdità alta e più il prezzo sarà alto. Per esempio, teoricamente parlando, se chiedesse i una bomba H probabilmente perderebbe l'uso di entrambe le gambe e un braccio fino a quando la bomba non è esplosa. Invece, per piccole cose come un telefono o dei soldi, probabilmente sentirebbe un po' di fastidio alle dita, avendo difficoltà a muoverle, ma nulla di grave.
Importante è ricorda che qualsiasi cosa Cristopher chieda si materializzerà e rimarrà tale a meno che venga distrutta, perda la sua utilità o Cristopher affermi che non sia più necessaria (per esempio, se chiedesse una pistola quella rimarrà tale fino a che non avrà svuotato il caricatore. In linea teorica potrebbe chiederne un altro, ma sostiene che stringere due patti contemporaneamente possa essere fin troppo pericoloso).
ꗃ Carattere:
𖥔 MBTI: ENTJ
Cristopher ha sempre vantato un atteggiamento particolarmente solare e allegro, non ha mai rifiutato una sana risata o del tempo in compagnia, ha semore trovato estremamente piacevole bersi qualcosa con degli amici o divertirsi, esattamente come ha sempre trovato divertente qualsiasi cosa, non per questo lo definiscono "un bambino un po' cresciuto" o almeno, lo definivano così. Era noto per essere una persona ottimista e serpe positiva su qualsiasi cosa, con un ampio sorriso sul volto e uno sguardo amichevole e sincero, ma il suo volto calmo e sorridente è ormai per la maggior parte del tempo sostituto da uno guardo serio e cupo, come se non trovasse niente per cui essere felice. Effettivamente, da quando è tornato a casa, sembra che niente lo rallegri più come prima, sembra quasi che non sia più al stessa persona: niente lo entusiasma, nulla lo fa ridere con sincerità come prima, poco riesce a distrarlo dal suo lavoro e dai suoi obbiettivi. Questo non significa che non sappia sorridere o essere felice, semplicemente si noterà sempre quella luce fievole e stanca nei suoi occhi, confusa con qualcosa di più cupo, ma allo stesso tempo difficile da notare. Non è bravo ad esprimere le sue emozioni e sentimenti, non riesce a trovare la sicurezza di parlarne con qualcuno o di lasciarsi andare, per questo motivo è arrivato alla conclusione che avrebbe fatto solo ciò che sarebbe stato capace di fare, lasciando perdere la sua emotività, che compare solamente quando in zona ci sono i suoi figli, in quel caso diventa improvvisamente la persona più adorabile del mondo. È sorprendente la velocità con cui il sorriso compaia sul suo volto appena vede quelle tre adorabili pesti, ed è altrettanto sorprendente come con loro non traspaia mai nulla di negativo: non alza mai la voce, sorride sempre ed è affettuoso. Non sta fingendo, non è tipo da mentire alle sue luci, ai suoi figli, e questo è uno dei pochi momenti in cui risulta essere veramente sincero. Cristopher ama i suoi bambini, morirebbe per loro, e non è un caso che cerchi sempre di tener superato il proprio lavoro dalla propria famiglia.
