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012 un film con incendio - 2

capitolo dodici
( un film con incendio - 2 )





Ophelia non sapeva neppure quale film fosse. Onestamente, non aveva mai provato così tanto disagio come in quel momento. Di fianco a lei, Pope e JJ non facevano che agitarsi, e dietro di lei, Rafe, Topper e Kelce non facevano che guardarli, andando alla ricerca del momento giusto per attaccare.

Era una situazione nauseante, e si chiedeva se mai sarebbe finita. Era una stupida faida che aveva sempre odiato. Insomma, perché non ignorarsi e basta, continuando ognuno a vivere la vita come voleva? Ma, soprattutto, perché loro fra tutti i Pogues?

Si mordicchiò il labbro inferiore, mandando giù il groppo che le si era formato in gola. Lì, tra tutti quei Kooks e in quella situazione, avvertì il bisogno di allontanarsi — oltre che per il fatto che il film facesse davvero schifo.

Così, si schiarì la gola. «Ragazzi, vado a prendere dell'acqua. Ho finito la Pepsi» sventolò la lattina vuota.

«Cosa?!»

«Abbiamo detto come un branco. Il branco non si separa!»

Dissero all'unisono Pope e JJ, guardandola come se fosse un cane a tre teste.

«Quei tre vogliono voi, non me!» rispose a denti stretti. «Anzi, vogliono te, Pope» aggiunse prima di rimettersi in piedi.

Era fermamente convinta del fatto che non avrebbero attaccato lei. Per prima cosa, Rafe e Topper si erano vendicati su Pope per il birra party, e non su di lei nonostante il maggiore dei Cameron l'avesse incontrata due volte. Seconda cosa, al chiosco Rafe aveva parlato unicamente di Pope.

Con questo non lo stava ringraziando, e men che meno credeva che fosse una brava persona, ma almeno aveva la certezza che non volessero lei. Se voleva allontanarsi senza le guardie del corpo, lo avrebbe fatto.

Vivere avendo paura dei Kooks era l'ultima cosa che desiderava.

Dopo essersi avvicinata al chiosco e aver comprato dell'acqua, si allontanò di qualche passo, facendo alcuni sorsi lenti e tentando di distendere i suoi nervi molto provati.

Si guardò attorno, assaporando la tranquillità della notte e poggiandosi contro un tronco alle sue spalle. Odiava Figure Eight, ma il parco era ben curato e le erbe erano tenute meravigliosamente. Fece un flebile sorriso quando una farfalla bianca le volteggiò davanti, e poi la osservò andare via.

Improvvisamente, perse pian piano quel sorriso nel momento in cui avvertì dei passi farsi man mano sempre più vicini. Fu invasa dall'ansia e drizzò la schiena, pensando a quante possibilità ci fossero che un serial killer la uccidesse proprio in quel momento.

Un serial killer o—

«Sai, sto iniziando a pensare che tu mi stia perseguitando».

Le parole le uscirono prima che effettivamente ci pensasse, e quando sentì la sua solita risata di scherno, capì di non aver sbagliato.

«Perseguitare una Pogue?» la schernì Rafe, affiancandola e guardando in avanti.

«Beh, sei tu quello che si è avvicinato a me. Di nuovo» sottolineò, inarcando un sopracciglio.

Fece un sorriso beffardo. «Questo è il parco di Figure Eight. È casa mia. Posso andare dove voglio, quando voglio» chiarì.

«D'accordo» disse annoiata. Nell'esatto momento in cui fece per allontanarsi, Rafe le avvolse la mano attorno all'esile polso, facendola voltare e avvicinare a sé. Ophelia deglutì, alzando il volto e inchiodando gli occhi azzurri ai suoi blu. «Smettila di farlo» ringhiò acidamente.

Alzò l'angolo destro della bocca. «Fare cosa?» chiese innocentemente.

«Questo. Tirarmi indietro ogni volta che provo ad andare via. Non voglio stare vicino a te, Rafe Cameron» sottolineò, osservandolo rabbiosa.

