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066 perdere una casa

capitolo sessantasei
( perdere una casa )





Era dal giorno precedente che Ophelia non aveva notizie né di JJ né del gruppo che si era diretto a Charleston, e dire che fosse in ansia era riduttivo. Kiara non era stata in grado di trovare il biondo, che, dal canto suo, non aveva inviato loro neanche mezzo messaggio. Stesso si poteva dire dei Pogues in "missione", ma l'unica cosa a risollevare Ophelia era il fatto che, quantomeno, fossero insieme, e sperava che, in qualche modo, avessero trovato qualcosa.

In ogni caso, per distendere i nervi e per non pensare a tutte quelle situazioni (Rafe incluso) aveva deciso di dirigersi a casa di suo padre, che si era mostrato molto felice di vederla. Nonostante amasse vivere con i suoi amici, Ophelia doveva ammettere di aver sentito la mancanza di quell'uomo, e aveva trovato davvero appagante parlare con lui di tutto ciò che stava accadendo negli ultimi giorni. Gli aveva raccontato della nuova caccia al tesoro, senza ovviamente scendere nei dettagli e parlargli di Terrance o del fatto che Shoupe li credesse coinvolti nella morte di Wes Genrette. Non voleva che si preoccupasse ulteriormente, in particolare perché già era visibilmente ansioso per la questione "zonizzazione", e temeva che sua figlia e i suoi amici potessero perdere tutto ciò per cui avevano lavorato quella sera stessa durante la riunione che si sarebbe tenuta in Comune.

In quel momento, la ragazza si trovava in cucina assieme a suo padre, guardandolo mentre leggeva il giornale locale con estrema attenzione. Sospirò, tamburellando le dita sul tavolo di legno e andando alla ricerca delle parole giuste per chiedergli dei Genrette e di Groff.

Non ce ne fu bisogno, però. Eddie, che la conosceva come le sue tasche, lesse il linguaggio del suo corpo e mise da parte il giornale, poggiando gli occhi su di lei. «Forza, sputa il rospo. È successo qualcosa?» la invitò a parlare.

Ophelia lo guardò per qualche secondo prima di fare un flebile sorriso. «No — scosse la testa — Solo... cosa sai di Larissa Genrette?» chiese, curiosa.

L'uomo aggrottò le sopracciglia, mettendo su un'espressione pensierosa. «Tutti conoscevano Larissa nonostante vivesse a Goat Island e lasciasse poco la sua tenuta, in particolare dopo la nascita del figlio» iniziò a spiegare. «Fu una tragedia. Lei e il bambino morirono annegati» concluse con un sospiro triste.

«Che anno era?» domandò ancora.

«2003, se non erro. La notizia fece immediatamente il giro dell'isola» rispose.

Ophelia aggrottò le sopracciglia. «Quindi se il figlio se non fosse morto, avrebbe la mia età» ragionò con un triste sorriso.

«Già. Per un periodo si diceva anche che si fosse tolta la vita con il bambino dopo aver sperimentato la depressione postpartum» la informò, facendole arricciare il naso.

«Suo padre, Wes, credeva che fosse morta una settimana dopo aver visto il fantasma di Elizabeth Teach — gli spiegò — "La maledizione della famiglia Genrette"» recitò, rammaricata.

Eddie la guardò. «Sai chi aveva contatti con la famiglia Genrette e Groff? Luke Maybank» le disse.

A quelle parole, Ophelia aggrottò le sopracciglia. «Come?» domandò perplessa.

«Sì, lavorava come giardiniere per i Genrette. Lo so perché aveva già dei precedenti penali ed era... famoso sull'isola per questo motivo. Ma poi credo abbia smesso dopo la morte di lei».

La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, pensando all'ambiguità della situazione. Se Larissa e suo figlio erano morti su una barca, perché Chandler non era con loro? Perché proprio loro due? Oltretutto, Luke Maybank che aveva lavorato come giardiniere per i Genrette era una notizia da non ignorare, in particolare se aveva smesso subito dopo la morte di Larissa.

E ora Wes Genrette era morto, e teoricamente era l'ultimo Genrette in circolazione.

«Chi erediterà la terra?» domandò di getto e con espressione pensierosa.

«Ho sentito che la terra di Goat Island andrà allo Stato e che sarà trasformata in una riserva naturale» le rispose.

«Quindi non andrà a Groff» mormorò.

