CAPITOLO 26
MI IMBUCO AD UN MATRIMONIO
➶☽ Samira ☾➴
Trovavo ironico che un ciclope malvagio vivesse in un paradiso tropicale, perché lui sì e io no?
Quel posto era persino più magnifico dell'isola di Circe, splendeva di abbondanza e pace.
Era il classico luogo dei Caraibi, prati verdi, alberi di frutti, spiagge bianche e un'odore dolce.
<<Il Vello>>
Non sapevo come facessi a saperlo. Nel senso, la magia pura aveva un profumo specifico, ma di quel tipo non l'avevo mai sentita.
Non potevamo vederlo ma potevo percepirlo, probabilmente come qualsiasi satiro.
Feci un respiro di sollievo, avremmo salvato Talia e il Campo Mezzosangue.
Nulla contava di più.
L'unico segno in netto contrasto con quella bellezza era un ponte di liane sospeso sopra un abisso, che forse non era proprio un bel segno.
<<Se lo portiamo via, l'isola morirà?>> domandò Percy, a nessuno in particolare.
Lasciai che fosse Annabeth a parlare<<Appassirà un po'. Tornerà com'era un tempo>>
Non sapevo come comportarmi.
Mi sentivo a disagio, in imbarazzo ed era una cosa che odiavo profondamente.
Ero grata che Percy facesse finta di niente, come me.
Vedere la distruzione del campo, tutti coloro che erano importanti per me, mi aveva fatto perdere completamente la testa.
Dolore, disperazione, angoscia e rabbia. Tanta rabbia.
Avevo provato qualsiasi tipo di emozione ma la rabbia mi aveva fatto cedere alle parole di Percy. Avevo preferito torturarmi per un anno, su Luke, su mio padre piuttosto che sentirmi davvero tradita da loro. Piuttosto che arrabbiarmi.
Mi ero detta che era tutta colpa mia se mia madre non era venuta a vedermi sull'Olimpo, se Luke si era così tanto infuriato con gli dei, se mio padre aveva perso ogni ricordo.
Le braccia di Percy mi avevano, in qualche modo, tenuta insieme.
La porta nella mia mente aveva cigolato davanti a quelle immagini, al terrore di annegare ma piangere aveva placato il mio potere.
Così ero andata nella cabina di Barbanera ed ero svenuta sulla branda, bagnata e avevo appena percepito Annabeth mettermi una coperta e chiedermi se ero sveglia.
Avrei potuto aprire gli occhi, combattere il sonno ma non ero pronta per sapere cosa volesse.
Non quando Cas se l'era presa a morte con lei, dandole la colpa per aver voluto ascoltare le sirene.
Quando Percy era venuto a svegliarmi, poi, era caduto a terra perché Cas gli aveva gracchiato addosso, meglio non dire cosa, e lui mi aveva avvisato che eravamo arrivati ed era scappato.
Alla fine, un po' a disagio e dubbiosa, mi ero vestita con una canotta fucsia, dei lunghi jeans blu chiari e le mie iconiche scarpe.
La piega fantastica di Circe era sparita, colpa di quelle sirene e mi ero limitata a due trecce all'indietro, che prendevano solo le ciocche più fastidiose.
<<Mi dispiace un po' rovinare questo posto>>commentò.
<<Già>>disse Annabeth, poi si girò verso di me, con una smorfia indagatrice<<E tu?>>
Se le sirene mi avevano fatto capire qualcosa erano le mie priorità.
<<Se questo significa salvare il campo, Talia e ridare il posto a Chirone, farò a pezzi io stessa a questa isola>>
Non avevo dubbi, non più almeno.
Entrambi sussultarono e Cassian aprì le ali <<Sì, brava la mia ragazza>>
Mi ero praticamente abituata ad averlo nella mia testa, anche prima di tuffarmi nella baia delle sirene, aveva cercato di parlarmi. Il mio desiderio però aveva eclissato tutto il resto.
Non aggiunsi altro mentre prendevo lo zaino e aspettavo che la nave, sotto gli ordini di Jackson, sbarcasse.
Ma nel farlo notai che loro stavano fissando qualcosa, erano pecore?
<<Oh deliziose>>gracchiò Cas.
Nel prato davanti al dirupo pascolavano diverse pecore, grandi quanto ippopotami. Poco dopo il gregge bizzarro c'era un sentiero che saliva sulla collina, dove c'era una grossa quercia e qualcosa di dorato scintillava in mezzo ai rami.
Oh Dei, ecco il Vello.
<<È troppo facile>>disse Annabeth.<<Dovrebbe esserci un guardiano, un drago>>
Fu allora che un cerbiatto comparve tra i cespugli, una creatura dolce e innocente. All'improvviso le pecore belarono all'unisono e si lanciarono sull'animale, che rimasto sorpreso cadde a terra, mentre spariva tra la massa di pelo.
Percy spalancò la bocca quando le pecore si spostarono, mostrando un un mucchietto di ossa e sangue.
<<Addio Bambi>>aggiunsi.
<<Sono come piranha>>
<<Piranha pelosi>>commentò Percy<<Come facciamo...>>
<<Li mangio io>>
Mi voltai<<Non ci pensare proprio. Sarebbero loro a mangiare te!>>
<<Ho ucciso semidei per offese meno gravi di questa>>
Alzai gli occhi al cielo e quando li abbassai, per gli dei, vidi l'ultima cosa che mi aspettavo. <<Guardate!>>
In fondo alla spiaggia, poco al di sotto del prato, c'era una piccola imbarcazione e tutti l'avevamo già vista. Era la seconda scialuppa della CSS Birmingham.
<<Clarisse>>commentò Jackson.
Non potei fare a meno di sorridere e loro lo notarono. Non eravamo soli! Polifemo poteva mangiarsi gli zombie, era un vantaggio e forse...forse era una follia ma sperai che Tyson fosse ancora vivo.
Percy ordinò alla nave di ormeggiare dietro l'isola, dove le scogliere si ergevano per una sessantina di metri. Così era più nascosta.
<<Preferivo le pecore carnivore>>dissi, quando vidi la parete da scalarare.
Avevamo deciso che Grover aveva la priorità, saremmo tornati al Vello dopo averlo salvato.
<<Prime le signore>>sorrise Jackson.
Gli rifilai uno sguardo di fuoco e poi gli feci la linguaccia, lui rise e questo mi calmò sul fatto che non ci fosse imbarazzo tra di noi.
