020 tossicolandia
⸻ capitolo venti ⸻
( tossicolandia )
«Dice che più o meno erano messi così» disse Kiara, mostrando il disegno che Pope aveva fatto sotto la guida di John B per spiegare dove si trovasse l'oro in modo esatto.
Ophelia, seduta nel van con le altre due ragazze, sfiorò l'orribile disegno con i polpastrelli. «Sorvolerò sul fatto che questo ha tutte le sembianze di un disegno fatto da un bambino di quattro anni — iniziò, indicando poi la carrucola disegnata — Questa, usando una corda da trenta, finirà decisamente nella stanza dell'oro» disse con un sospiro soddisfatto.
«Scusate... chi ha fatto questo disegno?» chiese Sarah tra le risate.
«Indovina» risposero all'unisono, divertite.
Contemporaneamente, si voltarono tutte verso Pope, che subito ricambiò lo sguardo della castana. Ophelia lo notò, e l'ipotesi che a lui piacesse Kie venne confermata ancora una volta. Ciononostante, non poteva non osservare anche come lei, semplicemente, non lo notasse, e, a dirla tutta, le dispiaceva profondamente per il povero Pope.
JJ, d'un tratto, le raggiunse, lanciando poi tre lingotti ai loro piedi. «Spero che funzioni. Non si possono impegnare se sono marchiati» le guardò.
«Tranquillo, Jay — sorrise Ophelia — Andrà bene».
Kiara annuì. «Funzionerà» concordò.
Successivamente, tirò fuori la bomboletta blu con cui avrebbero fuso i lingotti in modo da togliere il marchio e dare loro un'altra forma. A lavoro terminato, raggiunsero immediatamente il banco dei pegni, pronti a dare l'oro fuso per ricevere i soldi.
JJ, che stringeva i tre blocchetti d'oro tra le mani, assunse una smorfia. «Ottima fusione, dottoressa Frankenstein» disse ironicamente, rivolgendosi a Kiara.
«Pensi che l'avresti fatto meglio?» ribatté, irritata.
«Certo, molto meglio. Ho fatto un corso di saldatura!» rispose a tono.
«Oh davvero? E quando esattamente?» replicò.
«Ehi, ehi! — John B li interruppe — Basta, silenzio. D'accordo?» li guardò.
Ophelia concordò. «Già. Il nostro obiettivo è non attirare l'attenzione, e litigare con dell'oro fra le mani credo sia fare l'opposto» ricordò loro.
«Tanto che vi frega. Mica tocca a voi rifilare a qualcuno questo schifo» borbottò JJ. «Come l'ho ottenuto questo lavoro?» domandò poi, annoiato.
«Sei il migliore a mentire» disse Pope con nonchalance.
«E poi l'hai voluto tu stesso, imbecille» gli fece presente Ophelia, facendo riferimento alla sua frase "Lo farò io perché ci so fare più di voi" — il che, effettivamente, era vero.
A discussione conclusa, misero piede nel piccolo e caotico negozio.
«Buongiorno, signora!» esordì JJ.
«Buongiorno» rispose la donna dietro il bancone, guardandoli uno ad uno.
Mentre il biondo la raggiunse, gli altri ragazzi iniziarono a vagare per il negozio, guardandosi intorno e osservando distrattamente gli scaffali nel tentativo di mostrarsi disinvolti.
«Compra oro, vedo» riprese parola il biondo.
«C'è scritto sul cartello, no?» domandò retoricamente la signora.
JJ poggiò lo zaino sul bancone. «Spero che ne compri tanto, perché fra un attimo le scoppierà la testa» iniziò a frugare all'interno.
«Non c'è più niente che mi lascia a bocca aperta. Spara» rispose brusca e annoiata.
«Che ne dice di queste mele d'oro?» JJ le mise davanti i tre blocchetti d'oro fusi.
Li guardò divertita. «Che non sono vere» ridacchiò, facendo ruotare gli occhi al cielo ad Ophelia.
«Non sono vere?» ripeté JJ, schernendola.
«Non è possibile» continuò la donna, scuotendo la testa.
