6. FRUTTI DI BOSCO SULLA TUA PELLE
— ❛ would you lie for me?
cross your sorry heart and
hope to die for me?
would you pin me to a wall?
would you beg or would you crawl?
stick a needle in your
hungry eyes for me? ❜
🎐
Hyejin conosceva bene quello sguardo: traboccava di pura bramosia e lussuria nei suoi confronti. Non sapeva bene come Taehyung riuscisse a farla sentire così, ma quando quegli occhi le prestavano attenzione le accendevano un fuoco dentro capace di scioglierle lo stomaco, di riscaldare il suo corpo e far tremare le sue membra di puro piacere. Ed era solo per lei. Così tanta attenzione, solo per lei.
Come un predatore con la sua preda, Tehyung aspettava il momento giusto per attaccare. Lunghi, interminabili, secondi. Il maggiore sapeva leggere il corpo di Hyejin alla perfezione: prima il battito cardiaco accelerava, poi il respiro le si affannava, le pupille si dilatavano, infine gli occhi le si socchiudevano e lo guardavano imploranti, chiedendo con un fil di voce qualcosa che saziasse la sua fame. Lei non era mai stata brava a nutrirsi di sguardi. Ma neanche lui, quindi andava bene.
Il moro a quel punto si avvicinò a lei, le sue dita affusolate sfiorarono il volto della minore, pian piano affondando con una leggera forza e stretta più rude: gli era difficile riuscire ad essere delicato in quel momento, la foga si faceva padrona del suo corpo e l'unico pensiero diventava farla diventare sua. Le loro labbra si sfiorarono, i loro respiri si mescolarono, assaggiando quella trepidante attesa. Poi, l'ultimo brandello di auto-controllo nel corpo di Taehyung si sbriciolò sotto il peso del desiderio, facendolo sprofondare nelle tenebre più oscure della lussuria.
In men che non si dica si ritrovarono in un vortice di baci umidi, brividi di piacere e tocchi lascivi. Tra gemiti e sospiri, gli indumenti avevano trovato il loro luogo di appartenenza: la moquette sbiadita di un modesto motel. Ora nudi, pelle contro pelle, tra uno schiocco di labbra ed un altro, l'aria gelida gli accarezzava l'epidermide. Ed avvicinarsi di più all'altro, in cerca di un caldo ed accogliente tepore, ora era diventato anche un bisogno. Ma un respiro affannato spezzò quell'aria ricca di desiderio, accompagnato da un flebile singhiozzo.
Lacrime amare e cariche di vergogna iniziarono a sgorgare dagli occhi scuri di Hyejin, una morsa le attanagliava il petto causandole problemi a respirare: quel suo esile e pallido scheletro, decorato da violacee chiazze rigurgitanti di rimorsi, non faceva altro che ricordarle momenti che avrebbe voluto eradicare dalla sua mente ormai esausta. E Taehyung non meritava quella pelle imbrattata di peccati.
« Hyejin... » La richiamò il maggiore, prendendole il viso tra le mani. La mora lo guardò negli occhi, con sguardo impaurito. Lui era calmo: le accarezzava dolcemente i capelli, calmandola e facendola sentire al sicuro. Sì, era al sicuro, tra le sue braccia. Andava tutto bene, perchè lui era lì con lei.
« Mi dispiace... » Sussurrò lei, La voce le moriva in gola per l'imbarazzo ed i suoi occhi lucidi si spostarono sulla carta da parati sbiadita. Taehyung scosse vigorosamente la testa, asciugandole le lacrime con le dita ossute. Le sue labbra erano stirate in una smorfia di empatia mista a dolore nel vedere la persona che amava soffrire.
« Va bene... Va tutto bene... Ti amo, ogni singola parte di te... » Mormorò, prima di catturare nuovamente le sue labbra.
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