Annabeth era la scalatrice migliore tra di noi, salì senza guardarsi indietro.
<<Cas? Un aiutino?>>
<<Non sono abbastanza forte per mangiare quelle pecore, quindi non lo sono neanche per sollevarti e portarti in cima>>
Pensai di trasformarlo in una cimice per quanto mi stava irritando ed io odiavo le cimici.
Alla fine, sotto lo sguardo di Jackson, iniziai ad arrampicarmi sperando di non farmi ammazzare o di rompermi un'unghia.
I primi metri furono sopportabili ma dopo rischiammo tutti di morire sei o sette volte, io di più di loro. Erano cinquanta metri, ogni cosa poteva andare storta.
Ad un tratto Annabeth prese una roccia che si sgretolò sotto la sua scarpa da ginnastica ma per fortuna trovò dove appoggiarlo.
Sopra la mia testa!
<<AHIA>>
Lei non si scusò<<Non dire che un po' non te lo meriti>>
<<Scusami?>>sbottai.
<<Ragazze...>>ansimò Jackson, sotto di noi.
<<C'è qualcosa che devi dirmi?>>
Spinsi via il suo piede dalla mia testa, appoggiandolo altrove<<Non è esattamente il momento>>
<<Non lo è mai e dato che potremmo essere spappolate da un ciclope, vorrei sapere se avrò un trattamento speciale agli inferi>>mormorò, la guardai confusa<<Se siamo davvero amiche>>
<<Da quanto dici cose così stupide? Certo che siamo amiche>>
Onestamente, l'avrei spinta giù in quel momento. Come faceva a parlare? I miei polmoni stavano facendo i bagagli, pronti ad andarsene, tutti i muscoli mi stavano insultando.
Ero una semidea, ma ehi, non significa che mi piacesse fare sport.
Correre, combattere erano cose che ero obbligata a fare, perché per il resto non ero neanche mai salita sulla parete da scalare del campo.
Dei, sì, odiavo fare sport.
<<Allora provalo>>
<<Ora?!>>domandò Percy, secondo me stava per vomitare.
<<Concordo con lui.>>mi tremarono le braccia<<Sto per sputare un polmone>>
<<Meglio, non hai il tempo di mentire>>
Lei non era neanche sudata! Mancavano ancora diversi metri e Annabeth non si arrendeva mai, maledetta figlia di Atena.
<<Vuoi sapere delle cose che nessuno sa di me?>>domandai, appoggiando la testa sulla pietra<<<Okay! Be'...odio le fragole>>
<<Ma se mangi lo yogurt alla fragola!>>
<<Ti assicuro che non hanno affatto lo stesso sapore!>>sbuffai, salì ancora, riuscendo a mettermi di fianco a lei.<<Odio il verde>>
<<Perché?>>
<<Perché mi irrita. Mi irritano anche le persone dai capelli rossi, dopo che un'empusa ha cercato di annegarmi>>spiegai<<Ehm...sono mancina perché quando ero molto piccola e dovevo imparare a scrivere alla scuola materna dovetti tenere il gesso per due mesi. Me l'ero rotta pattinando sul ghiaccio con mio padre.>>
Si fermò, girandosi<<Oh>>
<<Ho scoperto di poter evitare di dormire di notte, soprattutto con la mezzaluna perché mi tiene sveglia, sono più iperattiva del solito ma appena sorge il sole sono a pezzi. Ecco perché mi piace il caffè, gli Oreo al caffè. Non resto mai al campo per il mio compleanno perché mio padre vuole festeggiare con me>>commentai<<Ti basta? Vuoi sapere altro? Perché ti giuro, se rifai una cosa del genere in una situazione del genere, ti prendo a schiaffi e ti trasformo in una civetta>>
Percy fece un brutto verso nasale, ridendo di gusto e avrei riso pure io se la testa non mi stesse girando. Ero su una giostra.
Annabeth fece un sorriso, credo <<Ricevuto. Per adesso...mi basta>>
Imprecai e la guardai salire con invidia. Dovevo iniziare a fare attività fisica...ma chi prendo in giro? Non lo avrei mai fatto.
Restai ferma un attimo di troppo, lei era a tre metri sopra di me e mi mossi troppo velocemente, non vidi che avevo messo un piede su un pezzo di muschio viscido.
Non urlai neanche, perché non feci in tempo a scivolare.
<<Sam, ehi>>
Mi girai appena, Percy aveva un braccio agganciato alla mia schiena e il suo corpo che teneva fermo il mio. Dei, era stato sorprendentemente veloce.
Eravamo entrambi paonazzi, ma a quanto pare io me la cavavo peggio di lui.
<<Scusa, faccio schifo nelle rampicate>>ansimai<<E non dire che finalmente hai scoperto una cosa in cui sono pessima>>
<<Non lo stavo per dire>>sorrise ironico.<<Manca poco, puoi farcela>>
Gli avrei risposto, un anno prima, che sapevo benissimo di riuscirci ma annuì soltanto mentre il suo braccio mi lasciava andare. Mi sentì strana, come se fossi sollevata che fosse stato lui ad aiutarmi, non credo che lo avrei permesso ad altri.
<<Grazie>>dissi, mordendomi il labbro. E forse non intendevo solo per avermi presa.
Sbatté gli occhi, sorpreso<<Non ti lascerei mai cadere>>
Dei santissimi, che imbarazzo.
Mi alzai sulle punte, senza aggiungere altro e salì, decisa e imprecando mentalmente finché non scorsi la mano di Annabeth, che era in cima e la afferrai.
Mi tirò a sé mentre mi issavo su per lo strapiombo e gli caddi quasi addosso.
Percy, aiutato dalla bionda, crollò di fianco a me.
<<Non scalerò mai più un muro in tutta la mia vita>>promisi.
Cassian atterrò <<Che mezza calzetta>>
Trovai improvvisamente la forza per girarmi e afferrarlo, ci sarei riuscita se non avesse avuto le ali<<Se ti prendo...>>
<<SHHH!>>sbottò Annabeth.
Percy, a pancia in giù, mi indicò una sporgenza, sotto di noi. Qualcuno stava parlando, dovemmo strisciare per sentire meglio finché non arrivammo all'ingresso della caverna.
Clarisse era legata e appesa a testa in giù davanti a Polifemo e a Grover.