Tornando a noi: Cristopher è un leader nato, non è una novità per nessuno dato il suo eccezionale carisma e la sua autorevolezza anche inconsapevole, che lo rende una persona su cui è facile contare e che si rende un punto di riferimento anche involontariamente, trascinandosi dietro numerose persone solamente perché il suo comportamento sicuro e confortante; infatti, Cristopher emette un aura rassicurante, ci si sente a proprio agio in sua presenza, seppur egli possa risultare una delle persone più spiegate e crudeli che si possano incontrare. Infatti, guardandolo e percependo la sua aura affettuosa e amichevole, mai si penserebbe che un uomo del genere possa essere una persona tanto spietata. Non ha paura di sfruttare qualsiasi cosa in suo possesso per poter raggiungere un obbiettivo, anche se tend ea pianificare sul lungo termine, cosa che gli permette sempre di essere un passo avanti agli altri o di non finire ciò che serve prima ancora di iniziare- ovviamente questo discorso non si trova d'accordo quando in mezzo c'è da bere, in questa situazione è il primo a bere come se non ci fosse un domani, non per niente ha rischiato il coma etilico due volte. Ha una perosnalità espansiva, tende ad iniziare le conversazioni il più possibile e allo stesso tempo si sorprende se viene ritenuto come invasivo, ma non è che gli interessi più di tanto, è una persona che rispetta i "no", quindi non ha alcun motivo per infastidire qualcuno per un "no", il punto sono le sue incessanti domande, sparate a raffica. È un tipo curioso, lo ammette. Inoltre a Cristopher piace il divertimento, non per questo è una delle persone più giocose che ci siano: non è fisicamente capace di dire no ad una partita di qualcosa, per questo motivo è sempre pronto ad una partita di qualsiasi cosa, anche se preferisce le carte agli sport con la palla, soprattuto pallavolo, a cui non riesce a giocare senza l'aiuto di Mefistofele e il suo braccio. Non si considera una persona sregolata, eppure è un grande amante di ciò che si può considerare ludico, che sia qualcosa di infantile o meno non gli è mai interessato: videogiochi, film, fumetti, figurine, carte ecc. Cristopher è sotto molti aspetti decisamente meno cupo e serio di quanto non sembri, dato che a primo impatto può sembrare qualcuno di freddo e distaccato, dalla personalità rigida e ferrea, che non sopporta alcun tipo di divertimento; invece egli è sempre stato favorevole al perdere tempo divertendosi. Gli piace ridere, fare battute e prendere in giro gli altri, è il primo a definirsi un pagliaccio e si diverte quando qualcuno si rivolge a lui in modo buffo, anche informale, dopotutto non ha mai badato più di tanto al rispetto, non gli interessa avere il rispetto delle altre persone. Perchè? In realtà la risposta è semplice: quanto può valere il rispetto di un essere umano nei confronti di un suo simile? A parere di Cristopher niente, egli crede fortemente che se ci fosse un minimo di vero rispetto a questo mondo, si smetterebbe di combattere inutili guerre e di uccidere innocenti civili. Non vi è rispetto nemmeno per la vita di persone innocenti, perché lui dovrebbe esigere rispetto dagli altri? Ha cercato di rifiutare la medaglia d'onore che l'esercito voleva conferirgli- e che ha fatto- sostenendo che non se ne sarebbe fatto niente di rispetto e onore in patria mentre nel mondo ogni giorno centinaia di persone muoiono per guerre assurde e sconsiderate. Il suo ottimismo e positivismo sono lentamente andati a sfumare da quando è tornato a casa, non è più la stessa persona per un motivo e non è una sensazione dei suoi amici, ne è perfettamente consapevole. Cristopher è dell'idea che per far comprendere alle persone quanto le guerre siano inutili e quanto sia deplorevole sprecare vite umane combattendosi a vicenda bisogna semplicemente trovare un nemico comune abbastanza capace da potersi dichiarare una minaccia mondiale, qualcuno che mostri come anni e anni di guerre e violenza non abbiano fatto altro che indebolire il mondo. È disposto a immolarsi come questo nemico, ad essere onesto, ed è certo che non avrebbe alcun problema a dimostrare quanto sia pericoloso e letale un uomo determinato e dotato di un'abilità sovrannaturale. Tornando a noi, Cristopher è un uomo estremamente brillante, un genio per quanto riguarda la parte strategica di ogni piano e soprattuto la precisione e l'attenzione al dettaglio: non è sopravvissuto- circa- ad anni di guerra in Afghanistan avendo la testa tra le nuvole. Cristopher ha una personalità dominante, difficile da affrontare, soprattuto quando è chiara la sua irritazione e la sua serietà, sennoò non fa altro che la figura del completo inetto, altra motivazione per cui non ci crederebbe mai nessuno che lui sia un uomo tanto crudele e spietato. Ha la fama di essere un uomo inflessibile, pretenzioso e poco disposto ad accettare gli errori altrui, ma questa non è altro che una voce di corridoio che ha iniziato a circolare, dato che non è il tipo da esigere il meglio da tutti, puntando l'asticella ad un certo livello per poi continuare ad alzarla senza mai prestare attenzione alle necessità altrui. Certo, non gli piace che i suoi progetti vengano rallentati, ma rispetta profondamente le difficoltà e le differenze delle persone, essendo il primo a cercare di aiutare chi ne ha bisogno, anche tra i suoi sottoposti. Per quanto sia un uomo disponibile e generalmente amichevole, Cristopher viene giustamente temuto anche dai propri collaboratori, non tanto per il suo essere qualcuno che ucciderebbe un sottoposto per un errore quanto per il suo essere consapevole dei rischi che il suo obbiettivo comporta, i suoi metodi diretti e la sua abilità per nulla convenzionale, che gli ha fatto guadagnare il soprannome di "Avvocato del Diavolo". Tende ad essere insensibile quando ha a che fare con nemici, non è un uomo che mostra pietà sul campo di battaglia, ha imparato a proprie sospese che un istante di tentennamento può ucciderti o salvarti la vita, per questo motivo è dell'opinione che se non si è pronti a mettere in gioco tutto non serve nemmeno provarci, non a caso è il tipo di persona che sarebbe capace di mettere in mano una pistola a qualcuno e dirgli di sparare al proprio cane solamente per vedere fino a che punto si spingerebbe la sua lealtà.
