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022 la maschera di ward

capitolo ventidue
( la maschera di ward )





JJ quella notte aveva dormito a casa Martin, e Ophelia non aveva accettato repliche, soprattutto perché non avrebbe mai permesso che dormisse allo Chateau da solo. Tantomeno avrebbe permesso che tornasse a casa.

A dirla tutta, era stata categorica anche su questo: non avrebbe mai più messo piede a casa sua. Quella volta diceva sul serio. Sarebbe arrivata perfino ad arrabbiarsi se lo avesse fatto. Quel verme di Luke non si sarebbe mai più avvicinato a suo figlio e non lo avrebbe mai più ridotto in quelle condizioni.

Ophelia avrebbe tanto voluto che andassero a denunciarlo, sul serio, ma JJ aveva ammesso di non volerlo fare, esprimendo poi il suo desiderio di voler solamente fare una doccia e addormentarsi. Lo aveva quindi portato a casa sua, aveva lasciato che si prendesse del tempo per sé, gli aveva disinfettato i tagli, aveva applicato delle pomate sui suoi ematomi, e poi lo aveva fatto stendere sul letto, guardandolo dormire.

Lei, dal canto suo, non aveva dormito per niente. Era rimasta tutto il tempo a guardare il soffitto e ad ascoltare il respiro di JJ che, al suo fianco, dormiva beatamente. Una parte di lei, in realtà, aveva paura che se avesse chiuso gli occhi, lui sarebbe andato via e tornato casa. L'altra parte, invece, era rimasta a riflettere razionalmente sulle condizioni in cui lo avevano trovato la sera precedente.

Non aveva mai visto JJ piangere se non a causa di Luke. Sul serio. Mai una lacrima, nemmeno quando era visibilmente triste. Molto spesso, quando le lacrime desideravano abbandonare i suoi occhi, lui, semplicemente, si tratteneva. Lo faceva sempre. Voleva mostrarsi forte in ogni situazione, e voleva che gli altri pensassero che avesse tutto sotto controllo.

E JJ era forte. Ophelia lo pensava davvero.

Ma, allo stesso tempo, era anche la persona più fragile che avesse mai conosciuto. Non lo dimostrava, questo oramai era risaputo, ma dentro aveva così tanta sofferenza, un miscuglio di sentimenti negativi, che si tramutavano in rabbia. Una rabbia che provava nei confronti di suo padre e nei confronti della vita che era destinato a vivere per colpa sua. Ma, soprattutto, provava rabbia verso se stesso proprio per il fatto di provare rabbia. Avrebbe preferito non provare nulla nei confronti di quell'uomo. Indifferenza. Ma poi si rendeva conto che fosse proprio questo a renderlo diverso da lui: il fatto che provasse qualcosa.

Inevitabilmente era anche scattato il confronto con Rafe e con il fatto che entrambi soffrissero a causa dei loro padri.

Il maggiore dei Cameron soffriva perché abusato mentalmente, mentre JJ veniva abusato fisicamente. Nonostante la differenza di abusi, ciò aveva inciso notevolmente su entrambi, portandoli a diventare danneggiati. Entrambi andavano alla ricerca dell'approvazione e dell'affetto del loro padre, del capo famiglia. In cambio, ricevevano il contrario fin da quando erano dei bambini. Ovviamente, non potevano che essere dei ragazzi piegati e con evidenti problemi.

La differenza sostanziale, però, era che JJ, in qualche modo, era venuto su bene a differenza di Rafe. E questo, per quanto le riguardava, era una conseguenza del fatto che JJ avesse avuto la fortuna di trovare i Pogues, che l'avevano aiutato a stare bene, a non cadere in un baratro oscuro da cui era difficile tornare indietro. Rafe, probabilmente anche a causa del suo carattere arrogante, non aveva mai stretto rapporti veri con le persone. Era solo. Circondato da un padre che lo abusava mentalmente e da persone superficiali con cui faceva festa. Di rapporti stabili non ne aveva nessuno.

Forse se anche Rafe avesse avuto degli amici come i Pogues, sarebbe cresciuto diversamente.

Magari qualcosa sarebbe stato diverso.

«Come ti sembra?»

A risvegliarla dai suoi pensieri fu la voce di Pope, che si rivolse a Kiara. La castana, infatti, si trovava all'interno del secchio attaccato all'argano che avrebbero usato per l'oro.

«Va bene» annuì la ragazza.

«Ti faccio scendere».

«Quindi si fa stasera?» chiese conferma Ophelia, seduta sul bordo della vasca idromassaggio accanto a JJ, giocherellando con la bandana che ancora le circondava il braccio.

