CAPITOLO 20
SONO DECISAMENTE
TROPPO STRESSATA
➶☽ Samira ☾➴
Era la mia prima volta.
La prima volta che partecipavo al falò dopo anni, da quando avevo sei anni.
Le altre volte me stavo nella foresta, ad ascoltare e Luke arrivava sempre alla fine con un mucchio di marshmallow.
Ero un tantino nervosa, l'anno prima nessuno si era seduto a più di due metri da me ma in quel momento nessuno mi aveva lanciato delle occhiatacce.
Percy era alla mia destra, la gamba premuta contro la mia e Annabeth a sinistra.
Dietro di me c'erano Travis e Connor, con tutta la cabina di Ermes. Non era stata una scelta di posti causale, non quando il maggiore mi aveva fatto l'occhiolino.
La casa di Apollo condusse il coro, per tirare tutti su di morale e con me ci riuscirono. Adoravo la musica, da sempre e loro ci davano dentro con la lira e la chitarra.
Percy mi aveva sorriso, sbigottito quando avevo intonato La canzone del sole di Apollo e da lì avevo smesso, lasciando gli altri cantare canzoni come : Laggiù sulle rive dell'Egeo, Questa è la Terra di Minosse.
Però il nervosismo andava e veniva, il fuoco era incantato e si sollevava quando le voci si alzavano. Non riuscivo a smettere di fissarlo da quando, con la prima canzone, aveva cambiato colore in un magenta brillante, con fiamme alte sei metri, erano state così intense da carbonizzare i marshmallows della prima fila.
<<Be', è stato bellissimo!>>commentò Tantalo. <<Allora, alcuni annunci sul programma...>>
Dioniso se n'era andato dieci minuti prima, sbuffando per la noia e Annabeth aveva quasi imprecato, perché sperava nel suo aiuto.
Sbadigliai, dopo l'infermeria ero svenuta sul letto e Cassian mi aveva svegliata per cena, gracchiando come un cretino. Lo avevo quasi spennato per avermi svegliato così.
Improvvisamente Percy mi diede un pizzicotto sul ginocchio, mi girai in tempo vederlo alzarsi
<<Signore>>
Tantalo cambiò espressione, fissandolo come se volesse sapere che sapore avesse<<Il nostro infermiere ha qualcosa da dire?>>
Nessuno rise e il Direttore lo notò, cosa c'era da ridere quando avevamo aiutato altri semidei come noi? Lui sbuffò.
<<Abbiamo un'idea per salvare il campo. >>
<<Ma davvero, be', se ha qualcosa a che fare con le bighe...>>
<<Il Vello d'Oro>>lo interruppe e dei, adorai Percy in quel momento.<<Sappiamo dov'è>>
Annabeth si alzò e io restai seduta, un po' confusa su quella scena da "Capitano, mio Capitano".
Tyson sembrava ignorare tutto quanto, al fianco di Jackson e volevo imitarlo quando la bionda si voltò e mi prese per un gomito.
Travis rise dietro di me e mi diede un calcetto dallo spalto più alto, in due mi spinsero ad alzarmi.
Perché finivo sempre in situazioni imbarazzanti?
Certo, non ero messa male. I tagli si rimarginarono tutti ma avevo ancora qualche livido, uno enorme sul fianco che ad ogni passo mi faceva digrignare i denti.
La mia maglia del Campo era talmente stata stracciata che ne avevo presa una nuova, era così grande avevo dovuta legarla in vita sopra gli shorts neri.
Avevo i capelli stretti in uno chignon alto e bagnato, quindi potevano vedere tutti che si trattava di me.
Percy continuò a parlare, spiattellò il suo sogno su Grover e l'isola di Polifemo e Annabeth parlò del Vello, della sua storia. Io mi limitai ad annuire con la mia maschera di indifferenza, sfidando apertamente Tantalo con lo sguardo. E lui colse quell'invito.
<<Sciocchezze, non abbiamo bisogno di essere salvati>>
<<Che strano>>ribattei sarcastica<<I feriti degli ultimi attacchi al campo potrebbero dissentire>>
Lo sapevo, Chirone mi aveva pregato di non causare problemi a Tantalo, di fare la brava e di stargli lontana, per non farmi notare. Ma dei, quello spirito mi provocava in modo che non potevo ignorare.
Nessuno fiatò, anzi, guardarono Tantalo male per quella frase. Mi sentì meno a disagio.
<<E poi, il Mare dei Mostri? Non mi pare proprio un luogo preciso. Non sapreste neppure dove guardare>>
Percy sorrise appena, quel sorriso impertinente lo conoscevo troppo bene<<Invece sì.>>
Lanciai un'occhiata ad Annabeth, sembrava altrettanto sorpresa. Mi sporsi verso il semidio, sussurrando :<<Davvero?>>
<<Sì>>mi fece l'occhiolino<<30, 31, 75, 12>>
<<Ooo-kay. Grazie per aver condiviso con noi questi numeri senza senso>>
Oh! Grazie, papà, pensai, per avermi annoiato a morte spiegandomi le coordinate nautiche.
<<Non sono numeri senza senso>>ribattei<<Sono coordinate nautiche. Latitudine e longitudine. 30 gradi e 31 primi di latitudine nord, 75 gradi e 12 primi di longitudine ovest. Direi che si trova da qualche parte nell'Atlantico, magari in un posticino chiamato "Triangolo delle Bermuda">>
Jackson mi fissò ma Annabeth mi strinse le mano con fare da maestra orgogliosa<<Sì, esatto. Sono i numeri che ci hanno dato le Sorelle Grigie.>>
Il figlio del Mare sorrise ancora di più. Non dirlo, non dirlo, non dirlo...
<<Ci serve un'impresa>>
Tutti i ragazzi del campo spalancarono la bocca, pieni di entusiasmo. Solo dei ragazzini, mezzi divini e mezzi pazzi, potevano volersi suicidare in un'impresa. Ma funzionava così.
<<CI SERVE UN'IMPRESA!>>urlarono tutti in coro.
<<Aspettate un attimo..>>balbettò Tantalo<<Non è necessario>>
<<CI SERVE UN'IMPRESA>>gridarono i figli di Ares.
<<E va bene!>>sbottò, gli occhi che dardeggiavano di rabbia<<Volete che assegni un'impresa pericolosissima per recuperare il Vello d'Oro a costo della vita, marmocchi?>>
<<SI!>>
Ormai non ci fissano più, quindi mi sedetti immediatamente riprendendo a respirare. Connors si sporse sulla mia spalla, mentre Travis urlava a squarciagola <<Tutto okay, Sam-Sam?>>
<<Sono decisamente troppo stressata>>
<<Affiderò questa impresa al nostro campione, che consulterà l'Oracolo e potrà scegliere due compagni di viaggio! Credo sia ovvio chi sia il nostro campione>>gridò Tantalo.
