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25. Orfani (pt.1)

N.A. Se vedete degli errori di sintassi ecc. sono messi apposta, tranquilli.
Capirete leggendo ^^
P.s. Ogni paragrafo è un avvenimento diverso.

-Ragazzi, calmatevi! C'è una nuova arrivata!-
La lettura del bambino venne interrotta dalle urla della donna, che tutti i bambini chiamavano sempre "maestra Yelena".
Alzò quindi gli occhi dal libro e vide la maestra avvicinarsi tenendo per mano una piccola bambina, che le stava il più possibile dietro le gambe, troppo spaventata ed intimorita da tutti quei bambini, molti più grandi di lei.
-Coraggio [T/n], prova a farti qualche amico.- Le sorrise comprensiva la donna.
Ma la bimba, di tutta risposta, scosse violentemente il capo, facendo svolazzare la propria chioma [c/c], che le arrivava fin alle spalle.
Yelena sospirò e lentamente le lasciò la mano, inginocchiandosi poi davanti a lei per dirle qualcosa.
Poco dopo, si rialzò e si allontanò, lasciando la piccolina da sola in mezzo a bambini e ragazzi dall'età compresa tra i quattro e i quattordic'anni. Alcuni, i più piccoli, la fissavano e scrutavano dall'alto in basso come per capirne le intenzioni. Mentre i più grandi, tra cui Levi, dopo averla guardata qualche istante tornarono a quel che stavano facendo prima di esser interrotti.
Levi stava per compiere undic'anni, quindi non si interessava dei bambini troppo piccoli. Anzi, gli davano parecchio fastido con tutto il rumore che facevano durante la pausa pomeridiana e non riusciva a concentrarsi sui propri compiti e i libri da leggere. Per questo, molte volte, chiedeva alle maestre di poter tornare in classe, così da poter fare le proprie cose in santa pace.
E pure questa volta, si alzò dalla sedia e andò via, non incrociando lo sguardo con la piccola che, ancora, si guardava intorno spaesata.

Levi sentì delle urla provenienti dal corridoio e, incuriosito, si alzò dal letto per aprire la porta della sua stanza.
-Guardate quanto è piccola, sembra una bambolina!- Disse un ragazzino, tirando i capelli ad una bimba più piccola, che fece un lamento di dolore.
-Dite che se le tiro un calcio si rompe?- Rise un altro, avvicinandosi a lei minaccioso.
Levi stava guardando la scena da lontano, senza far nulla. Quei tre ragazzini avevano più o meno la stessa età del corvino e se la stavano prendendo con la bambina arrivata solo qualche settimana prima, [T/n].
-Basta, voglio andare in camera!- Piagnucolava la piccola in lacrime.
-Sei tu che ci hai disturbato. Ora ti meriti una lezione.-
A quel punto, Levi non resistette più e si avvicinò loro. -Hey.-
I ragazzini si girarono e guardarono Levi, per un attimo spaventati, credendo fosse la maestra. Ma appena videro che non era così, si rilassarono e lo guardarono in modo truce.
-Dite un po', vi state divertendo?- Si avvicinò con le mani in tasca.
-E tu che vuoi, vedi di andartene!-
Appena il corvino fu davanti ai tre, si scambiò uno sguardo minaccioso con uno di loro e rivolse poi un'occhiata alla [c/c]. -Lasciatela stare, non credo vi abbia fatto nulla di male. E poi, prendendovela con bimba così piccola, dimostra che siete solo dei codardi.-
-Ti ho detto di andartene!-
Il ragazzino più grassottello, che sembrava il capo, diede uno spintone al corvino, facendolo cadere a terra. Dopo qualche attimo di sorpresa, Levi si rialzò ed immediatamente gli assestò un pugno in pieno volto.
Gli altri due poco dietro lo fissarono sbigottiti, esattamente come [T/n].
-Tu, brutto bastardo!- Urlò il grassottello.
In poco tempo si alzò e si scaraventò contro Levi, che cercava di difendersi. Ma un paio di minuti dopo una maestra arrivò, allarmata dalle urla, e riuscì a separarli. Gli altri due ragazzini erano subito scappati, mentre la piccola [T/n] era rimasta a guardare tutta la scena spaventata, ma al tempo stesso sorpresa e felice che qualcuno fosse venuto ad aiutarla.