«Beh, senta quanto pesano» le propose il biondo. Lei fece richiesto, ritrovandosi a mutare totalmente espressione alla realizzazione che fossero realmente pesanti. «Ecco, le guardi alla luce» disse ancora.
La signora, in risposta, eseguì tutte le direttive di JJ, mettendo un blocchetto davanti alla luce e osservandolo poi con la lente d'ingrandimento.
«Tungsteno verniciato» disse improvvisamente.
«Tungsteno verniciato? — ripeté lui, guardandola come se fosse pazza — Davvero?» continuò. «Perché non controlla il grado di durezza?»
Lei afferrò gli attrezzi giusti. «Ti spiace?» gli domandò.
«No, faccia pure» rispose il biondo mentre la donna colpì il blocchetto con uno scalpello. «Oh, sorpresa» sussurrò ironicamente quando il materiale rimase intatto.
«Frena l'entusiasmo — lo guardò in malo modo — Non abbiamo ancora fatto il test dell'acido».
Ophelia aggrottò le sopracciglia. «Sul serio?» chiese a denti stretti, rivolta ai suoi amici, annoiati tanto quanto lei.
«Uh! Il test dell'acido! Il mio preferito, ragazzi» sorrise JJ, guardando gli altri.
Dopo il suo ultimo controllo, la donna assunse un'espressione perplessa. «Non è né verniciato né placcato...» mormorò tra sé, visibilmente incredula per il fatto che quei sei adolescenti avessero dei blocchetti d'oro del genere.
«Come le dicevo, è vero quanto il sole che sorge» le rispose JJ, impaziente.
«Sembra che sia stato fuso artigianalmente» notò dopo un po', e Ophelia spalancò gli occhi preoccupata, scambiandosi un'occhiata con Kiara.
JJ, però, riprese il controllo della situazione. «Mia madre — rispose prontamente — Aveva un sacco di gioielli d'oro in casa e ha deciso che era meglio fondere tutto per "consolidarlo"» annuì.
«Tre chili d'oro? Ne aveva di orecchini» proferì la donna con perplessità, poggiando l'oro sulla bilancia.
«Sì, sinceramente... è davvero triste vedere mia madre devastata dall'Alzheimer» il biondo mise su un'espressione da cane bastonato.
Ophelia, dal canto suo, si tratteneva dallo scoppiare a ridere. Contemporaneamente, non poteva che rendersi conto, ancora una volta, quanto fosse fantastico JJ. Nonostante le sue cazzate quotidiane, senza di lui e alla sua prontezza nel rispondere, non sarebbero mai andati avanti.
«Mh... aspetta qua» e dopo quelle parole, la donna scomparve in una stanza al lato del bancone.
«Faccia con comodo».
«L'Alzheimer? Sul serio?» mimò divertita Ophelia nel momento in cui i suoi occhi si scontrarono con quelli di JJ.
Lui, in risposta, ammiccò.
«Allora... — la donna rientrò poco dopo — Ho parlato con il mio capo» li informò.
«E...?» JJ la invitò a continuare.
«E questo è quello che posso darvi» poggiò un foglietto sul bancone.
Il biondo la guardò divertito prima di prendere parola. «Come cinquantamila? — sperò che stesse scherzando — Pensa davvero che non conosca il prezzo di mercato? Una pepita come questa vale almeno centoquarantamila dollari!» sottolineò.
«Tesoro, questo è un banco dei pegni. Qui non siamo a Zurigo. Ti sembro svizzera, forse?» ribatté ironica.
«Novanta, o vado via» disse serio.
«Settanta. Metà prezzo — replicò — E io non ti farò domande sulla sua provenienza» aggiunse, probabilmente avendo capito che non fossero gli orecchini di sua madre affetta da Alzheimer.
JJ lanciò una veloce occhiata a John B prima di serrare la mascella e arrendersi. «Mi serve del contante in banconote di grosso taglio» disse.
«Il problema è questo: se ti servono subito, non ho tanti biglietti, non qui. Se vuoi ti posso fare un'assegno» propose la donna.
