CAPITOLO 23
꧁ Timori e Passione ꧂
Dall'alto del bastione, la compagnia osservò Bard allontanarsi veloce a cavallo.
La preoccupazione e la disapprovazione nei confronti della decisione di Thorin erano palesi sul volto di Arya, appoggiata alla fredda pietra tra Fili e Kili. Il biondo, notando il suo stato d'animo, le prese la mano comprensivo, mentre il fratello, sospirando, le poggiava una mano sulla spalla. Tutti e tre i giovani avevano pensato la medesima cosa: era una scelta folle!
"Che stai facendo? Tu non puoi entrare in guerra!"
Esclamò Bilbo alle loro spalle, rivolgendosi al sovrano.
"Questo non ti concerne."
Replicò pacatamente Thorin, voltandosi a guardarlo con superiorità.
"Scusa ma, nel caso non l'avessi notato, c'è un armata di elfi là fuori! Per non parlare di varie centinaia di pescatori arrabbiati. Siamo, in effetti, meno numerosi."
Fece notare lo hobbit, con tono sarcastico.
"Non per molto ancora."
Rispose il sovrano, mentre un lieve sorriso gli spuntava sulle labbra.
"Che vuol dire?"
Domandò allora Bilbo confuso.
"Vuol dire, mastro Baggins, che non devi mai sottovalutare i nani."
Asserì il re solenne.
"Abbiamo rivendicato Erebor. Ora la difendiamo."
Continuò, rivolgendosi al resto della compagnia, per poi scendere dal bastione.
Arya non fu più in grado di contenersi, lasciò la mano di Fili e si affrettò a seguire il sovrano giù per le scale. Una volta arrivata in fondo si fermò.
"Thorin! Thorin questa è una follia!"
Gridò la ragazza. Il nano smise di camminare, ma non si girò a guardarla.
"Hai dato a quella gente la tua parola! Hai promesso loro che li avresti aiutati nel momento del bisogno, lo hai giurato sul tuo onore! Lo abbiamo giurato, Thorin, io ho garantito per te. Ora loro hanno bisogno di aiuto e tu gli stai voltando le spalle!"
Proseguì la donna con ardore. Il re si voltò, muovendo poi qualche passo nella sua direzione.
"Il tuo è stato un nobile atto e te ne sono grato, ma il tesoro in questa montagna non appartiene al popolo di Pontelagolungo! Quest'oro è nostro! È solo nostro! Lo giuro sulla mia vita: io non mi distaccherò da una sola moneta, neanche da un singolo pezzo di esso!"
Asserì con fermezza.
"Tutti voi! All'armeria! Subito!"
Urlò poi ai nani, che avevano seguito la conversazione dall'alto.
Arya si avviò a passo svelto verso uno dei corridoi laterali: aveva bisogno di stare da sola per un po', non avrebbe sopportato quell'atmosfera ancora a lungo.
Fili e Kili si precipitarono lungo le scale per raggiungerla, ma una voce dietro di loro arrestò la loro corsa.
"Lasciatela stare. Lasciatela andare."
Disse loro Bilbo, sospirando. I due giovani lo ascoltarono ed osservarono la ragazza scomparire, inghiottita dall'ombra del tunnel, per poi seguire i loro compagni all'armeria.
Arya rallentò l'andatura solo quando fu sicura di essere abbastanza distante dai nani. Non aveva idea di dove fosse e non sapeva dove stesse andando, ma finché rimaneva lontana da Thorin e dalla sua follia le andava bene. Come poteva essere diventato così avido, così avaro, così insensibile?! Non riusciva a vedere la sofferenza del popolo di Pontelagolungo?! La sofferenza dei suoi stessi compagni nel vederlo in quello stato? No, certo che no! Gli importava solo del suo amato oro! Era pronto ad andare in guerra per difendere il suo tesoro, senza curarsi delle morti inutili che quel gesto avrebbe causato! Metteva a rischio le vite di tutti i suoi amici, dei suoi nipoti, per delle maledette monete! Vite che erano già in pericolo! Un'altra guerra si stava preparando, ma lui era troppo cieco per vederla!
