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CAPITOLO 32

A MOMENTI STRANGOLO
IL MIO MIGLIORE AMICO.
≈ ♆ Percy ♆ ≈

Essere un semidio significa non avere il controllo su nulla.
Le cose capitano rapidamente e bisogna semplicemente stargli dietro, non è poi così facile in realtà. 
A volte mi ha fatto pensato di essere impazzito, di aver immaginato tutto come quando ero bambino.
Eppure sapevo che era reale, sapevo che la mano di Apollo sulle spalle di Samira era reale, come il modo in cui la faceva sedere al posto dell'autista.
Era reale il modo in cui lei lo guardava.
Era amica di un dio.
Forse non sarei dovuto essere sbigottito, aveva tranquillamente conversato con Ares ma sentivo una stretta al petto, stavo sudando dalla confusione e il nervosismo.
Tutto di me mi diceva di mettermi a strillare per sapere cosa diavolo stesse succedendo ma non potevo davanti a tutti.

<<Allora, questa volta dovrebbe andare meglio. Ricordi come si guida, vero?>>

Sam lo fissò<<Cosa? No! L'ultima volta ci siamo quasi schiantati>>

<<Quasi>>alzò le spalle<<Andrà meglio>>

L'idea di Samira che guidava mise tutti in allarme, Grover balbettò qualcosa. 
Le Cacciatrici si accalcarono in fondo, per stare lontanissime da noi e da Apollo. 
Persino Bianca andò con loro ma Nico parve non accorgersene, se ne stava attaccato a Sam, saltellando  <<Che forza! È davvero il sole?  Pensavo che gli dei della luna fossero Elios e Selena. Com'è che ogni tanto sono loro e ogni tanto voi?>>

<<Ridimensionamento. Hanno cominciato i Romani. Non potevano permettersi tutti quei sacrifici nei templi, quindi hanno mollato loro e hanno scelto me e mia sorella. Lei la luna e io il sole...all'inizio è stata una scocciatura ma ci ho guadagnato la macchina>>

<<Ma pensavo che il sole fosse una grossa, fiammeggiante palla di gas!>>

Il dio gli arruffò i capelli ridendo <<Colpa di Artemide, un tempo mi chiamava così.>>

<<Chissà perché>>mormorò Sam.

Alcune Cacciatrici, tra cui Zoe, risero. Pensai che il dio se la sarebbe presa, invece rise serenamente. Iniziai a pensare di aver battuto la testa.

<<Sapevi di questa storia?>> sussurrai a Grover.

Lui scosse la testa, ancora in ansia<<Non ne avevo idea. Non pensavo fosse possibile>>

<<Cosa?>>

<<Marchiare una semidea>>

Aprì bocca, aggrottando le sopracciglia quando Apollo applaudì interrompendo tutti. <<Stiamo parlando di astronomia o filosofia? Parlare di astronomia non ha senso, non c'è gusto. Ma vogliamo pensare a quello che le persone pensano del sole? Questo si che è interessante! Girano parecchio intorno al sole, perché li scalda, fa crescere i loro raccolti, rende tutto più luminoso!>>

<<Tutto qui?>>chiese il ragazzino.

Samira fece un sorriso sardonico di fronte all'espressione scioccata del dio. Si voltò e lo guardò negli occhi come se stesse per dire un segreto, per qualche motivo mi protesi per ascoltare meglio.

<<Questo carro è costruito con i sogni che gli uomini hanno sul sole e ogni giorno percorrere tutto il mondo illuminando le loro vite. Il carro è una manifestazione del potere solare e quando cerchiamo di vederlo, vediamo ciò che siamo disposti a vedere. Qualcosa di accecante ma in realtà...>>

<<Sono io>>terminò il dio, con un sorriso.

Restai senza parole.
Quante volte avevo visto Samira prendere il sole col volto rivolto al cielo e gli occhi semi aperti?
Quante volte si era lamentata di non potersi rilassare sotto il sole? Lei, la figlia della mezzaluna, che avrebbe dovuto detestare abbronzarsi. 
Tutti quei segnali riapparvero nella mia mente, ero stato volutamente cieco. 
Ogni volta che guardava il sole, riusciva a vedere lui.

<<Ah be'...non ho capito.>>disse Nico<<Come vi conoscete voi...?>>

<<Nico, spegniti e mettiti seduto. Apollo, andiamo>>ordinò Samira.

Nico ubbidì, il dio rise abbassandosi, strinsi il sedile quando le sussurrò qualcosa all'orecchio e lei rise. 
Forse sarei dovuto essere grato al dio del sole, ci stava aiutando e l'aveva guarita, eppure mi sentivo come se quello ferito fossi io.

<<Sei pronta?>>

<<No>>

Talia tossì<<Deve guidare lei? Se non vuole potrei farlo io>>

<<Non faccio mica guidare il mio carro a chiunque>>ribatté lui, usando un tono per niente offensivo.

