CAPITOLO 16
NULLA SARÀ COME PRIMA
≈ ♆ Percy ♆ ≈
Pensavo di aver visto tutto dopo l'impresa.
Pensavo che niente potesse spaventarmi più di una chimera, di Cerbero, che niente potesse sorprendermi dopo aver parlato con una zebra, dopo aver vinto contro Ares e di certo nulla poteva più ferirmi dopo aver visto mia madre essere imprigionata.
Scoprì che mi sbagliavo.
Quello non era niente in confronto a quello che avevo provato e che stavo provando nel guardare Samira distesa su un letto dell'infermeria nella Casa Grande.
Quando si era messa ad urlare per il dolore mi ero spaventato a morte, quando era esplosa la sua magia ero rimasta sorpreso come non mai e quando era svenuta in lacrime...quello mi aveva ferito.
Avevo sentito tutto attraverso la sua energia, la rabbia e la paura mentre posava gli occhi sulla terra.
Nessuno avrebbe dovuto provare una cosa simile.
L'avevo presa in braccio, chiamandola in preda al panico e quando ormai mi ero reso conto che aveva perso i sensi, avevo afferrato il cappellino di Annabeth per renderci invisibili.
Sapevo che Samira non avrebbe mai voluto farsi vedere in quel modo.
Ero corso alla Casa Grande, mentre tutti i semidei uscivano per chiedere cosa fosse accaduto e io onestamente non mi fermai per guardare i danni.
Raggiunsi il portico e iniziai a gridare aiuto, mostrandoci entrambi.
Dioniso era arrivato per primo, per la prima volta avevo visto una scintilla umana nel suo sguardo mentre chiamava i figli di Apollo.
Chirone era arrivato galoppando, probabilmente era corso verso la fonte dell'esplosione e poi era tornato indietro.
E poi tutto era accaduto così in fretta, non ero riuscito a dire o capire nulla mentre Will Solace, che aveva un anno in meno di noi, esclamava ordini.
Non sapevo molto di lui, a parte che era al campo dell'estate precedente e che era un amico di Samira, anche se non l'avevano reso pubblico.
Sapevo che era in buone mani ma non mi mossi, restai in infermeria per tutto il tempo mentre la visitavano, mentre Annabeth correva nella stanza.
La sentì appena scuotermi, controllarmi la fronte sanguinante.
Ero bloccato, vedevo solo Samira a terra, che gridava terrorizzata e furiosa, piangeva così disperatamente che Luke aveva abbandonato ogni sua idea per correre ad aiutarla.
E poi..BOOM!
Eravamo volati dall'altra parte, era una fortuna non aver colpito un'albero. Mi sarei spaccato l'osso del collo, sarei morto e...come aveva fatto Samira?
Come faceva ad avere tutto quello dentro di sé?
<<Percy!>>
La mano di Chirone sulla mia spalla mi risvegliò dallo shock.
Mi accorsi che non c'era nessun'altro nella stanza, nessun guaritore, Will aveva chiuso la porta. C'ero solo io, Chirone e Annabeth.
Quando tempo era passato? Guardai fuori, era notte fonda, forse le due di notte e la mezzaluna splendeva alta. La mezzaluna, pensai, era forse l'occhio di Ecate che osservava sua figlia?
<<Perché non si sveglia?>>
La mia voce suonò come carta vetrata, avevo la gola chiusa. Chirone sospirò, era così alto<<Il suo corpo è guarito, in ottima salute ma la sua mente ha bisogno di tempo>>
<<Quando tempo?>>
<<Quando sarà pronta>>rispose.
Quella non era una risposta e Annabeth si schiarì la voce, pregandomi con gli occhi di non dare di matto. Come faceva ad essere calma? Dopo...giusto, loro non sapevano di Luke.
Luke era come un fratello per la figlia di Atena, come dovevo dirglielo?
Avrei tanto voluto che Grover fosse lì ma era partito per la sua ricerca, non era giusto. Che Pan andasse al Tartaro, sarebbe dovuto essere lì con noi.
Cassian era appollaiato sulla finestra, ci fissava senza fare un verso ma appena Annabeth si mosse per sdraiarsi di fianco a Sam, lui gracchiò con rabbia, aprendo le ali come un predatore.
Lei si fermò, confusa e io mi mossi per affiancarla.
<<Non è consigliabile avvicinarsi a Samira mentre dorme o dormire al suo fianco>>disse Chirone, per niente sorpreso.<<Soprattutto ora>>
<<Perché lui ci farà a pezzettini?>>chiesi, Cassian aveva l'aria di volerlo fare.
<<Perché lei potrebbe entrare nei vostri sogni o voi nei suoi>>
Restai a bocca aperta e, dall'espressione di Annabeth, pure lei non ne sapeva niente.
