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ix.






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9. ❲ 𝙿𝙴𝙻 𝙳𝙸 𝙲𝙰𝚁𝙾𝚃𝙰 ❳



"Cosa?! Ma sei pazza?" gridò Belly.

"Non voglio più partecipare al ballo" le confessai per l'ennesima volta nel giro di cinque minuti.

Eravamo in camera sua, lei era davanti lo specchio che si truccava e pettinava mentre io ero stesa sul letto, in una posizione alquanto strana e per quanto potesse sembrare scomoda, in realtà era il contrario.

"E per quale ragione? Insomma ci siamo quasi, tra poco abbiamo le prove e tu te ne esci così all'improvviso?!" quasi le andò lo scovolino del mascara nell'occhio per quanto era inorridita dalla mia scelta.

"È stata una pessima idea: non so ballare, non ho un accompagnatore e il bianco non mi sta bene. Sono stata troppo impulsiva nel dire di sì" elencai le varie ragioni e per aiutarmi usai le dita.

"Neanche io ho un accompagnatore, troveremo una soluzione" cercò di convincermi.

"Tu hai Cam Cameron" corrucciai le sopracciglia alzando solo la testa per guardarla.

"E tu potresti andare con uno dei fratelli Fisher" fece spallucce.

"Neanche morta" mentii spudoratamente.
Non sarebbe stato affatto male andare al ballo con Conrad, però ormai avevo già preso una decisione.

"E comunque non credo che chiederò a Cam di accompagnarmi..." abbassò il capo posando nel cassetto il mascara.

"Perché mai?"

"Non credo che questa «storia» possa andare avanti" mimò virgolette.

"Non provi più le stesse cose? È per Conrad per caso?" mi raddrizzai sul letto, cercando di capire meglio la situazione.

"No, neanche per lui. È che sono confusa, ecco tutto. Ho bisogno di tempo per pensare... credo che oggi glielo dirò" passò la spazzola sui lunghi capelli neri.

"Ah" mi alzai e andai verso di lei per aiutarla a truccarsi.

"E tu invece? Che ci facevi l'altra sera insieme a Conrad? In acqua?" ridacchiò alzando e abbassando le sopracciglia.

"Siamo... caduti" storsi il naso.

"Come diavolo avete fatto a cadere" esclamò mentre le passavo con un pennello a setole morbide, del blush sulle guance.

"Eravamo seduti sulla ringhiera, non fare domande" le puntai il pennello contro. Rise.
Ero indecisa se dirle del quasi bacio o meno; non sapevo se aveva ancora una cotta per Conrad e l'ultima cosa che volevo era ferirla.

"Adesso scenderò giù e informerò Susannah. Dio mi sento così in colpa" portai le mani sulla faccia.

"Partecipa allora" la fece semplice.

"No" scossi il capo prendendo un respiro profondo.

Accompagnai Belly al piano di sotto, lei andò al club in compagnia di Laurel mentre io andai da Susannah per aggiornarla sul ballo.

La trovai seduta su una sdraio, con una tazza di caffè fumante tra le mani, mentre contemplava la sua piscina.

"Buongiorno" dissi avvicinandomi a lei.

"Buondì" mi sorrise
"Mi sbaglio o dovresti essere nella macchina di Laurel in questo momento?" mi guardo corrucciando le sopracciglia, non sembrava arrabbiata.

"A questo proposito..." mi sedetti accanto a lei
"Ci ho pensato a lungo, il pensiero mi tormenta. Non me la sento di partecipare al ballo" abbassai il capo.

"Cosa?" strabuzzò gli occhi.

"Mi dispiace tantissimo"

"Ne sei sicura? Non ti capiterà più una cosa del genere, o almeno non qui e non con noi" mi prese la mano e la strinse
"Pensaci, pensaci davvero ben-"

"Non dovresti essere al club?" Jer piombò giù per i gradini del giardino interrompendo il nostro discorso
"Sai tipo... a ballare?" iniziò ad ondeggiare col corpo imitando un ballo, facendo ridere sia me che sua madre.

"Eleanore ha deciso di non partecipare più al ballo, le dici qualcosa tu? Grazie tesoro" fece l'occhiolino al figlio.

"Non dirmi che ti tiri indietro, non sembri proprio il tipo" mi sfidò.

"Jeremiah non ci provare" mi alzai in piedi mettendomi di fronte a lui, indicandolo.

"Cos'è che ti blocca?" chiese mettendo le mani sui fianchi.

"Tante cose, ma soprattutto non ho un accompagnatore. Con chi avrei provato oggi? Con una sedia?" gesticolai.

"Per oggi proverò io con te, poi pensiamo a chi effettivamente ti accompagnerà" mi propose.

"Non devi lavorare oggi?" lo guardai inarcando un sopracciglio.

"Dovrei, ma per la pel di carota del mio cuore, questo e altro" fece un inchino.

"Questo nuovo nomignolo è un velato insulto verso miei meravigliosi capelli?" socchiusi gli occhi in due fessure tenendo un sorrisetto sul volto. Lui alzò le braccia in segno di resa.

"Dai allora, ci stai?" mi porse la mano.

"D'accordo" gli strinsi la mano, però quando diedi uno sguardo ai miei piedi notai che ero in ciabatte
"Metto i tacchi e arrivo. Aspettami!" gli dissi per poi salutare Susannah che ci guardava con un sorrisone.

"Mi trovi in cucina a bere caffè!" gridò Jer.

Arrivai al piano di sopra, la porta della camera di Conrad era chiusa, probabilmente stava ancora dormendo.
Quel giorno avrei voluto parlargli di ciò che era successo la sera prima.