<<Siamo fratellastri, non sono chiunque>>

La indicò con un dito<<Giusto, sì, figlia di Zeus. Quanti anni hai?>>

<<Io...non lo so>>

Era una cosa triste, non ci avevo nemmeno mai pensato. Erano passati sette anni da quando era trasformata in pino, all'epoca aveva quindici anni e non era cambiata per niente, non era cresciuta.

<<Hai quasi sedici anni. Sono il dio della profezia, conosco le cose. Compirai sedici fra una settimana circa>>

<<È vero! Il mio compleanno è il ventidue dicembre>>sorrise lei.

Apollo si dimenticò di risponderle, si voltò verso Samira. Mi veniva un po' da sorridere nel vederla arrossire e sudare mentre cercava di ricordare i comandi, non l'avevo mai vista così.

<<A proposito di compleanno. Scusa se non ti ho fatto trovare il tuo regalo>>

Un dio le faceva dei regali di compleanno?

<<Non fa niente>>disse nervosa<<Me ne dovrai fare uno più bello, per farti perdonare>>

Lui le sorrise<<Sarà fatto, mia Freccia.>>

Talia si sporse, dietro di noi, tra me e Grover <<Ma la sta tipo corteggiando?>>

<<Cosa?!>>sbottai.

Apollo e Sam si voltarono verso di noi, arrossì come un'idiota. <<Allora...partiamo?>>

<<Sì, certo. Il viaggio è breve dal Maine a Long Island e poi nessuno dovrebbe essere fulminato>>

<<E se guidasse Percy?>>propose Sam.

Restai sorpreso della proposta, sembrava un modo per scusarsi e poi avrei voluto farlo. Non vedevo l'ora di cominciare a guidare, quell'autunno mia madre mi aveva portato a Montauk a guidare sul lungomare. 
Guidare il carro del sole non sarebbe stato poi così diverso, no?

<<Anche noi siamo parenti>>dissi.

Mi guardò un po' troppo a lungo<<Giusto, anche tu sei mio cugino>>

<<Bene>>si alzò Sam.

Lui le riappoggiò le mani sulle spalle e la fece sedere<<Ho scelto il pilota, così rimarrà.>>

Nessuno poté obiettare.
Avevo la sensazione che Apollo non fosse felice della mia amicizia con Sam, ci aveva guardato in modo strano. Poi era tornato raggiante e io mi ero spostato sul sedile davanti, dove era Nico. 
Non so perché fossi così agitato, forse stare così vicini non era molto sicuro. 
Apollo le prestò molta attenzione, accovacciandosi un po' per restare alla sua altezza.

<<Ricorda che la velocità è proporzionale al calore. Perciò parti piano e assicurati di raggiungere una buona altitudine prima di darci dentro e io so quanto adori darci dentro.>>

Lei strinse il volante e lo tirò in modo che si inclinasse. Il minibus balzò verso l'alto così in fretta che io caddi nel corridoio e con me Grover. Sentì dei gridolini da dietro.

<<Non intendevo darci dentro così tanto! Rallenta, Freccia>>

<<Ho tutto sotto controllo!>> protestò.

Mi rimisi in piedi, barcollando e rinunciai a sedermi per non cadere di nuovo. Mi attaccai ad un palo e stetti più vicino possibile a Sam e Apollo. 
Dal parabrezza si vedeva un anello fumante di alberi, eravamo ormai decollati. 
Samira era tutta rossa, come se fosse sotto tortura. 

<<Stai bene?>>

<<Da dio>>ribatté sarcastica, beccandosi una risata da Apollo.

<<Respira>>le consigliai.

<<Odio quando dici così! Sto respirando!>>sbottò.<<Ho tutto sotto controllo>>

Okay, era isterica.
Apollo le toccò un braccio, dove il suo marchio ancora brillava.

<<Dobbiamo virare a sud per Long Island, gira a sinistra>>

Sam sterzò, grazie agli dei riuscì a restare in piedi ma Nico cadde contro il finestrino. 
Talia imprecò, era pallidissima.
Almeno prese la sinistra giusta e quando guardai meglio notai che eravamo molto in alto, così tanto che un aeroplano poteva passarci accanto.

<<Siamo troppo in alto, scendiamo un po'>>le consigliò lui.

<<Lo sai che odio guidare>>

<<Lo so>>mormorò il dio<<E non dovresti. Hai fatto di peggio e...>>

Samira inclinò il volante e all'improvviso ci ritrovammo in picchiata.  
Stavamo precipitando verso l'Atlantico a mille miglia all'ora, con la costa del New England sulla nostra destra. 
Faceva caldissimo.

<<AHHHHH!>>

Urlammo tutti ma Samira di più.

<<Guidi lei!>>lo supplicò Grover.

Apollo sembrava preoccupatissimo ma la sua voce disse tutto il contrario <<Va tutto bene, ragazzi. Samira guida così be....SAMIRA!>>

Vidi quello che stava vedendo lui.  Sotto di noi era apparsa una piccola città innevata del New England, o meglio, che prima era innevata. 
Il campanile prese fuoco e tutta la neve si sciolse.
D'istinto le afferrai una spalla.
M

i ero abituato a cadere con lei, dopo le nostre imprese e sembrava spaventata a morte <<Sali, Sam. Sali!>>

Qualcosa cambiò nel suo sguardo.
Il terrore scivolò via e strinse la labbra mentre tirava il volante facendoci rialzare come un missile e il gelo tornò sulla cittadina in un'istante.