È un uomo estremamente intelligente, fin troppo per i gusti di molti, ed è difficile prevederlo, non tanto perché se ne esca con le cose più assurde possibili, semplicemente ritiene che la mossa vincente, molte volte, consista semplicemente nel fare esattamente cosa ci si aspetterebbe di più che una persona facesse. Inoltre tende ad essere particolarmente creativo quando deve pianificare strategie, e quando si parla di creatività non va esclusa la possibilità di missioni in drag- cosa di cui è grandissimo fan-, ma a parte questo ciò che più dovrebbe preoccupare nella sua personalità è la sua abilità da manipolatore. Pare un inetto, sciocco, stupido, a molti pare un libro aperto, ma non c'è errore più grande che si possa fare con lui: Cristopher è un mago nella manipolazione e nell'analisi psicologica, nello sfruttare debolezze e insicurezze. Bisogna sempre guardare si le spalle quando si ha a che fare con lui, dopotutto gli piace avere il coltello dalla parte del manico, sempre.
ꗃ Pronomi:
𖥔 he/him
ꗃ Genere:
𖥔 Maschio, cisgender
È importante specificare una cosa: per quanto Cristopher di persé utilizzi i pronomi maschili, non è raro che gli capiti di parlare usando il neutro, non tanto perché si ritenga come non-binary o genderfluid o qualsiasi cosa riguardi il non identificarsi nel suo sesso, ma perché è perfettamente consapevole che la sua abilità sia una parte della sua personalità, e Mefistofele si identifica col genere neutro, non essendo nè uomo nè donna, per questo motivo ogni tanto, quando sente la voce del demone troppo forte nella sua testa, o quando questa gli dice di correggere iOS uo interlocutore, Cristopher non si fa alcun problema ad usare il neutro.
Questo è anche il motivo per cui capita che parli al plurale, quando usa la prima persona, per esempio "vorremmo un tavolo singolo, grazie" oppure "no, vorremmo solo comprare questa maglietta". Gli viene naturale e non sa nemmeno perché.
ꗃ Orientamento sessuale:
𖥔 Bisessuale non dichiarato.
Cristopher ha sempre negato qualsiasi riferimento al suo non essere eterosessuale, soprattutto considerando che i suoi genitori non sono mai state persone supportive da questo punto di vista, anzi erano fortemente credenti e scoprire di avere un figlio bisessuale non avrebbe fatto loro molto piacere, soprattutto dopo che si è sposato. In realtà ha scoperto di essere bisessuale durante gli anni della scuola superiore, avendo una sorta di relazione con un compagno della squadra di basket della scuola, in cui si incontravano negli spogliatoi dopo che i club si erano conclusi e quasi nessuno era rimasto a scuola. Per un paio di anni andarono avanti con questa loro intesa, fino a quando non presero il diploma e uno andò a studiare in Europa e Cristopher intraprese la carriera militare. Non ha mai rivelato questa sua caratteristica a nessuno, nemmeno alla sua ex moglie, anche se non ha mica capito some due dei suoi tre figli gli facciano gli occhiolini ogni volta che parla col vicino e onestamente non ha intenzione i capirlo. Come quelle tre pesti siano in grado di scoprire sempre i segreti di tutti rimarrà un mistero.
ꗃ Curiosità:
" ⌗ Handicap: Braccio sinistro.
