[ 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟏 ]
Dopo quell'assurda conversazione con Druig, Ophelia sentiva come se gli ultimi neuroni che le erano rimasti si fossero totalmente scollegati. Pensare di aver trascorso tre anni della propria vita con un Eterno senza neanche saperlo era tanto da digerire, e con tutto quello che stava succedendo era davvero l'unica cosa che non si aspettava.
Da un lato era grata a Druig per essere stato sincero con lei, dall'altro però c'era un lato della sua mente che quasi non voleva perdonarlo. Perché non glielo aveva detto subito? Perché non glielo aveva confessato quando era piombato in casa sua? Forse non voleva metterla in pericolo, ma anche senza saperlo c'era finita lo stesso.
-Ehi, Ophelia- la chiamò una voce, che lei riconobbe essere quella di Kingo. Aveva fatto capolino dalla porta della sua stanza, e stava fissando con un sopracciglio alzato il corpo di Druig che giaceva accanto a lei. Dopo innumerevoli notti insonni, infatti, era finalmente riuscito ad addormentarsi.
-Buongiorno, Kingo- lo salutò lei, alzandosi dal letto. Si sentiva la testa pesante, e per un attimo pensò anche di stare per svenire. Kingo se ne accorse, e le poggiò entrambe le mani sulle spalle.
-Ophelia, stai bene? Ti vedo molto pallida...-
-Oh, sì sto bene- mentì lei, con un sorriso sbilenco. Lui continuò a scrutarla, e la ragazza gli intravide negli occhi qualcosa di indecifrabile. Se si fosse trattato di Druig, le avrebbe sicuramente letto nel pensiero.
-Mi stai mentendo, Ophelia. Io sono un attore, so bene cosa vuol dire fingere. Non puoi non essere onesta con me- la prese per la spalla, portandola fuori dalla stanza. Lei lanciò un ultimo sguardo a Druig, prima di vederlo sparire dietro la porta.
-Te lo chiederò un'altra volta: stai bene?-
-A dire il vero no, Kingo- confessò lei, sempre con lo stesso sorriso storto -è tutto così...assurdo. Mi sento costantemente fuori posto, penso sempre di dover tornare a casa, e Druig...- si fermò, mordendosi la lingua. Non avrebbe voluto continuare.
-Druig cosa?- la incalzò Kingo, abbassando il tono di voce.
-Druig è praticamente il motivo per cui sono venuta con voi, ok? E'...il mio eroe preferito praticamente da sempre, e seguirlo in una missione per me era come un sogno che diventa realtà. Pensavo di potermi fidare di lui, e poi scopro che anche lui mi nascondeva qualcosa- riprese fiato, mentre Kingo annuiva.
-Tu lo sapevi, non è così?- gli chiese lei, capendo al volo. Lui continuò ad annuire, e per qualche minuto nessuno disse niente.
-Ophelia, io non sapevo se potevo dirtelo- disse poi, con sguardo grave -Druig mi aveva fatto promettere di tenere la bocca chiusa, e io semplicemente tenevo fede alla promessa-
-E' proprio questo che mi fa stare male- rispose lei, percependo le lacrime minacciare di uscire -tutti voi vi conoscete da millenni. Vi coprite le spalle da millenni. Partecipate alle stesse missioni da millenni. E, cosa più importante, voi...tutti voi siete solo delle storie. Perché io ne faccio parte?-
Ophelia non si era accorta di aver iniziato a piangere, né di aver alzato il tono di voce. Kingo, davanti a lei, era rimasto di sasso.
-Ti prego, non dirlo agli altri- lo pregò, scacciando rapidamente le lacrime dal suo viso -e soprattutto non a Druig-
-Dirmi cosa?-
La voce dell'Eterno le spuntò da dietro le spalle, facendola rabbrividire. Non aveva neanche sentito il suono della porta aprirsi. Sentì una mano fredda sulla spalla, che la costrinse a voltarsi. Si trovò faccia a faccia con Druig, e non poté fare altro che deglutire.
-Cosa devi dirmi, Ophelia?- chiese di nuovo, mentre lanciava uno sguardo interrogativo verso Kingo.
-Io...stavo dicendo a Kingo di andare a fare colazione senza dirtelo- si inventò, e le sopracciglia di Druig si corrugarono -sono uscita dalla stanza e dormivi come un sasso-
Si sarebbe sotterrata, tanto era stupida quella scusa che aveva inventato. Druig corrugò ancora di più le sopracciglia, guardando prima lei e poi Kingo. Senza dire niente, portò una mano sopra la sua guancia. Ophelia rabbrividì, mentre il suo pollice le accarezzava le guance ancora bagnate di lacrime.
-Perché stavi piangendo?- chiese, senza staccare la mano dalla sua guancia -Cosa è successo?-
-Druig, calmati- intervenne Kingo, facendosi avanti -era solo uno sfogo. Non è così facile per un'umana sopportare tutto quello che sta succedendo...-
-Dicevo a Kingo che non riesco proprio a capire cosa ci faccio tra di voi- si intromise Ophelia, lasciando entrambi di sasso. La voce le tremava, e altre lacrime minacciavano di bagnarle le guance -gli dicevo che siete tutti solo delle storie, e non capisco perché io ne faccia parte-
Druig la guardò, staccando lentamente la mano dalla sua guancia. Ophelia non pianse, ma il labbro inferiore continuò a tremarle insistentemente. Stava per aggiungere qualcosa, quando le voci degli altri Eterni lo interruppero.
-Druig! Kingo! Ophelia! Si può sapere dove diavolo siete?- urlava Sprite, camminando a passi pesanti nel corridoio.
-Siamo qui, razza di teppistella- rispose Kingo, mentre Ophelia faceva di tutto per eliminare qualsiasi traccia di lacrime dal suo viso -i due belli addormentati si sono appena svegliati.
-Beh, muovetevi- continuò Sprite, con le mani sui fianchi -Phastos vuole che siate tutti nella sala del trono. Ha qualcosa da dirvi-
*
-Non ho trovato un modo per connetterci tra noi, ma ci sono vicino- disse Phastos, una volta che tutti furono nella stessa stanza. Ophelia si mise dietro Druig, quasi a nascondersi dagli altri. Lui le afferrò la mano da dietro la schiena, e gliela strinse.
-Quanto manca?- chiese Sersi, con voce ansiosa.
-Non lo so, Sersi!- sbottò Phastos, massaggiandosi le tempie. -Se ci fosse stata Makkari, avrebbe trovato il punto d'emersione in un batter d'occhio. Ma, siccome non c'è...- con queste parole, Ophelia sentì la mano di Druig stringerla ancora più forte. Era la prima volta che sentiva pronunciare il suo nome, da quando era in compagnia di tutti gli Eterni.
All'improvviso, nella stanza irruppe Ikaris. Indossava la sua armatura, e aveva un'espressione fredda come il ghiaccio.
-Ikaris, finalmente!- esclamò Phastos -Ho quasi capito come farlo, serve solo trovare il punto d'emersione e...-
Ma non fece in tempo a finire la frase. Dagli occhi di Ikaris fuoriuscirono due saette dorate, che distrussero tutto ciò che Phastos aveva progettato e lo fecero finire a terra. Ophelia trattenne il fiato, guardando sbalordita il leader degli Eterni.
Sapevi che sarebbe successo, Ophelia. Sai anche quello che succederà.
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