Ma in quel momento tutto ebbe un senso!
Tutte le volte in cui Samira si era spostata per evitare di farsi toccare mentre dormiva, come si era allarmata per i miei incubi e mi aveva chiesto se fossimo stati vicini.
Quando si era ritratta da Grover, che le era quasi caduto addosso dormendo, nel tir le avevo chiesto, ridendo "Ti dà fastidio toccare le persone adesso? Nel Tunnel non sembrava".
Era arrossita, credevo per la battuta e sul taxi per andare al molo non aveva chiuso occhio per tutto il viaggio perché era appiccicata a me e a Annabeth.
Doveva essere stata terrorizzata e nessuno di noi se n'era accorto.
Non so dire se fosse una benedizione o una maledizione ma in quel momento la porta si spalancò e il Signor D fece la sua entrata.
Non sembrava annoiato e neanche irritato come al solito, ma stanco di sicuro.
Se avessi dovuto tirare a indovinare, immaginai che avesse avuto una lunga telefonata con dodici dei.
<<Ora, Peter Johnson, cosa è successo?!>>sbottò.
<<Percy Jackson>>lo corressi.
<<Non sfidarmi, mortale! Gli dei si sono riuniti, hai visto cosa è successo la fuori? I danni, il richiamo di quel potere ha svegliato tutti noi...>>
Mi toccai la fronte, il sangue era secco<<Cosa?>>
Chirone si fece avanti, tra di noi. <<Forse eri troppo preoccupato per Samira per accorgerti che del Campo Mezzosangue. Non ti biasimo...>>
<<Io sì! La foresta è stata praticamente traumatizzata, gli spiriti sono isterici, nel rifugio dei satiri c'è stato un terremoto e quel maledetto consiglio vuole farci causa! L'anfiteatro e l'arena sono pieni di terra, i pegasi sono volati ovunque e le ninfe sono fuori di testa!>>
<<Signor D...>>iniziai.
Mi puntò contro il dito<<Oh, non ho finito! L'Oracolo si è svegliato, mandando in frantumi antichi reperti! Il tetto dell'armeria è sfondato! E il lago...oh, il lago ha allagato tutta la mensa fino ad arrivare ai margini delle cabine! C'è acqua e terra ovunque!>>
Samira aveva fatto tutto quello? Non avrebbe mai voluto, lo sapevo...avevo visto come voleva opporsi, ci ha supplicati di scappare.
<<Ci sono stati dei feriti?>>domandai a Chirone.
Scosse la testa con gentilezza<<Nulla di grave, erano tutti a dormire per il coprifuoco...>>
<<La barriera ha sopportato a malapena l'impatto!>>continuò ad urlare il Signor D<<I fuochi del 4 luglio, per cui abbiamo sborsato un patrimonio, sono esplosi tutti! Odio questo lavoro e odio i ragazzini!>>
<<Lei non voleva farlo!>>gridai di rimando.
Dioniso, figlio di Zeus, si zittì all'istante. La sua ira folle svanì e i suoi occhi si posano sulla ragazzina di dodici anni distesa come la Bella Addormentata.
Non lo avevano capito che era stata lei?
Forse pensarono che fossi stato io, bravo com'ero a combinare guai e che lei fosse una vittima del figlio di uno dei Pezzi Grossi.
Ero così stanco, stavo in piedi da un'eternità e volevo solo un abbraccio di mia madre.
<<Percy, devi dirci cos'è successo.>>disse piano Chirone<<È importante>>
Mi lasciai cadere su una sedia di vimini, Cassian fissava ogni mio movimento come se fosse arrabbiato con me, come se avessi dovuto proteggere Sam.
Forse aveva ragione, forse sarei dovuta intervenire prima invece di ascoltare il delirio di Luke.
<<Ha perso il controllo dopo che...mentre...mentre io e Luke combattevamo>>
<<Tu e Luke?>>domandò piano Annabeth, fece una smorfia e si guardò intorno<<Perché non è qui per Sam?>>
<<Perché se n'è andato>>abbassai gli occhi.<<E non tornerà più, mi auguro.>>
<<Parti dall'inizio, Percy>>mi incitò Chirone.
Annabeth si avvicinò, ancora ignara e mi passò il bicchiere di nettare che avevano dato a Samira e bevvi dalla sua cannuccia. Mi sentì meglio ma non con lo sguardo che la bionda mi rifilò, impaziente.