«A suo genero? Nah — scosse la testa con un sorriso divertito — Chandler però avrebbe senza dubbio voluto, fidati. Credo si aggiudichi il primo posto nella lista delle persone più avide di sempre».

Ophelia si inumidì le labbra. «È possibile... è possibile che abbia ucciso lui i Genrette perché credeva che avrebbe ereditato la terra?» chiese in modo cauto, sentendo un magone crescere sempre di più nel suo stomaco.

«Wow, tesoro, è una grande accusa» le fece presente Eddie. «Avido sì, ma assassino... non saprei» disse poco dopo, assumendo un'espressione che diventava man mano sempre più confusa.

«Beh, dicevamo lo stesso anche di Ward» fece presente.

«Touché» replicò, divertito. Poi sospirò. «A cosa stai pensando?» le domandò con curiosità.

La ragazza scosse la testa, rimanendo in silenzio per qualche istante in modo da mettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Chandler, Larissa, il bambino, Wes, la maledizione, Luke... JJ.

«Oh cazzo!» esclamò improvvisamente, spalancando gli occhi e alzandosi di scatto.

Eddie sbatté le palpebre per qualche secondo. «Ophelia, tutto—»

«Papà, devo scappare!» lo fermò, correndo verso la porta. «Prendo la macchina. Grazie!» urlò.

«La macchina mi—»

Senza aspettare che concludesse la frase, richiuse la porta e corse verso la Volvo, accomodandosi davanti al volante e mettendo in moto subito dopo. Abbandonò casa Martin e si diresse verso Poguelandia, pigiando il piede sull'acceleratore e sperando con tutta se stessa che Kiara fosse lì. Non sapeva se le sue idee fossero giuste o se stesse sbagliando ogni cosa, ma non poteva negare che le cose si incastrassero in maniera perfetta, e aveva bisogno di parlarne con qualcuno.

Quando arrivò a destinazione, lasciò immediatamente l'auto, guardandosi attorno e andando alla ricerca della sua amica.

«Kiara!» iniziò ad urlare a squarciagola. «Kiara Carrera!» continuò.

Prese a correre verso il negozio, ma fu fermata dalla voce della riccia. «Lia!» si voltò verso l'orto, poggiando gli occhi sulla ragazza piegata sulle ginocchia davanti a dei pomodori.

Camminò quindi velocemente verso di lei. «Kiara, ehi, per fortuna sei qui. Devo parlarti» si agitò.

«È successo qualcosa?» le domandò preoccupata, rimettendosi in piedi e osservandola con un cipiglio.

«No, no, no. Ho solo... ho solo scoperto una cosa, credo» fece un profondo sospiro. «Ascolta, hai notizie di JJ?» domandò.

Kiara scosse la testa. «Ancora nulla. Sono così preoccupata» ammise, mangiucchiandosi il labbro inferiore. «Ma a te che succede?» le chiese ancora.

«Bene... — si fermò per una attimo, andando alla ricerca delle parole giuste — Stavo parlando con mio padre dei Genrette e di Groff, e ha iniziato a dirmi delle cose che mi hanno fatto riflettere, e ora ho bisogno di parlarne con qualcuno per capire se sono completamente pazza o se quello che ho pensato ha effettivamente senso» iniziò a blaterare, gesticolando in maniera quasi isterica.

La riccia aggrottò le sopracciglia. «Ok... Se parlassi più lentamente te ne sarei grata, però» le disse.

«Sì, scusa...» annuì, sospirando. «Bene, allora, siamo entrambe d'accordo che la storia della maledizione sia una grandissima stronzata?» chiese conferma in lei.

«Sicuro. Certo» replicò immediatamente, ancora non capendo dove volesse andare a parare la sua amica.

«Quindi diamo per scontato che sia stato qualcuno ad uccidere Wes Genrette e Larissa» continuò.

«Larissa è annegata su una barca con suo figlio» le fece presente.

Ophelia schioccò le dita. «E se non fosse semplicemente annegata ma fosse stata uccisa così com'è stato ucciso Wes Genrette?» domandò, osservandola con attenzione.

«Che intendi?» mormorò confusa.

«Io credo, Kiara, che c'entri Chandler Groff» andò dritta al punto. «Credo che abbia ucciso sua moglie e che abbia ucciso anche Wes a causa di cazzate sull'eredità della terra, ma, a quanto pare, la terra andrà allo Stato, quindi è stato tutto... inutile» le spiegò velocemente, muovendosi avanti e indietro.

