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036 l'esplosione è meglio del carcere

capitolo trentasei
( l'esplosione è meglio del carcere )





Dopo la chiacchierata con Heyward, i ragazzi si ritrovarono sul Twinkie pronti a raggiungere la Casa di Riposo in cui si trovava Mee-Maw, la bisnonna di Pope. Ophelia, onestamente, non sapeva quanto potesse essere d'aiuto una donna anziana, quindi probabilmente sarebbe stato un buco nell'acqua, ma, allo stesso tempo, era meglio non dare nulla per scontato.

Si trovava seduta davanti tra John B e JJ, mentre sul retro si trovavano gli altri. Nel Twinkie sembrava aleggiare una strana aria, motivo per il quale Ophelia e JJ, oramai complici in tutto e per tutto, si sussurravano frasi e prese in giro nei confronti dei loro amici. Infatti, da un lato c'erano Sarah e John B che, a quanto pareva, avevano litigato perché la bionda non aveva detto a Topper che fossero sposati. Dall'altro lato, invece, tra Pope e Kiara c'era tensione perché lei gli aveva detto di voler essere solamente sua amica. Era evidente che il ragazzo, pur avendo accettato, mostrasse una certa freddezza nei suoi confronti. 

In momenti come quelli, amavano essere single e privi di drammi... certo, se Ophelia ignorava i suoi.

«Ragazzi, Limbrey mi ha detto una cosa che credo le sia sfuggita — quel silenzio imbarazzante fu spezzato da Pope — Ha detto che la chiave porta alla Croce di Santo Domingo» informò i suoi amici.

«Posso vederla?» JJ allungò la mano verso il suo amico.

«Tieni» mormorò, passandogliela. Subito dopo, il biondo iniziò a rigirarsela fra le mani.

«Dovremmo sapere cos'è?» domandò Sarah, mostrandosi piuttosto perplessa.

«Io credo che sia una specie di reperto storico di grande importanza» disse Pope.

Ophelia, col cellulare fra le mani, si schiarì la voce. «Il nostro caro Internet dice che è un regalo della Nuova Spagna al re di Spagna» lesse a voce alta.

«Nuova Spagna? C'è una Vecchia Spagna?» chiese confuso JJ, ma nessuno gli rispose.

«Cazzo, un bel regalino.... Guardate» disse Kiara con un sorriso, mostrando la foto dell'enorme Croce.

«La persona accanto alla Croce è così piccola» notò Ophelia, divertita.

«Questa Croce è gigantesca» aggiunse JJ.

«Vediamo... — mormorò la rossa, andando alla ricerca di qualcosa di interessante — Oh, ecco. All'epoca veniva considerata il più stravagante omaggio di tutti i tempi da parte delle provincie. Venne poi persa al largo delle Bermuda nel 1829».

«Hai detto le Bermuda?» quasi strillò il biondo, allungando il collo nel tentativo di leggere.

«No, non il triangolo» sospirò John B.

«Tutto riporta al triangolo — JJ gli diede una pacca sulla spalla — Ogni volta che succede qualcosa di strano, c'entrano le Bermuda» asserì, sicuro.

«Ok, ma che c'entra una chiave trovata sopra la farmacia di Mee-Maw con tutta questa storia?» domandò Kiara, confusa.

«Già» annuì Sarah.

«E, soprattutto, cosa c'entriamo noi con tutta questa storia?» aggiunse Ophelia.

Pope sospirò. «Non lo so, ottima domanda».

Poco dopo arrivarono alla Casa di Riposo, e John B fermò il van proprio davanti all'entrata. JJ scese dal veicolo, aprendo la portiera scorrevole e aiutando Pope e scendere.

Prima che qualcuno potesse seguirlo, si voltò a guardarli. «Ehi scusate, vorrei andare da solo».

«Sei sicuro?» gli domandò Kie, e lo sguardo del ragazzo parve incupirsi.

«Sì, tranquilla. Non mi serve aiuto, quindi...» si strinse nelle spalle, ed era evidente che ci fosse una strana tensione tra i due.