Era vestito con un abito da sposa, avrei voluto fargli una foto e incorniciarla.
Polifemo, invece, era peggio di quanto immaginassi e di certo non aiutava il modo in cui era vestito da sposo, con un rozzo gonnellino e una mantella ricavata da un'infinità di smoking celesti.
<<Io sono una figlia di Ares, una ragazza e adesso slegami, così ti strappo le braccia!>>
<<Mi stacchi le braccia>>ripeté Polifemo.
<<E poi te le faccio inghiottire!>>
<<Hai fegato>>
Inclinai la testa, per non ridere ma era vero. Clarisse aveva un certo stile e indossava ancora la bandana rosa, stretta al braccio. Ares non l'avrebbe aiutata ma io sì.
<<Dimmi, sposa, ce la pappiamo subito questa o..>>
<<Sposa?>>domandò Clarisse.<<Quale sposa? Quello è Grover, il satiro>>
Annabeth si sbatté le mani in faccia, come faceva quando qualcuno faceva qualcosa di stupido o sbagliato.
Percy divenne rosso per il panico. Polifemo, un po' accecato, passò lo sguardo da Grover a Clarisse.
<<Deve essere impazzita, a testa in giù il sangue fa brutti scherzi, caro>>mormorò Grover.
<<Satiro? Hai portato un satiro? Sono molto buoni!>>
<<Lui è il satiro, vestito da sposa!>>
Percy sembrò pronto a lasciarla morire in quel momento, un po' lo capì. Povero Grover, tremò mentre il ciclope si avvicinava e lo fissava, poi gli strappò il vestito <<TU NON SEI UNA CICLOPE!>>
<<Ti prego, non mangiarmi crudo! Conosco una buonissima ricetta>>
Si fermò <<Quale ricetta?>>
Oh per Atena, quello era davvero scemo.
<<Sono buonissimo a fuoco lento, con salsa di mango>>
Neanche il mango mi piaceva, però capì la sua idea. Polifemo sembrò essere abbastanza stupido da pensare alla sua offerta<<Stasera si farà il matrimonio e mangeremo satiro come portata principale!>>
<<Ma ti sposi lo stesso?>>domandò Grover.
Prima che potessimo capire, Polifemo afferrò e staccò Clarisse dalla corda e la lanciò insieme a Grover nelle profondità della caverna.
Poi il mostro fischiò e vedemmo delle capre, più piccole di quelle cannibali, che sfilavano davanti al loro padrone, in attesa di essere portata a pascolare.
Restai sbigottita, soprattutto quanto Polifemo spostò una roccia gigantesca davanti alla porta.
Eravamo chiusi fuori.
☽ ♆ ☾
Provammo a spostare la roccia per due ore, avevo le mani che urlavano vendetta e onestamente mi arresi prima di loro. Dovevamo aspettare Polifemo, non c'era altra scelta.
<<Non puoi usare i tuoi poteri?>>mi chiese Percy.<<La telecinesi?>>
<<È troppo pesante, non ci riesco>>
Non ero così forte. Annabeth sbuffò<<Dobbiamo usare l'inganno>>
<<Sì, l'avevo detto anch'io cinquanta minuti fa>>commentai.
<<Be', quale sarebbe la tua idea?>> mi chiese.
<<Ci serve un diversivo. Posso usare la Foschia per illudere Polifemo ma uno di noi deve restare per distrarlo mentre gli altri entrano a prendere Grover e Clarisse>>
<<Lo farò io>>
La fissai, non mi piaceva <<Perché tu?>>
<<Perché io ho il cappello di mia madre e poi sono figlia di Atena. Se qualcuno deve batterlo in fatto d'intelligenza, devo essere io>>
Mi fidavo di lei, sapevo che ne era in grado ma lasciarla sola con un ciclope mi metteva i brividi dopo le sue esperienze passate.
Percy non obiettò, mancava poco al tramonto e Polifemo stava per tornare.
Mi alzai, il dolore per la rampicata era svanito, anche se avevo una gran fame.
Annabeth mise il cappellino, dopo averci fatto l'occhiolino.
Io guardai Percy, offrendogli il palmo della mia mano, lui annuì, titubante e l'afferrò.
Mi concentrai sulla foschia, l'aria che respiravo e di cui ero fatta, che non mi lasciava mai e la diffusi intorno a me e Jackson, finché non sentì il medesimo sussultare.
La mia idea non era essere invisibili ma fonderci con l'ambiente, se ci spostavamo sembravamo rocce, sennò pecore. Eravamo qualsiasi cosa servisse.
Guardandoci l'un l'altro, potevamo vedere il nostro aspetto o almeno io potevo.
Ed eccolo.
Mi sarei imbucata ad un matrimonio.
Polifemo aprì il masso, ma sembrava avere fretta di chiudere e godersi la sua festa, onestamente non volevo correre per poi morire schiacciata.
<<Ehi! Brutto muso!>>urlò Annabeth, da qualche parte.
Il ciclope si girò, guardando in girò<<Chi ha parlato?>>
<<Nessuno!>>
"Oh divina Atena!" pensai, "sua figlia è proprio un genio."
Ulisse aveva fatto la stessa cosa.
Lui si spostò dall'entrata e ringhiò<<Mi ricordo di te! Vieni e lasciati ammazzare!>>
<<Non puoi uccidere Nessuno, zoticone! Prima dovresti prendermi>>
Lui scattò in avanti, cercando di raggiungere la collina da dove veniva la voce femminile. Sì, era proprio un'idiota e io tirai con me Percy, correndo dentro la grotta.
Mollai la presa sulla foschia e lasciai la sua mano, Jackson sapeva dove andare perché aveva fatto diversi sogni e lo seguì.
C'erano tunnel cosparsi di ossa, stanze piene di tappeti di lana, statue di pecore...di sicuro le aveva fatte Medusa.
Ci volle un po' ma trovammo la stanza del telaio : Grover era lì e cercava di slegare Clarisse con un paio di forbicine.
<<È inutile, questa corda sembra fatta d'acciaio>>
Sorrisi<<Magari posso fare qualcosa io>>
I due si voltarono verso di noi, gli occhi sgranati<<Non eri saltato in aria, Jackson?!>>
<<Sam è riuscita a salvarmi>>
<<Come al solito>>aggiunsi divertita.