<<La profezia dell'Oracolo si è avverata su ogni punto ma ne mancava uno. Sarei stato tradito da qualcuno che mi chiamava amico>>raccontai.<<Stasera Luke è venuto a prendere Sam, per festeggiare ed allenarsi. Forse è una cosa stupida ma prima di trascinare Sam via...Luke mi ha chiamato amico.>>risposi<<Ho avuto un brutto presentimento, quindi sono venuto con te, Annabeth e ho presto in prestito il tuo...>>
<<Mi hai rubato tu il berretto?!>>
Chirone la guardò male<<Annabeth, fallo finire>>
<<Sì, volevo solo controllare che andasse tutto bene. Ma loro non erano in anfiteatro come lui aveva detto e mi sono messo a cercarli, ci ho messo un po' e... ho sentito abbastanza>>
Raccontai tutto, ogni parola da quando li avevo sentiti parlare degli dei.
Dioniso non fiatò neanche una volta, non mi guardò ma guardò Sam e mi ascoltò.
Annabeth si tenne al letto di Samira, con un'espressione triste e arrabbiata.
Non riuscivo a guardarla, mi sentivo un fallito, un perdente per non essermi accorto di tutto prima.
<<Non posso credere che sia stato Luke...anzi, forse posso perché non è stato più lo stesso dopo l'impresa. La sola persona a cui parlava ancora di quello era Sam, si era allontanato anche da me>>disse con voce spezzata.
<<Potevi anche agire prima, non credi?>>parlò il Signor D, ignorando la mia amica in lacrime.
<<Volevo capire prima ma.... dopo lui le ha messo le mani addosso>>strinsi il bicchiere, volevo farlo a pezzi<<Non la lasciava andare>>
<<Be', allora potevi inseguirlo>>mormorò ancora, sputò quella parole.
<<Non potevo>>
<<Perché no?>>
<<Perché non avrei mai lasciato Samira da sola>>alzai gli occhi su di lui.
Lei non aveva lasciato me, neanche una volta.
Non avevo paura di Dioniso, non dopo Zeus, Ade e Ares...non dopo quello che avevo visto quella notte.
<<Percy...>>sussurrò la bionda.
<<Se la scelta da prendere in quel momento era tra Luke e Samira, be', per me non c'era una scelta da prendere. C'era solo lei.>>mi innervosì<<Voi non l'avete vista...>>
<<Cosa hai visto?>>chiese Chirone<<Esattamente>>
Non ero certo di essere in grado di spiegarlo.
Era stato un'inferno vederla gridare in preda alla sofferenza, sembrava che qualcosa la torturasse e soffriva molto di più rispetto a ciò che le aveva fatto Ade.
<<I suoi occhi sono cambiati. Le pupille brillavano come una mezzaluna, erano fucsia, brillavano in modo...non sembrava umana.>>mormorai<<Era spaventata e poi ho sentito la sua rabbia, tantissima rabbia nata dal dolore.>>
<<Tradimento>>riassunse Dioniso.<<Ecco cos'hai percepito, lo abbiamo sentito anche noi dei>>
Sembrava sapere esattamente cosa diceva, come tutti gli dei che avevamo incontrato e che guardavano Samira con rara curiosità. Loro sapevano che era in grado di fare una cosa del genere? Per questo li avevano dato la cabina?
<<Nessuno deve saperlo, siamo d'accordo?>>domandò Chirone al dio.
Sbuffò, facendo un gesto con la mano<<Sì, i semidei non devono sempre sapere tutto. Io andrò a fare rapporto sull'Olimpo>>
<<Nessuno? Ma Luke...>>
<<Si saprà che è un traditore ma Samira non deve essere nominata>>mi disse il centauro.
Forse era meglio così ma fu Annabeth a rispondere<<Sì, Chirone.>>
Il Signor D lanciò un'ultima occhiata alla semidea addormenta e se ne andò, sbuffando e imprecando per la voglia di bere alcol.
Guardai anch'io Sam, era molto pallida e mi chiesi a cosa dovesse prepararsi per riaprire gli occhi : a ciò che aveva fatto o ad aver perso il suo amico?
Lo odiavo, odiavo Luke per quello che ci aveva fatto.
Eppure, mi era sembrato stupito di quello che Sam aveva fatto, non quanto me, come se...era già accaduto.!
<<Grover mi ha detto che Sam non è sempre stata...così. Quando è arrivata al campo era amica di tutti, era popolare e felice di essere qui. Poi è stata reclamata e gli dèi le hanno dato la cabina, cos'è successo dopo?>>
<<A me non ha mai detto nulla>>ammise Annabeth, con una nota di imbarazzo<<Ma i miei fratelli mi hanno detto che ha dato di matto e da allora si sono tenuti alla larga. La discussione sulla cabina è finita quella sera e nessuno si è più lamentato>>
Annuì<<Chirone?>>
<<Grover ti ha detto il vero. Samira era una bambina solare, non a caso stava sempre con i figli di Apollo e Ermes, era...era la gioia fatta a persona... la mia gioia>>sottolineò con un sorriso malinconico<<Poi la dea Ecate l'ha riconosciuta e gli dei hanno comunicato al Signor D la loro decisione. Non sono fiero dei miei semidei, si comportarono in modo crudele con lei. I lavori per la sua cabina iniziarono e io...sottovalutai la situazione. Non l'aiutai come avrei potuto fare.>>
Rimpianto, leggevo molto rimpianto nel suo sguardo<<E poi?>>
<<E poi è voluta tornare a casa, è quasi scappata dal campo. Ma Argo l'ha fermata in tempo e riaccompagnata, ma le cose a casa sua...qualcosa di terribile è accaduto al suo ritorno>>mormorò piano, come se temesse di svegliarla<<La dea Estia mi avvisò e io cercai di convincerla a tornare, non era più al sicuro lì ma Samira non ha voluto.>>
<<Estia? Cos'è successo?>>domandò Annabeth.