«Oh, siamo proprio una bella famiglia felice oggi, vero?» esclamò divertito JJ.

Ophelia alzò l'angolo destro della bocca. «Allegra e spensierata» gli diede corda.

In risposta, Pope ruotò gli occhi al cielo prima di girare i tacchi e camminare in direzione della Casa di Riposo.

«Ok ragazzi, andiamo. Torniamo tra poco» disse John B.

Quando il biondo risalì nel van, i ragazzi raggiunsero Kildare Island, un piccolo e accogliente bar in cui Sarah e Kiara si affrettarono ad entrare, lasciando i tre nel van a chiacchierare.

«Ricordate quando la vita era semplice?» chiese improvvisamente JJ, guardando i suoi migliori amici.

«Sì, solo una settimana fa» rispose John B. «Insomma, pensateci. Ward è ancora lì fuori e ha l'oro» continuò, voltandosi verso di loro.

Ophelia sospirò. «Lo sappiamo, JB».

«Ha ucciso mio padre» aggiunse con rabbia.

«John B, lo sappiamo e non lo sottovalutiamo, ma sono preoccupato per te — gli disse il biondo, guardandolo — È come se fosse o te o lui. E sai che altro mi preoccupa? Sarah. Voglio dire, è suo padre, capisci che intendo?» gli confessò, cercando di non ferire i suoi sentimenti.

«Lo sa cos'ha fatto» affermò il castano.

La ragazza annuì. «Sarah sa cos'è giusto e cos'è sbagliato, JJ, e per quanto possa voler bene a Ward, ha dimostrato spesso di essere dalla nostra parte, e, soprattutto, dalla parte di John B» fece presente.

«Io dico solo che non bisogna sottovalutare niente e, soprattutto, non dare per scontato nulla» replicò il ragazzo.

John B fece un sospiro profondo prima di cambiare discorso. «Ok, cosa vuole questa Limbrey?»

«Ha una registrazione che incastrerebbe Ward e Rafe, ma, tecnicamente, ora Rafe è già nei guai» gli rispose Ophelia, lottando con tutta se stessa per non mettere su qualche smorfia.

JJ annuì. «È anche vero che ha cercato di rapire Pope, che insomma...» mormorò, lasciando sospesa la frase.

«Dai, pensateci! Se recuperiamo quella registrazione, è fatta! Possiamo far condannare Ward e ottenere giustizia per mio padre. Tutta questa storia non può finire qui, ragazzi — il castano tentò di convincerli — Lo so, è pericoloso».

«Fortuna che il tuo amico è JJ Maybank» disse il biondo, ghignando.

«Oh Dio» mormorò Ophelia.

«Ho già pronto un piano» aggiunse, facendo sbuffare John B.

«Spero sia migliore di quello della fuga» gli rispose il castano, esausto.

La rossa annuì. «Già. E soprattutto spero non coinvolga pistole» aggiunse.

«Mai avuto un piano migliore» ribatté.

«Immagino...».

«Ascolta, Lia! la bacchettò — È un piano semplice, ok? Quando verranno per la chiave, e sappiamo che lo faranno... beh, gliela daremo» sorrise furbo.

I due sbatterono le palpebre per qualche secondo, confusi.

«Gliela... daremo?»

«È questo il tuo piano?»

«Daremo una chiave falsa» spiegò, finalmente. «E quando se ne accorgeranno, noi avremo già portato la registrazione a Shoupe!» aggiunse.

Regnarono secondi di silenzio prima che i suoi due amici prendessero ad urlare.

«Oh merda, è geniale, JJ!» esultò Ophelia.

«Sono sbalordito, amico. Complimenti» John B gli diede una pacca sulla spalla.

Il biondo sorrise. «Quanta poca fiducia che avete in me. Potrei offendermi» disse ironicamente.

«Ok, ma quale chiave le dare—»

«Ci penso io. Ne ho una che fa al caso nostro» John B fermò le parole della sua amica, facendola annuire.

«Beh, è perfetto» disse. «Dobbiamo aspettarci che vengano anche oggi, lo sapete, vero?» li guardò.