È qualcosa che risalta subito all'occhio quando non indossa un cappotto sulle spalle o una giacca, che nasconda la quasi totale assenza del suo braccio sinistro. Non è stata una bella esperienza per Cristopher, probabilmente è ciò che fisicamente lo ha segnato di più, non tanto le cicatrici che si è procurato sul volto quando ha difeso i propri compagni, tenendo testa e fronteggiando quei terroristi che martoriavano il villaggio in cui erano rimasti per la notte, avendo finito la benzina e aspettando l'arrivo dei compagni. All'inizio l'assenza del braccio gli ha causato non poca instabilità fisica: faceva fatica in qualsiasi cosa, anche mettersi una maglietta gli risultava un problema, non è un caso che non se le abbottoni mai, è anche questione strategica. L'assenza del suo braccio sinistro ha comportato gravi cambiamenti nella vita dell'uomo: ha dovuto rinunciare alla carriera nei marines e a numerosi aspetti nella propria vita. Avrebbe potuto accettare una protesi, in realtà ne possiede una, ma non la utilizza quasi mai, sostenendo che stoni con la sua personalità, inoltre ha un demone che gli fa tornare il braccio come nuovo quando glielo chiede, cosa vorrebbe di più? Eppure rivive ancora quei fatidici momenti, non è raro che improvvisamente si tocchi la spalla e il braccio, come per confermare che non ci sia, come se credesse solamente di essersi svegliato da un brutto sogno.
" ⌗ Esercito: Grado di Capitano di corvetta (Lieutenant Commander), veterano
Cristopher è stato a lungo nel corpo dei Marines, la marina americana, nella quale è entrato subito dopo la scuola superiore, ritenendo che fosse il lavoro più adatto a lui. Durante gli anni trascorsi in Marina, Cristopher ha partecipato a numerose missioni, esercitazioni e operazioni congiunte con altri stati, concludendo la propria carriera col grado di Lieutenant Commander e una medaglia all'onore per aver sacrificato la propria vita- o aver avuto quell'intento- per proteggere i propri compagni da una granata. È sempre stato un marine modello: rispettava gli ordini, era un punto di riferimento e veniva apprezzato da tutti, persino i propri superiori. È stato il suo comandante ad inoltrare la richiesta per una medaglia all'onore, che lui non volle accettare all'inizio, ma fu convinto da tutti i suoi amici- quelli che erano rimasti in patria o che erano sopravvissuti. Ora come ora è un veterano di guerra, un ex soldato, ed è il tipo di persona che va nelle scuole a parlare della sua esperienza, gli è capitato abbastanza spesso di venir chiamato dalle maestre dei suoi figli per andare raccontare alle classi della scuola cosa significhi essere un soldato, un marine. Non ha mai rifiutato, dopotutto farebbe di tutto per i suoi figli.
" ⌗ Relazioni: Divorziato, con figli
Cristopher è divorziato da cinque anni dalla sua ex moglie Rachel Harris, con cui era stato sposato fin da quando aveva ventiquattro anni. Hanno vissuto assieme nove anni, sembrando una coppia perfetta: i loro vicini di casa li consideravano estremamente affiatati, due "lovebirds", come solevano dire. Mai si sarebbero potuti bugliare di più: Cristopher e Rachel non andavano assolutamente d'accordo, ma si erano sposati più per compiacere i rispettivi genitori più che altro. I genitori di Rachel volevano che si sposasse con un soldato, per rispettare i sacrifici che questi facevano per la loro patria, mentre i genitori di Cristopher erano a tutti i costi decisi a fargli trovare una moglie prima dei venticinque anni. All'inizio si erano accordati sul provar a far funzionare quella relazione, cosa che successe per un breve periodo di tempo, fino a quando non decisero che avrebbero iniziato ad avere una di quelle "relazioni aperte", poichè erano ben consapevoli che non amandosi veramente non avrebbero mai combinato niente. Continuarono così fino a quando non sembrò che tra loro tutto fosse diventato quasi piacevole, iniziarono ad essere più una vera e propria coppia, questo fino a quando i litigi non ripresero ad essere fin troppo gravosi da poter