<<Bravissima, tesoro!>>si congratulò il dio<<Ora Long Island, sempre dritto. Come l'altra volta, inizia a rallentare, sennò ci ammazziamo....cioè, non tutti ma loro sì>>

Avrebbe lasciato morire noi ma non lei? 

<<Apollo>>lo chiamò.

Vidi il Campo Mezzosangue: la valle, la spiaggia e le nostre capanne. 
Mi domandai se Apollo avesse portato Samira proprio al campo per dire così, ma lei era rigida, sudata e pensai che forse l'altra volta non era andata bene.

<<Tranquilla. Frena piano>>

Lei sgranò gli occhi, riuscivo quasi a sentire il suo cuore andare a mille <<No, no, no>>

<<Frena>>

<<Non ce la faccio>>

<<Sì, invece!>>protestai.

<<No!>>

Apollo gridò all'ultimo <<FRENA!>>

Lo spavento la fece davvero frenare.
Pigiò il pedale e improvvisamente il mezzo si impennò a quarantacinque gradi e atterrò di schianto nel laghetto delle canoe con un gigantesco SPLAAASH.
Un'enorme nuvola di vapore si levò dall'acqua facendo scappare le Naiadi e noi rimanemmo lì, a galla, abbastanza traumatizzati dalla guida di Samira Arrow.
Speravo che non prendesse mai la patente.

☽ ♆ ☾ 

Scendere non fu poi così difficile, Talia sfrecciò fuori per vomitare a riva e la seconda fu Samira, che calpestò la sabbia mentre Cassian gracchiava qualcosa con il suo zaino appeso al becco.

<<Io odio guidare!>>strillò.

Una folata di Foschia le colorò i polsi e Apollo non parve sorpreso.
A volte mi capitava di fare il paragone con la Samira che avevo incontrato e quella che avevo imparato a conoscere.
Un tempo non avrebbe mai mostrato di avere una debolezza, avrebbe tenuto la sua maschera d'indifferenza.

<<Non è andata malissimo>>le disse.<<L'altra volta abbiamo quasi bruciato metà foresta. Sii positiva>>

Lei lo guardò malissimo, come a dirgli dove poteva mettersi la sua positività ma dopo un secondo si rilassò, cambiando troppo in fretta atteggiamento.
Mi voltai verso il campo semivuoto, era stranissimo vederlo in inverno, con la neve.
C'era diverse lucine appese, tutti i fuochi erano accesi.
Nico sembrò entusiasta, voleva correre in giro ma cercava di trattenersi.

<<Andiamo da Chirone>>mormorai<<Zoe, conosci C..>>

<<Lo conosco>>mi interruppe.<<Digli che saremo nella casa otto. Cacciatrici, andiamo>>

Mi aspettai che Bianca restasse col fratello ma quando non lo fece Samira le lanciò un'occhiataccia che non avrei augurato a nessuno. 

<<Vi accompagno!>>esclamò Grover.

<<Conosciamo la strada>>

<<Sì ma è facile perdersi, vengo pure io!>>insistette.

Avrei riso se non fossi stato teso. Talia si pulì la bocca, emergendo dalla foresta con uno sguardo stravolto e ignorò le Cacciatrici che se ne andavano. 

<<Statemi bene, dolcezze!>>gridò Apollo, ma loro lo ignorarono. Poi si voltò verso di me<<Attento alle profezie, Percy e...attento a quello che desideri>>

Il dio delle profezie, certo.
Volevo dire qualcosa quando la sua attenzione si volse a Talia <<Be', Talia, cerca di scegliere con giudizio>>

<<Cosa?>>

<<Lo capirai>>le fece l'occhiolino.

<<Aspetta, te ne vai di già?>>

<<Ci vedremo presto, mia Freccia>>

Lei guardò le cabine, forse stava pensando ai figli del dio che avrebbero potuto incontrarlo, forse pensava proprio a Will. Ma non lo disse.

<<Lo hai detto anche l'ultima volta e sono passati anni>>

Sembrava un'accusa, come se fosse arrabbiata con lui o si sforzasse di esserlo. 
Si avvicinò a lei, era più alto ma la guardava come se fosse eguali.
Non avevo mai incontrato un dio del genere. Ares era insopportabile e Artemide si credeva migliore dei maschi ma Apollo era diverso; la sua vanità per sé stesso sembrava una presa in giro.
Le prese il polso, il dito toccò il marchio che brillò e lei si rilassò, abbassò le spalle.

<<Il sole torna sempre>>

Sembrò una frase fatta, come quelle che si trovano nei biscotti cinesi ma Sam non sembrò pensarla così. Sembrava una loro frase, una cosa intima e privata per cui quasi distolsi lo sguardo come gli altri.
Samira lo abbracciò.
Di nuovo.
Questo era un abbraccio innocente, non mi fece innervosire e lui le accarezzò i capelli sollevandone qualche ciocca.
Colsi un luccichio dorato nei suoi occhi.