«Saremo pronti — rispose JJ — Ma non lo diremo a nessuno di loro, ok? Quando vorranno la chiave, John B la tirerà fuori prima di Pope, e sarà lì che i nostri amici capiranno» concluse.

«Effetto sorpresa. Ok, d'accordo, mi piace» Ophelia gli diede una pacca sulla spalla prima di lanciare un'occhiata a Kiara e Sarah, uscite dal bar. «Ehi, non mettete su altri piani in mia assenza» disse prima di abbandonare il Twinkie.

Con una corsetta veloce, raggiunse le due ragazze, intente a chiacchierare e a tenere fra le mani delle bevande.

«Ehi!» esclamò, arrivando al loro fianco.

«Tutto ok? John B ha detto qualcosa su di me e su quanto sia stato oltraggioso il mio "grazie" a Topper?» le chiese sarcasticamente Sarah, lanciando un'occhiata al ragazzo.

Ophelia scosse la testa. «Nah. Hanno parlato di... di pesca, barche... ed eccomi qui» mise su un sorriso nervoso. «Piuttosto, è davvero geloso del fatto che hai ringraziato Topper?» chiese, facendo la finta tonta.

«Sì — annuì — Ma cos'altro avrei dovuto fare? È il minimo. Insomma, mi ha salvato la vita e gliene ho fatte già passare tante. Sembra il crimine del secolo per John B» borbottò, scuotendo la testa.

«Non me ne parlare. Sono successe troppe cose assurde, e Pope ha deciso di non parlarmi più perché non sono innamorata di lui» scosse la testa Kiara.

«Ok, ok, ascoltate!» Ophelia richiamò la loro attenzione. «Sarah Cameron, il problema con John B è che ha paura di perderti perché Topper, andiamo, è ancora innamorato di te. Tranquilla, gli passerà. E tu, Kiara Carrera — si voltò verso la riccia — Pope non ha deciso di non parlarti più. Gli hai dato il due di picche dopo che siete stati insieme, e credo sia stato un po'... non so, umiliante? So che avevi buone intenzioni, ma credo che lui volesse altro. Anche tu, dagli del tempo e gli passerà» concluse, sorridendo alle due amiche e battendo le mani.

«Wow, cazzo» mormorò Sarah, ridendo.

«Già, complimenti» concordò Kiara, divertita. «E poi tu saresti quella single?» chiese.

«Hai appena spiegato e risolto i nostri problemi in cinque secondi» annuì la bionda.

Ophelia si strinse nelle spalle. «Sono la single del trio che è qui per aiutarvi ad aprire gli occhi. Niente male, vero?» ridacchiò.

«Niente male» ripetettero, sorridendo.

«Ma sul serio... — iniziò Sarah — Non ti piace proprio nessuno? Neanche dei nostri?» domandò.

«JJ?» ammiccò Kiara.

Lei scosse la testa. «JJ lo lascio ad un'altra» disse con il tono di voce di chi la sapeva lunga, ma le sue amiche non parvero capirlo. «E poi, ehi, non mi va di finire come voi due a lamentarmi del mio fidanzato con un frappé fra le mani» aggiunse, divertita.

«Ehi, non era carina!»

«Ahia!»

Tra le risate, le due ragazze salirono sul Twinkie prima di andare a recuperare Pope, che li raggiunse nel van con un'espressione sconvolta, pallido come se avessi appena visto un fantasma.

«Allora? Com'è andata?» gli chiese John B.

«La storia è diventata molto più personale».

Fu l'unica cosa che disse prima di chiudersi in una sorta di mutismo selettivo e non spiccicare parola per tutto il viaggio sotto lo sguardo perplesso e preoccupato dei suoi amici, che avevano paura che gli fosse successo qualcosa.

Pope non sembrava intenzionato a parlare nemmeno nel momento in cui tornarono alla pescheria di Heyward, ma quando raggiunsero il retro e iniziarono a supplicarlo, finalmente parlò, lasciando sbalorditi i ragazzi.

«Non riesco a credere che tu che tu sia un parente di Denmark Tanny!» esclamò John B.