«Beh, sì. Se John B torna — rispose il biondo — A me sembra che sia scappato come Houdini».

Pope annuì. «Già, dov'è finito? Ho il colloquio per la borsa di studio domattina. Dobbiamo sbrigarci» si lamentò, nervoso.

«Starà intrattenendo delle simpatiche conversazioni con Ward Cameron. Del tipo, "ehi, non ingravidare mia figlia"» disse la rossa, imitando malamente la voce dell'uomo.

«Mentre uccidono tonni» aggiunse Kiara, arricciando il naso.

«Lui e Ward sono fuori da questa mattina. E se l'avesse già messa incinta?» rifletté JJ.

I suoi amici si guardarono, mettendo su un'espressione preoccupata. Poi scossero tutti la testa, emettendo un sonoro "nah".

«John B padre — rise improvvisamente il biondo — Ma ve lo immaginate?»

Ophelia alzò l'angolo destro della bocca. «Un ibrido. Metà Kook e metà Pogue» annuì.

«Solo Pogue» disse Pope. «I Cameron lo estrometterebbero dall'albero genealogico. Rovinerebbe la perfetta linea di successione» fece presente.

«Ok, possiamo smetterla di parlare dei bambini di John B e Sarah? Mi mette i brividi» prese parola Kiara, assumendo un'espressione disgusta.

Improvvisamente, Ophelia intravide il castano in lontananza. «Ave John B!» esclamò, e tutti si voltarono a guardarlo.

«Ho sistemato l'argano per prendere l'oro» lo informò JJ.

«L'ha fatto Pope, in realtà» lo sbugiardò la rossa, mentre lui le lanciò un'occhiataccia.

«Ehi, John B?»

«Ehi!»

Il ragazzo, che pareva aver visto un fantasma e aveva un'espressione stravolta, li ignorò ed entrò nello Chateau. I Pogues, in risposta, si lanciarono delle occhiate confuse.

«Ok, tutto qui?» chiese JJ, perplesso.

«Ma che gli prende?» domandò anche Ophelia, abbandonando la vasca idromassaggio.

Pope guardò i suoi amici. «Che sta succedendo?»

«Stavo per farti la stessa domanda» rispose il biondo.

Successivamente, i ragazzi raggiunsero John B in casa, trovandolo a frugare quasi istericamente all'interno dei mobili e dei cassetti, non curandosi di loro e ignorandoli.

«Stai bene?»

«Ehi, John B, che ti prende?»

«Cosa stai cercando?»

«Ma che ti prende?»

Poi, frugando tra i cuscini del divano, il ragazzo afferrò con fermezza la pistola, e il suo volto parve quasi illuminarsi. Stava cercando quella.

«John B! — esclamò immediatamente JJ, piazzandosi davanti a lui — A che ti serve la pistola? Parlaci!» alzò il tono della voce, ma tutto quello che ottiene fu una spinta violenta da parte del ragazzo.

Ophelia spalancò gli occhi. «Ma che ti prende!»

«Che vuoi fare, amico?» anche Pope cercò di fermarlo, ma venne spinto da John B contro il tavolo.

Dopo essersi assicurati di stare tutti bene, uscirono dallo Chateau e raggiunsero John B, intento ad avvicinarsi alla moto da cross di JJ.

«Insomma, che diavolo ti prende?!» strillò Kiara, spazientita.

«Ward sa dell'oro» urlò, salendo in sella alla moto mentre i suoi amici spalancarono gli occhi.

«Ma come—»

«Ha ucciso mio padre».

━━━━━

Ward Cameron, il signore dell'isola, la persona più ricca delle Outer Banks, colui che dava soldi e vestiti in beneficenza, colui che aiutava chiunque ne avesse bisogno, indossando il suo miglior sorriso, era un assassino. Quell'uomo che era partito dal Cut, che si era rimboccato le maniche per diventare lo stimato uomo d'affari che era oggi, aveva le mani sporche del sangue di Big John.

Ophelia non avrebbe mai pensato di dirlo un giorno, eppure negli ultimi tempi stava facendo cose impensabili, e stava scoprendo verità nascoste e spiacevoli. Quella era solo un'altra verità che si aggiungeva alla lunga lista.

Ward Cameron aveva ucciso Big John.

Onestamente, più ci pensava e più non aveva senso. Insomma, perché? Cos'avevano in comune? Erano quelle le domande che non aveva fatto altro che porsi durante quella giornata mentre andavano, invano, alla ricerca di John B.