Grover balzò in piedi, tirò un urletto e ci afferrò entrambi, stringendoci così forte che ebbi l'istinto di dargli una ginocchiata. Però ero contenta di vederlo.
<<Percy, mi hai sentito! Sei venuto!>> piangeva di gioia.
Scivolai fuori dal suo braccio mentre ridevano<<Sì, certo che sì>>
<<Mmmh>>si schiarì la voce Clarisse.
<<Giusto>>le dissi, inginocchiandomi<<Faccio io>>
Lei mi fissò mentre sollevavo una mano, le mie dita disegnarono dei movimenti precisi e la corda si allentò fino a liberarla completamente. Clarisse passò gli occhi da me ai lacci, era raro vederla sorpresa. <<Grazie>>
E più raro era sentirla dire quella parola. <<Figurati>>
<<Sei qui da sola?>>domandò Percy mentre io offrivo una mano alla ragazza per farla alzare.
Lei guardò altrove<<Sì, sono sola. Il mare era troppo agitato, ci siamo ribaltati...>>
Vidi, nello sguardo di Percy, una delusione enorme riguardato a Tyson. Gli avrei detto qualcosa se non fosse stato per un boato che proveniva dai corridoi e poi uno strillo.
Il mio cuore si fermò.
<<Annabeth>>
Mi misi a correre, Percy mi chiamò ma io ero già fuori.
Mi sembrava di vivere la stessa cosa che le sirene mi avevano mostrato, la mia incapacità nel salvare davvero le persone a cui volevo bene.
Ma Annabeth, per lei avrei fatto qualsiasi cosa.
<<Ho preso Nessuno!>>gongolava Polifemo.
Vidi subito Annabeth, a testa in giù e senza cappello, sembrava stordita e aveva un brutto taglio sulla fronte.
Clarisse arrivò dietro di me per prima, mi prese per un gomito <<Va' con Jackson e Grover, la aiuto io...>>
<<Non ci pensare neanche>>le ringhiai contro.
Tirò indietro il viso, come se avesse visto qualcosa di spaventoso e Percy mi fissò nello stesso modo. Grover belò.
<<Cassian>>sussurrai, il suo udito era fenomenale<<Attacca al mio via. Potrai mangiarti tutte le pecore che vuoi>>
La sua risposta arrivò nella mia mente<<Oh siii>>
<<Sam...>>mi chiamò Jackson.
<<Appena la lascia, tu prendila>>gli ordinai.
Sapevo che loro volevano organizzare un piano ma non m'interessava.
Dei, non m'interessava di niente e nessuno, se non della mia amica che sanguinava.
Il panico, la rabbia, il dolore mi diedero alla testa.
Lo avrei fatto a pezzi.
Mi ritrovai ad avanzare, passo dopo passo sentivo una rabbia gelida prendere possesso del mio corpo.
<<Mettila immediatamente giù, stupido barile di letame!>>
Sì, avevo sentito Clarisse dirlo a qualcuno due anni prima. Lui mi fissò confuso<<Tu sei Nessuno?>>
<<No, idiota. Io sono...Qualcuno>>mormorai. <<Nessuno non è niente in confronto a me>>
<<Lui mi hai accecato!>>
<<Io ti strapperò quel tuo brutto occhio>>
<<Sei una ragazza!>>
Lo disse come se fosse un insulto. Annabeth era troppo stordita per reagire, più la guardavo e più mi sentivo fuori di me.
<<Sì, sono una ragazza>> sorrisi malignamente<<E non avresti dovuto fare del male alla mia migliore amica>>
Tirai indietro il braccio, flettendo il torace e poi lo lanciai in avanti, con le dita ben distese mentre un vento solido, nebbioso colpì abbastanza ferocemente Polifemo da farlo indietreggiare, mollò la presa su Annabeth e cadde all'indietro sulle rocce, ruggendo.
<<VAI!>>urlai nella mia mente.
Cassian tirò un urlo affamato e seppi che aveva funzionato, gli avevo risposto attraverso la telepatia.
Non ci pensai più del dovuto mentre controllavo la caduta di Annabeth, finì tra delle macerie e sembrava...perché non si alzava?
Lui le aveva fatto del male.
Non riuscivo a smettere di pensare che dovevo salvarla, da lui, dal mondo.
Percy corse da lei, mentre io tornavo da Polifemo. Dovevo punirlo, dovevo distruggerlo perché era un ostacolo. Ricordai il Vello, dovevo salvare il Campo Mezzosangue, Talia.
La mia magia rispose a quel panico, a quella rabbia, come stessi nuotando verso le sirene.
Grover gridò, lanciando un osso contro il ciclope che si stava alzando.
<<Per Pan!>>
Ovviamente non servì proprio a niente ma Clarisse lanciò la propria lancia, che si conficcò nel piede del mostro, egli urlò.
E in un attimo ero di nuovo al Campo, era notte e Talia correva, io correvo dietro di lei.
Non mi ero mai perdonata per non averla salvata.
Cassian graffiò il muso di Polifemo, cercando di morderlo e le urla si fecero sempre più forti. Percy scosse Annabeth, cercava di attirare la mia attenzione.
Annabeth...Annabeth...
Grover apparve davanti a loro e prese in braccio la ragazza, perché diavolo Percy li lasciò uscire da soli? Perché restare?
Clarisse non smetteva di colpire, prendendo tempo con Cassian e io non sapevo più come controllarmi.
Sfilai uno dei pugnali di Luke, la lama cantò per me mentre mutava creando delle onde.
<<Io sono figlio degli dei!>>
<<Mettiti in fila>>sibilai prima di lanciare, la lama entrò direttamente nel suo occhio. Quando ritirai le dita, il coltello tornò a me con un regalino <<Ti avevo detto che te lo avrei strappato!>>
<<Samira!>>urlava Percy.
Lo ignorai, sentivo il mio potere e non lo temevo, era la prima volta da molto tempo.
La mia pelle era bollente, la Foschia magenta prese a vorticare verso di me mentre usavo ogni scintilla, ogni sentimento represso. Percy aveva detto che era quello a farmi esplodere, dovevo imparare a gestire le mie emozioni.
Ero arrabbiata, bene, me la sarei presa con un ciclope.
Polifemo corse verso di me con le braccia tese e allora la magia si riversò verso di lui, volò direttamente fuori dalla grotta, cadendo giù per la scarpata.
