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CAPITOLO 6

Naur

Il silenzio dei quindici compagni fu interrotto da un minaccioso ululato.

"Siamo finiti dalla padella..."

Affermò Thorin preoccupato.

"...nella brace. Scappate, scappate!"

Terminò la frase Gandalf.
Fili, tenendo ben salda la presa sulla mano di Arya, si mise a correre al fianco di suo fratello e degli altri nani, subito seguito da Bilbo, che dovette rallentare per infilzare un mannaro ed evitare così una morte certa. I fuggitivi arrivarono ben presto al limitare della foresta, che coincideva con un profondo dirupo, e, su consiglio dello stregone, si arrampicarono sugli alberi, sperando di essere al sicuro dai mannari.
Arya si sistemò tra Kili e Fili, tenendosi ad un ramo non troppo spesso sopra la sua testa e, di conseguenza, facendo preoccupare entrambi i fratelli, terrorizzati all'idea che potesse succederle qualcosa.
Tutta la compagnia era concentrata nel rimanere in equilibrio quando, all'improvviso, la loro impresa fu interrotta dall'arrivo di un orco pallido, a cavallo di un bianco mannaro.

"Azog."

Mormorò la ragazza con una voce piena di rancore. Fili e Kili la guardarono stupiti: come conosceva il Profanatore?

"Non è possibile..."

Aggiunse poi Thorin.
Azog notò subito il giovane re dei nani e si rivolse a lui nella lingua nera, ricordandogli il terrore che aveva provato suo padre quando lo aveva affrontato, lo stesso terrore che ora leggeva nei suoi occhi. L'Orco Pallido incitò i suoi mannari senza mai staccare gli occhi da Scudodiquercia. Le belve iniziarono a percuotere gli alberi, spezzandoli uno ad uno, così che i membri della compagnia si ritrovarono a saltare da un tronco all'altro, fino a giungere all'ultimo albero, proprio sulla punta del precipizio. Ma per quanto quel tronco potesse essere resistente, alla fine si inclinò anch'esso, arrivando quasi a rompersi. Quel movimento improvviso fece perdere la presa ad Arya, che si ritrovò in procinto di cadere, quando Fili la afferrò per un braccio e la strinse a sé, emettendo un sospiro di sollievo nel saperla salva, almeno per ora. Il giovane nano non voleva, non poteva perderla, avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per proteggerla. Non sapeva spiegarsi perché provasse queste sensazioni, ma sapeva che non sarebbe mai riuscito a separarsi da lei: era forse innamorato? Dal canto suo, la ragazza lo ringraziò mentalmente per quell'improvviso salvataggio e allacciò le braccia al suo collo, sentendosi, anche solo per un attimo, al sicuro.
Subito dopo toccò a Ori e Dori rischiare di cadere ma, fortunatamente, si aggrapparono appena in tempo al bastone di Gandalf. Lo stregone, preoccupato dalla situazione, capì che c'era solo una cosa da fare.

"Arya devi chiedere aiuto! Sei la nostra unica speranza!"

La giovane, ancora stretta a Fili, annuì con il capo, chiuse gli occhi e sgombrò la mente. Era da molto che non lo faceva, ma una volta imparato era difficile da dimenticare. Arya si concentrò cercando di visualizzare chiaramente nella testa gli unici che avrebbero potuto aiutare la compagnia in quel momento: i suoi draghi. La ragazza capì che la più vicina a loro era Saphira, così chiamò mentalmente il suo nome e, fortunatamente, venne ascoltata.
Thorin, intanto, si era alzato dal tronco e si dirigeva fiero verso Azog. La sua corsa non fu frenata nemmeno dalle urla dei suoi compagni, che lo imploravano di tornare indietro. Il giovane re dei nani si scagliò contro il Profanatore ed il suo mannaro, ma ebbe la peggio. Il lupo lo prese tra le fauci e, ignorando i suoi gemiti di dolore, lo scaraventò contro una roccia. Allora Bilbo scese dal tronco, pronto ad intervenire, subito seguito da Arya.

"No, Arya fermati! Torna indietro!"

Urlò Fili in preda al panico.

