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𝐱𝐯𝐢𝐢𝐢.

Entriamo nella casa, spegnendo le torce e restando quasi al buio. L'unica luce proviene dall'accendino che Eddie ha in mano. Se solo aprissimo la luce principale, verremmo notati di sicuro.

-Dove sono gli altri?- ci chiede Eddie, sedendosi per terra, contro la parete. Io e Steve facciamo lo stesso, distendendo le gambe davanti a noi.

-A casa di Victor Creel- rispondo -hanno un bel pò di ricerche da fare-

Eddie annuisce, ma non dice niente. Estrae dalla tasca dei pantaloni un pacco di sigarette, ne prende una e la accende con lo stesso accendino con cui ci fa luce.

-Ti sembra il momento giusto per metterti a fumare?- sbotta Steve, massaggiando si nervosamente la fronte.

-È sempre il momento giusto- replica lui, mentre io gli avvicino le dita alle labbra e gli sfilo la sigaretta. Lui protesta debolmente, ma a quel punto ho già fatto il mio tiro. Gliela ripasso, mentre una nuvola di fumo mi avvolge i capelli.

Restiamo tutti e tre in silenzio, la testa poggiata sulla parete. Ad un tratto Eddie spegne l'accendino, facendoci piombare totalmente nel buio. Ma nessuno protesta. Siamo davvero stanchi, e dopo un pò sento le forze venirmi meno. Sto per lasciarmi andare contro la spalla di Eddie, quando il walkie talkie che Steve ha accanto inizia a trasmettere qualcosa.

-Steve? Sono Robin, riesci a ricevermi? Passo- sento, rizzandomi subito a sedere. Steve agguanta l'oggetto, affrettandosi a rispondere.

-Sì Robin, ti ricevo. Che succede? Passo-

-Abbiamo una pista- risponde lei -abbiamo capito come seguire i movimenti di Vecna-

-Grandioso-. Steve sorride, lanciandomi un'occhiata piena di ottimismo.

-Allora veniamo a vedere. Poi ritorneremo qui tutti insieme- dice, dopo avermi visto annuire.

-Ok, vi aspettiamo. Passo e chiudo-

Abbassa l'antenna, alzandosi di scatto in piedi. Eddie lo segue a ruota, poi mi porge la mano per aiutarmi. Ormai la sua sigaretta giace spenta in un angolo del pavimento.

Faccio per allontanarmi, quando sento la sua mano chiudersi intorno al mio polso, tirandomi di nuovo verso di lui. A pochi centimetri dal suo volto, riesco a sentire l'odore di fumo che ha intorno. Lo stesso odore che credo di avere anche io, in questo momento.

-Fa attenzione- mi dice soltanto, con occhi grandi e colmi di preoccupazione, quasi di paura. Nel buio totale sembrano ancora più scuri, noto osservandolo, tanto da confondersi con la pupilla stessa.

Io gli sorrido nel modo più rassicurante possibile. Sembra così indifeso, impotente e spaventato che devo frenare con molta difficoltà l'impulso di abbracciarlo ancora e rimanere a stringerlo fin quando i suoi occhi ritorneranno quelli di sempre.

Dentro di me so benissimo che, questa parte di Eddie, è una parte che molti non hanno mai visto, e che probabilmente mai vedranno. Perché sono del tutto convinti che Eddie non abbia affatto una "parte" del genere.

-Anche tu- rispondo, allungandomi per arrivare alla sua altezza e lasciandogli un bacio sull'angolo delle labbra. Ed Eddie sembra finalmente ritornare se stesso quando, con un movimento così veloce che non riesco neanche a distinguerlo, mi porta una dito sotto al mento e volta di nuovo il mio viso verso di lui. Mi guarda solo per alcuni secondi, poi mi bacia con così tanto trasporto che per poco non perdo l'equilibrio.

Mi aggrappo alle sue spalle per non cadere, sussultando quando mi morde il labbro inferiore e poi si stacca da me, passandosi la lingua sulle labbra.

-Non sai da quanto volevo farlo- mormora sorridendo, facendomi ridacchiare.

-Eddie, non ci siamo visti solamente per poco più di un giorno- gli faccio notare, ma a lui non sembra interessare molto. Sta per replicare, quando Steve ricompare dalla porta e mi guarda storto. Ho il brutto presentimento che abbia visto tutto.

-Andiamo?- mi chiede, la voce leggermente alterata. Arrossisco terribilmente, mentre Eddie si volta di spalle trattenendo una risata.

-Sì, possiamo andare- annuisco, tenendo la testa bassa per nascondere il rossore. Steve esce per primo, iniziando a incamminarsi verso l'auto. Si siede al posto del guidatore, infila le chiavi e mette in moto. Quando sentiamo arrivare Jason, io sono appena uscita dalla casa.

Succede tutto così in fretta che faccio fatica a ricordare tutto con precisione. Ricordo lo sguardo allarmato di Steve, ricordo il movimento convulso della sua mano che mi fa segno di raggiungerlo immediatamente. Ricordo anche l'attimo di realizzazione durante il quale capisce che non riuscirò a raggiungerlo,  senza farmi vedere da Jason.

Ricordo poi il gesto che gli faccio con la testa, ripetendolo più volte fino a convincerlo a partire senza di me. Ricordo le braccia di Eddie che mi stringono le spalle, trascinandomi di nuovo dentro la casa.

-Devi restare al sicuro- gli sento dire, mentre rimango aggrappata a lui. Continua a fissare terrorizzato la porta. Sa che Jason lo ha visto.

-Anche tu, Eddie- rispondo a fatica, cercando di rimanere cosciente e afferrare ogni passaggio di quel momento.

-Io devo distrarli- replica, spingendomi dentro una stanza che non aveva visto prima e lasciandomi cadere su un vecchio divano.

-Ti prego, non cercare di fermarmi- aggiunge. Io rispondo con una risata amara, scuotendo la testa.

-Credi davvero che non lo farò?-

Mi sono già allungata verso di lui, ma Eddie è più veloce. Esce dalla finestra con un salto, chiudendosela alle spalle. Quando mi volto verso la porta, intuisco che abbia sigillato anche quella.

-Andrà tutto bene, Grace- tenta di rassicurarmi. Ma io riesco a sentire un velo di preoccupazione nella sua voce che tradisce quella sicurezza.

-Se ti azzardi a non tornare- replico, puntandogli un dito contro dietro al vetro -giuro che ti ucciderò con le mie stesse mani-

Eddie sorride, e pensare che ancora una volta lo faccia in una situazione del tutto poco felice e divertente mi stringe il cuore. Anche io inizio a sentire la voce di Jason più vicina, e ad un tratto Eddie sparisce dalla mia visuale.

Lo vedo correre verso una barca di legno sulla riva del lago, sempre continuando a voltarsi per controllare i movimenti di Jason. La spinge in acqua, poi ci sale sopra e inizia a remare il più velocemente possibile.

Quando vedo Jason e i suoi due amici buttarsi in acqua e partire al suo inseguimento, sento il cuore sprofondarmi nel petto.

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