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017 dalla signora crain

capitolo diciassette
( dalla signora crain )





La caduta dalla torre aveva provocato a John B una commozione cerebrale e un polso rotto, ma non tutto gli era andato male dato che Ward Cameron, dopo aver convinto Peterkin, era diventato il suo tutore legale. Da Pogue che viveva nello Sprofondo, ora abitava a casa Cameron insieme alla Famiglia Reale.

Ophelia aveva storto il naso quando il castano aveva raccontato tutto ai suoi amici, ma, allo stesso tempo, era felice per il fatto che non dovesse più fuggire dai servizi sociali e che non dovesse più preoccuparsene. Certo, avrebbe preferito che fosse diventato Eddie il suo tutore legale, ma John B non aveva avuto molta scelta con Ward — aveva praticamente preso la decisione senza interpellarlo, mentre dormiva — e, inoltre, era risaputo che i Kooks avessero più potere dei Pogues: tra Eddie Martin e Ward Cameron avrebbero sempre affidato qualcuno, in questo caso John B, al più ricco.

Ma, in fondo, le importava solo che stesse bene.

«Scusa, dove stai adesso?» chiese confusa Kiara, sparecchiando un tavolo del Wreck, dove si erano ritrovati tutti i Pogues.

«A Tannyhill» rispose il ragazzo.

«Quindi vivi con Sarah Cameron» mormorò con un tono di voce disgustato e un cipiglio in volto.

John B ruotò gli occhi al cielo. «Senti, sto lì soltanto perché il padre mi ha tirato fuori dai casini, ok? Ed è molto meglio che stare con i servizi sociali, che è dove mi sarei trovato se Ward non avesse—»

«Ehi — lo interruppe Pope — Quindi ora sei tipo socio del club» disse divertito.

«Non lo so, Pope» sospirò, esausto.

«Avrai anche una di quelle macchinette da golf con cui girano?» diede man forte JJ.

Ophelia inarcò un sopracciglio. «Intendi il golf cart?» chiese, guardandolo.

Il biondo scrollò le spalle. «È roba da Kooks, Lia, che vuoi che ne sappia — successivamente, mise su un sorriso sghembo — Tu invece da quando sei così informata? Esci con un Kook e non ce lo hai detto?» iniziò a provocarla, indagando.

A quelle parole, la rossa ebbe l'istinto di toccarsi il collo, lì dove c'erano i segni dell'errore compiuto la sera precedente. Erano ancora lì. Spiccavano e le ricordavano quanto avesse sbagliato. Ingenuamente, aveva pensato che coprirli con il correttore avrebbe cancellato ogni traccia di quel momento, ma si era poi resa conto del fatto che non fosse così. Coprirli non cancellava ciò che aveva fatto, ma affrontare la realtà dei fatti era anche peggio.

Ignorare era la scelta giusta.

Si schiarì la gola poco dopo. «Mi butterei da una torre piuttosto che stare con un Kook — poi si girò verso John B — Scusa, era per rendere il concetto» gli diede una pacca sulla spalla.

«Tranquilla» sussurrò, scuotendo la testa.

«Sai, in fondo credo che staresti bene con quei fantastici gilet che indossano i ricchi» anche Ophelia si unì alle prese in giro.

Pope rise. «Già. Te ne daranno uno loro o dovrai comprartelo da solo?» continuò.

Ad interrompere quel momento fu Kiara. «Tu ci avevi promesso che non saresti stato con lei» gli ricordò, infastidita dalla situazione.

«Amico, ti ha beccato, accettalo» disse JJ con nonchalance.

«Senti, se ti vuoi vedere con lei, va bene. Ma ti dico da subito che io non farò mai niente con Sarah» chiarì con il tono di voce di chi non ammetteva alcuna replica.

«La vedete qui?» domandò John B, guardandosi attorno.

Ophelia scosse la testa. «No. Infatti mi stavo giusto domandando dove fosse la Principessa Kook» mise su un sorrisetto di scherno.

«Starà contando i soldi che hanno nella cassaforte di famiglia» rispose JJ.

«O si starà limando le unghie» continuò Pope.

«Magari è su un golf cart» concluse Ophelia prima che scoppiassero tutti e tre a ridere.

John B sospirò, richiamando l'ordine. «Ok, ehi, ragazzi. Sul serio, vorrei che vi concentraste — li guardò, e loro annuirono — Abbiamo la mappa, giusto?»

«Sì, ma chi l'ha disegnata doveva essere strafatto» commentò JJ, lanciando una veloce occhiata alla mappa che Pope era intento ad osservare.

«È solo che è mutata la costa» gli fece presente Kie.

