
[ 08 - Happy one day clean ]
In memoria di Angus Claud, il nostro Fezco.
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Lydia fece tutte le ricerche possibili sui ritiri della droga prima di andare a far visita a Rue, con il permesso di Leslie.
"Hey, portaguai." Disse, una volta arrivata, affacciandosi alla porta della camera della riccia.
Quest'ultima le rivolse uno sguardo dal suo letto, dov'era raggomitolata con le braccia attorno al cuscino, sorridendo debolmente. "Sei proprio tu, Plutone?"
"Ti ho portato un po' di Poweraid per tenerti idratata." Lydia le mostrò due borse di plastica. "Ho preso tutti i gusti perchè non so quale ti piace."
"Vanno bene tutti." Mentì Rue, facendo posto all'amica mentre le indicava di sedersi al suo fianco.
"Come sta andando?" Chiese la liscia con uno sguardo compassionevole. "Stai di merda?"
"Mm." L'altra borbottò. "Sembra?"
"Sì, ma, non in senso brutto." Lydia fece un leggero sorriso. "Tipo, merda carina."
Rue corrugò la fronte. "Lo accetto."
Poi si mise a sedere, lentamente, per osservarla per bene. "Penso che il momento peggiore sia finito. I giorni scorsi ero presa dalla febbre. Ora ho smesso di vomitare, quasi del tutto."
"Bene." La liscia sorrise come per incoraggiarla. "Sai, sono piuttosto fiera di te."
"Oh, non fare come quelli del gruppo alla riabilitazione." Fece Rue, imbarazzata.
"Dico sul serio." Rise l'amica. "Lo sono davvero. Pensa solo al dopo, a quando le tue occhiaie spariranno. Quella è una cosa positiva."
La riccia fece un sorrisetto, stendendosi di nuovo. "Resti qui stanotte?"
"Non credo che tu sia abbastanza in forma da poter affrontare me e i miei incubi nel mezzo della notte." Ammise Lydia, imbarazzata al pensiero che Rue avesse già dovuto svegliarla due volte.
"No, voglio che resti." Disse la riccia, scuotendo la testa. "Ali poi dovrebbe anche venire a prepararci la cena."
"Ciao, scusate." Lydia arrivò finalmente a cena, dopo essersi fatta una doccia.
"Le ho vomitato addosso." Disse Rue, per spiegare il suo ritardo.
"E tu sei ancora qui?" Chiese Ali, stringendo la mano della Mars. "Siediti prima di deciderti a scappare via per le colline."
La riccia le rivolse un sorrisetto, stringendosi ancora di più nella sua maglietta tie-dye che indossava praticamente sempre. "Sono Lydia, un'amica di Rue."
"Oh sì. Ho sentito parlare di te." Annuì l'uomo, passandole un piatto. "Allora, Rue. Credi di aver toccato il fondo?"
A Lydia andò di traverso il drink per la domanda così schietta. Leslie iniziò a darle pacche sulla schiena e la ragazzina si affrettò a scusarsi. Infine la donna dovette rispondere al posto della figlia, che era rimasta in silenzio. "Sì."
"Uhm..." Cominciò Rue, provando a scherzarci su. "Okay, so che devo scusarmi con un sacco di persone. Ecco, l'ho capito. Quindi, ho appena capito che dovrei, sai, tornare in riabilitazione, restare pulita, sai com'è, mettermi a posto, e, uhm... poi ritornare, e... ecco, farmi perdonare."
Lydia lasciò che quelle parole alleggiassero nella stanza mentre metteva una cucchiata di piselli in bocca.
"Allora, vuoi restare pulita?" Chiese Ali, prima di voltarsi verso Gia. "Tu cosa ne pensi?"
La più piccola sembrava amareggiata. "Se dice sul serio, è fantastico."
"Dico davvero." Replicò Rue.
"Lo hai già detto una volta." Ribattè Gia, che sembrava aver avuto la risposta pronta da tempo. Lydia alzò entrambe le sopraccciglia.
"Gia." La rimproverò Leslie. "Andiamo."
"Cosa c'è di male nel fatto che non le crede?" Chiese Ali.
"Credo che abbia bisogno di tutto il nostro supporto." Rispose la madre, puntando lo sguardo su Rue. "Giusto?"