-Maestra Nifa, mi aiuti?-
Levi alzò la testa e vide la bambina dai capelli [c/c] correre con un foglio verso una delle maestre.
Quando alzava di nuovo la testa dai suoi compiti, alle volte, notava [T/n] guardarlo e, appena lei si accorgeva di esser stata beccata sul fatto, distoglieva lo sguardo e tornava al suo lavoro.
-Tch.- Levi schioccò la lingua sul palato, ricominciando a scrivere.
Passarono una decina di minuti e il ragazzino sentì un rumore di passi farsi sempre più vicino. Alzò gli occhi dal quaderno e a pochi centimetri da lui vide il bel visino della bambina. Tra le mani, teneva stretto un cartoncino azzurro che porse a Levi. Lui, alzando un sopracciglio, la fissò a lungo. Le sue guance si erano tinte di un lieve rossore e aveva un'espressione imbarazzata ed intimorita allo stesso tempo per la reazione del ragazzino.
Quest'ultimo, prese il cartoncino e lo guardò per qualche secondo. C'erano molti scarabocchi ai lati ed al centro c'era scritto Grazie, con un pennarello argento.
Si era fatta aiutare dalla maestra Nifa, siccome non era ancora capace a scrivere, ma si poteva capire tutto l'impegno che ci aveva messo nel farlo.
Dopo aver letto più volte quell'unica parola, il corvino alzò la testa per guardare [T/n], anche lei immobile a fissarlo.
-Carino.- Non seppe che altro dire.
Ma quella semplice parola, fece spuntare un sorriso sulle labbra della piccolina, piena di gioia.

Passarono i mesi. [T/n] da quella volta non si separò più da Levi. Lo seguiva ovunque andasse. Certe volte, doveva fermarla prima che entrasse nel bagno maschile. Inizialmente gli dava fastidio, ma poi ci fece l'abitudine. Si sentiva quasi un fratello maggiore nei suoi confronti.
-Ora quanti anni hai?-
-11-
-Uffa, sei sempre più grande di me!- Incrocio e le braccia la [c/c], facendo il broncio.
-Tra poco anche tu farai gli anni, tranquilla.- Levi incrociò le gambe sul letto.
-Ma faccio solo cinque anni ha detto Nanaba!- Aprì la sua piccola mano tenendo tutte e cinque le dita alzate. -Voglio diventare grande adesso! Manca poco prima che una mamma ed un papà vengono a prendermi, sono sicura!-
-Ora vai a dormire. Sono le dieci passate, rischiano di arrivare le maestre.-
-Mi accompagni?-
La bimba scese dal letto e andò verso la porta a piccoli passi, seguita poi da Levi.

-Cosa ci fai di nuovo qui?-
-Non riesco a dormire.- Si lamentò lei, facendosi spazio per entrare in camera di Levi.
-È tardi!- Chiuse la porta lui senza far rumore e si girò verso di lei. [T/n] stava cercando di salire sul letto, molto più grande del suo, portando un ginocchio sul materasso e facendo un piccolo saltello.
-E poi perché tu insieme a quelli più grandi dormite da soli invece io in una stanza con gli altri bambini più piccoli?-
-Appunto, perché siamo più grandi.- Si avvicinò a lei, notando che stava fissando qualcosa sul proprio comodino.
-Che cos'è?- Tentò di afferrare una scatolina, venendo subito bloccata dal corvino.
-Ferma! È un carillon.-
-Un ca...carron?-
-Carillon.- Ripeté più lentamente e salì sul letto, tenendolo tra le mani.
-E che cosa c'è dentro?-
Levi lo aprì ed [T/n] guardò affascinata il suo interno. C'era uno specchio sul coperchio, da un lato si vedevano i piccoli macchinari e le molle che lo facevano suonare, mentre dall'altro un spazio vuoto, in cui Levi aveva messo un ciondolo a forma di angioletto.
-Wow!- Esclamò meravigliata la [c/c]. -Cosa sono tutti quei così lì?- Indicò con un dito i marchingegni.
Senza dir nulla, il ragazzino girò una piccola manovella posta dietro la scatolina e, in un attimo, questa girando iniziò a produrre una bellissima melodia.
-Ma è magico!- Urlò la bambina, che venne subito zittita da Levi.
-Non gridare.- La rimproverò. -Suona grazie a queste molle e macchinari.-
La bambina fissava il tutto meravigliata ed incantata. -E questo perché l'hai messo qui? Cos'è?-
-Era di mia mamma. Era attaccato insieme a questo.- Le rispose, indicando la collana che aveva al collo in quel momento, con un ciondolo d'argento a forma di ala.
-Me lo regali?- Pregò [T/n] riferendosi al carillon.
-No. Ed ora vai a dormire.- Chiuse la scatola, facendo smettere di suonare quella bellissima melodia.