Percy fremeva d'eccitazione. Connor lo notò e rise, dandomi una pacca<<Pensa a come sarai stressata durante l'impresa>>
<<Ehi...>>
<<Clarisse!>>urlò infine Tantalo.
Mi paralizzai, come tutti gli amici intorno a me. Tantalo guardò Percy, me e Annabeth come se volesse scuoiarci vivi ma sembrava anche divertito mentre elencava tutte le doti di Clarisse, che aveva gli occhi spalancati per la sorpresa.
La casa di Ares esplose di gioia e il fuoco cambiò continuamente colore, come se non capisse l'umore di tutti.
<<Accetto l'impresa!>>
Percy non la prese affatto bene, ahia. <<Aspettate! Grover è mio amico, ha chiamato me!>>
<<La tua occasione l'hai avuta l'anno scorso>>borbottò un figlio di Ares.
<<Vuole solo mettersi in mostra>>disse un altro di loro.
Lo tirai per la maglia, per farlo sedere <<Jackson, shhh.>>
Mi ignorò finché non lo strattonai e cadde all'indietro, Annabeth e i suoi fratelli si sedettero ma urlarono a squarciagola mentre Clarisse si alzava <<Io, Clarrise, figlia di Ares, salverò il campo!>>
<<Perfetto. Mi piace l'idea>> sorrisi.
<<Scherzi?!>>ringhiò Jackson.
<<Facciamoci salvare da qualcun altro>>mormorai<<Dai, solo per stavolta, non potrebbe occuparsene qualcun altro a parte noi?>>
<<No>>
<<Perché no? Clarisse è forte, potrebbe farcela.>>
<<Non è questo il punto>>ribatté Annabeth, guardandomi malissimo.
<<Lo è invece. Perché dobbiamo farlo sempre noi?>> sbuffai.
Mi fissarono entrambi e poi dissero all'unisono <<Samira>>
Mi stavano sgridando? Sul serio?
Non replicai solo perché iniziò una battaglia di marshmallow, tutte le case urlarono contro l'altra. I figli di Atena erano indemoniati come gli uccelli di quella mattina, urlavano contro quelli di Ares, Ermes e Apollo si unirono.
Tantalo si infuriò come mai prima d'oro<<Silenzio, marmocchi! Seduti!>>
Si fermarono tutti e per un attimo, solo un attimo, lo ringraziai. Percy e Annabeth continuavano a lanciarmi occhiatacce, così tirai su le ginocchia al petto e appoggiai la schiena sul gradino dietro di me, dove Travis e Connor mi aveva fatto posto.
Era un riflesso, una cosa che facevano quando ero più piccola.
<<Vi racconterò una piccola storia dell'orrore>>
Sbuffai quando Connor si sporse<<Hai ancora paura delle storie dell'orrore?>>
<<Puoi giurarci e sono figlia di Ecate, è un controsenso...lo so>>
Risero entrambi, teoricamente dovevo essere una ragazza super dark, con una passione per gli zombie ma odiavo gli zombie, avevo visto un film una volta e da allora neanche Brad Pitt aveva aiutato. Però ascoltai, solo per curiosità.
<<C'era una volta un re mortale che era amato dagli dei!>>
<<Sta parlando di sé>>bofonchiai.<<E non era poi così tanto amato>>
Percy si girò a guardarmi, meno arrabbiato e ricambiai quando Tantalo continuò con fierezza<<Questo re aveva perfino il permesso di banchettare sull'Olimpo. Ma quando cercò rispostare un po' di nettare e ambrosia sulla Terra per studiarne la ricetta - era solo un sacchettino, badate - gli dei lo punirono. Lo bandirono dalla loro dimora per l'eternità. Il suo stesso popolo lo derise e i suoi figli lo rimproverarono! Oh sì, miei cari, aveva dei figli orribili, erano ragazzi come voi.>>
<<Sta indicando noi?>>sussurrò Annabeth.
<<Psicopatico>>mi limitai a dire. Sapevo bene come andava a finire quella storia.
<<Sapete cosa fece a quei figli ingrati? Sapete come ripagò gli dei per la loro punizione crudele? Li invitò ad un banchetto nel suo palazzo, per dimostrare di non portare rancore. Nessuno notò l'assenza dei suoi figli e quando servì la cena agli dei, miei cari, indovinate cosa c'era nello stufato>>
Nessuno respirò, Percy impallidì e Annabeth abbassò lo sguardo.
Qualcuno mi sentì quando dissi : <<I suoi figli>>
Tantalo mi sentì di certo, puntò gli occhi su di me mentre continuò<<Gli dei lo punirono nell'oltretomba, senz'altro. Ma lui ebbe il suo momento di soddisfazione, non è vero? I suoi figli non osarono più rispondergli né mettere in dubbio la sua autorità. E sapete una cosa? Corre voce che lo spirito di quel re adesso dimori proprio in questo campo, in attesa dell'occasione giusta per vendicarsi dei ragazzi ribelli e ingrati. Quindi c'è qualcuno che ha qualche lamentala da riferirmi?>>
Stava letteralmente parlando con me.
Chirone aveva ragione, era curioso su di me ma anche furibondo. Non esistevano figli di Ade su cui vendicarsi ma mia madre, che era la socia del Signore dei Morti, aveva me.
Chiusi i pugni, sentì il potere avvertire quella minaccia, sfiorarmi le dita in una supplica.
<<Sam>>bisbigliò Annabeth.<<Non ascoltare quel tuo istinto>>
<<Quale mio istinto?>>chiesi, i miei occhi restarono sul re.
<<Gli spiriti, i morti, sono legati al potere di tua madre. Al tuo. Ti senti in dovere di prendere la sua anima, di rispedirlo agli inferi>>
<<Quello è il suo posto.>>ringhiai.
Percy mi afferrò la mano, stringendo le dita sulle mie con forza. Erano fresche, come il mare in inverno e i suoi occhi celesti coprirono la mia visuale su Tantalo, il nemico, lo spirito che dovevo punire.
Minacciava il campo, i miei amici. Aveva sostituito il mio maestro.
Volevo farlo a pezzi, volevo strappare i tessuti della sua anima e darlo in pasto a Cerbero.
<<Non è lui a controllare te, sei tu a controllare chi sei>>mormorò con voce decisa.
Restai a guardarlo, il mio cuore rallentò e il calore smise di bruciarmi dall'interno.