«Non capisco, Lia...» scosse la testa.

La rossa prese un profondo sospiro, cercando di calmarsi. «Kiara, sto dicendo che Chandler ha fatto solo credere che ci fosse una maledizione. Probabilmente indossava qualche lenzuolo e si fingeva un fantasma, prendendo in giro un povero vecchio. Non lo so. Ma forse ha ucciso Larissa perché credeva che la terra sarebbe andata a lui. Poi ha ucciso anche Wes» disse con assoluta certezza.

«Quindi stai dicendo che ha ucciso anche il suo stesso figlio? È... è orribile» commentò Kiara con espressione perplessa mista al disgusto.

«Ed è qui che entra in gioco Luke Maybank!» quasi strepitò.

La riccia sbatté le palpebre per qualche secondo. «Luke? Il padre di JJ? Di che stai parlando?» le chiese confusa.

«Luke era il giardiniere dei Genrette, e sappiamo entrambe che JJ non ha mai conosciuto sua madre. Anzi, credeva che fosse una ragazza a caso con cui Luke stava spesso insieme. Quindi—»

«Non dirmi che pensi che...»

Ophelia annuì. «Che quel bambino sia JJ, e che sia il figlio di Chandler e Larissa» concluse, mandando giù il groppo che le si era formato in gola.

«Non ha senso...» sussurrò, scuotendo la testa e poggiandosi contro il recinto che circondava l'orto, quasi come se stesse per svenire a causa delle tante informazioni che Ophelia le aveva appena dato.

«Kiara, ha dannatamente senso!» replicò. «Chandler sapeva che se quel bambino fosse stato in giro, avrebbe probabilmente ereditato la terra! L'ha dato a Luke, forse con dei soldi, e l'ha tenuto lontano da Wes, che lo riteneva morto, perché credeva che così Goat Island sarebbe andata a lui. Ma Wes probabilmente la darà allo Stato!» continuò, avvicinandosi a lei.

La riccia chiuse gli occhi per qualche secondo e si massaggiò le tempie, probabilmente metabolizzando tutte le parole della sua amica. Poi la guardò. «Cosa significa tutto questo?» la guardò, sconvolta.

«Significa che JJ ha vissuto in una menzogna per tutta la sua vita... — mormorò, deglutendo — E che ha avuto ben due padri, entrambi orribili» le si avvicinò, piazzandosi al suo fianco.

Se la sua teoria era esatta, significava che JJ sarebbe potuto nascere e crescere in una casa ricca e con una madre probabilmente amorevole. Significava che Chandler gli aveva portato via Larissa. Significava che JJ era stato abbandonato per soldi dal suo padre biologico. Significava che JJ era stato abusato fisicamente e mentalmente da un uomo che non era il suo vero padre. Significava che JJ aveva vissuto una vita orribile solo perché il suo vero padre voleva ereditare Goat Island. Significava che JJ era stato strappato via da una famiglia e aveva sofferto per tutta la sua vita quando, in realtà, aveva una madre che si sarebbe senza dubbio presa cura di lui, donandogli tanto amore, ciò che gli era certamente mancato. Significava che JJ non aveva mai vissuto la vita che, in realtà, avrebbe dovuto vivere. Piena di amore, affetto e ricchezza.

Significava che Chandler e Luke lo avevano fatto soffrire consapevolmente.

Il solo pensiero fu in grado di far formicolare le mani di Ophelia dalla rabbia, in particolare perché credeva fermamente che JJ non lo meritasse. Era la persona più buona che conoscesse, nonostante fosse decisamente imprevedibile e una calamita per i guai, ma non meritava tutto quello, e una parte di lei sperava di essersi sbagliata, che avesse solamente viaggiato troppo con la mente.

Ma quando poi la sua attenzione fu catturata da JJ, che avanzava verso di loro con passo svelto e deciso, e con un'espressione stralunata, si rese conto di non essersi sbagliata. Era visibilmente arrabbiato, confuso, perso... e il motivo poteva essere solo uno: aveva scoperto ogni cosa. Aveva scoperto di aver vissuto in un'enorme bugia ed illusione.

«JJ, ehi! Dov'eri finito?!» fu la prima cosa che chiese Kiara, visibilmente preoccupata.

Il ragazzo scosse la testa, tenendo il capo chino. «Lunga storia. Dove sono gli altri?» cambiò discorso, guardandole con sguardo perso.