<<Non sono io a dovervelo dire.>>commentò categorico.
<<C'entra Ade?>>
Si limitò ad annuire<<Sì. Quando è tornata non era più una bambina. Sottovalutai di nuovo il mio brutto presentimento, non c'era gioia in lei. È entrata nella sua cabina e...il Signor D arrivò per primo e trovò quasi tutti i semidei fuori a protestare>>
La bionda mise una mano sul petto<<È orribile>>
<<Furono gli dei, non lei a volere quella casa>>
<<Siete tutti giovani, Percy. I giovani, i ragazzini, sanno essere davvero sciocchi>>sbuffò<<Quando arrivai...quando l'ho vista, ho capito il mio sbaglio. Capì che la dea Ecate, riconoscendola, aveva riattivato i suoi poteri...come se fossero stati schermati e per un anno doveva aver trattenuto tutto dentro. Ha avuto un attacco di rabbia, credo>>
<<Come stanotte?>>
<<Oh dei divini, no! Quello non era niente. Ha allegato mezzo campo, sì, c'è stato un miniterremoto.>>raccontò<<Ammetto che vedere una bambina di sette anni, in grado di fare quello, bastò per stupire tutti quanti noi. Nessuno ha più avuto obiezioni e lei...Samira, dopo, non ha certo aiutato a rendere le cose più facili>>
<<Quando è successo?>>domandò Annabeth.
<<Una settimana prima del vostro arrivo, prima di Talia>> rispose.<<Gli dèi erano già tesi per la barriera, per voi e questo ha eclissato Samira. È riuscita a tenere un basso profilo. Ha creato la sua barriera di foschia, si è isolata>>
<<Con me no>>
<<Tu non eri qui quando era successo, è stato più facile fare amicizia con qualcuno che non la conosceva. Per questo avevo scelto Luke, entrambi sembravano arrabbiati e li ho fatti allenare insieme.>>rispose<<Ero contento che avesse finalmente un vero amico...non ho mai pensato che lui potesse arrivare a tanto.>>
Quelle parole furono dure da mandare giù.
Ero così maledettamente arrabbiato. Avevo creduto a Luke, forse non mi sarei neanche reso conto del suo tradimento se non fosse stato per Sam. Perché dopo l'impresa, in quei giorni, mi ero forse un po' ingelosito.
<<La rapirà>>
Annabeth mi parve arrossire<<Cosa?>>
<<Luke. Ha detto che l'ha spinta ad entrare nell'impresa per metterla in mostra. Gli dei sanno cosa può fare ma anche Crono.>>spiegai, mi batteva forte il cuore<<Aveva gli zaini pronti...Luke la vorrà a qualsiasi costo. Devo fermarlo prima che accada>>
<<Percy, no. Non farti guidare dalla vendetta e dal panico>>
<<Agli dei non interessa di Crono, non hanno voluto neanche parlarne. Ma dopo questa notte Crono vorrà Sam più che mai, non possiamo permetterlo>>
<<Gli dei hanno le loro ragioni>>
<<A me non importa delle loro ragioni. Sam è in pericolo>>commentai<<Non può neanche lasciare il campo!>>
Chirone alzò una mano<<Calma, ragazzo. Samira tornerà a casa, capisco la tua preoccupazione ma ti assicuro che ho capito, come maestro, che se provassi a mettermi in mezzo tra lei e casa sua...non ci penserebbe due volte a trasformarmi del tutto in un cavallo. Deve essere una sua scelta>>
<<Come sai che quella che farà è quella giusta?>>chiese Annabeth, con voce fin troppo calma.
Guardò Sam<<La sua strada è ancora lunga, non sarà priva di protezione e...>>
Un tuono fece vibrare le finestre, si sarebbero rotti i vetri se non ci avesse pensato Sam. Cassian gracchiò, di certo non aveva detto nulla di carino a Zeus.
<<Non vogliono che parli>> capì.