essere ignorati. Cristopher voleva divorziare, voleva andarsene e vivere la propria vita in santa pace, senza avere qualcuno a dirgli cosa fare, sempre, anche mentre si preparava la colazione. Se ne sarebbe andato se Rachel non gli avesse detto di essere incinta, non che lui si ricordasse di aver avuto quel tipo di rapporti con lei negli ultimi tempi- e oggettivamente non se ne sarebbe mai ricordato dato che quella sera la donna gli aveva fatto bere più del previsto. Voleva salvare quel matrimonio, voleva avere a tutti i costi il controllo su quello ceh accadeva nella sua famiglia. Tirò avanti con la storia dei figli altre due volte, convincendolo a rimandare e a non abbandonare i suoi figli così, per puro egoismo. Cristopher non è una brava persona, ma non è un mostro: non avrebbe mai abbandonato i propri figli, o almeno, non avrebbe lasciato sua moglie. In realtà fu proprio per loro che la lasciò: la dendunciò per violenza domestica sui figli, l'aveva vista picchiare il più grande dei tre in preda ad un'attacco d'ira. Poteva comportarsi da ossessiva compulsiva con lui, poteva vietargli di avere una vita, ma una cosa che non avrebbe sopportato era che alzasse le mani sui suoi figli. Ora come si porta dietro i figli quando può, anche se per decisione del giudice li avrebbe tenuti un weekend al mese anche la madre. Ora che Cristopher si trova a Yokohama ha deciso di portare con se i tre bambini, non subito, giusto il tempo di organizzare qualche piccolo dettaglio, dopotutto non si sarebbe separato dai suoi amati figli, mai e poi mai. Comunque i suoi figli hanno uno nove, uno otto e uno sette anni e si chiamano, rispettivamente: Sean, Isaac e Joel.
" ⌗ Paura: Agiofobia.
Con "agiofobia" di parla della paura ossessiva nei confronti di ciò che riguarda il sacro, come per esempio immagini, statue, luoghi di culto ecc. Ad essere onesti, in realtà, Cristopher di suo non ha paura di queste cose, non ha mai creduto che se, per caso, Dio esistesse perdesse veramente tempo dietro agli uomini, che non riescono a stare senza dichiararsi guerra l'uno all'altro per più di un decennio. La paura delle cose sacre è nata durante la sua infanzia, quando i genitori ancora lo portavano in chiesa, decisi a fargli superare quel suo "innaturale" rigetto nei confronti della religione, inconsapevoli del fatto che fosse tutto merito della sua abilità sovrannaturale. Ogni volta che ha a che fare con oggetti o luoghi sacri, Cristopher inizia a sentirsi male e la voce di Mefistofele nella sua testa gli urla di allontanarsi, talmente forte che diventa estremamente fastidioso. Se volessimo essere precisi dovremmo dire che è la sua abilità ad aver paura del sacro, non lui, ma sono la stessa persona in fin dei conti, non è un caso che ci siano state persone, soprattuto i medici da cui era stato portato da piccolo, che sostenevano fosse un disturbo dissociativo dell'identità, non una vera e propria abilità. Fattostà che ogni qualvolta si trovi ad aver a che fare con cose sacre tende a distruggerle, rovinarle, bruciarle persino (e sì, il suo matrimonio in chiesa è stato seriamente un trauma).
" ⌗ Hobby: Biliardo e giochi da tavolo.
È un tipo giocoso, come abbiamo ben compreso, quindi non bisogna sorprendersi che giochi a giochi da tavolo o soprattuto a biliardo. Di solito andava nei locali riservati ai veterani di guerra o i membri dell'esercito, almeno era sicuro di trovare qualcuno con cui giocare in pace, ma ha un biliardo anche a casa, quindi se volesse potrebbe invitare amici e giocarci tutta la sera. Si diverte molto più a giocare con i propri amici che in molti altri modi, è persino una di quelle persone a cui piace Dungeons&Dragons, ci giocava da quando era piccolo e non ha mai smesso, se deve essere onesto. I videogiochi non gli dispiacciono, segue soprattutto la saga di Call of Duty o altre serie di questo genere, come Battlefield e Rainbow. Non gli piace essere definito un nerd, eppure è perfettamente cosciente di esserlo sempre stato, anche se non si direbbe.
" ⌗ Lavoro: Agente Federale.