«Insomma, Denmark e Cecilia sono i tuoi trisavoli... wow» mormorò Ophelia, incredula.

«Siamo davanti ad un sovrano?»

«Un re? Incoroniamolo! — esclamò JJ, facendo finta di mettere una corona sul capo di Pope — Ave Lord Tannyhill!» aggiunse, mentre tutti improvvisarono un inchino.

«Andiamo, ci dobbiamo rilassare! Siamo rilassati?» domandò Pope, guardandoli divertito.

«Andiamo a vivere tutti nel suo castello?» prese parola Sarah.

«Quando ci trasferiamo?» chiese Kie.

«Io ci sto!»

«Letto a castello?»

«Io sopra».

Guardando i suoi amici con un sorriso in volto, Ophelia tirò distrattamente fuori il cellulare che aveva preso a vibrare nella tasca dei suoi pantaloni. Senza neanche leggere chi fosse, se lo portò all'orecchio.

«Pronto?» chiese, ridendo quando sentì JJ prendere in giro Pope.

«Ophelia, ehi...»

Il sorriso della ragazza si spense lentamente nel momento in cui si rese conto del fatto che fosse Rafe. Di scatto, scese dalle casse e guardò i suoi amici con ansia.

«Ehm... è— è mio padre. Torno subito» disse prima di allontanarsi. Una volta raggiunta una debita distanza, tornò a portarsi il telefono all'orecchio. «Rafe?» lo richiamò lentamente.

«Ehi... ehm... ti stoti sto chiamando dal telefono di Barry».

«Oh, hai dato il mio numero ad uno spacciatore?»

«Sì, ehm, senti... non ho molto tempo, in realtà. Volevo— volevo sentirti per l'ultima volta» le disse col suo solito balbettio confusionario.

A quelle parole, Ophelia sentì il cuore stringersi in una morsa. «La polizia sta venendo a prenderti?» gli domandò in un sussurro.

«No, io... sto andando via. Non so neanche dove andrò, in realtà. Ha fatto tutto mio padre, e»

«Rafe, che vuol dire che stai andando via?» lo interruppe, incredula. Voleva forse vivere da fuggitivo?

«Sì... ho un bel po' di viaggio davanti... ma— ma starò bene» la voce gli si incrinò.

Lei sospirò profondamente. «Rafe, non—»

«Ophelia... Ophelia...» la fermò. «Mi dispiace. Avevi ragione susu molte cose... su molte cose» iniziò ad agitarsi, facendole chiudere gli occhi che avevano iniziato ad inumidirsi.

Si morse il labbro inferiore. Era giusto che fosse ricercato, ma questo non toglieva che le dispiacesse. Suo padre lo stava rovinando ancora un'altra volta proponendogli piani di fuga anziché fargli affrontare il suo destino.

«Sarei stato meglio. Sì, stavo pensando di andare in una... comunità per— per disintossicarmi, sai?» le disse. «L'avrei fatto anche per te, per noi due...»

A quelle parole, Ophelia chiuse gli occhi. Per noi due.

«Ioio so che tu non mi credi» aggiunse poco dopo con una risatina isterica.

Lei scosse la testa. «Sì, invece, Rafe».

«No, va bene, sul serio...» sussurrò.

«Ti credo, Rafe — ripetette — E spero che tu lo faccia. Spero che starai bene perché lo meriti» tirò su col naso. «D'accordo?»

Ci fu silenzio per qualche secondo, seguito poi dal suo profondo sospiro. «» disse infine. «Ora devo andare via concon Barry. Prenderemo la sua barca...»

Ophelia annuì nonostante non potesse vederla. «Stammi bene, Rafe» mormorò.

«Mi dispiace... Ciao, Ophelia» rispose dopo attimi di silenzio.

Quando la chiamata terminò, Ophelia si morse violentemente in labbro inferiore per non piangere. Non era per nulla d'accordo con la fuga di Rafe, e, anzi, avrebbe preferito di gran lunga che andasse in carcere, e non lo diceva con cattiveria, ma perché era giusto così. Ward lo stava rendendo un fuggitivo, uno che non avrebbe mai più potuto mettere piede nelle Outer Banks, e non avrebbero fatto altro che farlo peggiorare, ancora e ancora.

