CAPITOLO 30
VADO UN TANTINO FUORI
DI TESTA
≈ ♆ Percy ♆ ≈
Dovevo concentrarmi.
Dovevo solo concentrarmi, trovare un punto debole e sconfiggere il mostro.
Lo avevo già fatto in passato, avevo ucciso il Minotauro per esempio.
Chirone mi aveva fatto ripetere questa sequenza mille volte, era il mantra che mi dicevo davanti ad ogni scontro.
Eppure vedevo solo il sangue di Samira, la maglietta leggera a brandelli, il pallore della sua pelle.
Vedevo solo lei.
La mia mente era annebbiata.
Una volta avevo provato qualcosa di simile, quando si era buttata per raggiungere le sirene.
E in quel momento non era solo lei che dovevo proteggere ma anche i due fratelli, terrorizzati e inesperti.
Non potevo coprirli tutti e tre, non potevo neppure scegliere.
<<Muoviamoci!>>urlò Thorn.<<E tu, metti giù quella spada>>
Samira cercò di alzarsi, gemendo e istintivamente lasciai cadere l'arma a terra. Le corsi incontro, sorreggendola per la vita, la ferita aveva uno strano colorito.
<<Veleno>>sussurrò Sam.
La strinsi più forte, sentendo Vortice tornarmi nella giacca. Il mostro ci fissò, senza lasciarci tempo per parlare <<Muoviamoci, ora!>>
<<Non può, è ferita..>>
<<Il mio veleno non uccide, le provocherà solo molto dolore>>sorrise.
Volevo farlo a pezzi, come aveva osato farle del male?
Samira si appoggiò a me, pallidissima e insieme la condussi dietro i fratelli, mentre uscivamo dal portone.
Avremmo dovuto aspettare gli altri, eravamo stati degli idioti, entrambi.
Cercai di concentrarmi, di mettere via la rabbia e la preoccupazione, per tentare l'impossibile.
Avevo un canale empatico con Grover, potevamo vedere i sogni dell'altro e sentire le emozioni che provavamo, nulla di più ma poteva bastare.
"Ti prego, amico", pensai "Thorn ci sta rapendo! Ha ferito Sam con un chiodo avvelenato!"
Entrammo nel bosco, io tenni il braccio intorno a Samira, l'altra mano stretta alla sua.
L'idea di lasciarla andare era fuori discussione.
Ero poco consapevole dei passi che facevo, solo che lei stava sudando freddo e faceva dei respiri lunghi, senza lamentarsi.
Il freddo gelido era anche peggio, così mi tolsi le giacca e gliela avvolsi intorno alle spalle, ci guardammo negli occhi per un attimo.
<<Questo immagino non ti sia mancato>>le dissi, riferendomi all'ultima cosa che le avevo detto prima di cadere nella trappola.
Annuì tre volte, o forse stava tremando<<Smettila di guardarmi così>>
<<Così come?>>sussurrai.
<<Come se stessi crepando, mi sto solo congelando a morte>>sbuffò e io riuscì a rilassarmi.<<Colpa del tuo migliore amico. Le capre sono capre>>
Le passai la mano sulla schiena, su e giù per scaldarla.
Se non fossi stato obbligato, solo farlo mi avrebbe fatto diventare di un altro colore.
<<Un giorno dovrai dirmi cos'hai contro i satiri>>
<<Potrei dirtelo ora, dato che potrebbe non esserci un giorno per raccontartelo>>
<<Non essere tragica, e no, oggi non voglio saperlo>>
<<Adoro essere tragica, ecco perché mi lamento spesso>>commentò sarcastica.<<E poi parlavo di te. Io sopravvivrò di sicuro, sono troppo carina per morire qui>>
Resistetti dal darle un pizzicotto.
Sapevo che cosa stava facendo, ci distraeva. Lei dal dolore e io dalla preoccupazione, funzionò appena.
<<Hai ragione>>le dissi.
<<Sul fatto che sono carina o che questo posto fa schifo?>>
<<Sul fatto che non morirai qui>>ribattei.
Sbuffò, una nuvola bianca uscì dalle sue labbra<<Potresti darmi una soddisfazione, Jackson. Le ragazze ne hanno bisogno ogni tanto>>
<<Non pensavo avessi bisogno che un ragazzo ti dicesse quanto sei carina>>
<<Infatti>>
Se fossimo stati in un altro posto, in un'altra situazione, forse sarei impazzito per la sua risposta. Forse avrei fatto di tutto per starle più vicino.