Sapevo che non era morto, era finito sulla collina.
<<Per tutti gli dei>>sibilò Clarisse.
Uscì a grandi falcate mentre Percy veniva alla mia destra, Cassian planò sopra di me.<<Proteggi Annabeth e Grover>>
<<Io devo proteggere te>>
<<Proteggendo loro puoi mangiarti le pecore>>
Gracchiò entusiasta e si tuffò nel vuoto<<Potevi dirlo prima!>>
Tenevo ancora l'enorme occhio sopra il pugnale quando Jackson ci indicò il ponte di liane, ci corremmo tutte e tre sperando di raggiungere Annabeth e Grover, ai piedi della collina del Vello.
Né Clarisse, né Percy mi si avvicinarono troppo o mi toccarono, come se pensassero che fosse pericoloso.
Le liane tremarono e a quel punto capì che dovevamo saltare, imprecai e saltai. Rotolammo tutti sull'erba, raggiungendo Annabeth, distesa.
La raggiunsi barcollando e le guardai il taglio, mi tremavano le labbra.
<<ARRGGG!>>ruggì Polifemo.
Mi voltai vedendo Percy affrontare il ciclope ceco, usò Vortice per ferirlo ai tendini e Clarisse ci coprì come una straordinaria guerriera.
Cassian teneva lontane le pecore carnivore. Però il mostro era troppo enorme, troppo arrabbiato. Certo, ora era completamente cieco ma aveva tutti gli altri sensi più sviluppati.
<<Sam>>mi chiamò Grover.<<Respira, sei..>>
E poi Percy cadde.
Il mio mondo si ridusse a quello, a lui in ginocchio, un taglio sul braccio.
Sangue...sangue...avevo nuotato nel sangue, il Campo Mezzosangue stava per essere distrutto.
Avevamo affrontato cose impossibili, avevamo perso Tyson, avevo perso Luke.
Oh, Luke...mi resi conto in quel momento, che non potevo salvarlo.
Ma Percy sì, Annabeth, quelle persone che contavano su di me, che avevano sperato e imparato a volermi bene, non le avrei lasciate.
L'alone magenta che girava intorno a me, parve venire assorbito dalla mia pelle mentre mi alzavo, scorsi appena le mie vene brillare.
Perché nel momento in cui Polifemo abbassò un pugno, io alzai entrambi le mani e lo trattenni.
Lui ringhiò confuso ma io non provai alcuna fatica.
Farlo con Tyson mi aveva fatto girare la testa, avevo avuto la nausea ma in quel momento vedevo solo una minaccia.
Guidai entrambi i pugnali a librarsi in aria e colpirlo sulle spalle, urlò e barcollò indietro, fu a quel punto che tirai in alto le mani e sussurrai parole antiche in latino.
Finì in ginocchio, davanti a noi.
<<Ma come...>>iniziò Clarisse.
Non poteva vedermi, certo e non m'interessava.
Avrei fatto sì che sentisse tutto quello che avevo provato io.
Gli torsi i polsi, tirandoli indietro e le sue ferite dovettero fargli molto più male per questo. Così alzai la testa e il movimento lo fece cadere all'indietro.
Lui urlò, non per la rabbia ma il dolore.
Camminai verso di lui, issandomi sul suo gonnellino e attraversai il suo petto puzzolente, fino a raggiungere il muso.
Sanguinava ovunque, tra i tagli di Cassian e quello che gli avevo fatto all'occhio.
Non avevo salvato Talia, mi ripetei, non l'avevo salvata da quel ciclope ma non avrei perso Annabeth.
<<Ti prego, noooo!>>mugolò<<Le mie pecorelle hanno bisogno di me>>
<<Temo che tu non abbia più pecorelle. Vedi, Nessuno può fare qualcosa ma Qualcuno può fare tutto.>>
<<Uccidilo, che stai aspettando?>> domandò Clarisse, nervosa.
<<Shhh>>sbuffai<<Voglio giocare.>>
<<Le mie pecore...>>
<<Ho un mostro anch'io. Mi serve e ogni tanto devo dirgli di sì, dopotutto erano delle pecorelle cattive>>ritrassi le mani e i pugnali tornarono nelle mie mani, lui gridò ma io mi tenni ferma, guardando l'occhio<<Potrei guarirti, ridarti l'occhio.>>
Circe aveva ragione. Quello era un mondo, sia mortale che divino, creato per gli uomini e io ne ero disgustata, stufa.
<<Tu...potresti? Ti prego, sì, farò qualsiasi cosa>>
<<Sam, non fidarti di lui! È un ciclope!>>gridò Grover.
Vederlo supplicante mi diede un brivido di piacere, sapevo che era sbagliato, sapevo che era il modo in cui dio si sarebbe sentito.
<< Così vedresti chi sarà ad un ucciderti. Non un'eroe, non un maschio ma una femmina>>mormorai<<Ma forse mi basta che siano gli dei a vedere che è proprio una ragazza a porre fine alla tua leggendaria vita>>
<<No! No!>>
<<Non mi piace quando i miei amici sanguinano.>>ringhiai alzando i pugnali di Luke.<<Ora ti spedisco al Tartaro..>>
<<S-Sam?>>
Annabeth.
Mi voltai senza fiato. Sbatteva gli occhi, mentre Grover le stringeva le spalle, era pallida e continuava a sanguinare. La ferita era grave ma era viva. Non sapevo come gestire quest'informazione.
<<Aspetta>>disse Percy.<<Non devi farlo per forza>>
<<Perché no? È un mostro>>
<<Anche Tyson e tu gli hai detto anche che era tuo amico>>mormorò.
Quella rabbia accecante, quel dolore senza controllo si placò. Annabeth era salva, lo erano tutti e Polifemo era a terra, strisciante sotto di me. Ero stata io a farlo.
<<Uccidilo>>mi disse Cassian<<Così capiranno che dovrebbero temerti, non sei una bambina. Sei la figlia di tua madre>>
La figlia di mia madre?
Mi irrigidì. Non volevo essere come lei e Cassian avrebbe dovuto saperlo meglio di chiunque.
Abbassai i coltelli, avevo detto di voler essere migliore. <<Vogliamo solo il Vello, lasciacelo prendere e non ti disintegrerò>>
<<Sì, sì>>
Qualcosa mi diceva di non fidarmi, che era un vero mostro ma era troppo tardi per ritrattare. Indietreggiai, lasciando la presa che la mia magia aveva e saltai giù, volevo solo correre ad abbracciare Annabeth.