<<Ascoltate, ciò che dovete fare è prepararvi per il futuro. Non è facile essere degli eroi, l'ho visto ma le amicizie aiutano. Se volete aiutare, state vicino a Samira. Gli dei sanno quanto ne ha bisogno, sarà più facile per sopr...>>
Il secondo tuono fece balzare indietro Annabeth, ovunque il fulmine avesse colpito, non era lontano. Chirone sbuffò sonoramente e io capì la parola che stava per dire : sopravvivere.
<<Va bene!>>strillò guardando fuori<<Ho capito!>>
<<Non c'è niente che possiamo fare, è questo che stai dicendo?>>domandai sincero, troppo stanco per stupirmi.
Si girò verso di me.<<Quello che accadrà, Percy, dovrà accadere.>>
☽ ♆ ☾
Mi faceva male la schiena, da morire.
Mai più avrei dormito su una stramaledetta sedia di vimini. Non so quanto avessi dormito, ero semplicemente crollato dopo che avevo convinto Annabeth ad andare a riposare.
Misi la stanza a fuoco, il sole era sorto e mi bruciava la vista. L'infermeria era vuota, calda e...vuota?!
Balzai in piedi, il letto era stato rifatto e non c'era traccia di Samira o di Cassian.
Persino i vetri erano di nuovo tutti intatti.
Non ci pensai due volte, mi fiondai giù per scale e avrei avvisato Chirone, se non avessi saputo che era sull'Olimpo.
Uscito dalla Casa Grande mi fermai solo per un minuto, solo per guardare ciò che aveva raccontato il Signor D. Aveva ragione, i danni erano estesi e c'era il caos.
I semidei dovevano essersi svegliati presto o forse avevano lavorato tutta la notte.
L'acqua si era ritirata almeno, c'era molto fango in giro però ma ci sarebbe voluto un po' per sistemare tutto.
Camminai spedito, non corsi, non volevo catturare l'attenzione ma la sfiga di certo non voleva aiutarmi quel giorno.
Passai accanto all'armeria quando una figura piombò davanti a me, rigida e sudata.
Ci mancava Clarisse!
<<Ascolta, non ho tempo per questo>>
<<Oh-oh, tu non hai tempo, pivello?>>
Incrociò le braccia, con uno sguardo duro quando mi cadde l'occhio sul suo polso destro. La bandana rosa, data da Ares a Sam <<Quella non è tua.>>
<<Lo è adesso>>rispose.<<Arrow me l'ha data>>
<<E perché avrebbe dovuto?>>
Alzò gli occhi al cielo<<È passata dieci minuti fa, pivello. Mi ha detto che mio padre gliela data come segno di protezione e ha voluto cederla a me>>
<<Bugiarda>>
<<Luke si sarà anche rivelato uno stronzo traditore ma non osare dare a me della bugiarda, idiota marino>>ringhiò<<Questa bandana è un simbolo, un messaggio per chi vuole sfidare quel guerriero. Ares l'ha data a lei ma lei può cederla a me per lo stesso scopo>>
<<Intendi dire che è una frecciatina a tuo padre?>>
<<Ha detto che merito più credito da Ares>>disse piano<<Non riavrò la mia lancia ma ora ho il favore della figlia di Ecate>>
Onestamente era assurdo. Samira doveva essere ancora addormentata <<Okay e cosa vuoi da me?>>
<<Non mi piacciono i bugiardi e non mi piacciono i traditori. La casa di Ares ha...peccato in passato con la casa di Ecate. Ma mio padre ha risolto aiutandola, quindi faremo lo stesso.>>rispose a denti stretti<<Sono il capo della mia cabina, tu della tua dato che sei solo.>>
<<Tu vuoi un'alleanza con Poseidone?>>domandai sbigottito.
<<La cabina 0 è stata sola abbastanza e Castellan se n'è ha approfittato. Un'alleanza potrebbe creare un fronte compatto per...aiutare una guerriera che rispetto>>
Non era così assurdo, forse. Anche se Sam non avrebbe mai voluto protezione, motivo in più per accettare.
<<Il nemico del mio nemico è mio amico. Sveglia, Jackson!>>sbottò.
Il nemico era Luke, Crono ed era meglio avere Clarisse come alleata che come nemica. Forse l'aveva pensato anche Sam, per questo gli aveva dato la bandana o forse gliela aveva data perché aveva saputo che Luke aveva consigliato Ares.
Il fatto che riconoscesse il figlio di Ermes come nemico, be', era un passo in avanti. In più se io fossi stato da un lato e lei dall'altro, Sam sarebbe stata più al sicuro l'estate successiva.
<<Ci sto, accetto l'alleanza>>
Non mi diede la mano, niente presa segreta o roba da alleati. Si limitò a lanciarmi un'occhiataccia, come se fosse disgustata per averlo fatto, poi imprecò in greco e tornò a gridare ai suoi fratelli che erano degli idioti, che dovevano muoversi a sistemare il tetto.
