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[ 05 - You kinda remind me of Saturn ]

"Fottuto Gesù Cristo." Esclamò Rue mentre Lydia apriva la porta, colta di sorpresa dalla grande, vergognosamente grande, casa che si ergeva proprio di fronte a loro. Non che avesse mai creduto che Lydia fosse povera, ma comparato al piccolo appartamento in cui viveva con sua madre, la casa del padre l'aveva lasciata sotto shock.

"È quello che ho detto." Sospirò Lydia, lasciando cadere lo zaino sul bancone. "Hai fame?"

"Ugh..." Rue premette le labbra una contro l'altra. "Si."

"Ti va un trancio di pizza?" Suggerì Lydia.

"Okay." Borbottò la riccia, sentendosi un pesce fuor d'acqua in mezzo a tutte quelle lampadine brillanti, quei soffitti luminosi e quegli sgabelli da bar rivestiti in oro. "Ma tipo, tuo padre che lavoro fa?"

"Oh, non è lui a guadagnare tutti questi soldi." Rise la liscia mentre sistemava il cibo nei piatti. "La sua compagna, cioè la mia matrigna, Annette, è una chirurga plastica."

"Oh, merda." Rue trattenne una risata. "E, tipo, la fa bene?"

Lydia spinse i capelli dietro le orecchie, liberando queste ultime dagli orecchini che aveva messo poco prima. "Senti."

"Cosa?" La Bennet la squadrò, confusa.

"Tocca il lobo del mio orecchio." La incoraggiò la liscia con una risata sincera.

Rue si ritrovò a ridere in risposta. "Um, okay."

Poi toccò delicatamente il lobo dell'amica, quasi confusa da quello che stava facendo. "...figo."

"Non è reale." Lydia si tirò indietro, lasciando ricadere i capelli davanti dopo essersi tolta anche l'altro orecchino. "L'ha fatto lei per me."

"Non sapevo che si potesse fare la chirurgia plastica ai lobi delle orecchie." Disse la riccia, il suo sguardo fisso sugli orecchini che l'amica aveva lasciato cadere sul bancone e che erano rivolti verso il microonde.

Non farlo, Rue.

"Beh, immagino che non si faccia di solito. Ma, dopo l'incidente, io..." La liscia si interruppe, cercando le parole giuste da usare. "Ho preso la brutta abitudine di strattonarmi i lobi."

La Bennet annuì mentre l'amica traeva un profondo respiro. "E, una notte, stavo passando un momento davvero orribile e l'ho semplicemente... tirato via."

"Ti sei tagliata un lobo?" Rue sussultò, ritenendo quell'evento assolutamente inaspettato e scioccante.

"Non avevo la testa apposto." Lydia fece un cenno mentre sorrideva tristemente, il suono del microonde che riempiva come un sottofondo la stanza su cui altrimenti sarebbe calato il silenzio totale. "Ma è successo mesi fa. Ho superato quel periodo."

La riccia esitò. "Hai voglia di parlarne?"

"No." Rispose l'amica, girandosi verso il microonde che aveva appena finito di riscaldare le pizze. "Grazie, comunque."

"Si, figurati." La Bennet le rivolse un piccolo, breve sorriso mentre Lydia tirava fuori i piatti caldi e li metteva sul tavolo. "Posso chiederti una cosa su quel periodo?"

La liscia avrebbe voluto dire di no. "Okay."

"È morto qualcuno che conoscevi?" Rue quasi bisbigliava, come se stesse dicendo una qualche parolaccia che andava detta a bassa voce per non farsi sentire dai genitori.

"Si." Lydia sbattè ripetutamente le palpebre quando incontrò lo sguardo di Rue, fisso nei suoi occhi. "Li conoscevo tutti, solo che non ci parlavamo, non molto almeno. Ma... c'era questa insegnante."

La ragazza fece una pausa per respirare, sentendo lo stomaco contorcersi dall'ansia e il suo battito cardiaco aumentare. "Non è che io... avessi molti amici, quindi a pranzo mangiavo assieme a lei nella sua aula. Ed è stata uccisa."