Eppure, Polifemo fece un balzo sul prato.
Oh ma dai!
Ruggì così forte che persino Cassian rinunciò alla sua preda per volarmi incontro. Barcollai, coprendo Grover e Annabeth.
Percy era alla mia sinistra e Clarisse alla mia destra. Maledetto ciclope!
<<Non sarà una stupida femmina a sconfiggermi!>>
Okay, potevo rifarlo. Dovevo, anche se avevo perso un vantaggio.
E poi sentì whoosh sopra la testa, seguito da un pam!
Fissai un sasso grosso quanto una palla che finiva nella gola del mostro, come se avesse fatto goal. Lui tossì, tenendosi la gola come se stesse soffocando.
Ma che diavolo...
Un attimo dopo barcollò all'indietro, allungò una mano verso di noi facendo strani versi, finché si rese conto di essersi spinto troppo verso il ponte e il grande Polifemo precipitò nel baratro.
Percy mi afferrò per una spalla, come se dovessi aggrapparsi e quando mi voltai preoccupai seguì il suo sguardo.
Per tutti gli dei.
<<Polifemo cattivo!>>disse Tyson <<Samira è mia amica!>>
Era vivo.
Oh grazie, Poseidone!
Percy scattò verso la collina, dove il ciclope si trovava e gli saltò addosso per abbracciarlo. Sarei andata anch'io, sollevata e felice, se non fosse che tutto il mio corpo non faceva che muoversi verso Annabeth.
La minaccia non c'era più, eppure tutti i miei sensi erano in allerta, mi sentivo poco lucida.
La presi dalle braccia di Grover, sembrava a malapena cosciente.
<<Annie, sono io. Devi rimanere sveglia>>farfugliai.
Cercai di ricordare gli insegnamenti di Chironema le mie mani tremavano.
<<Il Vello!>>esclamò Percy.<<Tyson, prendilo!>>
Le pecore rimaste erano ancora sotto l'albero, erano abituate solo all'odore di ciclope.
<<Quale?>>
Stavo per mettermi ad urlare che lo avrei ucciso davvero questa volta se non correva a prenderlo per salvare Annabeth. Ma Jackson lo spinse a girarsi e glielo indicò<<Quello, solo tu puoi farlo!>>
<<Sì, carino>>
Tirai indietro i capelli di Annabeth, mi veniva da piangere<<Va tutto bene, Socia. Sono la tua migliore amica, non ti lascerò in pace né da viva né da morta. Ora devi vivere, okay? Prometto di non trasformarti mai in una civetta>>
Non sapevo se mi sentisse ma guardai Tyson staccare il Vello dalla quercia, l'albero divenne subito giallo e l'odore della magia arrivò sino a me.
Ora potevo reclamarlo.
Stava per mettersi a correre quando Percy gridò <<Lanciamelo, non c'è tempo!>>
Tyson tirò indietro il braccio e lo lanciò in aria.
<<Grazie ma ci penso io>>La mia magia era ancora impressa su di me, quindi mi bastò sollevare una mano e sussurrare <<Accipe>>
Essendo un oggetto molto potente e magico, dovetti ricorrere a quella formula e funzionò, volò dritto verso di me, fino a posarsi sulla mia mano. Era più pesante di quanto avessi immaginato, erano almeno una trentina di chili di lana d'oro.
Frettolosamente lo stesi sopra Annabeth, lasciandole il viso esposto.
Percy ci raggiunse col fiatone, si inginocchiò di fianco a me.
C'era una sola cosa che potevo fare.
<<Ti prego>>pregai <<Ti prego, madre. Ti prego, salvala. Pagherò qualsiasi prezzo>>
Per interminabili secondi non respirai e mi parve che tutto il mondo avesse smesso di farlo con me. Non riuscivo ad immaginare la mia vita senza di lei.
La mia testarda, sveglia e arrogante migliore amica. A lei non era mai importato ciò che avevo fatto, mi aveva voluto bene lo stesso.
<<Qualunque? Chi sei tu e che ne hai fatto della mia migliore amica tirchia?>>
Annabeth mi guardava, aveva ripreso colore e il taglio si stava rimarginando mentre una luce dorata prendeva a brillare intorno a lei. Aveva un sorriso debole ma ironico.
Lentamente si mise a sedere e in quel momento le lanciai le braccia al collo, nascosi gli occhi sulla sua spalla per non scoppiare di piangere per la felicità.
Non sapevo dire se era merito del Vello o di mia madre ma pensai intensamente, sperando che bastasse "Grazie".
Forse Circe non mi aveva mentito ma ci avrei pensato in un altro momento, continuai a stringerla.
<<Sono ancora acida e tirchia>>le dissi<<Ma non osare mai più farmi spaventare in questo modo!>>
Lei ridacchiò mentre mi accostavo ma poi sussultò<<Ahia>>
<<Scusa, ti ho fatto male? Dove ti fa male? Fammi vedere e..>>
<<Calmati, Arrow>>disse Clarisse<<Si deve essere rotta qualche costola>>
Presi il vello e glielo sistemai meglio<<Okay, forse ci vuole un po' prima che ti guarisca del tutto. Tienilo stretto>>
<<Siamo lontani dalla nave>>disse Percy.<<Dobbiamo anche sbarazzarci delle pecore, per evitare che non ci vengano dietro per divorarci>>
Tyson cercava ancora di tenerle a bada, ma i miei occhi non si staccavano dal sangue tra i capelli di Annabeth. Se fossimo state in infermeria, l'avrei controllata completamente, da cima a fondo, per assicurarmi che stesse bene. Ma il mio corpo continuava a non lasciarmi tregua, mi sentivo impotente.
<<La prendo io, posso?>>mi domandò Clarisse, allungando le braccia. Voleva prenderla in braccio.
<<Perché lo chiedi a me?>> domandai.
Grover alzò le mani come se si arrendesse<<Perché sembra che faresti in brandelli chiunque la toccasse in questo momento>>
Annabeth cercò di ridere ma tossì, tenendosi le costole. Indietreggiai, cercando di tenere le mani dietro la schiena mentre Clarisse, fisicamente la più forte tra di noi, la sollevò senza farle male.
Una parte di me non sapeva come reagire, le fui grata ma ero anche terrorizzata.