«Assegno? No, signora! Mi servono banconote, e il suo cartello è chiaro! Contante per oro. Pretendo di essere pagato in contanti!» JJ alzò il tono della voce.
«Beh, allora devi andare in magazzino. Li tengo lì i soldi — rispose — Ti va bene?» gli chiese.
«Dov'è il magazzino?»
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«Quindi... i soldi li tengono in magazzino?» chiese Pope, osservando attraverso il finestrino l'area circostante: solo alberi su alberi e case simili a catapecchie pronte a crollare.
«A quanto pare sì — rispose JJ prima di fare una piccola risata — A quanto pare sì» ripeté, divertito.
«Smettila!» lo bacchettò il moro, dandogli un calcio.
Ophelia arricciò il naso. «Non so voi, ma sento strane vibrazioni. C'è energia negativa nell'aria».
«Cos'è? Kiara ti ha contagiata?» la prese in giro John B, al voltante.
«Dico sul serio» ribatté la rossa. «C'è qualcosa che non va — mormorò — Insomma, è ok che un banco dei pegni non abbia settantamila dollari, ma è strano che li abbia in un posto del genere. Guardatevi intorno: sembra che qui ci vivano solo tossici» rese note le sue preoccupazioni, spalancando le braccia.
JJ scosse la testa. «Rilassati. Non essere paranoica e fuma un po' d'erba, Lia» le rispose con nonchalance, e lei ruotò gli occhi al cielo.
«A dirla tutta, io non ho mai sentito parlare di Resurrection Drive» ammise Sarah, che forse trovava strana la situazione tanto quanto Ophelia.
«Perché sei ricca» le rispose il biondo, secco.
«Anche tu non l'hai mai sentito» replicò Kiara, annoiata.
«Grazie!» esclamò la Cameron.
«Comunque Lia ha ragione — disse la castana, guardandosi attorno — Qua non c'è niente a parte alberi ed erba» mise su una smorfia.
«Beh, se c'è l'erba non vuol dire che—» JJ smise di parlare nel momento esatto in cui sentirono le sirene della polizia.
Tutti si voltarono, e capirono che l'agente li stesse invitando ad accostare sul ciglio della strada. Ophelia, dal canto suo, tornò ad avvertire in maniera più intensa la strana sensazione che la stava accompagnando da quando avevano lasciato il banco dei pegni.
«La polizia? Qui?» sbuffò Kiara.
«Ma dai! Non è possibile!» sbraitò JJ.
«Cos'abbiamo fatto?»
«Non stiamo facendo nulla di illegale, giusto?»
«Ok ragazzi, non agitatevi — disse a denti stretti John B, cercando di mantenere la calma — Mettili via!» si rivolse a JJ, facendo riferimento all'oro.
«JJ, dimmi che non hai portato la pistola...» disse speranzosa Ophelia, guardandolo avvolgere i lingotti in un asciugamano blu e poi infilarlo nel fondo dello zaino.
«No, ok?! — rispose, nascondendo lo zaino nello scomparto sotto il sedile — Mi avete detto che non dovevo portarla!» aggiunse, visibilmente agitato.
«Grazie a Dio!»
John B accostò e tutti cercarono di assumere un atteggiamento disinvolto. Poi, però, si ritrovarono a spalancare gli occhi nel momento in cui sentirono il rumore di un'arma che veniva ricaricata. Alzando lentamente lo sguardo, videro la canna di un fucile puntata contro John B. Il ragazzo armato era coperto per metà da una bandana.
«Uscite da lì con le mani bene in vista, ok?» iniziò con tono calmo, guardandoli. Quando nessuno si mosse, parve irritarsi. «Uscite con le mani in vista! Subito! Avanti, fuori di lì!» urlò, rabbioso.
John B, visibilmente spaventato, alzò le mani e scese dal van, reggendo lo sguardo dello sconosciuto.
«Fuori dal furgone. Muoversi! Falli uscire! Cosa stai aspettando?! Non mi hai sentito?! Falli uscire!» prese ad urlare contro il castano.
