1. ๐๐ก ๐พ๐๐ฃ๐ฉ๐ค ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ค๐ง๐๐จ๐ฉ๐.
๐ ๐ ๐พ ๐ผ ๐ ๐ ๐
๐ฟ ๐ ๐ ๐ ๐ผ
๐ ๐ ๐ ๐ ๐ ๐ ๐ผ
๐ค๐ข๐ด๐ต
๐๐๐๐ฏ๐ ๐๐ฅ๐ฅ๐๐ฎ๐ซ๐ง
๐ฅ๐ ๐๐ญ๐ซ๐๐ง๐ ๐๐๐๐๐ก๐ข๐
libri_e_cioccolato
Per la Squadra Nera.
๐ค๐ท๏ธ๐ฉถ๐ค๐๐ธ๏ธโ๏ธ๐ง
12 Dicembre, ore 2:04.
Il soggetto giace a terra, in stato incosciente.
Il suo battito รจ lento, la bocca semiaperta, la pelle candida brilla grazie alla luce della luna.
Le sue ciocche vellutate brune, intrecciate a fili dorati sono sparse disordinatamente sul terreno bagnato, e le foglie cadute a terra sono intrecciate nei suoi capelli come decorazioni.
ร a terra, gli alberi lo circondano maestosi, mentre dorme come rapito dal dio Hypnos.
Ad eccezione del lento respiro, non dร segni di vita, il petto si alza e si abbassa impercettibilmente.
Il soggetto รจ solo, avvolto dalle tenebre.
Il soggetto sono io.
E non ho idea di dove io sia.
Il vento muove i miei capelli, che mi solleticano le gote rosse per il freddo.
Tengo gli occhi chiusi, ancora scombussolata per il sonno profondo, ma quello che sento sotto di me non รจ il mio letto, bensรฌ qualcosa di duro e appiccicoso, che mi graffia la schiena e si attacca ai miei capelli.
I miei occhi si aprono di scatto, rivelando la realtร .
ร buio, ad eccezione del chiarore della luna che illumina impercettibilmente la mia figura, e l'ombra nasconde ai miei occhi ciรฒ che mi circonda, celandolo dietro invisibili muri d'oscuritร .
Provo ad alzarmi invano, il mio corpo non risponde ai miei comandi, la testa vortica velocemente e pulsa, gli occhi non abituati all'oscuritร non mi permettono di stare tranquilla.
La mia pelle รจ cosparsa da brividi che corrono lungo tutto il corpo, il mio naso ha perso la sensibilitร per il gelo.
Rimango ferma, e osservo le poche cose che la tonda madre mi permette di vedere: sono a terra, i miei capelli cosparsi di foglie secche, dai toni marroni e ringrinzite, il mio mantello azzurro รจ cosparso di macchie fangose, circondata da maestosi alberi che abbracciano la mia esile figura come una gabbia naturale.
Dopo interminabili minuti trovo le forze di tirarmi su, rimanendo seduta e muovendo il collo che scricchiola leggermente, le mie lunghe ciglia sbattono contro la pelle acquistando lentamente la vista, e i miei occhi si abituano al buio che avvolge il misterioso luogo.
La mia mente รจ vuota, come una lavagna che aspetta di essere incisa col gesso, ma l'interrogato non ha studiato.
ร una grotta che ripete le parole dette, un abisso senza fine, oscuro.
Non sono in grado di formulare un singolo pensiero, perchรฉ non so nulla.
Non so dove sono, dov'ero e dove io sia diretta.
Non so chi sono.
Cammino con passi lenti lungo il terreno brullo, coperto da qualche filo d'erba qua e lร , foglie secche cadute dai rami degli spogli alberi che lo tappezzano.
Il pochi spruzzi di cielo visibili dietro la folta presenza degli alberi presentano un colore grigiastro, come ad avvertire che di lรฌ a poco avrebbe piovuto.
Ogni mio passo scricchiola sotto le foglie, come ad avvertite i predatori della mia presenza.
Mi muovo meravigliata, girando la testa da una parte all'altra, cercando invano di riconoscere qualcosa.
La mia mente si sforza di ricordare, anche solo un piccolo indizio che potrebbe condurmi su una buona pista da seguire.
Mi muovo tra gli alberi fitti e spogli, la scarsitร di vegetazione mi consente di vedere il terreno che si estende davanti a me, evidenziando gli eventuali pericoli, ma allo stesso tempo mi mette in allerta; mi chiedo se qui piova, chi abiti questa foresta e dove sia.
L'unica presenza in questo bosco รจ una fitta nebbia che si estende sopra la mia testa e che filtra la luce del sole, dal colore grigiastro tendente al verde.
Appanna la mia vista celando gran parte di ciรฒ che ho davanti, faticando a muovermi.
Crea un'atmosfera misteriosa, ma anche inquieta, e il mio cuore batte velocemente al pensiero di essere continuamente esposta al pericolo.
Il vento si muove veloce tra gli alberi, provocando un rumore leggero, e sembra che sussurri degli antichi segreti curiosi, che vengono da lontano.