Le guardai andare verso la spiaggia, dovevamo raggiungere la Vendetta della Regina Anna e Grover le corse dietro.
<<Ehi>>
Percy mi prese un polso, fermandomi dall'inseguire Annabeth. Le mie dita tremavano ancora, lui le strinse fra le sue.
Cercò il mio sguardo ma finì per fissargli il braccio<<Sei ferito...oh dei, dobbiamo...>>
<<Non è niente>>mi interruppe<<Samira. Respira>>
Lo fissai sbigottita<<Lo sto facendo!>>
Lui sollevò i miei polsi, per farmeli vedere. Le mie vene brillavano di due colori, l'argento si mischiava ad un rosa acceso.
Per poco non urlai per lo spavento.
<<I tuoi occhi brillano. Respira, Sam. Respira, Annabeth sta bene.>>
Chiusi gli occhi, lui disegnò dei cerchi intorno alla mia voglia e respirai, ancora e ancora. Cercai di allontanare tutte quelle sensazioni, soprattutto quella di modalità attacco.
Stavamo bene, tutti noi.
E ora saremmo tornati al Campo, avremmo salvato Talia e Chirone sarebbe tornato.
Tutto sarebbe tornato come doveva essere, anche se... senza Luke.
<<Ho perso il controllo quando l'ho vista...>>confessai.
<<Non sembrava. Anzi, sembrava che sapessi esattamente cosa stessi facendo>>
Osservai la mia pelle, ero di nuovo in me. Le sue dita però restarono lì.<<Ho visto il modo in cui mi hanno guardato Clarisse e Grover. Non volevo...Percy, sai che non vi farei del male, vero?>>
<<Certo che lo so. E tu?>>
Mirai i suoi occhi, c'era gentilezza in essi, comprensione.
Non avevo una risposta.
Gli feci cenno di muoverci, così andammo verso la spiaggia e non risposi alla sua domanda.
Non sapevo cosa pensare, vedere Annabeth ferita mi aveva fatta completamente perdere la ragione. Avevo ancora i brividi<<Ho pregato mia madre>>
<<Ti ho sentita.>>
<<Mi ero ripromessa di non farlo mai più>>
<<Però ha funzionato. Lei ti ha aiutata.>>
Onestamente avevo speso così tanto tempo della mia vita ad odiarla che non sapevo neppure come provare qualcosa di diverso. <<Non è stato solo per Annabeth>>
<<Cosa?>>
Non ricambiai il suo sguardo, mirai il mare, la schiuma che raggiungeva la sabbia.
<<Non ho perso il controllo solo per lei. È stato anche per te>>
Non aspettai la sua risposta. Dei, ero così confusa e l'unica cosa che poteva farmi sentire meglio era qualcuno che aveva scelto una strada troppo diversa dalla mia.
Entrai in acqua, come a chiedere al mare di prendersi quella malinconia per me.
La schiuma nascose il rosa delle mie scarpe, inzuppandole mentre la Vendetta della Regina Anna doppiava la punta dell'isola sotto ordine di Percy.
Annabeth aveva la testa sulla spalla di Clarisse, quest'ultima mi lanciò un'occhiata e sapevo che era sollevata che non sembrassi....be', qualsiasi cosa sembrassi prima.
<<Arrivo!>>strillò Tyson.
Correva a grandi falcate, rubandomi un sorriso, mi era mancato. <<Non ci seguiranno in acqua, dobbiamo raggiungere la nave a nuoto>>
<<Con Annabeth in questo stato?>> protestai.
<<Possiamo farcela>>rispose Percy fiducioso.
Clarisse entrò nella risacca, il Vello però era pesante e poteva trascinare entrambe giù. Stavo per seguirle quando ebbi una sensazione strana, abbassai gli occhi sulla schiuma fredda e vidi la sabbia tremare.
Un attimo dopo ci fu un ruggito e vedemmo Polifemo.
<<Oh ma dai, davvero?! Questo non muore mai?!>>sbottai.
Era a diversi metri di distanza, pieno di graffi e sangue, era persino più brutto di prima e avanzava verso di noi armato di due massi.
Grover prese Percy per un braccio<<Scappiamo!>>
Eppure l'attenzione del ciclope non era per il Vello, era solo per Tyson. Lui indietreggiò, arrivando di fianco a me.
<<Tu, traditore della tua razza!>>
<<Tyson non è traditore!>>gli rispose lui.<<E tu non sei della mia razza!>>
Grover si tuffò ma Percy no, sfoderò Vortice e venne alla mia destra, bagnandosi.
Polifemo scagliò il primo masso ma Tyson lo scansò con un pugno.
<<Ucciderò anche te, Qualcuno!>>mi chiamò<<Ladra del Vello!>>
<<Ma ti prego, risparmiami le ipocrisie! Tu lo hai rubato per primo, per richiamare i satiri!>>
<<Certo, perché sono buoni!>>
<<Gli stacco la lingua?>>mi domandò Cassian.
Mi girai verso la nave, i tre stavano salendo.<<No, lascialo a me. Copri Annabeth, Clarisse e Grover>>
<<Non appartiene a te! Appartieni ai figli degli dei!>>esclamò Percy.
<<Lo sono anch'io! Padre Poseidone, maledici questi ladri!>>
Mi gira verso Jackson, lui alzò le spalle come se si fosse reso conto della coincidenza<<Be', devi ammettere che la somiglianza c'è>>
<<Grazie>>mi guardò male, poi si rivolse al fratellastro<<Anch'io sono figlio suo, non farà favoritismi!>>
Clarisse si stava sbracciando, cercando di dirci di andare.
Polifemo ringhiò esasperato, non poteva vederci ma ci sentiva fin troppo bene. <<Gli umani sono diversi, sono odiosi, infidi e bugiardi>>
<<In effetti>>sussurrai.<<Ora, posso ucciderlo?>>
Percy allungò la spada, indicandolo<<Accomodati!>>
Mi lanciai in avanti, ancora coi piedi in acqua e la foschia che gli lanciai addosso fu abbastanza forte da stritolarlo, lo stavo tenendo fermo. Lacci rosa si formarono intorno a lui, mentre cantavo una formula e tornai sulla sabbia.
<<No, Samira, no!>>
Tyson si mise davanti a me, mi distrasse e feci una gran fatica a trattenerlo così.<<Sposati>>
<<È cieco. Non è abbastanza?>> chiese.
