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20. ❲ 𝙼𝙰𝙶𝙸𝙰 𝙳𝙴𝙻 𝙽𝙰𝚃𝙰𝙻𝙴 ❳
La vigilia di Natale.
Il mio giorno preferito dell'anno, dopo il mio compleanno, logicamente.
Il ventiquattro dicembre era finalmente arrivato ma nonostante ci fosse nell'aria la gioia natalizia, io non la sentivo.
Il mio cattivo stato d'animo era dovuto ad una persona: Conrad Fisher.
Assurdo come il mio umore dipendesse in gran parte da come andavano le cose fra di noi.
In quel caso, le cose non giravano nel verso giusto ed io me la prendevo in malo modo con chiunque.
"Ele, insieme a tua mamma e Susannah stiamo cucinando i brownies, vieni a darci una mano?" Belly si sedette sulla poltrona accanto al divano, sulla quale ero stravaccata da tutta la mattinata.
"Mh" mugugnai mettendomi a sedere e stiracchiandomi.
"Hai davvero dormito per tutto questo tempo?" inarcò un sopracciglio.
"Forse, non lo so" mi grattai la fronte
"Laurel?"
"È uscita con Jeremiah e Steven per delle commissioni" mi spiegò ed io annuii.
"Conrad?" mi venne spontaneo domandarlo, difatti volevo schiaffeggiarmi.
"È uscito stamani presto, un po' prima che scendessi tu e ti impadronissi del divano" ridacchiò. Io feci cenno con il capo e mi alzai perdendo leggermente l'equilibrio e finendo quasi addosso all'albero di Natale che adornava il salotto di casa mia.
"Per l'amor del cielo, quest' albero è troppo ingombrante" mi lamentai chinandomi e raccogliendo una pallina che era caduta poco prima.
"Signorina sei troppo acida in questi giorni" commentò mio padre entrando nella stanza. Belly soffocò una risata perché sapeva bene la causa del mio malumore. Lei come anche Steven, Jeremiah e lo stesso Conrad.
"Chiedo perdono, riferisci a Babbo Natale che non voglio trovare del carbone sotto l'albero!" dissi sarcasticamente. L'uomo mi lanciò un'occhiataccia, poi passò lo sguardo sulla mora seduta sulla poltrona.
"La lascio a te, io me ne lavo le mani e vado al centro commerciale a comprare nuove lampadine per gli alberi fuori" disse a Belly che annuì sorridendo.
"Ciao papà" gli mandai un bacio volante mentre usciva dalla casa.
"Sei troppo antipatica. Hai anche la faccia stanca"
"Litigare con quel ratto biondo è impegnativo e mi sciupa energie" mi riferii a Conrad.
"Adesso basta pensare al ratto, bisogna preparare tutto per stasera! Oh Dio, sono così emozionata di passare la vigilia e il Natale insieme a voi!" battette le mani alzandosi e iniziando a saltellare.
"Dove trovi tutta questa voglia di vivere" mi portai una mano sulla fronte.
"Forza forza!" mi prese per mano e ballando mi portò in cucina.
☾
Arrivò la sera e di conseguenza stavamo finendo di preparare le ultime cose per la cena.
I miei genitori avevano perfino preso dei maglioni rossi e dei cardigan verdi per tutti i presenti:
i maglioni avevano principalmente, come stampe al di sopra, delle renne, dei fiocchi di neve o addirittura il Grinch; i cardigan invece avevano degli alberelli di natale o pupazzetti di neve.
Non sapevo se definirli carini o imbarazzanti; magari erano entrambi.
Io avevo scelto un maglione rosso con delle renne bianche stilizzate al di sopra, e lo avevo abbinato ad un jeans chiaro; e per finire, converse rosse.
"Eleanore! Ti prego!" Jeremiah entrò come un razzo nella mia stanza.
"Hey! Se fossi stata nuda? Non si piomba nella stanza delle persone!" lo rimproverai allacciando la scarpa.
"Non risponderò alla domanda" alzò le mani in segno di resa
"Mi serve il tuo aiuto" mi raggiunse. Io mi alzai dalla sedia e lo superai iniziando a camminare verso l'uscita della stanza.
"Mh dopo" risposi, ma non demorse e mi seguì.
"Ho bisogno del mio caricabatterie che ho lasciato in camera, hanno però urgentemente bisogno di me al piano di sotto. Corri a prendermelo e me lo porti? Mi trovi in cucina!" l'ultima frase la urlò praticamente, era già giù per le scale. Sbattei più volte le palpebre e mi diressi nella stanza dove alloggiavano i ragazzi.
"Hey" salutai Belly che era appena uscita dal bagno.
"Dove vai?" chiese. Aveva una strana espressione dipinta sul volto.
"A prendere il caricatore del cellulare a Jere" camminai insieme alla ragazza fino alla camera.
"Che fai, non entri?" domandai quando si fermò sulla soglia della porta.
"Ti aspetto qui" rispose facendo i pollici in su.
Entrai in stanza cercando sulla la parete, l'interruttore per accendere la luce.
Quando lo trovai, schiacciai e potei intravedere sul letto singolo, Conrad, che dormiva beatamente.
"Ma che-"
La porta si chiuse e a seguire si sentì il suono di una serratura.
"Letteralmente ci hanno chiusi dentro questa stanza" commentai ad alta voce, con l'intento di svegliare quel buono a nulla; mi avvicinai alla finestra per cercare un modo di uscire da lì.
"Non buttarti giù, non ho voglia di chiamare i soccorsi" disse svogliatamente mettendosi a sedere sul letto.
"Sempre sul pezzo Fisher" alzai gli occhi al cielo facendo finire lì quella conversazione.
Non se ne aprì un'altra. L'orgoglio era una cosa che non giocava a nostro favore.