Ophelia non poteva che sperare che, col tempo, imparasse a vivere distaccandosi da suo padre. Era certa che se lo avesse fatto e avesse iniziato a prendere le scelte per se stesso e con la sua testa, allora sarebbe stato un Rafe migliore. Fino ad allora, era spacciato.

Sospirò, ignorando l'angoscia nata dalla realizzazione che se davvero Rafe fosse riuscito ad andare via, non lo avrebbe mai più rivisto. Mettendo su il sorriso più falso di sempre, tornò dai suoi amici.

«... e quindi— Ehi, tutto ok?» le domandò John B quando la vide tornare.

Lei annuì. «Era mio padre. Niente di che. Piuttosto, di che state parlando?» chiese, spostando l'attenzione su altro.

«Della lettera che mi ha mandato Limbrey — le rispose Pope — C'era sopra il simbolo del grano. Deve avere qualcosa a che fare con la Royal Merchant» disse, certo.

«Sì, se lo dici tu» mormorò JJ.

«Ma se trovassimo quella Croce, potremmo dividerci tutto come con l'oro» continuò il moro, guardandoli.

«Oh Dio, davvero un'altra caccia al tesoro?» chiese Ophelia, arricciando il naso.

«Beh, siamo stati bravi l'ultima volta... se escludiamo la fine disse il biondo — Io ci sto!»

«E vivere felici e contenti?»

Una voce li fece voltare, ed ecco che si ritrovarono davanti la signora Limbrey con il suo scagnozzo. A quella vista, i tre "complici" del piano, si scambiarono un'occhiata. Era il momento giusto.

Pope avanzò verso la donna. «Ha aggredito mio padre!» disse con rabbia, ma venne bloccato dall'uomo.

«Io non ho aggredito nessuno» rispose.

«Lui riconoscerebbe uno psicopatico da un chilometro» intervenne Kiara.

«Perché il mio dipendente avrebbe dovuto assalire tuo padre? È assurdo» disse Carla, ridacchiando.

«Già, certo...» mormorò Ophelia, scuotendo la testa.

La donna riprese parola. «Senti, possiamo continuare a negoziare, ma il fatto è che voglio la chiave!» disse, e l'uomo al suo fianco afferrò violentemente Pope.

«Ehi!»

«Piano!»

«E non mi fermerò finché non l'avrò avuta. Non ho scelta. Vuol dire che neanche tu ce l'hai» continuò imperterrita.

Nel momento in cui fece per andarsene, John B tirò fuori la chiave falsa. «Signora Limbrey, vero?»

La donna si voltò verso di lui, e gli occhi le si illuminarono non appena vide la chiave. «Sì».

«È questa che cerca?»

«Sì, è quella» sorrise, mutando completamente espressione.

«Dando un'occhiata alla marea, direi che l'acqua è alta più o meno sei metri, quindi se dovessi gettarla nel canale non credo proprio che riuscireste a trovarla» la provocò, e Ophelia doveva ammettere che fosse molto convincente. «Facciamo una prova? Vediamo che succede!» finse di lanciare la chiave in acqua.

«No! Aspetta! — lo fermò la donna — Ti prego, non farlo» lo supplicò.

John B lanciò uno sguardo all'uomo, che ancora stringeva Pope. «Gli dica di farsi indietro».

«Ma certo. Stai indietro» gli ordinò, e lui fece come richiesto. «Come ti dissi la prima volta, sono disposta a venirti incontro» la donna si rivolse a Pope.

«Ok. Le daremo la chiave, ma voglio la registrazione».

«Ma certo».

«Pope, ehi, ehi! — John B si avvicinò a lui — Non sei costretto a farlo, ok?» gli disse, e la rossa si complimentò mentalmente per la sua perfetta recitazione.

«No, tranquillo».

«Si tratta della tua famiglia...»

«Ehi, va bene. È tutto ok. È per tuo padre. È più importante» Pope aprì la mano e John B gli porse la chiave con finta titubanza.