Ero stupito, dirlo a Sam era fuori discussione, mi avrebbe preso a calci o mi avrebbe letteralmente trasformato in Nemo.
Ci misi un lungo minuto per riprendermi ma alla fine mi affrettai, pronto a correre verso la U delle cabine.
La prima volta ero rimasto piuttosto confuso di fronte al nulla, al grande spazio vuoto tra la cabina onoraria di Era e quella vuota di Zeus.
Mi resi conto che facevano da cuscinetto a quella di Ecate, o forse la contenevano.
Non si vedeva nulla, al contrario, sentivo che era una pessima idea.
Era strano, onestamente, volevo entrare ma sentivo di non doverlo fare, mi spaventava a morte, come se...oh, Sam.
Quello era un incantesimo per tenere lontani gli altri, la foschia nascondeva la casa ma la magia spaventava gli altri. Lo riconobbi dall'odore, dalla sensazione, avevo sentito la stessa cosa agli Inferi.
Che strega intelligente.
Quindi, dopo ciò che avevo visto, non avrei avuto paura di attraversare un velo magico.
Allungai una mano, quella sparì e io per poco non tirai un urlo e un secondo dopo mi lanciai dentro, prima di ripensarci.
Mi testai il corpo, giusto per essere sicuro di essere ancora tutto intero.
Alzai lo sguardo e...<< oh, non ci credo!>>
Samira era di spalle, ferma sulla scalinata e con la testa bassa.
Doveva essere stata seduta lì e forse aveva creduto che non sarei entrato, quindi aveva optato per tornare nella cabina ma io ero lì.
Lei lo sentiva, ero l'unico idiota che aveva il coraggio di seguirla ancora.
<<Non avevi promesso che alla fine dell'impresa saresti stato lontano da questa cabina?>> mormorò piano.
Non si voltò e io mi avvicinai, per sbirciare. Si stava nascondendo da me e Cassian comparve sul portico, gracchiando un avviso che ovviamente non potevo capire.
<<Tecnicamente non ho promesso nulla, colpa di Annabeth. Ora puoi guardarmi?>>
Sale.
C'era odore si sale, non veniva dalla costa ma da lei.
Avanzai fino a raggiungere l'ultimo scalino, non osai mettere un piede sopra perché avevo un po' l'ansia che la casa mi avrebbe mangiato.
Per eterno, estenuante minuto, lei non si mosse.
Non avevo mai incontrato nessuno che fosse in grado di restare immobile in quel modo, perciò mi concentrai sulla maglia arancio ancora sporca.
Si girò lentamente, le scarpe rosa fecero appena rumore ma ciò che davvero fece rumore fu ciò che vidi. Dentro di me tirai un grido di pura rabbia.
Samira Arrow, la ragazza più tosta di sempre, acida e insopportabile, stava piangendo.
Aveva le guance bagnate, le labbra arrossate per i morsi, gli occhi gonfi e rossissimi.
Non riuscì a parlare, cosa potevo dire senza confessare che avevo una voglia matta di prendere a sberle Luke Castellan? Sporco traditore.
Lui non meritava le sue lacrime.
<<Che cos'è che vuoi questa volta?>>domandò, la sua voce non era rotta, ma dura.
<<Non posso immaginare quello che...che senti>>
Si pulì una guancia, un tic nervoso<<No, non è così. Sono solo stanca>>
<<Sai di essere mortale per metà, vero?>>domandai, alzando le spalle.<<I mortali stanno male ogni tanto>>
Ma onestamente pensai che lei non stesse male ogni tanto, me ne sarei dovuto accorgere prima. Forse ce l'avevo anche un po' con Annabeth, era la sua migliore amica e non si era mai interessata a scoprire niente? Aveva lasciato che Luke diventasse l'unico davvero importante per Sam. Non era giusto.
Non era giusto che Chirone avesse sottovalutato la situazione, quando era l'unico adulto a poter fare qualcosa e si era limitato a obbligarla a venire con noi.
Lui aveva detto che le avrebbe fatto bene, era stato così, vero?
<<Non posso permettermelo, Percy>>
<<Perché no?>>
Distolse lo sguardo<<Luke non è sopravvissuto a quel male. Non era così prima e poi...poi la tristezza, la rabbia e la vendetta lo hanno consumato>>
Lo stava giustificando.
Strinsi i pugni, non avrebbe dovuto. Aveva fatto la sua scelta.