«Cerchiamo dei riferimenti che non siano mutati» suggerì Pope.

Ophelia puntò il dito sulla mappa. «Battery Jasper. Una vecchia fortezza non mutata» disse con nonchalance.

Dopo quelle parole, i ragazzi salirono sul van e iniziò la missione "alla ricerca dei punti non mutati dell'isola". Quando compresero che un tempo Tannyhill occupava l'intera isola prima di essere divisa in piccoli lotti, arrivarono alla conclusione di dover cercare un vecchio muro di pietra.

«Ok, lì c'è la biforcazione — disse Pope, dando indicazioni a John B — Gira a sinistra».

Quando arrivarono al muro di pietra, tutti si sporsero verso i finestrini, e Ophelia si voltò immediatamente quando sentì JJ irrigidirsi al suo fianco.

«Non a casa Crain...» si lamentò proprio il biondo nel momento in cui abbandonarono il Twinkie.

«Mi prendete in giro?» chiese Kie, osservando la casa che si innalzava fra gli alberi fitti.

«Lo scenario peggiore!» borbottò il biondo.

Pope sospirò. «Perché deve stare qui? Tra tanti posti...» mormorò, scuotendo la testa.

Ophelia si limitò ad osservare l'abitazione. Giravano tante storie su quella casa. C'era chi riteneva fosse infestata dai fantasmi, chi diceva che i Crain fossero morti in maniera raccapricciante, chi invece diceva che fosse stata la signora Crain ad uccidere il marito. Insomma, tutto terminava con morte e fantasmi. Ciononostante, la rossa non credeva a mezza parola: anche se lì fossero morte delle persone, di certo ora quella casa non era abitata dai loro spiriti. Era una roba da film, non da realtà.

«La signora Crain ha seppellito la testa del marito nella sua proprietà» JJ guardò i suoi amici con serietà.

«Sì, e poi lei e la figlia hanno fatto un bel banchetto con la sua carne. Dicevano fosse deliziosa» disse la rossa con sarcasmo.

Il biondo la guardò. «Davvero?»

«No, JJ — scosse la testa — Sono ironica» sospirò, sopprimendo una sonora risata.

«Non è divertente, ok?» le disse, seguendola mentre superavano il muro che circondava la casa.

Lei si lasciò sfuggire una risatina. «Ti prego. È esilarante» replicò.

«No, ragazzi, sul serio. Sapete di chi è questa casa, vero?» prese parola Kiara.

In quel momento, presero a camminare nel fitto giardino della casa, fatto essenzialmente da erbe, foglie secche e delle inquietanti statue di marmo. Ophelia non si sarebbe per nulla stupita se lì fra i cespugli avessero trovato un cadavere, e non esagerava.

«Oh sì, io lo so» annuì immediatamente JJ, che si guardava attorno con sospetto.

John B scosse la resta. «Onestamente non credo alle storie su questo posto» ammise con nonchalance.

«Io sto con il nuovo Cameron» concordò Ophelia, prendendolo in giro e ricevendo un'occhiataccia da lui.

«Che storie avete sentito?» domandò d'un tratto JJ, abbassando il tono della voce.

«Ce ne sono un milione, JJ, e terminano tutte con la morte del marito» fece presente la rossa, togliendo le erbacce con le mani.

Kiara annuì. «La più diffusa è quella che dice che ha ucciso il marito con un'ascia e che d'allora è rimasta rintanata là dentro — prese a raccontare — Poi, certe notti, quando c'è la Luna Piena, puoi vederla dalla finestra» una volta terminata la storia, le due amiche iniziarono a ridere, divertite dall'espressione preoccupata di JJ.

«Non ridete! Non fa ridere perchè è tutto vero! Ve lo giuro, è tutto vero! Conoscevo Hollis!» scosse la testa il biondo, serio. «Cristo Santo!» sobbalzò poi a causa di una statua di marmo.

Ophelia rise. «Dalle mie parti questo si chiama avere fifa. Ma non preoccuparti, JJ, ti apprezziamo comunque» gli diede una pacca sulla spalla.

«Aspetta, tu conoscevi Hollis Crain?» chiese Pope, alzando il tono della voce e spalancando gli occhi.

Lui annuì. «Esatto» rispose.

«Ehi! — lo fece fermare — Come fai a conoscerla?»

«Pope, era la mia babysitter. Me l'ha raccontato. So la verità su sua madre e su quello che è successo» guardò ognuno dei ragazzi con serietà. «Lei da bambina sentiva le storie sulla madre che ha ucciso il padre e altre cose del genere. Hollis non ci credeva... Fino a quella notte» si fermò. Il tono di voce che diventava più ombroso ad ogni parola.