«Oh, hai un buon amico» mormorò la donna.

«La registrazione» pretese il moro.

«Sì, dagliela» disse Carla, facendo un cenno all'uomo.

Contemporaneamente, i due si scambiarono gli oggetti guardandosi negli occhi, e Carla parve tirare un sospiro di sollievo nel momento in cui ebbero la chiave.

«Lo sai, se solo avessi preso prima questa decisione, avremmo evitato tanti problemi inutili» gli disse prima di andare via con l'uomo.

«È stato un piacere!»

Non appena si allontanarono, tutti e sei si guardarono, scoppiando poi in una fragorosa risata.

«Quanto ci metterà a capire che è una vecchia chiave di tuo padre?» domandò JJ.

«Uhm... dieci minuti?» ipotizzò John B.

«Di chi è stata l'idea?» Pope si voltò verso i suoi amici.

Ophelia si schiarì la gola. «Rullo di tamburi... i ragazzi batterono la mani sulle ginocchia — JJ Maybank, signori!» esclamò.

«Sono colpita!»

«Allora forse servi a qualcosa!»

«Si è congelato l'inferno?»

«"Anche uno scoiattolo cieco a volte trova una ghianda"» recitò JJ. «In realtà non so nemmeno cosa voglia dire. L'ho letto su Reddit» aggiunse, facendo scoppiare a ridere i suoi amici.

«Non ci resta molto tempo. Dobbiamo portare la registrazione a Shoupe» prese parola John B.

«Sissignore! Ward Cameron, stiamo arrivando!»

E così corsero alla Stazione di Polizia, consegnando a Shoupe la registrazione in cui Gavin ammetteva ogni cosa: di aver spedito l'oro a Nassau, di aver avuto la pistola, e, cosa più importante, ammetteva che l'assassino era Rafe, aggiungendo che se gli fosse successo qualcosa, la colpa sarebbe stata di Ward. Lì avevano anche scoperto che, poco prima, nel tentativo di scappare nella palude, Rafe era stato arrestato dopo essere stato venduto da Barry.

Subito dopo, i ragazzi tornarono allo Chateau per festeggiare, con tanto di birre, l'arresto imminente di Ward.

«Signore e signori, Ward Cameron, il Re dei Kooks, va in prigione!» urlò JJ dall'interno della casa.

«Addio!»

«Ciao. Adiós! Fuori dai piedi!»

Le risate e le urla dei ragazzi riecheggiano per l'intera abitazione, mentre Ophelia, Sarah, e Kiara sedevano sui divanetti in veranda, ascoltandoli esultare come dei tifosi che avevano appena visto vincere la propria squadra preferita dopo numerose partite perse.

Nonostante la felicità e la gioia del momento, però, Sarah e Ophelia sembravano condividere lo stesso umore, anche se la seconda cercava di non mostrarlo. Era normale che Sarah, nonostante tutto, fosse dispiaciuta per il fatto che suo padre e suo fratello sarebbero finiti in carcere. Erano la sua famiglia. Per quanto riguardava la rossa, non faceva che pensare a Rafe e al fatto che fosse dietro le sbarre. Certo, meritava di stare lì e lo sapeva, ma non poteva che dispiacerle, così come non poteva che dispiacerle il fatto che Barry lo avesse venduto. Un'altra persona che gli voltava le spalle.

«Ehi — mormorò Kiara a Sarah — Sei pentita?» le chiese.

«No. Ha avuto ciò che si merita, e io lo so» rispose immediatamente.

«È tuo padre. Lo capiamo. Dev'essere terribile per te» continuò, guardandola dispiaciuta.

Ophelia annuì. «È normale che tu non sia felice, Sarah. È la tua famiglia. Ti sei ritrovata a scoprire amare verità improvvisamente, e ti è crollando un mondo. È ok...» le strinse delicatamente la mano.

Improvvisamente il telefono di Sarah squillò. «Scusate...» mormorò prima di alzarsi dal divano e allontanarsi.

«Questa situazione sta rendendo molto tesi John B e Sarah» prese parola la rossa, guardando la sua amica.