Però chissà, magari la magia del Natale o il troppo alcol bevuto dal signorino seduto sul letto, gli diede la forza di parlare.
"Ricordi quel libro che desideravi così tanto, che però non trovavi mai? Io ricordo le tue imprecazioni in chiamata quando dopo aver girato l'ennesima libreria, non lo trovavi" ridacchiò ed io annuii facendogli cenno di continuare.
"Ecco, Bethany lavora in una libreria in Belgio ed è riuscita ad averne una copia. Ero in contatto con lei per farti avere questo" si alzò e trattenni il respiro per un attimo mentre si avvicinava ad un cassetto della scrivania.
"Adesso farai uscire da lì un'arma e mi sparerai" osservai coprendomi la faccia con le mani.
"Doveva essere una sorpresa!" sbuffò ironicamente, sorridendo.
Mi avvicinai per capire di cosa si trattasse.
"Tieni" mi porse un sacchetto color verdognolo.
"Dovrebbe essere il mio regalo di Natale?" mi accigliai prendendo il pacchetto.
"Esatto. Se vuoi puoi aprirlo dopo cena, insieme agli altri. Intendo, allo scoccare della mezzanotte" disse impacciato.
"D'accordo"
"Anche se credo tu abbia capito già cos'è, al massimo dopo f-"
"Mi fingerò sorpresa" mi spuntò un sorriso, perché avevo capito cosa ci fosse all'interno: il fatidico libro.
"Ti ringrazio tantissimo" lo abbracciai. Nonostante fosse un po' sorpreso, ricambiò anche lui la stretta.
"Magari dovresti ringraziare anche la cugina Bethany" sussurrò ed io mi staccai lentamente.
"Cugina?" pronunciai lentamente inclinando il capo e lo osservai.
"Già" abbozzò un sorriso.
"Beh, potevi dirmelo prima che era tua cugina e non la tua amante del college!" lasciai cadere le braccia lungo i fianchi.
"Non mi lasciavi finire una frase, sei molto un treno quando ti arrabbi" rise.
"Abbiamo sprecato questa settimana per un capriccio" commentai guardando verso il basso.
"Si può sempre rimediare, manca ancora qualche giorno" mi prese il mento fra l'indice e il pollice facendomi alzare il viso, permettendomi di guardarlo negli occhi.
"Sarà meglio" sorrisi avvicinandomi.
Finalmente annullò le distanze tra noi. Mi mancava la sensazione sentire le sue labbra sulle mie. Qualcosa però ci interruppe.
"Ragazzi, il piano è riuscito!" Jeremiah aprì la porta, battette poi il cinque a Steven e Belly.
"Finalmente gli sposini hanno fatto pace" commentò Steven.
"Adesso il caricabatterie te lo rompo" come un lampo presi l'oggetto dal comodino e glielo lanciai contro.
"Ma sei pazza!" Jere si lamentò, provocando una risata generale.
"Così impari a mentirmi!" mi giustificai prendendo a braccetto un Conrad sorridente, e scendendo al piano di sotto.
☾
Passammo tutti insieme un'ottima serata, il cibo fu strepitoso, e così anche il resto.
Finalmente sentivo la magia del Natale.
Allo scoccare della mezzanotte, facemmo prima un brindisi e poi passammo allo scarto dei regali: la parte più attesa della giornata.
Eravamo tutti riuniti attorno al grande albero di Natale, intenti ognuno a scartare i propri pacchetti.
"Hey, vieni con me" mi alzai dal divano porgendo la mano a Conrad, che per tutta la sera era stato al mio fianco.
"Ma dove?" sussurrò guardandosi intorno.
"Fidati di me, non fare troppe domande"
"Dove andate?" chiese Susannah mentre silenziosamente ci stavamo allontanando.
"Fuori" risposi sorridendo, tenendo con le mani dietro la schiena il regalo che dovevo dare a Conrad.
"Vi aspettiamo per i dolci" ci fece l'occhiolino. La salutammo e uscimmo.
"Quanto amo la neve" confessai una volta raggiunto il lato esterno della casa.
Camminavamo per le strade, nevicava ed io dovevo assolutamente portare il biondo in uno dei miei posti preferiti, che fortunatamente si trovava vicino la mia dimora.
"Ami più me, ammettilo" sorrise beffardo quando raggiungemmo la nostra destinazione. Vi era un panorama mozzafiato, si vedeva in pratica tutta la bellezza di Londra: le case innevate, illuminate dalle luci decorative che adornavano ogni abitazione. Per non parlare della poca neve che cadeva che rendeva il tutto magico.
"Magari" risposi.
"Mh?"
"Magari, è vero che amo più te" confessai guardandolo con l'angolo della bocca inarcato.
"Sarebbe un peccato se non fosse così, perché io davvero ti amo, Anna dai capelli rossi" confessò ed io strabuzzai gli occhi.
In risposta subito gli gettai le braccia al collo e lo baciai. Posò le mani sui miei fianchi approfondendo il bacio.
"Menomale che volevi rispedirmi in Inghilterra. Ma tu guarda, ti ho trascinato con me" mi staccai leggermente e gli toccai con l'indice la punta del naso.
"Non farmene una colpa, eri insopportabile all'inizio" roteò gli occhi al cielo, ridendo.
Sbuffai facendo la finta offesa.
"Buon Natale, mio caro Connie" gli porsi il pacchetto, con un sorriso stampato in faccia. Lui mi porse invece quello che aveva portato per me.
"Buon Natale anche a te, mia dolce Norry"
« oh, darling, all of the city lights
never shine as bright as your eyes »
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🌙
ironico il fatto di scrivere sul Natale
in piena estate lol
fatemi sapere cosa ne pensate<3
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