«Quale notte?» chiese John B.

«Quella in cui ha ricordato — si voltò a guardare la casa prima di riprendere parola — Quando Hollis aveva sei anni, sentì i suoi litigare dalle scale. Allora scese e vide la madre che si lavava le mani in un lavandino pieno di sangue» guardò John B, che in risposta ruotò gli occhi al cielo. «La madre disse che si era tagliata. La mattina seguente disse che si era separata da suo padre. Ma Hollis notò una cosa. La madre andava sempre in salone, di continuo, dentro e fuori, dentro e fuori, con delle buste. Un giorno Hollis usò il bagno in giardino, e mentre era seduta, guardò in basso e lì, in quel bagno, c'era la testa del padre che la guardava dritta negli occhi».

«Quante cazzate dici, JJ».

«Dio, sei un vero deficiente

Dissero all'unisono John B e Ophelia, chiedendosi se facesse sul serio o volesse solo spaventarli... ma era dannatamente serio.

«Ve lo giuro su Dio!» li guardò JJ.

«Ha chiamato la polizia?» domandò Pope, preso da quel racconto.

«Non ha avuto tempo— Aspettate!» bloccò Ophelia e John B, che lo avevano superato. «Fermi!» ripeté.

«JJ, siamo qui per un motivo preciso, e non per sentirti raccontare le storie che una pessima babysitter ti narrava quando eri solo un bambino» fece presente la rossa, osservandolo.

«Esatto. E dobbiamo muoverci» concordò John B, annoiato.

JJ lo guardò. «Sei certo di volerlo fare? Ha ammazzato un uomo e tu hai il gesso!» gli ricordò.

«Non me ne frega niente di chi ha ammazzato, ok? Non abbiamo niente da perdere, giusto? — li guardò, iniziando a camminare — Venite o no?» urlò, non voltandosi.

I ragazzi si mossero, seguendolo. L'ultimo a farlo fu JJ, ancora incerto e spaventato.

Fu proprio il biondo a prendere parola. «Ok, il grano vicino all'acqua, ma che tipo di acqua? L'acqua del bong?» chiese divertito, e tutti lo guardarono perplessi.

John B si lasciò andare ad un sospiro rassegnato prima di rispondere. «C'è solo scritto di cercare l'acqua, d'accordo?»

«È il peggior messaggio segreto di sempre» commentò Kiara, tornando a camminare.

«Ho detto che sarebbe stato facile? Smettila di lamentarti!» ribatté il castano, infastidito.

Pope si intromise, fermando l'ennesima possibile discussione. «Io cerco nel quadrante nord-est, ok? — poi si rivolse a Ophelia e JJ — Voi nel nord-ovest» e, senza aspettare alcuna risposta, si voltò.

«È quello della decapitazione!» quasi strillò il ragazzo, preoccupato.

La rossa, divertita, gli afferrò il braccio, tirandolo con sé. «Forza, andiamo» rise. «Croce sul cuore che ti proteggerò se il fantasma del signor Crain dovesse sbucare improvvisamente con un ardente desiderio di ucciderci» disse, guardandosi attorno. Tutto ciò che vedeva, però, erano solo cespugli su cespugli.

«Non è il fantasma che mi preoccupa — sussurrò a denti stretti, aggrappandosi al suo braccio — È la signora Crain!»

«Una vecchia di... ottant'anni?» chiese scettica.

Annuì vigorosamente. «Una vecchia di ottant'anni che ci farà a fettine!» aggiunse.

Ophelia dovette fare appello a tutte le sue forze per non scoppiare a ridere, e dopo essersi guardati intorno e non aver trovato nulla, si ricongiunsero con gli altri del gruppo.

«Ehi, dai venite! Diamo un'occhiata qui! — li richiamò John B, indicando delle assi rotte che portavano in uno scantinato — Cominciamo» e, subito dopo, entrò.

Si accovacciarono tutti, infilandosi subito dopo e mantenendosi bassi. Ophelia arricciò il naso all'odore pungente di fogna, alla vista delle ragnatele e al freddo che la investì.

«La signora Crain le nostre teste taglierà, e le ritroveranno quando il sole sorgerà...» canticchiò JJ, puntando la torcia davanti a sé.

«Ti dispiace smetterla?!» sbuffò Pope.

Dopo pochi secondi, ecco che arrivarono nel sudicio, bagnato, umido, sporco e nauseante scantinato.

«Vedete dell'acqua?» domandò Kiara, illuminando vecchi utensili e bambole mal ridotte. «È un vicolo cieco?» continuò, girando nella piccola stanza.

«Neanche nei tubi c'è l'acqua» constatò Ophelia.