Ma eravamo lì, il mostro dietro di noi ci stava ascoltando e forse anche i due fratelli.
<<E comunque non te lo dirò>>sussurrai.<<Mentirei e ho imparato la lezione>>
Gemette quando un rivolò di sangue scese sulla maglia rosa.<<Pesce cane che non sei altro...>>
<<Tu non sei come le altre ragazze>>la interruppi<<Non lo sei mai stata>>
Avevo ancora la sensazione delle sue mani sulle mie spalle, che scivolavano sul petto mentre ballavamo. Non ero stato imbranatissimo, ma solo grazie a mamma.
Le avevo chiesto di insegnarmi il mese scorso, volevo impressione Sam se fosse servito e sperai di esserci riuscito.
Era stato così...bello vederla ridere, starle vicino senza che fosse imbarazzante.
Sì, la musica non era quella giusta ma lei sì. Era giusta, perfetta.
Non esistevano ragazze come lei.
Samira non rispose, avrei voluto entrare nella sua mente per sapere cosa pensasse ma tutto ciò che fece fu girare le testa e lasciarla cadere sul mio collo.
Sentì il suo naso ghiacciato sulla pelle, ebbi i brividi ovunque, eppure non mi spostai.
Camminammo ancora un po' prima che Thorn dicesse: <<Siamo quasi arrivati, lì chiameremo chi verrà a prenderci>>
<<Per andare dove?>> domandò Bianca.
<<Silenzio, insopportabile ragazzina!>>
Nico intervenne<<Non parlare così a mia sorella!>>
Gli tremava la voce ma era stato piuttosto coraggioso, anche Sam se ne accorse dal modo in cui li fissava. Il mostro ringhiò ma non aggredì nessuno.
<<Alt!>>urlò.
Ci fermammo proprio quando arrivammo alla fine del bosco, che si era diradato. Eravamo su una scogliera sul mare, che però percepivo lontanissimo, a un centinaio di metri.
Tutto ciò che vedevo bene, ora, era la luna che splendeva nell'oscurità.
"Ti prego, Ecate. Aiuta tua figlia, dalle un po' di carica, manda qualcuno o quello che serve. Qualsiasi cosa, aiutala".
Dubitavo che avrebbe ascoltato me quando non si era mai fatta vedere da Sam ma tentai.
Arrivammo fino al bordo, dove il freddo avrebbe spinto giù Samira se non l'avessi tenuta forte, io e...Bianca.
Aveva le mani sul braccio della mia amica, ebbi l'istinto di allontanarci, di staccargli una mano.
Però i suoi occhi sembravano gentili e preoccupati.
<<Quando hai detto che ci saremmo riviste, non pensavo così>>
Ci girammo tutti e tue a guardarla, rispondendo all'unisono <<Cosa?>>
<<Ci conosciamo?>>domandò Sam.
Bianca sembrò un po' offesa, aprì la bocca e la richiuse guardandoci. Forse ci aveva confuso con qualcun altro, poi però scossa la testa guardando la mia migliore amica.
<<Sì>>
<<Zitti e guardatemi!>>gridò Thorn.
Ci girammo tutti, Nico si era avvicinato stringendo sua sorella.
Gli occhi bicolore del mostro luccicarono mentre tirava fuori un telefono, ne restai sorpreso.
<<Il pacco è in pronta consegna. E c'è regalino per cui mi aspetto di essere immensamente premiato>>
Guardai Sam che deglutì.
Parlava di lei e c'era solo una persona che la voleva a quel punto: Luke.
Dovevo portarla via, il panico cercò di prendere il controllo ma tentai di oppormi.
<<Oh sì, certo, figlio di Poseidone. Salta, il mare è lì. Forse tu ti salveresti ma loro? Lei? >>rise.<<Ne dubito>>
Aveva ragione e non avrei mai abbandonato Samira.
Mai in questa vita.
Però non potei che chiedermi se papà mi avrebbe aiutato.
<<Come ti ha chiamato?>>domandò Bianca.
<<Dopo te lo spiego>>commentai.
<<Ho paura>>sussurrò Nico.
Samira lo guardò con attenzione, troppa. Forse li conoscevamo davvero o almeno lei.