«Già. Sarà difficile» annuì, concordando.

Sarah e John B, infatti, si ritrovavano ad affrontare l'arresto di Ward con due stati d'animo diversi. Il ragazzo, giustamente, era felice che finalmente finisse in carcere, soprattutto dopo tutto quello che aveva fatto anche a suo padre, ma dimenticava che la sua ragazza fosse la figlia di quell'uomo, e che stesse inevitabilmente soffrendo.

Quando Sarah tornò da loro, dopo pochi minuti i Pogues erano sul Twinkie, pronti a raggiungere casa Cameron. Topper, infatti, aveva informato la ragazza del fatto che la polizia stesse andando a prelevare Ward, e nessuno di loro era intenzionato a perdersi quel momento.

Tutta Figure Eight pullulava di volanti della polizia, le cui sirene riecheggiavano per le strade affollate. Probabilmente era l'arresto dell'anno.

«Accelera! Voglio essere lì per Wheezie» disse Sarah con gli occhi lucidi.

«Credi che io me la voglia perdere?» domandò retoricamente John B con tono tagliente.

Non appena arrivarono a destinazione, abbandonarono velocemente il van, avvicinandosi alle mura che recintavano la casa.

«Non vedo niente!» si lamentò JJ.

«Vaffanculo, io scavalco» disse John B prima di trovarsi nel giardino della residenza, seguito a ruota dai suoi amici.

«Wheezie!» esclamò Sarah non appena vide sua sorella uscire.

«Sarah! Perché c'è di nuovo la polizia?» domandò la ragazzina spaventata, abbracciando sua sorella.

«Va' dentro e non uscire» le disse dolcemente la bionda, accarezzandole i capelli. Wheezie annuì titubante prima di rientrare in casa di corsa.

Seguendo i poliziotti, raggiunsero il molo, e tutti compresero che Ward si trovasse all'interno della sua barca, il Druthers.

«Papà!» gridò Sarah dopo che ebbero raggiunto gli agenti di polizia, che li fecero passare una volta aver riconosciuto la ragazza.

«Sarah! Perché sei qui?» urlò di rimando Ward.

«Papà, che stai facendo?!»

«Vic, devi portarla via! Non può stare qui!» disse Ward, rivolgendosi a Shoupe.

«Devi solo venire qui e dirglielo tu!» gli rispose lo sceriffo.

«Sarah! Mi dispiace tanto, ma ora non posso!»

«Che cosa fai? Papà, no, no, no!» gridò Sarah non appena vide l'ancora risalire, segno che suo padre volesse andare via.

«Ward, non andrà a finire come vuoi tu!» urlò Shoupe mentre i motoscafi della polizia si avvicinavano alla barca. «Tu non vuoi che lei lo veda!» aggiunse.

«Papà, non scappare! Ma dove vai?!»

«Ti voglio bene, Sarah!»

«Papà! Non andare!»

«Ward, torna indietro! Torna subito qui!»

«Ti prego papà, non andartene!»

Ci fu silenzio per un solo istante. Un brevissimo istante prima che tutto esplodesse.

Un boato assordate e forte che fece indietreggiare tutti, lasciandoli sconvolti.

Il Druthers era esploso con Ward Cameron all'interno.

Ophelia era pietrificata e con gli occhi spalancati. Nonostante odiasse Ward, non si sarebbe mai aspettata di certo quello, e, in ogni caso, per quanto le riguardava, era stata una scena a dir poco raccapricciante.

Era esploso davanti ai loro occhi.

Si era saltare in aria per non finire in carcere.

Sarah, al suo fianco, era crollata a terra, con la mano sul petto, il respiro irregolare e gli occhi distrutti e pieni di lacrime. La vide voltarsi verso John B, forse per chiedere aiuto e affetto, ma il ragazzo rimase impassibile ad osservare la barca esplosa, e ad andare a soccorrere la ragazza ci pensò Topper.

Ophelia deglutì rumorosamente, tornando ad osservare la barca esplosa e avvertendo la gola diventare arida.

Difficilmente avrebbe dimenticato quel momento.

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