Io non ero Ecate, non era mio dovere svolgere il suo lavoro e riprendere l'anima di Tantalo se gli dei l'avevano lasciato andare.
No, dovevo concentrarmi su di me, sulla nuova me.
Annuì lentamente e Percy sorrise appena ma sapevo che si stava controllando, che furioso.
<<Bene. L'Oracolo, mia cara, va>>ordinò il direttore.
Mi girai, beccando lo sguardo di Clarisse su di me. Non voleva essere la cocca di Tantalo e forse non era certa che spettasse a lei quell'impresa, per quanto onore e gloria avrebbe preso.
<<Signore...>>
<<Va!>>ringhiò prepotentemente.
Lei si inchinò appena e partì spedita verso la Casa Grande.
Non restai a guardarla, tornai a osservare la mano di Percy, che non lasciava la mia. Pensai di dirgli che stavo meglio, per mollare la presa ma per qualche motivo non lo feci.
<<Bene. Hai altro da dire, Percy Jackson?>>chiese il vero mostro ma lui non aprì bocca<<Bene. Sarà meglio ricordarlo a tutti : nessuno lascia questo campo senza il mio permesso. Chiunque ci provi...ebbene, ammesso che sopravviva al tentativo, sarà espulso per sempre. Ma non si arriverà a tanto. Le arpie rinforzeranno il coprifuoco da ora in poi, e sono sempre affamate. Buona notte, miei cari ragazzi. Sogni d'oro>>
Con gesto della sua mano il fuoco si spense, lasciando nel buio sotto il cielo stellato.
Lui se ne andò, con quella sua rabbia maligna e un attimo dopo tutti lo seguirono, i fratelli Stoll mi salutarono con qualche pacca prima di richiamare la loro casa.
Io non avevo nessuno di cui occuparmi, nessun vero fratello o sorella.
<<Non avevo capito che fosse una prigione questa>>
Percy mi lasciò la mano quando Tyson sussultò, non lo avevo quasi notato<<Partite lo stesso?>>
<<Non è così facile ora>>borbottò Annabeth.
Mi aspettavo che se ne andasse, sembrava arrabbiata e abbattuta.
Sapevo quanto volesse salvare Talia, era sua amica e adesso voleva starsene da sola, così la lasciai andare a sbollire.
<<Ad Annabeth non piacciono i ciclopi>>piagnucolò Tyson.
Non sapevo molto di quello che combinava il ciclope, Beck mi aveva detto di avergli dato un sacco di scarti di metallo e che si era messo a costruire qualcosa. Era la prima volta che parlava davanti a noi quel giorno e non lo biasimavo per sentirsi a disagio.
<<No, non è vero>>rispose Percy<<A lei piaci moltissimo.>>
Non mi scomodai a mentire e onestamente provavo pena per il fratellastro mostro.<<Tyson aiuta>>
<<È troppo pericoloso, campione>>rispose lui.
<<Neanche a voi piacciono i ciclopi>>singhiozzò. <<Papà ha sempre voluto bene a Tyson. Ma ora penso...ecco...che sia stato cattivo. Io non dovevo nascere>>
<<Benvenuto nel club>>sussurrai.
<<Sam!>>mi sgridò Percy.
Annuì, alzando le mani e poi alzandomi. Cercai di seguire l'istinto, non la testa che mi stava dicendo che Annabeth se la sarebbe presa a morte con me per quello che stavo per fare.
Mi chinai posando le mani sulle sue spalle, il suo occhio castano fissò i miei, le guance rosse.
<<Non devi dire così, Tyson>>mormorai con dolcezza<<Tuo padre ti vuole bene, a modo suo. Ti ha riconosciuto e sono certa che sia stato lui a farti incontrare Percy. Ti ha dato un fratello da seguire e un fratello che è pronto a proteggerti. È una cosa molto bella>>
Poseidone mi piaceva, lo avevo deciso dopo averlo incontrato sull'Olimpo, solo che non mi piacevano tutte le cose che faceva. Per esempio ciò che aveva combinato con Medusa ma avevo capito, grazie all'impresa precedente, che a volte possiamo volere bene qualcuno anche se sbaglia.
<<Tyson non è una cosa bella>>
<<Tyson è molte cose belle. È coraggioso, talentuoso, dolce, gentile, leale. Tyson ha dato un cazzotto a una mucca cattiva e mi ha salvato la vita>>
Lui rise appena, tra le lacrime e sapevo che Percy mi stava fissando a bocca aperta. Dei, ero così gentile solo con mio padre e con Luke. Quindi, solo con mio padre ormai ma da bambina ero così con tutti. Avevo sotterrato quella bambina, ora voleva disperatamente risorgere dalla terra.
<<Ma Tyson è un mostro>>
<<Guarda Cassian, è un mostro ma è anche il mio migliore amico>>ammisi<<Non tutti i mostri sono davvero dei mostri. Neanche tu lo sei.>>
<<Qui però tutti odiano Tyson>>continuò. Era inconsolabile.
<<Non ti odiano, Tyson. Sai come lo so?>>lui scosse la testa<<Perché ero sicurissima che odiassero anche me e io me lo meritavo, al contrario di te. Ma sto scoprendo che non mi odiavano, erano spaventati perché credevano che fossi io ad odiare loro. Questo posto può essere difficile quando si è soli ma basta un amico e tutto diventa migliore.>>
Io avevo avuto Luke. Il mio vero e unico amico, che sapeva tutto su di me, ogni cosa. Ora chi mi conosceva davvero? mi domandai. Forse nessuno e forse era meglio così.
<<Tu sei mia amica?>>
Oh-oh, arrossì <<Certo, ragazzone>>
Incredibilmente smise di piangere. Lui balzò in piedi, sul gradino dietro di sé<<Samira è amica di Tyson!>>
Indietreggiai verso Percy, sperando di non venire assalita da un abbraccio ma lui continuava a urlare, in presa ad una tenera gioia.
Jackson mi sfiorò il gomito col suo.<<Grazie per...per lui>>
<<Figurati. Ascolta, prima...non è che stavo impazzendo come...>>come l'anno scorso<<mi sono solo arrabbiata un po'>>
<<Samira è amica di Tyson!>> urlò ancora.