Era raro vederla essere a suo agio con gli sconosciuti ma lei gli toccò il polso<<Sai cosa si dice al dio dei morti?>>
<<Cos-cosa?>>
<<Non oggi>>
Nico annuì, ripetendo quelle due parole.
Feci una smorfia<<Dove l'hai rubata questa perla di saggezza?>>
<<Trono di Spade>>sussurrò.<<Adoro quella serie>>
Quasi mi fece ridere, quasi.
Ci fu un rumore, un sibilo forte come un siluro e d'istinto coprì Samira. Sentì l'aculeo passarci di fianco, senza sfiorarci. Feci un respiro di sollievo, mentre mi giravo verso Thorn.
Lo avrei ammazzato.
<<Non avete capito chi sono, vero?>>
No, eravamo in svantaggio proprio per questo.
<<Sei tu che non sai chi sono io>>lo distrasse Sam<<Non avresti dovuto ferirmi>>
Non sapevo proprio come riuscisse ad essere più lucida di me. Thorn rise<<Sul serio?>>
<<Ti ucciderà. Oh sì, nessuno tocca ciò che suo. E io sono sua>>
Sapevo di chi parlava.
Luke Castellan.
Una parte di me provò un senso di gelosia e rabbia verso di lei. Toccarla quasi mi ustionò.
Come poteva dirlo? Come poteva credere che fosse vero?
<<Sì, be'...i mostri non si spaventano facilmente. Ci sono cose che non siete in grado di capire ma lascerò che il Generale vi illumini. State per rendergli un grande servizio>>
<<Il Generale?>>domandai.
Thorn guardò l'orizzonte e vedemmo una luce, un faro sul mare. Poi udii virare le eliche di un elicottero e Sam continuò a guardare il bosco, in attesa.
<<Non per distruggere il suo piano, vicepreside. Ma nessuno di noi ha intenzione di piegarsi>>
Che stava combinando ora? <<Allora sfamerete molte bocche mostruose>>
<<Questo è matto da legare>>sussurrò Bianca.
<<Probabile>>rispose Sam<<Se crede che gli eroi non li rispediranno al Tartaro>>
<<Ah! Pensi di poter fermare il grande risveglio, ragazzina? Tutto è iniziato, è troppo tardi>>
<<Il grande che?>>domandai.
<<Il risveglio dei mostri>>rispose lei.
Thorn fece un sorriso eccitato<<I peggiori si stanno ridestando. Mostri che non si vedevano da migliaia di anni, causeranno morte e distruzione come i mortali non hanno mai visto. E presto apparirà il mostro più importante di tutti che farà cadere l'Olimpo!>>
Sam smise di tremare, deglutì come aveva fatto davanti a Echidna. Chi poteva esserci di peggio della madre dei mostri?
<<Gli dei hanno già vinto una volta, lo faranno di nuovo.>>
Ringhiò<<Non stai mai zitta? Dovresti essere molto più debole>>
<<Sono figlia di Ecate, imbecille>>ribatté<<e mi hai portato esattamente sotto la luna>>
Non era una mezzaluna ma di sicuro aveva una sorta di potere su di lei, non ci avevo pensato ma poteva essere quella a sostenerla più di quanto facessi io.
<<Ecate.>>ripeté lui<<Figlia di Ecate, e scegli gli dei? Discendi da una titanessa...>>
<<Guarda che non siamo imparentati con i nostri genitori divini come i mortali. Ho ereditato tanto, ma non il suo DNA!>>
Giusto. Gli dei non avevano il DNA.
Quei discorsi non avevano senso, a meno che non stesse prendendo tempo.
<<Sei un'aberrazione>>
Riformulo: l'avrei fatto a pezzi.
<<Grazie>>sospirò<<Me lo dico tutti i martedì>>
La sostenni meglio, forse le girava la testa. <<Che stai facendo?>>
<<Shhh>>sussurrò. <<Non ha importanza se si stanno risvegliando altri mostri, il primo a cadere sarà lei, vicepreside>>
<<Ah! Bella questa, pensi davvero che il tuo semidio mi ucciderà per te?>>indicò l'elicottero.
Era ovvio. Certo che Luke avrebbe ucciso per lei, chiunque.
<<No, idiota>>sorrise<<Non ho mai parlato di un semidio>>
Provai solo un senso di calore e sollievo quando capì.
Non aveva mai parlato di Luke.