Lui la ignorò. «Sai... sto ancora ripensando a ciò che hai fatto prima — le prese una ciocca di capelli rossi, attorcigliandosela attorno all'indice — Mi hai messo in imbarazzo davanti a tutti, Lia» soffiò sulle sue labbra.

«Cos'è? Temi che uno schiaffo di una Pogue possa nuocere alla tua reputazione? Vuoi vendicarti? Magari massacrarmi con una mazza da golf?» gli disse a denti stretti, con gli occhi iniettati di rabbia.

Le mani di Rafe le sfiorarono le braccia nude, risalendo fino ad arrivare alle spalle. Le portò i capelli dietro la schiena, lasciando il collo in bella vista.

«Mi ferisce sapere che tu mi creda capace di questo, Ophelia — disse il suo nome lentamente, quasi come se lo stesse gustando — Ho un'etica anche io».

Fece un sorrisetto. «Etica, tu? Per favore» scosse la testa divertita. «Dopo ciò che hai fatto a Pope, ti credo capace di qualsiasi cosa» ammise, reggendo il suo sguardo.

«Vedi, quel Pogue ha puntato una pistola contro Topper. Qualcuno doveva assumersene la responsabilità. Mi capisci, vero?» nel frattempo, continuava ad accarezzarle i capelli così delicatamente che lei si chiese se quello fosse davvero Rafe.

«No, non capisco, in realtà. Quel Pogue ha puntato la pistola a Topper perché Topper stava affogando John B. Chiaro?» replicò, stizzita.

Una risatina uscì dalle labbra schiuse e bagnate del ragazzo. «Fa nulla, non mi aspetto che tu capisca» si limitò a dire prima di osservarla da capo a piedi. Poi si lasciò andare ad un profondo sospiro, quasi come se portasse tutto il peso del mondo sulle spalle.

Ophelia non capì esattamente quali pensieri stessero invadendo la mente di Rafe mentre la osservava. Lei, in risposta, non riusciva nemmeno a pensare. Da quando si erano scontrati al birra party, si erano ritrovati ad avvicinarsi in quel modo tutte le volte che si erano incontrati, e onestamente non riusciva a comprenderne il motivo. Soprattutto, non riusciva a capire perché, pur facendo appello a tutte le sue forze, non riuscisse proprio ad allontanarsi. Gli occhi blu di Rafe le scavavano dentro, sembravano voler leggere la sua anima, i suoi pensieri, e lei non capiva perché lui, proprio lui, le stesse così vicino. Era risaputo che odiasse i Pogues, eppure continuava a starle a un passo dal culo.

Lo osservava, reggeva il suo sguardo, ma in realtà voleva solo prenderlo a schiaffi — di nuovo —, girare i tacchi e andare via, vedendolo affondare nella sua mediocrità.

Poi, successe qualcosa. Onestamente non seppe dire chi prese quella stupida decisione e chi si mosse per primo, ma le mani di Rafe sui suoi fianchi le fecero pensare che fosse stato lui.

In ogni caso, tutto ciò che sapeva era che un momento prima stesse fissando Rafe Cameron con occhi intrisi di rabbia, pensando a quanto fosse un ricco stronzo viziato e insopportabile con evidenti problemi, e il secondo successivo la sua bocca stava scivolando calda e bagnata contro quella del ragazzo che più odiava.

E sì, forse aveva pensato di baciare Rafe Cameron due o tre volte durante gli anni, soprattutto quando il suo corpo era fasciato da quei completi stupidi e quando si aggiustava quegli orribili capelli. E sì, probabilmente si era anche chiesta come fosse... Almeno fin quando non aveva massacrato Pope di botte. Un conto era offendersi a vicenda, e un conto era picchiare a sangue un suo amico.

Lo odiava, e ancor di più odiava se stessa perché sapeva che fosse sbagliato — cazza se lo sapeva — e che i suoi amici, se lo avessero saputo, l'avrebbero giustamente odiata, ma quando la lingua di Rafe scivolò calda e bagnata nella sua bocca, ricambiò, maledicendosi in tutte le lingue del mondo.