<<Cosa c'è?>>domandò lei.

Deglutì e sorrise <<Splendida>>

Ebbi la sensazione che non parlasse con noi o Sam, ma con sé stesso.
Se era il dio delle profezie, allora poteva vedere il futuro, forse aveva appena avuto una visione?
Sam dovette pensare lo stesso perché gli sorrise, un sorriso che a me non aveva mai fatto.
Lui la lasciò andare, indietreggiando verso il bus e quando ci salì, si sporse dalla porta.

<<Non fare troppo la brava, mi raccomando e scaglia più frecce>>

Lei sorrise, un sorriso così triste che mi sentì in colpa finché non scorsi i loro sguardi. C'era qualcosa di divino a legarli, dovevo sapere cosa.
Quando lui annuì lei fece lo stesso.

<<Lo farò>>

Il dio Apollo chiuse la portiera e mise in moto, indietreggiamo quasi tutti mentre il carro si surriscaldava e appariva una Maserati rossa.
Lei entrò in acqua e improvvisamente ricordai.
Avevo già visto Apollo, nella visione di Samira nella baia delle sirene. C'era un ragazzo biondo con un arco, era morto. Era lui, non so perché ci arrivai solo in quel momento.
Poi dal nulla la macchina decollò e frecciò via.

<<Dobbiamo parlare>>

Sam si tirò indietro i capelli scompigliati prima di girarsi<<Dopo>>

Stavo per protestare, non potevo più aspettare, quando Nico si intromise, guardò direttamente Samira come se fosse chiaro che era lei a comandare. Non era così.

<<Chi è Chirone? Non ho la sua statuina>>

Lei superò sia me che Talia, con passo determinato e Nico le corse affianco, come se sapesse che gli avrebbe risposto.
Mi ricordava...me
Quando le avevo chiesto di portarmi alla Casa Grande per l'impresa, mi aveva fatto sudare sette camice, mi aveva messo in soggezione, eppure non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
Erano passati quasi due anni e ancora non ci credevo.

<<E' il nostro direttore delle attività>>

<<Se non piace alla Cacciatrici di certo mi piacerà!>>

Mi resi conto che era arrabbiato con la sorella e non se ne vergognava affatto, lei alzò le spalle e annuì d'accordo. Avevano qualcosa in comune, non sapevo dire cosa. 
Mi concentrai sul campo, mi era mancato ma non sembrava affatto la mia casa con tutta quella neve, era così deserto. 
I figli di Ares erano pochi e li vidi giocare a palla di neve, Clarisse doveva essere da qualche parte. Mi salutò Beckendorf della casa di Efesto e un attimo dopo due figure corsero verso di noi, apparendo dal nulla.
Travis e Connor presero alla sprovvista Samira, l'afferrarono e la sollevarono da terra mentre tirava un grido di protesta. 
Quando la misero giù li spintonò, sistemandosi la maglia a brandelli. 
Si tenne le mani sulle braccia, doveva avere freddo.

<<Che ci fai qui?!>>esclamò Travis.

Lei li spintonò, sistemandosi la maglietta a brandelli.<<Sei ferita?!>>

<<No, solo la mia dignità è ferita. E siamo qui per Chirone...che state facendo con quello?>>

Mi allungai vedendo con delle pinzette, Connor e Travis eravano dei maestri negli scherzi, dovevano sempre combinarne una. Chirone una volta mi disse che per quanti guai portassero, erano più gestibili di Sam.
Il maggiore indicò il capanno del negozio del campo, volevano scassinare la serratura.

<<Bastava dirlo>>

Mosse due dita sussurrando qualcosa in latino, credo, e la porta si aprì magicamente.
Ogni volta mi sorprendevo delle sue abilità, che miglioravano sempre di più.

<<Grazie, Sorellina!>>esultò Travis, cercando di darle un altro abbraccio ma lei gli sfuggì.

<<Siete fratelli?>>domandò Nico.

Sam scosse la testa categorica<<Dei, no>>

<<Ahia, proprio non ci vuoi bene, Sam-Sam>>mormorò Connor.

Lei li fissò, apatica e loro scoppiarono a ridere come se fosse una cosa normalissima.
Solo cinque mesi prima, mi dava sui nervi il modo in cui le stavano attaccati, come se tutto fosse perdonato e fossero ancora grandi amici. Ma dopo l'impresa e aver dovuto salutare  Tyson, avevo avuto tempo per conoscerli durante la gara di bighe, dove io e Annabeth avevamo vinto.
Erano dei tipi a posto, volevano solo farsi perdonare da Sam e poi lei era meno rigida quando erano in giro. 
Non li vedeva come dei fratelli, avevo capito, perché era passato troppo tempo e ne era rimasta delusa. Però non era arrabbiata con loro.

<<Se avete finito, abbiamo da fare>>brontolò.