Una volta messi i tacchi ed essermi sistemata leggermente scesi al piano di sotto ed andai in cucina. Prima di scendere notai che però la stanza di Conrad era socchiusa.

"Quanto cavolo ci hai messo per infilare dei tacchi?!" mi rimproverò Jeremiah quando feci il mio ingresso in cucina.

"Conrad?" sorvolai ciò che aveva detto.

"È appena uscito per andare in barca con lo scrittore da 151mila follower" mi rispose bevendo il suo caffè.

"Era qui poco fa e non ho sentito niente?" mi colpii la fronte con la mano destra.

"Saranno stati i tacchi" scrollò spallucce lasciando nel lavandino la tazza vuota
"Andiamo?" domandò. Gli feci una smorfia e ci avviammo verso l'auto.

Una volta arrivati al club invocai tutte le divinità, sperando che non avessero già iniziato le prove.

"Ma tu proverai così?" quasi fuori la sala prove lo indicai, era in t-shirt e costume. Si guardò intorno e adocchiò una giacca poggiata su una sedia in mezzo al corridoio
"Oh mio Dio, sei anche un ladro di giacche adesso" ridacchiai.

"Non la sto rubando, semplicemente la prendo in prestito" la indossò.

Entrammo nella stanza e Paige insieme ad un'altra donna erano intente a spiegare qualcosa riguardante un valzer.
Perfetto, ero pronta alla seconda ramanzina da parte della donna.

"Buongiorno" sorrise raggiante Jeremiah, facendo girare tutti verso di noi.

"Di nuovo in ritardo Wyse. Quale è la scusa, questa volta?" Paige incrociò le braccia al petto.

"Non mi sentivo molto bene, la macchina non partiva e... la mia tartaruga di terra, di nome Ilary, si è trovata improvvisamente in piscina. Dovevo salvarla" diedi decisamente libero sfogo alla mia fantasia, un po' troppo forse ma la donna sembrò crederci. Tutti in effetti, tranne Belly che mi guardava cercando di non ridere.

"Mh, ultima volta che lascio passare questo genere di comportamento. Adesso vai in posizione" mi ordinò.
Annuii e andai insieme a Jer dove c'era un po' di spazio.

Ci posizionammo uno di fronte all'altro, mise le mani sui miei fianchi ed io le braccia attorno al suo collo. Iniziammo a muoverci a ritmo di musica, sotto lo sguardo curioso di Belly.
La guardai con uno sguardo del tipo
ti spiegherò tutto dopo.

"Voglio conoscere la tartaruga Ilary adesso" sussurrò il mio compagno di valzer. In risposta gli pestai un piede.

"Gesù Ele, mi hai ucciso. Aggressiva" commentò mantenendo sempre quel sorrisetto. Ogni tanto lasciava qualche sguardo fugace a Belly, che non esitava a ricambiare. Allora lì la domanda mi sorse spontanea: stava succedendo qualcosa ed io non me ne ero accorta?

"Devo assolutamente andare a lavoro adesso" mi avvisò Jeremiah quando ormai era passato del tempo dall'inizio delle prove, eravamo quasi alla fine probabilmente.

"Non posso restare da sola" chiusi gli occhi per pensare ma per sbaglio gli calpestai nuovamente il piede.

"Già mi calpesti i piedi vedendoci, figurati se inizi a ballare il ballo dei ciechi" si fece scappare.

"Jeremiah Fisher giuro che ti uccido" lo guardai in cagnesco
"Ho un'idea, ce la svigneremo insieme" gli spiegai il mio piano che fondamentalmente consisteva nel fingere;
c'erano due opzioni:
la prima, far finta di svenire e Jer mi avrebbe portata fuori ( probabilmente però avremmo dato troppo nell'occhio e la situazione si sarebbe aggravata);
la seconda, semplicemente avvicinarsi a Paige e dirle che stavo di nuovo male, Jer mi avrebbe accompagnata e saremmo andati insieme in piscina.

"Tre, due, uno... azione"

"Paige mi sento di nuovo male, posso andare un attimo in bagno? Per favore" cercai di essere quanto più convincente possibile.

"Abbiamo quasi finit..."

"La prego, mi sento davvero malissimo" tossii poggiandomi la mano davanti la bocca.

"D'accordo" sospirò
"Jeremiah accompagnala" e quest'ultimo annuí.
Uscimmo dalla stanza e ci battemmo il cinque.

Una volta arrivati al lato esterno del club, dove Steven lavorava al bar e Jer come bagnino, mi tolsi il vestito restando in costume.
Una delle regole fondamentali a Cousins è quella di avere sempre il costume indosso, non sapevi mai quando avevi l'occasione di fare un bagno.
In quel caso restai semplicemente un po' al sole, mi sdraiai sul lettino e chiusi gli occhi.

Quando arrivai al massimo della sopportazione dei raggi solari decisi di alzarmi e andare a prendere una granita al bar.

"È davvero esilarante vedere Jeremiah che insegue quel diavoletto" commentai insieme a Steven, che stava preparando la mia granita alla fragola.
Ero seduta vicino al bancone attendendo il mio piccolo ordine.

"Quel bamboccio è davvero terribile" rise il moro porgendomi la granita.

Ringraziai e feci per andarmene, ma nel momento in cui feci un passo per tornare al lettino, il liquido semi congelato cadde spiaccicandosi al suolo e sulla mia pelle nuda, dato che avevo appena scontrato qualcuno.



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🌙
questo capitolo è dedicato
un po' al rapporto
tra Eleanore e Jeremiah;

ma don't worry perché domani
al centro dell'attenzione ci sarà
di nuovo il nostro Conrad,
e non solo :P

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