[ 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟒 ]
Il fatto che Kingo fosse un attore abbastanza noto, anche tra gli umani, aveva i suoi vantaggi. Per arrivare da Thena e Gilgamesh, infatti, serviva un aereo. E Kingo si offrì di portare tutti da loro con il suo aereo privato.
-7.000 anni- disse Kingo, seguito a ruota da un uomo con una telecamera di nome Karun -ecco per quanto ha imperversato la battaglia tra gli Eterni e i Devianti. Credete che io sia una star del cinema? Lo sono. Ma sono anche...- fece una pausa drammatica, per poi guardare di nuovo la telecamera -un Eterno-
Ophelia trattenne a stento le risate, mentre Druig continuava ad alzare gli occhi al cielo e, di tanto in tanto, a lanciare dei datteri contro la schiena di Kingo.
Lui continuò tranquillamente col suo documentario, intervistando uno ad uno tutti i presenti sull'aereo. Alla fine si rivolse ad Ophelia, che fino a quel momento era rimasta semplicemente ad ascoltare le parole degli Eterni.
-Qui con noi, quest'oggi, c'è anche un'ospite speciale- disse Kingo, facendo segno a Karun di inquadrare il viso della ragazza -Ophelia, un'umana-
Lei salutò in camera, con un sorriso non molto convinto.
-Dicci, Ophelia, com'è per te essere in una stanza con delle creature come gli Eterni?- le chiese Kingo, facendo alzare Druig dal posto accanto a quello di Ophelia per poterla intervistare meglio.
-Beh, ecco...è un pò strano- rispose lei, lanciando uno sguardo a Druig. Lui la rassicurò, alzando i pollici di entrambe le mani -ma piano piano mi sto quasi abituando a stare tra loro-
-Alcune fonti mi dicono che da piccola eri una nostra grande fan, non è così?-
-Sì, è così. Ho letto tantissimi libri su di voi-
-E, ora che viaggi persino sullo stesso aereo con noi, ti ritieni soddisfatta delle nostre persone?-
-Cos'è, la recensione di un prodotto?- commentò Druig, facendo ridacchiare Ophelia.
-Sì, devo ammettere di essere molto soddisfatta. A volte penso che tutto sia solo un grande sogno, dove probabilmente sono rimasta bloccata. Ma poi mi rendo conto che no, è tutto vero. Non so se sia un bene o un male, se proprio volete saperlo-
-Grazie, Ophelia- disse Kingo, stringendole la mano -anche noi siamo molto felici di averti con noi-
Detto questo si alzò e continuò a parlare, facendo un tour del suo aereo. Gli altri rimasero seduti, e con la coda dell'occhio Ophelia vide Ikaris prendere posto accanto a Sersi, proprio mentre Druig si risedeva vicino a lei.
-Stiamo andando in Australia, vero?- gli chiese, e lui annuì.
-Proprio così. Ci sei mai stata?-
-No, ma i miei genitori sì. Mio padre mi mostra sempre le loro foto-
-Beh, sicuramente non saranno stati nella zona dove vivono Gilgamesh e Thena. Quasi nessuno si avvicina a quel posto-
-Come mai?-
-Beh, perché è molto isolato. C'è praticamente solo la loro casa e poi il vuoto assoluto. Davvero una tristezza incredibile-
-E tu, invece? Dove vivevi, prima di venire a trovarmi?-
La domanda lo lasciò di stucco. Non se l'aspettava, Ophelia lo capì subito.
-Vivevo in Amazzonia, in una piccola cittadina autonoma. Ero un pò come il capo, lì- rispose dopo un pò, stendendo le gambe verso il sedile davanti a lui. Prima vi era seduta Sprite, ma poco prima si era alzata ed era andata a parlare con Kingo.
-Ti manca quel posto?-
-Un pò. Ma mi mancava anche stare con gli altri. Lì, nonostante ci fossero tante persone intorno a me, mi sentivo tremendamente solo-
Ophelia sorrise, e Druig lo notò.
-Che c'è?- chiese, aggrottando le sopracciglia.
-Niente- rispose lei, senza smettere di sorridere -solo questa è l'ennesima prova che non sei un duro come vuoi far apparire-
-Ah, no?- replicò lui, incrociando le braccia -E allora cosa sono?-
-Non lo so, questo sto ancora cercando di capirlo. Ma di sicuro non sei un duro senza cuore-
Druig rimase a guardarla per un pò, e Ophelia poté giurare di averlo visto sorridere. E non era più quel sorriso-ghigno che aveva sempre. Era un autentico sorriso.
-Alzate il sedere, voi due- disse Kingo, avvicinandosi -stiamo per atterrare-
Ed effettivamente l'aereo aveva iniziato ad abbassarsi sempre di più, provocando ad Ophelia una lieve sensazione di nausea, come ogni volta che viaggiava in aereo. Quando finalmente toccarono terra, la ragazza fu la prima a scendere.
Quello che si ritrovò davanti era esattamente il paesaggio che Druig le aveva descritto poco prima. Una landa desolata, con una singola casa all'orizzonte.
-E' lì che vivono Thena e Gilgamesh- disse Sersi, ed Ikaris annuì.
-Non ci resta che andare-
Si incamminarono tutti insieme verso l'abitazione, ma solo dopo un pò notarono una sagoma violacea stesa per terra. Era un Deviante.
-E' il Deviante con cui avete combattuto a Londra?- chiese Kingo, ma Ikaris scosse la testa.
-E' diverso- disse -devono essercene più di quanto immaginassimo-
-Questo è un Deviante, signore?- chiese Karun a Kingo, stranamente emozionato.
-Già- rispose lui, e l'altro sembrò ancora più felice.
-E' una bellissima creatura!- esclamò.
-Cosa? Questa? Questa? No! E' ripugnante- replicò Kingo -Questi cosi cercano di staccarti la testa. Gira-
E iniziò di nuovo con il suo documentario.
-State per conoscere due dei guerrieri più forti del mondo. Thena, leggendaria, mortale, raffinata. E il suo leale amico...-
Ophelia si concentrò sulla porta d'ingresso, da dove uscì un uomo alto e massiccio, che identificò subito come Gilgamesh, che indossava un grembiule da cucina rosa.
-Perché ci avete messo tanto?- chiese ad Ikaris, con voce riluttante, facendo segno a Karun di spegnere la registrazione.
-Gilgamesh- disse Ikaris, serio -i Devianti sono tornati-
-Ma non mi dire. Una mano sarebbe stata utile-
-Siamo stati attaccati da un Deviante, a Londra- continuò Sprite.
-Neanche Ikaris è riuscito ad ucciderlo- aggiunse Sersi.
-Ma davvero?- disse Gilgamesh, ridacchiando.
-Sono stato distratto- bofonchiò Ikaris, mentre l'altro continuava a ridere.
-Sì, come no. Ehi, chi di voi vuole assaggiare una bontà...e tu chi diavolo saresti?-
Gilgamesh indicò Ophelia, che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
-Ehm, sono Ophelia- rispose, salutandolo con un gesto incerto della mano.
-E' un'umana- disse Druig, e Gilgamesh si concentrò subito su di lui. La torta che teneva in una padella gli scivolò lentamente dalle mani, andando a finire per terra.
-Mi sa che dovete raccontarmi più cose di quanto pensassi. Forza, entrate dentro-
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