Rafe Cameron non baciava gentilmente, non ti accarezzava e non si curava di te. Ti stringeva, ti teneva forte, e baciava come se avesse qualcosa da dimostrare. Aveva la bocca ferma contro la sua, e con i denti le mordicchiava di tanto in tanto le labbra, facendo sì che il suo corpo venisse invaso da numerosi brividi.

Ophelia Martin era completamente alla mercé del suo acerrimo nemico mentre ansimava nella sua bocca e lui le si aggrappava alla vita, trascinandola ancora più vicina al suo petto e facendo in modo che fossero spiaccicati dalla testa ai piedi.

Il mondo stava girando e i suoi pensieri erano un groviglio enorme, e si ritrovò schiacciata tra il tronco alle sue spalle e il petto di Rafe, e non le dispiaceva affatto. Stupidamente, allacciò le braccia attorno al collo del ragazzo, alzandosi sulle punte dei piedi e baciandolo ancora più profondamente. Trovò perfino il coraggio di mordergli il labbro inferiore, e Rafe emise un suono basso ed eccitante, che aveva tutta l'impressione di essere un consenso.

Continuava a spingersi contro di lei, quasi come se volesse sentirla ancora più vicina nonostante fossero diventati un tutt'uno.

Ophelia aveva accantonato i pensieri, non fermandosi a ragionare sull'assurdità di ciò che stava accadendo in quel preciso momento. Era un'idea terribile e lo sapeva, ma, allo stesso tempo, le loro bocche erano ingranaggi che si incastravano perfettamente.

Poi tornarono brutalmente con i piedi per terra nel momento in cui sentirono la risatina di una ragazza, accompagnata da quello che probabilmente era il suo fidanzato o amico. Passarono di lì, non curandosi di loro, e andarono via subito dopo.

Si allontanarono come fecero Rafe e Ophelia, che interruppero quel caldo bacio come scottati, e nonostante fosse stato lui a dare vita a quella terribile cosa, sembrava piuttosto incredulo mentre si passava la lingua sul labbro inferiore nel tentativo di catturare quanto rimasto del sapore di lei. Osservando la sua bocca rossa e gonfia, non poté che chiedersi quanto fosse stata indecorosa.

Deglutì profondamente, spalancando gli occhi nell'esatto momento in cui le tornarono in mente i suoi amici e Pope in particolare. Cosa diavolo aveva fatto? Si era forse bevuta il cervello?

Si sentiva di averli traditi baciando colui che aveva massacrato di botte il loro amico, e che, in particolare, li torturava da anni. Se fosse stato un altro Kook sarebbe stato diverso... ma Rafe Cameron. Dio, no.

«Questo non accadrà mai più» riuscì a dire ferma, seria in volto e osservandolo con attenzione.

Era stato un errore, una caduta di stile, e non sarebbe mai più successo.

La sua voce parve riportarlo con i piedi per terra. Rafe sbatté le palpebre per qualche secondo, e poi un sorriso sghembo si fece spazio sul suo volto. «No?» domandò lentamente, facendo un passo indietro giusto per poterla guardare in maniera corretta.

«No, Rafe. Mai più» chiarì, dandogli una spinta e allontanandolo con forza dal suo corpo ancora accaldato.

Si lasciò spingere, non smettendo di sorridere beffardamente. «Come vuoi, Pogue» dicendo quelle parole, parve rendersi effettivamente conto che avesse appena baciato una sporca Pogue, e Ophelia lo capì dal fatto i suoi occhi avessero vacillato. «Sai, sono d'accordo. La mia è stata una caduta di stile» si affrettò a dire subito dopo.

«Anche la mia. Stanne certo» ribatté, incrociando le braccia sotto il seno.

Gli occhi di Rafe tornarono freddi, ghiacciati. «Se provi a dirlo a qualcuno—»

«Figurati, non è di certo qualcosa di cui mi vanto».

«— non finirà bene» terminò.

Ophelia ruotò gli occhi a quella minaccia, e senza rispondere, girò i tacchi e raggiunse nuovamente il chiosco. Si prese qualche secondo per tornare in sé, e, subito dopo, tornò dai suoi amici.

