016 incontro d'affari
⸻ capitolo sedici ⸻
( incontro d'affari )
Stretta nella felpa recuperata dal van di John B e i piedi infilati in delle ciabatte enormi, Ophelia si sfregava le mani mentre osservava con interesse il fuoco che avevano acceso poco prima, sedendosi poi su dei tronchi. Si trovavano al Rixon's Cove, che non era un vero e proprio posto delle Outer Banks, ma solo un luogo sperduto nei boschi dove gli adolescenti amavano scomparire per allontanarsi dal caos dell'isola — e anche dove molte coppie si appartavano.
Osservando il fuoco scoppiettare, la rossa non riuscì a tenere a freno i pensieri, che tornarono a Rafe e a ciò che era successo in quel bagno. Aveva detto che si sarebbe comportata come se non fosse mai successo, e lo avrebbe fatto. Però era successo e lo sapeva. Per quanto potesse fingere con gli altri, non poteva fingere con se stessa e fare finta che nulla avesse avuto luogo in quel bagno. O meglio, poteva provarci, e lo avrebbe certamente fatto.
Ciononostante, non riusciva a togliersi di dosso quelle sensazioni, e ancora riusciva a sentire le sue labbra calde e bagnate sul collo, i suoi morsi, i suoi baci, le sue mani che la toccavano ovunque, e i suoi gemiti gutturali ed eccitanti. E si odiava così tanto per questo.
Si chiedeva perché lui. Perché fra tutti i Kook proprio Rafe Cameron? Perché il peggior Kook di sempre che si divertiva a massacrare i suoi amici?
Una parte di lei si sentiva inevitabilmente sporca, una traditrice che era finita a letto con il nemico. Quella parte era senza dubbio influenzata dai suoi amici. Insomma, li guardava e i sensi di colpa la mangiavano viva. Neanche voleva immaginare come avrebbero reagito se lo avessero saputo, eppure una parte di lei voleva parlarne con qualcuno, togliersi quel peso dal petto, e inevitabilmente i suoi occhi caddero su Kiara, l'unica con cui potesse forse parlarne. Anche lei odiava i Kooks e Rafe, ma probabilmente non si sarebbe agitata come avrebbero giustamente fatto JJ, Pope e John B, che da sempre venivano presi di mira da quel ragazzo. Forse Kiara sarebbe stata comprensiva. Forse le avrebbe detto "ehi, tutti commettiamo errori, basta imparare da essi".
Sospirò profondamente, indecisa sul da farsi, fin quando i suoi pensieri furono messi a tacere da Pope, che si schiarì la voce. «Bene, ragazzi, probabilmente mio padre mi ucciderà, quindi perché questa riunione obbligatoria?» chiese, gettando della legna nel fuoco al centro.
«Diciamoglielo subito, prima che ci arpionino» disse JJ, lanciandosi un'occhiata complice con John B.
Il castano mise su un sorrisetto. «Pronti, ragazzi?»
«Assolutamente sì» annuì vigorosamente Ophelia, desiderosa di concentrarsi su altro.
«Ok, allora — fece un profondo sospiro prima di sganciare la bomba — L'oro non è mai affondato con la Royal Merchant».
Pope ruotò gli occhi al cielo. «Non dirmi che si ricomincia» sospirò, esausto.
«No, Pope, aspetta. Ascoltalo, d'accordo?» lo fermò JJ, e il ragazzo si arrese, annuendo seppur visibilmente contrariato.
«Ok, aspetta... — prese parola la rossa, confusa — Se l'oro non è mai affondato, allora dov'è?»
John B sorrise. «Ottima domanda» annuì prima di tossicchiare. «È qui da sempre. Sull'isola».
A quelle parole, tutti i presenti spalancarono gli occhi, e le due ragazze si osservarono incredule.
«Stai scherzando?» domandò Kiara in un sussurro.
«Oh merda» disse Ophelia, sconvolta.
Pope, invece, scosse la testa. «Posso esprimere scetticismo?» chiese, guardando tutti loro.
«Me lo aspettavo, Pope — ammise John B, afferrando il suo zainetto — Ma consentitemi di illustrarvi le prove a mio favore» si alzò in piedi.
«Procedi» lo invitò il ragazzo, annuendo.
«Bene, dunque... nel mio zaino ho una lettera di Denmark Tanny» mostrò il foglio di carta piegato e ingiallito.
Kiara aggrottò le sopracciglia. «Sarebbe?» domandò.
«Era sulla Royal Merchant» disse Ophelia, certa. «Nel manifesto lasciato da Big John c'era la lista di tutti coloro che si trovavano sulla nave» ricordò.