<<Tu non sei lui>>
<<Non hai sentito quello che ha detto? Aveva ragione, gli dei giocano con noi. Dopo quello che ho fatto gli altri semidei...>>la voce le tremò<<qui nessuno mi vuole. Neanche la mia stessa madre mi vuole>>
Fece un altro passo<<Io sì. Io, Annabeth, Grover, persino Clarisse e molti altri sono sollevati che tu sia qui. E per tua madre, Sam, non è colpa tua>>
<<Ah no? Ero sull'Olimpo, Percy!>>esclamò, le lacrime scesero<<Ero lì, poteva presentarsi ma non è venuta. Non ha fatto nulla per aiutarci, non l'ha mai fatto.>>
<<È un problema suo, non tuo. Tu sei una persona buona, Sam. Sei migliore di Ecate, di Luke, per questo non ti farai consumare. Per questo non ti sei alleata con lui, hai fatto la cosa giusta>>
Ci fu una scintilla nei suoi occhi, che per un secondo mi fece dubitare di me stesso. E se una parte di lei avesse creduto a Luke?
Sapeva che avevo sentito ogni singola parola che si erano scambiati?
Sapevo che gli aveva suggerito di fingere di niente, che avrebbero nascosto il suo tradimento.
Scacciai quel pensiero, era rimasta alla fine e soprattutto si era opposta a lui.
<<Come lo sai? Come sai che sono buona?>>domandò<<Sono sempre terribile con te>>
<<Ma sei sempre al mio fianco. È così che ho imparato a conoscerti, non da quello che hai detto ma da quello che hai fatto>>
La vidi esitare, cercò di indietreggiare verso il gradino superiore e io la imitai, ignorando il versaccio possessivo di Cassian.
I suoi occhi blu saettarono su di me, mi accorsi che con le lacrime sembravano schiarirsi, mi ricordavano il colore della schiuma che raggiungeva la sabbia.
<<Ti senti delusa, credo e lo capirei se ora volessi rifugiarti nel tuo mondo, lontano da chiunque. Giuro, lo capirei. Ma non farlo, non rinchiuderti dove non potrò trovarti.>>
Forse la stavo un tantino supplicando. <<Perché?>>
<<Perché sei mia amica>>
Sussultò e io feci un sorriso gentile, più gentile di quanto mi aspettassi. Non avevo paura di lei, non mi sarei comportato come tutti gli altri, soprattutto ora che sapevo.
<<Tu sei..>>sussurrò<<strano>>
Sorrisi di più, come un'ebete, rispondendole come avevo fatto l'ultima volta<<Lo so>>
Fu lei a scendere di un gradino, avvicinandosi ancora di più. Mi sovrastava di pochi centimetri. Non m'importò se stavo andando a fuoco, in mezzo secondo quella ragazza mi aveva trasformato in un cretino tutto rosso.
Alzò una mano e le sue dita si posarono sulla mai ferita.
Il taglio era in via di guarigione, si stava schiarendo e non bruciava più grazie al nettare ma i suoi occhi registravano tutt'altra cosa.
Il senso di colpa, la vergogna...
<<Scusa>>
<<Ho già preso del nettare, entro stasera sarà sparito>>bisbigliai, lei guardava solo il taglio<<Non volevi farlo>>
Sapevo cosa stava pensando, era troppo stanca e vulnerabile per nascondere ciò che pensava e provava.
Era la prima volta da quando l'avevo incontrata che mi sembrava così mortale, meno divina, meno indifferente. Per una volta non mi parve irraggiungibile.
<<No, infatti>>
Sollevai la mano per prendere la sua, cercò di evitare il contatto ma non le diedi scelta.
Sfiorai la sua voglia bianca e finalmente mi guardò negli occhi. Non volevo che si sentisse in colpa<<Lo so. Mi fido di te. Dico davvero, so cosa ho visto>>
<<Cos'hai visto?>>
In realtà non lo sapevo<<Ho visto te e non ne ho paura>>
Fece il sorriso più triste di sempre ma non si oppose più alla mia stretta, la tirai per scendere di un gradino. Poi un altro e mi mandò uno dei suoi sguardi confusi. <<Che fai?>>
<<Faccio l'amico, però, ti prego...non trasformarmi in un pesce palla>>
Tentò di ridere ma anche quella risata parve triste. Scendemmo tutti gli scalini fino a che non mi fermò, l'idea di varcare la barriera non le piaceva proprio.
<<Non ho tempo per questo. Devo preparare le mie cose>>
<<Per fare cosa?>>
<<Torno a casa. È la cosa migliore>>
No, mancavano ancora diverse settimane prima che i semidei che volevano andarsene potevano partire. Io stesso sarei andato via con Annabeth e...non volevo stare lì per tutto quel tempo senza di lei.
<<No, non è meglio, né per te, né per nessuno>>commentai<<Protesti aiutare a riparare ciò che si è rotto>>
Guardò fuori, ciò che aveva fatto<<Non sono una figlia di Efesto. Io non sistemo le cose, io le cambio e spesso le distruggo per farlo>>
Non era autocommiserazione, sembrava una delle sue solite spiegazioni sul mondo greco. Forse il suo potere si era mostrato sempre così, però poteva anche conoscerlo meglio.