Poi aveva iniziato riflettere, a far muovere gli ingranaggi del suo cervello. Big John non aveva mai infastidito nessuno. Sempre chiuso nel suo studio, era ossessionato solo dalla Royal Merchant. John B aveva detto che Ward sapeva dell'oro, e dopo aver scoperto il suo lato da "assassino", non era difficile per lei pensare che fosse anche una persona avida, desiderosa di arricchirsi ancora nonostante possedesse tutta l'intera isola. Ma, in fondo, davanti al tesoro della Royal Merchant, chi sapeva davvero resistere?

Era arrivata così alla conclusione che Ward avesse ucciso Big John per l'oro della Royal Merchant. Non sapeva esattamente le modalità o dove lo avesse fatto, ma ne era certa. Poteva essere solo quello il motivo.

Ciononostante, pur comprendendo la rabbia e la furia del suo migliore amico, sperava che non avesse fatto nulla a Ward Cameron. Sperava che avesse riacciuffato la sua lucidità e che si fosse fermato in tempo. Se avesse torto un solo capello a quell'uomo, sarebbe stato sbattuto dentro senza troppe cerimonie.

Proprio per quel motivo, per verificare che Ward stesse bene e che John B non avesse messo in atto il suo folle e stupido — ma comprensibile — piano, i ragazzi si trovavano a Tannyhill, fermi sull'HMS Pogue e ancorati al molo poco distante da casa Cameron. Con un binocolo, osservavano la situazione, che sembrava essere piuttosto tranquilla.

«Bene, quindi che facciamo? Andiamo a bussare e diciamo "ehi, avete visto John B?"?prese parola JJ, guardando uno ad uno i suoi amici.

«Senti, ora vive a Tannyhill. È plausibile. Facciamo i finti tonti» replicò Kie.

«Finti tonti?»

Ophelia scosse la resta. «Io credo che sarebbe un tantino strano viste le circostanze. Insomma, se ci aprisse Ward?» fece presente.

«Beh, se ci aprisse Ward, significherebbe che sta bene e che John B non ha premuto il grilletto» le rispose JJ.

«Sì — concordò — Ma Ward sa che siamo la sua squadra, sa che abbiamo lavorato con lui per trovare l'oro, e saprà di sicuro che conosciamo la verità. Se ci vedesse fuori casa sua a chiedere di John B, beh...»

«Ci ucciderebbe» concluse il biondo.

«Taci!» Kiara gli diede una gomitata, nervosa.

«Cosa? Sarebbe davvero strano? Ha ammazzato Big John. Perché non dovrebbe rifarlo?» chiese in modo retorico, guardandola.

Ophelia sospirò. «Non ci ucciderà perché, prima cosa, siamo in quattro, e non ucciderebbe quattro persone fuori casa sua—»

«Magari lo farà separatamente. A turno» JJ ma fermò.

Lei lo ignorò, continuando a parlare. «— e seconda cosa, che senso avrebbe ucciderci se non abbiamo comunque prove contro di lui? Si sporcherebbe le mani inutilmente» concluse.

«Mh. Ha senso» mormorò, giocherellando col suo berretto rosso.

Pope sospirò. «È piuttosto tardi» notò.

«Non avevo mai visto John B in questo stato» prese parola Kiara, scuotendo la testa. «Anzi, credo che dovremmo avvisare la polizia» disse, certa.

JJ la guardò come se fosse pazza. «La polizia? L'ha appena detto anche Lia che non abbiamo alcuna prova — fece presente — E poi cosa potremmo mai dire? Che il nostro amico è andato su tutte le furie perché Ward Cameron ha ucciso Big John? Dici che ci crederanno?» chiese in modo sarcastico.

«Butteranno noi dentro per aver accusato il Re dell'Isola» concordò Ophelia.

«Ehi, vedo Ward» disse improvvisamente Pope, guardando all'interno dell'abitazione con il suo binocolo.

Kiara l'afferrò. «Fa' vedere».

«Non sembra morto — commentò il moro — Andiamocene» aggiunse poco dopo.

«Cosa?» la riccia si voltò immediatamente, perplessa.

«Beh, eravamo qui per accertarci che Ward stesse bene... o sbaglio?» prese parola Ophelia.

Pope annuì. «Esatto. È ovvio che il signor Cameron stia bene. E anche se John B era qui, ora non c'è più, ok?» disse. «Inoltre, ho il più grande appuntamento della mia vita tra sei ore!» continuò.

«Si, beh, ora è nei guai il nostro amico!» ribatté Kie.

«Ma anch'io lo sono! Manco da casa da tre giorni. Mio padre mi avrà dato per disperso ormai» replicò lui.

«È così che funziona? — Kiara lo guardò delusa — Quando serve te la dai a gambe? Ti giri e te ne vai?»