John B annuì. «Esatto, Lia. Denmark Tanny era uno schiavo. Ecco qua — passò il foglio sopracitato ai ragazzi — L'elenco dei membri dell'equipaggio non menzionava gli schiavi, ma mio padre ha trovato il manifesto di carico. Una grande scoperta» sorrise, visibilmente orgoglioso di suo padre.
«Denmark Tanny, ecco» mormorò Kiara, leggendo il nome.
«Denmark Tanny è sopravvissuto al naufragio della Royal Merchant» disse poco dopo il castano.
«Sopravvissuto? Non erano morti tutti?» la rossa era al dir poco perplessa.
Sorrise furbamente. «Così si pensava. E, indovinate: Tanny usò l'oro della Merchant per comprare la sua libertà» spiegò. «Dopodiché comprò la tenuta. Rullo di tamburi, perché quella tenuta è... — i ragazzi batterono le mani sulle ginocchia, simulando un tamburo — la piantagione di Tannyhill, ragazzi» li guardò.
«Tannyhill?» esclamò Kiara, sbigottita.
John B annuì. «Sì. In seguito, usò il resto dei soldi per liberare altri schiavi. Poi vendette tonnellate di riso facendo incazzare i coltivatori bianchi, che organizzarono il suo linciaggio. Il giorno stesso della sua esecuzione scrisse una lettera di addio a suo figlio, e nell'ultima riga lasciò un messaggio in codice su dove trovare l'oro» sorrise.
«Quindi sappiamo dove si trova...» mormorò Ophelia, alzando l'angolo destro della bocca.
«Dov'è?» chiese Kiara, emozionata.
Il castano si schiarì la gola, leggendo. «"Raccogli il grano nell'appezzamento numero nove vicino all'acqua". Ma lì non c'è grano. Infatti la parola grano sta per—»
«L'oro!» esclamarono all'unisono le due ragazze, lanciandosi un'occhiata incredula.
«Proprio così» annuì John B, indicando la riga da leggere. «Guardate qui: "l'oro è nell'appezzamento nove vicino all'acqua"» sotto, alla fine della lettera, c'era il simbolo di una tavoletta d'oro con al centro il grano.
«Porca troia» mormorò Pope.
«Ora non ci serve altro che la planimetria originale della proprietà e abbiamo trovato l'oro!» esordì John B con un sorrisone.
«Ok, dunque... questa storia ha una piccolissima possibilità di essere autentica» ammise il moro, annuendo.
«Come Tutankhamon!» esclamò Kie.
«Sono un vero genio!» si vantò John B.
«Ok, sì, lo riconosco, John B. Davvero un genio» si complimentò Ophelia, annuendo emozionata e felice come un Pasqua.
JJ, in risposta, lo abbracciò. «Sono così fiero di te» gli diede qualche pacca sulla spalla, strappando delle risatine ai presenti.
Pope si schiarì la voce. «Ok ragazzi, ma qual è il piano?» domandò.
«Buona domanda. Stasera incontreremo Sarah Cameron. Ci porterà la planimetria—»
Nel sentire quel nome, le due ragazze spalancarono gli occhi. «Sarah Cameron?!» quasi strillarono.
«Ora viene il bello» si divertì JJ, ricevendo un'occhiataccia dalla rossa. «Non guardarmi così. Il dramma femminile è così eccitante» ammise, giocherellando col suo berretto.
John B ignorò le chiacchiere e riprese parola. «Ieri Sarah mi ha fatto entrare nelle sale d'archivio di Chapel Hill. La lettera l'ho trovata lì» spiegò.
«Cosa? Sei stato a Chapel Hill con Sarah Cameron?!» ripeté Kie, con l'espressione di chi sperava di aver sentito male.
«Sì...»
Ophelia mise su un sorrisetto beffardo. «Oh, ora capisco perché sei scomparso. Complimenti, amico, hai fatto c'entro» annuì, guardandolo.
«Già, ci prova con lei» diede man forte JJ.
«Non ci provo con lei!» replicò John B, lanciandogli un'occhiataccia.
«Ci provi eccome con Sarah Cameron!» continuò a sostenere il biondo.
«Non ci provo con lei! — ripetette — Volevo solo che mi aiutasse a entrare!» spiegò.
«E lei ti ha fatto entrare» sghignazzò JJ con una nota di ironia nel tono della voce.
Ophelia lo guardò, furba. «Quindi è così? L'hai fatto per noi?» domandò con l'espressione di chi la sapeva lunga.