Arya continuò a camminare senza meta, in preda alle emozioni, fino a quando non decise di fermarsi. Aprì in una delle tante porte che si affacciavano sul corridoio in cui si era ritrovata ed entrò. Doveva aver raggiunto gli alloggi reali, pensò, notando l'enorme letto a baldacchino al centro della parete sinistra della stanza, rivestito da una coperta di una ricca stoffa color blu notte, con i bordi ricamati in oro e lo stemma dei Durin al centro. Il muro opposto era invece occupato da un enorme armadio in pietra lavorata. L'abilità dei nani era davvero incredibile, si disse la giovane, osservando le rune incise con precisione sulle ante, affiancate da gemme e pietre preziose. Arya non seppe dire per quanto tempo rimase incantata davanti a quell'opera d'arte, probabilmente parecchio perché all'improvviso la porta alle sue spalle si spalancò facendola sobbalzare.
"Trovata! Fili, Bilbo, l'ho trovata!"
Gridò Kili, con una mano ancora appoggiata allo stipite.
"Kili..."
Mormorò la ragazza voltandosi.
"Tu! Hai una minima idea di quanto tempo è che stiamo girando in questo labirinto infinito alla tua ricerca?! Avremo aperto almeno un centinaio di porte! Ci hai fatto prendere un colpo! Non ti trovavamo più!"
Esclamò il nano, prima di correre ad abbracciarla, sollevandola da terra. La ragazza rise lievemente, ricambiando la stretta dell'amico.
"Arya..."
Sospirò Fili sollevato, entrando nella stanza e prendendo il posto del fratello. La donna si rilasso tra le braccia dell'amato, poi sollevò lo sguardo e vide Bilbo accennare un sorriso.
"Non volevo farvi preoccupare. Avevo solo bisogno di stare da sola un momento."
Si scusò poi, allontanandosi di poco dal biondo.
"Un momento? Sei sparita per ore!"
Esclamò Kili, beccandosi un occhiataccia da parte del fratello e del mezz'uomo. Arya lo guardò confusa.
"Non pensavo di essere stata via così tanto, mi dispiace."
"Non devi scusarti, è comprensibile. Thorin è stato decisamente intrattabile ultimamente, avevi bisogno di scaricare la tensione."
Replicò dolcemente lo hobbit.
"Kili, andiamo, penso che Arya sia in buone mani adesso."
Proseguì, voltandosi verso il giovane nano che, capendo le intenzioni dell'amico, annuì.
"Ci vediamo domattina."
Concluse lo hobbit, rivolgendosi alla ragazza ed a Fili, al suo fianco, che sorrisero.
"Cercate anche di dormire però eh, almeno qualche ora, mi raccomando!"
Li salutò Kili, prima di correre fuori seguito da Bilbo.
"Uno di questi giorni giuro che ti faccio pentire di essere nato così impertinente!"
Gli urlò dietro il fratello, mentre Arya scoppiava a ridere. Fili si mosse in avanti per chiudere la porta, poi si voltò a guardare la ragazza, che aveva smesso di ridere ed era tornata a fissare l'armadio con un'espressione cupa e gli occhi spenti.
"Arya, parlami, dimmi cosa pensi."
Le mormorò dolcemente il nano, avvicinandosi.
"Ho paura, Fili. Ho paura per quello che ci aspetta. Thorin vuole iniziare una guerra con gli elfi per uno stupido tesoro ed è troppo accecato dalla pazzia per vedere che il vero nemico è un altro!"
Si sfogò lei, girandosi a guardarlo.
"Ti riferisci al negromante di cui parlava Radagast?"
Le chiese lui, comprensivo e preoccupato al tempo stesso.
"Temo non sia un negromante..."
Sussurrò la ragazza, con voce tremante, abbassando lo sguardo.
"Cosa vuoi dire?"
"Legioni di orchi di Moria sono state viste riunirsi a Dol Guldur, sotto il comando di Azog, gli Ungoliant sono stati mandati a infestare Bosco Fronzuto, i Troll sono scesi dalle montagne...queste creature rispondo ad un solo nome, quello di Sauron."
Spiegò, con voce cupa e sicura, tornando a fissare il nano negli occhi.
"Tu credi davvero che sia tornato, non è così?"
"Sì. Sì, è tornato. Ed ora la sua attenzione è puntata su questa montagna."
Fili annuì pensieroso, poi si avvicinò ancora e le prese le mani, stringendole amorevolmente tra le proprie.
"Arya ora ascoltami. Se Sauron è tornato lo combatteremo, affronteremo qualsiasi minaccia, qualunque pericolo, insieme. Thorin non se ne resterà con le mani in mano se un'armata di orchi si presenterà alle porte di Erebor!"