<<Lo so, Sam. Non penso tu sia pazza>>
Feci spallucce, sollevata <<Un po' pazza lo sono>>
<<Una volta mi hai detto che tutti i semidei sono un po' pazzi, immagino che se lo sei tu, non posso che esserlo pure io>>
Immaginai che fosse un modo goffo di fare pace, annuì mentre Tyson iniziava a saltare su tutti spalti ripetendo il mio nome. <<Samira è amica di Tyson!>>
<<È meglio se lo fermo...>>
<<Sì>>annuì<<E a proposito di Cassian, devo andare a riprenderlo prima che qualcuno lo scambi per i piccioni demoniaci di stamattina. Ciao!>>
Non so esattamente perché me ne andai in quel modo, lui non mi fermò e rispose in modo lieve, forse confuso mentre me la davo a gambe.
Coprifuoco o meno, andai davvero a cercare Cassian e sapevo dove trovarlo. Una parte di me mi urlò : "Non ci pensare proprio".
Ma io camminai nell'oscurità, che conoscevo bene, sotto la luna.
Non ero più tornata lì dall'estate precedente, da quando avevo perso il controllo sulla porta del mio potere.
Quella era stata una giornata difficile e una volta, quando mi sentivo in quel modo, andavo al masso sopra il ruscello e aspettavo Luke.
Quando arrivai notai che gli alberi erano ancora un po' tirati all'indietro, il cerchio era più grande perché avevano dovuto tagliarne alcuni ma le ninfe avevano sistemato la maggior parte del danno.
Restai sorpresa di fronte all'erba così verde, leggera e rigogliosa, non si vedeva un centimetro della terra sottostante.
Cassian era lì, le ali abbassate sulla roccia, il becco rivoltò all'insù.
<<Ehi, torniamo alla cabina. Qui non è sicuro per te>>
Cassian non mi rispose, così seguì il suo sguardo appoggiandomi al passo con la schiena.
Le stelle erano molto luminose, era una bellissima notte e solo al campo si potevano vedere notti così rispetto al mondo inquinato.
Conoscevo tutte le costellazioni, mio padre me le aveva insegnate dato che era un navigatore.
<<Sagittario, Ercole e Corona Boreale>>disse una voce<<Incantevoli, vero?>>
Per poco non tirai un urlo mentre posavo le mani sui pugnali.
Non trovai un mostro, né puzzava di mostro.
Era un tizio con dei pantaloncini da corsa di nylon e una maglietta della Maratona di New York. Era molto magro e atletico, coi capelli sale e pepe, brizzolati.
Mi sembrava di conoscerlo, quel suo sorriso furbo.
Però non doveva essere lì, come mortale non poteva entrare nella valle. Da dove era sbucato quello?
<<Posso farti compagnia? Sono secoli che non mi siedo>>
Secoli...
Cassian volò via, su un albero vicino.
Lui si avvicinò a me e poi saltò sopra, sedendosi con gemito di soddisfazione.
Sentì la voce di mia padre che mi gridava di non parlare con gli sconosciuti, soprattutto di notte ma il tizio era super rilassato, così inoffensivo.
<<È un posto speciale questo, lo sento>>mormorò.
Distolsi lo sguardo <<Sì, era un posto speciale>>
<<Era, dici? Nah, qui c'è pace e silenzio>>commentò, poi prese una lattina di coca cola.
Coca-cola? Dove cavolo l'aveva presa?! Stavo per chiederglielo quando gli suonò il cellulare, un cellulare che brillava d'azzurro.
Sollevò l'antenna e due creature ci si attorcigliarono attorto, erano due serpenti verde e sottili.
Aprì bocca, di rado restavo così sbigottita ma non riuscì a evitarlo mentre imprecava contro lo schermo <<Sì, ascolta...lo so, non mi importa se è incatenato ad una roccia con degli avvoltoi che gli mangiano il fegato, se non ti dà il recapito non possiamo accettare il pacco! Sì, certo, un dono dell'umanità, come no! Sai quanti ne consegniamo, lascia perdere. Sì...no. Devo andare!>>
Riattaccò e si voltò a fissarmi facendo un sorriso, come se niente fosse accaduto.
<<Sa di avere due serpenti sul telefono, vero?>>
<<Oh, non mordono! Dite ciao, George e Martha>>
<<Ciao, George e Martha>> sibilò una voce maschile.
Potevo sentirla dal vivo perché parlavo con gli animali, probabilmente se non avessi avuto quel dono li avrei sentiti nella mia testa.
<<Non essere sarcastico>>sibilò un'altra voce, questa femminile.
<<Perché no? Sono io che faccio tutto il lavoro>>
<<Oh, non ricominciate!>>sbuffò il tizio, rimettendo il cellulare in tasca.<<Eccoci qui, dove eravamo? Ah sì, pace e silenzio!>>
Guardò il cielo e io guardai lui. Poteva essere...no, no, era impossibile che fosse lì con me. Eppure...<<Dimmi, Sam... posso chiamarti Sam?>>
<<No, non la conosco e come fa a sapere il mio nome?>>
<<È difficile non conoscerlo di questi tempi. Samira, un gran bel nome e forse tu non conosci me, ma io conosco te>>
Mi spostai appena<<Non è inquietante, no...>>
<<Hai preso il sarcasmo da tuo padre, menomale. Tua madre non...>>Ci fu un tuono, restai abbastanza sorpresa. Zeus ci stava guardando molto attentamente<<Sì, giusto, va bene! Stavo dicendo...qual è la tua costellazione preferita?>>
Percy mi aveva detto di adorare quella di Ercole, perché era sfigato come lui. <<È difficile, ci sono 88 costellazioni>>
<<Vero ma tu provaci.>>mi incoraggiò gentilmente
Guardai il cielo scuro ed eccola lì, più visibile di chiunque altra <<Sirius. La costellazione di Sirio>>
<<Come mai?>>
<<È la costellazione più misteriosa di sempre. Nessuno sa la sua vera storia. È la Stella Fiammeggiante, la Stella del Cane>>l'animale sacro di mia madre<<È di fatto la stella più luminosa che ci sia, tutti si chiedono ancora perché come facevano gli egizi, i cristiani, le massoneria. Sa che sull'obelisco di Washington e io vivo lì, c'è inciso il suo simbolo?>>
<<Interessante>>
<<Lo è davvero. Una stella che è così brillante, così forte da non dover spiegare a nessuno quello che è. Ecco perché è la mia preferita>>
Tornai a guardarlo e scoprì che mi fissava, aveva ancora quel mezzo sorriso furbo ma era anche più gentile. <<Tu sei davvero molto interessante, Sam. In effetti sei una stella>>
<<Grazie, credo.>>
Il suo cellulare squillò, lui sbuffò esasperato mentre Martha parlava dalla sua tasca : <<Ho Ecate sulla due>>
Ecate.
Mi paralizzai completamente, avevo la gola secca. Mia madre lo stava chiamando? Mia madre, che non avevo conosciuto, di cui non conoscevo neanche la voce, stava chiamando lui?