-Che cosa stai facendo?-
-Scrivo.- Il corvino non distolse gli occhi dal quaderno, vedendo con la coda dell'occhio [T/n] avvicinare il viso.
-Che cosa scrivi?-
-Cose.-
-Tipo?-
-Cose mie.- Si girò dall'altra parte.
Tuttavia la bambina non si diede per vinta e si inginocchiò dietro di lui, cercando di leggere e indicò con un piccolo dito una parola, a suo parere, molto lunga. -Cosa c'è scritto qua?-
-Impercettibilmente.- Sbuffò il corvino.
-E cosa-
-Te lo dico dopo. Ora fammi finire.-
La bambina, dopo un paio di secondi, si alzò e si mise di nuovo davanti a Levi, facendo il broncio. Lui allora alzò lo sguardo e la fissò qualche istante. -Cosa c'è ora?-
-Quando finisci giochi con me?- Unì le mani, incrociando le dita.
Gli occhi di Levi ritornarono al quaderno e ricominciò a scrivere. -Ci penserò.-

-Levii! Dove sei?-
Il ragazzino abbassò lo sguardo e vide poco lontano [T/n] che continuava a gridare per il giardino, chiamandolo a gran voce.
Sospirò, non dicendo nulla e tornando a fissare il cielo.
-Eccoti!-
-Cosa c'è questa volta?-
-Perché sei sull'albero?- Urlò lei per farsi sentire. -È pericoloso, così cadi!-
-Non cado se non mi dirturbi.- Chiuse gli occhi facendosi accarezzare il viso dalla lieve brezza serale.
-Tra poco si cena, devi entrare.-
-Adesso scendo.- Rispose, non muovendosi di un millimetro.
Sentì però un rumore che lo costrinse ad aprire gli occhi e guardare in basso, dove vide la piccola bambina cercare di arrampicarsi sulla corteccia, fallendo miseramente.
-Ma che fai? Non puoi salire.-
-E perché non posso?-
-Perché sei troppo piccola.-
-Ma tu ci sei salito!- Saltellò irritata sul posto.
-Perchè sono più grande.-
-Anche io ora soni grande! Tu hai 11 anni, quindi...- Iniziò ad alzare le dita una alla volta, contando e ripetendo a bassa voce dei numeri. -Hai sei anni in più solo!-
-Sette.- La corresse prontamente il corvino.- Tra tre mesi ne compio 12.-
La piccola sbuffò infastidita. -Sono grande lo stesso!-
Levi non stette più ad ascoltarla e, dopo un altro po' di tempo in cui osservò l'orizzonte con sguardo assente, scese dall'albero.
-Vieni a mangiare, se no le maestre si arrabbiano.- [T/n] lo prese per un braccio e lo trascinò via, fino all'interno dell'enorme edificio.