Entrambi le fecero l'occhiolino e ci lasciarono passare dopo qualche battuta. Talia non disse una parola, era stata al campo in quei mesi ma non si era ambientata come mi ero aspettato. 
La Casa Grande era decorata di nastri rossi e sfere di fuoco giallo sul portico, l'aria profumava di cioccolata calda.
Quando entrammo il calore fu così piacevole che persino le spalle di Sam si abbassarono e fu lei ad entrare prima nel salotto, come se volesse fare un'entrata teatrale.
Cosa che fece.
Chirone e il Signor D era seduti, stavano giocando a carte in beato silenzio.

<<Vi sono mancata?>>

Il centauro spalancò gli occhi, la fissò piuttosto sorpreso e forse leggermente preoccupato che le sue vacanze invernali potessero non andare bene.
Dioniso se ne accorse appena, continuò a mettere in ordine le carte di Uno. 

<<Dolcezza>>la salutò, poi abbassò di colpo il mazzo<<Dolcezza?!>>

Non cercai di ricordargli che si chiamava Samira, era ridicolo che la chiamasse così. 
Entrambi ci fissavano tutti, Talia si schiarì la voce e Nico mi tirò la manica, come se volesse fare delle domande. 

<<Samira! Percy! Talia! Ah, questo deve essere...>>iniziò Chirone.

<<Nico Di Angelo>>lo presentai io<<Lui e sua sorella Bianca sono mezzosangue, non riconosciuti>> 

<<Ce l'avete fatta allora, menomale>>sorrise.

<<No, non ce l'abbiamo fatta>>rispose Sam.

Il suo umore era ben diverso da quando Apollo era con noi. 
Ci ignorò e andò verso la macchinetta, ci mise dentro una capsula e sperai che fosse cioccolata ma invece scese un liquido più chiaro. Caffè.
Da quando beveva direttamente caffè e non i biscotti al caffè?

<<Cos'è accaduto?>>

<<Annabeth>>disse solo, non guardò nessuno di noi.

<<Oh misericordia!>>esclamò il  Signor D, annoiato<<Non ne avremo persa un'altra>>

Non avevo mai visto Samira guardare Dioniso male, mai, ma in quel momento lo guardò come immaginavo una strega avrebbe fatto in un film.

<<Chi altro abbiamo perso?>>chiese Talia, capendo qualcosa che non avevo notato.

Grover arrivò in quel momento, trotterellò interrompendoci e aveva un sorriso stupido in faccia. Ma aveva anche un'occhio nero e dei segni sulla faccia che mi ricordavano uno schiaffo.

<<Le Cacciatrici sono sistemate>>

Dioniso sbuffò sentendole nominare ma Chirone annuì<<C'è molto da raccontare, eh? Grover, perché non porti Nico a vedere il nostro filmato d'orientamento?>>

<<Ha il bollino verde o giallo? Bianca è severa e...>>

<<Giallo, dai tredici anni in su>>rispose il mio amico.

<<Forte!>>esclamò.

Samira e Nico si scambiarono un'occhiata, lei annuì come se gli stesse dicendo di fidarsi e lui lo fece, uscendo dalla stanza con entusiasmo.

<<Ora sedetevi e raccontateci tutto>>ordinò Chirone.

Obbedimmo tutti, tranne la figlia di Ecate.
Sam prese la tazzina e la riempì di zucchero, poi bevve chiudendo gli occhi e non disse una sola parola per tutto il racconto di me e Talia.
Se anche avessimo sbagliato a dire qualcosa, lei non ci corresse, sembrava immersa nella sua testa. Lo capì soprattutto quando non disse nulla su Apollo.

<<Dovremmo far partire una squadra di ricerca per Annabeth>>propose Chirone.

<<Vado io>>disse per prima Samira, seguita da me e Talia.

<<Neanche per sogno>>

Io e la figlia di Zeus protestammo, anche se ero sbigottito che Samira se ne stesse lì a bere la seconda tazzina di caffè. Will le avrebbe sconsigliato di farlo perché blocca la cresciuta ma era sorto il sole e sembrava stanca, forse non voleva andare a riposare.
Dioniso alzò una mano, zittendoci e scorsi un fuoco violento e purpureo nei suoi occhi, era una minaccia divina. 

<<Da quanto ho capito questa bravata si è chiusa con un pareggio. Ahimè, abbiamo perso Annabel..>>

<<Annabeth>>lo corresse Sam.

<<Sì, sì. In ogni caso abbiamo già un sostituto, perciò non vedo motivo di rischiare altre vite mezzosangue per una missione di salvataggio.>>

Strinse la tazzina tanto da far diventare le nocche bianca<<Mi ha salvato la vita>>

<<È stata una sua scelta e dubito che voglia che tu rischi la tua per salvarla >>

Avrei voluto strangolarlo.
Non era giusto che Zeus lo avesse mandato da noi come punizione, eravamo noi quelli che venivano puniti così!
Annabeth meritava un'operazione di salvataggio, come qualsiasi semidio.