<<Ecate>>sussurrai.
Il cielo tuonò molto più forte. Perché Zeus era interessato ad Ecate? Per un secondo mi immaginai rubargli il telefono e mettermi a gridare ma non riuscivo a muovermi.
<<Sì, lo so!>>sbottò contro i tuoni<<Ora no, Martha, dille di risolversela con mio padre>>
<<Non le piacerà, trasformerà i fattorini come l'ultima volta...>>
Mandò un'altra occhiata al cielo<<No, ho detto!>>
Il telefono smise di squillare. Mia madre.
Avrei voluto che Luke fosse lì, a tenermi in piedi e quando il tizio si girò, sembrò proprio il mio amico con la stessa voce.
<<Stai bene, Sam?>>
Indietreggiai, Cassian era alle mie spalle e io lo fissai, senza più gentilezza.<<Che cosa vuole da me?>>
<<Parlare, solo parlare. Hai compreso chi sono, vero?>>domandò.
<<Ermes>>
Il dio dei ladri, dei viandanti, il messaggero degli dei.
Il padre di Travis, Connor.
Restò seduto e tirò fuori il telefono, scintillò e poi si trasformò in una lunga sta di legno, con due ali di colomba in cima.
George e Martha, diventati dei nuovi serpenti verdi, si attorcigliarono nel mezzo.
Era un caduceo, il simbolo di casa undici. Lo conoscevo molto bene.
<<Il padre di Luke>>terminai.
<<Di solito non è il titolo che segue al mio nome>>mormorò.
Deglutì, era strano averlo davanti a me dopo tutte le cose terribili che Luke mi aveva raccontato. Non sembra cattivo. <<Ha detto di conoscermi>>
<<Ti ricordo che hai dormito per un'estate intera sotto il mio tetto.>>commentò<<Credi che non conosca coloro a cui do riparo? Io esisto al di là del tempo e dello spazio, perché credi che mi abbiano assegnato la posta?>>
<<Perché è veloce?>>
<<Vero anche quello>>sorrise<<A dire il vero, ti ho vista coi miei Travis e Connor, so come ti chiamavano.>>
Sorellina.<<E quindi?>>
<<Quindi sono rimasto colpito quanto tu legata ai miei figli sei rimasta. Non ai figli di altri dei, che probabilmente lo avrebbero voluto...chiedilo ad Afrodite. Tu ti sei legata ad un altro mio figlio. Direi che questo è il fato>>
<<Il fato ed io non andiamo d'accordo>>commentai.
Rise un poco e dei! Quella era la risata di Luke. Mi irrigidì completamente e lui mi fissò, scese dalla roccia, appoggiando solo il bacino.<<Non pensare che non capisca, che non sappia cosa pensi di me. Quando pensiamo che qualcuno abbia fatto del male a chi amiamo, è naturale odiare quella persona. Capisco il tuo odio per me>>
<<Non la odio, odio ciò che ha fatto>>ammisi, cercando di ricordarmi che era un dio.
<<Approvo questo modo di pensare. Noi non siamo i nostri errori>>aggiunse<<Luke non è i suoi errori.>>
Il suo nome detto da Ermes non fece male come al solito, perché lo pronunciò nel modo in cui l'avrei fatto io. <<Questo lo so ma lei ne ha fatti abbastanza per portarci fino a questo punto>>
Sospirò<<Sapevo di dover stare lontano da Luke e da sua madre, sapevo che per quanto cercassi di aiutarli avrei solo peggiorato le cose e sono andato da loro comunque. È stato terribile per tutti.>>
<<Perché lo sta dicendo a me?>>
<<Perché se qualcuno che può capirlo, quella sei tu, Sam>>mormorò<<Sono il dio dei bugiardi, anche se non dovrei dirlo, quindi non impegnarti a mentirmi. Conosco il tuo passato, so che comprendi cosa significa stare così vicino a qualcuno che ami da non riuscire ad evitare di fargli del male>>
Mi vennero le lacrime agli occhi, mi detestai per quello ma aveva dannatamente ragione.<<Sì, lo so>>
<<Tempo e spazio sono facili, fare i genitori è tutt'altra cosa. >>
No, non ero d'accordo con questo. Mia madre avrebbe potuto fare la madre. <<Dio del minimizzare, dovrebbe aggiungerlo alla lista>>
<<Intrepida, Ares me lo aveva detto, dovresti aggiungerlo alla tua di lista>>ribatté con sorriso scaltro.
<<Luke la detesta, Divino Ermes. La odia>>mormorai, senza ricambiare.<<Ha imparato a odiare tutti, credo>>
<<Ma non odia te>>
Scossi la testa e dissi qualcosa che mi tenevo dentro da un anno <<Come lo sa? Qui, proprio dove siamo ora, mi ha offerto la sua mano, per andare con lui e io non l'ho presa. L'ho deluso>>
<<Non dovresti sentirti in colpa, Sam, perché hai fatto la cosa giusta.>>aggiunse<<Cosa intendi fare con l'impresa?>>
<<Un bel niente. Non amo le imprese, le detesto e poi quell'imbecille di Tantalo non mi farà uscire al Campo>>
<<Tantalo è davvero un imbecille, ecco perché riusciresti ad uscire. Conoscevo un ragazzo una volta...>>
Perfetto, un altro che parla di sé in terza persona. George si irritò<<Ecco che ricomincia, sempre a parlare di sé>>
<<Zitto! Vuoi che metta la vibrazione?>>lo minacciò Martha.