Cassian lanciò un verso di guerra, scegliendo in picchiata con gli artigli rivolti in avanti.
Thorn lanciò un aculeo ma Cas lo sviò senza difficoltà, così il nostro mostro lo graffiò proprio in faccia.
All'improvviso una forza invisibile ci buttò tutti e quattro a terra, finì sopra la ferita di Samira e lei lanciò un imprecazione colorita.
<<Scusa>>dissi.
Sbuffò, guardando il cielo o qualcos'altro <<Ce ne hai messo di tempo>>
<<Avevamo bisogno di un piano>>
Annabeth, riconobbi subito la sua voce.
Guardai Thorn, non ci aveva ancora colpito e solo perché Grover e Talia erano apparsi dietro di lui, attirando l'attenzione.
Ecco perché Samira aveva parlato tanto, per dare loro tempo.
Mirai Talia, l'avevo vista allenarsi al campo ed era stato spaventoso.
Usava un'enorme lancia, che si camuffava come una bomboletta spray e quel suo terrificante scudo.
Era una replica di quello di suo padre Zeus, l'egida era un dono di Atena al suo Re.
Lo scudo aveva la testa di Medusa scolpita nel bronzo, magari non trasformava in pietra ma c'era qualcosa che in fondeva paura.
Persino Thorn trasalì quando lei gridò: <<Per Zeus!>>
Si attaccarono subito, rapidi e furiosi.
Thorn si muoveva troppo in fretta e forse per questo l'incantesimo che lo teneva in forma umana stava sparendo. Aveva delle zampe arancioni e una coda coriacea, da scorpione.
Quando Talia cadde, Cassian tornò all'attacco con Grover.
Non che Grover combattesse sul serio, stava suonando con il suo flauto e in pochi attimi spuntò dell'erba in mezzo alla nave e poi gli arbusti lanciarono le radici come corde per imprigionare il mostro.
Ma Thorn si infuriò, iniziò a trasformarsi col corpo di un leone gigantesco.
<<Figlio di Gea!>>imprecò Sam, e sì, era un insulto per lei <<È una schifosa manticora!>>
Annabeth divenne visibile, facendo urlare Bianca dallo spavento. Nico tremò<<Ha tremila punti di attacco più cinquemila di munizioni>>
Non avevamo idea di che stesse parlando e poi ero preoccupato per Grover. Cassian si allontanò quando le radici si distrussero e la coda colpì il mio amico, che cadde ad un metro da noi.
<<Arrendetevi!>>
<<Mai!>>gridò Talia, ancora in piedi.
Per un attimo pensai che avrebbe trafitto il mostro ma il rumore di tuono e un lampo di luce ci sorpreso alle spalle.
L'elicottero militare sbucò dalla Foschia, as un passo dal bordo della scogliera.
L'equipaggio doveva essere mortale, ma che ci facevano lì?
I fari accecarono Talia e d'istinto balzai in piedi, seguito da Annabeth con le nostre armi.
Aggredì il mostro a destra mentre la bionda copriva Talia. Era un combattimento quasi per niente alla pari, lui era antico e furbo, non ci mise molto a farmi volare contro le ragazze.
Il dolore che mi colpì alla schiena non fu niente rispetto a quello di Annabeth, su cui ero caduto.
Eravamo a terra, alla merce di Thorn ma quando alzò la coda, la sua mira sbagliò prendendo un'albero.
<<Lascia stare i miei amici>> ringhiò.
Samira era in piedi, pallidissima, con una mano tesa mentre l'altra era stretta al petto.
Aveva usato la magia per farlo sbagliare, ma non era in grado di usare tutto il suo potere col veleno in circolo.
<<Sam!>> gridai.
Che cretino! L'avevo lasciata da sola con i due fratelli.
Lei barcollò ancora ma il suo viso era indomito, senza paura. Non avrei potuto fare niente per farle cambiare idea.
Cassian le atterrò vicino, gracchiando qualche minaccia.
<<Sei troppo debole, ragazzina>>
<<Al contrario di te, so passare sopra il dolore>>
Anche se avessi corso, non sarei riuscita a raggiungerla prima dell'aculeo.
Il panico divenne terrore. L'avrebbe ammazzata e a lei non sembrò importare.