Da quando è tornato in America in seguito alla guerra in Afghanistan ha dovuto ritirarsi dalla marina militare per il gravissimo infortunio, se così si può chiamare, sul campo. Dopo essere entrato nella Guild, non avendo avuto di meglio da fare, ha ricevuto la richiesta di impiego presso l'NCIS (Naval Criminal Investigative Service), che si occupa di casi criminali che riguardano la Marina americana e i marines. Ha ricevuto questo incarico su consiglio di un amico, che ricopriva un'alto grado nella marina e a sua volta era amico del segretario della Marina. Nessuno ha mai commentato il fatto che gli mancasse un braccio o che avesse cicatrici e bruciature anzi, lo rispettavano per quello e ad essere onesto, a lui non interessava. Faceva parte di una squadra di agenti stanziati a New Orleans, dove attualmente risiede con i suoi figli, che poveretti devono trasferirsi dalla madre per qualche giorno ogni mese, anche se non ne sono molto contenti, preferendo di gran lunga il padre, che ritengono essere "il migliore del mondo". Si occupa di analisi di dati e ricerca di informazioni, non sempre sono d'accordo sul fatto che li segua sul campo, soprattutto quando stanno indagando su casi estremamente pericolosi, ma non hanno mai avuto niente da ridire sul fatto che non manchi mai un bersaglio, seppur abbia solamente un braccio. Ora come ora si trova a Yokohama con la scusa di indagare, ma anche se non fosse così ha richiesto un periodo di congedo al proprio superiore, che glielo ha concesso, dato che non ha mai fatto alcun giorno di vacanza and i fuori delle festività.
" ⌗ Dolce preferito: Cioccolato.
Avrà anche trentotto anni, ma rimarrà sempre un bambino nel corpo di un adulto: ha sempre avuto una grandissima passione per i dolci, o più precisamente quelli che contengono il cioccolato. Non apprezza troppo le torte o le caramelle, ma il cioccolato è l'unica cosa che mangerebbe fino allo star male- fun fact: lo ha fatto almeno due volte. Non è una persona capace di regolarsi quando si viene al cibo, infatti o mangia troppo o mangia troppo poco, non è una sorpresa il fatto che possa essere stato male per aver esagerato con il cioccolato. Se bisogna fargli un regalo, la cosa che i suoi amici più stretti consigliano è del gustoso cioccolato svizzero, lui ne è un grandissimo fan.
" ⌗ Abilità: Alta resistenza all'alcol.
Ha sempre avuto una straordinaria resistenza all'alcol, non sa nemmeno lui il motivo di questo suo tratto dato che sua madre appena sente l'odore di alcol sviene e suo padre non regge nemmeno due lattine di birra, fattostà che quei due hanno dato vita ad un mostro. Non è quel tipo di persona che esagera, o almeno, di birre non ne beve poche, ma i superalcolici li limita, sostenendo che ubriacarsi sì, ma non fino al punto di vomitare. È raro vederlo ubriaco e soprattuto non è il tipo di persona che beve tutti i giorni anzi, limita le proprie uscite con gli amici al sabato sera o al venerdì e fa sempre attenzione a non bere se deve guidare per tornare a casa. I suoi figli lo ammirano per il fatto che sia sempre lui a vincere le gare di bevuta che fanno i suoi amici e sostengono che vogliono diventare come lui da grandi. Cristopher, però, si oppone fortemente al lasciar anche solo avvicinare i suoi bambini ad una bottiglia, non perché creda che i bambini non debbano bere- lui ha iniziato a dodici anni, dopotutto ha un padre inglese, e noi conosciamo gli europei- ma perché quando ci sono bottiglie aperte in giro per la casa significa che lui e i suoi amici sono brilli e non vuole rischiare di mettere in pericolo i suoi figli. Il suo superalcolico preferito, però, è il gin tonic, ed è arrivato ad un record di cinque bicchieri di fila senza mangiare nulla, poi si è buttato su un divano e si è messo a raccontare un aneddoto su sua madre a dei completi sconosciuti.
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« 𝐌𝐀𝐑𝐈𝐍𝐄𝐅𝐎𝐑𝐃»
𝐨𝐜'𝐬 𝐛𝐨𝐨𝐤...
... 𝐄𝐭𝐭𝐲'𝐬 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐞:
𖦹 Eccoci arrivati alla conclusione della mia seconda scheda di questa nuova collezione di oc.
𖦹 L'oc presentato in questa scheda è stato creato per la roleplay "Yuugen" di -scaramovche, a tema Bungou Stray Dogs.
𖦹 Spero vada bene, dimmi pure se ci sono cose da correggere o da precisare meglio, dopotutto ho tempo per sistemare.
𖦹 tag: DemiGod_06, -lycxris, Corvus_Lestrange27, TAMVMO...
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