<<Sono sempre così quei due?>>parlò Cassian, mi voltai per guardarlo male<<Li posso mangiare e..>>
<<Non ci provare, uccellaccio mostruoso!>>
<<Ora basta, a tutti e tre>>sbuffò Ermes<<Stavo dicendo : una notte, mentre la madre non stava guardando, il bambino sgattaiolò fuori dalla loro grotta e rubò un po' di bestiame di proprietà di Apollo>>
<<Apollo lo fece a pezzettini?>>
<<No! A dire il vero finì tutto benissimo. Per farsi perdonare per il furto il ragazzo donò ad Apollo uno strumento di sua invenzione: la lira. Apollo rimase incantato dalla sua musica e si dimenticò di essere arrabbiato>>
Dubitavo che Luke, ascoltando una canzone, si sarebbe dimenticato di essere incazzato a morte con suo padre.<<E quale sarebbe la morale?>>
<<Non è mica una favola, è una storia vera. La verità deve avere una morale>>
Annabeth avrebbe saputo rispondere, io mi limitai a dire : <<Sì, invece>>
<<Okay, allora che dici di : rubare forse non è sempre una cosa cattiva?>>
La legge mortale avrebbe detto l'opposto e mio padre non l'avrebbe presa bene.<<Zeus dissentirebbe dopo l'estate scorsa e anche Ade>>
<<Vero! Che ne dici di : i giovani non fanno sempre quello che gli viene detto, ma se riescono a cavarsela e a compiere qualcosa di straordinario, a volte sfuggono alla punizione?>>
<<È la morale più lunga che abbia mai sentito ma continuo a non capire.>>sbuffai<<Perché devo essere io a farlo? Perché non lo fa lei? Perché non va da Luke e fa il padre? Perché mia madre non potrebbe scendere dal suo piedistallo per fare la madre per me?>>
Abbassò le spalle ma non per la rabbia, trovai del dispiacere nei suoi occhi. <<Non è giusto, hai ragione, niente è giusto. È molto dura per un dio sentirsi impotenti e stiamo cercando tutti di fare del nostro meglio, di essere più dei nostri errori, come credo che tu stia cercando di fare quest'anno.>>
<<Io voglio farlo, voglio fare del mio meglio, Divino Ermes. Ma come ha detto lei, perché provare a fare qualcosa per le persone che amiamo se poi non facciamo altro che causargli dolore? Perché dovrei condannare gli altri e me stessa a questo?>>
<<Perché la vita è fatta di tentativi.>>la sua voce roca mi ricordò la sua immortalità<<Qualsiasi vita. Si fallisce, si cade, si soffre. Ma rialzarsi, affrontare le conseguenze, sé stessi, è lo scopo della vita. Fai un tentativo, un altro ancora>>
Lo guardai per un lungo momento<<Per Luke?>>
<<Per Luke>>annuì<<Per te>>
Potevo salvarlo, mi dissi. Potevo provarci almeno. <<Cosa devo fare?>>
Il suo sorriso, identico a quello del figlio, mi scaldò e mi avvicinai al dio dei ladri.
Mi chiese se fosse un po' fiero che Luke fosse il ladro di fulmini, nei suoi panni io lo sarei stata.
<<Martha, mi dai il primo pacco, per favore?>>
Martha aprì la bocca, ancora e ancora, finché non fu larga quanto il mio braccio. Fu leggermente disgustoso e spaventoso. Sputò fuori un barattolo di acciaio inossidabile, una pecie di thermos vecchio stile con un coperchio di plastica nero.
I lati erano decorati a smalto con scene dell'antica Grecia : sembrava un'eroe che uccideva un leone, poi che sollevava Cerbero.
<<Ma quello è Ercole?>>
<<A caval donato non si guarda in bocca. Questo è un articolo da collezionisti "Ercole contro tutti", prima stagione. Era un gran spettacolo prima che della Efesto-tv, erano tutti reality. Ovviamente varrebbe di più se avessi il kit completo...>>
<<Se non l'avesse mangiato Martha>>borbottò George.
Lei iniziò ad inseguirlo intorno all'asta. <<Questa me la paghi>>
<<Okay, questo sarebbe un regalo?>>
<<Il primo di due. Coraggio, Sam, prendilo>>
Me lo porse ma per poco non lo lasciai cadere, era gelido e bollente dall'altra e la cosa strana era che, quando giravo il thermos, la parte che dava sull'oceano era fredda. <<È una bussola?>>
<<Molto sveglia! Non ci avevo mai pensato, ma ha un impiego più scenografico. Togli il coperchio e libererai i venti dei quattro angolo della Terra per velocizzarti il cammino.>>lo sfiorai<<Non ora! E ti prego, quando dovrai usarlo, svitalo appena. I venti sono come me, sempre irrequieti e se ti dovessero sfuggire tutti...sono sicuro che farai attenzione!>>
<<Martha mi tocca!>>strillò George.
<<Lei ti tocca sempre>>ribatté Ermes<<Siete intrecciati. E se non la piantate, finirete con l'annodarvi un'altra volta! Ora, il secondo regalo>>
I due smisero di lottare. Toccò a George fare il trucchetto da film dell'orrore e con un colpo di tosse sputò una bottiglietta di plastica piena di vitamine da masticare.
<<Quelle sono a forma di Minotauro?>>mi sporsi.
<<Quelle al limone, sì. Quelle all'uva sono Furie, credo. Ad ogni modo, sono potenti. Non mangiarle a meno che tu non ne abbia bisogno.>>
<<Come farò a capire quando ne avrò bisogno?>>
<<Lo saprai, credimi. Nove vitamine essenziali, minerali, aminoacidi....oh, tutto quello che ti serve per tornare in te>>spiegò, passandomi la bottiglia.
<<Io...okay, grazie>>
Mise entrambe le mani sulle ali dell'asta e mi guardò, il suo sorriso si tramutò in un altro <<Grazie a te>>
Un dio che ringraziava, avevo le allucinazioni.<<<Per cosa?>>
<<Per non abbandonare Luke. Ti sono grato>>
<<Divino Ermes, i miei amici...persino Annabeth che è cresciuta con lui, sono tutti arrabbiati con lui. Se dico loro che accetto questa impresa sperando di trovare Luke, loro non mi aiuterebbero>>
<<Tu non dirlo, dio dei bugiardi, ricordi?>>mi fece l'occhiolino e quando lo guardai male si avvicinò<<Se c'è una cosa che ho imparato nel corso di millenni, è che non si possono abbandonare i propri cari nemmeno quando, per come si comportano, sarebbe una vera tentazione. Non importa se ti odiano, se ti mettono in imbarazzo o se non apprezzano il tuo genio per aver inventato internet...>>
<<Lei ha inventato internet?!>>
<<È stata una mia idea>>sibilò Martha.
<<No, è stata mia!>>sbottò<<Ora, non voglio farti perdere tempo. La luna è alta e l'oscurità è tua alleata, sei forte di notte, usa quella forza, anche se non ti piace da chi proviene>>
<<Hai sessanta chiamate senza risposta e 1038 e-mail non lette!>>lo avvisò Goerge.
Alzai le sopracciglia<<Lei deve essere un sacco stressato>>
<<Lo so! Grazie per averlo detto, non lo nota mai nessuno!>>sorrise<<Comunque, non hai molto tempo. C'è una scadenza più vicina di quanto immagini per completare l'impresa ma non sarai sola...ma se per i tuoi amici Luke sarà...>>
<<Non dirò loro nulla su di lui>>
<<Bene, perfetto. I tuoi amici stanno arrivando, li trovai sulla spiaggia con i vostri bagagli. Poseidone vi aiuterà di certo a raggiungere la nave>>
<<Quale nave?>>
Lui mi fece avvicinare, posò una mano sulla mia spalla e una davanti a sé, verso fine del ruscello e l'inizio del della spiaggia. La vidi. Una grossa nave da crociera stava attraversando lo stretto di Long Island, le luci bianche e dorati scintillavano sull'acqua scura.