<<Forza>>lo spronò<<Uccidimi o inchinati>>
<<Non mi inchinerò mai ad una femmina mezzosangue!>>
<<Risposta sbagliata>>
Le sue dita brillarono ma per qualche motivo pensai che fosse tutta scena, non lo scoprì mai perché ad un tratto ci fu un suono acuto. Un richiamo di caccia, proveniente dal bosco.
<<Non può essere>>
Inizialmente nessuno di noi si mosse, poi qualcosa saettò come un lampo d luna e mostro gridò con una scintillante freccia d'argento sulla spalla.
Thorn scagliò decine di aculei verso il bosco, preso dall'ira ma decine di altre frecce d'argento rispose prontamente all'attacco.
Nessuno, neanche i figli di Apollo al campo, poteva tirare con tanta precisione da spezzare gli aculei.
Poi gli arcieri spuntarono nella radura, sembravano una decina di ragazze e la più piccola avrà avuto dieci anni e la più grande quattordici, come me.
<<Ecco dov'eri finito>>sentì dire a Sam, stava parlando con Cassian.
Annabeth spalancò la bocca<<Le Cacciatrici!>>
<<Oh fantastico>>commentò Talia.
Non feci in tempo a chiedere spiegazioni, i miei occhi si spostavano da Sam e Grover che coprivano i due semidei e l'elicottero dietro di loro.
E poi una delle arciere più grandi fece un passo avanti, con l'arco teso. Era alta, con la pelle ambrata e a differenza delle altre aveva un cerchietto d'argento intrecciato, ricordava una principessa persiana.
<<Ho il permesso di uccidere, mia signora?>>
Non riuscì a capire a chi si rivolgesse, perché aveva gli occhi fissi sulla manticora.
<<Non è giusto! È un'interferenza diretta, contro le Antiche Leggi>>
<<Non direi>>replicò un'altra ragazza, di qualche anno in meno di me. Per essere così piccola sembrava molto seria.<<La caccia di tutte le bestie selvatiche rientra nella mia sfera. E tu, orrenda creatura, sei una besta selvatica. Zoe, permesso accordata>>
<<Se non posso averli da vivi, li avrò da morti!>>
Ma non si gettò su di me o Talia, né sui fratelli.
Puntò dritto a Samira.
Feci per lanciarmi verso di lei ma Annabeth fu più veloce<<Sam!>>
Un attimo prima la castana tendeva le mani per fare qualche magia e l'attimo dopo Annabeth saltò sulla schiena del mostro, deviandolo dalla sua migliore amica.
Gli conficcò il coltello nella criniera e quello ululò.
<<Fuoco!>>gridò Zoe.
Samira lanciò un urlo di terrore <<NO!>>
Ma le Cacciatrici scoccarono le frecce, la prima colpì la manticora sul collo, un'altra al petto facendolo cadere. Annabeth era ancora illesa ma non riusciva a togliere la lama dalla bestia, aveva un'espressione spaventata, come se fosse bloccata.
"Salta", volli dirgli ma solo dopo mi resi conto che la coda del mostro era attorcigliata sulle sue gambe.
Samira se n'era accorta prima di me.
<<Questa non è la fine! La pagherete!>>
E prima che chiunque di noi potesse reagire, la manticora con Annabeth in groppa balzò oltre la scogliera, piombando nell'oscurità.
<<ANNABETH!>>gridò Sam.
Fu l'ultima cosa sentì prima di sentire il motore dell'elicottero che virava con un snap-snap-snap. Il rumore delle armi da fuoco.
Corsi verso Sam, fu il mio primo pensiero e l'afferrai per la vita proprio quando fece per saltare nello strapiombò per seguire Annabeth.
Cademmo sulla neve e per quanto debole fosse, scalciava come una dannata, come nella baia delle sirene.
Cercai di voltarla, di proteggerla dalle armi ma non arrivò alcun colpo.
<<Ai mortali non è concesso assistere alla mia caccia>>decretò la bambina di prima.
Alzai il viso e la vidi allungare una mano, l'elicottero esplose riducendosi in polvere...no, non in polvere. Sembravano uccelli, corvini che si nascondevano nella notte.
Samira continuava a scalciare, a combattermi in preda agli spasmi.
Mi girai sul fianco per tenerla ferma e trovare il suo sguardo.<<Calmati, Sam>>
I suoi occhi erano rossi e gonfi, non sapevo se per il veleno o perché stava per scoppiare a piangere.