Ophelia si schiarì la voce. «Ragazzi...» li richiamò, certa che non sarebbe andata a finire per nulla bene.

«Già, possiamo non discuterne adesso?» le diede man forte JJ.

«Ehi... ho un colloquio domattina per la borsa di studio, ed è molto importante—»

«Ok, e che mi dici di John B?» Kie interruppe bruscamente Pope.

«Perché parliamo sempre di John B?!» sbottò il ragazzo.

Seguirono istanti di silenzio imbarazzante, e Ophelia e JJ si scambiarono una veloce occhiata: la situazione stava prendendo una brutta piega.

«Non parliamo sempre di John B! Sei così stupido! Sarebbe così per ognuno di voi!» la riccia guardò tutti loro.

Ophelia arricciò il naso. Avrebbe voluto ribattere, ricordarle che non si era preoccupata così tanto quando JJ era scomparso, ma non voleva dare ai due un altro motivo per litigare. Avrebbe solo peggiorato la situazione.

«Queste sono puttanate!» ribatté Pope.

«Si tratta solo di essere amici!» gridò Kie.

«Ragazzi, smettetela!» JJ tentò, invano, di fermarli.

«E di essere Pogues per la vita!» continuò la castana, guardando tutti loro.

«E che cosa ne sarà di patologia forense, eh?» le domandò Pope.

«Patologia forense?!» ripeté sconvolta.

«È la mia vita! Tutto quello per cui ho lavorato!»

«Questa è la tua priorità?!»

«La puoi smettere con tutte queste puttanate?!» urlò Pope ad un centimetro di distanza dal volto di Kie.

«Pope, andiamo!» intervenne JJ.

«No! Non hai il diritto di parlare!» il ragazzo lo fermò e il biondo abbassò lo sguardo. Poi tornò a confrontarsi con Kiara. «Quando Big John è scomparso... tu non c'eri! — le ricordò — Non c'eri per John B. Non c'eri neanche per noi! Eri una Kook, ricordi?» continuò, guardandola.

«Amico...»

«Pope...»

Li ignorò entrambi, rincarando la dose. «Già, ti eri dimenticata di noi. E ti senti in colpa».

«Allora stammi lontano! — sbottò Kiara, dandogli una spinta — È questo che vuoi?!» continuò. «Dacci un taglio!»

«Ehi!»

«Vattene!»

«Oh, oh! Smettetela, ok?!» sbottò JJ, piazzandosi fra di loro e dividendoli. «Se sono io a dover mediare, vuol dire che è davvero troppo! A prua! Adesso!» si voltò verso Pope, che fece come richiesto.

Silenziosamente si sedettero tutti sulla barca e JJ mise in moto prima di partire.

Dopo aver accompagnato Kiara e Pope, l'HMS Pogue venne ancorata al molo poco distante casa Martin. JJ e Ophelia non parlarono: lui avrebbe dormito da lei e non c'era bisogno di dirlo.

Silenziosamente, facendo attenzione a non svegliare Eddie — in realtà, la ragazza nemmeno sapeva se fosse a casa — entrarono nell'abitazione e si chiusero nella stanza di Ophelia, gettandosi a peso morto sul letto.

«Che giornata!» esclamò JJ, passandosi le mano sul volto esausto.

Ophelia alzò l'angolo destro della bocca. «Hai fermato un litigio. Complimenti, Jay» scherzò.

«Hai visto?» quasi gli brillarono gli occhi. «Ho fatto da mediatore. Io» disse, ancora incredulo.

«Beh, si stava mettendo male» mormorò lei, poggiando le mani sul ventre.

«Si stava mettendo male? — ripetette — Erano a un passo dal picchiarsi» le fece presente.

Ophelia fece una risatina. «Pope non avrebbe mai picchiato Kiara. Piuttosto, si sarebbe fatto picchiare» poi sospirò. «Il nostro Pope domani ha il colloquio per la borsa di studio. Ma ci pensi?» sorrise.

«La sogna da quanto? Credo sia stato il suo primo pensiero nel momento in cui è venuto al mondo» le disse divertito, strappandole una risatina.

Quando le loro risate, piano piano, si spensero, si voltarono, guardandosi negli occhi: azzurro nell'azzurro. Rimasero in quel modo per un tempo indefinito. Vicini. A casa. Provavano una sensazione di protezione, di calore.

«Sei preoccupata?» le chiese JJ in un sussurro.

Lei sospirò, mordicchiandosi il labbro inferiore. «Decisamente — ammise — Insomma, Ward ha ucciso Big John... e sa dell'oro. Ho la sensazione che stia per andare tutto a puttane, JJ» ammise.