<<Vuole uccidere tutti noi!>>strinsi i denti.<<Percy, portalo sulla nave>>
Non venne in mio soccorso, Jackson si mise davanti a me e le mie dita si contorsero. Non avevo finito l'incantesimo e quindi non l'avrei trattenuto per molto, non così almeno.
<<Andate! Hai già perso tuo fratello una volta, non farlo ancora>>
<<Sei proprio scema allora!>>sbottò.
Spalancai la bocca la sorpresa ma non fu niente come l'urlo che tirai quando Percy si piegò, caricandomi con forza su una spalla.
Non feci in tempo a fare niente, le mie mani caddero sulla sua schiena interrompendo il flusso della foschia, Polifemo ringhiò e cadde con la faccia nella sabbia.
Noi eravamo giù dentro la risacca, Tyson nuotava velocissimo e Percy mi teneva ancora mentre la corrente lo aiutavo a spingersi verso la nave.
Polifemo si rialzò, cercandoci e gridando.
Dei, potevo ucciderlo! Per Annabeth...
<<Perseus Jackson!>>strillai, colpendolo sulla schiena <<Lasciami andare!>>
Ma lui non lo fece.
In acqua era un principe, era il suo elemento e non potevo farci proprio nulla.
Cassian se la stava ridendo, quel traditore. Quando arrivammo alla nave ebbi una pessima sensazione, ucciderlo avrebbe risolto tutto.
Tyson saltò sopra e a quel punto Percy mi lasciò, girandomi come se fossi una bambola.
Il mio istinto fu spingerlo indietro, lui cadde in acqua con un tonfo e io salì la scaletta.
Clarisse aveva le braccia alzate, sembrava aver vinto le Olimpiadi. Guardò la spiaggia e urlò : <<Tiè! Così impari a cercare di sposarmi, idiota!>>
Mi resi conto un secondo troppo tardi che Polifemo l'aveva sentita. Percy saltò sulla barca come se fosse stato spinto dall'acqua stessa e si gettò su di lei<<Zitta!>>
Ma era troppo tardi.
Polifemo lanciò un altro masso e stavolta colpì e sfondò lo scafo della Vendetta della Regina Anna.
Non avevo mai visto un veliero affondare ma accadde così velocemente, gli alberi crollarono e si inabissarono, spingendo tutto il resto giù.
<<Annabeth!>>gridai.
Le corsi incontro, afferrai il Vello intorno a lei e la strinsi a me prima di tuffarci.
L'acqua non fu brutale come immaginavo, riuscì a farci tornare a galla, mentre lei tossiva per il dolore alle costole.
Mio padre mi aveva detto che quando le navi colano a picco si comportano come come lo scarico di un lavandino, tirano con loro tutto ciò che c'è.
<<Siamo Jack e Rose>>
<<Chi?!>>boccheggiò Annabeth.
Se fossimo sopravvissute le avrei urlato contro che era scioccante che non avesse mai visto Titanic. Ero brava a nuotare, dopotutto era stata cresciuta da un marines.
Grover e Clarisse erano alla mia sinistra, scalciando i rottami quando qualcosa mi toccò la gamba.
<<AH!>>gridai.
Percy mi afferrò una spalla e in quel momento, capì che mi stava tenendo ferma mentre qualcosa emergeva.
Non qualcosa ma un'ippocampo! Sorrisi per il sollievo quando ne vidi altri due.
Tyson stava salendo su Arcobaleno, aiutando Grover.
Annabeth si aggrappò al collo al suo, io l'aiutai allargare le gambe mentre il Vello l'abbracciava.
<<Clarisse, va' con Annabeth>>ordinò Jackson.
<<Cosa? No..>>iniziai.
Non c'era molto tempo, dato che i relitti ci stavano minacciando. Arcobaleno era giù partito e Clarisse saltò dietro Annabeth<<Oh sì, io non vado con Jackson>>
Non potei dire niente mentre nuotavano via.
Percy salì sul suo<<Dai, puoi stare avanti>>
<<Certo che sto davanti!>>sbottai e ignorai la sua mano, salì issandomi.
Mi aggrappai alla criniera, mentre la creatura nuotava rapida e fu lì che udì Polifemo ridere di gusto <<Ho ucciso Nessuno e Qualcuno!>>
Imbecille.
Iniziammo ad allontanarci, Percy cercò di tenersi ovunque tranne che a me, giustamente. Gli avrei dato una gomitata sul naso.
Solcammo il mare e l'isola si ridusse a una puntino sotto le stelle, fino a scomparire.
<<Sei ancora arrabbiata?>>domandò dietro di me.
<<Tu che dici? Avremmo ancora una nave se mi avessi lasciato fare>>
<<Tu volevi che ti lasciassi lì!>>
<<Perché era la cosa più logica da fare e tu hai dato della scema!>>
<<Come se non mi avessi chiamato stronzo solo ieri!>>
<<Non è mica la stessa cosa>>continuai<<Sapevo cosa stavo facendo>>
Usò un tono ironico<<Sì, certo>>
<<Ti ricordo che sono più grande di te>>
<<Di diciassette giorni!>>ribatté.
Gli diedi una gomitata sul fianco e Percy barcollò <<Dai, così cado, Sam!>>
Sbuffai, esausta. Le stelle, la luna che era sorta mi tenevano in forze ma tutta quella magia mi aveva sfiancata.
Così mi girai il viso verso Percy, lui mi fissava con le guance rosse e gli occhi stanchi.
A quel punto allungò una mano lentamente e mi sfilò lo zaino, mettendoselo e si avvicinò un poco con le gambe, per chiuderle fra le mie.
Non disse niente, non servì e io lo lasciai fare.
<<Pensavo che stessi per morire. Fammi ancora una cosa simile e ti giuro che torni ad essere un porcellino d'india>>
Fece un sorriso impertinente, poi mi tirò a sé e le sue braccia mi circondarono la vita.
Profumava di sale marino <<Sì, signora>>
✶ ANGOLO AUTRICE ✶
Benvenuti!
Scusare il super ritardo ma oggi sono stata tutto il giorno in giro a Roma, sono in visita e ho avuto da fare ma ci sono riuscita!
Lo so, è un capitolo molto lungo ma lo preferisco così!
Seguitemi sui social per altre anticipazioni, un bacio!
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