«Esatto! Per tutti noi!» annuì vigorosamente il castano.
«Oh, grazie per il tuo spirito di squadra, John B» gli rispose sarcasticamente, incrociando poi le braccia sotto il seno.
Onestamente, a Ophelia non poteva fregar di meno che John B avesse trascorso il pomeriggio con Sarah Cameron, anche perché, grazie a lei, era riuscito a fare le scoperte di cui aveva parlato poco prima. Oltretutto, non le sarebbe interessato nemmeno se fosse nato qualcosa tra di loro. Sarah le era sempre sembrata una ragazza piacevole, nonostante Kiara non usasse termini positivi per descriverla. E poi, infine, dopo ciò che aveva fatto con Rafe, era l'ultima persona che poteva giudicare.
Kiara aveva ancora un'espressione stizzita. «Mi auguro tu non le abbia parlato del tesoro» disse.
«Avevo bisogno di entrare in quegli archivi!» si difese immediatamente.
«Oh cazzo» mormorò Ophelia, rendendosi conto del fatto che non avesse negato. Le aveva detto tutto.
«È un sì?!» strillò infatti la castana, sull'orlo di una crisi isterica.
«Ho tralasciare dei dettagli essenziali!» precisò, come se quello potesse farla calmare.
Kiara spalancò gli occhi. «Cosa? Hai confidato a una Kook il nostro segreto?! E che ne sarà della Pogue Life? Che fine farà il nostro business di t-shirt?» iniziò a blaterare, rabbiosa e delusa.
«L'ho solo sfruttata per avere le informazioni!» le rispose John B a tono.
A quelle parole, Ophelia arriccio il naso. «Questo è di pessimo gusto, oltre che ad essere una gran cazzata» disse con nonchalance.
«Non è una cazzata!» ribatté il castano, esasperato.
«Scusa, perché non ci credo?» chiese retoricamente Kiara, imbronciata.
«Se va bene, diventeremo ricchi sfondati, ok? Così potremo comprarci una barca e tu potrai andare a lezione di autopsia a studiare cadaveri!» si rivolse a Pope. «Ragazzi, mi conoscete! — li guardò uno ad uno — Vi sembro uno che si può innamorare di Sarah Cameron?» chiese con un sorriso in volto.
«Vuoi una risposta sincera o...» rispose Pope, non terminando la frase.
La rossa lo guardò. «Hai tutta l'aria di uno che si potrebbe innamorare della Principessa Kook» disse secca, senza troppi giri di parole.
Ancora non riusciva a comprendere il suo stato d'animo. Un conto era farsela con Sarah Cameron, e un conto era dirle tutto. Ciononostante, comprendeva il motivo per cui l'avesse fatto: senza Sarah non avrebbero avuto quelle informazioni. Allo stesso tempo, conoscendo John B, Ophelia era certa del fatto che non fosse solo un mezzo per raggiungere un obiettivo, ma che lo dicesse per tranquillizzare Kiara. Non prevedeva il futuro, eppure qualcosa le diceva che la Cameron sarebbe presto diventata uno di loro e sarebbe volate scintille tra lei e Kie.
«John B, credimi, tu non la conosci ancora! Non puoi fidarti di lei» esordì Kiara.
«Beh, suo fratello mi ha picchiato con una mazza da golf» rifletté Pope, e Ophelia abbassò lo sguardo a quelle parole: lei, qualche ora prima, aveva fatto sesso con la persona che aveva picchiato Pope con la mazza da golf.
«Rafe e Sarah sono due persone diverse» disse immediatamente John B.
JJ guardò Kiara. «Cosa ti ha fatto, esattamente?» le chiese.
«È come un Cobra sputatore!» iniziò la castana, e i ragazzi si lanciarono uno sguardo confuso. «Prima ti avvolge nelle sue spire e poi—»
«Pessima analogia» la fermò Pope.
«Ascoltatemi! Qualsiasi cosa abbiamo, lei cercherà di togliercela!» sottolineò ogni parola, volendo che i suoi amici capissero a pieno.
John B sospirò. «Kie, è l'unico modo...» cercò di farle capire, supplicandola con lo sguardo.
Nonostante fosse ancora visibilmente contrariata, la castana si lasciò convincere. Risalirono tutti sul Twinkie e raggiunsero Hawk's Nest, il parco statale in cui John B e Sarah si erano dati appuntamento. Lì la Cameron gli avrebbe dato la mappa catastale, cioè la planimetria di Tannyhill con tutte le informazioni, che si trovava nell'ufficio di Ward.
