CAPITOLO 5
꧁ In Trappola ꧂
Precipitarono per chi sa quanto tempo, in un buco scuro e puzzolente che non presagiva nulla di buono. Dopo un atterraggio alquanto doloroso, infatti, tutta la compagnia venne accerchiata da goblin di montagna, esseri macabri e senza onore, che vivevano nelle profondità della roccia e, come mercenari, si alleavano sempre con il miglior offerente. Arya conosceva bene quella feccia, li aveva visti in passato aiutare gli orchi a trucidare la sua gente.
I mostriciattoli portarono i nani e la ragazza in presenza del loro re, ma un dettaglio gli era sfuggito, un membro della compagnia che era passato inosservato ai loro occhi, ma non a quelli della giovane: Bilbo era riuscito a fuggire.
"Chi è così sfrontato da entrare armato nel mio regno? Spie? Ladri? Assassini?"
Domandò il Signore dei goblin con tono aggressivo, mentre, con tutta la sua mole, si alzava dal suo trono in legno.
"Nani, Vostra Malevolenza, ed una ragazza. Li abbiamo trovati nel portico anteriore."
Rispose uno degli esseri che li aveva trascinati lì, inchinandosi al cospetto del suo sovrano.
"Nani? E perché mai dei nani passerebbero dalle nostre caverne?"
"Posso darvi io le spiegazioni che cercate!"
Intervenne Bofur, nel tentativo di salvarli tutti.
"Eravamo lungo la strada...beh, neanche una strada un sentiero...in effetti neanche un sentiero ora che ci penso, più un viottolo. Comunque eravamo su questa strada, tipo sentiero, tipo viottolo e poi non c'eravamo...e questo è un problema perché dovevamo trovarci a Dullahan martedì scorso..."
"...a far visita a dei lontani parenti!"
Aggiunse Dori.
"Endogamici da parte di mia madre."
Continuò quindi Bofur, facendo così innervosire il re.
"Ora basta! Se non vorranno parlare saremo costretti a farli strillare! Portate qui il maciullatore! Portate qui lo spezza-ossa! Iniziamo dalla fanciulla."
Una risata straziante seguì le ultime parole del Grande Goblin, terminata dalle proteste dei nani, che si dibattevano disperatamente per aiutare la loro amica.
Arya venne portata avanti da numerose mani sudice e, nonostante i suoi tentativi di liberarsi, venne piegata in ginocchio davanti al sovrano.
"Toglietele le mani di dosso luridi vermi! No! Arya!"
La ragazza non ci mise molto a riconoscere quella voce, era Fili.
"Aspetta!"
Tuonò una seconda voce dietro di lei. Il giovane re dei nani fece qualche passo avanti, permettendo così al Signore dei goblin di riconoscerlo.
"Bene, bene, bene! Guarda chi c'è! Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thrór, Re sotto la Montagna!".
Disse lui, esibendosi in un inchino cerimonioso e beffardo.
"Oh! Ma dimenticavo: non ce l'hai una montagna. E non sei un re...il che fa di te un nessuno, in realtà!".
Thorin, ormai abituato a quel genere di provocazioni, rimaneva fermo ed impassibile davanti a quella mostruosità. Su di lui, gli sguardi preoccupati dei suoi compagni, Arya compresa.
"Conosco qualcuno che pagherebbe un bel prezzo per la tua testa, solo la testa, nient'altro attaccato. Forse tu sai di chi sto parlando. Un vecchio nemico tuo...un orco pallido, a cavallo di un bianco mannaro."
Quelle parole colpirono il nano come una lama in pieno petto.
"Azog il Profanatore è stato distrutto! Trucidato in battaglia molto tempo fa!"
Ringhiò.
"Così credi che i suoi giorni da Profanatore siano finiti, vero?"
Gli domandò il Re dei goblin con spavalderia, per poi voltarsi verso un suo servitore, lasciando la confusione nella mente del giovane nano, e della ragazza. Per Arya, infatti, era come se un vecchio fantasma del passato fosse tornato a tormentarla: lei non aveva dimenticato, non lo avrebbe mai fatto. "Se Azog è ancora vivo subirà la sorte che gli spetta" pensò.
"Invia un messaggio all'Orco Pallido. Digli che ho trovato il suo premio!".
Prima di poter dare altri ordini il Grande Goblin fece un salto indietro alla vista di Orcrist, la spada di Thorin, che giaceva a terra insieme alle altre armi dei nani. A quel punto, ormai in preda al panico, le creature iniziarono ad attaccare i membri della compagnia, che cercarono in ogni modo di difendersi. Arya riuscì a sbarazzarsi della presa salda di quegli esseri sulle sue braccia ed iniziò a combattere al fianco dei suoi compagni, ma, malgrado la forza d'animo dei nani, erano comunque in minoranza ed i goblin stavano avendo la meglio.
Ad un tratto la battaglia si interruppe e tutti i presenti vennero accecati da una forte luce bianca, subito seguita da una voce famigliare.
"Imbracciate le armi! Combattete, combattete!"
Gandalf era finalmente arrivato. Approfittando del momentaneo disorientamento dei loro nemici, i nani ripresero in fretta le armi ed iniziarono il contrattacco.
Fili cercò ansioso Arya, che stava combattendo vigorosamente contro due di quelle sudice creature, avendo la meglio, e riuscì tra spinte e fendenti ad arrivare al suo fianco.
"Stammi vicino!"
Le urlò mentre respingeva un altro mostriciattolo. Arya sapeva benissimo di potersela cavare da sola ma, in quel frangente, decise che era meglio non ribattere ed ascoltare il suggerimento.