Incontrare mio padre mi aveva fatto capire che le cose potevano essere ben diverse da come ci aspettavamo che fossero. A volte in modo positivo, altre negativo.
<<Sei quello che scegli di essere, secondo me>>
Si voltò a guardarmi, la guance le brillarono e io trovai che fosse davvero carina.
Le tremò il labbro, vederla così era terribile onestamente.
Avevo visto mia madre piangere ma mai così, con quella disperazione negli occhi.
<<Nulla sarà come prima, Percy>>
Le strinsi la mano ancora più forte, non l'avevo lasciata cadere da sola dall'arco, non lo avrei fatto neppure ora. <<Lo affronteremo insieme>>
<<Non so se posso>>
"Non so se posso affrontare Luke", stava cercando di dirmi.
Io ero arrabbiato e anche Annabeth lo era, come chiunque ma Samira no, lei stava assorbendo il colpo in modo diverso.
Avrei mentito se le avessi detto che non doveva preoccuparsi, perché l'avrei fatto io al suo posto. Luke sarebbe tornato prima o poi e sapevo che sarebbe stato per lei. Era questione di tempo.
<<Allora concentrati su ciò che puoi affrontare>>
Mi lanciò un'occhiata di rimprovero<<Tipo?>>
<<Tipo una certa barriera che ti rende invisibile e spaventosa.>>sdrammatizzai.
Cassian fece un verso, lei sospirò<<Qualcos'altro?>>
<<Io ti ho vista e non ho avuto paura di te>>ripetei<<Non è forse ora che ti vedano anche gli altri?>>
La mia non era un'idea su due piedi, ci avevo pensato prima di addormentarmi quella notte. Quando era andato tutto male si era nascosta, aveva creato muri e aveva allontanato chiunque, le era stato permesso perché nessuno aveva combattuto per lei.
Però ora c'eravamo io, Annabeth e Grover. Grover più o meno.
Per battere Luke dovevo dimostrarle che aveva torto, che non era lui il solo che la capiva, che voleva la sua amicizia.
Forse era un piano stupido ma...
<<Non è che questa è un'idea di Annabeth?>>
Alzai le sopracciglia<<Ehi, posso essere anch'io intelligente>>
<<Lei è intelligente. Grover è quello gentile. Tu sei quello pazzo del gruppo>>
<<E tu cosa saresti nel gruppo?>>le sorrisi.
<<Sono quella che ha stile>>
Risi un po', rilassandomi e lei sorrise ancora di più, senza mai staccarsi dalla mia mano.<<Sei pronta a farlo?>>
<<No>>sospirò dopo un po'<<Ma se ho imparato una cosa da quel bipolare rockettaro di tuo zio...>>
<<Ehi! Non è colpa mia se Ade è mio zio>>risi, fingendomi offeso.
<<Non mi farò controllare dai dubbi, dalla mia stessa paura.>>
Ricambiai lo sguardo, erano ore che non mi sentivo in grado di respirare e dopo tutto quello che era successo, che avevamo scoperto, quasi barcollai per il sollievo.
Sarebbe rimasta quei giorni, per aiutare e speravo che bastasse anche per aiutare lei, in ogni caso l'avrei tartassata fino all'estate dopo.
Ero impertinente, no?
Quindi gli feci un sorriso impertinente, lei alzò gli occhi al cielo proprio mentre sollevata l'altra mano.
Osservai il movimento, così calmo e grazioso, il polso disegnò un'onda e la mano che mi stringeva divenne caldissima.
Le sue labbra si schiusero ma non uscì alcuna parola, non sapendo leggere il labiale mi concentrai sul velo che iniziò a muoversi, sembrava un panno steso ed invisibile.
Delle luci rosate brillarono, bruciando l'incantesimo fino a che lei non abbassò il polso e la magia non assorbì tutta la foschia.
Tutti videro quel trucchetto, attirò l'attenzione di molti e quando Samira lasciò la mia mano, per stringersi le braccia, come una posizione di difesa, Cassian lanciò un verso d'avviso, minaccioso e protettivo.
Vennero molti a scoprire la cabina 0, vennero a scoprire Samira Arrow e io restai al suo fianco per tutto il tempo.
✶ ANGOLO AUTRICE ✶
Buongiorno!
Ecco, nuovo capitolo, un po' lungo ma anche di transizione.
L'ultimo di questo atto.
Cosa ne pensate?!
Finalmente abbiamo visto la cabina di Sam, e anche cosa nasconde nel profondo.
Commentate, votate e seguitemi sui social come Tik Tok e Instagram.
Ricordate che settimana prossima posterò sia L'ATTO II, con le playlist e le aestetics, sia il CAPITOLO 17.
Un bacio, semidei.
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