Pope sospirò. «Non c'è acqua» disse.

«Neanche una goccia» continuò JJ, arricciando il naso.

«Sapete perchè non la troviamo? — domandò Kiara con sarcasmo — Karma negativo» concluse, lanciando un'occhiataccia a John B.

Lui ruotò gli occhi al cielo, esausto. «Oddio, ci risiamo» mormorò.

«Stavamo andando alla grande. Poi tu coinvolgi anche Barbie e le tracce svaniscono. Coincidenza? Io non credo» infierì, irritata.

«Ed è proprio per questo motivo che non volevo parlarti di Sarah» John B si avvicinò a lei.

«Ah sì?»

«Sì. Qual è il problema? Che c'è che non va, eh?»

«Niente».

«Niente? È perché ti ho baciata? È questo il problema?»

Il sorrisetto beffardo di John B scomparve nel momento esatto in cui la mano di Kiara si schiantò contro la sua guancia, che divenne presto rossa.

«Oh merda!» mormorò il trio, pietrificandosi e lanciandosi occhiate sconvolte.

«Smettila di trattarmi come se fossi una ragazzina ossessionata da te! — disse a denti stretti Kiara — Sono la tua migliore amica e cerco di proteggerti!»

John B sbatté le palpebre. «Era uno schiaffo?» le chiese, perplesso.

«Zanzara» rispose lei, alzando la mano e mostrando il sangue e l'insetto schiacciato.

In risposta, John B colpì la guancia di Kiara, facendo sgranare gli occhi a tutti.

«Ehi, va bene, basta!» si intromise JJ.

«Ma che cazzo...» mormorò Ophelia, al dir poco sconvolta per il fatto che si stessero prendendo a schiaffi per Sarah Cameron.

«E la tua prova?» domandò Kie, guardandolo con rabbia.

«Zanzara» rispose John B, alzando la mano.

«Sì? Penso che ce ne sia ancora una».

«Di questa che mi dici?»

«Sì? Davvero? La vedi quella?»

«Ne hai una in fronte».

«Sei morto. Oggi è il giorno della tua fine».

«Cristo».

«È il tuo funerale».

Ogni frase che si scambiano, aveva come conseguenza uno schiaffo giustificato con delle zanzare immaginarie.

Improvvisamente, anche Pope prese a schiaffeggiarsi da solo. «Queste cose sono ovunque qua sotto! Perché è pieno di zanzare?» si lamentò.

«Sì, pienissimo! Piccole stronze, lasciatemi stare!» a lui si aggiunse JJ.

Ophelia sbatté le palpebre, sconvolta. Da un lato c'erano Kiara e John B che si schiaffeggiavano a vicenda, e dall'altro c'erano Pope e JJ che si prendevano a schiaffi da soli.

Poi, improvvisamente, aggrottò le sopracciglia, riflettendo sulle parole Pope: perché c'erano così tante zanzare in quel posto?

«Oddio! Possiamo andare? Questo posto mi fa venire il prurito! Ehi, guardate, ho trovato la bambola vudù della Crain!» continuava a blaterare e a ridere JJ.

La rossa li ignorò, guardandosi attorno con la torcia. Era risaputo, no? Le zanzare erano attratte da zone umide e irrigate, soprattutto le zanzare femmine, che avevano bisogno dell'acqua per deporre le uova. Senza acqua, non erano in grado di riprodursi.

Ergo, lì c'era acqua.

Improvvisamente, un cigolio attirò la sua attenzione. Di conseguenza, abbassò lo sguardo, tornando a fare pressione col piede in quel punto: sotto sembrava non esserci nulla. Un pozzo.

Spalancò gli occhi, chinandosi e afferrando un sassolino. Subito dopo, lo fece cadere nello spazio tra le due assi di legno. Aguzzò l'udito, e sorrise quando avvertì un lontano "splash".

«Ragazzi! Ragazzi! — richiamò la loro attenzione — Ho trovato l'acqua!» li informò, emozionata e felice come una Pasqua.

A quelle parole, tutti la guardarono sconvolti.

«Cosa

«Che stai dicendo

«L'acqua?!»

Lei annuì vigorosamente. «Qui sotto! Togliete queste travi. Credo sia un pozzo» e, subito dopo, i tre ragazzi si precipitarono a spostare le travi di legno.

Quando il lavoro fu completato, ecco che davanti a loro apparve un grande e profondissimo pozzo.

«Fortuna che erano storie» disse John B, incurvando le labbra all'insù.

«E così... — sorrise Pope — abbiamo l'acqua».

«Ci servirà una corda lunghissima per arrivare».

Sorrisero. Erano sempre più vicini all'oro.

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