«Stanno arrivando» si limitò a dire Ophelia, non staccandogli gli occhi di dosso.

JJ entrò nell'orto, iniziando a camminare senza una meta precisa, visibilmente nervoso e frastornato. Le due amiche si lanciarono uno sguardo. Desideravano entrambe parlare, esporre la teoria di Ophelia per capire se, anche per lui, avesse senso, ma JJ sembrava così giù di morale, e nessuna di loro due osò parlare. Sarebbe stato meglio aspettare che lo facesse lui.

E poi lo fece. «È tornato mio padre. Si nascondeva da Barracuda Mika» disse improvvisamente.

«Ha detto qualcosa riguardo a questo posto?» gli domandò la riccia. «Perché dobbiamo andare in Comune stasera» fece presente.

«No... no, no, non ne ha parlato — rispose, grattandosi la nuca e continuando a tenere sempre il capo chino. Poi si fermò, osservandole — Mi ha detto... di non essere il mio vero padre».

A quelle parole, le due ragazze si guardarono con un'espressione angosciata. JJ sapeva tutto.

Il ragazzo scosse la testa. «Non stava scherzando, anzi sembrava piuttosto serio. Non ho capito se mentiva, ma— Guardate qui. È da parte di Genrette» passò loro una lettera recuperata dalla tasca dei suoi pantaloncini. «Dice: "Parla con tuo padre". E poi Luke mi dice che Genrette è mio nonno! Quindi Groff è mio padre!» continuò a blaterare, alzando il tono della voce e mostrandosi nervoso e agitato.

Ophelia sospirò, concentrandosi sulla lettera:

"Caro Jackson,
ti scrivo riguardo a una situazione di massima importanza. Mi scuso per la modalità clandestina della consegna, ma ci sono forze naturali e soprannaturali che impongono questa segretezza, e anche se mi piacerebbe discutere con te di questo argomento, credo sia meglio che ne parli prima con tuo padre. Chiedigli dell'Albatross. Non indugiare. Prego che la grazia di Dio mi conceda il piacere della tua compagnia quando saprai la verità. Con affetto, Wes Genrette"

Deglutì rumorosamente. A quanto pareva, Wes aveva scoperto di avere un nipote, e, inoltre, il vero nome di JJ era Jackson. Jackson Groff. Quella realizzazione le fece chiudere gli occhi per un attimo. Quella lettera, quelle parole... tutto sembrava essere stato scritto con affetto e con amore, e le veniva da piangere se solo pensava che a JJ fosse stata tolta la possibilità di vivere con un nonno che di sicuro gli avrebbe dato tutto ciò che gli era mancato.

«Cos'è l'Albatross?» chiese in un sussurro, guardandolo.

«La barca su cui si trovava Larissa quando è annegata. O così dice mio pa— Luke. Non so neanche come chiamarlo» rise quasi istericamente.

«JJ...» sussurrò Kiara con tristezza.

«Sì, lo so! Non ha il minimo senso che Groff sia mio padre e che Larissa sia mia madre! Insomma, è annegata con suo figlio!» riprese, non riuscendo a stare in silenzio e a stare fermo. «Lo so. Sta cercando di organizzare una truffa sull'eredità. Vuole guadagnarci dei soldi. Vuole usarmi per fare soldi come ha fatto per tutta la vita! Non ci sono dubbi! Non posso essere un Kook...» era oramai un fiume in piena, colmo di rabbia e angoscia.

Ophelia sospirò profondamente. JJ era il figlio di Larissa e di Chandler. Ne era certa, ed era sicura che anche il suo amico lo avesse capito. Ma negare, convincersi che Luke stesse mentendo, era certamente meglio dell'accettare di aver vissuto in una bugia per tutta la vita. Era certamente meglio della realizzazione che avrebbe potuto vivere una vita migliore se solo non fosse stato dato via per l'eredità.

Ma non c'era solo quello. JJ doveva sapere quanto meschino fosse Chandler. Doveva sapere che probabilmente era stato lui a uccidere Larissa.

«JJ, ascolta—»

Prima che Ophelia potesse dirglielo, l'arrivo del Twinkie attirò la loro attenzione, facendoli voltare di scatto verso i ragazzi reduci dalla missione a Charleston.

«Ehi, ragazze...» il biondo le richiamò, abbassando il tono della voce.