La corteccia che avvolge i tronchi รจ disposta in modo tale da formare delle rughe, e davanti i miei occhi gli alberi sembrano i volti di anziani signori che mi scrutano con sguardi imponenti e di disapprovazione.
La mia mente รจ confusa e sperduta nei meandri di quella foresta magica, e si prende il tempo necessario per sceutarne ogni dettaglio.
Volto la testa da entrambi i lati alla ricerca di una speranza, a cui non so dare un nome e alla quale non so associare un'immagine.
Dopo aver camminato per interminabili minuti per quel terreno brullo, sento lo scroscio dell'acqua provenire da destra.
Seguo il suono tendendo l'orecchio e regolando il fiato, mi muovo lentamente affinchรฉ possa sentire meglio da dove proviene.
Seguo il rumore, che piano piano si intensifica, si avvicina.
Poi lo vedo: un lago che taglia a metร il bosco, l'acqua pulita e cristallina stona con i colori scuri e grigiastri del bosco.
Sembra luce in mezzo all'oscuritร , e mi invita ad avvicinarmi.
Inizio a correre fino a raggiungere la riva, dove mi inginocchio affondando le gambe nell'acqua.
Questa provoca una strana sensazione sulla mia pelle, che si rilassa credendo di aver finalmente trovato un po' di pace, e i muscoli che fino a quel momento erano tesi smettono di esserlo.
Congiungo le mani a coppa, e le immergo in acqua, beandomi della sua freschezza e bevendone una spropositata quantitร fino a dissetarmi.
Rimango lรฌ sdraiata, fregandomene dei vestiti tutti fradici, e le mie palpebre si abbassano per concedermi del riposo da tutta quella strana sensazione.
La mia mente contiene un'infinitร di domande a cui non so dare le risposte, e le archivio per un momento, arrendendomi al fatto che non riuscirรฒ mai ad avere delle risposte.
Piรน tardi mi rimetto in marcia, e seguo il corso del fiume alla ricerca di un'uscita da quel misterioso labirinto senza risposte.
Cammino da ore con la testa che mi gira a causa dell'insistente suono del fiume e del lago che sono i due soli rumori che si propagano nel bosco.
Ogni tanto mi fermo per bere, riempiendo il mio stomaco d'acqua per sostituirlo alla mancanza di cibo.
Questa mancanza si fa perรฒ sentire, il mio corpo diventa mano a mano piรน debole e cammino barcollando, alla ricerca di qualcosa da mettere tra i denti.
Ma il terreno รจ arido, gli alberi spogli e i cespugli secchi.
L'aria sembra intrisa da qualcosa di tossico, la nebbia che sovrasta l'intero bosco crea unatmo claustrofobica.
A questo pensiero il mio respiro si fa automaticamente piรน corto, e mi appoggio a un tronco per non cadere a terra.
Regolo il flusso d'aria nel mio corpo, cercando di prendere piรน aria possibile nei polmoni, mi passo una mano sulla fronte, รจ bollente.
Sono quasi sicura che io sia malata giร da prima di svegliarmi.
Chiudo gli occhi per il giramento di testa, mi accascio con le spalle contro il tronco.
Poi vedo qualcosa.
Io che cado a terra afflosciandomi sul terreno arido stremata, due voci lontane che gridano qualcosa, le voci si avvicinano e vengo mossa, pizzicata, alzata e poi di nuovo giรน.
Le misteriose voci si allontanano nuovamente, rimango sola.
Mi tutto gira intorno a me, sbatto le palpebre numerose volte.
Poi il vuoto.
Apro di scatto gli occhi, spaventata da ciรฒ che ho visto, ma sono nuovamente seduta contro il tronco accanto al fiume, e mi rendo conto che quello รจ stato solo un sogno.
Mi volto nella direzione da seguire, a sinistra del fiume, finchรฉ non vedo lontano una struttura in legno.
Con voce strozzata dalla meraviglia iniziรฒ a correre, quasi inciampando contro un sasso, per raggiungere il prima possibile ciรฒ che ho appena visto.
Metto da parte il mal di testa, la febbre e i dolori muscolari impiegando tutte le mie forze per correre verso una possibile salvezza.
Sfreccio tra gli alberi con movimenti serpentini, evitando di sbattere contro il tronco di uno di questi.
Una volta vicina, la vedo: una casetta in legno, il tetto coperto di muschio e un fuoco scoppiettante acceso lรฌ accanto. Tirรฒ un sospiro di sollievo, e senza lasciarmi scalfire dalla possibilitร che possa essere un pericolo, batto tre volte le nocche contro il legno scuro della porta, attendendo una risposta.
Il rumore sordo provocato dalle nocche sbattuto sul legno si propaga nel bosco silenzioso, e mentre attendo una risposta la mia ansia cresce a dismisura.
Poi la porta si apre a malapena, rivelando da uno spiraglio il volto di un'anima donna: le rughe le arricciano il viso scavato, puntinato da macchie e peli, un naso grande e adunco e gli occhi piccoli e neri come la pece, che mi scrutano curiosi e diffidenti.