«Ehi, ce ne hai messo di tempo!» esclamò Kiara, vedendola tornare.

«Stavo per venirti a cercare! Credevo che Rafe ti avesse fatto qualcosa!» disse a denti stretti JJ, osservandola come se fosse un cane a tre teste.

A quel nome, spalancò gli occhi. «Rafe?!» quasi strillò. «Insomma — tossì — Perché Rafe?» chiese, cercando di mostrarsi disinvolta.

«Non c'è neanche lui da un bel po'» spiegò Pope, e Ophelia lanciò una veloce occhiata ai Kooks: Rafe tornò a sedersi proprio in quel momento.

«Sei sicura di stare bene? Sembri sconvolta» riprese parola Kiara, osservandola con la fronte aggrottata. «E l'acqua dov'è?» chiese, ancora.

Ophelia abbassò gli occhi sulle sue mani, e solo in quel momento si rese conto del fatto che fossero vuote. Sicuramente le era caduta mentre si baciavano.

Cavolo, quasi rabbrividiva se pensava al fatto che lei e Rafe si fossero effettivamente baciati, e i sensi di colpa iniziarono a mangiarla viva nel momento in cui guardò Pope. Aveva sbagliato.

Fortunatamente, ad attirare l'attenzione fu proprio il moro, che mise su un'espressione sofferente.

«Che c'è?» domandò JJ, confuso.

«Devo pisciare» disse diretto.

Il biondo lo guardò infastidito. «Tienitela» gli rispose secco.

«Non ce la faccio. Ho bevuto molta Pepsi» si lamentò.

«È troppo esposto. Ci vedranno!» fece presente JJ, quasi istericamente.

«Ok, io devo andare» riprese Pope.

Ophelia scosse la testa. «Non puoi. Hanno bloccato i bagni, Pope» disse, lanciando una breve occhiata ai tre ragazzi seduti lì davanti, e ignorando il fatto che Rafe la stesse già guardando.

JJ sospirò, guardandosi attorno prima di annuire. «Ok, dai, seguimi» si mise in piedi, seguito dal suo amico.

«Finirà male» mormorò tra sé e sé Ophelia, certa.

«Ehi! — li fermò Kiara — Dove andate?» domandò perplessa.

«A fare pipì» rispose JJ.

Aggrottò le sopracciglia. «E ve lo terrete a vicenda?»

I due ragazzi non risposero, e, tenendosi bassi, raggiunsero il retro del grande schermo.

Appena rimasero sole, Kiara si aggrappò braccio della sua migliore amica. Ophelia, per un attimo, temette che stesse per ritornare sulla questione di prima, ma, fortunatamente, era concentrata su altro. «Ok, sputa il rospo: che succede, Lia?» disse con il tono di voce di chi pretendeva una risposta.

Ophelia sospirò, ripensando alla promessa fatta ai due ragazzi. «Kia— Oh merda» mormorò nel momento in cui, voltandosi, trovò vuote le sedie dei tre Kooks. «Dobbiamo andare, Kie!» disse.

«Cosa? Dove? Cosa succede?» quasi supplicò.

«Te lo spiegherò, promesso, ma ora dobbiamo aiutare JJ e Pope!» si mise in piedi, seguita da lei che reggeva lo zaino di JJ.

«Aiutare?» ripeté sconvolta.

Ophelia annuì, e senza aggiungere altro, la portò con sé dietro il maxi schermo. Come aveva ipotizzato, i cinque ragazzi si stavano azzuffando, e ad avere la meglio erano ovviamente i Kooks, tre contro due. Pope tentava invano di proteggersi dai continui pugni di Topper, mentre Kelce teneva JJ fermo e Rafe lo colpiva ripetutamente.

Le due ragazze si lanciarono un'occhiata preoccupata e complice, capendosi al volo. Kiara corse verso Topper, dandogli una spinta per allontanarlo da Pope, e Ophelia avanzò verso Rafe, afferrandogli con forza il braccio prima che potesse colpire nuovamente JJ.