"Arya cosa stai facendo?! È una pessima idea!"

Proseguì Kili, notando la scena. Anche gli altri nani tentarono di fermarla, senza invece notare la mancanza dello hobbit. La ragazza si girò verso i suoi compagni e sorrise.

"Dovete fidarmi di me! Qualunque cosa accada fidatevi di me!"

Disse in fine, per poi voltarsi e proseguire nella direzione di Thorin. Nel frattempo Azog aveva ordinato ad un suo servitore di portargli la testa del re dei nani, ma questo fu fermato da Bilbo, il quale gli si lanciò contro, uccidendolo. Prima che qualche altro orco potesse intervenire, un potente ruggito squarciò l'aria e fece tremare il terreno.

"Conosco questo suono."

Affermò Balin con voce grave e preoccupata.
Arya smise di correre e tutti, su entrambi i fronti, guardarono in alto. Un enorme drago, dalle striature di un azzurro acceso, stava volando sopra le loro teste. Azog il Profanatore guardò poi dritto davanti a sè, notando la ragazza. La riconobbe.
Lei, che allora era solo una bambina, ora era una donna forte e determinata e sosteneva il suo sguardo senza alcuna paura, ma solo con la rabbia ed il rancore di chi ha perso tutto. Arya si concentrò e pronunciò chiaramente nella sua mente una parola in antico Sindarin: "Naur"*.
Saphira non se lo fece ripetere due volte e delle enormi lingue di fuoco colpirono gli orchi ed i loro mannari. Allora, presi da un incredibile coraggio, i nani corsero a dare manforte alle fiamme del drago, menando fendenti e respingendo i nemici. Arya si unì a loro.
Poco dopo, alzando la testa, la compagnia si rese conto che il drago non era giunto da solo, ma aveva portato le aquile con sé. Queste non persero tempo: un'aquila planò su Thorin, prendendolo delicatamente tra i suoi artigli, poi un'altra volò verso Bilbo, lo afferrò per le braccia e lo lasciò cadere sul dorso di un'altra ancora; proseguendo in questo modo i volatili portarono in salvo tutti i membri della compagnia. Rimasero a terra solo Arya, Fili e Kili, ancora intenti a difendersi dai mannari. Una delle aquile raggiunse Kili e lo prese con sé, mentre il nano urlava a gran voce il nome del fratello. A quel punto Saphira toccò terra, al fianco della ragazza. La dragonessa allargò le ali, come a voler proteggere Arya, e contemporaneamente si chinò in avanti per farla salire. La giovane si avvicinò all'animale, poi si voltò indietro, vedendo Fili ancora alle prese con una bestia.

"Fili corri presto! Dobbiamo andarcene da qui!"

Gridò la ragazza al nano, con una nota di sincera preoccupazione nella voce. Il biondo la guardò con un misto di stupore e terrore negli occhi.

"Saphira non ti farà alcun male! Dobbiamo andare! Ti fidi di me?!"

Il nano annuì e corse verso la compagna. Salirono sull'animale: Arya si posizionò davanti e Fili subito dietro di lei. Allora Saphira si alzò in volo raggiungendo in poco tempo le aquile ed il resto della compagnia.
Fili guardò sconsolato ed inquieto il corpo inerme di suo zio e chiamò il suo nome, ma invano.
Dopo alcune ore di viaggio, i volatili e la dragonessa lasciarono i membri della compagnia su uno spuntone di roccia e tornarono in aria, rimanendo però sempre nei paraggi.
Gandalf, i nani ed Arya si posizionarono intorno al corpo di Thorin, che giaceva a terra incosciente. Lo stregone allora gli mise una mano sul volto e pronunciando delle antiche formule riuscì a svegliarlo.

"Il mezz'uomo?"

Fu la prima domanda del principe dei nani.

"Lui sta bene. Bilbo è qui, è salvo."

Rispose subito Gandalf pacatamente. Allora Thorin si alzò e si diresse verso lo hobbit, che era rimasto a distanza.

"Tu! Cosa credevi di fare?!"

Disse il giovane nano con prepotenza.