«Sì?» lo invitarono a parlare.

Sospirò. «Possiamo... non dirglielo? Insomma, sono tutte stronzate, ma non voglio che loro pensino che io... ecco, sia un Genrette» concluse, supplicandole con lo sguardo.

Ophelia lo osservò per qualche istante. Essere un Kook era sempre stata la più grande paura di JJ, e ora aveva scoperto di far parte della famiglia più ricca con cui avessero mai avuto a che fare, anche se si ostinava a non volerci credere. Nonostante una parte di lei pensasse che sarebbe stato meglio e giusto parlarne con i Pogues, sapeva anche che spettasse a JJ e che la decisione fosse sua.

«Rimarrà tra noi» promisero le due, facendogli accennare un debole sorrise.

Quando raggiunsero i ragazzi, la prima cosa che Ophelia notò furono i volti sporchi e spossati di Sarah e Pope, che sembravano reduci da una battaglia. Inoltre, una puzza pungente di fogna e letame le fece arricciare il naso.

«Trovato qualcosa?» domandò JJ.

«Un fallimento su tutti i fronti. C'era qualcosa, ma non l'abbiamo presa» rispose Pope, battendogli il cinque.

«Avete lo stesso odore che avevamo io e Kiara quando siamo entrate nella fogna, e non è un complimento» commentò la rossa, guardando i suoi due amici con un'espressione disgustata.

«Non ricordarmelo» la supplicò la riccia.

«Devo fare assolutamente una doccia» disse Sarah.

Lasciarono quindi che Pope e Sarah si rimettessero in sesto con una doccia e con dei vestiti puliti. Poi, subito dopo, si riunirono al negozio, venendo a conoscenza del fatto che i due ragazzi fossero scesi nelle catacombe.

«È una catacomba piena di teschi e roba del genere, e la cosa più strana è che c'erano altre persone lì che cercavano quello che cercavamo noi!» quasi strepitò il moro.

«Non era gente qualunque. C'era l'uomo che ha ucciso Terrance insieme ad una donna» intervenne Cleo.

«Sì, e anche dei ratti. Un mucchio di ratti» sottolineò Pope, facendo assumere un'espressione disgustata a Ophelia, felice di essere rimasta a casa.

«Mi camminavano addosso. Che schifo!» si lamentò Sarah, quasi rabbrividendo al ricordo.

«Beh, ma avete visto qualcosa?» chiese la rossa.

Pope annuì. «Quei due sono entrati nella catacomba e hanno preso una pergamena dalla bara di Sam Bellamy, l'ufficiale di Edward Teach» rispose.

«Sono entrati attraverso la tomba di Stede Bonnet. Probabilmente Barbanera ha lasciato lì quella pergamena per Elizabeth» spiegò John B.

«Per farle trovare la Corona Blu» comprese Ophelia, annuendo.

Il castano, poi, si schiarì la gola. «E tu dov'eri, JJ?»

A quelle parole, il ragazzo si bloccò, voltandosi per guardarlo. «Oh, io stavo... Cercavo di aiutare la squadra a fare un po' di soldi, ma non ha funzionato perché c'era Barracuda Mike» mentì mentre Ophelia e Kiara si scambiavano un'occhiata veloce.

«Sì, Barracuda Mike — mormorò John B — Non mi sorprende che non abbia funzionato...» ammise prima di sospirare. «Ragazzi, mi dispiace per i ratti e tutto il resto, ma stasera c'è quella stupida udienza sulla zonizzazione e non abbiamo i soldi per un avvocato» fece presente, guardandoli.

«Ovviamente» replicò Kiara, accigliata.

«Ogni idea è ben accetta» li invitò a parlare.

«Possiamo prendere una laurea in diritto immobiliare in un giorno. Insomma, basterà leggere un libro» ironizzò Pope.

«Sai, mi piace il tuo sarcasmo, ma adesso non ne abbiamo bisogno, Pope, ok?» rispose il moro, scoraggiato.

«Sono ancora scosso dai ratti, quindi...»

«A me piace il tuo sarcasmo» si complimentò Ophelia, guardandolo.

«Grazie, amica» le sorrise, battendole il cinque.

John B scosse la testa, rassegnato. «Coinvolgiamo la gente. Tutta l'isola è arrabbiata per quello che hanno fatto. Portiamo tutti al Comune, ragazzi. Raduniamo le truppe. E magari, così, potremmo vincere» propose, poi.