<<Ti consiglio di fare alla svelta, prima che arrivino le arpie>>
<<Ma Tantalo ci farà espellere per sempre>>
<<Ti prego, non ha mica un potere del genere!>>rise<<Ma tu ne hai abbastanza per fare ciò che devi. Ora, buonanotte, Sam, e posso dirlo? Che gli dei siano con te>>
<<Buona fortuna!>> disse Martha, tirando fuori la lingua biforcuta verso Cassian.
<<Portami un ratto!>>esclamò George.
Il caduceo si trasformò in un cellulare, poi il padre di Luke mi fece l'occhiolino e iniziò a correre nella foresta fino a che scintillò e scomparve, lasciandomi nei guai fino al collo.
☽ ♆ ☾
Non era esattamente così che volevo finire la giornata, dopo l'attacco del mattino, volevo tornare a letto e pensare che l'ultimo anno fosse stato un incubo.
Ma non avevo scelta, non quando Cassian mi dava della codarda se avessi osato ignorare Ermes. Non volevo farlo, volevo rivedere Luke e fargli cambiare idea.
Ma non volevo mentire ai miei amici.
Li trovai in spiaggia, intenti a parlare e armati.
Annabeth e Percy si guardavano intorno, mentre Tyson saltava sulla sabbia.
<<Sam!>>esclamò Annabeth<<Dei, stai bene? Ti abbiamo sentita chiamarci>>
<<Sei stata attaccata?>>scattò Percy, mettendo una mano sulla spalla.
<<Solo dal karma>>sbuffai.<<Avete trovato gli zaini?>>
<<Tyson ha gli zaini!>>esclamò il ciclope.
Ed eccoli lì, notai però uno strano particolare. Tre sacchi gialli impermeabili e il mio zaino nero, dentro aveva l'incantesimo di estensione ma fui sorpresa dal fatto che Ermes lo sapesse.
<<Non abbiamo molto tempo, dovremmo andare>>
<<Andare dove?!>>
<<A terminare l'impresa>>dissi a denti stretti<<Ci è stata assegnata da Ermes>>
<<Da Ermes?>>chiese Percy, a bocca aperta<<Hai parlato con Ermes?>>
Annuì<<Sì, una lunga conversazione in cui mi ha dato un paio di regali divini e vi ha richiamato qui. Vuole che salviamo il campo, quindi lo faremo, immagino>>
<<Ci faremo espellere, lo sapete? E io di espulsioni me ne intendo>>
<<Ermes ha detto che Tantalo è un'imbecille, non potrebbe mai bandirci e poi, se falliamo, non ci sarà un campo a cui tornare>>
Tyson si avvicinò<<Tyson vuole venire>>
<<No!>>sbottò la bionda<<Cioè...ragazzi, per favore. Se dobbiamo andare, lui no>>
<<Ci servirà, sente l'odore dei mostri>>commentò Percy ma sembrava combattuto.<<Tantalo lo punirà al nostro posto>>
Onestamente non volevo prendere una posizione contro Annabeth, quindi feci finta di niente. Sentì dei rumori provenire dalla foresta, erano le arpie<<Dobbiamo raggiungere la nave, tipo ora!>>
Loro guardarono la nave da crociera, poi me e infine la foresta.<<Ci rallenterà, si metterà nei guai e poi stiamo andando nell'isola di Polifemo>>
<<Potrebbe esserci utile allora>>ribatté.
<<Tyson vuole venire!>>esclamò di nuovo il ciclope.
Andai a raccogliere il mio zaino, stavano litigando come bambini e non avevamo tempo per quello. Tantalo ci avrebbe fatti a pezzi e poi ci avrebbe mangiati <<Jackson, entra in acqua e supplica tuo padre. Ora>>
<<Ma...>>
<<Tyson viene! Fine della storia, ora tu ci fai raggiungere quella nave>>
Annabeth mi fulminò e io ricambiai, sorprendendola parecchio. Le lanciai lo zaino e lo passai a Tyson, presi io quello di Percy mentre entrava in acqua. <<Ehm...papà, come va?>>
<<Abbiamo un po' di fretta>>gli ricordò Chase.
<<Ci serve un po' d'aiuto, dobbiamo raggiungere la nave prima di farci sbranare>>
All'inizio non accadde nulla, tirai un calcio alla schiuma arrivata a riva per la frustrazione e mi arrabbiai anche di più per essermi bagnata le scarpe.
Eppure, ad un tratto parve qualcosa ad un centinaio di metri di distanza. Erano veloci, come artigli che squarciavano l'oceano.
La risacca si aprì e apparvero tre stalloni bianchi. Erano incantevoli.
<<Pesci pony!>>urlò Tyson.
Erano veramente pesci pony. Erano cavalli solo nella parte superiore, in quella inferiori erano grandi pesci argenti con scaglie dei colori dell'arcobaleno.
Annabeth sorrise eccitata <<Ippocampi!>>
<<Sono bellissimi>>dissi.
Uno di loro si avvicinò a me e mi sfiorò i capelli col muso, Percy sospirò<<Li ammiriamo dopo, andiamo>>
<<Uno in più no?>>domandò Annabeth, salendo sul suo.<<Siamo in quattro>>
<<Sam viene con me>>ordinò Percy.
Stavo per aprire la bocca e dirgli che sarei andata con la mia migliore amica, quando sentì delle grida alle nostre spalle. <<Bambini cattivi fuori dalla case! Ottimi spuntini per arpie fortunate!>>
Erano cinque e svolazzavano, erano basse megere robuste con la faccia tirata, munite di artigli e di ali piumate troppo piccole per la loro stazze. Non erano veloci, grazie agli dei ma se ti beccavano erano micidiali.
Tyson era salito sul suo ippocampo, un po' più grande e io mi ritrovai a non avere scelta. Ero più vicina a Jackson, quindi gli afferrai la mano.
<<Ma sto io davanti!>>
Alzò gli occhi al cielo<<Non avevo dubbi, Sam>>
Salì davanti a lui, tenendomi forte alla criniera bagnata. Percy mi circondò con le braccia e io feci qualsiasi cosa per non arrossire e concentrarmi sul fatto che potevano morire.
<<Al galoppo!>>incitò Jackson.