«Ward sa dell'oro ma non dove si trova» le ricordò.

«Sarà» mormorò lei, per nulla sicura.

Quando vide JJ avvicinarsi al suo viso dopo qualche secondo, comprese le sue azioni, e fu lei a muoversi. Fu lei a baciarlo e a far scontrare le loro labbra in un bacio lento e passionale, ma dolce. C'era cura, attenzione, il desiderio che l'altro stesse bene.

Non era la prima volta che si baciavano, ma era la prima volta che succedeva da sobri. Era evidente che fossero stati spinti soprattutto dalla situazione in cui si trovavano, oltre che per la risaputa attrazione che provavano l'uno verso l'altra. Era quasi come se, baciandosi, potessero staccare la spina per un po'.

E lo fecero. Durante il bacio, mentre le loro bocche erano premute l'una contro l'altra e le loro lingue si intrecciavano, JJ e Ophelia non pensarono a nulla se non a quel momento.

Ma erano sobri, ed erano stati chiari fin dalla prima volta che si erano svegliati a letto insieme dopo una festa: "non faremo mai sesso da sobri, ma solo da ubriachi". Non sapevano esattamente quale fosse il motivo. Dopotutto, anche se fossero andati a letto insieme brilli, nessuno dei due, il giorno dopo, si sarebbe aspettato qualcosa dall'altro. Ciononostante, farlo da ubriachi rendeva più normale la situazione, soprattutto perché entrambi erano consapevoli del fatto che non fosse del tutto abituale andare a letto con il proprio migliore amico. Ubriacandosi, avevano una scusa, un dito dietro cui nascondersi.

Fu per quello che si staccarono. Si guardarono negli occhi, rivolgendosi un flebile sorriso prima che prendessero a vagare ognuno nei propri pensieri. O meglio, Ophelia lo fece mentre JJ cadde in un sogno profondo.

Ora che si trovava a casa, nel silenzio più totale, poteva ragionare più lucidamente sulla questione "Ward Cameron e Big John", e dopo essere arrivata alla conclusione che l'uomo più stimato di tutti fosse in realtà un assassino, non poteva che porsi delle domande sui suoi figli.

Come avrebbe reagito Sarah? Insomma, c'era una probabilità che non ci credesse, soprattutto perché lei amava suo padre. Sul serio. Sarah Cameron venerava quell'uomo. Gli voleva bene, lo vedeva come un punto di riferimento, la persona da cui andare se aveva bisogno di stare bene, di parlare e di sfogarsi. Ward c'era sempre stato per lei. Per questo motivo, Sarah avrebbe potuto non credere a John B, ma, per lo stesso motivo, sarebbe stata senza dubbio a pezzi quando avrebbe scoperto davvero la verità. Tutte le certezze su cui si sedeva, sarebbero crollate. La visione perfetta sul padre perfetto sarebbe venuta meno, e lei si sarebbe sentita persa, in un labirinto senza via di fuga.

C'era Wheezie. Ophelia non la conosceva, a dirla tutta, ma non credeva fosse molto legata al padre. Ward sembrava snobbare anche lei.

E poi c'era Rafe.

Se Sarah avrebbe sofferto, facendo poi sicuramente la cosa giusta, lui probabilmente non l'avrebbe fatta. Rafe, infatti, era più incline a prendere Ward come esempio. Come se, comportandosi come lui, avrebbe avuto la sua approvazione. Neanche saperlo un assassino avrebbe cambiato le cose, e ne era certa. Da quel poco che aveva notato, Rafe era ossessionato dal voler essere apprezzato da suo padre, e probabilmente anche davanti ad una situazione del genere sarebbe stato dalla sua parte. Come poteva venire su bene un figlio con un padre assassino?

E Ophelia provò pena per quel ragazzo, quasi si sentì male per lui. Pur non giustificando le sue azioni, non poteva che chiedersi come sarebbe stato se fosse nato e cresciuto con un padre in grado di dargli amore.

Con quei pensieri, e con quelle domande senza risposta, si addormentò.
























Piccola precisazione: voglio chiarire che NON ci sarà nessuna specie di triangolo tra Ophelia, JJ e Rafe, anche perché Ophelia e JJ sono solo migliori amici, e ho chiarito spesso il loro rapporto. Ciononostante, lei è molto confusa, ed è evidente che, al momento, farebbe di tutto per smettere di pensare a Rafe, anche baciare ancora una volta il suo migliore amico 🥹

Btw, mi fa morire rileggere la conservazione su un possibile figlio di Sarah e John B, soprattutto perché ho scritto questi capitoli prima dell'uscita della seconda parte della quarta stagione AHAHA

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