«Più siamo, meglio è, no? — intervenne JJ — Io posso chiamare i surfisti dalla spiaggia».

«Sì, ma assicurati di tornare» disse il castano.

«Penserò solo alla missione, promesso» annuì lui.

«Pope, potremmo chiamare qualche tuo familiare. Lo zio Roger?» chiese Cleo.

«Si può fare» rispose.

Ophelia parve illuminarsi nel momento in cui, infilando la mano nella tasca del pantalone, tirò fuori il biglietto da visita di Rafe.

«Ehi, ieri è passato Rafe» esordì, poggiando gli occhi su Sarah.

Lei aggrottò le sopracciglia. «Cosa? Perché?»

«Ha detto che voleva parlare con me e con te, ma tu non c'eri, quindi mi ha detto di dirti che devi passare da lui — le diede il biglietto — Gli ho chiesto se potesse fare qualcosa con la zonizzazione, ma ha risposto di no» spiegò.

«Ovvio...» commentò Kiara, sospirando.

Sarah si girò tra le mani il biglietto da visita. «Rafe Cameron, CEO...» lesse. «CEO di cosa?» la guardò, visibilmente perplessa.

Ophelia si strinse nelle spalle. «Dice che ha un grande progetto tra le mani» si limitò a dire.

«Beh, comunque passerò da lui per capire cosa vuole...» mormorò, annuendo.

«Va bene, ragazzi. Salviamo Poguelandia» riprese parola John B, osservando i suoi amici.

E così radunarono le truppe, parlando con tutti i Pogues arrabbiati e contrari alla zonizzazione. Era assurdo, per Ophelia, rendersi conto di quante persone fossero lì per loro, e ancora più sconvolgente era la realizzazione che i Kooks fossero così tanto accaniti contro dei semplici ragazzi.

Il Comune infatti pullulava di Pogues, tutti pronti a difendere la causa dei ragazzi, e Ophelia fu felice di vedere anche i genitori di Kiara e di Pope dalla loro parte. Ciononostante, era ovvio che ci fossero anche altrettanti Kooks, che non desideravano altro che vedere i propri "nemici" sbattuti per strada, non curandosi del fatto che avrebbero tolto loro ogni cosa.

I sette Pogues erano tutti seduti vicini lungo una delle tante panche di legno presenti. Erano piuttosto agitanti, e c'era chi batteva freneticamente il piede per terra, o chi si passava nervosamente la mano sul volto. Una cosa era certa: avevano paura di perdere tutto quello per cui avevano lavorato.

«Prima di passare all'ordine del giorno, desidero ricordare a tutti di mantenere civiltà e decoro durante il resto di questi procedimenti. Siamo una sola isola. Cerchiamo di non dimenticarlo» parlò il Sindaco di Kildare, dietro al podio da conferenza.

«Sì, certo» commentò a voce bassa John B, ironico.

«Qualsiasi interruzione porterà all'espulsione e a potenziali accuse, siamo intesi? — a quelle parole, lo sguardo di Shoupe balzò sui sette ragazzi — Ora passiamo ai resoconti dei nostri Membri del Consiglio, a cominciare dal Membro del Consiglio Lawrence» invitò a parlare uno dei sei uomini che si trovavano seduti alle sue spalle.

«Grazie, signor Sindaco. Programma 8A, ordinanza 31, zonizzazione della proprietà situata alla fine di Roger's Point Road» lesse. «Signor Sindaco, abbiamo una risoluzione della città di Pelican che esprime sostegno alla rizonizzazione di terreni sul lato est dell'isola, inclusa la proprietà di Roger's Point Road» iniziò.

A quelle parole, i Pogues si guardarono sconvolti.

«Che cosa? Ha detto che hanno già una risoluzione?» chiese Pope, sperando di aver capito male.

«Il Consiglio sta votando per raccomandare lo stanziamento di sessantamila dollari per iniziare la transizione in coordinamento con una richiesta di annessione e ridefinizione delle zone. Passo la parola al Membro del Consiglio Chet».

«Non capisco... Hanno già votato?» mormorò Ophelia, assumendo un'espressione confusa.

«Vorrei dire che siamo fortunati ad avere l'aiuto del signor Zeasy, che è stato attivo nello sviluppo dell'isola, rivelandosi una risorsa importante. Grazie».

