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[ 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟐 ]

Nonostante tutto quello che stava succedendo (e che si prospettava succedere) Ophelia decise che per quella sera si sarebbe concentrata solo e unicamente sulla bellezza di Londra.

Era da tutta la vita che sognava di andarci, e le venne quasi da ridere nel pensare che, la sua prima volta in quella città, era avvenuta grazie ai protagonisti "immaginari" della sua infanzia.

Lungo il Tamigi gli unici punti di luce erano dei lampioni. Sersi era davanti a tutti, insieme a Sprite (che Ophelia aveva conosciuto poco prima di uscire dal museo) e il suo ragazzo, Dane. Quest'ultimo continuava a voltarsi indietro, l'espressione abbastanza turbata. Kingo e Druig erano fianco a fianco, e parlottavano tra di loro.

Ophelia rimase indietro rispetto a loro, troppo occupata a fermarsi ogni qual volta voleva immortalare uno scorcio della città col cellulare. Era così occupata a zoomare su un uccello posato appena sulla superficie dell'acqua, che non si rese conto di essere finita praticamente addosso a Druig.

-Gesù...- esclamò, rischiando di lasciar cadere il telefono -non ti avevo visto-

Lui non rispose, limitandosi a scrutare curioso l'oggetto tra le sue mani. Poi alzò le spalle e continuò a camminare, questa volta molto più lentamente di prima. Sembrava voler stare al passo di Ophelia.

Continuarono a camminare in silenzio, le spalle a malapena a sfiorarsi. Poi Druig si voltò verso la ragazza, lo sguardo reso luminoso dalla luce dei lampioni.

-Volevi venirci da tanto?- le chiese, cogliendola alla sprovvista.

-Qui?- rise piano. -Praticamente da sempre-

Riuscì a intravedere un mezzo sorriso sul suo volto, ma sparì così velocemente che lei ipotizzò di esserselo immaginato.

Druig la osservò in silenzio mentre si fermava accanto a una panchina, lanciando uno sguardo agli altri. Anche loro si erano fermati, e sembravano star consultando una mappa.

Si sedette sul legno umido della panchina, proprio davanti alla superficie del fiume. Non chiese a Druig se voleva mettersi affianco a lei. Lui semplicemente lo fece.

Riprese in mano il telefono e scattò qualche altra foto, sentendo su di lei lo sguardo del ragazzo. La sua presenza continuava a bruciarle addosso, e la cosa le dava parecchio fastidio. Odiava il potere che aveva su di lei.

Sentì in lontananza uno scocco del Big Ben. Entrambi si voltarono verso la direzione dalla quale sembrava provenire.

Druig si tolse velocemente il giubbotto di pelle, arrotolandolo e tenendoselo in grembo.

-Hai freddo?- le chiese, la voce così sottile da non sembrare neanche la sua.

Lei scosse la testa, sorridendo impercettibilmente. Le faceva quasi ridere quando aveva quei momenti di tanta premura.

-Giorno dopo giorno sto scoprendo che hai un cuore- commentò -in fondo in fondo al petto-

-Sembro davvero così senza cuore?- chiese lui, ridacchiando.

-No, sembri solo...indifferente- continuò -come se niente possa ferirti-

Lui rimase pochi attimi in silenzio, lo sguardo improvvisamente distante.

-Le cose continuano a ferirmi. Ho solamente imparato a non darci peso. Forse è per questo che sembro indifferente-

Ophelia rimane con la bocca semichiusa, incapace di replicare. Era stata troppo diretta? Era riuscita a ferirlo?

-Non volevo ferirti...- mormorò, ma lui la interruppe con un movimento della mano.

-Non scusarti. Non ce n'è bisogno-

-Sei sicuro?-

-Sì-

-Sicuro sicuro sicuro sicuro?-

Lui sbuffò, alzando gli occhi al cielo, e Ophelia ridacchiò nel vedere la sua espressione.

-Voi umani sapete essere davvero insopportabili, lo sai?-

-Lo so benissimo. Ma anche voi Eterni, lo sai?-

-Devi avere sempre l'ultima parola, eh?-

-Preferibilmente- commentò, con un'alzata di spalle.

Iniziò ad osservare il cielo, come quasi ogni notte, col naso all'insù. Il cielo era limpido, e le stelle brillavano luminose.

-Sono bellissime- sussurrò, così piano che solo qualcuno vicino come Druig avrebbe potuto sentirla.

-Anche tu-

Ophelia impiegò qualche istante ad assorbire quelle parole, e quando ci riuscì Druig si era già alzato dalla panchina e si era allontanato.

***

Ophelia riuscì finalmente a conoscere Ikaris, che comparve davanti a loro dopo qualche minuto.

Sprite si precipitò subito verso di lui, lasciandosi abbracciare. Sersi, invece, rimase un pò fredda e distaccata. Lei capì che era dovuto al fatto che Dane fosse proprio lì accanto.

Poi venne il turno di Ophelia di presentarsi, e Ikaris risultò essere il meno sorpreso di tutti nel saperla come un'umana. Le tese la mano, che lei strinse con un mezzo sorriso. Non riuscì a non notare l'espressione sul volto di Druig mentre li osservava parlare.

Non gli aveva più rivolto la parola, dopo che si era alzato dalla panchina. Aveva lasciato il suo giubbotto lì, perciò Ophelia lo aveva preso e indossato. Lui l'aveva vista sicuramente, ma la cosa non sembrava dargli fastidio. Non le aveva detto nulla.

-Perciò il tuo piano è parlare direttamente con Arishem?- chiede Ikaris a Sersi, che annuì.

-Solo lui può dirci cosa fare. Sia per la questione Devianti sia per la questione Ophelia- continuò, lanciando uno sguardo alla ragazza.

-Quindi anche voi sapete dei Devianti- disse Ikaris -e noi che pensavamo fossero spariti tutti-

-Non vorrei spaventarvi- si intromise Kingo, lo sguardo improvvisamente attento -ma credo che lì ce ne sia uno-

Tutti si voltarono contemporaneamente, e tutti videro subito i due occhi completamente bianchi nella notte che li stavano fissando.

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