"Ti sei quasi fatto uccidere! Non ti avevo detto che saresti stato un peso, che non saresti sopravvissuto alle terre selvagge, che non c'è posto per te fra noi?!"

Proseguì Thorin, sempre con lo stesso tono arrogante e accusatorio, spaventando a morte il povero Bilbo.

"Non mi sono mai sbagliato tanto in vita mia!"

Terminò il sovrano, abbracciando l'amico sotto lo sguardo stupito di tutti i suoi compagni. Si staccò da Bilbo per guardarlo negli occhi, poi proseguì.

"Scusa se ho dubitato di te."

"No, anch'io avrei dubitato di me...non sono un eroe, né un guerriero! Neanche uno scassinatore."

Rispose il mezz'uomo, per poi voltarsi verso Gandalf che sorrise.

"Non devi la tua vita solo a Bilbo Baggins, mio caro Thorin Scudodiquercia."

Aggiunse allora lo stregone. Il giovane re dei nani si voltò e gli rivolse uno sguardo confuso.

"Devi ringraziare anche la nostra Arya ma, soprattutto, devi dire grazie a Saphira!"

Chiarì allora lo Gandalf, subito prima che la dragonessa atterrasse con tutta la sua imponenza al fianco della ragazza, costringendo tutti i membri della compagnia a spostarsi preoccupati. Saphira abbassò il collo, consentendo così ad Arya di accarezzarle dolcemente il muso. La ragazza poi si voltò verso Thorin, sorridendo per rassicurarlo.

"Vedi Thorin, non tutti i draghi sono uguali: feroci, spietati e senza cuore, esistono anche dei draghi buoni e gentili nella Terra di Mezzo, come ad esempio Saphira, e se hai veramente intenzione di affrontare Smaug, forse potrebbe tornarti comodo qualcuno come lei dalla tua parte."

Riprese lo stregone. Il nano, allora, stupendo di nuovo tutti i suoi compagni, si avvicinò, un po' timoroso, alla dragonessa, osservandola con la meraviglia negli occhi. Poi si rivolse ad Arya.

"Posso toccarla?"

La giovane annuì e Thorin allungò il braccio verso il muso di Saphira, la quale, dopo qualche attimo di diffidenza, si chinò in avanti per lasciarsi accarezzare.

"Grazie."

Le sussurrò il nano dolcemente, anche se non era del tutto sicuro di essere stato capito. Quando lui interruppe il contatto Saphira si tirò indietro, si piegò sulle zampe e, ottenuto il via libera dalla ragazza, spiccò il volo.

"Tornerà quando avremo bisogno di lei."

Disse sicura Arya. Thorin allora si avvicinò alla giovane e le sorrise, ringraziando anche lei per avergli salvato la vita ma, soprattutto, per aver deciso di unirsi alla compagnia. Detto ciò, si voltò verso i suoi compagni ed il suo sorriso si fece ancora più grande e sincero vedendo, dietro di loro, la vetta della Montagna Solitaria. I nani, lo hobbit, Arya e Gandalf seguirono il suo sguardo rimanendo anche loro abbagliati da quella vista.

"È quello che penso che sia?"

Domandò allora Bilbo.

"Erebor! La Montagna Solitaria. L'ultimo grande regno dei nani della Terra di Mezzo."

Affermò lo stregone solenne.

"Casa nostra."

Sospirò Thorin con fierezza.

"Un corvo! Gli uccelli stanno tornando alla montagna!"

Esclamò Oin entusiasta.

"Quello mio caro Oin è un tordo."

Replicò allora Gandalf pacatamente.

"Lo prenderemo come un segno...un buon auspicio!"

Continuò il principe dei nani guardando sorridente Bilbo.

"Hai ragione! Credo proprio che il peggio sia passato!"

Affermò lo hobbit con convinzione.

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*Naur = fuoco

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𝑺𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝑨𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆
Ciao a tutti, eccomi qui con un nuovo capitolo! Scusatemi per la lunghezza ma dividerlo a metà mi sembrava un peccato. Spero comunque che vi piaccia: vi aspettavate i sentimenti di Fili? La comparsa di Saphira? E la reazione di Thorin?
Pubblicherò il prossimo appena possibile.
Un bacio,
Ely💗

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