«La stima è reciproca. Grazie a voi» rispose Dale sotto lo sguardo sconvolto dei sette Pogues.

«Adesso vorreste avere un avvocato?» domandò Pope a denti stretti, facendo sospirare i suoi amici.

«No. Vorrei avere una mazza da pesca» replicò JJ, guardandolo.

«Ma prima di proseguire, ascolteremo alcuni membri della comunità, a cominciare da un rappresentante degli occupanti della proprietà di Roger's Point, che in precedenza apparteneva ai Maybank» riprese parola il Sindaco.

«Chi si sente coraggioso?» chiese Kiara, osservando i suoi amici.

«Ok, ci penso io» disse JJ, pronto ad alzarsi.

John B lo afferrò per il cappuccio della felpa. «Whoa, whoa, whoa!» lo tirò indietro.

«No, no, no! — disse anche Pope — Tu ti siedi, ok? Andrà qualcun altro!» chiarì, facendolo risedere nonostante l'espressione contrariata.

«Ma chi?» domandò Sarah.

Ophelia scosse immediatamente la testa. «Non so parlare in pubblico. Ho l'ansia da... palcoscenico, esatto» si affrettò a dire.

«Io sono con Lia. Odio parlare in pubblico» si aggiunse il moro, annuendo.

«John B!» esclamò d'un tratto Kiara.

«Sì, John B!» urlò qualcuno dal fondo, facendolo sospirare.

La rossa annuì. «Ehi, puoi farcela» gli strinse delicatamente il braccio.

«Sì. Ci rappresenti» concordò Sarah, guardandolo.

John B, alla fine, si arrese e si mise in piedi, avanzando con titubanza verso il podio da conferenza sotto lo sguardo speranzoso dei suoi amici e di tutti gli altri Pogues, che batterono le mani per dargli forza. Si zittirono solo quando il ragazzo giunse a destinazione.

«Dichiari il suo nome, per favore» disse il Sindaco.

«Sono John Booker Routledge — quando l'uomo gli diede l'ok, riprese parola — Sentite, io non sono un avvocato, lo sapete, ma tutta questa storia non ha alcun senso. Voglio dire, noi abbiamo acquistato la proprietà all'asta, dove svolgiamo un'attività piuttosto redditizia da diverso tempo, e ora presentate una mozione per cambiare la zonizzazione della proprietà? Se passasse, noi perderemmo l'attività e persino casa nostra!»

«Per una stronzata!» esclamò JJ.

«È tutta una farsa!»

«È vergognoso! Ha ragione!»

Iniziarono così ad urlare anche le persone in fondo all'aula, tutti dalla parte dei ragazzi, che si scambiarono un sorriso davanti all'appoggio di quei Pogues come loro.

«Esigo ordine, signori!» pretese il Sindaco, alzando il tono della voce e facendo muovere di qualche passo Shoupe e la sua squadra.

«Vi dovreste vergognare! È uno schifo!»

«Ai vostri posti, signori! Ordine! — poco dopo, si zittirono — Signor Routledge, continui» lo invitò.

«Come in molti saprete, mio padre e il padre di Sarah l'anno scorso sono morti... E stiamo solo cercando di rifarci una vita. Tutto qui. Signore, con tutto il rispetto, non cerchiamo un sussidio. Vogliamo solo tenerci casa nostra, va bene? E non vogliamo che ce la portino via per qualche stupido club. Andiamo, come può essere legale? Come può essere legale una cosa del genere? Non riesco a capirlo!» John B iniziò ad alzare la voce, spinto anche dall'applauso e dal consenso di tutte le persone che lo appoggiavano.

«Mi scusi! Mi scusi! Scusate! — si mise improvvisamente in piedi Dale — Sindaco, posso parlare?» domandò quando le grida cessarono.

«Sì, prego».

«Grazie, signor Sindaco» disse prima di rivolgersi alla sala. «C'è stato un fraintendimento, ok? E posso chiarire tutto» iniziò ad avvicinarsi a John B.

«Oh mio Dio!» esclamò JJ, visibilmente irritato.

«Signor Routledge, ha lei la parola. Vuole lasciar parlare il signor Zeasy?» gli domandò il Sindaco.

Il castano sospirò. «Se riesce a spiegarlo meglio, Dale...» rispose, sarcastico e infastidito.

L'uomo si mise davanti al microfono. «Quello che gli attuali occupanti della terra non sembrano capire è che c'è un'ingiunzione che invaliderebbe la vendita più recente».