"Mi dispiace." Rue scosse la testa. "Nel senso, so che è fastidioso quando le persone riescono a dire solo queste due parole, ma in teoria è l'unica cosa che si può fare."

Lydia annuì. "Direi che ho abbastanza superato la fase dei mi dispiace."

La riccia premette le labbra una contro l'altra. "Allora sono... piena di rimorso?"

La liscia fece un leggero sbuffo alle parole dell'amica. "Okay, così va bene. Funziona."

Rue fece un sorrisetto mentre Lydia spinse un piatto nella sua direzione. Si era sentita quasi bene a parlarne con la riccia. Sua madre ci aveva provato e ci provava ancora in continuazione, e così il suo psicologo, ma con la Bennet era stato facile e basta. Era riuscita a calmarla, rendendole più facile esprimere tutto quello che le passava per la mente. "Ti va di andare nella piscina?"

Rue corrugò le sopracciglia. "Cosa?"

L'amica indicò le finestre, da cui si poteva vedere una piscina risplendere luminosa nella notte. "È pulita."

La riccia sollevò un sopracciglio. "Non ho con me un costume."

"Puoi metterti uno dei miei." Si offrì Lydia, mentre prendeva uno dei tranci di pizza, solo per lasciarlo cadere neanche due secondi dopo.  "Ow!"

"Oh, merda. Ti sei bruciata le dita?" La Bennet le rivolse uno sguardo colmo di preoccupazione mentre si alzava dallo sgabello.

"Ho toccato la salsa che usciva dai bordi." Rispose l'amica, cercando di pulire quella che era caduta sul bancone e promettendosi di finire meglio dopo.

"Fammi vedere." Rue le prese la mano, stringendo il suo dito scottato e lasciandoselo scivolare in bocca. Lydia spalancò gli occhi e sussultò il più silenziosamente possibile, sotto shock a causa dell'azione dell'amica. Dopo nemmeno qualche secondo, la riccia la lasciò andare. "Va meglio?"

La liscia sbattè ripetutamente le palpebre. "Um... si."

Poi le rivolse un sorriso a labbra chiuse, ricevendone uno allegro in cambio.





"Perché non vieni in questa casa più spesso?" Chiese Rue, distesa sul materassino a forma di limone giallo che stavano condividendo e nel più totale relax. Le sue gambe erano vicine alla testa di Lydia e viceversa, ma solo quelle della riccia erano abbastanza lunghe da finire in acqua oltre la testa dell'amica. "Non ti piace la compagna di tuo padre?"

"No, lei mi piace un sacco. Anche mio padre." Rispose la Mars, gli occhi persi a guardare il cielo e il corpo ricoperto di goccioline d'acqua, mentre le punte dei capelli quasi fluttuavano, immerse nell'acqua della piscina. "Solo... sai, dopo tutto quello che è successo."

"Non ti piace andare da nessuna parte?" Le chiese la riccia.

"No, è che vivevamo qui quando andavo all'altra scuola." Rispose Lydia, mentre Rue si girava verso di lei, anche se non riusciva a guardarla in faccia lo stesso. "Mio padre ci ha lasciato vivere qui anche dopo che lui e mia madre hanno divorziato, ma lei si è stancata di 'usare i suoi soldi' e ha deciso che cambiare scuola sarebbe stato comunque un bene per me."

"Quindi stando qui, tipo, devi affrontare moltissimi traumi?" La Bennet era tremendamente diretta quando le chiedeva queste cose, ma Lydia preferiva lei a tutte le altre persone che ci giravano attorno con milioni di parole inutili.

"Più o meno." Ammise, sentendo una leggera pressione da parte del ginocchio di Rue contro le costole. "Ma comunque, sono contenta che tu sia venuta con me."

La riccia sorrise. "Già."

"Le vedi le stelle?" Disse Lydia, ottenendo in risposta un verso d'assenso da parte dell'amica. "Pensa che Saturno dista 948.29 milioni di miglia dalla Terra."