Il nostro ippocampo si voltò e si tuffò fra le onde, bagnandomi completamente.
Cassian volò sopra di noi, rapido e Percy mi strinse più forte, per evitare che perdessi equilibrio.
Annabeth e Tyson erano dietro di noi, ma eravamo veloci come degli acquascooter.
Le arpie ci urlarono di tornare indietro ma era ormai troppo tardi, quindi mi concentrai sulla nave che stavamo seguendo.
Cavalcare su ippocampo era persino più facile che cavalcare un pegaso, filavamo sull'acqua, non c'era aria a spingerci ma le onda si infrangevano con forza.
Per lo spavento mollai la presa e afferrai le mani di Percy, giunte sulla mia pancia.
<<Tutto bene?>>mi chiese Percy, all'orecchio.<<Non avere paura, non ci lascerebbero mai cadere e nemmeno io>>
<<Nemmeno tu?>>
La sua bocca toccò il mio orecchio <<Nemmeno io ti lascerei cadere>>
Ero contentissima che non potesse vedermi in viso, non sarei riuscita a nascondere il mio rossore.
Mi dispiaceva mentirgli su Luke ma lui non avrebbe capito e io non volevo perderlo come amico, non volevo litigare e dover prendere una decisione.
L'ultima volta mi aveva devastata.
Però, mi fidavo di Percy, solo che mi fidavo in un modo completamente diverso rispetto a come lo facevo con Luke.
<<Lo so, Percy. Lo so>>
Non disse nient'altro e ne fui sollevato, restai solo nel calore delle sue braccia mentre il mare freddo ci bagnava, allontanandoci da casa.
Ci avvicinammo alla nave e capimmo che era gigantesca da vicino, sembrava un palazzo di Washington. Lo scafo bianco era alto almeno dieci piani ed era sormontato da un'altra dozzina di ponti, con balconi e oblò illuminati.
Il nome della nave era dipinto a lettere nera sotto la linea della pura, illuminato da un ferretto.
<<Sam...>>
Girai il viso di lato, lui si era tirato in avanti per leggere il nome e quindi capì che mi stava chiedendo una mano. <<Principessa Andromeda>>
<<Gran bel nome.>>
Attaccata alla pura c'era un'enorme polena, una figura femminile altre tre piani, vestita con un chitone greco e scolpita come se fosse incatenata. Era giovane e bella, dai lunghi capelli neri.
<<Bella lei, mica tanto il mito di Andromeda>>
<<Che intendi?>> mi domandò.
<<I genitori l'avevano incatenata a uno scoglio per sacrificarla a un mostro marino. E il tuo omonimo...>>
<<Perseo l'aveva salvata e aveva trasformato il mostro in pietra con la testa di Medusa! Me lo ricordo>>mi interruppe<<Noi Perseo siamo bravi a salvare le damigelle in pericolo>>
Gli diedi una gomitata, lui gemette ridendo. <<Quel Perseo era figlio di Zeus, non di Poseidone.>>
<<Oh, ecco perché vinceva sempre.>>aggiunse sarcastico, anche se notai una nota triste nella sua voce.
<<Non credo siano i genitori a determinare le vittorie dei figli e poi, non per criticare tuo padre, ma fu lui a mandare quel mostro.>>spiegai<<Quando li abbiamo incontrati sull'Olimpo mi sono chiesta se avessero pensato all'ironia della situazione.>>
<<Ne dubito. Io non assomiglio al mio omonimo>>continuò<<Mia madre mi ha detto che Perseo era uno dei pochi eroi che ha avuto un lieto fine, ecco perché mi ha chiamato così. Ha ottenuto la ragazza, la corona ed è diventato padre di una nidiata di figli>>
<<Nove figli. Ti sembra un lieto fine?>>
Ridacchiò <<A te no?>>
<<Io non credo nei lieto fine, Percy. Ma credo nella fine>>raccontai<<Spero solo che non sia brutta>>
<<In ogni caso, Sam, l'affronteremo insieme. Ricordi?>>
<<E se va super male?>>
Ridacchiò, stringendomi più forte<<Non ti sbarazzerai di me>>
Ci ritrovammo su un lato della nave, dove c'era una scaletta. Annabeth e Tyson accostarono di fianco a noi, a quanto pare gli ippocampo sapevano esattamente cosa fare.
<<Prima i Perseo>>dissi.
Lui rise, mise la sua sacca sulla schiena e afferrò il primo piolo, poi si arrampicò. Mi sporsi verso l'orecchio dell'Ippocampo. <<Grazie per il passaggio e sei davvero bellissimo>>
Nitrì dolcemente, lo accarezzai come saluto e poi salì sulla scaletta cercando di non scivolare, sentì la creatura tuffarsi.
Jackson era lì ad aspettarmi, mi offrì una mano e la presi per saltare oltre il parapetto. Mi voltai giusto in tempo per vedere Annabeth salire mentre Tyson piagnucolava perché non voleva lasciare il suo amico Arcobaleno.
Non era un nome che io avrei dato ma se sei un ciclope emotivo, non è che potessi aspettarmi di più.
Alla fine Percy lo convinse a salire, anche se fece un bel baccano. Mi guardai intorno, eravamo di un ponte di servizio pieno di scialuppe gialle.
<<Ragazza Rosa, perché a me non dici mai che sono bellissimo?>>
<<AH!>>
Tutti e tre si voltarono verso di me, fissandomi come se fossi di un altro colore. Io mi guardai intorno, l'uccello dello Stifalo non era con noi.
<<Tutto okay?>>domandò Annabeth, con le sopracciglia aggrottate.
Perché, per tutti gli dei, avevo la voce di Cassian nella mia testa?
✶ ANGOLO AUTRICE ✶
L'impresa è ufficialmente iniziata!
Sono successe un po' di cose, lo so, ma io preferisco fare dei capitoli più lunghi rispetto a divederli tanto, allungherebbe la storia e poi dovreste aspettare delle settimane in più.
Anche no, vero?
Comunque, Tantalo proprio non lo reggo ma ormai ce ne siamo sbarazzati, grazie ad Ermes.
Io adoro Ermes, è un patatino strafatto, sempre così allegro e strano.
Nei libri lui parla con Percy, ma ho pensato che fosse giusto che Sam avesse tale onore, dopotutto è legata a Luke. Ma come la prenderanno gli altri quando scopriranno le sue intenzioni?
Mi sa che ci saranno tante liti in questo ATTO. Ops.
Ora non importa, sono su una crociera e dubito che sarà una vacanza rilassante.
Lo scopriremo! E scopriremo anche questa nuova svolta con Cassian!
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Un abbraccio, semidei!
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