«Allontanati, Rafe» disse, dandogli una spinta violenta e allontanandolo dal suo amico.

Lui, in risposta, fece per attaccare, ma quando la guardò, si bloccò. Serrò la mascella e respirò con rabbia. «Levati di mezzo, Ophelia» ringhiò.

«Levati di mezzo tu, Cameron!» uno schiaffo andò ad assestarsi dritto alla guancia di Rafe, questa volta l'altra.

Ophelia non riusciva a credere di averlo colpito due volte nella stessa sera. O meglio, di averlo colpito, poi baciato, e poi colpito nuovamente. Era tutto così strano, eppure in quello schiaffo c'era anche l'odio e la rabbia che provava per il fatto che lui l'avesse baciata, che lei avesse ricambiato e che le fosse anche piaciuto. Stava riversando tutto su di lui, incolpandolo di ciò che aveva fatto e provato.

Il ragazzo inizialmente barcollò, reggendosi la guancia con la mano. Rabbioso, si voltò di scatto verso di lei, osservandola come se fosse la preda perfetta di un cacciatore spietato.

«Ammettilo! Sei stato tu, stronzo!» urlava nel frattempo Topper, che stava strangolando Pope mentre Kiara era sull'erba dopo essere stata spinta dal fidanzato di Sarah.

Rafe si portò la mano sulla guancia, osservando poco dopo i polpastrelli coperti dal colore rosso del leggero sangue che usciva dal piccolo taglietto che gli aveva provocato allo zigomo.

«Dovresti imparare a stare al tuo posto, Pogue» disse con tono di voce basso, iniettato di veleno e rabbia. Fece un passo verso di lei, torreggiando sul suo corpo. «Cos'è? Lo difendi perché è quello che ti sbatti? O ti sbatti tutti loro, Lia? Non mi sorpre—»

Prima che potesse terminare la sua squallida frase, JJ, che si era liberato dalla stretta di Kelce, lo placcò violentemente, facendolo ricadere sull'erba.

Ophelia si guardò attorno, ignorando la mano pulsante, e gli occhi le caddero su Kiara, che dopo aver frugato nello zaino di JJ e aver recuperato il suo accendino, si stava avvicinando al maxi schermo.

Pochi secondi e prese ad andare in fiamme.

La gente dall'altro lato iniziò ad urlare, e quelle grida attirarono anche l'attenzione dei tre Kooks, che si bloccarono.

«Ragazzi, c'è il fuoco

«Sta bruciando

«Andiamocene! Andiamo!» urlò Rafe, e dopò aver lanciato un'ultima occhiata a Ophelia, corse via assieme ai suoi due amici con la coda tra le gambe.

Immediatamente, la rossa si tuffò su JJ. «Ehi, ehi. Come stai? Mi senti? Tutto ok?» domandò, prendendogli il volto fra le mani e facendo in modo che la guardasse negli occhi.

Il biondo, stordito, la osservò. «Ti voglio bene, ma taci, per favore» sussurrò, strappandole una risata gioiosa mentre lo stringeva a sé.

«D'accordo, stai bene» disse, massaggiandogli la nuca e lanciando un'occhiata a Pope per controllare che anche lui fosse tutto intero.

JJ, poi, alzò l'angolo destro della bocca. «Hai— hai colpito Rafe» mormorò, divertito.

«Io... sì, l'ho fatto» annuì, poggiando gli occhi sulla mano arrossata.

«È stato fantastico!» esclamò, rimettendosi in piedi e aiutando lei a fare lo stesso.

Ophelia sorrise, non replicando. Lo stesso ragazzo che stava picchiando JJ aveva poggiato le labbra sulle sue poco prima, e lei aveva ricambiato.

Si sentiva tremendamente in colpa.




































L'ho diviso dal precedente perché volevo dare totalmente spazio al bacio che, inizialmente, non doveva esserci, lo ammetto... MA POI ci ho pensato e ho detto: perché non rendere Ophelia già confusa???? E poi mi sembrava un bel momento per far succedere qualcosa, ma è solo l'inizio 😎

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