<<Annabeth potrebbe essere viva, è molto intelligente e se i nostri nemici l'hanno presa, lei cercherà di guadagnare tempo.>>

<<Giusto>>concordò Talia<<Luke la vorrebbe viva>>

La mia intera attenzione si volse a Samira.
Sentire il nome di Luke l'aveva fatta sussultare, girò la testa guardando la libreria e non potei vedere la sua espressione.
Sapevo che Sam e Talia non avevano ancora parlato del loro vecchio amico in comune, era stata Annabeth a raccontare tutto alla figlia di Zeus. Ma temevo il momento in cui l'avrebbero fatto.

<<Potrebbe anche essere morta, dopotutto il figlio di Ermes non sembra sano di mente>>mormorò il Signor D.

Ahia.
Samira si voltò lentamente.
Conoscevo quello sguardo, prometteva problemi, prometteva rabbia. Era pronta a prendersela con chiunque, per Luke o per Annabeth? Odiavo non saperlo.
Preferivo restare senza risposta piuttosto che chiedere e rischiare.
Sam aprì bocca, strinsi il bracciolo del divano per l'ansia di sapere cosa avrebbe detto, quando Grover tornò nella stanza interrompendoci.
Questa volta almeno salvò la situazione e Nico, che gli corse dietro, spalancò la bocca. 

<<Che forza! Lei è un centuauro!>> strillò.

Chirone passò lo sguardo da Sam al ragazzino, sembrava nervoso, come se pensasse di dover disinnescare una bomba. 

<<Sì, signor Di Angelo, di solito preferisco restare in forma umana per i primi incontri>>

Vero, adesso aveva di nuovo le sue quattro gambe ed era in forma mitologica. La prima volta ero rimasto sconvolto, mentre Nico stava reagendo alla grande.

<<E lei è quello del vino? Non ci credo>>

<<Quello del vino?>>domandò Dioniso, irritato.

<<Ho la sua statuina, nel mio gioco di Mitomagia. Anche se la sua carta vale cinquecento punti e tutti pensano sia uno scarto, io trovo che che ha dei poteri fantastici!>>

Samira si scolò la terza tazzina di caffè americano, muovendo freneticamente la gamba. 

<<Be', è gratificante>>rispose.

<<Percy, Talia, perché non fate fare un giro del campo per annunciare che faremo una Caccia alla Bandiera, domani? >>

Sam era più nervosa di qualche minuto prima, mi alzai in piedi cercando di avvicinarmi senza dare dell'occhio. 

<<Una Caccia alla Bandiera.>>sottolineò Samira.<<Mentre Annabeth è nella mani di Crono>>

Quel nome silenziò l'intera stanza. 
Chirone ci aveva sempre detto di non chiamarlo, perché era pericoloso ma Samira non era mai stata brava ad eseguire gli ordini, né ad ascoltare i consigli di nessuno.
Era arrabbiata e forse era anche esausta, lo ero pure io dopo quella folle nottata. Non ci eravamo fermati un secondo e ora l'adrenalina era sparita. Il senso di colpa restava.

<<Dovresti ricordare che è una tradizione per le Cacciatrici>>

<<Al Tartaro le tradizioni!>>sbottò.

<<Samira, le cose non sono così facili. Farvi partire per un'impresa potrebbe portarci più perdite.>>

<<Più perdite?>>chiesi.

<<Potrebbe essere una trappola!>>esclamò Dioniso, come se fossimo tonti.

Chirone annuì e guardò Sam<<Se non per Percy e Talia, come figli dei Tre Pezzi Grossi. Potrebbe esserlo per te. Luke sa che non c'è limite che non oltrepasseresti per Annabeth e più di una volta ha ribadito di volerti al suo fianco.>>

Oh cavolo. Non ci avevo pensato.
Annabeth poteva essere una merce di scambio e se la scelta si fosse ridotta a questo, Samira si sarebbe sacrificata senza pensarci due volte.
E io? Come avrei potuto scegliere? 

<<Perché Luke vorrebbe più lei di noi?>>domandò Talia, ad un tratto.

Nico parve troppo curioso per interromperci, l'unica volta in cui doveva farlo e Grover continuava a fissarmi in modo strano. Mi domandai se avessi qualcosa in faccia.

<<Non è giusto>>disse Samira, sbattendo la tazzina sul tavolo.<<Annabeth ha passato sette anni qui, ha portato a termine due imprese, è stata più fedele agli dei di chiunque altro. Però non vale abbastanza per voi, nessuno di noi vale abbastanza. O veniamo riconosciuti o continuammo ad essere ignorati>>

<<Non è di questo che stiamo parlando>>

<<Ah no?>>chiese sarcastica<<Se siamo in questa situazione è colpa vostra. Chi ha spinto Luke a fare tutto questo? Ha ceduto all'influenza di Crono solo perché voi non avete mai speso un secondo della vostra immortalità a guardarci davvero!>>

Capì in quel momento che erano due anni che si teneva dentro quei pensieri e forse l'avevano logorata. Annabeth, se fosse stata lì, non sarebbe stata più scioccata di tutti noi.
Forse, perché la figlia di Atena era la sola che aveva capito perché Luke insisteva con Samira.
Ricordai una conversazione avuta nel Mare dei Mostri, dopo la Baia delle Sirene.