Quando il van venne parcheggiato, JJ aprì la portiera con forza. «Bene, ci siamo, ragazzi. Partiamo in ricognizione» batté le mani con forza.
«Sentite... — prese parola John B, incerto, fermando il suo amico — Ecco, forse è meglio se vado per conto mio... stasera» disse, guardando i suoi amici.
«Ma dai!» scosse la testa JJ, togliendosi il berretto.
«Che c'è?» chiese il castano.
Scrollò le spalle. «No, niente» mormorò.
«Non voglio parlare con Sarah in mezzo a una folla» si giustificò.
«Che è un altro modo per dire "non voglio che mi vediate mentre bacio Sarah Cameron"» lo prese in giro Ophelia, ricevendo un'occhiataccia in risposta.
«Non ho ancora capito perché l'abbiamo coinvolta, a dire il vero!» sbottò improvvisamente Kiara.
«Kie, non l'abbiamo coinvolta, ok? — sbuffò annoiato John B — Il nostro è soltanto una specie di incontro d'affari, tutto qui» si strinse nelle spalle.
«Incontro d'affari, eh?» chiese ironicamente la rossa nello stesso momento in cui JJ iniziò a fare avanti e indietro con la testa contro la sua mano chiusa in un pugno, simulando del sesso orale.
John B li ignorò. «La scarichiamo appena otteniamo quello che ci serve. E ci serve quella mappa!»
«Giurami che non è successo niente tra voi» disse Kiara, osservandolo con serietà.
«Certo, non c'è niente» sospirò il castano, mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Non sto scherzando! — strillò — Non si tratta di te, e nemmeno di noi, ma di lei. Sul serio, lei ti entra in testa. Quindi promettimi che non c'è niente tra di voi» continuò, incrociando le braccia sotto il seno.
«Te lo prometto» ripeté, per nulla convincente.
«Voi ci credete?» Ophelia guardò gli altri due ragazzi.
JJ e Pope si lanciarono un'occhiata complice. «Al 100%» risposero ironicamente.
John B ruotò gli occhi al cielo. «Comunque — tornò alla questione principale — adesso vado a concludere l'affare» aggiunse, serio.
«Concludilo bene. Fino in fondo» replicò JJ maliziosamente.
Pope annuì. «Noi stiamo qui con il culo al caldo a goderci i fulmini» disse annoiato.
Quando John B abbandonò il van e chiuse la portiera, i ragazzi si guardarono.
«È un bugiardo!» disse immediatamente Kiara, stizzita. «Già ci sta mentendo per lei, ve ne rendete conto?!» strepitò.
«E quindi? — JJ la guardò — Fortunato bastardo. Passerà la sua vita a contare i soldi dopo essersi sposato con Sarah Cameron. Mica male» ridacchiò, divertito.
«Già. Tutto si può dire meno che il nostro caro amico sia stupido. Una Cameron, ragazzi» concordò Ophelia, allungando le gambe e annuendo.
Kiara scosse la testa. «No! Sul serio, ragazzi, voi non la conoscete. Gli volterà le spalle! E se John B sarà così stupido da includerla nella nostra caccia all'oro... beh, dite addio a tutto. Tutto!» chiarì.
«Secondo me la stai facendo più tragica di quanto lo sia in realtà» prese parola Pope con nonchalance.
JJ annuì. «Cosa può mai farci Sarah Cameron? Picchiarci con le banconote? Anzi, sai cosa? Se lo facesse, la ringrazierei» ammise, stringendosi nelle spalle.
«So che con il tuo rancore pensi di uccidere Sarah, ma avveleni te stessa» riprese parola il moro, uscendosene con le sue solite frasi filosofiche.
«Pope ha ragione» gli diede corda l'amico.
«Lei si prenderà tutto» mormorò stizzita Kiara. «E poi ci scaricherà...»
Ophelia sospirò, poggiandole la mano sulla schiena coperta ancora dal vestito di seta e accarezzandogliela. Avrebbe tanto voluto sapere per quale motivo Kiara odiasse in quel modo Sarah, ma la castana aveva la bocca cucita da quando era ritornata da Pogues poco dopo la scomparsa di Big John. Non una parola se non "Sarah Cameron è una stronza". Non aveva mai insistito, consapevole che fosse un tasto dolente, ma era così dannatamente curiosa. Ciononostante, per il bene del gruppo e per il bene di Kiara, sperava che John B non includesse Sarah nella ricerca, altrimenti tutto sarebbe andato a puttane.
«Ragazzi, lo sentite?» la voce di Kiara fermò il flusso dei pensieri di Ophelia.
