𝐯𝐢𝐢.
-Vuoi dire che...- dice Eddie, non appena finisco di raccontargli tutto -esiste letteralmente tutto questo e Hawkins ha sempre vissuto nella menzogna?-
-Sì, in poche parole- annuisco.
-E tu credi che Chrissy possa essere stata uccisa da uno di quei mostri?-
-È solo un ipotesi, ma per come mi hai descritto il suo corpo non credo proprio che possa essere stato un essere umano a farle tutto quello-
Eddie chiude gli occhi, e io ho come l'impressione che stia rivivendo ciò che ha visto nella sua roulotte. Sento come il bisogno di rassicurarlo, farlo sentire meglio in qualche modo. Ma non trovo le parole adatte, riesco solamente a continuare a tenergli stretta la mano. Ho vissuto tanti momenti come quello che aveva passato lui, anche dopo Christine. E sapevo bene quanto a volte il semplice silenzio di un gesto fosse meglio di mille parole.
-Ma ora come lo dirò agli altri? Al resto di Hawkins? Non mi crederanno mai, mi crederanno un assassino e mi daranno la caccia...- riprende dopo un pò, cogliendomi di sorpresa. In effetti non ci avevo pensato.
-Puoi...restare da me- butto fuori, senza ragionarci su -almeno fin quando non troverai una soluzione migliore-
E senza accorgermene ho appena dato il consenso a un ragazzo di praticamente abitare con me. È ufficiale, sono una folle.
-Tu...lo faresti davvero?- dice Eddie, mentre io gli lascio delicatamente la mano.
-Sì, perché no. E poi ti devo ancora un favore per avermi ospitato da te-
E, nonostante tutto, vedo Eddie sorridere.
-Cosa farei senza di te, principessa- mi dice prima di alzarsi, lasciandomi un veloce bacio sulla fronte.
-Oh, assolutamente niente, signor Munson- gli rispondo io, alzandomi e affiancandolo. Devo trovare una soluzione per sistemarlo, e in fretta.
-Ok allora, di giorno non sarà molto necessario nasconderti perché quel bastardo del suo capo non concede a mia madre neanche le vacanze primaverili, perciò non sarà a casa più o meno fino all'ora di cena. Il vero problema è la notte...- mi guardo intorno, fino ad aprire l'armadio. Dentro ci sono tutte le vecchie cose che usavo quando ero uno scout. Tiro fuori una brandina ripiegata su se stessa e un cuscino. Mi volto verso Eddie, mostrandogli ciò che ho trovato.
-Non sarà il massimo della comodità ma dovrai fartela andare bene- gli dico, iniziando a sistemare il tutto. Posiziono la brandina sotto alla finestra, in modo che non si possa vedere da fuori.
-Vorrei poterti prestare anche io una maglia, ma temo che sia un pò difficile che ti entrino- commento, facendolo sorridere.
-Vorrà dire che dovrò dormire senza...uh, che gran peccato...-
-Ora che ci penso- lo blocco, precipitandomi di nuovo verso l'armadio e pescando dal fondo una maglietta nera molto simile a quella che mi aveva prestato lui -questa è così slabbrata che dovrebbe andarti-
Gliela porgo, e lui la prende con un ghigno divertito. Poi vado verso la porta e la chiudo a chiave, dandogli le spalle. Quando mi da l'ok, mi volto di nuovo verso di lui.
-Mia madre si sveglia ogni mattina alle sei in punto, perciò tu devi essere sveglio già alle sei meno un quarto. Ti alzi, pieghi la brandina e la metti insieme al cuscino nell'armadio e poi ti ci infili anche tu. Prima però apri la porta con questa chiave- la poggio sulla scrivania -e dopo aspetti che mia madre venga in camera. Quando senti la porta di casa chiudersi, puoi uscire. È tutto chiaro?-
-Hai veramente progettato tutto il piano in questo momento?- dice Eddie, a bocca aperta.
-Visto? Ho molte qualità nascoste-
-Oh, immagino-
Mi siedo sul letto, aspettando che anche Eddie faccia lo stesso sulla sua brandina.
-Buonanotte, Eddie- dico, prima di chiudere la luce.
-Buonanotte, principessa- risponde lui, coricandosi e iniziando a muoversi per cercare una posizione comoda.
-Sapevo che in qualche modo sarei ritornato in camera tua- lo sento sussurrare, prima che il sonno investa entrambi.
***
( eddie's pov )
L'orologio al mio polso inizia a suonare, facendomi svegliare subito. Sono esattamente le sei meno un quarto. Fuori il sole non è ancora del tutto splendente, e dei timidi raggi iniziano a farsi strada in mezzo alle tende. Uno di questi va a finire proprio sul volto di Grace, ancora immersa nel sonno.
Mi avvicino lentamente, facendo attenzione a non fare alcun rumore. Rimango per un pò a guardarla, quasi come se fosse una bambina in una culla, piccola e indifesa. Così diversa da quando era sveglia. Una ciocca di capelli biondi le è andata a finire sugli occhi, noto dopo un pò. Allungo delicatamente la mano, prendendola tra le dita e sistemandogliela dietro l'orecchio.
È davvero bella, non riesco a non pensarlo.
In un attimo ritorno alla realtà, accorgendomi che intanto si sono fatte le sei meno dieci. Mi precipito a prendere la brandina e il cuscino e poi li lascio nell'armadio. Prendo le chiavi che Grace mi ha lasciato sulla scrivania e apro la porta. Poi ritorno verso l'armadio e ci entro dentro.
È quasi del tutto vuoto, non esattamente l'armadio che ti aspetteresti da una ragazza adolescente. Ci sono alcune magliette, dei pantaloni e una bandana. Poi, in un angolo, c'è una foto. Sembra essere stata messa lì quasi per nasconderla, per diventare qualcosa di cui dimenticarsi.
È abbastanza spazioso perché riesca a sedermici, così non riesco a frenare la curiosità e prendo la foto tra le mani. Riconosco subito Grace, sicuramente di qualche anno più piccola. Sorrideva come mai l'avevo vista sorridere, e in testa aveva uno di quei cappellini di carta che si usano ai compleanni. Ma non era lei la festeggiata.
Accanto a lei c'era un'altra bambina, con i capelli biondi proprio come lei e gli occhi del suo stesso identico colore. Era più bassa di lei, dal viso più piccolo e infantile, ma con lo stesso grande sorriso in viso. Conto velocemente le candeline sulla torta che ha davanti. Sono dieci.
Non ci sono dubbi, è sua sorella. Grace non mi hai mai detto di averne una. E poi perché questa foto così bella e felice era nascosta qui, in un angolo dell'armadio?
Sento la porta della camera aprirsi, e per poco non lascio cadere la foto. Nella piccola fessura lasciata aperta, vedo la madre di Grace entrare, abbassarsi delicatamente sul letto e lasciarle un bacio sulla fronte. Poi sento la porta richiuderdi, dei passi scendere le scale, e infine anche la porta di casa chiudersi.
Potrei uscire, lo so, ma rimango comunque nell'armadio. Sento che c'è qualcosa che Grace non mi ha detto, e sento anche che quella bambina nella foto, che sia sua sorella o no, c'entra qualcosa.
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