Alla vista del senso di colpa e del dolore che invadeva lo sguardo della riccia, Lydia le pose una mano sul ginocchio, tentando di confortarla.
"Non penso sia questione di supporto. Quando una persona è stata delusa molteplici volte, credo sia normale che perda un po' di fiducia." Ali difese Gia, con le posate ancora in mano. "Lydia, tu che ne pensi?"
"Non la conoscevo ancora l'ultima volta che sono uscita dalla riabilitazione."
"Okay." L'uomo fece spalluce. "Ma la conosci ora."
"Cosa ne penso di Rue che prova a restare pulita o di quello che dice Gia?" Chiese la liscia, sbattendo rapidamente le palpebre.
"Entrambe." Ali alzò di nuovo le spalle.
Lydia inspirò profondamente. "Beh, direi che mi sento piuttosto in colpa per non aver incoraggiato Rue a ripulirsi prima. Nel senso, sapevo che usava quella roba."
"Non lo sapevi." Ribattè la riccia. "Non sapeva che sarei dovuta restare sobria."
"In ogni caso, si sente in colpa. Questo è ciò che prova." Puntualizzò l'adulto. "E Rue dovrebbe scusarsi con te?"
"Non è colpa sua se mi sento in colpa." Lydia prese subito le difese dell'amica.
"Ma c'è qualcos'altro per cui dovrebbe farsi perdonare?" Si corresse Ali.
Diverse cose comparsero nella mente della liscia nel giro di un secondo.
Tuttavia non rispose, e si girò a guardare Gia. "Credo che la reazione di Gia sia giustificabile. Nel senso, è solo una ragazzina, non dovrebbe essere già a conoscenza di quanto la dipendenza sia stressante e infinita."
"Tu che ne dici?" La sorellina di Rue si rivolse ad Ali, realizzando che lui non aveva ancora espresso la sua opinione. "Credi che riuscirà a restare pulita?"
L'uomo lanciò un'occhiata a Rue. "Non lo so."
"Lei dice che c'è una possibilità del cinque percento, giusto?" Continuò Gia. Lydia iniziò quasi ad arrabbiarsi con lei, dato che parlava come se sua sorella non fosse stata lì davanti a loro. Rue intanto posò la mano sopra quella dell'amica, ancora ferma sul suo ginocchio.
"Una cosa del genere." Ali annuì.
La piccola fece spalluce. "Che speranza ci sarebbe allora?"
Sia Lydia che Leslie fecero di tutto per non metterla a tacere, ribattendo o urlandole contro. Ali invece restò perfettamente calmo. "La speranza è proprio ciò che Rue deve trovare."
La pioggia iniziò a battere sul soffitto mentre la riccia mormorava. "Sì, una passeggiata."
Lydia e Rue erano distese sul letto, una di fronte all'altra. La seconda aveva raccontato tutto quello che era successo, e l'amica ora corrugava la fronte. "Sto iniziando a capire che Elliot è effettivamente il peggior tutor di sempre."
Rue fece un sorrisetto. "È che non mi aspettavo che mi avrebbero lanciata sotto l'autobus. E quel nostro breve problema, nel senso..."
"Forse Laurie capirà, se glielo spieghiamo." Lydia battè ripetutamente le palpebre. "Non lo so."
La riccia rimase ad ascoltare la pioggia che sbatteva sempre più violentemente contro il tetto, mentre posava le mani su quelle dell'amica. "Devo chiederti scusa."
"Non ti preoccupare." Tentò la liscia.
"Ho rubato da casa tua e ti ho fatta piangere." Gli occhi di Rue erano pieni di sensi di colpa. "Devo preoccuparmi eccome."
Lydia corrugò la fronte. "So che non eri in te."
"Comunque..." L'altra prese un profondo respiro. "Mi dispiace davvero, Lydia. So come ti ho fatta sentire, e volevo solo dirti che mi piaci davvero e se ti ho fatta sentire come- come se ti stessi soltanto usando, sappi che mi dispiace."
La liscia assorbì le sue parole, raggomitolandosi ancora di più. "Ti ho preso una cosa."
Poi si girò e prese dalla sua borsetta una catenina con un ciondolo a forma di Saturno. "Io ne ho una con Plutone."