Quest'ultimo, in risposta, indietreggiò e fece il giro del Twinkie, aprendo poi la porta scorrevole.
«Avanti! Uscite dal furgone, subito! — si avvicinò il ragazzo armato — Fuori dal furgone! Forza! Muoversi!» puntò il fucile contro chiunque scendesse dal van.
«Siamo al verde» prese parola JJ.
«Chiudi quella cazzo di bocca!»
«D'accordo! D'accordo!»
«Sta' zitto!»
«Calmati! Calmo!» anche il biondo prese ad agitarsi, più nervoso che impaurito.
«Zitto! Ti faccio saltare la testa!» urlò prima di voltarsi verso Ophelia. «Forza! Scendi!» la invitò a muoversi con la canna del fucile dietro la schiena.
La rossa fece come richiesto prima di guardare i suoi amici, tutti visibilmente preoccupati. Non fu così difficile, per loro, capire che la signora al banco dei pegni li avesse ingannati. Li aveva mandati in un posto isolato, e poi aveva mandato qualcuno a rapinarli.
«Mettetevi a terra! Giù, forza! Giù!» riprese ad urlare, e loro lo fecero, portando le mani sopra la teste. «Con la faccia a terra! Non muovetevi da lì! Non provate a guardare in su, d'accordo?! Non dovete fare altro!» ed entrò nel van.
«Ci hanno teso una trappola!» prese a piagnucolare Kiara.
«Quella bastarda di una vecchia! — sbraitò JJ, rabbioso — Merda! Maledizione!» colpì con forza l'asfalto. Gli occhi iniettati di nervosismo.
«John B! Non fare l'eroe!»
Fu la voce di Pope a far alzare velocemente il capo a Ophelia, giusto in tempo per vedere il castano alzarsi e sgattaiolare nell'auto del rapinatore.
In quell'esatto momento, il ragazzo nel van prese a ridacchiare vittorioso prima di uscire con l'oro tra le mani. Il loro oro. A quella vista, Ophelia sentì lo stomaco contorcersi dalla rabbia. Non si trattava di quei tre semplici lingotti — in fondo, nel pozzo ce n'erano molti altri — ma si trattava dell'inganno, del fatto che quella signora li avesse presi in giro. Avevano rischiato perfino di rimanerci secchi per quell'oro, e ora lui li derubava.
«Bene! Restate lì dove siete se non volete che vi faccia scoppiare il cranio! Non muovete le vostre cazzo di teste, ok?»
Successivamente, il ragazzo entrò nel suo veicolo, e John B, che si trovava nei sedili posteriori, lo colpì con un pugno e afferrò la sua arma.
«Ragazzi! Ho il fucile!» urlò, uscendo dall'auto.
Immediatamente, i ragazzi si misero in piedi e corsero ad aiutare il loro amico. Pope recuperò l'oro. JJ e Kiara si gettarono sul rapinatore, venendo gettati sull'asfalto. John B lo colpì alla schiena con il fucile. Sarah e Ophelia, lanciandosi uno sguardo complice, unirono le forze: la rossa gli assestò un calcio, tenendolo poi fermo contro l'auto, e la bionda lo colpì più volte con la portiera.
«Figlio di puttana!»
Quando fu abbastanza stordito, si allontanarono e JJ gli calò la bandana. Ophelia non aveva la più pallida idea di chi fosse.
«Conosco questo pezzo di merda! — esordì d'un tratto il biondo — È un tossico! Vende la coca a mio padre!» sputò acidamente.
«Conoscerà mio fratello...» mormorò Sarah.
A quelle parole, una lampadina si accese nella testa di Ophelia, che spalancò gli occhi: quel ragazzo era un tossico, a detta di JJ, e probabilmente era anche lo stesso che aveva ustionato Rafe a causa di un pagamento in ritardo. Com'era piccolo il mondo, vero?
«Ehi ragazzi, non vi ho fatto niente—» tentò di dire, ma JJ lo colpì violentemente con il fucile.
«JJ!» urlò Kie.
«Amico! Calmati!» lo spinse John B.
«Andiamo, ragazzi!» invitò Ophelia, desiderosa solo di andare via e di non avere altri guai.