Perché Sam poteva capirlo, perché lei odiava sua madre quanto lui odiava Ermes, perché gli dei avevano capovolto la sua vita senza chiedere il permesso. 

<<Puntare il dito non la riporterà qui, Sam>>mormorò Grover.

<<No, ma io potrei farlo.>>

<<Tu odi le imprese>>sbuffò Dioniso, come se non avesse sentito una parola di quello che aveva detto prima.

<<Odio una marea di cose e le farei tutte per Annabeth, se questo mi rende disubbidiente, cattiva, bene! Oltrepasserò quei limiti e non me ne vergognerò>>

Chirone sospirò<<Samira, no. Non partirai>>

<<L'abbandonerai.>>

<<Non ho detto questo>>

<<Sei un bugiardo>>lo accusò furente.

Mi avvicinai ancora, non sapevo cosa dire o fare, perché non capivo tutto quello che stavano dicendo. Quale bugia le aveva detto.

<<Samira....>>

<<E tagliati quella barba, Chirone. Più che mezzo cavallo sembri mezzo bisonte>>

Solo Samira Arrow poteva parlare così al centuaro più vecchio e famoso che esistesse, nonché figlio di Crono. Mi oltrepassò prima che potessi fermarla e mi voltai, pronto a seguirla di nuovo solo per essere sicuro che non distruggesse la stanza col pensiero.
Dov'era Cassian quando serviva?

<<Stai facendo una tragedia per niente>>disse il dio.

Grover fece un passo indietro, tirando con sé Nico verso la porta. Talia era un'osservatrice curiosa, stava studiando Sam e questo mi diede parecchio fastidio.
Ma non potei dire nulla perché ad un tratto tutte sfere di fuoco si spensero, se non fosse stato per la luce dalle finestre, saremmo stati al buio.
C'era odore di bruciato.

<<Forse sarai un dio ora ma un tempo eri uno di noi. Eri un semidio, eri mortale, eri una persona. E io non credo che diventare immortale significhi diventare degli egoisti, ipocriti bambocci. Il fatto che tu lo sia diventato, è solo colpa tua e se Annabeth morirà, sarà sempre colpa tua e saprò ricompensarti con un'altra maledizione>>

Ero senza parole.
Una volta Luke mi aveva detto che non avevo mai visto Samira arrabbiata, ogni volta che la vedevo alterarsi pensavo di averlo fatto. Di averla vista arrabbiata ma ogni volta mi sbagliavo, perché quella dopo era molto peggio.
Aveva appena zittito un dio, comportarsi come se lo fosse lei.
Eppure ero d'accordo con ogni singola parola.
Samira si voltò, dando le spalle al dio e uscì dalla stanza.
Ero troppo sorpreso per muovermi, mi sembrava di dover riavviare il mio corpo.

<<Samira!>>esclamò Chirone, chiamandola.

Eppure neanche lui le corse dietro, Dioniso era in piedi, fermo ed immortale. 
Non seppi mai cosa pensò o provò, restò lì impassibile.
I fuochi si riaccesero, segno che era ormai lontana e forse lo capì, aveva bisogno di starsene cinque minuti in pace.

<<Talia, puoi occuparti di quello che ti ho chiesto?>>

Della Caccia alla Bandiera. Lei sospirò, segno che aveva delle domande e io non volevo rispondere, quindi ignorai la sua occhiata <<Sì.>>

La figlia di Zeus uscì dalla stanza, seguita poi da Nico e Grover. Restai solo con loro e solo in quel momento Dioniso tornò alla sedia, aveva un'espressione strana, come se avesse bevuto del vino andato a male. 

<<Verrà punita per quello che ha detto?>>dovetti chiedere.

Chirone fece una smorfia confusa<<No, certo che no. Samira ha molte preoccupazioni e Percy...forse non c'è bisogno che io lo dica. Ma ha già perso Luke, non può perdere anche Annabeth e questa paura potrebbe...>>

<<Renderla folle>>rispose Dioniso.

Lei non era pazza e io avrei voluto urlargli contro.
Ma ricordai solo in quel momento che Dioniso non era solo il dio del vino ma anche della follia.
Non era un insulto il suo, era l'opposto.
Non avrei ricevuto nulla di più da loro, tornarono alle loro carte e io ero di troppo.
Quindi girai i tacchi e uscì, senza troppe cerimonie.
Dovevo parlare con Sam ma prima dovevo cambiarmi nella mia cabina, di sicuro lei era nella sua.
Dopo quella sfuriata potevo darle cinque minuti, forse ne avevo bisogno anch'io.
Dovevo riprendere fiato, sentivo ancora il suo sangue sotto le unghie, sentivo l'urlo di Annabeth, le accuse di Talia.
E poi sentì la voce di Grover...no, quella era reale.

<<Percy!>>

Mi voltai in tempo per vederlo trotterellare dietro di me, senza Nico. Forse era con Bianca o forse lo avevano mandato nella cabina di Ermes, non ero molto sicuro di cosa gli sarebbe successo.
Ci avrei pensato dopo.