Poi in quelli si accende una scintilla maliziosa, e con un sorriso forzato, che rende le rughe ancora piรน evidenti, apre del tutto la porta.
ยซOh, tesoro va tutto bene? ti sei persa?ยป
La sua voce รจ roca e bassa, inquietante e misteriosa, cosรฌ profonda e vibrante che sembra provenire dalle profonditร della terra.
Notando il mio stato fisico, mi fa entrare nella sua piccola asa in legno e mi offre quello che sembra essere un bicchiere d'acqua, ma sono troppo affaticata per ispezionarlo meglio. Butto giรน tutto d'un fiato il bicchiere e il mio palato si rinfresca, anche se ciรฒ di cui avrei piรน bisogno al momento sarebbe del cibo.
Il mio stomaco lo conferma brontolando, e la donna mi allunga un piatto di carne che divoro rapidamente, senza lasciare neanche una briciola, ad eccezione dell'osso.
La casa in legno รจ accogliente, contiene lo stretto necessario per mantenersi in un bosco, ed รจ intrisa da un particolare odore di spezie, che la rende ancora piรน misteriosa.
ยซAllora creaturina, cos'รจ successo?ยป mi chiede avvicinandosi un po' troppo, mi circonda con pollice e indice il polso come a vedere il mio fisico magro.
Le racconto per filo e per segno cos'รจ successo, o perlomeno cos'รจ che ricordo, e lei mi ascolta in silenzio con uno sguardo inquietante e bramoso, che nasconde con una finta espressione preoccupata.
Mi ascolta senza interrompermi, e con qualche parolina di conforto si offre di darmi un riparo per quella notte.
Nonostante il mio istinto mi dice di non fidarmi, la mia stanchezza prende il sopravvento, e confusa non sono in grado di esaminare bene l'anziana signora, per questo decido di affidarmi a lei.
Mi porta in una delle poche stanze della piccola casa, e mi lascia sola in quello spazio angusto. Mi sdraio sul letto, finalmente con lo stomaco pieno, e le mie palpebre si abbassano chiedendo un po' di riposo.
I giorni a seguire sono monotoni: ho deciso di approfittare della sua gentilezza per alloggiare lรฌ da lei per un altro po' almeno finchรฉ non avrรฒ chiaro cosa fare.
Nonostante l'aspetto inquietante, la vecchia non sembra pericolosa, e svolge attivitร normalissime, come lo stendere i panni, accendere un fuocherello con la legna e cucinare cibi dallo strano sapore.
Di tanto in tanto sparisce, per poi riapparire ore dopo con la scusa di essere andata a cogliere qualcosa nel bosco, ma il suo cestino รจ sempre vuoto, e per esperienza personale il bosco รจ privo di vegetazione.
Io l'aiuto come posso per ricompensarla per la sua gentilezza, e passo le giornate in esplorazione oppure seduta sulla panca lรฌ fuori a guardare il poco cielo che si intravede, cercando nei meandri sperduti della mia mente oscura anche il piรน piccolo ricordo.
Vivendo con lei ho imparato alcune delle abitudini della strana donna, come il fatto che si svegli all'alba per praticare dei rituali segreti, ogni tanto la sento parlare da sola, anche in lingue antiche e misteriose. la sua voce ha un tono autoritario, acuto e penetrante che mi spaventa portandomi ad eseguire ogni suo comando. Colleziona oggetti strani; dagli amuleti a resti animali che utilizza per i suoi filtri magici.
Questa mattina una brezza fresca passa da uno spiraglio della finestra, come a invitarmi di seguirla, e sotto lo sguardo attento della strega mi dirigo di fuori.
La foresta รจ silenziosa, ad eccezione di questo vento birichino, piรน forte del solito, sembra quasi sussurrare, urlare flebilmente. Inspiro a pieni polmoni l'aria, e faccio un giro attorno alla casa.
Poco distante, intravedo ai piedi di due alberi uno spazio scavato. Mi avvicino sospettosamente, e noto che รจ situata una botola, l'ingresso รจ una porta in legno.
Camuffata in modo maldestro, con un po' di foglie e terra, la botola mi incuriosisce con la sua aria di mistero e pericolo.
So che non dovrei essere qui e che dovrei andarmene, ma la sollevo silenziosamente e quello che sento mi stupisce: sono urla, pianti e lamenti di voci bianche, acute e lontane. Voci di bambini.
La richiudo di scatto, con gli occhi e la bocca spalancati per il terrore: erano quelli ciรฒ che avevo sentito, non il vento.
Un coro di voci, un canto inquietante: il canto della foresta.
Mi volto verso la casa che assume ora ai miei occhi un altro aspetto, piรน oscuro e pericoloso. La vecchia mi sta fissando da una finestra, e il mio istinto mi dice che ha visto tutto.
Mando giรน il pesante groppo alla gola e mi allontano dalla botola, facendo finta di nulla.
Nei giorni successivi io non faccio domande, lei non mi fa del male.
Bแบกn ฤang ฤแปc truyแปn trรชn: Truyen247.Pro