«Cosa?» chiesero all'unisono.
«Vi prego, aiutatemi!»
Solo in quel momento la ragazza si rese conto del fatto che qualcuno, in lontananza, stesse urlando disperato.
«Oh merda. Ora sì».
Senza aggiungere altro, i Pogues abbandonarono il van, correndo in direzione della voce femminile che continuava a chiedere aiuto fra le lacrime e i singhiozzi. Quando arrivarono a destinazione, si bloccarono e spalancarono gli occhi nel ritrovarsi davanti Sarah Cameron che si disperava sul corpo privo di sensi di John B.
«Andrà tutto bene, John B...» ripeteva con il volto rigato dalle lacrime e le mani ad accarezzargli il viso.
«Sarah, cos'è successo?!» chiese immediatamente JJ, agitato come mai prima d'ora.
Ophelia si portò le mani davanti alla bocca, sentendo gli occhi iniziare a pizzicare prima che si riempissero di lacrime e si accovacciasse accanto al suo amico.
«Non lo so, serve aiuto. Topper l'ha spinto!» pianse ancora.
«Dove diavolo è?!» urlò con rabbia il biondo, guardandosi attorno.
«Vi prego, cercate aiuto! Non mi importa chi. Chiamate qualcuno!» gridò istericamente Sarah, piangendo sul corpo di John B.
«Va' a prendere il telefono!» JJ si voltò verso Pope, che corse via immediatamente.
Ophelia deglutì, accarezzando delicatamente il volto del suo migliore amico e sentendo una morsa allo stomaco. Quasi le veniva da vomitare. Topper aveva spinto John B giù dalla torre, e per cosa? Per gelosia, forse? Perché Sarah preferiva un Pogue a un Kook?
«John B, resta con me — mormorò Sarah, lasciandogli un lieve bacio sulle labbra — Ti prego, non lasciarmi» disse ancora.
Poco dopo, fortunatamente, arrivò l'ambulanza e il ragazzo fu portato in ospedale. Nessuno dei suoi amici, purtroppo, ebbe il permesso di accompagnarlo. Dovettero quindi tornare a casa, aspettare e sperare che tutto andasse per il meglio.
Il viaggio nel Twinkie fu silenzioso. Nessuno spiccicò parola mentre JJ guidava e accompagnava i ragazzi uno ad uno. Quando anche Pope fu lasciato, partì verso casa Martin, e non una parola volò tra i due.
Il biondo fermò l'auto fuori dall'abitazione, girandosi poi lentamente verso la sua amica. «Lia...» iniziò, e sembrava quasi incerto.
«Uhm?» lo invitò a parlare, confusa.
«Non ti dispiace se resto, vero?» le domandò. Sembrava quasi un bambino innocente e indifeso. «Stare allo Chateau senza John B mentre lui si trova in ospedale è davvero—»
Ophelia lo fermò. «Ehi, ehi. Pensavo fosse scontato che avresti dormito qui, Jay» fece un flebile sorriso.
A quelle parole, il biondo annuì lievemente prima di sfilare le chiavi dal quadro e abbandonare il Twinkie con lei. Entrarono silenziosamente in casa, facendo attenzione a non svegliare Eddie, e di corsa si intrufolarono nella stanza di Ophelia.
Immediatamente, JJ si tuffò sul letto. «Che serata schifosa» annunciò, chiudendo gli occhi.
«Ancora non riesco a credere che Topper l'abbia fatto sul serio» ammise la ragazza, poggiando i tacchi sul parquet e sedendosi di fianco al suo amico.
Quest'ultimo mise su un sorriso amaro. «Io ancora non riesco a credere che tu ti stupisca, invece, Lia» le lanciò una veloce occhiata. «Hanno vinto ancora» disse a denti stretti, serrando la mascella.
«Ehi, John B si riprenderà» rispose, cercando di convincere più se stessa che lui.
«Coinvolge Sarah Cameron e bam! Ecco che viene spinto giù da Topper. Sto iniziando a credere che Kie abbia ragione» ammise, passandosi nervosamente le mani tra i capelli.
«Sarah non c'entra niente, JJ — sospirò — L'hai vista, era disperata».
«Un po' troppo per una che non sta con John B, non credi?» domandò.
Ophelia fece un sorrisetto. «È così chiaro che ci abbia mentito e che stiano insieme» replicò. «Spero solo che questo non incida con la missione... e con Kie» confessò.
«Beh, speri male» fece presente, facendola annuire.
Successivamente, tra le chiacchire, caddero in un sonno profondo.
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