La compagnia guidata da Gandalf corse lungo le passerelle in legno, cercando di respingere i goblin che arrivavano da tutte le direzioni. La fuga, però, non durò molto: venne bruscamente interrotta dal Grande Re che saltò fuori da sotto la passerella distruggendo le assi.
"Pensavate di potermi sfuggire?"
Domandò in tono di sfida, mentre fronteggiava Gandalf.
"Che pensi di fare ora stregone?"
Lui, in risposta, lo colpì in un occhio con il bastone, per poi successivamente tagliarli la pancia con la spada.
"Sarò sconfitto."
Decretò allora il Grande Goblin, subito prima che Gandalf gli tagliasse il mento.
I nani ripresero quindi a correre lungo le passerelle, fino a quando non uscirono di scena, precipitando in un burrone e raggiungendo così il fondo della caverna.
"Beh, poteva andare peggio!"
Esclamò Bofur una volta toccata terra. Detto ciò, il corpo ormai morto del sovrano precipitò su di loro.
"Vorrai scherzare?!"
Protestò allora Dwalin, rimasto incastrato sotto il peso della bestia e delle assi.
I nani stavano cercando di rimettersi in piedi quando la loro attenzione venne richiamata da Kili, che fece notare la moltitudine di goblin diretta verso di loro.
"Sono troppi, non possiamo affrontarli, dobbiamo andarcene!"
Asserì Arya rivolgendosi a Gandalf, dopo essersi liberata dalle travi.
"Una sola cosa ci salverà: la luce del giorno! Via!"
Esclamò lo stregone, iniziando poi a correre verso l'uscita della grotta, seguito dal resto della compagnia.
I nani e la giovane si fermarono a prendere fiato solo una volta che furono certi di essere abbastanza lontani dalla caverna. Fu allora che ad Arya tornò in mente la fuga di Bilbo, il quale, infatti, non era con loro.
"Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto. Bifur, Bofur...fanno dieci. Ah, Fili, Kili ed Arya...fanno tredici. E naturalmente Bombur fa quattordici..."
Gandalf iniziò a contare i membri della compagnia e si accorse anche lui, come Arya, della mancanza dell'amico.
"Dov'è Bilbo? Dov'è il nostro hobbit?!"
A quella domanda, i nani iniziarono a guardarsi intorno preoccupati.
"Dov'è il nostro Hobbit?!"
Ripetè con più enfasi lo stregone.
"Accidenti al mezz'uomo! Ora si è perso?!"
Esclamò Dwalin irritato.
"Credevo fosse con Dori."
Dichiarò ansioso Nori.
"Non incolpare me!"
Si difese allora Dori.
"Dove l'avete visto l'ultima..."
"È riuscito a mettersi in salvo quando siamo stati circondati dai goblin: è piccolo, agile e silenzio, non devono averlo visto."
Affermò tristemente la giovane, interrompendo lo stregone e condividendo la sua preoccupazione. Fili, che era poco distante da lei, affianco a suo fratello, notò il suo stato d'animo e le si avvicinò.
"Sono sicuro che se la caverà e troverà un modo per raggiungerci."
Le disse dolcemente, prendendole la mano e stringendola delicatamente tra le sue.
"Raggiungerci? No no, Mastro Baggins ha visto la sua occasione e l'ha colta. Pensava solo al suo soffice letto e al suo caldo focolare da quando ha messo piede fuori dalla porta. Non rivedremo mai più il nostro hobbit. E' ormai lontano."
Affermò Thorin con un tono carico di rancore e di rabbia, procurandosi delle occhiatacce da parte di Arya, Fili e Gandalf, che rimasero scioccati dalla sua affermazione.
"No, invece!"
Una voce familiare richiamò l'attenzione di tutti i membri della compagnia che, voltandosi, si stupirono nel vedere il loro scassinatore sano e salvo.
"Bilbo Baggins! Non sono mai stato così felice di vedere qualcuno in vita mia!"
Esclamò lo stregone sinceramente sollevato.
"Bilbo! Ti davamo per scomparso!"
Affermarono Arya e Kili all'unisono.
"Ma come hai fatto a superare i goblin?"
Aggiunse allora Fili, curioso.
"Già come?"
Ripetè Dwalin, con un tono decisamente meno gioviale e più inquisitorio di quello del biondo.
"Beh, ma che importanza ha? È tornato!"
Intervenne Gandalf, che lesse la tensione negli occhi dell'amico ed intuì che Bilbo era stato aiutato...da chi, o da che cosa, doveva ancora scoprirlo.
"Ha importanza! Voglio saperlo, perché sei tornato?"
Chiese allora Thorin autoritario.
"So che dubiti di me! Lo so, lo so...l'hai sempre fatto! E hai ragione, penso spesso a casa Baggins. Mi mancano i miei libri, e la mia poltrona, il mio giardino...vedi, quello è il mio posto. E' casa mia! Perciò sono tornato, perché...voi non ce l'avete, una casa. Vi è stata portata via...e voglio aiutarvi a riprendervela, se posso."
La sincerità e la dolcezza nelle parole dello hobbit commossero tutti i presenti. Perfino Arya si ritrovò a pensare a casa, la sua vera casa, quella che le era stata portata via molto tempo prima, ma lei, a differenza dei suoi compagni, non ci sarebbe più potuta tornare.
𝑺𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝑨𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆
Salve a tutti! Ebbene sì, non sono morta, e vi porgo le mie più sentite scuse per il ritardo: è stato un periodo difficile ed il tempo per scrivere era poco, vi prometto però che non tarderò con i prossimi aggiornamenti. Spero che il nuovo capitolo vi piaccia.
Alla prossima, un bacio
Ely💗
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro