Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

These are the days of our lives [SPECIALE 1]

5 anni dopo.
Sarà stata la sesta volta che varcavo le tende di quel camerino e tornavo nella grande sala che ospitava altri centinaia di abiti da sposa. E dove tutti mi stavano aspettando per vedermi con quello che avevo addosso in quel momento.
Salii per l'ennesima volta sul piccolo piedistallo e mi guardai allo specchio. Mi morsi il labbro inferiore poco convinta della mia scelta e mi girai verso gli altri per una risposta. -Allora?-
Nessuno di loro fiatò per i primi attimi, tutti occupati a ispezionare l'abito. Petra fu la prima dei sei a parlare, tramite il cellulare di Adrien (ci teneva così tanto a partecipare alla scelta dell'abito che aveva ordinato ad Adrien di fare una videochiamata).

-È molto bello ma... Come dire...- In quel momento passò la sua coinquilina Nicole alle sue spalle e buttando un occhio veloce su di me si limitò a dire -Cara quell'abito fa cagare.-

Tutti ci mettemmo a ridere, così anche Eren parlò, guardando prima me e poi l'abito. -Non convince nemmeno me.-

-Non ti cade bene addosso. Perciò non ti risalta le forme.- Aggiunse Mikasa seduta al suo fianco, alla quale si aggiunse dopo Armin. -Forse ti stava meglio il secondo che hai provato.-

-A me piaceva molto il quattro invece.- Anche Adrien disse la sua opinione ed io sospirai sfinita.

-Non ricordo nemmeno di che abiti state parlando... Aaaah, è inutile! Di questo passo non troverò mai l'abito giusto. Faccio prima ad andare in pigiama!-

Tornai nel camerino e sbuffai. Ero esausta di guardare e provare abiti, cosa che stavo facendo da almeno tre ore, perciò mi stavo iniziando a convincere che non avrei mai trovato l'abito perfetto.
Mi sedetti sul divanetto, quando mia madre entrò e si mise al mio fianco.

-Sai- esordì dopo qualche secondo -Ricordo che anche io ho sudato sette camicie per trovare l'abito che facesse al caso mio. E anche io ero sul punto di buttare la spugna come te.-

Presi fiato dopo averla ascoltata. -È che... È dal ritorno dal Giappone, dove Levi mi ha fatto la proposta, che mi immagino l'abito perfetto. L'abito dei miei sogni. E sto iniziando a pensare che non esista. E che dovrò accontentarmi della seconda scelta come ha detto Armin.-

-Ma non devi avere fretta di trovarlo, tesoro.- Mi rispose lei prontamente e mi prese delicatamente le mani. -L'abito perfetto esiste per qualsiasi sposa. Basta cercarlo attentamente, a costo di girare decine di negozi!-

Abbassai gli occhi sull'abito che stavo ancora indossando e successivamente sugli abiti ancora da provare. Pensai ad Hanji, e a quanto avrà dovuto faticare per trovare il suo abito per sposare Erwin. E il giorno delle sue nozze era bellissima.
Ispirai, lasciai le mani di mia madre e mi alzai, buttando fuori l'aria dai polmoni. -Bene allora! Aiutami a provare gli altri.- Le sorrisi.

Il giorno dopo tornai in negozio insieme agli altri, ancora alla ricerca del mio abito.
Passarono così altre due ore, quando provai il penultimo abito tra quelli che avevo scelto e mi guardai allo specchio in camerino.
Trattenni il fiato appena mi vidi e lo stesso fece mia madre al mio fianco.

-Sei bellissima amore mio...-

Notai che gli occhi le stavano diventando lucidi e, nella gioia del momento, la strinsi forte a me, prima di uscire dal camerino.
Questa volta ero sicurissima fosse l'abito giusto e a dimostrarlo furono gli sguardi increduli di tutti appena mi videro.

-È tornata?! Brutto deficiente cambia telecamera che non vedo!- Sentii Petra urlare tramite il cellulare di Adrien e soffocai una risata.

-Mio dio [T/n]... Sei mozzafiato! Quando Levi ti vedrà arrivare sull'altare si sorprenderà di quanto la sua futura moglie possa essere tanto bella!-

Sorrisi a Petra e velocemente anche gli altri confermarono le sue parole.
Allora mi voltai verso lo specchio alle mie spalle per guardarmi ancora e dovetti coprirmi la bocca per soffocare i singhiozzi, segno che a momenti mi sarei messa a piangere.
"È il mio..."

Tre mesi dopo.
Appena la parrucchiera se ne andò, dopo aver dato un ultimo sguardo ai miei capelli, mi fissai allo specchio e il mio battito cardiaco iniziò ad aumentare in maniera spaventosa.

-Sto per sposarmi. Mi sto per sposare. Tra meno di quaranta minuti starò camminando verso l'altare. Oh mio dio.- Mormorai mentre facendo avanti e indietro per la stanza.
"E se qualcosa andrà storto? E se gli invitati fossero in ritardo? Se le fedi fossero andate smarrite? Oddio potrei inciampare sull'altare!"

Prima che andassi nel più totale panico, qualcuno bussò alla porta e subito dopo cercare di aprirla. -Sono io.-
Come un razzo mi precipitai verso la porta e mi ci buttai sopra. -Ma che diavolo ci fai qui?! Non puoi vedermi, porta male!-

-Credi veramente a 'sta cazzata?-

-Ho già paura che possa accadere di tutto, non voglio rischiare...-

Sentii Levi sbuffare e, quando pensai se ne fosse andato, riprese a parlare. -Sei sicura di voler fare questo passo?-

Il mio cuore lentamente diminuì i battiti e mi appoggiai alla porta, sentendo Levi fare lo stesso. -Certo che ne sono sicura. E tu?-

-È da prima che ti facessi la proposta che ne sono sicuro. Ho il timore che tu possa avere dei rimpianti, tutto qua.-

Sorrisi, conscia che non potesse vedermi. -Temi che dopo cinque anni io possa ancora avere rimpianti? Sai che ti amo, e la cosa che voglio più al mondo in questo momento è sposarti. Mentirei se ti dicessi che non sono spaventata, ma allo stesso tempo sono al settimo cielo all'idea che tra poco sarò su quell'altare con te.-

Non lo sentii rispondere e iniziai a pensare che se ne fosse andato veramente questa volta, ma Isabel tolse subito i miei dubbi in merito.

-Levi che cazzo ci fai lì?! Non puoi parlare con la sposa prima della cerimonia!-

Scoppiai a ridere nel sentire Isabel e Levi gridarsi addosso e, appena la più piccola lo ebbe mandato via, le aprii la porta.

-Pronta?- Sembrava più esaltata lei che io. -Guarda chi è finalmente arrivata!-

Vidi Petra spuntare da dietro le spalle di Isabel e subito le saltai addosso, senza minimamente badare all'abito o ai capelli appena acconciati.

-Non ti abbraccio da più di due anni, [T/n]! Sono così contenta che finalmente sia arrivato questo giorno!-

Appena ci staccammo Petra mi tenne le mani e, nel guardarmi da capo a piedi, qualcun altro si presentò alla porta.

-Si può?-

Corsi ad abbracciare anche Eren, seguito poi da Mikasa, Armin, la mamma e infine Adrien. E potei giurare di non aver mai visto la corvina così felice.

Guardai tutti e improvvisamente sentii gli occhi pizzicare, cosa che fece impanicare Petra più di tutti.

-Il trucco il trucco!-

Nell'aiutarmi a fare aria agli occhi, mi misi a ridere. Stavo per sposarmi. A momenti sarebbe stato il giorno più importante della mia vita.

Ad accompagnarmi all'altare fu Armin. Sentivo le gambe tremolanti e deboli come la gelatina e pensavo che sarei potuta svenire da un momento all'altro. E l'avrei fatto se non ci fosse stato Armin al mio fianco.

-Tutto bene?-

Annuii lentamente e sorrisi, facendo qualche respiro profondo.

-Papà... Sarebbe al settimo cielo. Sarebbe emozionato almeno quanto te.-

Ebbi un tuffo al cuore al pensiero di papà e mi feci forza per girare l'angolo e apparire sotto occhi di tutti, che si voltarono sulle sedie per guardarmi raggiungere l'altare.
Dopo aver sorriso a qualcuno come mi aveva detto Petra, posai gli occhi su Levi, che non mi toglieva i suoi di dosso. E in quel momento, mentre gli sorridevo dolcemente, sentivo di essere la donna più felice del mondo. Finalmente ero lì. E stavo per sposare l'uomo che più di tutti amavo.

15 anni dopo le nozze.
Appena aprii la porta di casa, non feci in tempo a chiudermi la porta alle spalle che il cane mi saltò addosso, abbagliandomi felice ed elettrizzato nel rivedermi.

-Okay okay, almeno fammi posare le valigie.- Ridacchiai, scansandolo delicatamente per liberarmi le mani.

-Ti sarei venuto a prendere io all'aeroporto, non era un disturbo.-

Alzai gli occhi da terra e li posai su Levi, fermatosi di fronte a me.

-Non potevi lasciare i ragazzi a casa da soli a lungo. Mi ha riaccompagnata Adrien, giacché era di strada per tornare a casa sua.-

Mi tolsi le scarpe e gli andai incontro, facendomi cingere i fianchi per dargli un lungo bacio.

-Avrei chiamato la babysitter per Simon. Ad ogni modo, com'è andato il soggiorno a Wellington?-

Non feci in tempo ad aprir bocca che sentimmo qualcuno scender giù per le scale di corsa.

-Mamma!-

Subito mi piegai sulle ginocchia per accogliere mio figlio in braccio e sollevarlo in aria, nonostante stesse diventando troppo pesante data la sua età (e la mia).

-Amore mio eccoti qua!- Lo riempii di baci su tutto il volto. -Hai passato bene questi due mesi senza di me oppure~ cos'è questo?!- Guardandolo meglio, notai un piccolo bernoccolo spuntargli in testa. E capii subito che aveva cercato di coprirlo con i capelli.

-È caduto perchè corre per le scale.- Mi rispose Levi, tirando un'occhiataccia a Simon.

Tuttavia lui sviò subito l'argomento e iniziò ad elencarmi tutte le cose che aveva fatto in mia assenza con papà, come andare al Luna Park o a prendere il gelato tutte le sere (e qui mi girai verso Levi per rimproverarlo con lo sguardo).

Mentre Simon continuava, arrivò anche Angelica, che con tono zittito mi salutò.

-Che succede? Non sei contenta che sia tornata tua madre?- Posai Simon per terra, lasciando che andasse in sala.

-Non sono arrabbiata con te, ma con papá.- Incrociò le braccia al petto lei, fulminando il diretto interessato con gli occhi.

-Ne abbiamo già parlato, Angelica. Con i voti che hai preso a scuola nell'ultimo mese, non ti aspetterai di uscire.-

-Ho studiato tutto il fine settimana per la verifica di domani e sono certa che andrà bene! Tu non vuoi che io esca con le mie amiche perché sai che ci saranno anche dei ragazzi!- Replicò subito lei.

-Non è per questo.-

Per tutta risposta, Angelica sbattè il piede sul pavimento e si rivolse a me. -Mamma, digli qualcosa! Tra un'ora dovrei vedermi in centro con degli amici!-

-Sono appena arrivata, dio mio.- Sospirai, portandomi una mano alla fronte. -Allora. Se hai studiato, puoi uscire. E devi tornare entro le 18. Ma ti avverto, se torni con un altro quattro a casa non rivedrai più nè il cellulare nè la luce del sole per un intero mese.- Le puntai il dito contro, poi mi rivolsi a Levi. -E tu, smettila di usare la scusa della scuola per non farla uscire con dei ragazzi.-

Dopo la mia risposta, Angelica mi corse incontro per abbracciarmi e corse in camera sua a prepararsi, mentre Levi mi fissò contrariato.

-Non guardarmi così.- Gli andai incontro per lasciargli un bacio. -Forza! Sono già le 11 e bisogna preparare ancora tutto per la cena di stasera, perciò datti una mossa e chiama la governante. Io vado a salutare la piccola peste.- Così avevo soprannominato la nostra terzogenita.

Arrivarono finalmente le 18 e, oltre al ritorno di Angelica, iniziarono ad arrivare tutti gli ospiti che avevamo per cena.
I primi furono Isabel e Farlan, con loro figlio di nove anni, e la prima mi tempestò di domande sul mio soggiorno a Wellington da Petra, insieme ad Adrien. La stessa domanda mi fu posta da mia madre ed Armin e infine da Eren e Mikasa.
Gli ultimi ad arrivare furono i genitori di Levi, Erwin ed Hanji, insieme alla loro figlia appena ventenne, e poco dopo ci mettemmo a tavola.
Simon aveva solo un anno in meno rispetto al figlio di Isabel e Farlan, perciò andavano molto d'accordo e giocarono insieme al nostro cane per tutta la sera. Mentre Angelica passò la maggior parte del tempo a chiacchierare con la zia, avendo le due solo sei anni di differenza.
Durante i miei due mesi di assenza, Armin aveva avuto una promozione, divenendo il capo del settore informatico dell'agenzia di Erwin. E Mikasa ed Eren sorpresero tutti, con l'annuncio della gravidanza della corvina. Se Mikasa, anni fa, non avesse iniziato a frequentare Adrien, molto probabilmente Eren non si sarebbe reso conto dei suoi sentimenti per lei, e non si sarebbero mai sposati.

A fine serata, quando tutti se ne andarono, mandai Simon a letto e seguii Angelica in camera sua per parlarle.
Dopo una decina di minuti, andai in camera mia, dove trovai Levi seduto su bordo letto a guardare la piccola dormire nel suo piccolo letto. Siccome aveva ancora paura del buio e di rimanere da sola, la facevamo dormire ancora in camera da noi.

-Tra tre mesi fa due anni.- Osservò Levi quando mi sedetti al suo fianco. -Stanno crescendo troppo in fretta...-

-E noi stiamo invecchiando troppo in fretta. Tra non molto tu farai 45 anni amore.- Lo presi in giro.

Lui non rispose e allora continuai. -Angelica ha finalmente avuto le sue prime mestruazioni. Ecco perché la vedevi "strana" in questi ultimi giorni e più suscettibile.

-Lo sospettavo.- Sospirò, distogliendo gli occhi della bambina. -Ragione in più per non farla più uscire con dei ragazzi.-

-Non credo che per adesso ci sia questo rischio. Poco fa mi ha detto che crede di avere una cotta per una sua amica.-

-Sia ringraziato il cielo, una bella notizia. Speriamo solo rimanga di questa idea.-

Nel vederlo commentare felice, non potei trattenermi dal ridere. -Ha solo 14 anni, Levi. Ha ancora tutta la vita davanti per crescere e capirsi appieno. E nel caso lei rimanga su questa strada- Mi fermai, indicando il lettino. -c'è ancora lei.-

-Non mi ci far già pensare.- Si portò le mani al volto e si sdraiò a peso morto sul letto.

Sorrisi divertita per le sue ansie da padre e passati un paio di secondi mi posizionai a carponi sul suo corpo. Avvicinai il volto al suo, aspettando che si togliesse le mani dal viso e, come credevo, non mi fece attendere molto, così potei iniziare a baciarlo.
Quasi urlai dalla sorpresa quando capovolse i ruoli e riprese a baciarmi con più foga, passando le mani lungo tutto il mio profilo.

Avremmo volentieri continuato, se non fosse per qualcuno che bussò alla porta della nostra camera.

-Torna a dormire.- Levi si girò velocemente, non curandosi di chi fosse tra Angelica e Simon, e tornò a me.

-Non ci riesco, posso dormire con voi?-

Se fosse stata Angelica, avrebbe subito capito e con un verso schifato sarebbe tornata in camera, ma per sfortuna di Levi era il più piccolo.

Riuscii con non poco rammarico a spostare Levi da sopra di me e ad avvertire Simon che poteva entrare.
Lo vedemmo entrare e come una scheggia fiondarsi sotto le coperte, al centro del materasso (l'ultima volta che aveva dormito sul lato, Levi per svegliarlo l'aveva buttato giù), appena un lampo illuminò la finestra e un forte tuono fece rabbrividire sia Simon che me.

-Siamo alle solite. È proprio uguale a te.- Mi rammentò Levi, accompagnando il tutto con un leggero sorriso.
Lo guardai con un medesimo sorriso e ci sistemammo anche noi sotto le lenzuola.

Di anni ne erano passati parecchi da quei giorni, al mio ultimo anno di scuola. Venti per la precisione. E ne sarebbero passati ancora tanti. Perciò avrei vissuto ogni singolo giorno al meglio, cosicché, ormai ad un'età avanzata, non avrei avuto alcun rimpianto. E già l'avere come marito Levi, tre meravigliosi figli e parenti e amici sempre al mio fianco, rendeva la mia vita ancora più importante e speciale.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro