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CAPITOLO 18

LUNA P.O.V

“Ciao cara, io sono Louise Harrison, la mamma del mio piccolo e adorato George”, disse sorridendo mentre accarezzava la testa di George.

“Piacere di conoscerla signora Harrison, io sono Luna Lennon, la sorella di John, che probabilmente conoscerete per la band di cui suo figlio fa parte…”.

“Oh, assomigliate molto, sai?! Tuo fratello lo vedo spesso per strada… comunque non chiamarmi signora Harrison, chiamami pure Louise, dolcezza…”.

“Certo signo… Louise, grazie per l’accoglienza”.

“Di niente piccola, posso…”.

“Mamma, ci puoi portare del tè e dei biscotti su in camera, se non ti dispiace…”, si intromise George stufo.

“Certo Georgie, arrivo… tu fai sentire allora a Luna qualche canzone…”.

“Grazie…”, sussurrai alla madre di George. Lei mi sorrise in ricambio.

Poi lui mi indicò di salire le scale per andare nella sua stanza. Non era tanto grande, però aveva una magnifica finestra dalla quale si vedeva un meraviglioso paesaggio.
Le pareti erano bianche, il letto singolo era sistemato in un angolo. Sulle pareti c’erano vari poster di musicisti (e chitarristi) famosi.

Poi George si sedette sul letto e dalla custodia prese la sua chitarra.
Era una Hofner President, marroncina chiara nel centro e un po’ più scura verso i lati. Invece che avere la buca nel centro aveva due effe ai lati, come un violino.

“Cosa ti posso fare sentire, Luna?”, mi chiese.

“Mmm… mi fai sentire il brano che hai suonato a John?”.

“Ma certo Luna”, rispose. La canzone mi è piaciuta tantissimo.
George era veramente bravo come mi aveva detto Paul.

“Sei stato veramente bravo, George!”.

“Grazie Luna…”.

“George, al telefono c’è il tuo amico John! Dice che deve parlare un attimo con Luna!”, esclamò Louise dal salotto.

“Vai Luna, io ti aspetto qui…”. Sono scesa e sono andata verso il telefono.

~
“Ciao John, cosa succede?”.

“Eccoti Luna, io e Paul ti abbiamo cercato dappertutto!”.

“A dir la verità eravamo io e George a cercare voi…”.

“Comunque stai facendo qualcosa di urgente con George? Sennò vieni da me, ti voglio portare… da qualche parte…”.

“No Johnny, mi stava facendo sentire un brano...”.

“Allora vieni, è... abbastanza importante...”.

“Oh, ok. Saluto George e arrivo Johnny, ciao”.

“Ciao Luna, a tra poco”.
~

Vidi George scendere le scale e avvicinarsi a me.

“Cosa ha detto John?”.

“Ha chiesto se potevo andare da lui, voleva mostrarmi qualcosa, ma non ho capito cosa…”.

“Allora vai pure da John, ci vediamo lunedì”, mi saluto George.

“Ciao George…”.

“Non me lo merito un bacio?”, scherzò.

“Certo che te lo meriti”, dissi dandogli un bacio sulla guancia e arrossendo leggermente.

“Ciao George, e salutami tua madre!”.

“Certo Luna, ciao!”.

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