<<Dobbiamo proprio parlare>>disse, raggiungendomi.

<<Grover, non è il momento>>

<<Lo so ma...>>si interruppe, cambiando tono<<Mi hai chiamato nella foresta, vero?>>

<<Sì e tu mi hai sentito>>

Parlava del nostro legame, grazie a quello ero riuscito a trovarlo nel Mare dei Mostri ed ero sollevato che avesse funzionato anche all'incontrario.

<<Non ti ho sentito parlare, non eri nella mia testa come quest'estate. Non ho visto il pericolo. Ho sentito solo quello che provavi, non sapevo nient'altro. Ho seguito quella scia>>

Non mi aveva sentito chiamarlo telepaticamente? Ma ero quasi certo di aver sentito qualcosa rispondermi, avevo percepito una sensazione di calore, come se fossi collegato a qualcuno. Pensavo si trattasse di lui.
Mi ero immaginato tutto?
Poi mi voltai, il mio migliore amico mi fissava con un'espressione fin troppo imbarazzata.

<<Quale scia?>>

<<Una scia di terrore, furia e rimpianto.>>

Trattenni il fiato. Sapevo di aver provato quelle cose e non mi andava di parlarne.
Quella manticora mi aveva spaventato come pochi altri mostri, forse solo come Echidna e lei aveva spinto me e Sam da un altezza di diverse centinaia di metri. 

<<Non mi va di parlarne>>

<<Dovremmo farlo. Se fossi stato più presente come amico e guardiano me ne sarei accorto prima, ho frainteso tutti i segnali>>

<<Di che parli? Non è stata colpa tua. Thorn ci ha teso tu una trappola e io ci sono corso dentro come un perfetto idiota>>

<<Non sto parlando di lui, parlo di te! Sto parlando di quello che è successo prima che arrivassimo, sto parlando di quello che hai sentito per lei e probabilmente quello che provi da un sacco di tempo, se non da...dì immortales, da sempre>>

Mi fermai davanti alla mia cabina, incapace di fare un altro passo. 
Potevo nascondermi dentro, potevo negare ancora ma qualcosa mi tratteneva.
Un solo nome apparve nella mia mente. 

<<Samira>>

<<Hai una cotta per lei, vero?>>

Mi voltai, piuttosto confuso. Perché voleva saperlo? Perché me lo chiedeva in quel momento? Perché si intrometteva? Ero sulla difensiva.
Aprì la bocca, se avesse fatto freddo non lo avrei saputo. Mi sembrava di aver appena preso fuoco.

<<Questo è...no, sei fuori di testa? E' la mia migliore amica, certo che ero preoccupato.>>

Si grattò le corna<<E allora perché sei geloso di Apollo?>>

<<Non sono mica geloso. Non mi fa piacere che un dio giochi con Sam al dottore? Sì. E poi...dai, Grover, lo hai visto?!>>

<<E' molto bello, certo.>>

<<No, cioè certo, intendo.... Dimmi se Apollo non ti ricorda qualcuno>>

Ci pensò per un minuto eterno, era il mio migliore amico ma in quel momento volevo scuoterlo forte o forse volevo scuotere me, per vedere cosa sarebbe caduto.
Forse così avrei avuto la risposta da cui scappavo da mesi.

<<Luke!>>sbottai<<Luke assomiglia ad Apollo. Biondo, carismatico, arrogante, alto e in forma...Non so chi dei due Samira abbia conosciuto prima, ma di certo c'è dietro qualcosa>>

<<Oh, ti dà fastidio che il suo tipo ideale potrebbe essere biondo?>>

<<Questo è...non l'ho nemmeno pensato. Dai!>>

Quando trovai la forza per avanzare, proprio sulla soglia della mia cabina, Grover mi afferrò per un braccio e mi fece girare. A momenti strangolavo il mio migliore amico.
I suoi occhi erano calmi, avevano una certezza che mi spaventò a morte e mi fermò dal farlo.

<<Ma pensi a lei>>rispose.<<Quando Chirone ci ha salvati dalla Principessa Andromeda, tu e Sam avevate litigato e ti ha chiesto perché l'avessi voluta nell'impresa. Me lo sono chiesto parecchio anch'io, ho pensato che fosse per trattenere Annabeth. Ma non è così, vero?>>

<<Grover...>>

<<Non puoi mentire su ciò che provi, Percy>>mormorò con tono fermo, non lo avevo mai visto più serio di così.<<Per te esisteva solo lei. Esisterà sempre solo lei.>>

ANGOLO AUTRICE

Ciao! 
Ecco un nuovo capitolo e dal punto di vista di Percy! 
Come avete visto, Samira è po' nervosetta e di certo Percy non se la cava meglio dopo l'ultima idea del suo migliore amico. 
Rivedremo presto Apollo, non temete!!!
Cosa ne pensate? Commentate, votate e seguitemi per i prossimi aggiornamenti! 
Vi aspetto sui social come Tik Tok e Instagram (THE STORIES OF HOPE).
Un abbraccio, semidei!

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