Le tirai indietro i capelli<<Annie, Annie.>>
<<Tu>>sentì dire.
Zoe stava fissando Talia, si conoscevano? <<Zoe Nightshade. Tempismo perfetto, come al solito>>
<<Cinque mezzosangue e un satiro, mia signora>>
<<Sì>>disse la più piccola, avvicinandosi e i suoi occhi erano puntati su noi due<<Lo vedo, ragazzi del campo di Chirone>>
Samira tossì, tornai a guardarla e osservai la ferita. Il taglio avevano uno strano colore argento, non sapevo se fosse il veleno o qualcos'altro.
Restò sdraiata a terra, mi inginocchiai.
Non sapevo dire cosa provassi. Annabeth era stata rapita e Samira era ferita, era colpa mia.
Era tutta colpa mia.
<<Samira>>
Lei girò il viso e le spalle, cercò di alzarsi ma io la tenni per il braccio illeso. Avevo paura che svenisse o che saltasse nel burrone.
<<Annabeth>>disse solo<<Annabeth>>
Un'ordine o una supplica, non ero certo.
La bambina si avvicinò più di quanto mi piacesse, mentre le altre ragazze le coprivano le spalle. Tutte avevano gli occhi su Sam, ebbi l'istinto di tenerla stretta a me e non combatté quando l'appoggiai al mio petto.
<<Non posso aiutarla>>
<<Allora lascia che lo faccia io>> rispose Samira.
Non capivo nulla di quella conversazione, capì che non ero io a trattenerla dall'alzarsi ma il fatto che fossimo letteralmente circondati.
Cassian non ebbe paura di lanciare versi furiosi, con la zampa sopra la coscia di Sam.
Lo trovavo ironico dato che aveva di fronte una cacciatrice di mostri.
La bambina si avvicinò, ignorando sia me che l'uccello.
Quasi ringhiai quando la sua mano afferrò il mento di Samira, sollevandolo alla luce della luna.
<<Ti ricordavo più educata di così>>
Si conoscevano e dallo sguardo di Grover e Talia, entrambi ne erano sorpresi.
Chi cavolo era questa? E perché Sam si irrigidì, abbassò gli occhi prima di cambiare completamente atteggiamento. Ne rimasi atterrito.
<<Sono cambiate molte cose da allora>>sussurrò Samira.
Lei gli sorrise compiaciuta<<È un piacere rivederti, cugina>>
Cugina?!
<<Annabeth>>ripeté, questa era una di sicuro una richiesta.
<<Non posso aiutarla e tu non sei nelle condizioni di farlo>>
<<Vogliamo vedere?>>la sfidò.
Quando fece per alzarsi, questa volta la imitai ma beccammo entrambi un'ammonimento dalle Cacciatrici. Restammo a terra e io ero furioso.
Non potevamo aiutare Annabeth e Samira era ferita, perché non ci aiutavano? Perché non la guarivano?!
<<Non andrai da nessuna parte>>le rispose. Come si permetteva di parlarle così?
<<Ma chi credi di essere?>> sbottai.<<Lasciateci andare!>>
Zoe fece un passo in avanti<<Come osi, maschio...>>
<<No>>disse la bambina<<Non è irriverenza. È solo protettivo, non comprende>>
Quando mi guardò negli occhi notai una leggerissima somiglianza con Sam, qualcosa di divino e notturno, selvaggio. La luna, entrambe avevano quello splendore argenteo.
<<Io sono Artemide>>disse<<Dea della caccia>>
✶ ANGOLO AUTRICE ✶
Ciao, semidei!
BUON HALLOWEEN!!!! 🎃
IL MIO REGALO PER VOI OGGI SONO DUE CAPITOLI!!!!
Quindi ecco qui, abbiamo sicuramente un Percy molto nuovo, molto PROTETTIVO (adoro questa sua versione) e che in questo atto scoprirà finalmente cosa vuole. Adoro come è uscito questo libro, con un tocco molto più consapevole e romantico, è stato inaspettato scriverlo in questo modo ma ne sono piuttosto fiera.
Al momento sto scrivendo l'ATTO IV, sarà intenso.
In ogni caso, abbiamo finalmente conosciuto ARTEMIDE ma tranquilli, sta per arrivare un altro dio impossibile da non amare.
Non so se siete pronti!
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Un abbraccio, ci vediamo al Campo Mezzosangue!
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