«Che sta dicendo? Sta mentendo!»

«Sta mentendo!»

I Pogues si guardarono perplessi a quelle parole. Non aveva assolutamente senso. Stava dicendo che il loro acquisto della casa non era valido?

«C'era una cambiale preesistente del proprietario originale che era in fase di finalizzazione al momento dell'asta della terra. La banca non era autorizzata a procedere all'asta» spiegò Dale. «Ho qui con me la cambiale del proprietario originale, firmata prima dell'asta e finalizzata dal Giudice Holden» alzò un foglio, indicando il nonno di Topper, che intanto sorrideva soddisfatto.

«Quindi la nostra vendita non è valida...» comprese Pope.

«Andiamo, com'è possibile?» si agitò Kiara.

«Dov'è il proprietario originale, e può convalidare l'autenticità del documento?» prese parola il Sindaco.

«Sì che può, eccolo lì».

Si voltarono tutti di scatto, seguendo la traiettoria dello sguardo di Dale e rimanendo stupefatti (e non in senso positivo) nel momento in cui i loro occhi caddero su nientemeno che Luke Maybank.

Erano increduli, sconvolti e al dir poco incazzati. Non solo Luke aveva fatto passare le pene dell'inferno a suo figlio, in particolare con l'ultima notizia che gli aveva dato, ma ora lo sbatteva in mezzo ad una strada. Era assurdo.

«Mi dispiace, JJ» disse l'uomo, guardandolo e ignorando il chiacchiericcio circostante.

«Scusate, Luke non è un fuggitivo?» domandò confusa Ophelia.

«Mi sembra ovvio. Luke ha firmato la cambiale, e così ha ottenuto l'amnistia» spiegò Pope, ruotando gli occhi al cielo.

«Molto bene. A meno che non mi sbagli, quando tutto sarà finito, voi riceverete una ricompensa, questo è chiaro. E la terra accoglierà un club per tutti» Dale riprese a parlare.

«È inammissibile! Dopo averlo fatto a noi, lo faranno a tutti voi! — si mise improvvisamente in piedi Kiara, raggiungendo il podio da conferenza — Ci stanno derubando! È evidente, non ve ne accorgete?!»

«Pretendo che ci sia ordine in quest'aula!»

La riccia si voltò verso Luke. «E lei? Davvero non capisco come abbia potuto. JJ le voleva bene, anche se non avrebbe dovuto! E voi dovreste vergognarvi! Tutti voi!»

E quando JJ si alzò, esplose il caos in aula.









































OK, mi è tipo venuto un MEGA dubbio: come fa Rafe a non sapere che tutta la storia di Goat Island è una truffa? Certamente è spinto dal suo "voler dimostrare che i Cameron sanno fare affari", in particolare dopo che le persone iniziano a parlargli alle spalle, e poi è stato convinto anche da Sofia, di cui si fida... ma letteralmente tutti sapevano che sarebbe diventata una riserva naturale, e c'è proprio una scena in cui due donne ne parlano al club e Sofia ascolta la conversazione e poi chiama Hollis, quindi fondamentalmente si sapeva che non sarebbe andata a Groff, ed è una scena messa PRIMA di Rafe che firma l'accordo, quindi mi sembra strano che non abbia sentito quella "notizia".

MA HA FIRMATO COMUNQUE... ?????

Insomma, se avessero messo la scena delle due donne dopo, avrei anche capito, ma boh... Forse non ci hanno pensato troppo perché, in qualche modo, dovevano mandare Rafe in Marocco, idk 😭😭

(so che mi faccio troppe domande)

Ultima cosa: so che non viene mai spiegato il motivo per cui Groff uccide effettivamente Larissa, ed è ovvio che Ophelia stia facendo solo delle supposizioni, ma alla fine credo sul serio che abbia ucciso i Genrette perché credeva che avrebbe ereditato Goat Island. Poi però i suoi piani cambiano quando Wes nel testamento dice che la terra diventerà una riserva naturale, portandolo ad andare alla ricerca della Corona Blu.

Ovviamente, se nella stagione 5 Groff dovesse spiegare il vero motivo per cui ha ucciso Larissa, voglio che ricordiate che queste di Ophelia sono semplici supposizioni 🫶🏻🫶🏻

ps, PREPARATEVI X IL PROSSIMO CAPITOLO (non siete pronti)

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