Rue sorrise. "L'hai presa per me?"
"Buon primo giorno da pulita." Lydia fece un sorrisetto mentre l'amica si sedeva e si metteva il regalo attorno al collo, prima di tornare a stendersi. "Ti piace?"
La riccia annuì. "La adoro."
Allacciarono l'una le mani con quelle dell'altra, restando a fissarsi, stese sul letto. Lydia sbattè le palpebre, e Rue fece lo stesso. La Mars esitò, sedendosi, prima di sporgersi verso la riccia e posare le proprie labbra sulle sue. Rue immediatamente le posò le mani sulla vita, stringendola a sè mentre ricambiava il bacio. Lydia si staccò per guardarla bene in viso. "Andava bene?"
"Sì, andava bene." Annuì la riccia, mentre l'amica tornava a stendersi al suo fianco. Si sorrisero.
La liscia esitò. "Era il nove settembre, del terzo anno. Era un giovedì."
Rue si sistemò per ascoltare megio mentre la Mars continuava. "Dovevo riportare il mio libro di storia in biblioteca, perchè avevo finito il tempo per il prestito. Il corridoio era vuoto, tutti erano in classe."
La riccia le posò una mano sul viso. "Il primo sparo che ho sentito, pensavo fosse stata una porta che sbatteva. Le più vicine, quelle della caffetteria, sbattevano in continuazione e facevano un sacco di rumore. Ma poi ho sentito delle urla, e altri due spari."
Rue posò i pollici appena sotto gli occhi della liscia, pronta ad asciugare le sue lacrime non appena, e se, fossero cadute.
"Allora mi sono nascosta nell'armadio dei bidelli. Faceva davvero freddo, e non vedevo nulla, quindi ho usato la torcia del cellulare." Ricordava ogni minimo dettaglio. "Quando ho chiamato la polizia, mi hanno detto che stavano già arrivando degli agenti. Ma, io non avevo messo in carica il telefono la sera prima e si è scaricato nelle mie mani. Quindi, ero rimasta sola, al buio."
"Sentivo la gente avvicinarsi, credo che stessero cercando di scappare dal portone principale." Rue afferrò una singola lacrima. "Ma non ce la facevano. Lo so perchè sentivo i loro corpi cadere, ogni volta dopo che uno sparo rimbombava. Mi sono spaventata e ho sussultato, facendo cadere della roba per pulire dagli scaffali."
Fece una pausa, cercando di non scoppiare in lacrime. La riccia le si avvicinò, stringendola più forte che poteva. "La persona armata allora ha provato ad aprire la porta, perchè mi aveva sentito. Ha sparato alla maniglia, e l'ha fatta spalancare. Poi, mi ha puntato la pistola al viso, dopo essere entrato. L'agente Hawkins è riuscito a colpirlo dalla fine del corridoio, facendo finire il suo sangue su di me. Sui miei vestiti, sul mio viso, sulle mie scarpe."
Lydia sembrò volare via mentre lo raccontava, perchè una parte di lei era effettivamente tornata a quel giorno. "Non sono mai riuscita a lavare quelle scarpe, o quei vestiti. Sono semplicemente rimasti in fondo al mio armadio, ancora coperti di sangue."
"Ho capito." Sussurrò Rue, permettendole di smettere.
Poi la liscia chiuse gli occhi e l'amica la fece spostare sul suo petto. E non appena si addormentò, dopo aver finalmente raccontato a qualcuno cos'era successo, nella braccia di Rue, Lydia chiuse gli occhi e non li aprì fino al mattino dopo, senza venire svegliata da un incubo per la prima volta in quasi sei mesi.
SPAZIO AUTRICE
ciao, come state?
grazie a chiunque si caghi ancora questa storia che aggiorno ogni morte di papa, vi adoro<3
sappiate che ora sto finendo di tradurre "gorgeous", una storia su tsitp che trovate sul mio profilo, e ho deciso di concentrarmi su una storia alla volta quindi continuerò a scrivere questa solo quando avrò finito quella.
detto questo, mettete una stellina se vi è piaciuto il capitolo e sclerate con me dato che so che aspettavate questo bacio da secoli:))
a presto bell*<3
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