CAPITOLO 15
AUTORE P.O.V
Fu così che John e Paul rimasero da soli. L'autobus era completamente deserto.
“Paul, che ne dici di scendere alla prossima fermata e ritornare a piedi?”, chiese John.
“Certo John, perché no?!”. Allora, qualche minuto dopo, l'autobus si fermò e loro scesero.
“Che freddo!”, esclamò Paul rabbrividendo un pochino.
“Tieni questa, Paul”, disse John mentre gli metteva la sua giacca di pelle sulle sue spalle.
“Grazie Johnny”, disse Paul.
Non si accorse nemmeno che per quel soprannome John arrossì molto.
“Senti Paul, lo sai che io ti voglio bene”, prese parola il ragazzo più grande.
“Si, lo so John. Anch'io te ne voglio, come lo voglio anche a George…”.
“Senti, ti… ti dovrei dire una cosa…”, esclamò fermandosi.
Solo allora Paul vide quanto John era bello. Aveva le guance e il naso leggermente rossi per il freddo. Il lampione dietro di lui rifletteva la luce sui suoi capelli ramati e il suo naso grande e appuntito dava molta espressione al suo meraviglioso viso.
La luna dietro la sua testa brillava nel cielo che ormai era diventato completamente scuro.
Paul non notò che John lo spinse gentilmente verso un vicolo buio accanto alla strada principale, appoggiando il suo corpo sul muro di mattoni, in modo che John avesse il controllo.
“Paul”, disse John accarezzandogli la guancia, “tu odi gli strani?”.
Questa domanda colse di sorpresa Paul.
“I-io no, diciamo che non li odio e, beh non ho mai visto o fatto una cosa del genere, capisci, ecco…”. John guardò Paul con i suoi intensi occhi marroni.
Il suo cuore iniziava a battere molto velocemente.
“Sai Paul, sei uno dei migliori amici che io abbia mai avuto, anzi sei il migliore tra tutti. Ma, non so perché, ho iniziato a dubitare della nostra amicizia... non in senso cattivo, però! Ti ho iniziato a guardare con occhi... diversi…”.
Anche il cuore di Paul iniziò a percuotere fortemente la sua cassa toracica.
John allora passò di nuovo la mano sulla guancia del ragazzo più giovane e iniziò a intrecciare con le sue dita i capelli di Paul. Il suo respiro divenne irregolare e si sentiva confuso.
“Io ti amo, Paul”, furono le uniche dolci parole che John riuscì a dire.
Avvicinò il suo volto a quello di Paul e appoggiò le sue labbra su quelle dell'altro ragazzo.
John sentì scintille passargli per tutta la spina dorsale mentre anche Paul iniziava a ricambiare il bacio. Paul appoggiò le sue mani sui fianchi del ragazzo più grande per avere più contatto.
Dopo qualche minuto si staccarono per respirare un po' di aria, che ai due giovani adesso sembrava molto più calda.
Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante Paul prese parola:
“Non avrei mai pensato a questo…”, John ebbe per un secondo la sensazione che a Paul non era piaciuto, “però, John, è… è stato veramente fantastico. Sai, appena ho incontrato tua sorella mi è venuto un groppo allo stomaco, sai cosa intendo. Però, mentre pensavo a lei mi sei venuto in mente anche tu, e... mi è sembrato tutto così strano, io credo di non aver mai fatto pensieri per un... un ragazzo”.
“Se non ti è piaciuto potevi dirlo prima”, disse John staccandosi da Paul e facendo per andarsene.
“Aspetta John!”, esclamò Paul prendendogli la mano, “non mi hai lasciato finire! Quando mi hai baciato ho capito tutto!”.
“Cos'è che hai capito, Paul?!”.
“Che ti amo anch'io…”. John sorrise e prese per mano Paul, dato che non c'era nessuno per strada.
Lo accompagnò a casa e ritornò alla sua felice, per poi addormentarsi nel caldo delle sue coperte.
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