JJ, in risposta, frugò all'interno della tasca del ragazzo, tirando fuori il portafogli e lanciando una veloce occhiata ai suoi documenti.
«Barry» sputò acidamente. «Manca una tappa» e si mise in piedi, allontanandosi.
«Ehi!» urlò il castano per farlo fermare.
«Vediamo un po' dove abita questo figlio di puttana!» si limitò a dire JJ, rientrando nel van con loro al suo seguito.
«Non me la dimentico questa merda! Non potete scappare! So esattamente chi siete! Ci rivedremo presto! Capito?!»
John B lanciò le chiavi dell'auto di Barry nel bosco e raggiunse i suoi amici.
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Ophelia ebbe la certezza che quel tossico fosse lo stesso che aveva fatto del male a Rafe nel momento in cui parcheggiarono il Twinkie nel campo sudicio e sporco pieno di caravan e rifiuti sparsi in giro. Era lì che aveva visto uscire il maggiore del Cameron quando era venuta a conoscenza di quella che poi aveva capito essere una dipendenza. Insomma, inizialmente credeva fosse un semplice — ma sbagliato — modo di sballarsi con gli amici, ma era oramai evidente che sniffasse per fronteggiare problemi emotivi ed interpersonali. Era perfino entrato in debito con quel Barry.
«Benvenuto a Tossicolandia!» esclamò Sarah, disgustata.
«Non mi sembra il caso, JJ» prese parola Pope.
Ophelia annuì. «Ha ragione. Perché siamo da Barry, mh?» chiese, guardando il biondo al volante.
«Ci metto soli pochi istanti» si limitò a dire, abbandonando il van.
«Dove vai?» chiese John B.
«Yo soy justicia!» urlò, camminando verso l'abitazione.
Pope sospirò. «Secondo voi che vuole fare?» chiese mentre osservavano JJ entrare nella roulotte.
«Non so, ma qualcuno dovrebbe—»
Ophelia si mise in piedi senza neanche far terminare la frase a Kiara e raggiunse JJ nel tentativo di fermarlo e di fargli cambiare idea, nonostante fosse piuttosto consapevole del fatto che fosse complicato. Conoscendolo, lo aveva reso parecchio rabbioso essere preso in giro, e ancor di più vedere i suoi amici con un fucile puntato alla testa. Ma l'odio che provava verso Barry, in quel momento, era enorme per il fatto che fosse lo spacciatore di suo padre.
La rossa comprendeva la sua rabbia e il suo nervosismo, ma non credeva che fosse la scelta migliore mettersi nei guai con Barry. Quel tipo faceva sul serio, e non scherzava affatto. Addirittura era arrivato a ustionare Rafe Cameron.
Entrò nella cucina, trovando JJ intento ad aprire vari cassetti e a mettere tutto sottosopra. «Quindi qual è il tuo brillante piano?» domandò.
«Beh, chi di furto ferisce di furto perisce» rispose, gettando a terra i cuscini che si trovavano sul divano.
«Oh, quindi è così, JJ? La legge del taglione?» fece una risata amara.
«Già. Occhio per occhio» rispose con nonchalance.
Lei scosse la testa, incredula. «Sai, io non credo che rubare a Barry, uno spacciatore, sia una mossa intelligente. Inoltre, sappiamo entrambi che la legge del taglione non porta mai a niente di buono. Ricordi il motoscafo di Topper e le conseguenze?» tentò di dissuaderlo, facendo leva su questioni passate.
«Lo rifarei ancora e ancora — sussurrò a un centimetro dal suo volto prima di superarla ed entrare nella camera di Barry — E poi quel tizio non mi fa paura» aggiunse, continuando a frugare nei cassetti.
Prima che Ophelia potesse dire altro, John B fece la sua entrata. «Che diavolo sta facendo?» domandò, guardando JJ cercare qualcosa nell'armadio di Barry.
«Ecco qua!» esclamò felice il biondo, afferrando uno zaino nero e tirando fuori delle banconote.
«Ma che fai?!» gridò il castano, nervoso.