La fermezza e la risolutezza nella sua voce rassicurarono un poco la ragazza, che accennò un sorriso. Sperava davvero che avesse ragione, ma qualcosa le diceva che, anche davanti alle legioni di Azog, Thorin non avrebbe battuto ciglio se non fosse stato in pericolo il suo tesoro.
"Andrà tutto bene, Arya. Ce la faremo, supereremo anche questa."
Le mormorò il nano dolcemente. Lei annuì e sorrise appoggiando la fronte contro quella del suo principe.
"Ora dovresti riposare però, hai bisogno di dormire."
Asserì Fili poco dopo, allontanando lievemente il viso, ma continuando a tenerle le mani.
"Non sono stanca!"
Replicò immediatamente lei.
"Ah no?"
Continuò lui, con un sorriso malizioso che iniziava a prendere forma sulle sue labbra.
"Neanche un po', credo invece che tu sia stanco."
Scherzò lei, cercando di allontanarsi, ma invano.
"Io?! Ah sì? Te lo faccio vedere subito come sono stanco!"
Esclamò il nano prima lasciarle le mani per prenderla in vita, sollevandola e mettendosela su una spalla.
"Cosa diavolo?! No! Fili! Fili! Mettimi giù! Mettimi giù!"
Rise lei, battendogli leggeri pugni sulla schiena.
"Subito mia signora!"
Scherzò il nano stendendola sul letto e posizionandosi a cavalcioni sopra di lei.
Arya sorrise ed un luccichio furbo e malandrino si accese nei suoi occhi. Si sollevò lievemente, allacciando le braccia dietro al collo del nano, fino a sfiorargli le labbra.
"Vuoi la guerra eh?"
Gli sussurò prima di catturarle in un bacio tanto dolce quanto impetuoso e passionale. Fili, avido di lei, assaporò ogni centimetro di quella bocca meravigliosa, mentre le cingeva le spalle avvicinandola a sé. Arya gli slacciò la pesante armatura, lasciandola cadere affianco al letto, poi spostò le mani tra i suoi bellissimi capelli dorati, a cui non sapeva davvero resistere.
Quando entrambi furono senza fiato si separarono e la ragazza si adagiò nuovamente al morbido materasso, con lo sguardo perso nell'azzurro degli occhi del suo principe. Fili si prese qualche attimo per ammirare quelle iridi grigio intenso, di cui si era follemente innamorato, poi si abbassò lievemente, reggendosi su un avambraccio, ed iniziò lasciarle una scia di caldi baci lungo il collo, mentre la mano libera scorreva veloce lungo le sue forme. Il nano si concentrò su un'area di pelle, assaporandola con crescente intensità e passione, e provocando così silenziosi gemiti di piacere da parte della ragazza che, mentre si mordeva il labbro nel tentativo di contenersi, continuava ad intrecciare le sue dita tra le bionde ciocche del principe. Fili alzò il viso soddisfatto, catturando nuovamente le sue labbra, baciandole con bramosia, come se la sua bocca fosse stata in fiamme e avesse appena trovato l'acqua per spegnerle, mentre continuava ad esplorare quel meraviglioso corpo.
Il nano si rese conto di non poter più sopportare il tessuto che gli impediva di percepire la morbidezza ed il calore della pelle dell'amata, così si separò da quel travolgente bacio e cercò gli occhi di lei, mentre la sua mano indugiava sui lacci del suo corpetto: le stava chiedendo il permesso, non avrebbe fatto nulla contro la sua volontà e avrebbe capito ed accettato un suo rifiuto, dopotutto non erano sposati, diamine non l'aveva nemmeno corteggiata a dovere!
Arya sorrise alla dolcezza di quel gesto, ed annuì lievemente, iniziando a sua volta a slacciare la tunica del principe. Il nano rimase felicemente sorpreso dalla naturalezza del suo modo di fare, nei suoi occhi non vi era nessun cenno di esitazione. Arya amava Fili, lo amava con tutta sé stessa, voleva essere sua.
Ben presto i due furono liberi da ogni indumento e si abbandonarono ad una notte di intensa passione, di spudorata bramosia e di immenso piacere.
𝑺𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝑨𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆
Hey, ecco qui il nuovo capitolo! Lunghetto eh? Ma direi che ne è valsa la pena, no? Scherzi a parte, spero davvero che vi sia piaciuto.
Alla prossima, un bacio
Ely💗
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