"Sono un sacco di miglia." Rue chiuse gli occhi.

"Tu mi ricordi un po' Saturno." Riflettè la liscia ad alta voce, ricevendo una risata in risposta. "Dico sul serio."

La riccia di sollevò sui gomiti per guardarla bene negli occhi. "Perché?"

"Una giornata su Saturno dura undici ore." Lydia alzò le spalle mentre girava la testa per ricambiare il suo sguardo. "E ogni volta che noi due usciamo, una giornata sembra durare undici ore."

Rue le rivolse un sorriso gentile. L'amica si schiarì la gola. "Ed è anche circondato da ottantadue satelliti."

"Perché questo ti fa pensare a me?" Le chiese la Bennet.

"Non lo so." Replicò la liscia. "A volte quando ti guardo, sento come se ci fossero così tante persone che ti girano attorno ma è come se tu non realizzassi che ci sono. Vorrei che fosse così anche per me."

"No, non vorresti." Rue scosse la testa, analizzandola. "Ora cerco di pensare ad un altro pianeta."

"Ti prego non dirmi Marte, è troppo scontato usare il mio cognome come pianeta a cui compararmi." Lydia stentò a trattenere un sorriso e la riccia fece lo stesso.

"Allora Plutone, forse." Puntualizzò Rue.

"Okay, usare il dark humor per le sparatorie nelle scuole fa ridere solo quando sono io ad usarlo." La Mars rimase a bocca aperta, e non riuscì a fare altro che ridere.

"Cosa?" Ribattè la riccia, stupita.

"Lo hai detto perché un sacco di persone credono che Plutone sia esploso?" Chiese alzando un sopracciglio.

"No!" Rue avvertì il bisogno di ridere, sentendo come il suo tono si era subito fiondato sulla difensiva. "No, no."

"Che poi non è nemmeno esploso per davvero." Lydia si sedette dritta sul materassino per riuscire a ricambiare appieno lo sguardo dell'amica, che era ancora poggiata sui gomiti, rivolta verso di lei. "Semplicemente è stato disconosciuto come pianeta e categorizzato come pianeta nano."

"È per questo che mi fa pensare a te." La riccia trattenne una risata. "Sai, per la nostra differenza d'altezza."

"Lo posso accettare." Lydia sorrise, lasciando uscire uno sbuffo. "In fondo Plutone è stato nominato così in onore del dio Romano della morte e dell'Aldilà."

"Accidenti." Rue sbattè le palpebre. "Mi fa definitivamente pensare a te."




Probabilmente è inquietante fissare le persone mentre dormono, ma Lydia mi rendeva davvero difficile non continuare a fissarla. Quasi non riuscivo a riconoscerla mentre dormiva, e per questo mi piaceva così tanto restare a guardarla.

Rue strizzò gli occhi stanchi mentre guardava Lydia dormire di fianco a lei, la faccia premuta sul cuscino e la guancia destra schiacciata sul tessuto. La riccia continuò ad osservarla anche quando i suoi respiri iniziarono a farsi più pesanti, le sopracciglia che si corrugavano nel sonno.  "Lydia."

La ragazza spalancò gli occhi, ricambiando lo sguardo dell'amica. "Cosa succede?"

"Stavi facendo un incubo." Sussurrò Rue continuando a fissarla.

"Lo so." Bisbigliò Lydia di rimando. "Ne faccio in continuazione."

La riccia le strinse la mano. "Resto sveglia finché non ti addormenti se vuoi."

"Dici sul serio?" La liscia fece un profondo respiro, stranita dal suono che aveva la sua voce da appena sveglia. Rue annuì, ricevendo un sorriso triste in risposta. "Grazie."

Rue annuì di nuovo, rimanendo a guardare Lydia che chiudeva gli occhi e si accoccolava su di lei.
















La differenza d'altezza sarebbe che Lydia è alta 1.60 mentre Rue è di 1.77
*
Lo so.
Zendaya è troppo alta.

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