«Pareggio i conti — rispose JJ, infilando i malloppi nel suo zaino — Bene. Qui ho sistemato» e uscì dalla stanza con loro al suo seguito.
John B lo seguì, afferrandolo per le spalle. «Ehi, senti, guardami! Se continui così, farai la fine di tuo padre» disse a denti stretti, serio in volto.
A quelle parole, Ophelia si raggelò. Era una cosa incoerente, a dire il vero: JJ era il primo a dire che sarebbe finito in carcere come suo padre, ma si innervosiva se veniva paragonato a lui. Per un attimo, ebbe perfino paura di dover fermare un litigio tra i due nel momento in cui il biondo afferrò John B per la maglietta.
«Sta' attento a come parli! — lo avvertì — A te piace mangiare merda?»
«Non c'entra niente, JJ».
JJ ignorò la risposta e continuò. «A me no» mollò la presa e uscì dalla roulotte.
Ophelia e John B si scambiarono un'occhiata indecifrabile e lo seguirono, raggiungendo il van.
«Ok, quindi... — prese parola il biondo — Ci spettano cinquemila dollari a testa come risarcimento di questa rottura di cazzo. Mi dispiace, ragazzi» disse, frugando nello zaino.
Kiara inarcò un sopracciglio. «Ci siamo ridotti a questo? A derubare spacciatori?» chiese perplessa.
«Quel Barry se ne accorgerà di sicuro e ci verrà a cercare» prese parola Sarah.
«Sì, non facciamo altri casini. Non mi sembra il momento» concordò Pope.
JJ serrò la mascella. «Vi piaceva quel fucile puntato addosso?» alzò il tono della voce, agitato.
«Rilassati» mormorò John B.
«Anche tu eri sotto tiro!» gli puntò il dito contro.
«Ehi! — il castano gli abbassò la mano — Senti, il nostro obiettivo è l'oro. Quindi dammi qua. Rimettiamoli a posto!» afferrò lo zaino di JJ, che, in risposta, lo spinse violentemente contro il van. A quel punto, John B si irritò. «Ti senti un vero duro, eh? Cosa farai quando verrà a cercarci?» gli chiese, a un passo dal suo volto.
«Gli darò un pugno sulla gola» sibilò JJ.
«Sì, bella idea del cazzo, JJ» rispose sarcasticamente.
«Non li rimetto a posto» chiarì, riafferrando lo zaino con i soldi e risalendo sul van.
Si lanciarono tutti un'occhiata, incapaci di dire qualcosa. Ophelia sospirò e si poggiò contro la porta scorrevole, osservando il suo amico.
«Jay...» disse cautamente.
Lui scosse la testa. «No! — la fermò — Non provarci nemmeno, Lia. Non torno indietro!»
«JJ, stai giocando con il fuoco, sul serio! Capirà che siamo stati noi e verrà a cercarci, e se non ci troverà, non si farà problemi a prendersela con i nostri genitori» cercò di fargli capire.
«Hai rotto con le tue cazzate» disse improvvisamente John B.
«Oh, le mie cazzate?» domandò divertito.
«Sì. Le tue cazzate!» confermò il castano.
«Minacci la gente con la pistola...» iniziò Kie.
«Ti comporti come un pazzo...» continuò Pope.
«Pope! — scattò JJ, avvicinandosi a lui — Mi sono preso la colpa per te! Sai quanti soldi devo per colpa tua?!» sbraitò.
«Prima o poi te li rendo, e non ti ho chiesto io di farlo!» rispose il ragazzo, alzando il tono della voce.
«L'ho appena fatto! Ho ripagato tutto! Proprio qui, ora, da solo!» gridò prima di fare un profondo sospiro. «E comunque... — si fermò, guardandoli uno ad uno — da qui in poi, vado da solo. Con le mie forze» disse con tono fermo. Una nota strozzata appena udibile.
Ophelia si sentì venir meno a quelle parole, e fece un passo verso di lui. «JJ...» le uscì in un sussurro.
Ma lui non fece un piega.
Semplicemente, si voltò e andò via.
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