Levi, nel senir bussare alla porta della sua camera a quella tarda ora, trasalì per un attimo e lentamente si alzò dal letto.
-Sei sveglio?- Sussurrò dall'altra parte una voce fievole ed infantile.
Il corvino sospirò di sollievo. Doveva smetterla di leggere i libri horror la sera, prima di dormire. Aprì la porta e abbassò lo sguardo. La bambina era ancora in punta di piedi con un occhio serrato, intenta a spiare dalla serratura e per poco non cadde in avanti.
-Perché sei ancora sveglio?- Domandò ingenuamente, una volta riacquisito l'equilibrio.
-Potrei farti la stessa domanda.- Rispose in uno sbuffo lui.
-Non riuscivo a dormire.-
In un secondo, [T/n] riuscì ad aprirsi un piccolo varco tra Levi e lo stipite ed entrò nella camera.
Il ragazzino chiuse piano la porta e si sedette sul bordo del letto, seguendo con lo sguardo la piccola mentre andava verso la finestra.
-Posso dormire con te?-
-Cosa?- Chiese perplesso lui. -E perché?-
La bambina si sollevò sulle punte dei piedi e sbirciò fuori dalla finestra, scostando le sottili tende azzurre e, nel girarsi verso Levi, partì un lampo che fece illuminare la sua figura. -Ho paura dei temporali.-
Il corvino la fissò e, appena la vide trasalire dopo un enorme tuono, batté rassegnato la mani sul materasso, invitandola a salire.
Sul viso della piccola si formò un largo sorriso e felice saltò sul letto, mettendosi sotto le coperte e buttando la testa sul morbido cuscino.
Levi stava per scendere e andare sulla sedia, ma [T/n] lo fermò afferrandogli la manica del pigiama. -Dormi vicino a me. Per favore.- Lo pregò con lo sguardo.
Contro voglia, Levi si trovò costretto a mettersi al fianco della bambina, che subito si accoccolò vicino a lui. Dopo aver spento l'abat-jour, lei si addormentò dopo pochi minuti, mentre Levi fece più fatica. Ma appena smise di piovere, ne approfittò per prendere [T/n] in braccio, ancora addormentata, e la portò nel dormitorio prima che qualcuno si svegliasse.

-Giochiamo a qualcosa?- Saltellò sul posto la [c/c], impaziente di divertirsi con il suo amico.
Levi si alzò dal prato su cui stava riposando e si pulì i pantaloni, guardandosi intorno.
-Facciamo una gara.-
-Di corsa?-
Levi annuì con il capo. -Chi arriva prima al cancello laggiù.- Indicò un punto in lontananza, dove si ergeva un altissimo cancello grigio, che circondava il prato e l'orfanotrofio.
-Va bene. Via!-
La piccola partì come un razzo verso il traguardo e lasciò il ragazzino a guardarla per qualche attimo confuso, prima di partire anche lui. In poco tempo, riuscì a sorpassare la bambina senza nemmeno sforzarsi troppi e sentì il fiato dell'amica farsi più pesante nel tentativo di raggiungerlo.
-Levi! Aspettami!- Urlò a squarciagola.
Il corvino non l'ascoltò e andò avanti, saltando di volta in volta per non calpestare troppi fiori.
Ad un certo punto sentì un tonfo e, rallentando, si girò e vide [T/n] a terra che cercava di riprender fiato.
Il ragazzino allora si fermò e tornò indietro. Arrivò davanti alla bambina e allungò una mano verso di lei. -Stai bene?-
Lei alzò lentamente il viso e guardò il corvino dritto negli occhi, prima di afferrare con forza la sua mano e alzarsi a fatica. Si ripulì velocemente l'abito rosso e ripartì di corsa.
-La gara non è ancora finita!- Gridò ridendo.
Levi, senza dir nulla, si lasciò scappare un sospiro e corse verso di lei, questa volta rimanendole dietro.
-Ho vinto! Ho vinto!- Saltava in giro la [c/c] gioiosa, appena Levi la raggiunge e le si fermò affianco per riprendere fiato.
-Sì, sei stata brava.- Le diede corda, tenendo le mani sulle ginocchia.
[T/n] lentamente si calmò e, dopo aver rivolto un ultimo sguardo a Levi, ricominciò a correre dalla parte opposta. -Arrivo prima io anche questa volta!-

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